La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 23 - 19 dicembre

Anno IV - N. 23 . • • ABBONAMENTO, 1 ~ Dicemb r e 1 9 1 5. • ~E L.A 1.• E L.A 3. • DOME . _..,. ...., 1::o'ò ~o o/J. I'.J Ol-<V'! IW REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE : Cont o corren te colle. Posta. Uo numet:'O Cent. 5 Anno . L 1.50 Semestre.. L. 0.80 MILANO - Via S. Dami ano, 16 - MILANO 50 copie .. L. 1.50 JOOcopie .. L. a.- ESTERO IL 00PPto ESTERO IL.. OO?PIO MARIA PEROTJI BORNAGHI SOCIALI T..\. \' on prese mai la parola nelle nostre af– follale 8.3Semblee. non tenne conferenze pub– bliche. non accettò cariche nel partito, ma era tale gregaria che pote,·a dar lezioni di coerenza. di serenità e di fermeiza a quanti dirigono il moYimento socialista. :\"on era una donna socialista, ma un fer– Yenle ap:,stolo dell"ldea in lei resi più salda e più nitida dalla ,·asta coltura, :laJ!'lnnato buon senso. dalla lucida YJs1one del diveni– re sociale e dalla dirett.i,·a umanamente pra– tica a cui i.ndirizzaya il suo modesto, ma t-enate laYoro in mezzo ai dolori e alla mi– seria che la cercaYano, ch'ella slBSsa cer – ca,·a. Austera e dolce ill3ieme, calma e fermis– sima nell'enunciare i suoi propositi, aveva nella rnce armoniosa tulle le noi.e della sua grande bontà, a,·eva nello sguardo de' suoi occtti bellissimi tuttà l'ardente fiamma del– la sua fede, della nostra fede. Quando le sue no,·elle - gemme ·prezio– se della Difesa delle Lai;oralTici - saran– no raccolte e fatte conosce re al pubblico, .\!aria Pero/l i Bornaghi sarà ri,·elala sotto un nuorn aspetto: quello della scrittrice so– bria e moderna, ,·erisla nel senso più de– licato e piu arti,-t,co della r,arola. Sono no– velle di una 50avif.à plastica e sugge:;L va. t 0 ndenle Sf,mpre ad ano scopo educat:vo– S1'Jciale1sia r:he denuneino una ingiusti zia umana. sia che riw,lino le tempeste delle anime ignote, o descrivano 11 dolore degli umili. dei vinti della ,·ita, degli oppre. 0 si dalle leggi balorde e ,-onvenzionali dell'at– tuale società. La fam:g.ia di questi.> nostro giornBle, che ha r,er ,:,bbieltivr, la propa:,anda socialista fra 1~ donne, ha p 0 r·Juto co:i le: la colla– boratrke fJÌÙ cara, piu r:o:;riente 1 più effi– car.h. CrJme sentiamo che ci mancherà la ;;ua r,ar0Ja f.'€:r5ua.siva. la :,ua nota vibranb di giustizia 11suo ammonimento p,,rche la donna. a-tra~de>.-;1 rJal ~entimentalismo in– nocuo ma inutLle, irnparil5&: a ragionare. a discutue , a giud r:are per stabilire l'equili– brio tra la vita che s1 vorr~bbe vivert: <! quella che si deve vivere, e ci mancht,;ra la sua lucida rnterprela.zivne d,.!i fatW dolorc,..,1 che or,r.,rirnono il JJTOlél.ar1a.tofemrninilé in que,l"i,r,oea t,;rribile di lotta, rJ, lutti e d1 diSC11rd!e inU::;tinB. Ci soctorra n que.~l'ora di profondo dol,1rc la solidarietà <.follf:com– pa.e:n~ :'.>parse Jn ogn. angolo d'Italia , si stringano lult-e intrJrno a quwt-0 foglio eh,~ ella ama,·a tanto, e ci aiutrno a oontmuar~, in nome suo, la buona t,attàglia per la edu· cazione della f*rsonalita femminile, fJf,t la difesa dei diritti delle lavoratr,c1. ffi pa.-;6(), oome vi5i-Oilé di b<.mta e di gen– tilezz.a che nessuno sco rder a mai anche ne– gli uffici del Cvmitàto di assislJ,nza pi,r la guerra - ,,;igile, umana . troppo prestr, scompar.ja . 1 bene nel Consiglio degli :-\sili Raggruppali per difendere il d,iritto dell'infanzia popo– lare - per di fendere i diritt i della classe delle Educatrici. Quan l.e spe ranz e perdute: qual ,·uolo lascia nel campo dell'uman a al– tività ! .llAESTIL-\ . Yorrei che di lei ,potessero parlare non le colleghe o i colleg hi e non i supe,rio-ri eh ~ forse non la conob bero intimamente o non la compresero, ma le operaie che ascoltaro– no lo sue lezioni alla Cam era del Lavoro, ma i geniLori de' suoi allievi, ma gli allievi stessi, i quali, fatt, orn1ai adolescenti, non possono ave,rla dimenticafa. Essi direbbero di quanto amor e circondò i figlioli degli alLri - come, J.iberata.si dall e ,·iete pastoie della vecchia e nuova pedago– gia, seppe studia.a-e e indovinaire le attit u– dini latenti nei picco1i esse ri a lei affidati, le loro indoli, il loro caratte re, i loro difetti - come seppe, con ,indulgenza illuminala , educarli \'irilmente alla viLa, sorreggendoli nelle difficoltà dello studio e della mis eria. L'ope ra sua esulava dai banchi della scuo– la1 penetrava negli ambienti più poveri e più bisognosi di ele,·am ento e d i assistenza: volern che la Scuola assurgess e alla sua ve– ra missione' di re-dc-nzionr ~o:-ialP. La ,.h,ss:.o ura :a sua ~1,oa H1m1g11a - gli all1evl lutti i piccoli ioou,;dui nei quali si dornva rispeLLare e guidare l'individualità, edu– candoli a quel senso di responsabilità uma– na eh~ non fa capolino nei programmi del– le scuole dell"llalo regno, e che pur e do· nebbe esse re la base della educai.ione fa– migliare e sociale. La delicata salut e l'ob– bliga,·a spesso a interrompere il suo lavoro nella scuola: solo chi l'ha avvici,natà in qu & si.e dolorose soste, può dire quanto si acco– rasse de,lla forzata lontananza dal campo del suo geniaile e benefico lavoro. ~lADflE . Amatà, ap:prezaata dal compagno della sua vita anebbe dovulo es.5ere la più felice delle madri 1 ma parve che una Neme:-:.i fat.1.– le si assidesse accanto al suo focolare do– mestico. I bimbi belli, sani che, cresciuti ed allevati da lei, le avrebbero dal.e certà– mente le gioie più pure e più grandi, che .sarebbero stati il suo orgoglio e la sua sp& ranza più fulgida - come fiori troppo deli– cati non seppero resistere alle esi·genze e alle raffiche ddla vita fisica, morirono trOJ)PO presto e nulla potk salvarli, nè le cu re più amorose, nè i sacrifici piu grandi e dolo– ros1. E perdette. anche Licia, la bambina che aveva felicemenl.e superato il periodo piu insidioso della infanzia, e dava alla ma– dre la sicura :;pcranza di vedersela crescerP ,,ccanto, sup~ rba promr,ssadiforza, di intel– igen7.J8.e di bonla. F 1 u uno schianto co.-,;1 terribile da cui più non si iriebbc. S1 rin eh1use n,d suo rnuto dolore, non poté libc– rars.1 dall'ango:;.tia opprimente, si logorò in un tragico silenzio, e quando la vocina della picc,,!a S.-,fia arrivò fino a le,,, c,bbe lo stra– zio di :-;(:n tirsi i rrr:r,a.rabi I I nenlù sfin I ta. Poichè dia ,;apr·va che avrc,bbe dovuto morire pn~to ~ e lo diCl~va con quella sua V()('Ai r,arala o .,0ave, con qu(:gli occhi velati da profond 11rru·lanccmia, afforrnandolo, r.,on tro I<! prut,:"Sb! rJ<:;gli amici, corno cosa ineJut– l1bile, fb-atà, a,pellatà: uno stoicismo che gr:,lava il ·•,a.ngue a <"hi 1 amandola, era CtJ– strelt1J a .j(;ntirla 1rnrlare NJSf ... Operò ed avrebbe continuato ad operar, E scomparsa la bella, la so,1ve, la fort 0 compagna nostra: n,,ssun confort.o puo gi .Jng-erH ora alla famiglia o agli amici; l'a nirna no::,tra 1 percos.~a 1 abbattuta, :-i.i pieg-a reve-runl-0 alla sua rnemor1a e fa voti chn nella schi,,ra d•·lle compagne e dr,llr: edul)a– trici sorgano t,,mpre come, la Sua, a lasciar- ci $-per~.re 'Ìn un avvenire migliorre 1 a per– s1iaderc1 che la vita vale ancora la pe na cli essere vissuba. 1 se potremo, un giorno, essl}ro chiamaU a 1~ifrure ciò che 1a gue rra bo..'tialmenLe ,distrugge, a cance llare oiò che la ~innovata barba.rie ha lino.iso nella Lrisbis– sicia pag;ina della storia 1,resente. La Difesa dell e Lavorat rici. FUNERALI }n forma 1pu1ramente dvile, in piena ris.pon– <e11za aJ suo .Pensiero ed aJle sue opere , la rostra amata compagna è stata trasportata al (imitero, seguita da una folla di amici e di c~u1.pagni. Un giruppo di \"CSSilli di associa · ~1i, tru1ti fiori, fra i quali non mancava una c1,:ona offerta dal Gruppo Femminile Sociali– sta ta.nie e tante ra1)presentanze vi hann o p-ll'ecipa to. E ~e ahhiamo dato l'addio così, con lo Stra– z:Q nell'animo, piro L~ d'angoscia -per la sua sc,nn.parsa ! CONDOGLIANZE Per quanto l'ora dell'uniyersa le lu\to in cui i morti, gli strazi e le lagruue _non si_contano ~·}soB§iPe, <'~~ · 0 .:1~ };:,,t~i ,.~:P~~~~~e e~se~-~~~1- ~:fz~ ~el ~:~7~d~tff i~e~~:~~i ~e J~ 1 ~ fondo indicibil e lutto di tutti coloro che co– nobb ero :\[a ria Borna.ghi Perotti. Colla morte di ?-.laria Bonrn ghi Perotti .la nostra fam i_g~ia socialis ta, il P artito, il movimento ierom1ntle a difesa delle la,·oratrici e chi ebbe la rar a fortuna di ess.ere tra i suoi amici, hanno per– duto 'UJ10 degli esseri (Più squi sitamente, pi.ù armon.ica.mente socialista. Se vivessimo in tempi nonna.li, centin aia di bandi ere socialiste aYrebbero dovuto inchinar– si da\"anti alla sua tomba, e centin:aia di mi– gliaia <li proletar i e di ,madri avrebbero do– vuto accompagnar la· all'ultima d~o~· 8:· Essa fu l'immagine della bontà, della giustLZ1a, del– la fatth·a altruistica aspirazione del bello, del vero; essa anticipa\"a l'indom~i di giustizia e di libertà che noi tutti in,·och1amo . Alle compagne che la piangono, alla sua de– "'olata famiglia non !{)OSSO mandare 1~essuna pa.rola di conforto: posso soltanto agg11.mgere le mie lagrime, 1l mio strazio . ANGELICA BALABANOFF. Un'altra tomba! Tante ne a·pre la guerra in tutto il mond o, che una di più sembrerebbe _non do-yer contare; sono cosi \'asti la disperazione e 11 lutto che un lutto di più semhrerebbe non poteT acCJ·e– scere trii..tezz.a. E non è cosi. Il dolore per la pe1<lita della 110:;tra.amica non si somme rge nella un.iversaJità clel dolore; il \'uoto ch'ella !1a lasoiato non si conlonde, per noi, con gli innumeri che ogn.i gioino ,·a aprendo la morte. La guPrr.a. passa de,·asta..lldo, spezzando, . di– struggendo, ma non ha distrutto, e _n~n [PUO, l_e regole della vita, i moti clello sp into .. Oggi, Ct1r11e ieri, sono gradazioni negli a[fetti; du– r:wo la simpatia umana. e l'omore appa..<..~io– nato, la. moc;tizia e la disperazione, le lagnme dr1lci o il pianto in cui se111brathe l'anima si ~t'IZZL ).lrLrin.Bo1·nn.ghi era una nostra sorella. La JJielà ('h'ella esprimeva con semplicità eletta. <li parole, er~ la stessa pie.là che tante volte ci fa tre111arc il cuore, il SIHJ amore per l'luna– nilil. sofferente era. tl nostro amore, le r agioni rhe J'aniinava.110 a credere in un av\'Cnire di giust izia, che, ria.Lia <iltiete dell~i ca-;n. e doll<L .scuQla, ln. portavano a.ll 'a.'-iprezza. della lotta, errino le stessr d1e ci f:umo co1nhat.tenti. Corne i fig-li di una !-.lc-ssa111a.dresi riconosro no ai tr:1tli d<•I viso e !;i ;imano a11che ipenhè l'uno s1i1tlf' 11,,lJ'a.llro una. parlP di sr, noi, pla~~mate d:i 1J1m stessri IrJr.a, ci ,·i1·onoscia .. ino ali iclrn– tità dpJ -,·ntire e ci amiamo aneli-e p.•r quella parte <Ji soffPr<•nze e di g-ioie che, inev 1tabil- 111 •11t.<>, ci <l<'bbono es!,;ere comu11i. i°'<· rn:d ci si:uno umalc come i11 que:-,t'ora e riccrcat{~ più fra.t.cnuimeut,c per dare e riceve· 1 e <:-0nforto e sald<'zza. E in quest'ora :\1aria Bon1ag)u, la. sorella 1~1'-tta,ti è ma11cala- <:!1e rù~a. c,frrirerrw noi a questa 1twrte, che 11;ia <:tJmf: un cLJrnJ>c-JJSO a.l lavor-0 dato, corne ,in refri;..{erio i.dia r,ena di e:;..-;ersistaccata vio• kntern.eute da ciò elle le era caro? ~CC?, noi immagineremo che Io spirito cLi Lei Sia ancora nei luoghi dove ha amato e con~battuto, operando ; imrn.aginernmo ch'EUa assis ta ancora al flageJ.lo da cui è straziato il mondo, ag-li sforzi che da tutte parti, deboli certamente ~a -non inutili , si fanno per arre– starlo; che 1l suo cuore di madre, di donna. <::offra per l'angoscia di tante madri, di tante ~onne .incapaci di con\"e.rtire in forza operante .1,I loro clo1lore. E le dir emo : ((Confortati! N'Ulla s?:-rà ti:ascurat.o da !lOi perchè il sogno di Clhi s.ll_Jum1~òla tua anuna s'allargh i ad alt1i spi – rifa e h acc~nda. Confortati ! Se un 'ope ra può esser.e. comp!u!,a da noi perchè la pace torni tra gli uom1m, ad ogni prezzo noi la comp i– remo. Se possono essere chia mate alla consa.– .rpe\·olezza di ciò che dovrebbero essere ne l m~ndo q~elle che oggi piangono vana.mente, n o1 l_e .ch1a_.meremo;se anche la volontà degH uomuu puo mut are le cause ed i fenomeni drui quali sorgono così profonde miserie, noi d·a– re1:10 op.era a che quella volontà na sca ed ag-i.sca. R\posa nella fede delle tue sorelle! >i Dicembre ha ucciso anche gli ultlllli fiori cbe a_vremmo JJ)otuto cogliere per la tomba di Ma. ria Bornaghi. ?-.fa questo fiore della nostra vo– lontà , del la nostra anima, sa rà caro alla :worta p.iù di crueUi ehe cofora la tI)rimB1vera.. MARTA GOIA. •*• . Voi mi domanda te, compagne , di scri\'ere - 10~he (a ~01~o~bi e I~ fui amica e compagna fin daJ pn m1ss'lm1 a.nn1 di sua gio\·inezza - di cn na _Bornaghi .. ~Ia che potrei io dire di Lei. quMSi <'he tutti quantJi. co~oro i quali - in hia.no conos ~ luogo e circostanza - l'aJ>– i lor? :-.iz-nard_i, a.n"l:~;:o-"'"~~rr.:-.... t,, 'l1e' suo i Potchè Mana Bornag~P-P 1 ano · . e costantemente chiara e pre,.1s'h_V~~~ 1 .,..~u,._ . \·,elazione di ;è stessa e fu .:_ ~ og~ {~– in ogni luogo, in quals iasi circostanza e pe[ -......; ciascuno - semp re ugua~ a sè stessa. E chi ne' suoi occhi, bellissimi ed indim enti cabili , non s'è mai potuto affissare, a\'endo lo potuto, non ha saputo cogliere la rh ·elazione, non sa – prà mai - per qualsiasi altra ri\' elazione - chi fu Jlaria Bornag hi. Quei suoi occhi io li ricordo - ed ali ro non ricordo - quand'e11a aveva aippe:na qu.indiici anni; li ricordo - ed altro non 1icord o - quan– do ella ave\"a già oltrepassata di qualche anno la trentina: ebbene furono sempre gli stessi, identici occhi meral'iOliosi e santi : Chè i ca– pelli di Maria Bornag hi pote.i·ono - p·iù che 1>er g.Li n.nni, per le angosc ie ed il suo male incanutire, e ipotè incresparsi la sua fronte , e poterono curvarsi, verso terra, le sue spaJle; ma non poterono subi re dan no nè mutamento gli occhi. Così non mutò nè per trascorrere di anni, nè per soppravv·enire di sofferenze quelLa che tutta Maria Bornag hi aveva negli occh:i: l'anima. Tal chè Maria Bornaghi fu, o comp agne , a quindici anni, quand'io la. conobbi. -scolara, sui banchi della scuola quale a \'enti ed a trenta Yoi la conosceste maestra.. P oichè polè in lei, o compagne, a\"verarsi questo miracolo: d'es– sere già donna, come già gra\"i erano gli occhi suoi, fin dalla primi ima gio\'inezza; di rima– nere giovane - sì come rimasero giovani gli ocelli suoi - rpur nella pienezza dell'età ma. tura.· Così come essa fu - prima ancora della maternità - madre e martire. lo \'Ol'Pei, o C'OIDJ>agne, in una bella e calma serata autunnale ricoprire di bianchi fi01i, soa– vi e delicati, La. tomba di Ma ria Bornaghi; ma \'Orrei che sole mani di bimbi fossero sull a sua tomba: Il bianco, i fiori, i bimbi - i ti-e gran – di amo1·i uniti - e confusi in un calmo merig– gio del morente autunno - unico di lei degno epicedio. Tale epicedio forse potrebbe anco ra ,Jl'A ché il suo sgua rdo è spento - òvelarci li Lei. I.a penna no, che non sa, e forse p1•0. faneTebbe . 1Harir1 /Jornaghi è morta, compagi1e; io n_on ho pirtnto ,per la sua dipa r tita.. Coloro che la conobbero in giovine zza sape\ ·a.no, com 'essa ,aoe\·a, ehe sarebbe morta cosL giovane an– cora, f-Ortidrndo e in pace colla morte. Jo piango, invece, su oolei che resta: Slilla madre dolorosa. Sulla tre ,·olte madre e tr e volt.e santa Sofia Bornaahi. Ed ecco che a. lei m 'inchi.no o re,·erenle ed umile chiedo, chiedo - per la \'ila - pc1'0.ono dj questo suo - ahi! trop po spesso rinnovellru1tesi martirio atrooe. Compagne! voi conosceste Maria Borna.ghi e I ammi ra ste e l'ama5te, ma \'Oi non sarpete, o cornpag-ne, quanto in Lei era di questa tragica sublin-ie ,·ecch.i.etta che 1imane. Voi non sapete quanto es..(;a cteana avesse una madre eh.e la sorresse costante e consapevole nella vH,a, ri– da11dolc più ,·olle la vita . Una madre impa– reggial>ile rJer la <1uale forse, e solo, essa potè spa.rgere, con tanta ammirabile continuità, at– tor110 a ~ &l gran profumo di bontà e pot.è conservare, sino alla morte, giova.ne lo sguar– do e immutata l'anima.

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