La Difesa delle Lavoratrici - Anno VII - n. 9 - 19 maggio 19

~ Anno VIJ • N. 9 19 ·Maggio 1918 llJ o "" <Il ,.., /4celalélaJ"~aWmet1e z 8 ABEONAMENTO, REDM'.10.V& ED A] / Jl/ .Vl 8T/l. l7 ,TQ.VE: Un numero cent~ DIECI .4/.LZ,: 8/l'ZIO.Vl FE.11.111.\'lLl: l lalia o Colou io3 •• J>-tll'O ... . ,<c., .·luno •... J,. 2.50 .. Fr, 111cl.ii 3.75 S<nH:Mi e L 1.50 1•'1•.2. - \ M!LANO - Via S. Dan>iano, 16 - MILj\N-) où co}'iù ... h 3.50 - HlO c-oplo .. . L. 6 .50 ESTERO IL DOPPIO LA QUINDICINA ln un,a, deH>etùtime sedufo della Ca– mera il pres ·idente del Consiglio dei mi– .ui~tri on , Orlando ci tenn e ad annunzia, re ai çopoli c'he Pgli avev.a mutato pare– re intorno aJ suffra_gio femminile. Una volta, una trentiùa d'anni or sono, egli aveva sostenuto che !a donna dovesse limit.are la sua atth-ità aJla caJza ed ai tigliuo!i mentre ora, invec e che la donna , partecipa .a t\tlte le attività socia1i egli crede sia giunto il momento di aocor- ai l:vomtori cbe~e :.t11ad,•t•-ri,"i .a ~oste- ,~o lo .,,a:,d,tio elci ,a:e·, :;lll ,:~-biamo qucl – gno ùclla loro fede, cho ai Javorato.ri in ìo dello corderie e <lei traspo·rti. vn segnò il metodo che donà condurli alla altro rezzo gro sso, un altro milionario vittòa·ia. Or sono setit.nnt';,,nni egli !an- il comm. Parodi - che n-er ann i ed an– ciava per la prima volta le ,due grandi -rii era stato il condottiero degli · arma– fras.i,c,he sono come Ja bib,bia del movi- tor -i contro le rivendicazioni dei l; ,so.ra – 'lnenro socialista: •< Lavoratori di u, , .tori del mare - è preso con le mani i paesi, unitevi! , 0 ., JJemanc,ip-az.ione nel saèco ed è agguantato come un dei lavornto1i deve esse,·é oper.a dei Ja,. vol~.a1e lruffalchno. La cosa non può ma– voratori stessi "· rav1gktro ne ssuno. Il P.arodi .versaya E mai come in queste ore Lra-gich<'< i fior <l• qnatt,·ini nei giornali che sosten– r.avoratori debbono sentire il bisogno di gono _con maggior viole nz.a la guerra e ricordare queste du o· ma ,ssime ohe do- che 11vitano il Governo a, mandare in vranno condurli alla }oro emancip-az.ione carcere qn" 11iche a.~pirano a!Ia pace . E . un aJtro ,pi raglio che si apre - se pur ve ne c·ra hisogno - su)le ragioni chr hanno spinto e spjngono , la borghe sia italiane. a sLrcpslare per la guerra ed a perseguitar;;: lo donne che ne auguran0 la fu,c . . dai·lc il suffragio, ma ... bisognerà bene * * * studiare, ecc., ecc. E <la tanta altezza dia'tno un tuffo ncl- H ma era ·preveduto~ ed è prevedute. le bassezze del · mondo dlegli affari. l.a c'he esso si risolverli. in un rinvio inde- .borghes ia industriale italiana !!ontinua a terminato dell 'adozione· del · suffragio mandai-e suoi eampli-0nj al ca.rcere. Do femminile in Italia. Poichè fino a quan- do questo sarà un tranq uillo c1esitlerio sportivo di w1 grnppo di signore e nor . una ferma richi~sta; delle ma sse lavorn– trici femminili sosten,1te dall e Orga1,iz zazioni proletarie, non c'è opini'one per– son:tl.ll - di ministro che varrà a dare ad Lamnno d.'opera fEmminils e5So attuazione. nelle officine di guerra A<l ogni modo il ,·iconoscimento uffi- La rivi sta tecnica Le Genie Ch•il pub- Lìale della mui.ab situazione e del!,· bica un ,riassunto della rel.azione che J., partec!flazioue_ c:!el!a-donna a tutte _ l~ 5 ,gnora _Monkha.us.e_ ha pi·ese~tato al\"J: «tbvita soeiah puo -p:ure esse.re un m- st1t uto rngleso degli mgegnen meccamo dice che questa richiesta dc11e ma sse . suIla ·man<;>d' opera femm:inile_11elle offi– fomminili non è troppo lontana. Le qua,. cine cli gu~na. :r,a relatrice c-alc?-. ]i m/\Sse uon starann-o certo ad aspetta- la, m un m1hone c_n :,a 1] numero delie ·1 b La ìt d ]]' o 1 d donne attua,lrnente 1mp1egate nelle offic:-_ .re I eu,ep. ci O . e on. . r an o, , ne inglesi ed affertna che la mano d"ope– qualc puo rimanere O non nIP.2.ncre a· ra femmin,le dia 1:i;;ultati so.ddiòfacenLi, seggi,, presidcmziale.:. tanto per ]e--esigenze t'eenic:he, quar,tn ... ]] I.o ~faggio ha resi stito a_ivt,ni ten tativi di stroncatura che· gli ,emvano da va.rie correnti politiche. Ma la ret– torica a nulla è vaJsa perchè i lavoratori hanno voluto ricordare e fa.re ben ca– pÌl'e che per ess.i il 1_.oM~ggio è sem– pre quello che era pnma: 11segno tan gibil e che il ]av o,;o può esse re _ arre•;_ta– to dn, chi la.,ora in unà data. s1mbohc::, <lllll'emancipazione pro!etaria. In ltaha, le officine sono state tutte chiuse in quel giorno cd _i lavoratori _hanno_ e~presso in riunioni, comizi, man~estaz1on1 la l~– ro so.lidarietà col Partito dell'emanc1- . patione proletaria. E questa volta molto piu largamente hanno partecipato le donne operaie all,a, manifestazione <lei J.o Maggio per chè mai come in questo anno tan.te donne sono state impiegate nei gi·andi stabilimenti inda st riali. Le don.ne sono divent.a.to gran parte , del l'eserci to proletario e quindi maggior – mente partecipano aJ]e battaglie del So– ciali smo. 11.: maggio è morto a Parigi Amj]ca re Cipriani. Le la voratrici hanno sentit-0 il dolore di tanta perdita perchè no – ignorano t!ltta la vita di dirittura, di risolutezza e .li sacrificio del vecch.io rivoluzionario. Chi .riccrrda l'entusiasmo col quale le donne socialiste milanesi quattro anni addietro pertecìparono al – i' asprissima lotta che doveva condurre alla magni.fica roanifestazlone del prole uriato milanese sul nome di Cipriani ben può comprendere come ess.e _abbia– oo seguito ora con memore pemuero la :,;utenza dell' inflessibile roiijte dell 'Idea. ••• 1 socialisti e i proletari <ll tutto 1/ mondo hanno ricordato -il 5 maggio- che <iento anni fa nacque a Treviri Carlo )da,rx l'Ù<1?Iloa cui tanto dev& l'urna.nit< soffer~nte, J'agit,atore e lo scienziato cli.e diede basi g:ràn:iticbe alla ' Jo-tt,a dei lavora.tori contro le clà.s&i" dìl'iae _nti:· eh pe1·. Ja q,uin.tita ae1la produzione. Ma prima di ottenern quest i nsultati soddi– sfacent i è occono superare non poche diffic oltà, che la signorina Monkhou se co-sì rJas smne : I.o La. maggiora1;za cld-le operaie igno-, ,ava tot ,almente la ,·1ta della officina e la d:,cip lina <:he vi è indispen~abilc. 2.o La magg\Or pa1 te dei direttori <.ii ofiicina e dei capisquadr,i non avev.1n'.l alcuna esperienza nel é-om.an <l.oe nell'i– struzione delle operaie . 3.o Le officine erano generalmente or– ganizzate per l' impiego della sola .mano d'ope ra maschile. · 4.o Le macchine male ;,i p;-estavano alla mano d'opera femminile, che del rimanente ignorava i loro princiy,ii etl il lol'O funzi oc.amento. . 5.o Il mantenimento ddla d i,;ciplina pres.enta va deJle oiffìcoltà, tanto nelle offici.ne àmpieganti un personale misto, quanto in elle occupate e dire •tte daJ: le doune. 6.o La giorn~ta di tavor o ern troppo hinga. 7.o Lo sforzo fi8ico ricbie;to appari– \"a eccessivo. Si è rimediato a tutte queste cliffico!– tà, con l'e<lucazione dell e donne, con una nuova organizzazione delle offici– ne, con una selez;one giudiziosa, dei la,. vo1i, <:On una ripartiz10ne aUenta del lavo1·0 femminile e deg li orari ai quali è sotto posto. La signorina Monkhou 5e attribui~ce l'attuale perfe1Jione della mano d'ope ra femminile al fatto che si è ormai forma– ta in eccellenti condizio1,1i cli emulazio– ne nell'aUavità del laboratorio e n on neÌl'in:a.ttività <l21lla 9CUOla. Essa pone iii Juoo <i benefici di una i~truzione sepa– a-at,a. lmpartJ~ <1,lle.donn~~ d_i 1_1na. dire – z.i,one ie=lD'lle dei loro 1a.v-0n_,d, un9 speciale .adattalX\enbo d.elre ofncine, di una sufficente <riduzione della durata de~ lavoro, secondo J,a q11aHtà <lil1-lavoro ~. ' . ·Non è detto !h~ si poesa-ti.o,.a.oev.;tare 5"' J;,iOPN>- O'l/ll!!¼ ,w,11clmti9iri dclla ·,stu - di-c-s.n. lngle ~e e t'he 1Sopr.a. certe Sue at:– fe,:rm.:2.ioni non siano a.•..1torizzate ìe più ampie risen·e, come, -ad esemp:io, su quel!~ Cùnccrneriti ]a separazione tec– nica dfi due E·essi, che sa, troppo di ,, pnid~ry ,,_ Il La,-01•0•non ha sesso! .~a nel loro complesso, le os5E-rvazion1 r:iassun te ne-li.a,relazione corrispondono a ve,itii.. Quando le esigenze della pt0 - d.uzione di guerra, hanno. 1T11p-0:;to un più v.1.slo, anzi: un limitato imoie_go rl.ellJI mano d.-op,erl!. femminile , l'officina non era prepm·ata a tale impiego . )fancava delle macçhine adatte ,di direzione tec– nica e morale, dj mete<lo ne-1 funziona– me'1to del la,orn . (chè .in que sto consis.te !a disciplina) qua li occorrevano per l'im– piego di una mano d'opera . ,.,he e;ra nuo– va. non soltanto a. que l dettc1n'!J1ato ge– Be.re di pa·oduzione, ma alla steasa ,·ita collettiva della fabbrica -: :3i ebbe così un primo periodo di dop– r,io uoviziato; pe1· la,,fabbrica, che do– ,·ette adattarsi al nuovo tip0- di mano d'opera, dell a operaia c-he ebbe ad ap– prendere, nello. 5tesso tempo, e la tec– nica di ,un nuovo mestiere e le abitudini cli 'Una nuo ,\"a. vit.a di lavoro . Con questa, diffe·,·enp : che le sp~so de] doppio tircdnio furono 1·iver-sal,e sulle sole spalle deil'operaia, la qual e ·dovet~ pngare i1 nc,·izjato suo e quello della fabbrica, sotto forma . d,i mino– re .,;a,lario . E;,,-"' cioè fu pagata sol– tanto per quello e per qua.n,t oproduce– va, anche uel primo periodo, quando la deficienza, in qua!ltità od i-n qualità, della sua produzi one, derivava non dal-. la ima incap:-.cità, be.nsì daJ fatto che la fabbrica, nel macchin.ario, nella dire– zione, nei sisten1i di funzionaanento, non era, ancora organizzata secondo le csi genze del nuovo tipo <li mano d'o,pera. E fu,allora, in quel pei~odo di doppia trasformazione, di doppio adattamento, deJla fahhr:ica e della mano d' opera, che molto 11uperficialrnente fu g<iu.dicato e sentenziato cli una organi<Jl1,inferiorità di pr09uzione della ·donna in confronto dell ' \lomo. Da sar~, da modiste, da, cucitrici di biancheria, da < attendenti a, casa :, - seco ndo la formula dello stato civile più brutta e più antipatica della stessa fun– zione ,di attendere alle faccende dome – ,tic he - da st iratrici o lavanda-ìe, qua – li eravamo qua si tutte nel v,ass.ato, non avevamo fatto ancora, il pruno novizia, to nell~attuale nuovo nostro mestiere di -0peraie metallurgiche, chimiste, muni– i-ioniste, oon avevamo aooora l.aseia,t,a la macchina da cuci.re od il ferro da sti – ro per il tornio, che fummo giudricate inc,a,pa,ci a lavorare quanto e come l'u(). mo (e per questo non yi sare.J:,be da di– sperairai. t,rOi)po !) e qu<ndi meritevoli di adagnare quanto e come un <uomo crchè i\ltti 1 salmi ~ · ·wi.o in J:?'loria e tntlc le cril iehe del laYoo·o in :.in pre– lC$tO pcr pagar meno chi lavor,:i. Ora., se si può sor)'iclere del lato mo– rale della questione, perchè non , i può· ess e.re una r\.valità <li sesso, sulla qua– ),ta o sul!a quantità clelùa produ zione, non si può nè s i de v·e sorridere sulle conseguenze gencndi e 1natel' ia 1i del- 1' errato, affrettato e non disint eressa tQ giudizio . Il quale ha creata una falsa. o– pinione, diffu sa, pii, che non si -creda e diffusa - non soltant o negli ambienti in– ùustriah, ma nella stessa, classe operaia, in mezzo persino aUe stesse operaie. Si ricordi di quanti < se:, e di quanti ·< ma :>, di quanto riserre è stato e<l è bersagl ,io il p1·incipio dell'·<eguale salario ad eguale lavoro » e si riwno scerà che si è creai.o già un pregiudizio, contro il quale occorre reagir e. La infericJ1;tà dell"operaia in confronto dell'op era i<} è un pregiudizio, frutto, come tatti i pregiudizi, dell'ignoranza, come tutti i pregiudiz i, può essere ed è anzi sfrnt,, tuto ai danni della classe operai.i. Ch!' sia, un pregiudizio, è appar so dal, la cb;arn e documentata relazione de-ll.a -;tudio-:;a ingle ~e.; che sia un ,pregiudizio <J.imostrcre:no ancora con i ri'>ultati di minuziose inchieste compiute in ofticine di guerra francesi, n elle quali è luga. mente impiegata. la mano d'oper.a fem , miaile. :ç spcriarno di provoca.re co~l altri studi consimil i in Italia, <love ci semb.ra che la qui5tione sia, anco,ra, trascmata, o.d almeno non sottopo!;ta. all'esumo dci fatt i. Salvo errore, naturaln1ento ... . J annette Leroux. --------• &utinE di guerra in Francia All"nl:mentazione tkgli operai milit.nrl e d,:-gli oper..ti ciYili nelle fnl>brich~ dell,> Sta – to, come negl~ st:1bilimeuti au$ilkni che 111·oth1c◊11'l ~nrui e lllunizioni, per la. guer 4 ra, in seguito a circolari :;overuatiYe, si è pron·e-clut,> -sia a) c0n crn..:1ne h1tcn1e am– rnini:=;trnte e condotte direttamente da. Commissioui 11e1Je qnal~ auche gli h1teres-– &'lti s-)110 rnppresentati, :-.in ò) con 1;u12iue co~)1kr.:1ti;:e, :-:ia, iutine cJ con cucine isti– tnite e l'(••id;)tte, per cont.o Llt1glihH1u~triali. :'."\,_..1 lilgliu U.117esl..-stcyano :!1 cuciue·nut o– nom è d1e uutrh-rrno :!G.:;9.:; o p0r.ni e f)p•~rnit", con prelernmeuto dell'impQl·t,> tiella spes.1 ~ni loro ~.,,Lari. In 1:.S di queste ..:-ucine che 11utriva:no 20.~s 01x:-rai, le COlllUJi~sioui L°'IJUJI)1'€"llde– '<lllO tle]egati dei consuma tori. 'l'nli cuci1- ue, pel' In modiUtà dei prezzj, bat1no rG. so e rewJono <-111<.'0rn graudi S€1'Yhi agli oper;.1r, ma si può ric1provernre loro che nou s.1Jll:.lh;f.1uv<l :--uftide11zn il 1Ji:-:oguo di libertù frn i periodi di l,n-oro. D"alt:·o can– to, gli 0-peP:1 i 11011 uccett..'1110 che n. rnuUln– cuore i\ regime del 1~1sto tis'l<l. inH "' e del 11asto con liberti, di scelta del piatti = 1.:ondo i l.lJro gu,;ti e H loro ttppetito. 'Quiu– cli. fatta eccez.iou~ per gli operai e !e ope– rni,e ,.:he hauno uua fi.1wig1ia gross..1.o uno ;-.:pirlto di stretta economia, la maf;g:ior pa, te diserrouo te cucine se vi sono in luo– go .;lei rlstornntl. Le cutine C◊i)l>eratirc fra opei:.ui io.- I~ cali arredati d:illo Stat•>, hanno .nv.,,ia;u 1;;.g 7 gior successo. Xe e.~islf;!vano ne-lleff il,bbri– chc dello ~tato 11 _ri-c,1uent~te<la.eHp:i, ~ operai. e altre i:.> f'l'{!llO lll J)l'Cp:ll'UZ!Olle ,-erso J.1 metil dell'anno nuoYo. Le nssn– clazioni pnllronali clcl)a regiQnc 1mrlgwa hn11110 l}J:O\"Yeduto sia 'iL'"Jttendoi,1 in rap– porto con le C'JQ:l~ratiYe 1M1·igine per l'or .. g.onizzazlon~ e la dir{lzione di 28 cucine con 10.H-0 po.,tl, capaci di servire U1l numero doppio cli con..uumtorl, " ri,,c-rvati prima di tutto agli operai degli industriali as – socia ti, poscin, speciabnente per il pasto serale, ·al pubblico. Auche in provincin, dove esi~tom> COODC– ro.tive, gli intlustl'inli ~i sono accordati <:on esse, se no, hanno tatto ùa sè. Cosl, circo. 100.t)()()operai e operaie del– le offleine di guerra private ,eni"vano nu– triti o per un pasto o per due'. -!in 182 Cll– ciue. delle quali 71 che nutrl-çlllJO più di 30.000 opera.i erano condotte ·Ila ~pera– tive. In Inghilterra $eCOP<Jo l('-ootii;l.e fornite dal DcpartemeHt of e,:ploS11;es suppl,y, ro offici.Ileprwate hanno organizzato !l60 cu– _cin.e industriali ,:be aU-mentnno cirm 100.000 l:noratorL

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