La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 3 - 7 febbraio 19

VAKIETA' La masticazione. I trattati di storia natura le dicono che I'ani– male uomo è provvisto di 32 denti; motivo per cui io mi son sentita molto mortificata quando. giunta ad un 'età in cui sarebbe stata vana ogni speran za di ulter iore accrescimento, mi trovai solamente al mio trentesimo dente. Scherzi a parre : è positivo che ormai sono moltissim i, quel– li che non hanno messo tutti e quattro i famosi denti del giudizio. Se è vero che la funzione crea l'orga no bi– sogna credere che noi mastichiamo meno di quel– lo che masticassero i nostri antenati. Del resto anche senza appogg iarci alla scomparsa degli ul– timi molari, basta fare un rapido esame, dirò così, di coscienza per persuaderci che noi ma– stichiamo poco e male. Il ritmo della vita si fa sempre più affrettato; le poche ore nelle quali possiamo viver e per sod– disfazione nostra si vorrebbero allungare e così si ruba il tempo ai pasti e qualche volta al sonno. I giovan i, specialmente, comme ttono di questi er– rori che si potrebbero definire peccati contro se stess i. E son peccati che si scon tano ! Invece dovremmo proprio Care alla funzione della nu– triz ione tutta l'importanza che merita; sia con una razionale scelta e preparazione dei cibi, sia con una perfetta masticazione. La prima dige– stìone si fa in bocca, si su-::>! dire. Infatti , più il cibo viene triturato colla saliva, più facilmente sarà digerito; meglio le sostanze nutritiz ie ver– ranno assimilate. Oh! dicono i giovani io ho uno stomaco di ferro! Io non ho mai fatto indigest ione! Sarà benissimo; ma perchè forzare lo stomaco ad un lavoro che natura ha destinato ai denti? E' pos– sibile che, a lungo andare, esso non ne risenta danno? E che gusto c'è a non trarre -il profitto che ci potrebbe dare? In causa della stessa inscusabile indifferenza per questa vitale funzione, si trascura la pro– pria dentatura . Quanta gente non ha la buona abitudine di sciacquarsi la bocca dopo mangia to I In modo speciale le donne durante la grav idanza non do– vrebbero dimen ticarsene mai, per chè pare as– sodato che, in quel periodo la saliva acquist i delle proprietà corrosive per lo smalto. La cura dei denti cariati (si dice) è lunga e costosa e, generalmente, si preferisce far strap – pare il dente quando è in condiz ioni disastrose. Io però so per pratica che se la carie è appena iniziata si cura anche in una sola seduta spen– dendo quanto si può spendere per una qualsiasi visi•a medica. If dente salvato ci risparmia soffe– renze spess'J terri bili e ci eermette di masticar bene. Io non so e non mi pare che ci siano am– hulanze per la cura dei denti ai poveri. Credo però che fino a quando non sarà capita l'impor– tanza di una buona masticazione, nessu no si cu– rerà di richiedere questo ramo di assistenza medica, rinunciando inconsciamente a dei gran– dissimi vantaggi. Siiss. Abbonatevi alla " Difesa delle Lavoratrici ,, LA D,F'l''.SA DELLE LAVORATRlCI VITAPROLETARIA INVERNO Anche questo è un terribile nemico dei la– voratori : malanni, miseria, fame, freddo, disoo– cupazio ne, sono i frutti di que sta stagio ne. D'estate occorre meno spesa nei vestiti, meno spesa di luce, di carbone e di cibo; si la– vora più o meno e si guadagna in un certo mo– ao da p<:ter sbarcare il : ~nario. Ma d 'inverno , d'i nverno perdio, I 'esigenze si raddop piano in tutto e pe; tutto : nei consumi, in ves tiario ed in fastidi poco gradit i e se la scorta manca... addio mio bene ... ci rivedrem alla stagion dei fiori! Manca il lavoro, manca quindi il denar o e per consgue nza il cibo, il carbone, la luce, i pesanti vest iti e tutto quanto necessita nelle fa– miglie. Ed il povero lavorat ore, dopo di aver sgob– bato da mane a se ra durant e il bel tempo nell&. bella stagione, è costretto d 'inverno a stri ngersi la cintola, abituarsi a fare i digiuni e le vigilie, non per devoz ione ai sant i o le madon ne, come il prete insegna ai fedeli della sua santa bot– tega, ma perchè una maggiore forza gli s 'im– pone : la miseri1 e la disoccJpazione; a cui bi– sogna aggiungere un 'altro insulto alle misere– voli condizioni, ed è quello del padron di casa, che non aspetta neanche di finire il mese ed ha già decretata la sentenza di sfratto. CORRISPONDENZE A Milano . Il gruppo femminile socia!isf.a r iun itosi do– menica 31 gennaio deliberò di indi re prestis– simo un comizio femminile contro la guerra. Fu animatis.,;,ima la discussione intorno ai criteri a cui doveva ispirar si jj com izio stesso. Alcune compa gne sostenne ro i concetti hérv ei– sti, alt re combatterono questa tende nza e so- stennero criteri più positivi e realistici. · Fu votato infine un ordine del g.iorno in cui si deliberava di indi re il comizio femminile , in armonia alle idee espuesse da l\ 'ulti.mo ma– nif esto del Partito compilato nella 1iunione di Ffrenze. Furono pr esi accord i per la preparazi oJ:n.e di indumenti pei dann,eggiat i del terremo t.o. fra le volonteros e comp agne che si sono offe,r– te. d'i. cui molte ope raie. Il Comit.ato de l gruppo ha già fissa to tant·, r iunioni oreparatorie da fa.rsi n ei varii rion i della città per sp iegare alle d.onne lavo ratri ci il signifi cato della m,inifesta, zione. Da Cusa n o sul Seve so . • Domenica 21~ genna io ebbe luogo un corteo al cimit.e.ro per portare una corona sulla tom– ba del compagno Ghezzi, che morendo ebbe ,·iolate le sue ulti me volontà dall'inf ramm et– tenza del prete. I compagni int endevano pro– testare anche contro il fatto che il pre te no n volle che la b,qndiera socialista seguisse il fe– retro. In tal e occasione fu tra noi la compag m~1 Brebbia. la quale pa rlò da,,an ti a un num e: rosissimo pubblico compost o quasi tutto dt uom ini. La compagna dimostrò a.i compagn i che In nrima vitto ria sul pre te si pot rebbe compiere ;nercè una maggiore cura dell e proprie don – ne le quali hann o bisogno di una propaga.nd -n fat.ta di bontà e di persuasione. Dimostr ò come noi socialisti ritroviamo nel– la nostra fede tutti quei conforti che abbis o- I I I I giovani so.cialisti lieti per la buo na p.ro- Gl 'industriali, i bottegai, i commercianti, in messa inv iano da queste colonne ,al le f~tu~ barba alle disposizioni di legge, inaspriscono compao-ne il saluto fraterno e J augur io t sempre più i loro gener i alimentari e di prima ave rle O presto al loro fianco ~ con:ibat~erJ necessità, speculando sulla povera gente. Intan- sante battaglie per le nostre nve n <licaziom <ll to ogni giorno le cronache dei giornali rigur- classe. Libero. gitano di fatti doloros i e ripugnanti : suicidi, as- Da castel Fiorentino. s~ssini, a?gr .essio ni, f_urti, grassazioni, scioper i, Finalmente domenicn. 17 geunaio abbiamo d1mosrrazw01 popolari e tutto questo perchè? definitivamente costituita una forte Sezione Non è forse lo squilibrio economico che produce j femminile. . . 8 tutto ciò? O sono que sti i segni o sintomi della j Parlarono i compagni Bond1J.,AJlemgr,ag•ne a,• · L' · t tf · ·tando le nuove co P ~ decantata e invocata concord ia Naziona le ? g 10 1.1't u 1 1 n 11 9 1 ' i•niz.jata in nome de-I , . I pe.rs1s ere ne· opera ,. . li I~ gove:no promette , promette e m~_1 manti ene grande ideale nffratel!atore di ~utti 1 popo ~ anzi segui ta sempre a spremere, a p1u non pos- A segretaria fu n~mrn~ta la giovane oomp a so, c?I torc_hio I~ smu nte ed esauste tas~he d~i gn 1 ~ ~itf! n 0 a tt~t~gf~ 0 J:i~~enute, udi te le p.r n.- contnbuenti e s1 guarda bene dal cambrnre st- t' h f tt · . 1 na con ferenza deJJa comp n- stema di tasse onde far pagare ai ricchi certe ~~a e o:it.e J!fa~ano ff delibei-a rono d'invit a1'.:>- spese da essi volute; i municipi impongono bai- l'U. N. F. s. a sollecitare la ven uta aena com - zell i e suppliti vi per andare poi a finire in spese pagna ca r issima.. stravaganti, banchetti, gra tificazioni et simili a. Da Torino. E pantalone che paga di tasc a e di per sona, per difendere il monopolio di chi lo sfrutta , non rientra ancora in sè, per concepire che la causa di tutte le ingiustizie, di tutti i malanni, di tutti gli orrori guerr esc hi, dipende da esso medesim o. Perchè se la sua coscienza fosse capace di com– prendere che la forza è nelle sue mani è nella sua volontà, potre bbe far crollare que l maestoso gigante dai pied i d 'ar,rill a, che è la borghe sia col suo capitalismo, per far trionfare una volta per sempre la giustizia, l'uguaglianza ed il ben es– sere sociale, nel! 'interesse dell 'intera umanit à. Torino. 10 gennaio 1915. C AVALLO L EOPOLDO. PROPAGANDA gnano allo sp frito nostr o, e che nella morale rositiYa scientifica trov iamo la guida miglio– re per la nostra -cosc!enza. Ricord ò a ta.le propos:to Alessand r Lna Ra– vizza. la benefatt r ice tanto o.mata dal popol o, cli cui p,roprio in quel giorno si celebravano i funehrj civili. I:-a, compa?~a 0rebbia torne rà presto fra noi per avvicni,aue le no~tre :donne e convin– cerle ad entrare nelle nostre file. Da Tricerro . Cara 'Difesa, concediin i un po' di spaz io per rivolger mi alle donne di que sto pae se. L'appel] ? che comipwrve sul •no~tro gior– nale la Difesa delle Lavoratri ci non cadrà nel vuoto. Già qui si incom incia a cornprende re la necessità di lottare per la conquista di una Yit.o.. meno grama . E la donna infatti che sof– fre pii! di qualunque es-sere uman o, perch è essa non ha nessun sva go, mentre ruo mo può far passa re i suoi crucci in altre maniere. Eà è perciò, ocomp agne, dovete a.d unir vi ai .,,...,..f.,· m~iti, - aTv osuri co1l1p,agiif{ flTa. voro, per me– gho rafforzare la lotta contro chi ci sfru tta e contro ogni privilegio. Oggi è l'orribile sciagura della gue rr a che ci t?r_ba. Ebbene, o donne, soltant o qua nd o tu th 1 lavoratori e le la v&atrìci saranno co- ~~ie;t~'e i1~ Pf~~rt!iÌ~i~~fTrare il regno della pa- Da Po :ntede ::ra. TERESA S. ANG EL.<\ B . Sembrava che nel nostro paese fossei im– possibrile ap ri.re un v,aa-co a1 \·erbo socialista specia lmen te fra J.a numero sa schie.ra delle nostre nperafo. Ma l'opera di prop agan da s\·olt.a dai giova ni ·social isti con la djffus ione della Dif esa, non è stal,a inutilme nte spesa. Già un gr uppo di giova n i donn e, convi<:nte della bontà de:la nostra idea, sta lavoran do per costitui re un gruppo femmini le socialis ta. Il lavWo di propaganda che si è prefi _5'.60il nostro Gruppo Femminile, va sempre p rn ,iJ– la.rrrandosi e la nuova C. E. prepaira un buon lav'òro flra le donne proletarie della peri!e ri fl. di Torino e din torni. Per fronte ggiare all e moltepli ci spe.se, l~ nuova Comm ·ssione, composta delle seguE:'nt~ compagin..e: CJementina P erone .(segreta:3:1), Ca,rolina Demelas (vi,ce-seg ret ana ), Fel 1c1t.a Chiappino, Emilia Perone e Tere~a R~no: prepara una festa danzante con g,uochi, can. ti, suon i e ba nco di beneficenza, che avr à luo– go domeni ca 7 febbraio daHe ore H. .alle 24. ì\ 1 Iolta prooagan <la occorre per abbattere le dame bor$!he:si, le quali, ~otto H manto del~ l'in te,1·esc;am,enf.o operaio, tenta!Do . con. og-~1 mezzo dj strapna.re le debo li menb , por atLl– na r',e nel1'ingran.çiggio -delle loTo menzogne . . Ma le <lonne proleta ri e vigila no per oppors1 ai tentativ i di costo ro e sa.pranno gu:da-re le madri pro letarie J1eT la via de11a .verit à, l'u – nica che guidi alla frate llanza umve.rsrùe, al social ismo. Per il G. P. ,-:. u L a Riscossa n PAOLA PEnONE . '11 17 gennaio la compagna Z.anetta parlò a S. Il ario d'Eura in un imponente comi zio, con– tro la gue rr a, affollato di donne prolet arie. II pubb lico che sentì nelle parole delJa co~ – pagna via via vibrare tutt o il suo do]ore, e 11 suo 1on.tano sog,no di riscatto, tutta la sua one– stà in con fronto dell'infam ia che insa nguina il mondo per il delitto del regime borghese , fremette e pian<::e, plau dì ed ese·crò con l'ora– tr ice ed elevò la sua anima in un grido uma– no contr o la guerra ed in un fraterno comp iam– to per le vitti m e del terremoto . Per esse si rn,c. coh:e una somma di denaro all'uscita dal co– mJzio. Domen i-ca 24 fu ad Affori (Milano) per un'af. ferm azione di libe·ra educazione in fantile con– tro il clericalismo che aizza le madri contro il Comune ne.r vole.re l'insegnamento oscuranti– sta e schi 8.vist.a della dottrinetta. Jo-i~~~~c~:~~~:ri:z16~~ 'f~~c~ji;~~ Jir~~~=:......=:.= Rav.izza la cui salma passa.va intanto tra due ali cli popolo in ,rimpianto e seguita <la una selva di bandi ere prol etarie per Je vie di Mi– la.no . Il pubblico sentl le rag ioni e le commozioni. alte di quella giornata d.i propaganda in .cui pa rlò pure efficacissim amente il compagno Dott. Fe r.rar i. Abbiamo ri cevuto tanti articoli , sempre sulla guerr a. Chi ediamo perdono alle collabora tr ici se non possiamo pubbli carli ; non per mancanza di volontà , ma per.. mancanza di spazio. Sic– come, poi quasi tutti gli arti coli esprimono, con l' orr ore grande per la guerra . gli stess i pensieri hervei sti , preghiamo le nostre collaboratr ici di leggere quando su già detto, a confutaz ione, nei numeri precedenti. VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI Come può Lucia ris:;pondere alle molte ~ette– re eh~ riceve e che parlano della guerra dicen– do le cose più disparate? Lucia fa il suo atto di confession e: in un momento cosi tragico, quando pare che nel mnndo imperversi una bufera di !=angue, e l'avvenire si prese nta con miJle incognite paurose, non ha il coraggio delle :Jfforn1azioni ~icure che, qualche volta, molte voJfe, ,:ono anche ;1~sai semoLlcis.te. Cara CO!npagna Lucia Draghi, che r:improve: ri alla 11 D'fe~a n la <=ua i.'ile neut ra li td, d.e.v, sapere che le alt re donne tutte quelle che han– no scri tto fino ad ora a Lucia, e sono molle, le hanno rimp roverata di e~ePTe poco .... n"}U• tra le. Siamo state pa11ro<;e? Non ri p~r-P. Ab– blamo -c.erca.to di riflettere. um:lmenfe . Il tur, o:::cattogen.:>-ro~opel Belgio l'abbiamo ~ntit.o nni pur~. E anch~ ultimamentP l::t II Dif~<;a II in un articolo di ~laria Perotti Born3~h1. aff Pr• mava <'he nr,n è ,,pr,ra socialista f 1 ,gliere .aJ. J'e-roi"TDOdel B~lgio il suo sjgnifir-:ito idpale. Perchè, ver::-mrnte, per amore di 1esi, si è ciunti a non !ributare più ad un popolo op– orec,50 che si d'f~nde ,Proie,-unente la glori:1 P la riroforda "'r,lidarieta che si merita. Fra i J10 de:rnbti Y.wialisti tedeschi, che hanno a/'.cettata una tregua d'armi <'0I loro go·:emo, votando tutti i rrediti militari e i 80- r-iali<:ti del Hel;tio e dPlJa F1·ancia rhe hanno arC&>t.t..ata l -<::°te<=h~a tre.gua. per difendere le lo– ro terre d:,ll'invasione straniera, per non sog– gjacere all'arbitrio, alla prepotenza, alfa tra– <'0tanza tedesca, noi pure facri;1mo una distin– zione. Non ci appagano i ragionamenti di quel– li <'he ,vedendo nella inierra, 1mic:nnente unrt contesa economica, un:-.1. lotta c:Jnitalistica, ne- 7ano ogni valore ideale al popolo, chP scende <.:11J <'ampo, per rJif,mdersi. Il materhdismo e– co-nornico, pure abituandoci a rkerr:are le ca11- se che determinano i grandi ,;;ron,·olg-imP..riti della storia, non deve impedirci di da.re la nostra solidarietà al popolo or,pres.,o, e che si difQnde erokamente. :\fa non possiamo non w•nsare che t·on la Fr ancia e iJ Belgio, assaliti. c'è la R i,;,--ia.,in cui Ja libertà è un sogno e l'affermazione di prindpj di gi.ustizi:j_si traduce ancora, tr<.,ppe volte, nell'o scuro martirio dei precuTsori. Cer: to, giu dica ndo <l,a,l punt? di vista delle r agio~1 ideali della guerra, la Russia s.i arma per di – fendere la piccola Serbia, cosi come l'Inghil – terra si a.rma per dif endere il pover o, eroico Belgio! :Ma la guerra non è fatta per ragion i senti– menlali, queste danno la giust ificazione appn– rent.e. Cosi !"e l'Italia dichiarerà la guerra lo farà, non per difendere la Francia e il Belgio, non per affermare la. ~rrandezza della civiltà, lati na contro la teutonica, non per da re un colpo al miLitari<::"Jno tedesco. Lo farà qurun<lo, per i suoi interes.c.i, crederà giunta l'ora. op– J')Orluna. Perciò la gue rr a ci dà un senso in – finito di sgome nto . Ci pare cl1e tutti ques ti i.111~ teressi op.posti tra nazione e tlass i, abb ian o fatto nell'ornbra un laYorio form idabile, e che l'intAndio sia esploso oon la fato.Jità sinistr o. drl t.Rrrcniot.1). Senza es•ere vili, cara. compagna, mon osia– wo pensare che l'incendio possa allarga re. Tu hai atteso una nostra parola coraggiosa. che nou è venuta, un nostro atto d'indisciplina. eh~ non abbiamo saputo fa re. Questo atto non l'abbiamo fatto prima di tutto, pen·hè non siamo interventiste, noi non disruteremmo ora -:-;ulla /Jife.w, che avre mmo :i.ffid.ata, pr·r ragioni rvidenti ~d altre donn e; in terzo luogo f,6rthè il nost.r0 giom..-de, ri– volgendosi sopra tutto :dle donne proletarie, ha dovuto flno ad ora, lottare contro In ten– denza. hérveista dellr masi,~ proletn rie, spe– d.almente femminile. E Lucia che vive fra le donne proletarie ca• pisce e giustifica questo sentimento perchè ve– ramente la patria ha t1·oppi torti verso il pro– letariato. E quando la guerra semb rava un paurr.,w sogno impossibile, noi stes!';i, nella nostra proj)aganda non ci siamo mai curati di fare capire la necessità storica della patria. Non abbiamo bene spiegato elle la trasfor– mazione della società non Ri compie dal di fuori e con la violenza e'.t.e:rna. Questa guer– ra ha insegi'rato a tutti molte cose cara com– pagn:i <:.r,rivi :mPor:i T.1tcio. Ccaa Lucia, Cossato, 12-1-1915. .1ppro{l.ttando della tua gentile cortesia, m i accmg~ anch'io a chiede rti una spiegazio ne a proposito di qu ello di cui sento parlar e. Domenica scorsa avemmo la riapertura del– l'Università Popol are con una conferenz a co– sidetta di massima attualità H L a Croce Rossa Italiana ., tenuta dal conferenzie re Dott . Da– nioni a scopo cli costituire anche qui a Cossat o un Comitato appo sito. · l 'intento del 1Dott. Danioni è riuscito. Fin qui nient e di male. 1\-f a il peggio avviene ora, 1 che il nostro Sindaco, invitato ad accett ar e la pre sidenza, accettò. Ora dimmi un po', cara Lucia, U sembra che un socialista ufficiale co– me è il nostro compagno specialmente pel po– sto rappr esentativo c.he occupa può accetta r e lale carica ? Lo credo di no; 1•emie anche fra le m ie mant questo fogl io per la (ln na, ed io ri(luta"i. E ve– ro che come disse l'oratore suddetto, la Croce Rossa serve per curare i feriti che ci fossero in causa di un terremoto, o di r,uerra, o di qualsiasi altra sciagura , ma io pe11sai che qu esta Croce TI.ossa ha più uno scopo mi lit a– ristico che altro. D immi dunque sf' noi socialis ti possiamo o no far part e lli deltr, Croce Rossa. Cara compagna, Im.u A. Tu hai perfett.aJJnente ragione di lam entar e il faito dell'ades ione di socialisti alla Croce Rossa. Lo so: i nostri avversaT i ci dicono che è, settarismo la rnost.ra decisione di non voler aderi re a istituzioni che hanno scopi umrunita – ri. Sapere le llù-rme per la medicazione dei fe– riti e cooperare evenLualmente a tal e opera non è forse per tutti cosa utile e buona? Altro che! e <.:edifatti potessimo procurarci rrue1le nozioni necessarie al caso lo faremmo volentieri, come poco ci impQrterebbe a met– terci d'.accanto alle gran darne per soccorrer feriti, se ci si trovasse nel doloroso bi sogn o. Anzi, 11oi forse sapremmo far meglio, perchè la ,w~tl'a vita più provata ai disagi ci fa più forti f• pii'.1 pratiche. · 1!a me ~t.er~ i ora i~ ~na isiituzio ne che per le 1~ d1 c!n la cost1tu1sce, per i partiti a cui fa più spec1alme.nte capo, è in aperta contrad– dizione di prin cipii con noi, propri o mi pa,re inutile e dan noso! Non sono forse queste per– sone tanto beneme rite della Croce Rossa quel– le c~e in t~rnpo di pace sostengono quei go– v,erru e que i pr ivilegi e quelle caste che son o la pri~a ~a u~ del_la guerra in gene re? Se .difatti no, _fae:c1amo distinzione fr a guer – ra dt offes_ae d1 dif esa, sappiamo però che la conflag razione eur opea ha prop .rio le sue ra– dici nel capital ismo. .Ma. e .P?i. se. non vi fosse questa questione d! ,:>nnc1p10 •. ,:1. sarebbe sempre una questione d1 rncompat1t)]ht à fra noi donine prole tari e e le grandi dame che ci fa rebbero nausea con I~ loro l~ggerezz.e. Ora per e-sempio,nei gra.n. d1 centri la Croce Rossa indice dei bal1i di beneficenza. 13: tutt~ comme r cio, sento dire! Oh quanto commeTc10 darebbero a11che le nostre donn e che man cano del necessario pei fig li! Ma in– somma , trascinare in una sa.la da baJlo, delle cose tan~o serie e tristi, .mi pare proprio una profanazione ! A me parr ebbe che il compagno, Sindaco del tuo paese avrehbe fatto meglio a incn.rica– re un medico dell'ist.ruzione pe.r le donne vo– lonterose e istituire a spese del Com1me una plccola scuola. Cosl sarebbe stato sicuro di fare opera bu o– na, s_enzn compromettersi con quan ti sono, in Le.mp1 normali, gli 5!rutta lori di chi lavora, quando. non :>°no gh ~tessi 1mtri ottardi che, com-e ai .tempi della guerra libica. so.c:.:teneva.n o la ~antt tà dell 'aggressione contro i pover i arabi I Il !1,0stro patriottismo è hen diverso dal lo– ro; ciascuno dunque per la propria stra<l:t. . E brava !1 te, che hai sapu to compren dere 11 dovere d1 una donna socia lista che vog ll.1 essere coerente a.i suoi p.r.im_,cipii. Luci.a. RIGAMONT I GIUSEPPE. 11erenw,. Tit,.. Editrice della Società • AVANTl 1;

RkJQdWJsaXNoZXIy