La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 16 - 9 settembre

9 Set temhi'e 191 7 Coilto corrente con la Posta . li D ESCE LA 1. • E L A a.• DO MENICA DEL .MESE /l'l 13 Il .. AB8--EIIT81 Wm Il REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: Il • 'i1'm:a.ero <Demt. 5 ,1..,. .L i.•o Sem.estN . . L. o.a, f>O copie . . L. I.S O ]00 copie. L. s - ES T E.PII.:> IL D O PP IO P el nuovo Giornale di CLARAZETKIN (Soctoscrizione deila c. Dif e s a ») Riporto Rù.venna: Sezione fernminfle Milano: Sah ·at.erra Cleante . Me:z.z.ana ).Jortig li engo: Fan.gazzo Marina . Fab1ian o: Zuccatossa Enric o . Mila.n o: :i-lascial i Lu isa, 30; Paoli– ni ·Umberto, 50; Tura.ti Serena, ~ ; Tell asi Est er, 50; Cir colo Rio- L. 5I7,45 )I 10,- 1.50 )J -, 70 ), - nal e socialista, 5,-; Gen oni Rosa, 5,- .-\!bin i Rosa e Francesco, 5,- 1> 16,80 7,– ,, 10,– u 10,- Castelfiorent in o : Se.zione fernm. :\losso Santa :tiari a: Sezione femm. .-'\.ndorno: Sezione femm inil e Torin o: Sindacato impiegati e com- messi \"alle S. Xicol ao: Sezione fem.m. .-ue...~andria: Drcolo Giovanile s0- cialista Torino: Circolo 1° :\!aggio )) 10,– ,, 11,50 )) 15,– " 15,~ Yilla S. P ellegrino: Circolo Socia– lista femminile e diverse compa,.. gne d1 Villa Ospizi o . >1 17,75 Camando na Raccolte dopo I 'as- semblea della Sezione femminile 11 9,– Cast ellengo e ~IontaJciata: Sezione femminile >i 10,-,-- Lessona: :\fino Giustina . 1, -,50 Reegio Emilia: Grandi Corinna e - P isi .... - - - - :Jilano: ?.I aria ~I. Vittone Ribolla e Righetti Clii-O Genova: Gallo Giuseppin a . Villa Cavazzoli: Barberi Dir ce .4.lessand ri-a (Sobbo rgo Cristo): An- geleri Giuseppina . 30: Ca.mura ti ~rana, 50; G.hi.glia C!3,rolina, 20; Ghicrlia :Mar ia, 20: >firab elli P a– scru:lina. 50: :tiazzoglio Fi orenti– na 50· Torchio :tfaria. 20: Tonchi– ni ·Gi~s epp ina. 20: Tonchini Ma– ria, 20· Gani Id a, 50; Gatti Emi– lia, 50; Pr evignanv Lui~ina, 50; Giordano Maria, 4U: Tardito An, – na 20· racc olte all"inau.gurazione deÌ buffet. 2,20; fr a compagne e co mpag ni, 2,- . - Biella: Fumo Reg., 50: Bora ~lalY., 50; Bia sett i Cori.D..Da, 50; Barazott0 Annita, 50; Ceria A..ngiolina, 5q; Ceria Lorenzina, 50; Sola :\-Ialv1- na 50· Sola Primin a, 50; Brovaro– ne'oeha, 50; Ramella Isabella, 50; :M.agliola Mari a, 50; M~ cchetu Dorin da, 50; Fumo Attillo,_ 1,- 0liaro Clementina, 30; OI1aro ld.arta, 30; Zah one Tersilla., 00: 6,- 1,- 1.- )J -, 30 ,, - .50 9,- Sodano Rina, 40; Comott-0_ Ang lO• lina, 20; Sal!usoglia Severina, 20c Eia.setti 1faria, 20; Mar cone Giu– ;:;ep ,pi.na, 40; :Marano Em ma. ~ ; Busr.,aglione Ono rin a, 25; ~8:ID-1 ni Eucrenia 30· Galazzo P1erma. :1)- Qu~ia' Corinna, 20; ~iva Pie• ri~a, 30; }faroino Lidi a, 30; Ber• nardis Gemma , 30; Galazzo Ange- la, 20; Auror a, 15; racco lte fr a " 20 _ compagne, 8,- . . p,..,zz.o Strada: Gruppo femrn1rule , 5 -; Buzzi Olirnpi a, 1,-; Cape~o Flavio, ìO; Gino Luigi, 1,-; ~l p;c• coJ,J Giudice , 20; Rosma.m, 50; Berta, :xl; P iovano -Cesare, 20; Be• duglio, ?/J; Pt:"letto Luigi, 40; ~on– tabone, YJ; Gai Francesco, 30; Ca– -;alen"o An. 30: Satti Carlo, 50; Alw-~ Rita; 20; .Artuaio, 20; sa. 1es 9 .Andrea, 30; Sardi Secondo, 20; Riva. Git1-ceppe. 30; Usseglio ~·: 30; ){arutti ~1ar_ir1, 3?; Cavedin~ Carlotta. 2h; :\lana Ch1avazza, ~• Ca.'i&ll? Arnr1lfo, 10: Verona Em~- 1.io . W· Barbieri :½'aria, 1,- Mar– tini LÙda 30; }fartini Lina, J): ..\.lbano Costanza, 3fl; Becasan, ~; Giordano :,,iino. 20; Corona Carlo . ~: Rovarino ~1ich(:}P, 20; A.rnbro. -,io Carlo. 3rJ; Sold. f/J; Torna.,; · •1e Giuseppina. 5/J; Sebastiano P i• ·mto, ~; Vidusson Maria. 50; P0- r·ino A., 51); Vidu.c::son Mario, 30· Salomonf-, 30; Spirano DavidP, ~1): Porino ,-i~Lorio, 50; ~ ase:tti S.,_20! .'.\. ~-, 30; Trinr-hero. 20; Vig-harn G.. 10; Viva Vittore. 20; Garino Rina, 2{): Albano Antonio, 20; Ca– c;a. J-en.zo, :i); Ma,cmino. 25; Barulo Rita, 20; Berta Annetta. 21): _Im – periali Maria, 00; GrelY>rio Rin~, 20; '11aria Barione, 10; Gallo R1- 1a.., 20; Pa.ir a Luizia, 20; Simone Ettore, 20; Volpe France,;ca. 2f) . )Jilano: La Coopérativa socialista del V Collegio e succursa li. solida– le con l'iniziativa della Difesa e per ridare alla valorosa compa.. gn.a il SUD giornale, versa quale .percentuale de<~Ji utili ricavati al 31 dicembre 1916 •• 250, rcontrnua . L 101.Ct.;"-f j I O MILANO - Via s. Damia no, 16 - MILA N O i:, )l L'Articolo di fondo di 141 righe venne tutto censur a to. Occu– piamo l'enorme spaz io bianco col se guen te scritto : nostro più nito missione A11c~e lo più umile prole/a-ria, ,ia pure prii,a di coltura 6 oi ruor .sl.l frit elkttwalì, J}UÒ e– :spl caro: im'opcra tiaUda ed efficace pet- H dicenir e del Socialismo, solo che assolva de• 9,iam e11t.i il :tll-0 oomp 1to di nrndr e _. che ~pp ia u.Ue1:are - 1}6r le lotte del domani - dt'i fìgli 11M1i. forti, eqtci'ibra ti > Molte donne non sa nno apprezzare i vantaggi del sis tema di educazione basa to, diciamo così , sulla renerezza; credon o che per fare degl i u uo– mini f orti n sia necessario disab ituare ben presto i bambini dalle carezze e dai baci materni e so ttoporl i ad 'tma rigida disciplina del d'avere– Ma i! sent imento del dove re per sè stes so, as– solut0, arido , quasi non esiste in natura , (spe– cialmente nella nostra razza) e tanto meno nella psiche del bamb ino. L'uomo comp ie tanto più volentieri il proprio dovere (quando lo com– pie ... ) quanto maggiori sono i vantaggi e le sod– disfazioni che ne ritrae: così, ! 'ego ista e l 'avarc compiono il dovere per i vantaggi materiali che ad essi procura; i! fannullone indolente e vile. per.. evitarsi -fastidi; I "idealist a, I ·est eta dello spirito per regalarsi la sodd isfazi one del bene farro senza benefici material i per sè e maga ri con sacrificio. Comp ensi ben diversi fra loro come diversi sono i desider i e le aspirazioni de– gli uomini, ma pur sempre compensi. Nei rapporti fra superiori e subalterni, ffa maestri e sco lari , fra genitori e figli è dimo– strato chiaramente che quasi non esiste il puro e semplice sentiment o del dove re, come non esi;,re il rispetto : l'as soluto , freddo rispetto , senz.a calore affettivo. Nelle caserme, negl i uf– fici. nelle scuole, nelle famiglie, sono veramente rispettati quei superior i, quegli insegnanti, quei parenti che sono amm irati ed amati. E se una rigida disciplina e. leggi punitive obbligano a de– terminare forme di ri.sperto verso chi non è ama– to. i subalterni , gli scola ri, i bambini subiscono bensì la impos izione; ma solo nella semplice vo– luta forma ed espressi one esteriore che diventa umiliante finzione. mentre nell 'anima riluttante si formano e si addensano gli oscuri germi della ribellione. li bambino deve incamminarsi verso la vita sen tendos i circondato di bontà, di letizia , di af– fetti . Deve potersi disciplinare con gioia ai suoi doveri. E la gioia, per il bamb ino , sta appunto nel sor riso, nelle canzoni, nei baci della mam– ma ; nei giochi che essa sa insegnargli e condi– '"iòere con lui, nei piccoli doni, nei giocattol i che ese rcitan o le sue attività fisiche e intellettuali . Ma per crea re tale amb iente intorno al bam– bino è necessario (lo ripeto fino alla monotonia ) che la madre sorveg li contin uam ente sè stessa, che sia semp re animata da un generoso des i~ derio di perfezionarsi per porgere ur. buon esem– pio al figlio. Non si spaz ienti sca al cicaleccio infantile e ai giuochi che le mertono un po' in disor<line la casa : i bambini hanno bisog no di parlare, di cantare, di muoversi. Risponda sem– pre con pazienza e buona volontà alle infinit e dorPande che il piccino le rivolge intorno a cose che vede e che non sa spiegarsi; ed eviti i! brutto vezzo che hannu molte mamme di dar e ri<..~oste fantastiche atte a H tagliar corto )). La curiosità del bambino è una manifes tazione della sua intelligenza e la madre ha il dovere di sod– disfarla nel miglior modo possibile attenendosi fin che può alla verità. Una specialissima attenzione deve porre la madre educatrice nel far sì che il bambino cre– sca con un vero orrore per la bugia. Questo è uno dei punti più importanti del! 'ed ucazione mo– rale dell'infanzia. poichè la menzogna è la di– sonestà stessa . Chi sa mentire con facilità può altrettanto facilmente commettere le peggiori azioni. Se si lascia ad un bambino l'abitudine di mentire, sia ~ure per nascondere piccoli falli, mentirà domani per nascondere colpe maggiori, mentirà per millanteria vantando meriti che non ha o azioni che non ha compiuto, etc. E per questa 1riste via. potrà benissimo arrivare a se(virsi della bugia per raggiungere scop i cri– minosi calpestando i sentimen ti sacri. Nella d0nna poi !"abitudine della bugia è la via aperta ad og.ni sorta di bassezze, e di colpe, e per que– sta via si giunge spesso al disgregamento e al disanore di intere famiglie. \ies,;un mezu, sarà quindi esagerato per in- sinua r·) nel! ·animo del bambino I ·orrore e la rep ugnanza -p·er la bugia . La madre dovrà sem~ :-e parlare della bugia come di quanto vi ·ha di più disonesto e spregevole dimostrando altresì che è sinomino di viltà, perchè serve il ipiù delle volte a nasco ndere ciò che non si osa confes– ,;;are; ·e chi non ha il coraggio di confessare i proprii error i e di subirne le conseguenze è ap– punto disone sto e vile. Queste .dimostrazion i debbono essere fatte dalla madre in ogni giorno e in ogni ora, non trascurando occasione alcuna. valendosi di esem– pi, utilizzando tutti i fatti che cadono sotto I 'os – servazione sua e del bambino. Se essa riesce a rende re il figlio incapace di mentire , può avere la certezza che egli sarà anche incapace di agir male nella vita. Ma anc,he in questo apostolato per la verità, !a madre deve son·egliars i continuamente come in tutte le altre manifestazioni del suo ({ io 1, mora le.. per non cadere in contradizioni che il bambino, nella sua logica istintiva ed infallibile, non !Tl2.ncherebbe di rilevare- Accade spesso che -qualche madre , - pur facendo ogni giorno coscienziosamente la più atii va propaganda per la verità - lascia inav– vert itamente che il suo bambino si trovi ad es– sere test imone e magari complice di qualche bu– gia. (sia :pure innocente ) che ella dice per con– venienz a o per altra necessità sociale, o.. an– che sen \ ~ necess ità. Per esemp io: - <( Se vie- -ne 1f Slino'ra fale "a cerca'rmL dite éhe non sòno in casa n . - Oppure: H Bada di non dire a papà che oggi sono ,uscita di casa ,, o H_ che ho comprato la tal cosa n . etc. Tutti sapp iamo che ce~te bugio sono necessarie nella vita, per tante ragi oni: si deve mentire per convenienza, per educaz ione. per bontà. etc. ; ma siccome il .bam– bino non è in grado di fare le dovute di~tinzioni, la madre deve! con la massima cura nasconderg li i cas i nei quali essa è costretta a mentire e che r2pp resent ereb 1 bero per il bambino altrettante contra ddizioni alla quotidiana propaganda contro !a menzo gna. E ' indispensabile !asciare intatto e invulne– rato nel bambino il principio che non si deve mentir e mai. Solament e quando sarà adulto im– parer à a distinguere i casi nei quali potrà o an– che dovrà derogare <la tale principio. A. Mari. Orga ni zziam o la donn a Lo necessi tà di dif endere la donna per oraa - 1ti; ;,cirl a ,,, porlnrla anch'essa n ella . lol la , è semi,r e stat o og(Jello di lunghe discussio ni nel rnoi-ùn ento proletario e socialista. Ma se le di – scust inni [nrono 01.:·unque lungh e ed accalo ra– lr mai sì è lavorat o seriament e e con voionlà m~de mettere in pratica q1.tello che si er(t rico- 11nscinto necessario ed i1ulispensa bil e. Se le rU– sr·u.ssioni sono necessa ri e ed utili, esse non ba– stano a risol vere le questi oni , e per far qursto occorr e che si lavori co11 energia e volon trì. Ora più che mai questo compit o incombe se 1 1 ogliamo che il domani sia mi( Jli ore dell'o(J(li P di ieri. Sia la nostra OJ)era ovunque portnlo con buo– nrt volontà. in mr.::.:;o alle 1nadri , alle spose, al– fr, pr oletari e tullr. e quando la parola viv(i drlln nost ra fede sarà brn sparsa, i frut.ti no11 1,1 rrnr-h PT11nrio . t,a donna moderna ha invaso quasi tutii i rr,mf)i inrluslrioli, rsso ho so,,;titui to i11 mo /t i.<;– simi rmni drll'induslrio lrt mann d'opera 11111- xr hilr. mag(JiOrmente so~·lituirà l'uomo rlom(mi qurrn rlo pru:.i.nfa ln trrribile querra. la lolla prr lo ni t" si farri più acconilo, ed es.w tentnà rii sottiluire l'nnmn do1 1u1ufu" per guadoq11arsi dn vinnP. _e;,, l'11omo rwrrl. .,;n1mtn P(l'ltcor la alla lotta P rPndnlr.t rosciPnle rlet rlovrTP che le si im.1Jonr. urlo essa sarà una collaboratrice preziosa ; mo sr JU'T ovvn1tura, non m 1 rà sapu to far r.iò, Ntli frrJtrrà nella don na un'accanita · ronMr – rPnlr prnrtla a conlrastar(lli il vasso. Il com– pilo C01nP VPflPtf' o com1wr,ni non 11 liPVe; ton/o 11 hL orr, rhP la (JUPrra r-i ho stropw1.ti rla/lP 1"/fJ– -1ilrP battaoUPrP {lle 'i mirtliori romnar,ni. Tu tti i la1)orotnri soppfrw,rJ cnmpiPTe ii pro- 11rio dQ1'-Prt> per l 'e<Lurruinnt> delle donne pro– /Ptr1rie. " far .~i r-he la vosi:.ionP di esse non sio. più quPllo rii donnr s1rullr ,lP, mo rPnlm Pnte rli rlonnP lo1 1 oralrici , rli qiliso chP all'ugual ln– voro si::i. rorrisposto J '11gual snlario. rol numProso esPTrilo rii donne al nostro {ìonro, pron[P, per La brillor1lia gius ta e santa dPl vrotPlarirJto, l'avvPntn dP,l socinUsmo trion– frrà s11 tufli P Mntrn tutti E S Tl!: P\O IL co~~IO Cose piane.• Perlescale. Gem ma. - Ditemi un po ' Rina dove cor - rete con tanta fur ia? ' Pina. - Lasciate che vada Gemma ho fretta è tardl, forse ho già persa la messa. _'_ E sì eh~ ~ono _scappata in fretta e in furia, senza rifare 1 lett i, e non ho nemmeno badato ai miei due monelli che stavano 2ccapiglia ndÒSi.__ Gemma. - Male, male! - Dovevate rifare i ietti , e rimproverare i vostri bamb ini che si bisticciavano. Ditemi .un po ', che ci andate a fare po.i a messa? Pin~a. - Questa è curiosa! Ci vaào perchè ... perche ... dove re... vi vanno tutti ... poi... spe – cialmente noi -donne, dobb iamo pur acquistarci un po ' di bene.- . Gem ma. -- Oh! per questo, il bene l'avreste acquistat o egualmente se invece di correre ad ascoltare il brontolìo incomprensibile di un pre– re, aveste riordinato la vostra casa, e se invece d"inginocchiarsi a biascicar rosar i fra vecchie beghine, aveste inseg .nato ai vostri bambini che si deve vivere d'amore e d'accordo e che il picchiarsi ed ii mancarsi di rispet to i 'un l'altro non _ è da pers one educate -e civili, vi pare? Pma. - Può darsi che abbiate rag ione._ ma a me hanno insegnato così. .. Poi, se a noi don– ne manca la re ligione... manca tut to... Gemma. - Sì, infatti, noi donne , siamo ap– punto l'arma più forte di cui si serve il prete, per mantenere il proprio impero ... S~amo noi donne, oppresse , sch iave, igno• r~~h, ~rascur~te, avv ilite, che nella re ligione c1 1llud1amo d1 trovare un rpo' di ris toro siamo noi, imbevute di pregiudizi e di ritegni ~he nel tacito co~nse nso de~li uomin.i...i.:-..E'! ·• \L cer te_cos,e__:.- – le 'llasc ian' fare alle donne, pur chè i non éi sian soldi da spen dere; siamo noi che port tamo i no- str i figli ·in chiesa, li facciamo battezza re. cre- simare ecc. li diamo .nelle mani del pre te che farà del suo meg lio per incret inirli, rper soffo- care ogni loro slanc io, spegnere ogni loro sen- timen!o con fosche visioni d'inferno. colle paure del peccato! Pina. - Pure i nostri vecch i che ci hanno trasmesso il sentimento re ligioso erano così at– taccati alla chiesa ... perchè? ... Che cos'è allora la religione. . come è sor ta? Gemma. - Come è sorta? Anticamente gii uomini erano ignorant i e di conseguenza supe– stiziosi, essi non sapevano spiegarsi il perchè di molti fenomeni natural i come il tuono la fol– gore, il sole, il giorno, la notte , la nat~ra ... e si sentirono piccini , sgomenti, smarriti davanti a tutto questo, allora rprovarono il bisogno di at– tribuire a qualcuno, ad un essere supe riore tutto quello clie non sapevano spiegarsi, sentirono il bisogno di adorare, di credere, di sperare, di avere una ,fede , l\..ln 'idea le ... Così sorsero i primi altar i, sui quali i nostri antichi , immo lavano, offrivano i loro don i alle più strane deità, -e via, via, fino alle nostre chiese, dorate , dipinte, grandiose. Pina. - Vi.a, via, voi bestemm iate! -. I preti sono bra ve 1persone .. Gemma . - Altrocc hè !. . Razza che ogni e– poca ed ogni religione vi diede ... gente che vive alle spalle della religione stessa che sfr utta la buona fede dei creduli.. I preti coope rano co! padrone per tenere le masse ignoran ti, sotto messe e rassegnate. essi ohe ci offrono in e.ambio dei nostri patimenti, << una Pita miglio re, nel regno dei cieli.. n. Magra consolazione per chi soffre , lavora, in– tisichisce nella miseria per chi vive nel\ 'indi– genza e nel dolore per chi è cost retto a soffrire la fame. Pina. - Ma questo è inevitabile, che si po– trebbero fare i pre ti ? Gemma. - Come!. . ma perchè que sto loro Dio così poten te, non mette fine a tant e mi– se rie. non comincia in questa vita a migliorare le cond izioni dei pover i, e permette che vi sia no i:riviieg i ed ineguaglianze soc iali? Perchè questo dio che si loda, s' incensa e si invoca miser icordioso e buono può permet– tere che una madre muoia e lasc i abbandonati i ,:,uoi picco li? Pina. - E' vero, è vero.. Pur e è così in– nato in noi il bisogno di avere una fede.. Ci si trova tanto bene in ch iesa, noi che viviamo in

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