La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 3 - 6 febbraio 191

Ann o V - N. 3. 6 Febbraio l ·\l 16 . Conln corrente colla Posta. E L A 3." .D O:M ENIO A D EL .MESE ■ il ABBONAMENTO, REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: Un numero Cen 11.5 Anno . L 1.50 Semestre .. J,. O.BO 50 copie . . L. 1.50 J00 copie . . L. 3.- ESTERO IL DOPPI O M ILA N O - Via S. Damiano, 16 - MILANO ESTERO IL. DOPPIO Il Congresso di Bologna. Non è compito del nostr o giorn•3Je trattare questioni amminisrrative: per questo ci limite– remo a dire che il Congresso di Bologna è pie– namente e magnificamente riuscito. Gli ammi ni– st rat ori dei Comuni conquistati dal Part ito han– no dimostrato con quanto amo:re e qu;ant a com– petenza abb iano assunto le difese dei consuma– tori contro la spe:::.ulazioneborgh ese acuitasi in questo periodo di guerra . Essi tengono fede così alle promesse lanci.ate in mezzo alle masse durante il per iodo eletto– rale. E l 'affìatamento fra turti è stato tale, che si può presumere resti per 1 'avve nire, attraverso -quell a <( Lega Socialista :o la qual e dovrà opporsi all'enorme invadenza dello Star.o, ed al suo as– sorbimento delle miglior i entrate dei Comu ni. Questa sarà la battaglia del domani, poichè per oggi non c'è altro da fare che difendersi al!a meglio, tentando di salvare le finanze comunali, base della vita civile ,dopo la guerra , a!Iorchè lo Stato sarà impegnato in un defici t enorme a ca– gione delle spese sostenute. La propagandaa favoredella pace non è u n re a to Poco tempo addietro , a Milano, come narra – rono i giornali, SQno stati arrestati alcuni gio– \ ·a.ii socialisti, pe.r2hè diffonde vano un m1amifesto a favoie della pace ; dopo alcuni giorni di deten– zione essi sono stati rilasci2ti in libertà , e ! 'au– rorità giu diziaria ha inizi'aito a loro caric o un "i- gendia,ri, dei quali rimasero solo le code dopo la rissa feroce ! la guena ha .assunto una forma così imprevedib ile ed imprevista, ohe le teorie delle accade mie militari sono andate infrante. Gli uf– ficiali di tutto i! mondo entravano negli ,eserciti dopo di avere studiato la stir.a1egia e la tattica, dopo di avere cioè seg uitv !e mosse strategiche degli eserciti per giungere al contatto, ,ali'azione tattica, che durava poche o.re, poche ore in cui si dec idevano spesso ,i destini di una nazione. M~ ora, non si tratta più di questo; gli eser– citi non manovrano se non per breve tempo; dopo di ciò si immobilizzano l'uno di fronte al- 1 'altro, in !urighe, interminabili trincee sos_tenute dalle artiglierie, e così tremendo è il rischio dell 'attaCco di fronte alla potenzialità della di– fesa, che una soluzione colla forza delie armi non appare facile a nes suno , Ecco le ragioni per cui i! senso della neces– sità della p:a·ce si fa strada Bd ecco perchè i social isti, che predicando la p2ce prima che l'abbiano decisa le classi diri– genti, dovrebbero essere ritenuti per lo meno degli.. usurpatori del potere costituito, trova– n.J invece dei giudici éhe li assolvono. Come la Saumoneaux in Franc ia, così ci augu– riamo che siano assolti i compag ni arres tati a Milano. -struttori a non ancora chiu sa. ..,__ ------- .... Non sappiamo ancora se i~~ -----,,.,,.., rP~_;~ il,fc,;,., p..:.t,bì.i1.--arm:mte prnpaganda per I::. pa:::e: Per questo, noi speriamo che ci siano dei giu- M.a in Franc ia ,mie p;-opaganda non cost ituisce reato. Le nostre letrricì non avranno certo dimenti– c'ato quanto scrivemmo su queste co'Jonne ·a pro– posito del! 'azion e spiegata nella vicina re pub• blic a da Lc-uise Saumoneaux. Ebbene, l'istruttoria contro la nostra valorosa co mpagna è terminat a. Le imputazioni, come di– cemm o, erano tutt'altro che lievi: reati contro la parria, contro la difesa nazi onale, ecc. ecc. Ma u ci sono dei giudici a Parigi », cOme scri– veva l'Avanti! (( L "istrutt oria si è chiusa infatti con un (( non luogo a procedere >,, le cui motiva zioni sono mol– to significanti. L 'crdinanz.,'.l riscontra ne i mani– festi redatti e diffusi dall 'imputi:ita un carattere di violenza per sè stessa incriminab ile, ma esclu – d~ nell'imputata la intenzione di nuocere ed in base ad anal oga disp osizio:ie del Codice I 'as– solve. « Ammette e riconosce dunque che la propa– ganda socialista per la pa~ non nuoce alla pa– tria ; ammette e riconosce che i socialisti, i quali fanno propagan-da per la pace, non hanno intenzione di nuocere alla patria. I socialis ii sa– pevano g:a questo, nonostante quel che r.e di– cano i u disinteressati II denigratori; ma non di. ,piace che sia sc ritto in una ordinanza di Tri– bunale u. E. per giunta, di un Tribunale borghese di un-a nazione in guerra, nel momento in cui tutti si affannano a stri llare che la pace oggi s~rebbe tedesca. Prendiamo dunque atto con piacere che - in Francia - si può desiderare la pace e non ac-– contentar si di avere II scritt o sul viso 1,, manzo– ni2n1mente, questo desiderio. A coloro che ci dicono che la pace oggi sa– rebbe tedesca, risponderemo con molta sempli– cità che la pace è... la fine del ma5Sacro, del dispendio, dell'angoscia. La Germania non è vit– toriosa, dal momento che gli eserciti nemici so– no in armi di fronte ad es~a; quindi non può dettare la sua volontà al mondo. Ecco J '.argo– mentc decisivo ed inoppugnabile, per confutare I'asse;zil}fle che si legge ad orni piè soc;pinto nella stampa interventista o rallié italiana. Cosicchè se l1 volontà di pace delle popola– zioni martoriate si imponec;se, un Congres s'l dell e Nazioni non metterebbe di fronte vinti e vincitori, ma soltanto dei contendenti che rinun – ciano a continuare, dato lo sforzo enorme fin qui SO'itenuto. e dato il timore che, proseguen– dosi nella lotta, accada come ai due lupi leg- dici anche in Italia! !VICTORHUGO E LA DONNA Victor Hu go non cessò mai di proclamare la ammissione della donna all 'uguaglianza dei di– ritti civili e politi ci. Nel 1845, ri cevendo Saint- Mare Girardin alla Accadem ia f rancese, ric ercò negli scritti di Campenon ciò che poteva « ri sveglia re l'inte– ressamento a favo re delle donne, un po' dise– date dagli uomini , diciamo lo pur e, nell'or dine dell a società che noi abbiamo costituito piutto– sto per noi che per esse n . Egli diceva: cc Le leggi sociali sono rudi ed avare per essa,- povera, è condanM.la al lavoro; ricca, i pr egiud izii, anche in ciò che hanno di buono e di ulite , pesano più duramente sopra di essa che sull 'uomo n . Net suo discorso sulla tomba di Loui se Ju– lien, nel 1853, pronunciò queste frasi : {( Uomini e citta dini, abbiamo dello più di una volta nel nostro orgoglio: - Il secolo de– cimottav o ha pr oclamat o il diritt o dell 'uomo; il decimonono pr oclamerà il di ritt o della donna - ma, bisogna confessarl o. o cittadini, noi non abbiamo davvero avuto f retta! ii. Nel 18H9, ai Congresso della Pace, egli pro– clamò 11 il dir itt o della donna, questa uguale dell'uomo n. Nel 1872, Vietar 1-/ugo scriv e a Lénn Richer, 11 E' doloroso dir lo, nella civiltà attuale. c'è una schiava. La legge ha degli euf emismi; ciò che io chiamo una schiava, essa chiama una minore. Questa minore secondo la legge, que– sta schiava secondo la realtà, è la donna. Vi sono dei cittadini; non vi sono delle citta di ne. In ciò è uno stato di violenza: bisogna farlo ces– sare. » All e esequie di George Sand, ne/ 1876, ri– parla di quello che dovrJ farsi, (f Questo secolo ha per legge di portare a compimento la rivoluzione francese, e di comin– ciare la rivoluzione umana. l'uguaglianza dei sessi facendo parte dell'uguaglianza degli UO· mini )). Discussioni socialiste Av:.--eivoluto che al mio articolo sulla (< Men– zog,na dell'amor materno >>pubblicato recente– mente daHa «·Difesa », una madre avesse ri– sposto per protestare cont,ro la mia ,accusa i e dimostrarla falsa. estetica ester iore non ha di che allettare la .vena di quei fabbricatori di paro le che sono i poe ti, i qua li preferiscono att'ingere le propiie ispira– zioni ,dalle belle labbra femminili tenere di baci e dai seni •amorosi, tìepi·d.o e soave rifugio di test ine bionde, piuttosto che dalle f.ronti cur_ve al lavoro, solcate dalle fosche rug he delle ,preoc cu– panti meditazioni. Ma non insisto ne-Ila comparazione per non affliggere troppo la mia cortese contra dditr ice, e non entrare in eccessive sottig liezze ps"icolog,i– che, estranee allo scopo informat ivo 1del mio pr i– mo artico lo, scopo che Maria Goia non ha, a quanto ,pare, capito trop po be ne.. Ella invece ha voluto darm i della selv aggia per aver 1 io lame ntato 1 'impotenza e la pass ività della Madre di fronte alla strage immensa cagio– nata dalla guer ra 1 dicendom i :.:,e forse la donna delle caverne avrebbe sapu to .::1'.fcndere - com e io avrei voluto - le proprie creature, ma non la donna moderna , alla quale la Civiltà ha inse– gnato qualche cosa, per esem pio il rispetto ed il Nmore della legge. Ebbene, car iss ima compag na, se è così, ab– basso questa Civiltà che, ment re ha lasciato suss istere la, barbarie del Male, ha indeboli to il senso della difesa del Be ne, rende ndo timido e codar do fino ali 'inutilità, un istinto creat o eroi– co alla Na,tura a scopo di provv ida prot ezione della Spec ie. Io però pur accettando l'affe rm azion e d'ella mia egregia avversaria, penso che l'Amore - per essere degno di questo nome - dev'esse re più forte dell' istinto, più nutrito di cosc ienza e di pensiero, (e in questo se nso la Civiltà avrebbe dovuto migliorare la Madr e anzichè corromper - ..._.. ~ !~, -_'nè ~;~1'e 'f. 1 ofl ì1'6iiip.".;1'.;,':Ìéji!"fiflt j•• - Ma ,invece d'una Madre , ha preso la penna Mari a Go ia, un 'a nima eletta cer tamen te, che si dice libera da ogni influenza di idoli, ma che a quanto pare è ancora dom inata dalla sed uzione delle frasi fatte. Maria Gaia m'ha dato severamente su lla vo– ce, perchè ho chiamato me nzogna un aff.etto vero e gentile, che con tanti altri (quello d1 sore lla, di fratello, di aman te, ecc., ecc.) onora il genere umano. E m'ha citato degli episod i - (dando così, a me, che volevo ,il sole, un povero lumino!) - che se prova no ciò che dice lei non smentiscono quello che afferma i io, e quindi non hanno al– cun valore di confutaizione, tanto più che ad essi anch'io sarei disposta ad aggiungerne altri sen– za ,attenuare per ques to la ragione di ciò che Maria Gaia chiama il mio pessimismo. Che la Madre sappia ninnare, accarezzare, confortare, soccorrere il figlio e piangere sulle sue sventure e soffrire delle sue pene e idlei suo i mali, io non voglio contestare. E' contro la menz ogna convenzionale che ha fatto di questo istinto naturale e diffuso (e co– mune anche alle bestie ) un se ntim ento sov ru– mano e prodigioso, una virtù eccez •ionalmente possente , una ~apacità di sacrifici sublimi ed imposs ibili ad altr i, eh 'io - nel!.'amarezza. della constatazione contraria - ho voluto elevare il mio ,atto ,d 'accusa allo sco po di s usc itare ne11a morbida cosc ienza femmin ile, così paga di sè e così sodisfal!a della sua fama, un senso di più attiva e doverosa respon sabilità. S'è mai doma ndata , per ese mpio, la mia egre• gia contra!dditrice , perchè ·,1enn·e si par la con tanta facile esa ltazi one del! 'amor matern o, 5Ì tace sempre di quello del p"J;e? (Maria Gaia stessa ne/l'elenco commovente degli afe tti che onorano il genere umano, ,nn vi ila nc-,;:-i;ure accennato, come non :::sisreo:;sc :). Non le pare che questa i1!g·:..istizia prov i ~u~– ficentemente I' artificiosa nu:, t,llu-a, t! · origine poetica e letteraria, del\ 'a mor fl'ldt~rn i? Porse che non ama il padre i suoi figli? Se non temessi di far sospet tare a Maria Gofa una posa nella mia ostinata contradd izicme a ciò che può esere sfrase fatta. pregiudiz io e con– venz ionalità, vorrei dirle che secondo me, per l'oss ervazione da me fatta, per mia esperie nza ed esame critico, io ritengo l'amor paterno più profondo, più sostanziale, più nutr ito di sent'i mento di sacrificio e di consapevolezza di quello della madre. Soltanto esso è meno appariscente, e nella sua se re&ta incer to e titubante a calcolare i rischi e i dann i d' un suo impul so e d' una sua manife- sta zione. VIE ILLE 0RTIE. Terza nel duello L'a rdito e se vero artico lo di Viei lle Ortie : ((La menzogna del! 'amor mat erno H apparso nel– !1a Difesa del/.e La1Joratri ci del 2 gennaio, ha provocato una risposta dalla buona e mite Maria Goia: u La veri tà de l! 'a mor mat erno 1i. Ora, mi diano venia le due egregie compag ne, a me pare che le opinio ni disse nzienti siano un po' troppo pessi miste da· una parte e un po' trop– po ottim iste dall'a ltra; ed entro terza nel duello. non già per er igerm i a giudice e pretendere di sc iogliere il nodo gord iano, sibbe ne per espri– mere il mio pensiero su un argom ento che tocca così da vicino tutt e le donne, spec ie noi mamme. L'amor materno è senza dubbio, il se ntimento più forte, più profond o e più duraturo che possa nutrire la don11a; però anch' esso, cara Goia , iit

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