La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 17 - 23 settembre

.A ,ir,o VI - N. 17 . 23 Settemhre 19 17 C.Orito corrènte ~cn la Post a. ■ Il ESCE LA 1.• E LA 3. • DOM:ENICA DEL M E SE B B A■BoaAIIUJTO I U E:1. mu1:ne.-o Ge n t.. a . L 1.50 s.m ... ,.,.. L. o.ae REDAZIONE ED AMMINISTRAZION E : ij 50 copie .. L. 1.50 JOO copie .. L. a,- Femminismo Jn questi ultimi giorni sono usciti quasi con– iemPor.:ineamente sulla stampa - tre dooumen ti, curiosi a leggersi per !a loro coincidenza e per la loro contraddiz ione. S. E. il Gen. Dallolio, ministro delle Muni– zioni . temperamento oratorio esuber an!e e liri– co, sciog]ieva su una pubblicazione femmi nil e di non so qual Comitato di signore, un inno .aUa donna degli ospedali, dei campi , e delle officine : u La guerra attuale è tutto un inno alle don– ne . Hanno falro le loro prove. hanno mostrato ciò che valgono. sofl)assando le spera nze dei più ottimisti. H I risultati raggiu nti hanno dimostnto ali ·e– vide nza quali riscrse e quali forze esse possano arrecare allo sviluppo industriale e conunercia~e del Paese. 11 Siano , benede tte le buone masse che ci hanno dato fulgidi eroi che vegliano e combatto– no atla fronte. e siano benedette le legioni fem– mi11ili soccor ritrici di pie tà e di miser ia, ma siano sempre ricordare le donne che- nelle of– -cine negli uffici, nei laboratori , 1hanno contri– buito alle indimenticab ili ben emerenze dell 'E– serciro lavo; ant~ - l'altro -Esercito. , li giorno i'1 cui si esaminerà il form idabile apparecchi o della produz ione bellica. il giorno in cui rutte le ver ità si schie reranno in linea fortificando ruui quelli che vogliono siano sem– ore dette a viso aperto. allora si vedrà il va– io;e del! 'aiuta portato dalle maestranze femmi– nili ali 'opera del muniz ionam ento e si ricono– sçerà che anche nel campo di tali maestranze •Jà mobilitazione industii2:le lasci ò libero il var– co a quei progr esso che nesSuna barriera può tratte nere per vie )). Contemporaneame nte, o quasi , il ministro d:e!i2 Guerra Gen . Giardino, aveva risoluto di liberare g1i uffici dalla invasione femm inile, -come dalla notizia seguente: t< Cof susseguirsi dei richiami delle var ie 'Classi sotto le armi , in quasi rutti gli uffici pub– blici a cominciare da quelli dello Stato , il per– so nale maschile fu mano mano sostitu ito con personal e femm inile. Al Minist ero della guer · ra il numero delle donne impiegate era andato au.•nemando in proporzioni allarmanti; e alla pro va, _sia pei deficienz a di cultur a e sia per al· tre ragioni che non è il caso di esporre, si era dimostrato assolutamente inferiore al comp ito :affidat ogli. Il Ministro della guerra , general e Giardin o, ha diramato in questi giorni ai capi ..servizio del ministero -della guerra una circo– lare con la quale si invitano a disfarsi gradata – ment e del personale avventizio femmin ile so– stituendolo comple tamente con soldati reduci dal fronte mutila ti e invalidi alle fatiche di guer– Ta. Il provvedimento che è accolto con yiva simpatia , sarà seguita. a qua:1to pare , app ena poss~ile. dagli altri dicasteri n. Po:hi giorni prima , la Direzione autonoma -Oell ·Arsenale di Spezia , aveva ema nato un or– dine contro il lusso smod ato e impudico di mol– te operaie addet te ai lavori delle munizioni : ordine che vedo riport ato. e commentato da Virgoletta. nel!'ultimo numero della Dife sa del– le Lavoratrici, con assai giuste osservaz ioni so– cialiste ; alle quali io vorrei aggiungerne una , e capi raie, domandand o perc hè I' Ammiragli_o comandante la piazza di Spezia non ha pubbli· cato dal canto suo un editto contro il lusso e le foggie delle signore che si vestono come le cocottes forma i è diffì::ile disti nguerle} e che con la sug gestione dell 'esemr,io contribuiscono a diffonder e tra le operaie la passione delle mode vistose e Cl)Stose. ff.a sul numero stesso della Dif esa delle La– vnratrici, una madre operaia scriveva chieden• do consigli alla Redazi'Jne sul caso di una sua figlia. occupaia i'1 une- stabi: i:-nento, la quale spende tro;,pi quattrini in nastrini, scarpette, e ging illi - e ciJ in nome èella emancipazione : deì: diritto alla vita- .. e. in un cer to senso d1 Carlo Marx! Ancora: il Ministe ro dell 'Agr!Coltu ra ha as– seg na·o, fì:10 dal! 'anno scorso, pr emi a_lle drJ .– ne che più si di5tinse ro nel lavoro .lei campi I propon ent i erano , talora. dei padroni : i qu~– Ji d~ ign:1va:io mag.ari, co-ne meritevol i di ri – comp ensa e di onore, quelle donne di famiglie coloniche che più erano sottomesse. ncn e;ià ai doveri sociali dell 'ora , ma alle volontà del pro– prietario . e più erano aliene dall 'affac;;iare e ri- MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILA N O lii E S TE:fl\O tL 0O .-.- to e Rettorica vendicare i loro bisogni, i !ora diritti, e l 'osser– vanU! dei decret i stessi govcr:iativi in loro fa , vore. Da altro punto di vista , ,potevano figurar de– gne di premio quelle che •più si accanivano in un lavoro sfibrant e, pur di non assumere ma· no d 'opera avventizia (in ciò la miope rparsimo– niosirà della donna supera quella dell 'uomo ). con dianna della loro sal ute e di quella dei loro figli. con danno dei bracc iant i disoccupati, e con danno della produz ione. Siamo in un mondo così mal Ci>Stru tto. che è difficile definir ~ e disting·uere il bene ed il male. la virt e il suo contrario. Il divario e il contrasto di interessi di classe fa stimar buo– no al conserva tore padron e ciò eh 'è cattivo pel socia lista lavora tore: e. leva ndoci più alto. noi vediamo le cose in mod·o diverso secondo le cons ideriamo dal punto di vista dell'individuo o da quell o della società. Ma torniamo al 1< .femminismo di stag ione 11. Noi (io credo) non -possiamo essere femministi o antifemministi alla maniera comune. Siam o p~r l' elevazione e la liberaz ione della donn :-t come dell'uomo. pur ricono scendo che, entro i: quadro universa le dello sfruttamento oggi e3Ì· stente, la donna ha talun e condi zioni stie p1 1 ·– ticolari di serv itù. e che la sua questione . se . rientra , in massima, _nella ouestione gencr a:e e socia le del! 'uomo e del prol etar iato. è però per alcuni aspetti specifica , e richied e stu dio e so– luzioni ed azioni a parte . Ma siamo contro quel femmini smo sc iocco che esalta la donna , jmp~tando le sue condi– zioni infelici Solo alla tirannide de ll 't10ll10 e della socie~à : femminismo anal ogo a quel pse u– do-socialism o d 'un tempo (pur troppo ad ora ad ora rifà capol ino) che esaltava le so".rane virtù del H povero popolo )), senza comprendere ohe, se esso era calpestato ed oppresso, era anche e prec isamente perchè invece di quel monopolio di virtù. ave va molti difetti , l'ignoranza , l 'in– coscienza , la disun ione, il serv ilismo , ecc. Che non ne « avesse colpa n. come obietta• no i metafisici, quest 'è un 'altra questione; ma la rea ltà era tale. Similmen te la donna è ... que llo che è, quel – lo che può essere nel mond o presente , que llo che molti secoli di storia e ! 'ambiente la fece– ro. Nel tempo nostro lo svi luppo capitalistico portò mutamenti notevolissimi nella sua condi• zione, come, negli anni che '?)rro no, la guerra ne rivoluzionò. in certi campi. la vita. Ella su– bisce oggi un vero esame , lanciata com 'è nel turbine dell 'esistenza sociale, nel\ 'officina e ne· gli impiegh i, nei campi e negli uffici, nelle at– tività e responsa bilità nuove, famigli~ri e pub– bliche, che le sono affidate. . . . . È erroneo genera lizzare con mn1 rettonc1. come fa S. E. Dallolio, smentito alquanto dal suo collega di Ministero e di armi ge:1. Giar– dino . Vi son donne valenti ed oscure , nelle cor– sie degli Ospeda li e nei solchi silenziosi: tra le dame e tra le contadine - con questo di di– verso, che il bisagno e l'abito del lavoro sono era ndi e sever i maes~ri. e lo snob e lo sport non son cose da pover i. E le donne mi.gliori son le più modeste e ignora te, in alto ed in ,basso - con questo di dive rso, che in basso sono 11 ignorat e u tutte. o quasi. in blocco. Così vi son dame iAcoscienti , f'rivole e vane, retori insopportab ili e vent ose, o dilettanti del• la II car ità mondana 11, che han la civetter ia del loro sacrific io in ogni poco di bene che fanno, e s.timano eroismo .quel che alla donna del popolo è dovere comune . E vi son raga zze e spose operaie che , sen za criterio nè se nso ~ano della vita, si disfrenano nel lu::,~o o nel vizio come inebbriat e e frene – tiche di liber1à e di gcdimento. Nulla è più conico d ·u;:a s ignora per bene che con qualche centinaio di lire d ·an:!lli in dite:-'. si scandali zza de'l"operaia che sfogP,ia le scarpette lucid .::, senza pens'.lrl: c'.1e questa co– ri a da lei e non ha neppur avuto co'tura e qu_e)– la che i bo;ghe;i consijerano H educaz ione n e senz 'accorgersi che ePa, la signora, con quel c;·io scanda lizz-::rsi fa co'.Ile la sC:m.r:h che f>i sdeg n:iva vedendosi nello specchio. Nulla è pii1 tr'.ste d 'uTJ ·operaia c'1e, a chi le osserva o rimprovera un lusso smode r.ato, ri– < ponde eh 'ella vuo 1 viver la i·ita e crede ff inal- zar5,i 1) .alzando i tacch i delle- sue scarpette per ade~uarsi al!a borghese. 11 Socialismo è sopra e al di là di tutto que– sto. e esso solo rin nove rà e formerà stabilrnen • re ~.na nuo va concezione della vita. Ma la pro· pagan-03 socialista, fr,attanro, non deve manca– re a.i suoi fìni e ai suoi doveri; e non mai , co– me ,e,ggi, essa ebbe nella donna - che la guer– ra 1-.::1, più ancor ,del capitali smo. leva ta dalla casa. e travolt a ne.Ila vita sociale - la materia ed iJ campo per esercitarsi a fare l'ufficio suo: a da1·e al proletariato , che l'evo luzione econo– mie.i e gli eventi van formando continuament e. la cascienza di queste trasfo rmazioni. la co– sc ieoza del suo destino , e di una mèta di ci• viltà e di umanit à più alta, superiore agli egoi– smi e ai piaceri e ai dolori individuali . .. Se il femminismo ha alcune ,particolari que• stioni sue, in cui forse posson coincidere aspi– razi oni, dir itti. rivend icazioni della H donna n in genere , esso rie ntra, principalmente, nella grande que:;tione soci:1le, e ness una .azione fem– minista è più efficace e più vera del Sociafismo , ohe rivelando allla femmina lavoratrice che co– s'è la società e che cosa è essa nella società, tras forma in donna consapev ole quella che og– gi è -troppo spesso fuscello che va alla deriva o balocco per uomini , carne da piacere o da lavoro ; farfalla o bestia da soma, o sc immietta vaga di nastri e di lustrini, secon do i casi e l'e tà. G. Ziborii . 16-9-1917. Che cosa 'intendaper egualesalario adeguale lavoro? In . quesli lempi di sfrenata inclusli'ializ– zazione dell a donua. la vecchin. formula «( a lavoro eguale, egùale salari o)) r he riposavc1 lranq,~illamente t,·a i postulai.i avrnn irisli del n'lovimento sindaca le, ha !rovaio rinal– ment~ il suo quart o d'ora di allualilà. ln fran r;ia un « Comitato inlersindacalc con– tro lr, sfruttam ento delle doniie" - costi– tuito Jra i più importanti sindacati operai di PCirigi -- conduce una ben organ izzala campagna nella classe operaia per indur re le dor-11elavoratri ci a chiedere « per eguale lavo11;·eguale salario » e per persuadere i lavoratpri .che la maggt0r~ alfluenza della donna :11 1' o!tlcina, pur essendo provocata clai,}~•\ggiori bisogni de)la P,r~d~~ione e d alu1' ~ru t,t,' lOtY Hl. St"l 1a- delh.1~ '- 1<.1::,:::i"C 1,;t"1"n· tricc, non spar irà con la fine de11a guerra· e che per ragioni immediate e dell'avv e– nire le organizzazioni operaie debbono pre– occnparsi della èlistrastro sa concorrenza. che la mano d'opera femminile far ebbe ali,\ mano d'op era maschile quando non fosse riconosciuto ed imposto il principio: « a la– roro eguale, salario eguale n. In Italia , l'Unione· nazionale fra le donne socialiste è riunita a convegno u per stu– diare il problema, prendere accordi per por– tar le nel paese , tra le masse lavorat rici, e preparargli la sua prat ica app licazione». Da qualche· part e si è sorriso al convegno e lo si è trovato intempestivo, giacchlì, si è detto, davanti al gra nde problema della guerra mondia le, quale. impor_tanza pu_òa– vere una pura e semplice qmstt0n e d, la– voro e cli salario ? Non mancava al t.ro che si aggiungesse: -- A lavoro eguale, salarid eg;uale? Puah 1 Meschina quisti one cli ventre.. t:I,r la questione ilei "sa lario egua le a laroro eguale" non abbia carat tere infimo Ira le tante questioni di classe del momento presente e che pur non dovendo ,assorbire I' aUi,·ità dell'o rganizzazione operaia non possa neppur e essere posta in un cantone fra le ((pur e e sempli ci quistioni sinda ca.li n da trattar si a tempo avanzato al ritorno dei !empi normali. ci è detto dalla più forte. più numerosa, più « intran sigente n orga• nizzazione operaia della Francia: dalla Fe– uerazione nazionale dei metallurgi ci "· .-\clerenle al convegno di Zimmerwald , alla testa del movimento internazionalista nel proletariato fran cese, in lotta instancabile per la difesa di «classe» della· categoria l!Ìttall urgica contro la lf!:ltica snervatrice c\e-J siad ac-<1ì-nai.iou.;t;.m..,;'n";i11 -- ~; {e-" ·cltftique cli tendenza al diversivo; la"F1!8e~– zionemeta llurgica sotto l'impulso intelligen°· le del compagno Merrheim, non soltanto sì occupa di !ante quistioni, ma ne trae argo– mento per una più intensa e " più intransi– gente n azione contro il capitali smo. Essa infatti al postulato: •« a lavoro eguale. sa– la1io eguale », sostitui sce : « ad impiego e– guale, salario eguale) >. · La prima formula ammette che l'op era ia debba essere pagata in base al prodotto del lavoro: la seconda esige ehe il salario sia eguale per l'uomo e per la donna indipen– dentemente dalla rispett iva forza di lavoro ed in base soltanto ad un comune minimo di salario , che corrisponda al comune mi– nimo indispensabil e per vivere. Il calcolo del salario sulla baS<'del pro– dotto. fin qui uccellato dalle organizzazioni opera.ie come elemento primo per la forma– zione delle tariffe, è stato sempre gradito agi' industria li, poibhè nello stesso lavoro ad ora costituisce una spinta alla sopra– produzionc. Nella caccia eia.I basso salar io ai medio salari o, dal medio salar io all'alto salar io a,·viene come nel lavoro a cottimo: si ha la maggior fati ca per una maggior produzione ed un maggior guadagno. col primo vantaggio per l'indu strial e di ridurre la proporzion e fra bisogno ed offerta di ma– no d'op era. E mentre non è suffieient.e ad ,1ssicurar e il premio ciel ,·eramente alto sa– lari o ai pochi operni capaci di una proclu· 1.ione superiore per qHalilù o per quantità. obbliga gli opera i seaclen~i o deboli, ma non per questo meno meri t.cvoli cli... ri,·er e. a paghe bn~se, quasi sempr e inf eri ori al mi · nimo ind ispensabi le. La fornrn la invece tt ad impi ego eguale. sn.lario eguale>> esclude ogni conrorre nza fra operaio cd operaia , fra operai o forte ,,(I operaio debole. poichè presuppone un min imo di salario fissato non in base all a r.:;,·aclunloria cll'lla produzione , ma in base .il ,·osto della rila rei ai prezzi del consumo. La formu la u a lavoro eguale, snlario e– guale u ammette che l'opc-l'aia, o J'opel'aio rll'bole, debba. guadagnar meno se produce meno: la formula u ad impiei o eguale, sa– lario eguall' ». nwntre non rsr-lucle il pre– mio di un più alto salari o all 'o peraio più forte e più capace, loglie all·in cluslrial e il ranta~g io di speculare sulla r on('ol'T'enzadi ·,··ocluzione fra operai a ed operaio. fra ope– raio debole ed operaio medi(). E s'ispira al nrincipio cl,e l'ope raio ha dir itto a guacla– ~~narenon ((per quant o}) produrc, mn u ili' 111H\nto,, produce, per il solo fallo che pro– duce. •,

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