La Difesa delle Lavoratrici - anno IX - n. 8 - 18 aprile 192
l,.-1 _IJ_l F F,S .I Df:J~.l:§ !,,-lI.!}l/.lT IZ!Cl ___ _ lm1cclano? Si tengono vicini l'un l'altro, le dita ann-0date, assorbiti, dim~tichi dill mondo e delJa tempesta. JOgli è solchlto. Pa rvrà do_UUl n o t.lOSdom., nl. Egli è prou– to. ~1a t-1rima vuole gust.are ln squi=-i-ln gioia di e-~erc uu in1wmor,1to, sogw.10~ vit•i110 alla ::,jll,nntui~. i11 u11:1~ra d':.1n– tunn0 in un ginrdi110 ù~ll .1-trofulll'o d't 1 lio– tropio. « Da <1ues1a ("ùfll'i"· diti~. (x1rtf'ilrnle slaiu:il'tw, ~'lle ver.oo lo ~p.azio illin.~it~llo, la immensa brama e;hc ebb,err, e aYr.u.11no i:'li \lornini: essere, pro(ltlf~arsi, J.nsciarc òietro u sè una I1i<'tra o un cuort". nel q111.1 - IP rimang,_1 SCùlpitn la !l'accia del t,,ro pa,·sai:;gio. « E)' Re11.q•rc la vita. In ~r;111cle-Pfl~!ln.l, che ùettn nn·umani1à l'i~tinH1 <li ~►rop,1;.?;.1re ta propria r.-si:--tt.•nz.1 n l di l:t tlei c-:.11aeli~mi, 31 di lit ù<'lle e1i1 •· La Bibliofila. ILVOTO RLLE DONNE E' da. augurarsi rhe l'attuale legisla– zione, cosciente dell'alto compito cbe le incombe neHa febbrile e grave ora che si at11ra.versa, voglia finalmente pe,rmet– t.ere alle donne di portare, ii Jorq_ pre– zioso cont,ribut-0 nella vita politica ed a-mmiI>i5tratirn, del nostro Paese, con· cedendo a,d esse la facolt-à di eleggere e di essere e-lette Se ciò farà la presente legislatura non s-0!0 si mostrerà posciente de-I mo– mento, ma si afferm·erà c·oerente a se stessa, poid1è il voto alle donne- non sod.o fo ·incondiz.ionatamente voluto ed ap.poggiato dal Governo agli scorci dfli– la precedente legisla ,tu.ra , ma fu anche approvato da, molti dei presenti depu– ta.t-i. E poi, questo rntç è parte, _esph– cita del programma dei maggiori na,r· titi orgaruzzati considerevolme-nte rap– presentati alla Ca.mera. Da. quest-i precedenti noi donne rn– gliamo trarre i migliori aus-pid per la. ·cau.sa n-ost-ra, che è p-oi la ca.usa d1 tutta la soci-età ri,ile. i rami della ,·ita. 30Ci.ale, perchè non dowebbe fa,re altrettanto nella vita po· litica ed ammirustrativa 1 Esclude.ria si. gni.firherebbc agire cc•me Wl ca-f>a rb'" che in pieno meriggio e,sti)·o. menu·e, l'1 sole ri: ;plen.de ne_lla n,agg,orc sua g-10- J'UI, chiud<'>ssele ,mp<>~tetJ,-lJa s1:1a c,,,a e s'iJludessc, 1\'irride,re nl sole: ~on ha, il potere d'illuminarmi. . . . Già le donne rl1bre qu,i,rt, tleJl Amni. ca riel :-.o,·d, del contineJYte t,utto a.u– stralia.no con la Nuorn. Zelanda, di qua· ~i tut,ta 1:Eui·oli'a a.ngl_o-sas~nc, hru:1<10 ~i.il esercitati 1 diritti noht1c1 conqu,– :1.a.ti cl,,. a1rni ed amni. Si t,ralt-a.. dun que, di milioni di elettrici che hnnno p.artecipato alla vita J)ubblica e dornn: quc questa partcc,paz,one ha avut(, cle, buoni effet,ti, dunque, è ammissibile che la donna viva i.n. quell'atmosfera poh· ti-ra e EòOCiale in cui ,·ive l'uomo. Ma noi non vogliamo fare solo la cau– sa- del nostro s-esso. Noi vogliamo fa.re la causa clel·l'attuale sMietà, la ca-usa. di tnUi. Non po;sono sfuggire a nessuno e molto mein.o alk1. fine psiche femminik le aUuali difficili condizioni sociali. Siamo in un pea-iodo uJtm febbrile, in un parossif:.mo sociale. Siamo nel tra· .-agliooo punt-0 ùi passa.ggio da un mon. do. morto con la! guerra, a quello che va nascendo dalle e sulle ro,·ine del primo. Si sente pulsare intorno, nelle arterie BO<'iali, il ritmo a-ccelerat.o di una vita. nuo,-a, per la quale nc,,n Yi sono energiE> che !x'I.Stino. C'è crisi do– vunque, e da essa, non va e8eut.e la vita politie.a. ed amministrati'va, anzi. I tempi, dunque, esigono ine,;orabil– mente che sta.no uti.liz-z,ate tutte le pos– sibili energie in tutti i campi possibili. E ><e ta1o è il bisogno del mome<nto per· chè impedire che buona. met.à della. na– zione scenda nel vasto campo della vita pO'ht,ca ed amministrativa italia.na per port,a.rvi quel prezioso contributo d,i cuci certamente è capa.ce 1 Impedirlo 'Sarzbbe u.n perpe<tnare un.a. colpa di lesa fem– minilitl,, da parte degli uomini, signift– che.rebbe non essere aill'alte-zza dei tem. pi, sarebbe commettere un'ingiustiz-'a a danno di tutta la. t'ollettività nazio· nale. E noi protc-~h,remmo, e ci appellerP.m– mo a<l un giudice inzsorabile e giusto: la storia, la poste-.rità. NOVELLA ROVINA MORALE La povera madre, va 1 J1'<la ~ at1')ÌO;:,c.1, si fu5Ctngò g 1 ii occhi ton un l~trJ)() ttel grrmbiu,o e poi continuù il suo ct11c 111· rannoso: - la 111l ~/a.•cult,,, •!/oro Il, e la. giu• dichi lei se in questa bccenda non ho un po di ragione. _\.vevo tre _ligli, sani e buoni r,J1errano tut-t,, la mia ncchcz· za e co; quali sono ~-empre , issut,a con– tc>nta d.... ,t mio :;U\.LU.Pt 1 ,·eri, è , 1,._•ro·, <.:ra.· nt.rno po,·eretti a.5~ai perchè, da quando il mio nomo & morto dalla ft-bbrc ma– ligna. lo ,o io quanti sknti e, qnantu la– \'oro per t1:<'~ce.di_ a,l_l'onur dd ,mondo e nel s.anto tunor cli V10. come m a \'Cn-1110 ,nsegnato i miei recchi '. Ma colla guerrn è I cmito lu scon· qu.asso nella 1,0,·era. mia casa.. _..;\duno, ad nno li· ho ,·isti pa.rtire tutti e sono rima-sta qui nt:\/iJa n1isrria e nrl 5ilenz.i~ a piangere ed a pregare. Per quanti anni. dirci quasi secoli. yo srntw la, notte lo scoppiar pauroso del cannone, ma. non ho voluto mai abbandona.re la mia casett,i con I' ort,icello che mi pìa– cc,·a custodire per loro; o poi mi pa– rera auche d> essere tante, v'cina ad essi, i miei figli, e _cssenùo vicina. mi figuravo che nulla. eh male riotcso;e loro capitare. Ma uno dopo l'altro Gigi e Piero, i due minori, morirono sul campo ùi ba.t 0 taglia e di e-ssi nulla mi rima&e, se non le lettere e le =rtoiine coI!a bandiera che mi hanno scritto d1H·ante tutto quel ten1po e che io conservo come cose prezio~e. L'altro, Gio,·anni. mi scrisse un giorno da un ospedale lontano; avc– ,·a, un po' di male a.cl un bra.ccio, ma SJ?era,·a di gua-rire presto e tornare a vivere tranquillo e.on me. :\la quando tornò, /I mio pov,eretl.o, non potè ab· bracciarmi e baciarmi come quando ,·e– ni\'a. ifl licenza, pere.hè gli avevano ta– gliato il braccio destro. quasi alla spa!l– la, e piangeva tanto nel saluta_rmi_. che le la,grimc mi bagnavano tutto il nso. mettere il suo in6ere«1amooto e la. oon– gedò con tanti l'eilr<)roo, pe>lldcremo, fa– remo. Pa.s-~n,ronocoo·1 i me!n: e,s,sa. H,¼isl.ò g:onio pe-r gio.rn9 a-1 cambiam,en10 che a., 1t,11i1•1t ne. ta.i·at.tci·e dol suo dilet;t,o, PN<kiie anche J~ e,pc,·anza c,hl' IJii. n.el qna,!.c c-rNleva. e che !:lf)('5SO .in\'t)C~va., po– W5se aiuta.rla; chi mai pote\ a cuua.i·si di loro, ~perduti in quel p<,vcrn p8.Cti<> aulle sponde del fium,; già dimenlit ·a.to dalla. 1-,"!'nt,e 1H'e.%ata cla t-a.nt, caltre fac– cc•nde I E t,remarn quando lo vede,,. comi,.,,, rjt't-' ton·u i11 , i-su, qu-i.l,Od-Ori))pondcva. appena a,1'1,·doma.nde p ,renrnro.sc , quan– do tarda,a a ritoro.are. Do\'e anrlava.t Con chi pae~a,·a. le lun.ghe ore 1 ·i C.n giorno lo vwe insieme acl un n,oto giuoc-a.c,rc e. be·.-it-ore; il cuore le t,rem<) forte. Uopo qualche giorno rientrò rn casa. bari-oliante e con una luce ~attiva. negli occlt,i. - Ah'. ·ma,J.edetla. maledetta. 1a guer– ra! - esclamò la disgnzia.1,a, appog– gian,dosi nnai ma.no &ul cmOlfero!pito a morte clnl'la rovina mora-le del suo di- Jetto. . E le labbra. riarse emisero sino all'ul– timo il suo grido: Mad,ri. maJèdetta la. guerra.: Coppini Zanini Maria. ~EMPLICI u~. --□ • ~uan~o imperavano preti e~aoroni Senti cc,mc strillano! Sono lo padrOG– cine mie e-belitigano con la mamma P""· chè non ,;ono mai contente: abiti bolli, gioielli, dil'ertimenti, tutto qu<!llo che \'Ogliono, nut nulla basta pc,rthè st.a.nuo t,nto i-1giorno senza far niente. Ah, frignose ! come nna 8ettimiana ;,ola, della min p-overa ,·ita vi; metterchlw a posto'. lina. settimana. sola, a ,c"gl i,-rla 11,.1,l'.nquc. d_eJ_mio temli'o andato, per onva.rv1 tnt.t,1 1 capnoc1. All"età vostra, che a momenti siet,e da, marito. io ci-o giù. da tanti anni, a.l– l'opilicio. Si rnò di.re anzi che, ail'opi– fìcio, io ci sia. nata, perchè m~ ci han~ portata che n.::>n avevo ancora. non· ann1. 1,;'n lontano, vago_ timore_ ci rerv:ade, il t,more che i nostri uomlllll politici vo– glia.no imitare i loro c-0nfrate-lli di Fran– cia i qual,i hanno negato 11 voto alle d,n;ne mostrandosi sordi ed insensi· bili al' grido che queste loro rivolges·ano perchè non ne consaorassero l 'inferi-orità di fronte afle donne d1 qua~1 tutti g-il altri paesi civili. .. La Francia, dall,i, caduta dell impero romano ad oggi, ha delle beneme~e!'z~ non picrole nella storia d~lla CIVIità europea prima, mondiale _p-01. Ma la vita de;le naz.1om, come gue:Jla: degli i,ndi\idui, è inteslluta d1 luci e d1 omore. . . E la Francia, negando oggi 11 ,·oto alle donne ha. -scritto una. pagina cert? non luminosa ni>Ha "tona della sua Cl– viltà. Lo diranno i posteri. A riflettervi, non ci si persuade com_e mai la nazione che nd 1 i 89, sfìdarrdo i.\ J mondo intero levato in armi contro ù1 es~a. concepl e prcelamò la • dichiara– zione dei diritti dell'uomo » d_alla quale tanta lu\~ irradiò all'uma.rut.à tutta., abbia oggi negalo _il. voto alle donne, che pure è una. !eg,ttuna, s"bbe_ne. t.a,r– diva, conseguenza di <Jnella dwh1ara- zione. . Vero -è che e•iste ancora una schiera di m;son,eisli, i quali. a torto paven~o dalla conce;,3ione del voto femm1mle non so qua!i c-a,tastrofichr- con~eguen~ i:,er la famiglia e per la na.z10ne. n· tengono i tempi non matnn per una t-a,l-econei,ssione. Tntant-0 nell'ansiosa attesa del ver– dett-0. ammoniamo ancora una volta. i nostri co! 1 !eghi uomini che dal rioono– scimento di un diritto nulla. c'è da. te– mere, ed invece ,c'è molto da. spera.re. L'ese-rcizio d'un diritto, che è pure com– pimento di un sa.crosa,nt-0 dovere da part,e dellla donna, non deturpe,rà • l'an. gelo del focolare"· Noi sapremo re.star e donne;:. M•che ne-Ila vita po1itica, an che nel compimento di nuovi doveri, come lo si è stato nel temp-o della. guer· ra. Sapremo restar • donne • sempre. ovunque. Anzi col nostro intervento, me-nt.re da un lato cercheremo di puri– fì,care, migliorare, dovare per quanto cl è possibile, il carattere, o meglio il co– stume politico, soei ,a.le . da-ll'altro. n.c– qui,stata una più ,sicura coscienza di quello che s:amo, sa.premo far riisplen· cl.ere di luce più viva, pii, pura. più av– vincente qudl' u eterno femminino» cho gli uomini finO'rn. hanno poco cono– sciuto, e quindi po<!O apprezzato e. p,x,o amato. SH remo, se ne rassicurino i pa. ,-;di, migliori compa.g,ne deJl'uomo. Da rullora ho conosciuti i peggiori tor– menti : cosa può fa.re . qu.ale pub essere la Yita. d'un uomo, giornne e pie-no di buona volontà, al q1•q.\e manchi il brac– cio destro1 Io non mi lamento solo. pc,r le- pri,·azioui e pc.r le strettezze nea!e quaJi yi,-iamo: a lui danno la pensione ed an<'he a me, pe,1•via di quegli altri che mi, sono morti, ed insieme abbiamo quasi sette. lire al giorno. Sono poche è vero, ·poche proprio, adesso che t,utto co.st.a caro; ma io mang~o sempre meno ogni giorno perchè mi ricaccio in gola tant-e lagrime. e J)N' mio .figlio m'inge· gno sempre a mettergli n&l piatto qual– che cosa. Ma la mia- passione, è lui, che passa i giorni triste o se>lo.acco,·a.c·ciat-0al so– le per lunghe ore, guardando con invi– dia gli altri che ,anno al laroro nt•ll.a. fabbrica o nei campi. Lei mi dirà: perchè non avete accet– tato la priv,ativa che vi. aYe\"ano asse· !>nato 1 Ma come si pote,·a trapiantarsi m quel paese lontani da. tutti, al di là del fìume1 Semo andati a 1•eder, ma lii– sogi;rnvano dei quattrini pe,r rileva.re tut.. to perrhè, lei mi capi,;co, il guadagno della. Yendita dei soli genori di prirnti– va non darebbe nemmeno da. pagare l'af– fitto e perciò bisc-gna tenere qualche al– tro commercio, rommestibi.\i o Yino. Ricordo - oh, se ricordo! - che a.11a, mattina nello sve.gliarmi1, il mi,o spa,– vento era. la prima luce; la luce che mi fa<,eva km<'re d'aver fatto t.ardi, la lu– ce che mi. rimproverava. d'aver fatto ta.r– tli. E poi Yia. a. gaml.,e all'opificio, oon gli occhi socchiusi pe..- iLludermi che fos– se presto; intanto che finiYo cl'abhotto– narmi. E Yia, ia. davanti al loca.le delle Scuo– le, cho non erano per me; ,·la p.er le strade clewrtc, ,fa,anti ai pa!a.zzi chiusi, dentro i cui giardini, al rezzo d'ombro– ec pia.nte, vedevo pendme le -alta Ione o le rarrOZ7..elle.-OH-Scia.tedei bambini dei ricchi c·he d,:>rmiva,no. E viia e via ... ta.n– t,, ,-olte oogl i zcccoli in mano per fa.re piì, presto. Ecco l'odore di benzina dello stabili– m,.,nLo,ecco la mia strada nera, cl'i ca,r– b-c-ne. ecco la s-irena.; un boato lungo, lamentev-ole, come d'una vita scannata.. Se era d'inverno, che zampettare tra la, neve alle prime orme, e che freddo! Dalle G a.Ile 12 nel-Lostahilimento. Il mio mesti.ere era di dipana.re delle ma– tasse di seta, e di av,·olg~rlc sn degli n.spi. Ogns volta. che si ron_1p,cva. il f,lo, ferma a riannodarlo. Ma come fini qne, benctlctti fili: più di quelli di un r~o. Che lagrime. quando i fili se Li port.alva via l'aria, o non si potevano v-ed.er.e'J).er la luce. o prendere con le mani piene di gelo. C'ho lngri.mc ! Di salario avevo però ... ì\fa codesto rn <\o dirò poi. Se fosse vero ciò ehe1 essi ritengono noi li ;nviteremmo a tener pre.~ntc che qirsso 1'evoluzi,,me dello. sp1T1_to ti-en di,,>tro allo svolgimento Ù".1 fatti Ma le loro paure non h1'nno ra_g10ned! e~sere. E po•siamo affennarlo ccn piena. co– scienw. • Il periodo l,ellico e-en~ ha dato prove esaurienti. La d_onna e ,;ntrata. in ogni rampo della. vita puhhhca ed ha sos èwito l"ucmo c=r~_1t~nd?nc, le medesime funzioni_ ùall,._ pm in(liffrrrn– ti ed umili alle f'.!IU :cm, e delicate. B:.sogna eMer Me<·h1pf-r natura o p,>r pa.rtito preso per no~ ,ed,:rc t~t(P; le– 'benemerenze fa.miglrnr!, ,na1.1on.a.li, urna~ ni~rie C'he la. donna ~, •· acqui-ta.te ùu· rante la. guerra. E _questR benemerenze a.cquis.te, ,n(),un sigrnfi_ca.to e.ti 11n rnlorr straordmario se temaroo pres~nte th•• Ja don.n.a senza. alcuna preparaz1~me, rer impellRnti bisof{Tli, è sta½' la.D";lll-taim– ,r,rovv{,-a,T!1-"nt-e. nf'l_ turbme d1 qtu:,11" ~·itn pubbl:ril. '.'-_cui l'uomo per e_redita: , it-t.i., per trad,zt<mc, per edut?3z1one st è v,>outo pri>paranclo cln s_eooh. Eppure essa in nur~a ,it~ pubblica si:perando ,.,_.,pi-e diffic':'11.à; ': nncPI,rlo le no,e le ca.- 1.u,-,.,.,;e,le ,ns1cl,,., !R6"'1~ ,lnl suo forte ed .-sp•rto c·r,mpagno, l t/Ont0, h,a. mo– str~-to di po...;rclere i;,nng!,ll,, ela,sltMt.À e -p,,•e,re di o<lattanwnt? finora non,-hè e<'"n~;,it,, inso~pPttat1. . , • Ora., se la, dr,nna ha fat,t,o bene ,n tut 1 GELSOMINA PEPE. ~.f2;l~~~~ Le piccole spese di una modesta signora Dl11'.l ..•..•.•• , . Quindi l'a.hbiamo ceduta e ne rica– Yiamo un duece.nto lire all'anno,· ma il mio buono e gil, robusto figliuolo, di– venta sempre più pal1idò ed anche cat– ti,·o nel suo ozio forzato. Mi farcia una grazia, signore, prenda il mio figliolo nella. fabbrica. me lo ten– ga. occupato, come fattorino, come esat- Roer, - :'>l\xre.1t:x - :'>lilano tore o in qualunque modo secondo le Arri!,'. 1:J:.'O.sne forze; le a.ssicuro che è cli piena fi– du(~a e, non faccio per dire, per queRto Stvla d'ermr-l/i,n-0 con broccato di è proprio mio fig'lio, c se ci fosse an- Fmnctt, ......... L. 35.000·cora a,1 mondo la buon'anima del!a si- gnora sua madre, che ho servito sino a ,-lb,tr, ria sera irt 0'r'pc de Chine 4 __ ,,.,., che sono andata a. marito, /a. poda,~·a e F·l/11/0 sr,i,i criniisi 11r,i/lpté - 9 ,vv dirq/ 1,. 11110/chr co•Q della. min /PdPità. Jlanlell-0 p,,,. •era in scu, Ger,ey Que,1lo che faccio. que-Uo che dioo è e brnccoto .• , •• , •• ,, 11.~ p,roprio perchè ho timore che si avvi– ---- lise.o, o diventi e-attivo ncrch~. corno di- Tol,ale L. ;;o.,30 cono, l'ozio è il p1Ldre di ogni vizio. Attese la poveretta una pnrola di con– senso a,lle sue 1unghe suppliche ma ]'in· dustriale ave,·a già un mutilato occu– pato cd anche quello, hi SÌ>, non poteva rendere gran <·he. Inoltre :wern già di– verse altre domanùe ma insomma, se-– oondo lui. il suo Ha uno st ,ahi.ti, mento ~ non un istituto di socror30_ Quelle fun– zioni tOC<:avano a.i municrpii, alle Rltrc opero di assistenza crea.te apposta per le vittime drl la. guerra. ~~~~ Pro "ilifEsa delle Lavoratrici Il Oast-c-g~if): rn ~ru[l/>O ùi clonnr oo- cia!IHte L. O 60 IsoleUn: Pl'(•t1 E11Ul'tC )) 1.- Soarlino: Hi..1iri">ni Giuùltt.i .., 1.- Rivo C~gir,1.i: rr0mmi AnJ.!r.Lino -. O.;;<) F>frenze; Hur~"lte 1>ro JJ,Je<11 frn terrovi<>rl $1Cloperao1i ù~ll•1 --"'alo d1 Pra\O » Bisogna.va. s.crivc•re al {ale e poi a, 1~-- quell'altro, r, ria cli sq.;uito una seri.e cli oomi e rli citt.à rhei a rnlei·le ric~are Tot.al9 L. 27.lfl r'era da p,erdern la tc.,tn. Fin'. ..& pro A mcnodì, nna minestra scondita. e pano asciutto. Poi d.e.ocap,o al lavoro per ailtre aei ore. finendo di mastica,re i,! pane per la si rada. Per dodici ore ritti allo ~= posto. A. Pa,squa, i pr~i v,;: nivn.no a ben<1dire la ®nazi>1di Dio det padrnM. cotn<> a. una V6Iloommia., di culi noi, io e le compag:ne, &av:MDo l'? ";Ì,ti 0 _ Io, pereh.è non sapevo dieclmare 1 ~ ni deila ~ettima.na, mi MO fat.l:-0 a.I.lo ~' per mio uao fl ronsmno, nn cnlenda.rio molt(1 spicciatiYo. I gior.n.i di lavoro il chi.amavo ll1'rè .su. Q11anti IP,·rì 811 ci 8-0'S ancora pei· arriv11.re a. domenica? cloma.n. davo a ma,mma.. Tre, due. uno ... E Il\ ~ioia. erC'>S(:eva in proporzion.e. Sei lev~ w ùi dodici ore ria.senno per il padro– ne, e il sp.ttimo pn me o il pret,e, oh& levava le dN·i1111• dc.1 mio riposo. Ero discreta, no? Peroepivo però. trenta cc·nt.€8im~ !lii .e:iorno... Mù-oaalla. settimana. 11,1 giorno. S,-tt,, o venti al mese. Ottantaaei lire all'anno, lorde delle oollette che 11i fa– ceva.no por la d1ie&a.. Motivo por cui, non io, rn.a il mio padrone, ora. ha l'a11- t.omobil~. P~ee .. ' fELICITA GUSMINI.
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