La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 4 - 25 febbraio 1

25 Fe bbr aio 991 7• Conto coTTm te colla.Pc,1t11. E LA. 3. • DOMENICA DEL MESE • • ABBGl'l~TD• REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: UD nurnel'O Ceni.. S Seme.:.Ue. • L. Cl.&O ESTER.O ~ DOPPIO MILANO - Vià S. Damlanc, 16 - MILANO [,O ""Pie . . L. 1.58 100 copie .• L. a.- RINNOVAMENTO \,l(k~1 ..)\.'Venimenri si prep,ar!l'flo per il dopo '5UE"f!"..¼? Og nuno sente che il domani non potrà e-~~ in tu 1ro uguale .:!11 'i~i, anch e se per – ~t1.'."::: r....·mo, distin ti quanto e più di prima . gli an– :-J.t .onismi u 'interessi; anche. se le forze c..'tw -derc:-mita :10 e dominano i gra ndi avveni menti -èOC!e.!i non s.2ranno sta.te distrurte, nè trasfor- 11:1e ()g~uno di no: sente eh.e questa gucrrn :..~ s1:ni!e ed uno di Ql1ei terremoti che apro no -~orgenti di ac qu2 e 1r.utano la fisonom ia dei 1:.wg::-,i dove sono pa.sssti. E mentre dura la :gue;-ra noi raccogliamo i segni delle trasfonna– lioni che av·vengono . Oh , noo sia mo ce,ro tante ir.genui, tanto cre – den!i - noi che d~r e::!1IT1mo h gue rra. per– ... ::;hè pensii:imo c.he non poss2 risolvere alcun a10Stro problema e sia troppo orrendo me zzo oer "7:schern quelli d~!i a!tri - non siamo ~osì credenti àa pensare che t'.Hto ciò di cui oggi è :tatt o cenno possa tra ju ~ i in atto domani. Oggi :1 libero commercio. la ,proprietà indi viduale so– f!Q ritenute un inciampo, q-uasi una calamità e de wni parte si grida: ~• !m;,onete norm e di v~n<lita e di acquis.to: Lo Sta-ro avochi a sè i ...:::onsu.'lli ! Imponete le coifr.a zioni ! Via i pro- urtori che non sanno o non voglion-) produr– -e! 11 .Ma :i s~b ili ra I.a pace. super&t0 il peri– ~lo. il -giuoco degli antich i inre'!"e~ non sarà ::TI-Ot to òiverso di prima e ci ripeterà che la spa– ;;-f.Zione dells .proprietà privata S2.Tebbe il di:-.or– iine, la mis eria, la sventura collenfra . r'e:ò . rt>eto, mutamenti non lievi si prepa– ::-,2no. In !nghi!terra si tenta <l'intrcdurre l.a I~ ~e .del lavoro pa~-1:ecipam:e alla direzione , al!3 --es;>ons!lbilità, 2lle ,,icende àe:J 'azienda. Non è ~olo la parrecip azione agli utili che non pochi :ndus triati eve .. -a:10 ~i~ .WOttata c.;omc meuo J-; :t-.anquillità e di maggio;-produzio;i_e; ma è qual . :.he cosa di ?iù importante e di nuovo. Stab ilito .J.Uel minimo .di galRric. che si suPt')or-.c bast i al – ,; · ita, I? legge dov rebbe obbÙisre l'operaio :::o investi re l'altra parte in una quota-salario :·Le andreb-be ':1 ~'"ar :,arte del capiGil e dei! 'azien . '?!a La_!'!12.estr.anz.a. -oltre il diritto di raµp resen – :!l~ nella c!ire1Jone e ne11 'ammini str azione . ~--l"e()De 1l'!1 ca?i td"" <mo, il quale. cr escendo con ,.·r..,cumu lars1 -delle .quote-sala:-io spodestere bbe "tna-n -T-ano il capitale azionario , fino a restare •..:,_;,mplet2rnente pa,:!rone. Le Traie Unions non 112!1~0 ancor!! 2.c:io!:a favore,. ·olr1ente questa ..(Y."OO~,i a di Je.:::ge e,hc stroncheret>be ogni azione ;;peraia e metterebb e una pericol osa co!.i,cideri– z: d 'tn~er~ ~i :i.! di~opr2 <le!l2. lot!.a di cb ss e: Per ò, ognuno r,uò ved ~:-.! in questa chi2JTI.ata 1~ lavo;-a:ori alla diretta ;)a1...ecipazione nella .:Lien:fa inC:, ;;triale, un c;cgno dei tempi. Il biso– .ozno <li prod urre :p:-es~o <l.i produrre molto. s.i c,re--.enta CQSÌ ur çent e per ) 'imm ediato dopo ~u errn c:le ! 'l m;i1ilrerra cere:;_ fin d 'orn, di as– Jic:r a:-si H n1.aggio:- rend imt:nto, inrere.5.5and0 ?'~: 0">Crai si"t: ::-.:1 eh ·es."',i nor: pmclamer ann'J ;ci <-p~ri cor:.:ro <ii ~. n)n invocher ann'l leggi :::e: ~..:.n.:! ecctssh a Lnira.zior:e di lavoro: produr– ,:-an- c0l ;e'."1,·or:,e 1 •·r:<:tar.c.:.hi!it;.! di chi st: _cc um.u!ar;~r;:)i u:-:a !r..1'.iu~ E ser-.-ir.1n:10 a 11:– ~er fror.te al nemico s!.il cam~o inéu<:;triale, co rn~ ~rvi va a :.:-ne:- ~:-rr.itc c~1:-;rn1e la sue rr.: ,._.i r.on ;:o· .. i.a· o 1.ugur2rci eh.! J'emanci'Ja- 7ione dal cz~ira!e a-.·:::::ngain quec:ta fo':m:i m:l ,r..,n poc:.sie-r< > nega.re il rir.n•,,V:J;t"" çr.to c :11 --~ ç')rr .,i-e-ndo,i ne: r:i,-;x,rn tfl cg:;,itaie e h1:vr,rrJ e •:1 :IL!()'l.'.? vi~hne <. 1 i ver!iit che ~; ar;re alla men– . :!a ~r,.-,-l:rc:f2r·;:>i 1 Jt2. Pc rchè. in ~t:i:n7-1 , :--.t:: i:-i. r,ro;,ost2 dccz!!~;id..:~,trial tende a far ah .,,~. a.-e le -;rr:11 al p, -- let.ariato. .a farsene un cnllaho ratr,re. affrrma ~e::-ù ~,.ma v~rità che scm– ,lr2 ,a P-e-s+emmfa ieri: (_ Il cz;,it?Jic;t? padrori e MJ:1 (; a":..,c-<Au! '"'rrc:ntc nec;;s<.,_:ifr1 ali:) ;;rrJ•:bzi 1 ,ne 1n e,'1li può eso;ert: <",Oo;ti tu ~') dal l1vr,:-o intelli – ,;ente. oonsape';ofe. respo1-r5.:1bile -~ Ed_ aherma .1i r!oon?~e r -: ]"al·:-'-!ve;; ,_à eh~ .app3-r1va ~ih nente utr_:;;.ifl nrstrf¾: 1 ',1W"ratc,rj d_e1-.brr.: 1 ,_ di_ n: 11'.ri; -;:::ad::-QOi ael loro la\·r:,-o e dei n;ez~, <l, pr r.,d,Jz•o!1~ ! '=t! anc'.1e rJ,_t-:: !e hor2he<::1t,;. d_· Europa n()n c-aranno giunte 31 pt.:nto di maturirn !C<Jnr>mica t poJ:tica da seeuirc l 'J--;~hil!er-1 in 1ti ;:st1! c;;•.1-.. , J:1tc. no!1 potr :rn"I'->sic·.1-rr.mcntt: -1manervi esrronec . non es'.endo con~YJ, so1 to J'inne;·i 1.'elle med~-;ime necec,;:,i-li.. Jar"i lcg– -!i e:':'.'T', •. ::-nam~nrc diverse \\uw menri .ar.che più pro fondi avverranr,o i'> credo nella vira della donna . La G ermania l'ha già eq uiper.sta all 'uo"T!o nella mobilitazione ci- - 1 •rnphif tcrra e la Francia ne Panno alisun · 'te mìlioni nei lavori di guerra, nell 'ind ustria ordinaria e in ogni serv izio ; l'Ita lia, con on grado di evo luzion e cap italista assa i inferior e si è valsa della mano d'opera femmi nile in Jar: ghiss ima misura . La guerra ha .porta to, di un balzo, la donna nella vita econom ica : l'ha ri– velata a sè ed .a.gli altri una forza che, disc ipli– nata, non per il la-voro febbr ile della guerra . .ma per la produzion e ordinata della pace , ,può dare frutti imm ensi. li dopo guerra tenterà di risos;, ingerla là, di dove è venuta? La cktsse cap irnlisrica che se ne è vaisa in ques to momen – to, non :lvib: nessu n interesse a far lo ecl è pro – ba.bile-che non pensi neppure a tentarlo. Ed cs– ~.a stes...'-<1, la doru1a. per quella forza eh&-il fatto– re economico ha in ogni avvenimento, non verr à tornare :t guadagnar e rre, dopo ave r guadagna – to cinque; ad essere economica mente dipende n– te dagli r..iomini della -sun famiglia, dopo essere stata libera. Il maggior ,·alore acqu istato nella vita econo– mica, darà alla donna, prima ancorn che il de– s iderio distinto. consapevole , la necess ità di valere qua lche cosa di più nella vita polit ica. Già le intel lettuali, le femm iniste di ogni s;ie– ci-e. cominciano a pensare che possa diventare buono st ile occuparsi di politica.. leggendone, p!lrlandone, discute ndone. Alcun i giornali cler i– cali sos tengono , con .rinnovata energia, che il dopo g:..ierr:t, deve dare alla <ionna il <liriuo del voto eè :l\:valorano La loro tesi, dimostrando che, do,•e questo dirit?O è già stato conqui stato od elarg ito, le donne non hanno mut ata la fiso- 11omia dei part iti. dimostrando, invece:-, di aver ~cscienze del loro rnandato . di essere utili e de_~r:c ne! conser.si !eg ishiriv i, ìl prcs,deufc dei iit.inisrri, I 'or, . Oo:,cìli , in -.:nu gran<le riunione di signore roma11e, ha det ~ to chiaramente che, dopo la gra nde prova, le donne posso no ritenersi mature per il voto. ,~ E questo - ha soggiunto - il parere del citta– àino, non dell'uomo di Stato n. Ma P\.IOmodi Stato o cittadino. !'on. Boselli çuò ritenersi J 'esponente di una grande corre nt e della bor– ~hesia e il suo µens iero l'espr essione di una neces sità nuova che quella corrente sente e ri– conosce. Come si potrà. d 'altra ,parte , ritenere che le cor renti femministe di ogni paese, vor ranno la– F;:iar cadere nel nulla gli inni leYati in ques-to ren1po, alle alre virtù intellettua li e mora li della donr.a? Come pens.arn che aver avuto a,erto at– ie loro opere un così vasto campo, dopo essersi semi te necessar ie in tante svar iate opere ed aver contratta ! 'abitudine di muoversi. di agire , si contenteranno ancora di lagnarsi della infe– riorità in cui sono tenute e non vorranno man – tener si l'importanza che ebbero in questo mo– ment o ? Le su ftragette inglesi mi~ero già come ;,osta al loro iervore patriott ico il dir itto alla egu.a,2lianza poli~!Ca con gli uomini. Anche dove non esistono su ffragette o non sono.. in~lesi, qu2l che cosa di simile si deve credere che av– \'cnga. Cosi. finita la guerra , noi vedremo le domie r-.. o!etarie sforzarsi per manten ersi il po– to occupat0 di balzo nella vita economica e le non p:-J et:r ie a~l:-arsi perch:! non ven2~ dimi – nuito èi un P,rammo il peso che acqu istarono nella vita politica Può anche darsi che, come la borghesia aiu– t<;r2 il p0rman ere delle donne operaie ne! cam– ;10 vasto del la\-oro, assec ond i le aspirazioni J-~lle (hnne bor~hesi all 'eg ]J.F:;iianl.3 d.!i diritti polifr.:i. J I ~-.drragb universa le non fu dato, in J~alia, tigli uomini che pure l' avevano chiesto <;emiJre timidamentt? 11 fatto che i giornali cle• ric~li e uo:1:ini oella borghesia govun ante am– mc!tun--,, questa necess ità e questo diritto, po- t..:bhcant:he fa.r ~upporre che la grande riform a a.vvcn~a senza J 'az ione intens a di quel le che stmbrnrthhero le pili inte ressa te. ', ;:,;,on•..!tc. çe-r esempio, che il dolore, il dan . l'\fJ, la trav,i:1 lezione inflini dalh guerra, orien– ,i,·o vt:rs.o , ~ocialic.ti . dove non si confuser o e,,! (,r1,ei n'J, le gnindi ma<...~e prc,letarie che die– dero pili <acrifìc i e più sanr;ue all:1guer ra, sup– -:ionete eh: si presenti la necessità più urge nte Ji oom~,atten.: cun più valide armi un p:1r:ito che Jivi.;nta forte ,oltre che di k1nte verità, di taritc esaspera zioni, e non si ?OS..<ia combatterlo a col;:ii di reaz ione per e·,itare una terrpesta maggiori!: chi vi dice che non diventerebbe atto pt)litioo :-i(pon~\:nre ad u:1;; nQc~ ità, il voto alle donne? Già I 'on. Boselli ha detto: « AUc opera i(' sono dovuti compen si materi ali ; a voi - parla va alle signore di Roma - a voi com– pe nsi morali! n E q.ual miglior compe nso mo– rale per una donna che abb ia quel da10 grado di coltura , che appartenga cioè a qu ella data cl.asse dell 'el-ev.arla, con un .diritto n.1ovo. al di sopra della rnzssa o'he non s.a e non ,po$Siede? JJ prem io alle donne di una classe sarebbe una forza in.uova per gli uom ini della stessa classe. Ora. quesro noi non dobb iamo volere. Se dalla guerra uscirà un ordin amento nuovo esso non deve costituire un privilegio pcrchè ~e ha già troppi. Il voto a tutte le donne potreb be ottenere per altra via, l'effetto di rafforza re egualmente i partiti borgh esi, perchè una grandis sima pane di esse è ancora strume nto cieco nelle mani de i preti e, per conseguenza, del partito cler i– c:1le. il quale è una co....c-..a so b con gli altri par– titi borghesi. Ma questo pe, icolo non ispave nra e non offende, quanto un nuovo privil egio con– cesso !ld una classe. Se i terribili dolor i di que-– st 'ora non avranno ammaestrate le donne pro– letarie, se per ubbid ire o ,per affidarsi all 'au – torità .antica, non f::cntiranno di non poter essere dalla part e di qu elli che rappr esentano e sosten– gono il sistema da cui è derivato il flagello del– la guerra, se credendo di seguire un precetto religioso, esse s i mettera nno fors 'anc he su lla stra.da opposta a quella in cui si mettono i ma– riti ed i figli, e diventeranno un mezzo d 'op– pressione di più per quelli stessi ohe avrebber o dovuto aiutare a redimere , se questo avverrà , vorrà <lire, fra l'altro , che c •e; ancora un im– menso lavoro di liberaz ione da compiere , che alla vjta, alla scuola, a -quanti sono convinti che l'ev oluzione e la. trasform azi one della società è anche o;Jera degl 'individui , questo lavoro è af– ~d~•~~~. Se il \'Oto deve essere il riconoscimento del– la matllrità raggiunta per Ja vita ,pub-blica, ven – ga a, tutte le donn e, per chè tutte hanno dimo– strato di saper essere qualche cosa; se deve es– sere tm 'Premio per ciò eh-e hann o dato e sof– ferto, chi lo metterà meglio delle donne prole – tarie a cui non poteva essere doman dato più degli <Uomini,delle loro- famiglie e delle forze delle loro braccia, e per le qual i il sacrifici o di un uomo sign ifica, oltre aHo stra zio del cuo– re, la miseria per tutta la vita? Il pericolo cler icale , conservatore non ispa – venta. Qual e sia lo S?irito d'o bbed ienza delle donne , esse, possedendo una forza, impareran – no nd usarla per il meglio . Le proletarie, che so no eserc iti, vorranno valersene ,per vivere con minor sfru ttamento e pili dign ità. E, alla peg,gio, costr ingeranno ad adat tarsi una volta di più, quelli che vorr2.nno essere forti del loro appoggio . · Non stanc hiamoci .. finchè venga il voto alla donna. e sia mess o in magg ior va lore il lavoro di preparare cs..c;a e l'uom o ad aver maggior co– scienza di $.è stessi. MARIA GorA. La ~~esiione 5•11u>B"aae a ei Gru ppi Ve1mnini li. Alla polemica per h quistione morale nei Gruppi femminili sollevata fra la compag na Cle.:ia Mont2.gn.ana e Dina Rossi, sono tentata a entr are, cume terzo incomodo, per dire poche parole alt 'una e ali ',altra, pe rchè fra le due correnti es '.:rcme, credo ci ~Ja una vi.a di mez1..o che deve conciliare la dign ità dc'.la donna so– cialista. con le teorie di Bebel e di Stackelberg. Prima di tutt o la compa gna Dina Ro~.si, che si rrova in Francia, non devt,; asso l-utamcnte penS3rc che in ltaE:a, e nel:a Se zione di Mila– no, si abbiano in poca st inia le uni oni libere . perché abbiamo nel Gruppo delle e-sriss ime ·')mpagne che si trov ano in qu este condizioni , ~enza per questo òichiar arle poco oneste e in• de_l;Ile c!j apparte nere aJ Part ito. Per noi il fare o non !are il matri monio ci vile, deve essere ri~olro da og ni compa.~na a seconda dei propri cri teri, Jal mom ento che la legge non concede (una volta avve nut a I 'unio– ne davanti al Sindaco), nes.suna /acoltl\ di po– tere divorziar e . La comr,,agna iscritta Ira .-ioi deve trovare amicizia e considerazi one, tanto se è libera , co– me se ù unit a liberamente a un uomo; ognuna deve avere il diritto di foggiars i la l'it.a come meglio crede ESTE~o fL OOpPIO E qui devo domandare alla compa g)lla M.,.,.. tag11:311a, se crede che una social ista legalmente maritata , sopravv ene ndo ad esemp io incompa – tibilità di carattere coJ mnrito , abbin il dovere, perohè socialista , -di rinunciare a' S1J;Oi sen ti– menti, oppur e di far e una vita da galera, per mantenersi nella legalità _ della morale vigen~ Per conto mio sono <lei parere contrario e in ques to se nso interpre to appunt o le teorie' di Bebel e di Stack elbeng. Dove troverei incom– .patibile la condotta delle tesse rate sare bbe nel caso che si abban donassero sim ultan eamente con Tizio, Caio , o Sempro nio, sia c:>er necessità economiche , oppure per istinti che rase ntano il sis tema dei nostri ori ginari anten ati ; ma di giun – gere a ques ti eccessi la donna veramente so– cialista sarà impedita dalla dignità perso nale, e dal f'(Spetto che deve al proprio Partito. ZoNI MARI A. GliStati Unitid'America chiudono la porta agli analfabeti u .La Confedera zione del Lavoro ,, pubblic.a il se~uenro comm ento alla legge votata testè negli Stat i Uniti d'Ame rica contro l'immigra – zione degli analfabeti : Se la legge che Vieta per lo in.n.anzi l'UU]res- 80 ne9U. Stati Uniti agli stranie ri che non aa,– piano legg ere un a quarantina di parole in U'JUl. lingua qualsias i, crea dei nuovi doveri ane nostr e clas si dirigenti ed è un monito indi r etto a quei Go1,-erni che troppo trascurarono l 'istru – :ione popola re, non è però tale c,.P debba im~ pensierirci. per la gravità delle consegueru e che ne pot rann o derivare. Venti anni prima questa legge, mattre 1W'R– sarehbe stata sufficiente stimolo alri71,crem.efl.H il ell'is trtlzione nel nostro paese, avrebbe certc – m.ente deviato il corso della nostra emig razio – ne verso terre m.eno ospitali. Oggi invece, se non è da esclud ersi in m,edo assoluto che qua/, • che dann o la nostra emi(lra :.ione nel Nor« Am.erica abbia a risentirne , le condi:.ioni ge– nerali sono alquanto mutate e la corr ente st è fatta così gaglia:rda da poter facil~nt -e su.pe- – rare il fragile scl~rmo. Pr ova r..e sia che in. ~ cilia - la regione più inte ressata - si e da. temp o determinato un mo1,-imento per la cftf– fusione dell' alfabeto, sotto l'incombe re ~Ila. minaccia . Leggi simili, del r esto, sono un po' com.e ù saracines che che si alzano e &i abbassano se– condo la volontà di chi ne governa il comando. L 'im.mia ra: ione della mano d'op era Stranier e. è desiderable, qual e che essa sia , quando il ca.pita-te ne ha bi sogno, diventa u.ndesid erable fJ'U ,an.do ,o per moti vi di politica interna, o per momenta n ea satura.:;ione, si riti ene conv enien– te infrenarla. Si' può quind i sfar sicuri che ,., reoola ciel saper compilare le tr enta o quaran– ta parol e, sarà appl icota or a col criterio delltt ,nanica larga ed ora con quello della manica stretta , secondo che consi{llierci. l'interesse dei ya.nlrnes . Detto questo, detto, cioè, che non sapremmo .~trapparci fin l'tùtimo capello dal dolo re di considerar e le conseauen:. e pratiche e imme – diale <Lt!lla misu ra r estri tti va, e che vunlo ci disµi acr JH!r i rifle ssi lontani e più gener ali, abbiarrw appena bisogno di aaaiuna er e che le no str e clas si diriaenti ci intenderebb er o a ro- 11escio se, dol n ostr o relat ivo otti mismo, traes – sero argom ento per ritenrrsi assolte da ogni responsabilitiL passata e, quel che più conta, di spensate cla ogni dovere di mos trarsi al– quanto più soll ecit e dell' istru:. i.one popo lar e ·per l'av venir e. Per ora sono le quaranta parole della lingua nati a che occor re saper leggere. Ma che avver – ref,br• se dom.on i il governo degli Stati Uniti t'Si(Jes,\e la prova di saperl e scrivere? E se, u.na volt a 1nessosi sulla str alla della r estaura – :.imu: ci'L"ile dei popoli , in consid era;:;ione cM J'iqn ora n:.r,i dell 'alfab Pto e la peggi ore delle H hi aui tù, dice5se, col temp o, che 111'Ssun paese ha diri tto di ma n.tiare i propri. fì,yli per il mon– rto se 11.on ltamw as.rnlto nll 'o!Jbl1ao clelfis tru,.. ;iont t>lt-menlare !' AbfJiamo spes.w inleso dire, se11:a ma i cre– cler ci tr oppo, che gli americani sono dei fì,ni3- :,:irni ironisti. Ma O(}{Ji, rip ensando ai venlitre anni di pall eaaiam en lo del Bur.nett bili dal SPnato alla presidenza e da ques ta a quell o, .'H'n.:a mai venirne od un a orrui siamo .M v11nto di r;cre derr.,

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