La Difesa delle Lavoratrici - Anno VII - n. 15 - 13 settembr

l1A Df fo'ESA DSTJ,E i_,.4 T'OP..! 'l'Rlf'T b~~c,. capjva che un avvenire anche più J D I' · 01ub1)0] attendeva ll1 qucl;!a ç"-Sa, fil?.' f itCOil E [ifOSSÌ P?Erlom cap1v:,, ~nchc cho ella non J)Oteva abban- 1 !I' d_o1;are m quelle cond1z1om qu.el disgra-' . , . z1~v0 che non avcva. al mondo altri che I . L aJtro giorno, .mentr.e lavoravo, ho lei. mteso una d1scuss10ne fra due signore: L'altro si sa,1•ebbe consolato, era gio- - Sì, c.-ira mia, questa. brava gente yane,_ for~ sano, ella sola sariebbe stata che ha ta.nto faticato a condune a mfohce, ella sola si sarebbe sacri ficat,i, buoni fine i . loro orti flno ad oggi, S?– l\1prendendo I.i. sua catena e questa voi- no obhhg.i.ti a montare _la guardia ta per semprn perchè se l'amore per notte. e giorno per 1mpe,dnne il sac– Paolo aveva potuto morire quel senti- cheggio. . . mento nuovo, forma.to di pietà d"i abne- -. Che roba!. Ma sapete. c,he 1 la.dr ; gaziono non si sarebbe spento 'mai per- ~~ntorcbboro. di essere hncrnt1 1 Pe,:che chè più forte dell' mo. ' I e e poco da d'iscutere; quelli che h.i.nno Rica.cciando 1 a 1 1 ~- voluto fare un ort1cello hanno pure ot- f . e a_gume con ~no tenuto un pezzo di terra. Quelli che s 1 orzo &hl)P'. emo, ella: s_ipose a. sc10ghere- non' l 'ba.nno fatto sono degli oziosi! e cmg rn della vaiw1a. E · , · · h - Hai dimenti t O I h EL - 1 ' prop,r10 co.s1, caFa. mia; 1? C? " h' ca, 0 qua e e cosa e- veduto questi colt1vaton ,mprovv1sat1 na, - c 1ese Paolo 1 d l J d. · No ri tto t ·tt I a.varare urantc e oro ore 1 nposo. ,· - , me -u O a suo posto - Se la. raccolta è buona, la merita.no . nspN ella seren~ent<,._ Bisogna. essere ben tristi pc,r impediI·e I :- . on te ne vm oggi..1 - domandò loro di godere il frutto delle loro fa- . m t1~,1d:aimmt~, non os_ando S'])';'I 'a.re . ti che! - Ne ogg1, ne clomam, nè ma1... _ Ciò che mi dà pensiero, è cli vi- Mana Savarè Cerri. vere in una città dove aoitano dei pre- Anrnr~ perl'oroanimzim. f2mmln:ie (.1-\ polemica aperta) L'egregia compagna Cesira Gia.nni, nell'ultimo numero della Dife.,a, si oc– cupa. del mio ar_:\icolo sull'organizzazio– ne d'elle socialiste. E. .. tanto per inco– minciarè, mi rimprovera un difetto del qua.le le dò atto Yolentieri, e ,·espinge un ... complimento che voleva essere an– che augurio. doni. Io credo ohe si tratti di ind,ivi– clui dei bassi fondi. E dire che degli operai debbono diffid'.:1,redi gente della loro classe! Non ho udito a.ltro di quesLa conver– sazione. Ma. oe n'è abba.stanza per un brano di filosofia. Come quelle signore, io credo che i predoni, se ce ne sono, appa.rtongono a. una perfida gemìa; e che quelli cho hanno l:worato il loro orto, meritino di ra.cco-gliere i frutti. Ma seguiamo i concetti di quelle si– gnore: E' ben 001,to che, nè i vostri mariti, nè voi stesso, non avete zappato; sare– ste anche voi delle oziose! I predoni si impadroniscono d'cl la– VC>l"O degli altri; voi li dispremate. 1 padroni di fabbriche e i grandi com– mercianti non fanno nuhla di diverso; ma, invece tli prendere poco, css.i pren– dono molto. P·crchè dunque bisogna ri– spettarli! Se è giusto che i predoni. i quaJ1 commctl.ono piccole 1ubcric siano pu– .niti severamente, come bisognerà trat– ta.re coloro che <:ostruiscono fortune a speso dell'opci-aio1 E' triste (supponendo che i predoni sùvno operai - il che non è pro,vato) essor~ derubati da un povero diavolo che forse ha. fame; mi sembra odioso essere spogliato in pieno giorno da grassi borghesi, rim.pin2.ati di ogni bene. Infine, se i coltivatori di orLi fanno bene a, unirsi per difendersi dai ,pic– coli pred'oni, non farebbero meglio an– cora a. di.fendersi dagli sfruttatori i (Da La Sentinelle). PIERHE MARTEL. La compagna Gianni (beata lei!) cre– de cl1e tutto vada per la meglio. Certo, da qua.udo il mio articolo fu scritto o pubblicato, il P. S. ha fat,to molta strada ,·eiso quella che era la mèta da me additata; ad ogni modo. a me sem– bra (benedetta giovinezza.!) che non farà male al Partito se il movimento femminile presterà man forte alla. fra– zione ma$simalista onde compiere l'o– pera. di ,·i.generazione (proprio così, compagna. egregia: quella riformista era ed è vera e propria de-generazione; se vi 'dispia.cciono le rudi verità calat<!Yi la ,·eletta per non Yecler<:o tura.tevi le orecchie o ... siate un po' meno sesso de– bole') così Yirilmento intrapresa.. Gli IMBOSCATI ~fa. - obbietta la cortese contradcli– triC() - il dondolonismo, ecc., non sono mali e.sdusi,·amente maschi/i. Sapen1mcelo ! E allora la nostra pri– ma. batta.glia. sia contro il nemico di dentro che uccide ogni nostra forza ,i– tale e fa vegetare non vivere il nostro organi&mo nazionale appunto perchè ha concezioni diverse e affatto opposte alla. gran massa femminile. :.la ... basta per ora. Pr;,nclerò la. pa– rola. a. mò di conclusione quando la. nolemica sarà maturata. Intanto un avviso ai compagni. Giuseppe ,':fotgiu. ~~~ ;t, . ~~~ IJ il_~~ j' 1 l. , I I L: u,r 111 zo è 1U gltil icrio per le 'verità, e di fuoco pu le menzogne. L, l'O!<TAJNE. PER RJE:-;Tit.\RE :'1EL CORSO l-:OR~L',LE DELLE PUBBLICAZIONI LA « DIFESA » iJSC!RA' DO.ì1ENlCA PROSSL'!A, É VERRA' FATTO IL POSSJBILE PER RAGGIUNG2~E I z4 :-ilJMER.lENTRO DICEMBRE. I. li elle giornate da' Fioril 1·adiose 'Ti vidi tra i pi-ù acce(ii cl1>nwstranti; .Alla sedo ti vidi dell'Avanti! Lctnc-iar pietre e<Pingiuri-e velenose. L'interventismo tuo ài furiose· li-e vibrciit-i contro i riluttanti: l'area che tu volessi tutti quanti Guidare nelle vie più sanguinose. Bel _giovinotto, t' armnirò la mista F-em1nini1!eambrosiana borghesia, Jt! entre urlavi a gran voce, pei·· la via imprecazioni al, vile neut,·alista. Or 111,' llai sco1·to 1:n- te:n,uta cli. tnonta~ [gna" Col bastone e.- /.a-m-1.aschet'a e l'elmetto, E il rosso,· t'h-1;alito sulh fronte. CENSURA III. 01· ti ritrovo in fascia t1·icolore, Elegante, pacifico, 1·obusto, Coll'aria di ,;no scaltro ganimede. l'·inter– [i•ento; J1a ,'a sgu\ ,/clrina che sul marciapiede JYessuno come foi chiese a gran voce Implora l'esistenza a 'f1·11sto ·a frusto, 1Yessuno come -lui vidi feroce Co1?tro qiwi che avversaihn E' in faccia a te degnissima d'onore! Milano. II. Anche tit di Milano in Galleria Eri nelia fahnge interventista, E il tuo coraggio lo mettevi in Dietro i c01·doni della polizia. vista Gratitudine borghese (Bozzetto non amoroso) Ad A. /:J. Tonio era. da quasi mezzo secoio al servizio delia. famiglia. Lenti. Memo se– colo di fatiche di sudori d'ogni sorta. E"ra. oontento,1' PropG-ncleva, piu pel sì che pel no. Innanzitutto por~hè,_ dice– va lui gli volevano bene. Po,, rnsom- ma a~-e,;a conoF..ciutC!i gli è a <lire a– •-m.ato, i[ vocehio sor l:'aolo, morto trcn– t'anwi p-rima; aveva vis0, per _mod_o cl-i dire nascere rl sor G,ovanm, 1! nuovo Ì.>a.drone, l'~vcva. visto crc~re, l'aveva., lui, propno lm 1 . fotto g1och,i,- rellare sulle Rue ginD"...clna, awva. a..,,.. sistit-o persino quest'onvre aveva ·avu~ to, a!' suo matrjmonio, lui, compa!' Tonio che non s cm sposato 1>-0rch1, l'a.ntiOO pobon,e non avr>va 11ol11to. E poi non aveva visto, sen_ipre per moch di diro nascere a.nchc il fignolo dd oor Gi;vanni, il JSCionfto? PcTbacc·,0, non era f01"Rc lu.i e:h~ ehlJP_ fF:rsi~ l 1 ìn: carico di farJo d1·,crtirc nei praL1 e ne' campi 1 _Pcrchl,, non bisogna. scùrda, .,e– fo Tonio era co 1ta<lino, lavorator<' d;la t-erra; anz.1, t1:a J1? .. rn1tesi 1 era: sta:– bo partorito proprto su un mu~clll'> d1 fieno, in mezzo &ti un r,rato, sessanta- P~1· costoro ogni pena, ogni tormer,:to. Atlorchè flb l'Italia nell'a"troce T1·ctgedia spinta, attesi che aU'accento Focoso e appas-sion:rto, una veloce Azione vn lui seguis-se in un momento. CENSURA Milano. AI.BERTO MALATESTA. .cinque anni prima d1 quando 1parliamo noi. Che volete di più contadino di così 1 Il ~ciorino na.tura.lmente era stato man.datò in città per studia.re , o, me– glio p<:r arrd'are a scuola.; giaochè lo studio non era 1! suo forte; in città a spend'ern, a scialacquare · un po' di soldi. Breve. Il sciorino fece ritorno al pa– trio lido. E siccome .aveva a.vuta, non domandate. in che modo, una laurea. agraria, c,ra.andato, dopo qudchc, gior– no dal suo arnvo, a. fare, per inca– rico del padre, tm gi.ro d•'ispezionc per le tenute. Oàpita ala. cascina dove a.– hiLa il veochio Tonio completamente dimenticato ... Il buon vecchio, appena. scorge il pa– lronC'ino, cran quattro o cinque anni eh·• 1'1:vevP'.visto d_i sfuggita., gli corrn, p opno ~li corre mcontro e fa per ab– brn.cciarlo; ma l'a.ltro, abituato a, piit. .. p<wtici a:rf,le,;si, lo respinge e bmhc– ~-c:n.TI1i'n1e g 1 domanda, oomc va, Ja ca1n• pagna. 1? frutta. in particolare. V11olc dei fic-hi, .sor Arturo 1 c1i •li; il vcc:chic tutto p1·cm11row e su– f.:to dimentico della. modificazione pa– tita. - i\fo sì, cogline un po' - E To– uio, felice cli mostrarsi affezionato, sa– lG S'.1ll'albcro con un cestino e prcnrlc i frutti migliori. Il padroncino anzi, d'al ba,sso, si degnava. di indica1·glienc qualcuno. - Guardane là, uno, proprio ... - Proprio per lei. - Un pochino •pi-il su, lì a1 destra ... Ma. quanto tempo impieghi, perd'inci ! - Ecco su,bito. Ecco. Ah, t'ho pr ... Per ghermirlo, aveva. dbvuto posa.re i piedi su un ramo troppo sottile, cha sotto il peso del suo corpo aveva ce• duto ... Tonio era piom-ba.to al suolo. Pa-'lsa.rono sci mesi. Tutte le mattine, all'angolo della. via: che conduceva aJ Municipio, un vec– chio cacl.ente, storpio e senza il bra.c– cio destro, andava. a sedersi e co.J ca.p– pdlo sulle ginocr.,,'iia chicdova. l'cl=o– sina ai -passanti ... Quel vecchio er11 conroar Tonio, nsci– to dall'ospc<lale dove non l'avevano vo– lutQ mettere noi cronici per ma.nca.nza/ di letti. S'era rovinato cadendo dal– l'albero pc! ca.priccio del sciorino, ma. il pc,drone noni si era commosso per questo ... Proprio pcrchè era. lui gli a– veva. fatto una rc.gn ,lìa. di· cento lire. Nicnealtro, ad un uomo che l'aveva servito per mezzo secolo, o che si era storpiato pel suo figliolo. · Ma. il ouon vecchio ama lo stesso il suo ex-padrone, ed è tutto felice quan– do egli passa e gli gettc'l un wntino nel ~uo povero Cf".!)rica~o. Ora vive in casa d'una fainiglia én contadini che lo ospita per quel s:inso di solidarietà umana che è proprio di tutti gli in– felici sfruttati dai dissa.nguatori ... Questa è la. storia di compar Tonio. :Come essa tante al tre. Fino quando tutto ciò 1 Sin qua.udo il Socialismo trionicrà. Sin quando, cioè, l'.opéraio ed! il contadino, .il pro'. 7 let&riato, in una parola, avranno com– preso c.he essi -hanno pure diritto ad una vita degna di tal nome. Sin quan– do i la,vora.tori saranno con.sci <l~lla lo– ro forza, sin quan<lQ ,eioè, 11:00, schiavi dei patrizi del secolo XX, saremo per– suasi piena.mente che: Ogni cosa è s1,.:ìor nostro noi disfar, rifar 11.t>·~irifno, la conseg,w. sia: s01·gkuno I troppo lungo fu il dolor ATEo Co~ruNARDJ. I mastini della f ttoria O'era. una volta, in un pae.se lontano lontano, al limitr ·e di un o-ran base~ di pini e di lari~i che si a1; ·ampica.va sopra. un'alta montagna, una vasta. fat– toria. La chiarna.vano la casa dell'abbon– danza-; nulla inf&tti vi mancan1..: colmi era.no i granai,_ affollak le stalle, i pol– la,;. nelle cantrne poi, al disopra. i.lellc botti piene cli voc;:bi Yinì prelibati p-endeva. una vera ~~) a. di sa.ìumi d'o~ gni genere. Tutta quella. grazia di Dio er,:. guardate. da una stuolo di cani di r.aa.ze , c. cli dime,nsioni di·,ersc ma tutti di eguale ferocia e idiozia. Il padrone non li nutri,·a troppo la.u– tamente p~~chè pensaYp., che, quando fossero stai ben rntoll1, non si sa rebbc– ro !l_~csa più troppa. pena di sorveglia.– re, <.11fendcrela saa proprictù. Solamen– te quando gli porta,·ano quakhe. preda: una. volpe so,-presa nelle vicina.nze del pollaio, un lupo sop rafatto e viuto do– nava lo:·o qualche O$SOmeno s.poi'pato del solito; orcl1nanam,nte li nutriva con una zuppa magra come la quaresi– ma di un antico cenobita. Non era mai pa,sato per il cervello di qualcuna di qudlc . be,tie, specia.1- ,u,ntc nei molll<'nt1 eh languori dello stomaco, <'he era acs:~olufamente assurdo che essi Ri sacrifien.,;;s.Pro per un padrono che non parteggiava con loro il suo be– TIC?'l~~1·P,? Forse quaknno, meno jdiota de– gli altri. sarà venuto a gusl.a logica conclusione rna poi, per viltà vedendo gli a.ltri non si consideravano' cho cani e perciò dcsti11ati solainente a vivere com~ cani, tacevano e- così tutti fini.vano ad invidiare e perciò odia.re le a.ltro besLie eh<: non s 'era.no loro puro cur• va.t,. alla. schia.vitù. ~ te:f'!..1. ncit,_tc. b1 ~- -· ~--· ~.• .:;:;:i. -~cr .,.,..,{..;~ r... ~ ùi ;~ ,,_ .. .,,~~ iw...!""~ ~ f~,E t'.- -.,~ ~,J)> .,uo~ il r

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