La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 3 - 7 febbraio 19
Anno IV • N . .3. 7 Febbraio 1915 . Conto c,ir, ·e1,1e cv.la Post,;,, • • ESCE LA 1.a E LA a.a DOMENICA DEL MESE D D ABBONA■ENTOt REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: Un numero Cen't. 5 AnRo . L 1.50 Semest re .. L. O.BO 50 copie .. L. 1.50 100 copie .. L. 3. - EsTEAo IL DOPPIO MILANO - Via S. Damia no, 16 - MILANO Cecità di cose di uomini Compagne, nel breve lasso di tempo da che quest o giorna!e non vi porta la nostra parola, quante nuove angoscie s'aggiunsero alle ango- scie! An che il terremot o è venuto a rattristare viep– più l'ora gid buia! Questa nostra pov era terra italiana che per jortuna è salva dal flagello guerres co, ha pur dov uto subire il capriccio violento della natura. Natura cieca che ha nelle sue leggi benefiche, anche i suoi cataclismi. Ma se gl i uomini della gran madre natura godono i benefici e le gioie debbono essi che hanno una volontà e un potere, riparare al male fin dove è possibile giungere! Ahimè , ciechi anche gli uomin i! E ciechi gli uomini del nost ro governo che non hanno saput o mandar soccorsi a tempo sul luogo del disastro, sacrifica ndo così miglia ia di vite, che potrebbero ora esser salve/ E cieco ancora questo gol'erno che non ha saputo pr ovveiere a tempo ad alt ri elemen tari bisogni del paese. C 'è volu to un morto a Ca– tania , e le /_olle discese nelle pia:ze a gridare - notiamo le donne di Figline Val d'A rno çhe seppero unire la loro voce a quella del prole– tariat o chiedente i suoi diritti - c'è volu to la minaccia insomma da ogni capo all'altro del pae- se. perc hè i gove, nanti non si dec idessero a fare ciò che avrebb ero potuto far prima . con grand e beneficio del paese. Il pane sali va a prezzi inverosimili, perchè la speculaz ione capitalistica aveva libere mani. Ora s'è levato totalmente il dazio sul grano, s'è diminuita la tari ffa dei traspor ti , s'è data possibili tà di ,,ila a quei consorzi granari pr o– Pinciali , che dovevano impedire l 'esosa specu– lazione. Qualche cosa s'è fatto; ma basterdi> A Milano, la giun ta socialis ta aveva pu r prov- 1•eduto a dispetto delle criti che avversar ie e bene fe ce/ Ma ciechi saranno ancor .i. i governanti se non pense ranno seri amen te ai pubbli ci lavori. La preparaz ione milit are che assorbe il go– verno, Ja!lir ebbe ad ogn i scopo, anche a quello legittimo di difesa, se si contin 1rnsse ad affa mare il proletariato e ad esasper:1rlo nell'ozio forza to. Noi da queste colonne gettiamo il monito ai responsabili , in nome delle madri che trepidano per il pane dei figli, in nome di quel senso più elementare di soli dari età, che deve unire gli indivii ui di una stessa patria, se patria non dev'essere sempre dolorosa ir onia per troppi. E mentre altre forze di uomini ciechi pre– mono dal di fuori del paese, si badi a ri tro– vare qui, coi doverosi provved imen ti per il pr o– letaiia to, quelle fo rze benefiche che possono bastare per ancorarci sicuri . nel mare vorticoso degli avvenimenti che turb ano la vecchia Eu– ropa e il mondo tutto! .. PATRIAE SOCIALISMO Carissima Bornagni, Vuoi permettermi 1Jna breve coda al tuo oltimo e( ;\cu tral ità ))? Sono a ·accor do che non è il compito dei so– cialisti e neppure il momento opµor tu no, per delle manifes ¼.z.ioni o di,,.hiarazioni contra rie al senti.mento di pat Ma nel senso giusto e buo. no. Arbitraria mi pare, però, la tua interp ret a– zione della neJlralità assoluta propugn ata dal partito Social ista. lo no:i credo, anzi nego, che ne uiralità assoluta voglia sign ificare di– sinteresse anch e in caso d'un'invas ione de l suolo nazi onal e. ((1\"euiralità assoluta signi fi– « ca mantenere l'Italia c:ino all'ulti mo estranea "all'attuale confljtto, che già tante stragi e u tan ti lutti ha '.'-eminat.o nel mon do, senza al- 11 larga rlo magj?'lorme:1te . smisurata.mente col 11 no=:tro in•ervento che dete rminer ebbe l'inter– u vento di alt ri .trr1Jp-p1 an cora ind ecic:-.i,rin• " forz an do l'onda di dolo re e di odio chP già "abbiamo ed <ffu>jNi tanta parte dell'umani- 11 tà u. ~è ad avvalorare la tua interp-ret azione pos– ,;e,no servire le mani festa zioni o gU scritti di gruppi o persone r·he, a mio parer e, rappr e– sentano più la deforma zione del pensino a ~opo polemico che L1 espressione di sentimen– ti \ eramente r<.1dicati. ~o n distru;z-giam,, dun – que questo c;entime nto che ci unisr'.e, prima d .'.e a,'!'li altri, 11lle perso ne dello stesc:o paese, città e n::izione, dichiariamol'i pront i anche noi sociali..,-ti a diff:.ndere la patria g!acchè vi . :.ono anco ra r1opoli che J'qma no tanto l'1 pa– tria dr.i.di .~truafJere quella defjl i altr i - J>P.T l'I– talia questa n.r.,cessità è f1t,r ora molto 1,Jntan:1 - rna, r.,er rar :Ut..f'r•rchiamo di non ca~Pre nel– l'errore oppo<.to: nmarP troppo la patria . $P i rnilirni di r,role+ari 1 edPsch i avPssero :imato m'!no la pr, tri.ci . e temuf<, meno per essa ie ba rbarie e l'a~--olutisrno ru~-0. forse non sa– rPbbero marcia ?i unr1nimi e rier:hi rt fianc o de11'imp-era.tore e dP.ffimpe ri alisrno verso ... ti Beleio paci fico 1-,tJ opProso, rojltro Jn Fr :mf'i:i civile e rer,1 hbJiP;jna! !\e a.bbirimo del r~V-1 ç.., _51-mpi recenti in r...,1..,a: Fu per farsi gr and!! ~ t.Prnuta e..... ric c:J h1 p&tria che gl 'it.a.lin.ni por– tarono Ja for ,.a &. Tripol i. Per che arnmf:C;:.,o MffiP prednmln::i.ntP il ~en timento di patria t11tti gJi ec<:'f!.ssi tr0vanr, ~d . ~ifi ca zione. A:;coltiamo irL5ieme: è Ja voCf' <h Tolstoi. ,e Q·Ja,i tutti gli uomini si trova~o. al mo– me:n'o <'he in loro ~i -sveglia Ja. coc:c1enia , pre– tj ai lacci della "eriu zione nnzion:.d~. P vivo– no neJla rori diz one r·he il loro pop-olo, il loro regime sodale, l:t loro patria sir,:io Jr, m_igli?ri, che peJ orogrec:s o e la feli,,.ità d1. qopc;tJ, h1so-– .rtna sotto mPttersi al governo (::..;U;:tente P. ct11- per ord ·ne di questo si df-vono molestare, u ri der e ferire i pr<Hiri c;imiJi. In virtù di qu'?~ta pretesa felicità n :i.zionalt• ,:;J tro va po<;c:ibilf' '":r>nascolta re i richiami dr!l• la coscienza p di ::ibòirare aU:t libertà m~>1::i_le: Dal wom ento r·he c;.i Mnmette la po<c;1b11ita (lj sacr:iLrnre il t ei•e di uno a profitto d_~l t~P.– ne di una certa collet tività, non si p11ò piu f1"':" sar e un limite a qllesto princioio; tutti gli atti pc,,;sono giustif icarsi e non vi ha. mri!P chr: n::1 può es~ere comme~so in suo norne. Lrl ~1~ooos1 zione che <.la poc:s!hile conoscere fa. fel!Mtà fu. tura del1e masse fu una volta ma_nte"111ta d:-dl~~ tc,rtu ra , l'inqui ,.izione, la ~hiav(~u, ed Og"/l'. d :1 tribunali. le pri gioni In virlù d; qnP tEJ ,r·u,,.1- Pio Caifas fece am mazzare Cristo: oggi no i ammazziamo milioni di uomi ni nelle guerre) ). Le pa role del gra nd e filosofo russo non po• trebbero essere pdù lin1pide e significa tive. E che cosa dice a te il .caso Hervé? il caso di questo uomo che ha stro finato la ban diera nazi0male nel fang o per poi correre alla fron– tiera? A me in<;egna ancora una volta questo : che dobbiamo guardarci sempre dalle esage – razioni; ch e tarito gli uomini nua:nto i partiti debbono sa pere mantenere quella certa. mode– sta linea di continuità tra nensiero ed azio ne se vogliono salva rsi dal ridicolo e dell'impo. tenza, se non ,·ogliono fare propaganda uni– camen te di di5orientament.o e di scetticis mo. Vogliamo diventare neutralis ti relnfivi per éV:::CPdere alla convinzione che anchP-l'Ttnlia ha inte r Pssi 11azion ali da difen der e e confini da correggere? Tu non puoi non devi trova re anc he la mi– nima attenuante per la mostruosa follia della. guer ra, immensa rovina in confro nto di cosl modesto obiettivo. Perchè la gue rr a, anc he quand o è combattuta per un:i causa buon a, o meno nessi ma, non ce-:;sa dJ:i clefornrn re e stri– tol are le anime pri ma ancora <lei cor pi. Quttn dn un uomo, uno dei garibaldini combattenti nella .Art!oTine, cava]jeri del d iritto, come si dic e, giunge a '-Crivere ((sentono l'od ore della poln 1 re come i ouled ri ou ello dell a biada " onour"' 11 simpatico il colpo del cannone» e più avant i 11 asroltando quasi con oia cere que– do immenso frn~tw.,no che h:1 del divino" e chiama la ~tr nge delle mHrngJiatrici re mrssi – doro di vite uman e 11 (Vedi Pnpnlo <l'Italia, .1 • firma Cel"O ~rorsi, del rn Grnnafo ) b:sog na rira..c,.inrr in ~ola un ur lo cli maledi zione per 1n. terribile <mc;rifatricc di fero cia. Nessu na. fa . 1 vola fece ma i par lare le belve in sl lrnrb aro modo! Si, J'ora tris te pa,..c;.c::erà. Ma séÙ\Cremo H so– daJic::mo P l'internn zion: :i.le se almeno no i sa– premo re<.istere all onda di odio travolgente, c:e o::::nprerno rimrinne -<...aldi al nnstro posto e– <.Rmpio e monito. J.a nostra snrà In mi gliore b-1.ttaglia coro nata da una indio/otibi lr vit– Wr1a, Potremo allor a riprende- re le sparse fila ,pc1· J'11n.ione rfoi popo li rna ciò srirà possibile sola: 1 mente r111anrlo :,me remo meno la P at ria e piu !Tmanità; quando in tutte le scuole del mon– do non s'inf'e,znerà rnn la f'toria u i tedesch1 no-;tri implarahili nemici, i Fr ancPSi corrotti e prepotr~nti, p-J'itnlinni pr~:fatori " briganti u; quand,J Jp TM.idri non diranno del bimlJo coc• dutello magari nel dialetto dei nostri colli natii - duro come un tr<lcset, o cattivo come un turro, qu::rndo l'on da. d<'ll'riffPtto non sarl'1 ~e-zzala rfaJ!e frontiere. Coi migliori gpntimenti lua MARI A C<JPP IN'I ZAN1r-.:1 JlPrgam o, (JPnnair., 1915 Se io ho creduto ,)pporturw. wru compagna Zanini, di combattere nei miei art i.coli precedenlt il sentimento herveista delle donne prnletarie è perchè e dalle molte lettere ,he arri1nmo alla u Difesa 1, t da quello chè dicono te compagne nelle assemblee . e dal conse nso entw ;iasta che ebbe I'ar tiro lo di l\.1aria Giudice nell'Avanti' hr tratta t, ronclu~i'1ne rhP 1•Pramente l'orrore per la guerra, così umano e logico, assume pro– porzioni che rasentano il pregiudizio. Una cara e intelli gente nostra coll aboratrice non ci scrive era una lunga lette ra per dirc i: che se il Bel– gio non avesse fatto oppos izione, se ai francesi, i russi e gli ingl esi avessero ri sposto alla provo– razi on tedesca, incrociando le braccia e dichia– rando che non volevano uccid ere i frat elli, e i tecteschi avessero. ciò non pert anto continu ata la loro aggressione, il mondo sareb be insorto. l 'in– ternazionale del lavo ro si sarebbe a,fferm ala so– lennemente t Gener ose utopie, come vedi, rna che dimost rano come sia scarso ancora. e non soln nelle don ne, il senso della rea!tà. E quante alt re scr ivono, operaie ed intellet– tua!i, sostenendo lo stesso conce tto: - Che impor ta a noi della pat ria borghese? - Queste discussior1i f ur ono chiamate accade– miche, ma lo sono apparentemente; prima di tutto perchè la guerra d'ogg i ha dimostrato che nessun fatto è imp ossibil e, anch e quello che semhra il pili. assurdo: in secondo lu ogo percllt non si fa dell'ac cademia iTIJitando le donne a ragio nare e a riflettere. Indubbia mente sareb be ridi colo crede re che i'J abbia volu to dare all'amor patrio. un valore predominante . L' intern azionale del lav oro su– pera il concet to di patria. ma non lo dis trn gge . E 11 politica di chi dice che i sociali sti non hann o il dovere di difende re la patria, è una politica di sottomissione . non 11na polit ica socialis ta. che de11e avere. a diffe renza di quella deg! i altri vort iti . 1111 contenuto ideale. la riprovazione di ogni violenza. l 'af/ermaz ione di ogni diritto . lo ri spondo con le parole di ] aurés : ,1 Rivoltars i contro il dispotismo dei re, con– tro la tirannia del capitalismo, e subire pas– s:vament e il giogo della conquista , la domina– ziòné dei militarismo strani ero - sarebbe tale una contraddizione , cosl puerile e mise– rabile , che al primo allarme tutte le forze sol– levat e del! 'istinto e della ragione la levereb– bero di mezzo. Che i proletari , i quali il conquistatore non libererebbe certo dal capitalismo, conse ntisse ro inoltre a divenire suoi tributarii , sarebbe una mostruosità. Un proletariat o che avesse rinuncia to a di– fender e coll'indipendenza nazionale la libertà del suo proprio sviluppo non avrebbe mai il vi– gore d'abbatter e il capitalis mo. Quando avesse accettato senza resis tenza che il giogo dell 'in– vasore venisse ad aggiungers i sulla sua testa al giogo del capitale, non sarebbe più in grado di alzare la fronte n. Tu mi domandi: i< Vogliamo diventa re neu rralisti relativi per accede re alla convi nzione che anche l' It alia ha inter essi nazio nali da di– fe ndere e confini da corr eggere i> l o non credo che questa guerra possa ri sol– vere il quesito delle nazionalità, cast compl esso. Ma se riuscird a ri solverlo almeno in parte mi pare che saremo più vi cini alle conquist e specifiche del lavo ro. Se ti devo dire la veritd il pr oblema dell 'irredentes imo italian o non mi ha mai commossa straordinariamente. Ma pen– sando alle migliaia e migliaia d'ita liani man– dati a morire in una guerra che non capivano e non sentivano. mi sono domanda ta se propri o il problema dell'i rredenti smo aveva un valore cosl superfic iale e l 'It alia non ha il dove re, al– meno per vie diplomati che, di cercar di ris ol– verl o. Neppure gl' int erv enti sti dichiarali, non credo che vogliano la guerr a, un icamente per correg• gere i confini italiani. La vogliono per un com – plesso di cause che non vogli o ora esaminare . Ma i neutrali sti cosl detti relativi pensano che ,I partit o sociali sta ha il do1,·ere di mantenere fe– de ai suoi principii, Ila anche quello, poich è pur tr oppo non siamo in una societtl socia li sta, di mi surar e le sue forze, di non far e delle af– ferm azioni che domani potr ebbe ro impegriarlo, per coeren za, a compi ere atti per cui non ha nè la prep arazione, nè la forma e che potrebbe ro riu– scire fat ali. Turati disse in un'as semblea a Mi– lano : u Per essere contro la guerra noi dovrem– mo far perdere una guerra al! 'Italia . E qualun• que partito non può mettere il governo. fosse anche quello del papa . nella condizione di farsi schiavo dei gove rni stran ieri. Eccoti , caro compagna , la spiegazi one che mi chiedi , la differenza, come ved i tra ['in tervent i– sti e gli herveisti c'è e quanto profonda! Il neu– tralista pare che dica: u li socialismo italiano 1 rwn ha la forza d'impedire la guerra. Non l'ha ESTERO IL- DOPPIO avuto quello di paes i in cui era più forte assai che da noi. Quando, sventuratamente, la guerra f osse dichiarata noi non dobbiamo ind ebolire il nostro paese con atti che possono indebolire la nostra resistenza e mette rsi in cond izioni di.. prenderle . Se ciò avvenisse ci. tr overemmo di frr,nte prC'cisamente a quell'agg ressio ne che pa– re ora . a molti impossibile. Vuoi, cara compagna, che io giustifichi la gue rr a i> Che non ne senta tutto l' orr ore i> Il sentimento però, per quant o prevalente e forte , non mi deve impe dire di ragionare, di colloca re i fatti nell a lu ce che mi pare la più vera, rli non accedere a quelle esagerazioni ver– bali. che fann o così facilme nte pr esa nell' ani– mo di chi li sente Ma la {!uerra. pur e così atr oce, mi lascia nel socialismo tutta la mia fede incrol!ab il e. Più forte oso dir e. perchè io vedo in esso il cammino verso la ri voluzi one e la salvezza. M 'assocw al tuo augµ rio che venga presto il giorno in cui ameremo più l 'urnanitd e molto meno la pat ri a e che l 'ed ucazione abbia per base l 'amore ve– ramente umano che non conosce nè frontier e. nè diversità di razza. Ma quanto cam min o an– cora, mia cara/ E. pur troppo, quante altre tappe dolorose! Fortunat e noi che sappiamo guardarle senza che la fede ci venga meno!. MARIA P EROTT I BORNAGHI. Inmemoria diAlessandrina Ravizza Fu soprat utto un gran cuore e una tenacissì'-– ma volontà di bene che, serv iti da un alto in– telletto vivace e geniale, attirav ano nel! 'orb ita di Lei quanti potessero ciare aimo' alle sue molte– plici iniziative. Chi , avendo mente e cuore, potè mai risponderl e un no. qua nd 'E lla, battendo e ribattendo - se occorr eva - faceva appello al contributo delle forze altrui per attuar e opere di prev idenza e di assistenza sociale? Così ognu– no che l'avvi cinasse sen tiva il bisogno di farsi migliore , più generoso, più dimentico di sè per esse r davvero meno lontano da Lei. Dalle Scuole Pr ofessiona li Femmi nili - fondate più di quarant 'a nni fa in collabo razi one con Laura Solera Mantegazza ~ all 'Univers ilà Popolare Sorta una dozzina d 'anni or sono per iniziativa di Lei, aiutata da molti volonte rosi ; _..:.. dalle Cu cine per ammalati poveri e dalle Cuci– ne Econom iche - da Lei ideate per sovven ire agli straor dinari bisogni d 'un 'invernata eccezio– nale - alla Scuola Laborat orio da Lei istituite nel!'Ospedale Sifìliatrico quale mezzo di re– denzione per le donne perdu te e i bambini infetti ivi raccolt i ; - alla Casa di Lavoro sor ta per sua iniziativa e attuata dalla Società Umanitar ia per i lavoratori disoccupa ti che ad essa ranno capo, ed alla quale Alessa ndrina Ravizza die– de la più grande somma delle sue energie e i tesori del suo gra n cuore, tutte le opere di previdenza e dì assiste nza sociale ebbero il suo illuminato e appassionato fervore. E qua si po– trebbe dir si che Milano, nella sua evoluzione di ques t'ultimo mezzo -secolo, ebbe in Alessan– dr ina Ravizza, nè milan ese, nè italiana di na~ scita, la donna antivegge nte e soccorritri ce d 'o– gni suo nuovo bisogno soci:ale. A così grande impu lso ernno necessa rie virtù ecceziona li ; e infatt i emanava da Lei una · luce inte nsa, sovra tutt o sollecita di scoprire in cia– scuno e in tutt i la poss ibilità del bene; luce che si proi ettava nella cosc ienza dei reietti ac– correnti a Lei, dei caduti eh 'Ella ricercav a nel buio del loro avv ilimento, e faceva intuir e a Lei il segreto di molte esis tenze, il perchè di molte miserie e susci tava in quelle coscienze la scintilla animat rice della fiducia in sè e della red enzione. E un 'altra potentissim a forza era in Lei : la fede nel bene non mai spent a, non mai fiac– cata nemmeno attraver so le inevitabili delusio– ni ; nessuna prova fallita diminuì mai in Lei il fervore del suo apostola to, nè indebolì l'aiuto della sua mano socco rrit rice. Susci tatrice di energie fattive , ebbe in sorte dalla vita di spegne rsi rapidamente, di sparire dalla scena del mondo se rbandosi intera nel ri cordo di quant i ebbero per Lei ammirazione ed amore, per risorgere dalle sue ceneri più viva e più amata che mai. Lo sen tì certo ciascuno nella folla commo ssa e riconoscente che seg uì i suoi funeral i. E forse molti, in quella folla di popolo. avrebbero voluto poter dire : .A.lc ~andrina Ra-
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