La Difesa delle Lavoratrici - anno X - n. 3 - 16 gennaio 192

T..I nTFES.-1 DELJ._8 T,,IVQRATRTCT_ ========,=======~~=---= LOTTEE.PROBLEMI DELLAVORO I dino sa.rnbbo <li largo oonforto la viaita doli; n-0<>tro · propaga.ndisto la. ~ui. pre· sonza solta.nt, o basterebbe a. d 1SS1pa.re Lascuola delle propagandi ste ~ [7nr.it: t~?i~i:'.!~ se, del'le madri oome 1e _alù re; delle E' un,~ nec.wu.tà alla qua.le dobbiamo 1111riamentoponsa.ro . 3e INI pa.rlò brevemente :i.nche nel OOD• vegno del dioembre ecorso. Tut&.ole oom– p~ne rile\·arono che, mentre il nostro campo d'aziono si fa sempre pìù vasto ed urge portArc la nostri' propaga.od & ùovunquo, aiamo atta11~liate dalla cro– nica insufficienza o defiC1on1.& di propn.– gan,Lete. . . . . Il libro, 1I g1orna1o sono orgnm ott,. nii di propag11,nda ma. la, parola deve possibilmente precoderc perchè servo appunto a. sWICÌtarc il bisogno nuovo, il deaiderio di sa.pero pii, e megJio; vinoo quando chi pari:,, adopera il lin– guaggio della, verità. o del cuore, le ul- timo diffide,nzo. · E p,oichè è un pregiudizio _il_cr~dore eh-O oolarncnte qualcho pr1vilogiato, uomo o donna, p<JS5anorarlaro in P!!h– blico riteniamo neoessa.na In. fondazio– ne di una scuola pratica per le donne propa.ga.ndiste. Se non tutte potranno diventarn oratrici molte I)<}rÒpotranno im-parare a parlare in 1>ubblico. Coma si può appr,mdore, con lo stu: dio o la volontà, ogm altra form11, d1 attività òool ci sembra possibile impa,. rare ad es-porre, chiari ed ordinati, i propri pensieri, a cornment.are un fatto o onitioaro una. dottl'Ìna. Non ·si tratta. di parlare per farsi applaudire o loda.re, . ma._per convii:ccre un uditorio di una verità. o per 1001- tarlo all'a.z ono. Quello che si chiede all'oratore è d'essere c6nvinto esso stes– so stesso cli quello che n1ole insegnare al suo pubblico, d'aver fede ne!Je sue stesse parole o df cercare senza rettorica inutile la via che conduce dirottamento al cuo;e dei suoi a.sooltatori. E' impossibil_e, por lo meno raro, _c.he chi parla non nesca ad ottenere la stuna e l' 10teressamonto del suo pubblico so è sincero e .11:uidatosolamente dal doside– r,io di diffondere una verità; anche "" non avrà quella che chiamano eloquen– za. ma. solamente la parola chiara pre– cisa., o se avrà saputo ordinare le suo idee ed ·esporle con buon senso e =– plicità. avrà guadagnato la miglior pa.Tle dolla sua causa. una voce caTda e sonora, un gesto so– brio od espress:v-o, sarà sicuro cli essere ognora a600ltato volentiui da.gli runici o temuto dagli avversar!. La donna, come l'uomo, deve dunque saper parlare in pubblico. Essa devo partecipare direttamente a tutte le lot– te sociali per il ben-e auo e per il bene dell'umanità.. Non importa se gli ue>– min.i. se gli steasi compagni non han– no mostrato, sin-o a<l ora, cli tenero in gran<lo considerazione l'amto che P08SO– no CÙI,rele àonne alla propaganda. Ee..si affermo.no che le donne non rie– scono efficaci perchè invece di stare nel– la fredda. realt-à si lasciano prendere la mano da.] oontnient,o. Noi riteni:imo, al contra.rio, cho il 80Iltimonto non nuoce ad u:1 discorso di propa.ganda. ma anzi lo completa e ren. do più acccs.sibili le ideo concrete, non d-on-noche lavora.no , custod•.soono _la. ca,– sa., amano la. fa.miglia._ pu~ ded1~do pensiero od opere per 11 trionfo d1 un partito politioo eh<, vuole &bba,t~ro un ordinamento universa.lmento ritenuto ingiustò- per ooetituirvi una. legge um.a, na. e ·grande, il dir.tt ,o del Ja.yo~o. . Rcoo le ragioni per le qua.II !'~'a,. mo che in ogni oontro si devono rn1z_1a.r<> dei corsi pratici pu le propaga.nd1ste Il nost.-o riliern è che le donne p;:mauo abbaatanzu i loro discorsi. Dio.amo pensaro non studia.re, non mandare a memoria.. Diciamo pensare nel 116l1SO di ordinar" nel.la propr.ia mente quelle ta1i idoo, quei tali concet– ti sui qua.li intc6ooro tutta la trama lo– gica di un di.sc01-soche devo e,ssc-rena– turale corno un ragionamcnt,o o afforrù l'aacc,ttatr..ce nuova con qua,lçhe cosa che I-a in terossa., cho ha pensato anche lei e sul quo.le non· vi possono <>8Sei'e dubbi. Per la ca.mpagna specialmente abbia– mo oisogno cli una squadra cli propagan– diste. Perchè nello campagne le donno, quando non ostacolano l'opera elci m.a-– riti o <lei figli. son-o delle indifferenti, dello ruiscnti. · ' Hanno qualche volta sentito cho nelle oittà, nei gr08.9i Nmt6 anche le donne, sono iscritto .nei circoli socialisti ma non . sem.pro vi erodono. Almeno per quelle poche a ~da.cj '!ostre compagno che sono con noi e c1 aiuta.no come pos– sono n.,i borghi SDcr<luti, nei comuni lontan•i e. spesso ci scrivono la parola do] loro scoramento o della loro solitu- Basterà. scegliere in ogn•i gr·uppo una meli?.&dozzina dii compagne eho non si.ano tota-Imenio sforr>it{, di oultur'!- so eia.li.sta per insegna.re loro a _comu~car!' le loro idee, a parlare, a v,ncere ,l ft. more dd pubblico. · Sappwrno che a :Mill;l-nou,:,a-_scuola con questi intend· monti comrno1<>:à.a funziona.re nel oorrc-nte me-so. Sara !ll· segnn.nto la nostra _ ot~ima _compa.gpn. A.g-Olltini sott{! la _cu•,_ gm<li::s1am_ocorte di ottencro s1cun r1..sultat1 e d1 aver~ pr.tr il pr086irno . Prim:<> 'M.agg:i(? un; .1 squadra d·i coragg1coo d1vulgatnc1 dallo nostro i<loo. . Auguriamo che_ l'reempi? _sin. segmto da tutti i gruppi femw1n1h. M. Z. COPPINI. PBr una unionB d IIB madri proletarie L I d . . mdr I naia com.e tl"ibuto di oma_ggio e di ri· il pnro il I UD.il il e conoscenza 11ationale alla mernor·ia del - . . · compianto 1nio figliolo, e non ho vo- Co_n~, anch<? a me, t~a. vecchia ed Juto nemmeno M'. oetta.re lo sveciale atle– affez1onata. lettr1ce 1 _un J>O d1 spazio pru- ,,tato di gratitudine alle ,,.adri dei ca– dire -una _parola. 01 madre alle donne, dut·i con relativa 111.eda[Jlia, 1;1roprio per– alle, ma.dr , eh~ ancora non_ sen_tono tut,. chè non voglio diment1cn.ro 1I mio dolo– to _ I orr'?re dei t,o~r.b1h i,1or_lll passati. roso sa.crific.io di ma,lro e voglio tenere M1 <lec1de. a sc_riyera I arti.colo cl,e!Ja. aoorto i-1 li-bro dei conti tra mc~ ma,– oompagna _Agost1m pe,1: la oost_,tuz1-00,cd~e e socialista, e quei- signori, pat,,.ot. dei ~rupp_1 çlelle_m_ad:1, per difendere ti e capita.listi. la nta dei nostri figh m caso d! nuo- Mi Pl!-re che _11e tutte_ le_ donne, tutte ve guerr'?- S-ono comple~amente d accor: lo madri, dopo 11ternbilo rnscgnamento do I)<'.rche P\}DSO che noi _donne,_che. noi avessero .fa,tto almeno questa recisa. ti– madri, possiamo _e <lobbi~o frnal11:en: nunzia. i nostri g.ovorna.nt : avrebbero te s\'egharci e ~1fondei:e I nost~, figh ca.nito che l'umore è cambia.to .. non ~l~to _cla1 PICO(?h m_a,lanm, d&lle Oosa ne pensi 1 Saluti corùiali dalla comum m1sene ~olla ".1ta:.,ml!-<l1fe!'oorJ.. tua ~viìt pir"~iW't!' "'8< ~ f&tl(t-tlfi:t malati od orrendamente mutilati. Pen- ----- ~•tte-co·4 .11,4vm.o.u. so però che· alm<>no una cosa avremmo Sentiamo, compagna Rai-azw/i'., che potuto fare in difesa della memoria. dei siete ancora., e p,:ù che 111.ai , la comva– nostr,i poverì figli morti ·J E cioè non on« semplice, diritta e. coraggiosa. che accettare che il nostro o loro saerificio noi conosciamo da. moltissimi anni. fosse ricompensato coi menzongeri atte- l'emùuno anche che ,:1 vostro pove,·o stati di beneme,·enza, colle medaglie e Pippo, rnorto maledicendo a/la. gu.erra, le croci, con tutta la. chincaglieria che per lo strazio fatto al suo corpo e l'of– ancora oggi ùenc distribuita e co11a. fesu f,itfa alla sua. fede, era ben deyno quale si pretende onora.re i ·morti, pia- d'i,na madre come voi! care l'odio dei vivi. l't1-rtro71po iJ. ,,ostro cammùw è le11to Per conto mio non voglio dimenticare e flLlicoso e molte, tro71pe. donne, sono di quanti pa.timenti fu causa la 11uerra madri ,vfom.ente perche la natu.ra le ai miei figli, non voglio che ,il m10 re- creò femm-ir,e. 1'roz,po svesso sa.nno ras– rnro morto fremi di sdegno nella 'sua segnarsi, pe-r calcolo o per vanità, alle tomba redendo eua madre a-0eettara un parate t•ergognose ed insultanti. premio <lai suoi carnefici. · Scarse furono infatti quelle che '1el Ho respinto quindi la croce di guer- loro dolo,·e serbarono intatta, come vo.:, ra. cho, come dice la lettera del Coma.n- la loro _fierezza: vi fu solamente qua/– do, per ordine del Mi11ùte1;0 e,·a desti: che compagna isolata: ed an-che qualche APPENDICE tult"a so stessa 1 Non è giusto che tu di– mentichi oosl 1o sue fat.che, i suoi so– crifioi1 non è giusto, non è giusto ... FOVERfl GENTE lmprovv,:sam.cnte, nell'alt,, silenzio Jelln eaa.pagna. rotto soltanto da qual– che grido infantile, echeggiò forte, im– paziente una voce <l'uomo: - Giovanna, Giovanna! Sbucò dal fitto della siepe in cui si teneva nascosta., una bimbetta di forse <lodiei :wm, alta, esile. con un arruffio cl•.ca,pdi biondi incornicin.nti un ,isino soa.rno. insolitamente colorito, più per il timore di una sgridat-0. che per l'a– nima,; one del giuoco. - E· cosl tardi papà. i - chiese con vooe che tremava hevemoote nella tre• .picla attc.9a cli un castigo più o meno "'9Ver-0. - Sei sem,pre in istrada. zin~ara - brontolò l'uomo - e la mamma rnta,nto ho. for..e hisogno di te. - Dooniva la me.mma e non sa.Pevo che fosso oosl tardi - si acusò la bimba e v'era un tal trem-oro nella. timida vo– oe chò l'uomo fu p.rcso ad un tratto da un 'on<lata di tenerezza., tanto più che dsll'intoroo della casa una <i1lbolevooe di clonn&, pr~ò oon dolcezn.: -· N-OD azrida.rla., Ern-+-o; lo svago è eoel ll0C6,liariO W iu& ~ - Sei alzata, mamma1 Stai bene! - gridò la bimba precipitan<lo3i nella ca– sa con un grido di gioia. Ma alla vista della ma.clro. che negli a.biti festivi, diventa.ti troppo larghi. sembrava più smunta, più scarna., più ma.lata, la g-oi.i, si mutò in pena e il grido si converti in un singhiozzo. - Pcrch~ ti sei alzata, mamma 1 Che biwgno c'(!ra i Non ci sono qua io per la cooa, non ci sono io ]}3r i bimbi i - E' vero tu sei la. mia donnina, o non ho cho a, lodarmi di to; ma tu'. non puoi fare l'impc.'!Sibile bimba, mia perciò è meglio cho mo ne vada all'o'. speda! e; guarirò più presto. - All'ospe<lalc 1 - 8!jC]am_òGiovanna sbarrando quei suoi occhi azzurri vela.ti di lagrime. - No, no, tu non 'vi a.n– clrai, io non lo v.oglio... E ripctè gucl u non lo voglio» con forza, fissando suo padre con uno sguar– do p1ono di r,mproveri. - Pen~è la allont&ni eia noi, percM la strappi alla sua ca.,;a di cui è stata fino a poco tempo fa l'a.nitna, e la vita 1 Non oomprenrli ciò che ella dovrà oof– friru 1-0nt.a.no d,.i suoi figli a cui ha da.to . Egh lesse tutto quo.sto in quogli oc· chi cli bimba, prococemento sve.glia. e sen– ti il bisogno di scusarsi dinanzi a quel– la picco!a così •.noonsciarn.cnte crudele da a.11gillllgero un a.ltro dolore a quello che già gli serrava l'auimo corno in uua morsa. Ma, poteva dirn a quella piccina, quel– lo che diceva, a 8<l stesso, alla sua co– scienza che gli rivolgc,·n. gli stessi rim– proveri 1 - Non è gin$to, lo so, non è giul)to, ma la colpa non è mia, o •bimba, che ti affMci ora alla vita. e ne oonosei ~ià le ingiust-izie. E' la sorte, è la misona, è la oociotà che ci costringe a<l essere crudeli coi nootri bimbi, con nostra mo– glie, con noi stessi ... E' I.a società. che nega n. noi poveretti perfino il conforto di nssiste,·_e fino n.ll 'ultimo rcepiro, oo– loro che più ci sono cari, perchè que– st'assistenza. non richiedo eoltanto il sa,. crificio nostro, ma anche quello delle nostro crea.ture a cui la mi86ria p,. ù sp11,– ven tooa torrebbo anche il pano cli bocca Ma perchè dire tutto questo a quali~ bimba che non avrebbo forse comP:reso, o comprcn<lendo, avrebbe sentito 11 suo dolore acuirai nello spasimo dell'impo– tenza 1 Dolcemente, con vooo che tremava di pianto e di commo,io~, 011:li diaoo ac-– ca.reua.ndo la. te.tina a.rrulf&ta, :. gruppo di donne guadagnate da poco alle nostre idu. N a qua,.to lavoro ancora da !':'-re_ ver ,i-eglvu-e e ~endere veramente invinct· bile un ,entimento che dovrebbe esser~ pura=nte istintivo. L'istinto della_ d•.– fe,a ai propri rtat·i che sentono cos. m• "o le butie perchè, beate loro, non sa~ no capire lf! retto-ricn_ dellr amore pat_no. o le9gere • mani/est·•. de!le madr~ _ita: liane e dei vari comitati femmi-ni,/,-, d, cat t i1:a me,noria. Àppunto i" vista dell'of,lio che facil– mente cade anche su.i dolori è necessa· rio co,tif.uire questo ni,o·vo balitardo di <i.i fesa Jemmin_,le da no~ prop_1tgnato;. è necessario 1trmgere dei patti, organiz– zare la resistenza .. Ogni, dorJ.na, og11i~a: dre non deve più aentirsi sola, sentirsi, una, ma deve srr-pereche molte altre,. tut– te le altre, ha11no l'u_quale· suo pen,.ero: deve essere sicura che il giorno in ·cui il carabiniere andrà a p1·e11derle suo fi– glio ed esrn dirà qui 110n si entra p;:r– chè io, ma.<lre lo imprdi.sc ·o, aocl,, le al– tre com'l!.irann.o lo stesso utr1to risolu.t.a e terribile. À <JUCSta opera i•a.sta e in t-ensa da i– niziare ctm ferl.'Ore tra le donne pro/e– ta-rie /accW.rno as,;u!g11u11if!nto sul vostro zn-ezioso contributo. LA REDAZIONE. NoUzle e cblnccble DJ-SOOOUPA:ZiIONE. - Le oon.ae ➔ g:uonw della guerra s'avanzano una do: po l'altra inesorabilmente. Oggi è la di– ,eoocupa:,ione che s'affaccia, minacciosa in Italia, 0OI!}ein altri paesi perC06Si da.Il a guerra. Col :n dicembre 1920 la cassa, di assi– curazione c-ont-ro la discxx:upaz.one so– speso il pagamento doi s,u3S.idi a tutti gli opera.i che non avessero pa,gato a.I– meno 24 quote mensili alla Cassa. Que· sto provvcdimonto m-ostra quanto gran– de già sia e oome va.da continun.rnento aumento.odo il numero dei disoccupati o delle disocoupate. Come r, mediare 1 Contro la fame e il freddo non si de– vo discutere ma provvedere. Mn. in cho modo1 Non vi è che una. via: togli ero alla cl=i cn.pitaliste quello che hanno gua,. dai:na.to collo sfrut.ta.mcnto degli operai pr-1m.a.e durant-0 la guerra. ... NOZZE uSCHIU.tt». -- Tutta l'Italia. ill!,~de-lJ_o_n,.,,,,~.JlonA-ili Savoia, ool prmc~po d1 &nera. I <luo sposi sono cug,.n1 o s1 !'-ffl"-V_a,~o a.nch·a quando il prrnc1po, agh ord10.1 do! Kaiser coman– dava. cont,ro }'I~alia _un ripart,o 0 di t.rup– P!>,. e la prrne1pcssma medicava i fo. nt1 che facevano gli obici austria,o· 0 tedeschi n._i s~oi ordinj. Tutti i giorn' a.rt so~o p~en; d1 r09000n~. Lu,1, fra. jl]ti cli– gmtan. <l_1 corte, i,I uomini politici e i generali 1tahan" rn alta. unifoane che I~ ossoquiavano,_ vestiva; alle 't>"'l1.e. ]'u. mforme gennamca con l'elmo od il chio– do ~ra.tt~ rist.ici. Ma ... e l'odio ted-esco? E I rnvas1-0ne cho questa gente minaccia,. va sul!~ bella_ter-ra italiana! E la .11:uer. ra 1 E_1 moro.! o la rovina 1 E la diooc-– cupa.z_1one 1 ~ la fame1 E il pianto d1'11,o m~dn ! _E t padri, i figli, i fratolli. gh ~1c1 che non tornano più 1 più j Ad Aglac. dono aver sp~rso tanto ,;a.nirue. s1 stringono u vmcoh non m~i spezzati E' per >il suo ben-o, Nina ed è ]a. mrunma, che vuole così, sicura di tro va.re . a.Il ospedale, coli' as.~istenza. che r.oi non posrua.mo . ciarle, la sua pronta o completa guarigione. La donna annul, col C/tJJo, troppo agi– tai.a o oommossa p-er confe1ma.re quella dolco s1,~ran1,a, che_ell~ non avev,a J>iù ma che il ~a,nto si ostrna,va I!-. coltivar~ ma.lgra,do I_ evidente_ progresso del male che S1 a_gg1avavn. d1 giorno in giorn Ella senL.v,a cho ~ no anelava <la,ll~ sua casa peq- non p1u tornarvi senl° che Mn avrebbe P1Ù rivoouto quei s~:i b1mb1ado_rat1, che noll'inco.scienza doli lor? età. s1 tra.stuUa.vano tranquilla...'llon~ to Èn runfi an,g,olo della misera cucina , ssa"!'a a<l uno a.<l uno, avida– ':Ilcn~, qu!l61 avesse v-oluto portarne la a:11~1gnnoo::1o ~cpel,rb~p1<l·e,I nel mister~ ll'a UISO e nulla: . Il povero uomo che la gu.a.r<lav-0.con ton~ra. pietà, !a e&mpren<leva, soffriva e s1 mor<l~va , _baffi ra~biosamente pc; non ooopp1are rn s10gh1ozzi . Mondo birbone in.al. ;.ieita mise- ria - proruppe men~re a,l cli fuori ri– suonava u.n rumore d1 ru,o~. ed il ca.rro smbl!l a.nza del Comune 81 fermava. d" na.nz, alla casa.. I• .- Ci siamo, cor.aggio Annetta. _ d. a.mtando la. moghe ad a.l.za.rai. I.MO (00t'lti.iua). Maria Suart Ccrrt.

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