La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 15-16 - 5 settemb

Anno IV· N. 15-16. 5 Settembre 19 1 5-- ~~-·~~~ ............ ~----=~~ ESCE L.A L• E~ a.• DOMENICA •'l:.;orl ·.r.?Q ,'l ·,l',; (:JfJ}l?JC,\W J 31f;lp l?S3J!CT DE~ ~•~~=~ 111 n • • ABBONAMENTO 1 Un numero Cent. 5 Anno . L 1.50 Semestre .. L. O.BO 60 copie .. L. I.SO JOO copie. L. &.- ESTERO IL.. D0-?PIO Jtll REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: J:!11 ESTERO IL cOPPlo MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO i:, ~=~=-=--=====~;,:~~:;:,;;~,,;.;~=====d~b==============f==============~===r==~============== CLARAZETKIN Clara Zetkin è in carcere . In questi tempi eccezionali in cui barbari e, odio e vendi tta dominano il mondo, la paro la della gr:.s-,de pacifista '.edesca suonava rimprovero, ver– gogna, obbrobrio al nostro secolo. La pri– gionia era per lei e non le si è risparmiata. Nulla si è considerato. :\'on si è avuto ri– spe:to nè de' suoi capelli bianchi, nè della sua salute acciaccata e malsana, nè delle proteste di tutto il mondo. La sua rnce in Germania è stata soffoca– ta, come fu soffocato in Francia il grido di Jaurès contro il militarismo. Ben più for– tunato Jaurès che non assisté al grande scempio di carni umane, poichè egli cadde vittima delle sue grandi idee pacifiste alla vigilia dell'attuale guerra europea. Clara Zetkin im·ece è in carcere. Il suo arresto era stato pre,isto da una delegat:J. delle so– cialiste inglesi al Congresso Internazionale, la quale ebbe a dire • anche quando ancora non poie,·asi scambiare lettere o circolari fra le socialiste dei paesi belligeranti, quan– do nulla si sapeva di ciò che a,·veniva ne– gli altri paesi, quando sembraya che tutto intorno a noi do,·esse crolla re , di una cosa sola eravamo sicure e cioè che Clara Zetkin sarebbe rimasta fedele all'internazionale socialista e quindi sarebbe stata persegui– tata"· La grande pacifista dava troppo fastidio alle autorità tedesche. Nessuna persona è stata tanto perseguitata quanto lei. La se– gretaria internazionale delle donne sociali– ste venne dapprima sorpresa nelle sue cor– rispondenze fino all'atto decisivo dell'arre– sto della sua persona. La sua colpa è stata quella di aver distribuito un manifestino a favore della pace. Di null'altro ella era colpevole. :Ma l'arre– sto di Clara Zetkin non poteva passare inos– sen·ato, poichè appena tale notizia fu resa nota la Federazione Svizzera delle lavora– trici ha diramato una circolare ai giornali e alle organizzazionì femminili socialiste per protestare contro tale arresto. E la cir– colare conchiude,·a: Clara Zetkin deve sa– pere che l'Internazionale Femminile è con lei. '.\on abbiamo bisogno di lunghi ordini del giorno ,basta che noi si dica: Clara Zet– kin, noi ti ringraziamo, fedeli al socialismo fino all'ultimo. '.\è da meno saranno le don– ne d'Italia che alla compagna Zetkin insie– me alla protesta esprimono l'augurio che presto le sue idee di pace si affermino e di– ventino le'5gi che regolino il mondo. No, l'Internazionale non è morta. Finchè esisto· no delle persone che affrontano insulti, per– secuzioni e carceri, essa è sempre viva. Mai come in questo momento essa è vivente nel nostro animo di socialisti veri. & d'essa che detterà la pace nel mondo. E d'essa che fre– nerà i rancori, gli odi e le vendette Ira gli uomini. Passata questa terribile bufera che esiste fra tutt.e le nazioni; passata quhla nube che oscura i nostri più santi sentimenti, l'In– ternazionale raddolcendo e medicando tut– te le ferite alle nazioni belligeranti !ara lo– ro capire l'insensatezza a cui esse si abban– donarono. Venite sotto la mia banaiera, di– rà. Alla sua ombra non esisteranno odi. Io vi affratellerò in un affetto comune e pro– fondo. Venite. Donne e bimbi. vecchi r, gio– vani di tutte le nazioni, tendetevi le brac– cia. scambievolmente. Sara pace duratura quella dettata dal– l'Internazionale socialista che non vorra vendet'.a, nè scbiar·ciaron1lo di nessun popo– lo. Sarà duratura quella pace compilata dalle nazioni, che deporranno realmente tutte le armi e si dichiareranno sorelle fra loro, pronte.a soccorrersi, a scambiarsi uti– li e prodotti fra loro. Bando per sempre a quella diplomazia di lor signori, che men– tre concludevano la pace, all'ombra affila– vano armi ed inventavano nuovi strumenti di sterminio e di strage. una nuova era sorge per noi all'alba del nostro secolo da cotesto incend10 che divampa in Euro– pa. A questa era parteciperà largamente la donna dal cuore gentile e dall'anima ele– Yata e che mostrando il suo petto s 1uar– ciato, il suo cuore laceralo dirà al mondo intero che troppo soffrì per una politica in– sana, egoista o barbara . Clara Zelkin. la martire dei nostri gior– ni allora trionferà ed affermerà le sue dot· trine. L'anima di tutte le donne oramai la se– gue. Esse non hanno tessere, non sono rico– nosciute da nessun partito, ma sono socia– liste nell'anima. I loro occhi non hanno più lag ,irn e. F.sse straziate dal dolore proten– dono le mani verso il carcere dove la Zet– kin è rin chiusa e gridano: Tu sola indovi– nasti ciò che strazia il nostro cuore, tu sola hai un animo simile al nostro. Rincrudisca pure il Kai ser persecuzioni e torture contro di te, ma tu ha.i vinto, tu s,, :..- ·ilrice , tu ti sei nffcrmata nel mondo intero, tra tanta caligine che oscura il no– stro cielo, tu sola porti la fiaccola, tu rap– presenti l'Umanità redenta. Dott. ADELE BAllBAROSSA. IL DECRETO LUOGOTENENZIALE contro lo sfruttamento deile forniture militari. H Go\·erno s'è dunque accorto delle migliaia e migliaia di donne che oltre a dare i figli al– la patria, danno diuturnamente il loro sacri– ficio di lavoro e s'è deciso a difenderle dalle unghie rapaci di mille sfrut tatori. La buona volontà c'è stata . Noi fummo cer– tamente i primi a gridare contro lo sconc io che av,·enh-a , gridammo a11zi prima della guerra quando il Governo non si curava di queste miserie, e gridammo dopo, quando la piaga si fece più palese e più va.sta. La que– stione fu sostenuta, in verità, anche da altri giornali ed era doveroso. A Raffaello Nardini della Ga;zetta de! Popo!o di Torino, che lu nel giornalismo borghese un po' il letterato e un po' il contabile della questione, concediamo gli onori dovuti. - Non ,·ogliamo ora tornare sull'entità dello sfrutta.mento avven uto, ma esamin iamo inve– ce la portata del decreto, sul quale proprio dai nostri giornali, sono già partite voci for– s'anche troppo ipessimiste. In tesi astratta il decreto eliminerebbe ogni intermediario tra il Comando e le lavoratric i, istituendo es.so dei Comitati e Sottocomitati che si farebbero trasmettitori e anargherebbe– ro Ja loro rete d'az.ione anche nei piccoli Co– muni dove il lavoro non arriva e lo sfrutta – mento è peggiore. Il princ~pio è affermato. ~1a certamente non sarà facile d'un sub:to ap– plicarlo nella sua interezza, anche, concedia– mo, per i contratti già esistenti Gli indu~tr:ali che hanno già dei laborato– ri strillano, e si capisce come da 1parte delle autorità non si vorranno sposla re ,certi inte– ressi, tanto più pel modo come vengono co– stituite le Commissioni. A ::\1ilano gli industriali si sono affrettati a dare alla stampa i loro conti di ca.s.,;aed han– no saputo dimostrare che... poveretti loro, a mala pena reggono quando non perdono. Ii Corriere che li protegge afferma che (( il 1pro– blema è comples~o >, per quanto riaffermi la necessità di eliminare gli intermediari, e la con;raddizione è palese. Anche la Gazzetta del Popolo di Torino tra– disce un r,o· la preoccupazione degli interessi industriali: u Il decreto luogotenenziale tende alla di– strilJuzione diretta del lavoro, ma in realtà si applica egregiamente ai rapporti fra gli indu– striali e le operaie, in quanto ché ooso crea organi capaci di intercedere disinteressata,. rner,te fra l'appaltatore e la mano d'opera. Contemporaneamente il nuovo ente governa– tivo potrà, specie per piccole quantità, orga– nizzare in modo efficace la vera e propria di– •tribuzione diretta da parte dello Stato. Ma anche r,rima che questa possa essere applica– ta I decreto dà agli organi provinciali i mez– zi idonei alla repressione degli abu.si attuali inerenti ad una -ituazione che non si ,p,uò ca– povolgP,re da un giorno aJl'altro, mentre da un giorno alI1altro si può e c;,i deve mettere tanta canaglia nell'imp0~ibilità di scroccare la merced" delJ'~raia e di :icr:umulare rir:– chezze con lo fruttamento della più gentile parte del popolo e con la speculazione su.]le necessità supreme che la guerra impone al pa~"- BisrJgnerà quindi vigilare sulla costituzione dei Comitati perchè l'intenzione di salvare cer– ti intere~i, Ralvo buttare a mare le canaglie ... e Ja. Gazzetta dPl Popolo le conosce ... , c'è evi– dentf'mente, e prima cosa e più urgente. è la formazione d.i una tabella unica che {lui il cornpensr., delle lavoratrici. La compagna Luigina Fili che esprime sul– l'Avanti! il proprio p.essimismo, chiede se i Comuni non possano servirsi direttamente dal Governo e distribuire direttamente il lav oro alle famiglie dei militari. Possiamo rispondere che il Comune di M:i~ !ano ha ottenuto già questo ed ha tatto molto per risolvere la questione imJ)ortante. Esso ha istituito come abbiamo già accennato al– tra volta, dei laboratori ai quali sono stati aggregati quem. sorti per altre iniziative sommando in tutto a 19 e raccolgono per ora 600 operaie. :In questi laboratori l'operaia lavoTa 9 ore e guadagna dalle 2.50 alle 3 lire al gàornò. Per mezzo di questi stessi laboratori viene poi distribuito il lavoro a domicìlfo. S'è prov– veduto 1per ora a 1500 operaie e si spera di soddfsfare le 5000 richieste dell'Ufficio _di col– Jocament.o. Il Comune per mezzo del proprio Economa– to è divenuto l'appaltatore. Attende gli ordini dell'Ufficio di assistenza pei disoccupati, per la distribuz ione del lavoro. A lavor o compiu– to un membro della Commissione fa il collau– do della me.ree e l'Economato ritira e spedi– sce. Ecco in breve il funz.ionamento. Le operaie posscno cosi percepire : Cent. 40 per le camicie (m luogo di cm. 20-22); Cenl 35 per le mutande (in luogo di 18-20). Su questi ,prezzi il Comune avrà !orse an – cora un margine che andrà a profitto della sottosc rizione per l'ass istenza disoccupati. (Per le giubbe e pantaloni il Comune non ha ancora aruto l'appalt o il quale mvece è affidato alla Cooperativa Sarti) . Naturalmente non sono mancate le raippre– saglie dei fornitori : i forn itori di tela ad es. hanno tentato l'ostruzionismo negando la ma– teria prima al Comando e portando la con– fezione nei Comun i rural i. Di ciò è stato edot– to il Ministero il quale ha prome&5o di prov– vedere. Altre difficoltà come Ia mancanza di mac– chine <e taglierine )) che hanno prodotto i primi inconvenienti vanno supe randosi e si spera che vinte tutte le inevitabili difficoltà di un simile cambiamento di cose, Milano possa offrire ai Comuni l'esempio del come si debba [)ravvedere acciocchè le intenzioni governa tive non rimangano soltanto inten• zioni! Frattanto mentre W vanno tagliando le un– ghie dei fornitori, abbia.mo , mercè l'opera del Comune socialista, un'altra ragione di com– piacimento. La tendenza a raccogliere le lavoratrici nei laboratori anzichè favorire il lavoro a domici– lio è pure un grande prua.soche facciamo sul– la via del miglioramento della vita operaia femminile. I Comitati che sorgeranno potreb– bero aggiungere alla loro funzione questo no– bile scopo. Attraverso jl decreto luogotenenziale, attra– verso gli sforzi di quest'ora di eccezione, si verrebbe cosl a portare sulla via della sua ri– soluzione anche l'importante problema del la– voro a domicilio, pel qua le è neoo.c;~ariofissa– re i prezzi come q>rogramma minimo, per fini– re poi alJ'eliminazione del sistema stesso . La guerra passerà - speriamo presto - passerà questo lavoro eccezionale e poichè nono~bntc Ja tristezra diffusa, non è ora, di pianti, confortiamoci pensando che gli sforzi che oggi si compiono a beneficio della classe lavoratrice, ipossano lasciare effetti duraturi. O- b. COS·E DI GERMANIA A coloro i quali dubitano ancora, o magari affermano non esser \'ero, che sia stata la Ger– mania a volere la guerra (pare impossibile, ma. ancora esistono Ji questi tali, pochi, ma r:e esistono, tan ro è grant.le la. cecità di chi non ruole ,·ederel); a questi tali ostinati e ca– parbi, care compagne, raccontate due fatte– relli piccoli, ma. abba::;tanza significativi. Da quando esiste e si è sviluppata su larga scala la grande industria automobilistica, cioè da venti o venticinque anni a questa .parte, i competenti di automobili si domandavano sempre perchè le macchine tedesche aYessero tutte, nella. parte posteriore, quattro buchi che parevano privi di scopo alcuno. Errore! nulla ,·i è di inutile nella colossale organizza1,ione della colos~ale l(ullur tedesca, come nulla vi è di inutile nella natura .. Con questa piccola differenza :però: che l'organizzazione della na– tura, con tutto il complesso ingranaggio delle funzioni, tende a uno scopo di conservazione, di procreazione, di emancipazione e di v'ita; mentre l'organizzazione tedesca non tende ad altro, come finalità ultima, che alla distruzio– ne all'asservimento e alla morte. Tanto è ve– ro che adesso, scoppiata la guerra, è venuto in chiaro come i quattro fori delle pacifiche automobili da lusso. da viaggio e da comme r– cio corrispondessero appunto a quattro viti predisposte per fermare sulle automobili le mi– tragliatrici che falciano e seminano ovunque la morte. Un alt ro esempio ancora più caratteristico. Obe cosa vi è di più pacifico, dj più lontano da ogni caratte re guerresco .e bellicoso, anzi, di più ripugnante da esso, dei banchi di scuo– la? Da noi quando se ne parla, quando si di– scute dei modelli da adottarsi, la parola sp~t– ta ai medici, agli igienisti, ai maestri. Nessu – na autorità si sognerebb.e di metter bocca in materia. Così non è - lo abb iamo saputo solo adesso - in Germania. In Germania, da lun – ghi anni, i banchi scolastici erano di forma e di lunghezcia regolamentare, ordinata dalle autorità militari. o per lo meno con~ordata con esse. E infatti p.rima ancora della mobili– tazione ufficiale, ecco tutti i banchi scolasti ci venire requisiti e disposti nei vagoni merci, ai quali, come si sapeva, si adattavano per• rettamente ·per servire al tra&porto in massa delle truppe alle frontiere . Una simile preparazione, così .perfetta, così meti colosa, così minuziosa in ogni particolare basterebbe a provare l'assolu ta volontà tede– sca di fare - e far e :presto - la guerra. Quan– do si lucida uno strumento, anzi un congegno affilato di morte, lo si affila, lo si accarezza, direi quasi, del continuo , con tanta amorosa cura, non è per lasciarlo pendere iuope.rc ,so alla parete I Ma per chi non si acconte nti di questi sin – tomi di preparazione materiale, eccone altri di preparaz ione psicologica e spi rituale alla aggressione , ancor ,più chiari ed esplicati. Un libro recentemente apparso, l'Allemagne enne• mice, di Regamey elenca a decine e decine le pubblicazioni tedesche di questi ultimi anni che preconizzavano, non solo la gue rra in ge– nere, ma anche in i$Pecie la guerra at roce, barbarica, iniqua, quale la Germania mostra oggi di intenderla e praticarla. . Lo spirito di tutte queste pubblicazion i è tipicamente rias– sunto in queste frasi che citiamo traducendole lettera,l.mente, da uno dei 1più diffusi e auto– revoli fra gli innumerevoli scritti del genere (La Germania al principio de! Secolo XX) : I! de!ilto di opporsi a!!o sviluppo della Germania è cosi grande. che i mezzi pi'U violenti sono an– cora me.::.::i giusti per rispondervi. Più il: GLA[ A1 VINTI! sarà inesorabile, più sicura ne segui– rà la pace. Non si può oggi annien tare FISI– CAMENTE un popolo vinto, come si usava nella antich.itt:i. ma si deve tenerlo in condi:ioni di inferiorità che equivalgano al suo annienta– menlo. Nè si dica che questi sono Yaniloqui di esal– tati. Chè alle :parole corrisponde pur troppo rigorosamente, ahimè, la terr,ibile logica dei fatti, col cru dele, spieta to, cinico programma dei pangermanisti, la spaventevole, spietata e cinica.crudeltà dello loro leggi cli Stato. Fu nel 1908, su proposta dell'allora Cancelliere, prin– cipe Bulow, quello stesso che si rese triste– mente celebre fra noi per i suoi recenti intri– ghi diplomatici; fu nel 1908 che il Parlamento 1prus~iano votava la legge che permette al Go– verno prussiano di espropria re in Pologna qualsiasi terra posseduta da pol~ccbi, a van. taggio di prussiani, e su prezzo inappellabil– mente fissato dal Governo prussiano ! Ancora più enormi sono le misure p.r,es.e nello Schles – vig-llo lstein, la provincia danese che come è noto fu strappata alla Danimarca e annessa alla Prussia circa un cinquanta anni fa. P er favorire e accelerare la prussificazione di que– sta regione, vi è proibilo ad ogni suddita o suddito, di sposare con un uomo o una donna di nazionalità danese, pena la nullitd d.el ma– trimonio. Anzi, agli effetti della legge, i figi.i di matrimoni simili sono posti in condizione di inferiorità agli stessi fl~li naturali, perchè, n. differenza di questi ultimi, non hanno nem– meno la facoltà di ereditare, nemmen o con l'e– spres.so testamento dei loro genitori o parenti! E del resto molte delle nostre lettrici ricorde– ranno ancora le atroci scene accadute qualche anno la in quel pezzo di Pologna dominato

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