Fiera Letteraria - Anno I - n. 38 - 26 dicembre 1946

10 Hoccn, mnl ritr11tto dallo scultore Tie1·k in c1uel 1816, 1110~1ra rhc il 1emp,:> p11&aato non torno 1>iù: egli 11011 lm che lo focciu ,l'un malato c1ualunq11è-, L'nrti:.tn [111iri1 eol distruggere il hu:-10 e col promr1terc. ullo Schlegcl <li inviargli il pezzo del naso del Horca come fcrmtu·urtc ! Coi:,ìvti il mondo. E il pircolo Al1>hon<te? Cre:,,ce molatic• c10, zoppico da J>OVcro 111e;;chi110,e vi, r nascosto in un , 1 ccehio presbiterio. I geni• cori vanno n tro,·arlo iu cauti viug~i lun– go il lago. E' proprio il 1rnmonto d'una troppo romantica avventura. La morte '-Clii· 1,ra in nggunto per Mlor,:i che uvevano scumhinto nel 1!111In solenne promessa di mntrimonio. Che fore? Rocca e veramen– te gra,·e. e rn cerri giorni 6Ì teme 11'una ,;uu dipor1i10. U'ro <1umm il 10 ottobre 1816 com1JieNOialla rin rmc il nrnrrimonio ~cgrern nlla prcl;enza d'un J)a~tore pro– lC!'lOnte e di du~ 1es1imoni. la fol:i Miss lfancfoll e il giudico Charl«-Jenn Loqis Roccu. fratello dello 1poso. Anche il pic– colo Alphons., (già ballezznto come figlio di Tt1i:01lore Gdes e HcnriClle natn Pre-'>IOn) C legittimuto in piena regol:i. Eppure li• rose non ii mcllf1no per il mcgho: la Stai.il non lascia 1ra1)Clnre In notizia del 111atri111011ioNon "11ancora risolversi a fir• mare comt; M:idame Jean lle Bocca. C'i· sempre qunh::osn di misterioio in qucsin procedc1e: del n:sto lo ,1euo au.-;tcro llO• dro del o: ca,·alicro.ù suo spo,o U<'ln è ve• nuto 11Jle nozze, for,, perchè non le n,•• prO\'aVO dopo Hllllè rom,1111,rlwriè del (i. 11,lio, (O for,'0111.:hè sola•n,ml,• pcrchf' il ,·ecchio non ~1 scnri,·a ui r:u~ Il \'111,:gio ?}. Ben pre:,tO. tornata 11 Parigi. \:1 S.aCI e npresa dal1a fiua anivitll politica e lettera– ria, Mo si anun:ila pii1 gnn 1 c111c11h:: del 1>'>· lito ed è a 45ua volta consol111a Jal buon Roi·cu: ombrn ispettrnle, l'11s,.ero contem– plo ormai il de:.tino dclii'.! sun runici'.!. Pl'.l– rnli1.za111, essa rh:e\e a.ncor11 ospiti dalla lii/Il 11oltrona, li e11111sias111a e li incito con jl:rundi parole, E all'alb11 del l4 luglio {tla. ta cl1e commuove, come \'Olle no1:1re 11 figlio Ang11s1e nel flllbblic11rr J>O~tumc le Du: 111in,;1•s ,fexi/) il cuore <lcllu su,i!J non bune più. Ve@li:1111 .. ul 1•·110di morte tlal Cuns1an1 e d:1 Victor do Uroglic. eS!D fo nucora se1u1re la ,ua \'Olon1:ì 11cl tes1a111en– to aperto .solo il 29 luglio, a Co11pc1.aJlor– c:hè dichiara il ~uo n1111ri11101110 col H.occn e il diri110 <lei 11iccolo Alphonse all'ere• dità c<,me figlio lq;:ìuimo. Mrr udesso un ,..odfoillo ù lirmato dall'illus1ro ~crittr1ce, che non \•ole,•a mut:ir nomi: per non òi. ,;orientare il mondo 1lelle lettere, con que. 81c parole: cc Nccker de Rocca, mon vrai 110111 ». E dire che il pO\'Cro John era 1al– men1e mnlnml:ito dle non ebbe la forzu di ''Cnire al funerale: l:a salma portala da Parigi a Co1,1>e1 ru in1111111t11 eou so enniuì mncebrn nell:a tomba <lei Nerkcr e di sun mo1dic. e da allora l:a 1,onJ c.Jel mauso 1 eo (come dice la De Penge, pio custode d1d– le memorie fomiliari). ru 11110\'1m1cnte mu– r111n,nè è più slala riaperta. Rocca, malato più che mai per le t;lH! frrile e per una non l'elat:a tondizione di 111Lercolo1i1•0 de\e ormai vivere II sen~• lei» - come 1.uouu il 1i1olo dell'uhima parte dclln sua bio,i;rari:1. Ba cura del fi. gliolcuo, perfino balbuziente e :1 5\-la ,·ohn assai delicato di sulu1c: la madre ha la. !ria1 0 un milione al piccino. Me ìl bel cii• valicre non &i tro,·a beno nella soc:c1à di t;ine\'ra. la i,te,;sa hmiglin non gli offre :ilcun appoggio mornle. Qual fine penosa, •1ucllo dcli'« eroe»! La De Pange che il– lustra i ~uoi ultimi mmi all:i luce <li let– lti!re ined11c. fa comprendere tutta la ma• linronia di un 1ramonto pri,·o di grazia 13 di serenità: e'~ vcrnmcntc nelle ISUCpagi– ne il disi11ca1110di un'esi::.1cnza r,:, bruda• ta :i, nel miraggio della gloria (• dell'n• lu\•auo )ohn cerco la guarigione. Pensa di partire per Firenze, terra di sogno, ma i med,ci della facohà di Ginevr11 lo man– dano a Hyère& e n~lrisola riorcnle del Mediterraneo (chi pcus:a all'ep11c10 di Ha• Lclais?) cerco di i;odl'r.- In 1wcc <lellu na• turu in compagma (lei &uo Alphonse e nella dolce1:zo dei ricordi. l\Ia tllllo è in– , ano. fl fr11.tcllo Charlt..S giungera solo in 1cmpo per veder morire il misero, il 30 gennaio 1818. Da eroe egli liarà liii• 10 es1n11ia10 nel pensiero che « e!58 » lo a\"rebbe accolto ben 10lllo nell'aldilà. li figlio lo seguirli nel sepolcro. anche egli non a.ncora trentenne, nel 18-l2: s.i era sposalo da qualche anno. ma non a\'e• ,,a 1\'UIO figli. <:osì pa~~ò fa vitu mortale del bel Rocca. \,,\IÙ,0 C:ORUJf: FrEHA LETTERARIA LA PAURA riempirsi le borse da spesa d1 bom– be a mano. Io restai nella strada. di guardia. Con uno srorzo doloroso riuscil do– po un cer:o tempo a distogliere gli occhi dal buio portone e a guardar– mi In giro: sul marciapiede a!follato ml sentivo sperduto come in un ma– re di grnndl onde; vicino a.lJ'anne– gamento. L a. paura, come la vll a, non può es– sere da noi canlrollata. At.r,raverso es.sa , il pili stupido de– gli uomini riesce a trovare virtù in– spera.:e nel propi1o 11.ngua.gglo. fino a divenire (o a sembrare) lnte!Ugen– te. E viceversa. Valgano un p 1) all'esempio, alcune brevi storie e descrizioni di paura. La lebbrosa U n~;1:t~:~• in~~sL~~~~ i~ado1!!/~: se1vJzlo, poi la vedemmo comparire disfatta sulla sogUa della sua came– ra col viso gonfio punteggiato di efe– lidi purulente. "Lebbra ,. dicemmo subl'o, e fu un affannoso ricercare di medica.menti e di cure preventive. Ci consigliarono t.ra l'altro, di accendere una polve– relta gialln, granulosa come sabbia, il cui fumo denso avrebbe distrutto mal la paura era sulle sue dita gros– se, e dopo un mese d'ansie le mie donne trovarono la scusa. per allon– tanarla di casa. Ritratto della paura in una clounu A \~:~~:lf~~a~~ ~~~:~r 1 \:e~:~ di tanto in lanto, era tra l nostri lnvltat.i Il conte W. Cos'ui, un uomo alto e fiero ben– e!~ trlst.i vicende familtari l'avessero ben presto incanutito, si fece accom– pagnare una sera dalla sua amante, Maria K., bellissima. seducente alla vista, con due occhi profondi e scu– ri come u nuJla. Il primo ingresso di questa donna In casa nost.rn . sollevi). come era da attendersi. scandalo e chiacchiere n non finire, ma poi Il suo fascino e Presi allora a camminare fatico– samente su e giù per dieci passi, vol– tandonù di scatto ad ogni rumore troppo vicino, agitando le ~raccla. ·.orcendo le mnnl una. sull'altra, men– tre la lingua tonnentosament.e ml si allw1gava sulle labbra aride e scre– Polat,e. Ogni passant.e sembrava cer– casse con lo sguardo In mia I asca pesante. e leggesse dietro Il velo oscuro della storfn. il segno gra\'e della pistola. Suonò mezzogiorno ad un tra.~to, e a me sembri) Il segnale della mia morte, lacerante sotto il bianco sole ci'inverno. Della pnura dei falsi e dei disonesti M a~:~~r~!:1;au::~~:i~ 1~ :: raie e l'onore. essa traspare subito come Il nero oggetto sot~o U bianco tulle. Della paura di essere sinceri e e:;;;rt;~v;~~ ,~:~. ~~:~ gl~~e:e~~ rebbe un eterno carnevale con le sue maschere ridlcole. che nascondesse per sempre le loro rattezre umane. E dlet.ro I rigonfi della carta pesta, pensano, quali mal sogghigni potrei fare, e come riuscirei a burlarmi di tut:-1. Essi certamente temono che venga scoperta la loro debole consistenza umana. e non sanno che poco alla volta la maschera. si ra consue1 udi– ne, e li portarla divie11e altre:tanto nattirale che Il viso. Le paure di alcuni scrillori L:. B. 1TEL'OLO: Acquaforte ------------------------,L od 1 sc~~~; ;(;lc:ff~~-is~:id~~:ae~~ senza scampo i malefici germi della pestilenza. Ricordo ancora nelle nari Il puzzo acido dJ quel fumo nebbioso, mentre bianchi Infermieri t.raspor:avano la giovane donna. su un'ossuta barella. E per giorni mia madre e mia non– na versarono di quella J>Olvere pel' ogni angolo, e !"accesero con zolta– nellt fetenU; nel puzzo si beavano e mi costringevano a respira.rio tap– pandomi la bocca con la mano. "Dal naso deve salire" diceva.no , e man mano i segni Infernali della polvere Invasero l muri. mncchìand:>- 11, Insinuandosi sotto I quadri e sul– le tappezzerie delle poltrone. Io che ricordavo la mia test.a un– ta di brUlantina sorvegliata dal viva– ce batter d'occhi di mia madre non appena provava ad abbandonarsi su una copertura o troppo Indietro sul– lo schienale delJn. seggiola fino a sfio– rare il muro; lo che conoscevo i fu– riosi rimproveri se dimenticavo di bén strusciare le suole bagnate sul tappetino fuori la porta di casa, guardavo at:errlto quella sciagura. più violenta delle pinghe d'Egitto, l..nvadere la mia casa dietro l'lrnma– gtne del viso gonfio della mia dome– stica, rosso, paonazzo e ridicolo co– me un mascherone di carnevale. Invadeva e saliva come la piena di un largo fiume quel malanno. eppu– re era accolto con g1ola, con felicitìl, e perfino Il puzzo nauseabondo (qualcosa tra l'odor cadaverico e Il t.anfo dello cloache). sentiva alle na– ri Impaurite delle mie donne, di va– go e piacevole sentore speranzoso. Tornò anche la domes·ica dall'o– spedale. pochi giorni pl\1 tardi. del tutto guarita da una breve lnfezfo- 11e. cosi terribile all'aspeUo; ma or- la. difesa s~renua che d1 lei presero j negli occhi aggrot:ando i propri. o subito a tessere tutt.l gli uomini ab!- fingere cli prender slll serio un suo tua!! delle nostre sale, fece si che scheI"ZQ (prender sul serio o meguo essa tornasse b.1dlsturbata uua se- prender suJ. tragico), per vednlo pre– conda volta, fino a farsi intima di sto ridere forzatamente, domandtu mia madre e di m.Ja. sorella, :anto scusa e dopo un secondo chiederli da essere ricevuta anche dopo la tra- notizie In' ime. Perch~ per lui entra– lflca morte del conte W., suicidatosi re nella tua lntimitl), specie se gelo– in w1a gelldn a.lbn di Natale. sa, iJ una s1cu.rezza. Più io ;,ono uen- AnZl in que11·occaslone le mie don- tro cli lui e nei suoi segreti. pen!;a, ne la difesero accanitame.nte da ogni meno avri) da temerlo, eh,~. anche sospetto, e Maria K. si legi) a noi di senza il suo consenso, per gh alt.ri a.!fetto e ricc,.t1oscent.a e:erne. figurerò come il suo amico. Ma sarù tempo ch'io parli un Pò di Lo scrittore Y. Invece, non dlmo- q_uesta. meravlgllo..c:a donna. Con lei stra e non ha paura t"lslca. La sun accanto, ogni uomo, anche Il più stu- gran statura lo protegge. Ma. lo so pldo, trovava modo di imbast.ire un che non appena conosce una recen– discorso eloquente e persuasi\'o; con sione ma.Ugna. del suol llbri o gli ri– grande abilità riusciva a tener tC6ta portano che 11 tal giornale o il tal agli avversari e anzi a farli convln- altro sparlano di lui, diventa rosso, ti della sua ragione; cio..""che era s'agita e fb1chè non I) corso a cC\m– necessarlo innamorarsi di Ma.ria K.. perare il foglio non ha pace. Ma poi, magari vanamente. E cost, non ho non appena lo ha tra le mani. $i af– conosciuto uomo che abbia sapu·o fretta a stracciarlo. atterrito dal do- resisterle. ver leggere male di se stesso. Con tut.ta ramlcizia che viveva tra Maria K. e la. mare.scialla d'Ancre mia madre, la. cara genit.rlce non pol,è far a meno d'avvtsa.nni: "Guardati da Maria K .. ~u che sei in tenera elil •· ml disse. "essa de– ve atterrire prima d'esser amata. Diffida dunque di quello che dice, poniti di fronte a lei Impaurito glil \1el suo fascino ". Della paura fisica T lei:nl. mi dissero. e Il più alto di loro (ignoravamo i nos:,ri nomi sot.to la. dominazione), mi cacciò 1n tasca una lu.nga pistola. Lui con gU altri. poi, in!~) Il portone rondo e sparvero tutti a svlHu· fucili e a Lo scrittore W. ha p:1urn del fu– turo e della. penna. Ha paura che le sue idee ed I suol personaggi. un cer– to glomo, gli si siedano lrriverente– men·.e sul capo, gambe all'ru·la e sor– riso sulle labbra, schtacclr.ndolo po– co a poco col loro peso eterno. E che d.ire di H. che ha paura di rileggere i classici? E che di J. che non osa leggere i contemporanei per timore di tro– varli superiori a se stesso? E che di– re di colui che la. sera scende t pie– di da.I Iet~o e fruga a.I Iwne elettrico Il pavimento? Egli ha paura di !n– eon' rarsl e di ritrovare colui che ha ucciso e Poi ricalcato, come il fan– ciullo inesperto ra col disegno, pog– giandolo contro li vetro luminoso. ENNIO DE' Cu"\"'CII\J NON VALE LO MA SCRIVER V E RSI IL FAR POESIE * COSI' il poeta calzettaio Francese hi lavora tessuti di seta un paio di calze ma paio di calze per il del ottenere non più pe1jetto mondo NO VITA' IL CIELO E' ROSSO di GIUSEPPE BEIITO t:• Il ,.,,.,.,,_.., ,li "" ""o~o.o<:.rituue ,1ali•• no ,1,._.1;.,1,10 • •eJn•re """ ,1•1• ncll• ""• •"• otor"a leuN•••• I.• r[vel• ·,,.., del do• l'Ogucrt•t "" llbr.i l'l,e 11orr10 I• ,Lrornm•tic• -.lcenJo ,H,1,,., mlno,e,ml 1t•n•li .. 11ell• ...,,. ,lellao<"rup .. ..i....... u.,., •. l'ol""'" di 1/Z P"ll;,,,, GIORNI PERDUTI di CTJAIU.ES JACKSON IJ 1,lil gnncl<I •UCChoO ,lello lelll'Ul11ro e Jello cinemal"•••fi• •merlcono. 1/n ro,11an• "" di l111ro,,~0Lono ., ,H fo11u,ia. che p11ò 111<1>OCCanlO O p,.,,.,I e M fo:,"C<", Yo/u,,.. di J60 P"llin• I,. J50 PARLI SI O MO? di. DAMON RUNYON llan,lill, ••1100 e b•ooifucuU JI :..,.., l'o,k. J"9cri11i clii 1••• 1••nJc umori•u 1m.,..I• <:•110, "f.• un libru cl,,c uri ""'Ili itnh•tod in 1,.1; ... ~:,,,mo C.-:c:hl. l'ol\lm• di Jlt potfi,.,, I,. !JOIJ • IL PONTE MELLA GIUNGLA di B. TRAVEN Quo10 •ulo•<i. lii .,.,lono in llicfo110 pie.i ~ olOIO eool _,u,1iu111 ,h G. llaupl• m•nn, "La fon• ,lramm••ir• r,L ltlinl•'"I· ,:lo '"'""'"••<> olino Il oc,rc,1n ,lcll'o,1c ,t; R; 1ruc11, ,I vi,\ 11 .. .,,1,. .crlno ... ro,• .,,lel no- """ '"'"I'"••. PIOVE A CIMCIMMATI di RING LAIWNE/1 •• Ooll"Arer J; lliug l.a«lnrr Il lrno,r ~ 'n1<.,do11,> ·., un• ■11<:c,le cli 'n'O.,uo •to•cr'e•• ""• do~" i bolo " le ~,.,;,..., ,; .,.,frano oean1blu11lrnc,nte. I ouoi pcroon•gé, br,11•li e ••nar, non •l'l'""""I""" •Oltan•o ali• le•• lero,un. ma alla •tori• ,!cli• ,:i-.ihi ., l.t-:. w1sour,,: l'o/u..,., •li l/lJ l'"ttin• l. JOO I FURIOSI AMORI DELL'800 di A. DllAGO ,.., gnu,t, ,,••• ;,,.,; Jel ... .,.. 1............. COh• ci ...., In ,l,omu1I cU """8"" o In cohticL,~rntolii cli fouolcnl. •0110 n•rr••c in qucoto libro c<>o ar~u,Ja ,. fcclchi. 1 1110 Liogr,fì1 d111- 1'300, ,criu, '"'" ,.,1.,,,.,.,1 i,.,,,,.,,.,.,,...,,.1, MISS HARGREA VES di FRANK BAKER Uo '""'""'-" ..,,,1,..,,.dcn1e .cruo "" un• nunva d,luc. dop<, l•wrr.,., .Joyc"" llu,.-. ley. l'ln~l,ih.._,,., h~ "" ,,.,., ..., •~11,•n,U ,., che, f'Ut ,r,1 .. n,lo lltlla 1r•J• •,.,.., le11cnr·• ::!~~•;;j•.:11~~;~:!.~:~ ;:'. ~~: ... :~:.:O~t:'..: e ' ·.a,11co d,c '"'" ,·,. •.,,.~I • J,n,ccu•cor<" 0 Yo/um• di JJ6 1"'8;,,., I.. JOIJ SOCIALISMO ANARCHISMO E SINDACALISMO di BERTRAND lWSSEt,L IJ11a c~lrhr~ Oj>flU ciel @••nel~ llLooMo 1.,. alue: unae,itin •pletata alla for111• •n 11•1• dr.li, ......_iMi eJ al l~u,po oleo«•.,.,. orcun ,·lolenla ,:oniro i li\lolei del riVòl,.,io,,arl,c11c. Yo/um~ di '71 pugin• /•• ZSO LONGANESI & C. VIA BORGHETTO 5 MILANO

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