La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 21 - 1 novembre

LA J)JJ' ESA D ELLE L -11·0 BATIH CI Le nostre discussioni int rno alla iuer-ra cht! Tr ~mo e T ril'.~te unite a:;siemc non valgono la vita di uno de' suoi piccoli figli! .. I lo \·isto la gioia e il sorriso beffardo dcg11 ~l\'\·ersari per l'attt-ggiam en10 di .\lussolini, e . ho -.,c-ntito çualch e compag no rifer ire con le lacnme a~!i occhi dc:11,·c-alunn ic udile ... Cara f)ifesa, _\\'r~·i t:1nto d(·-,idnio eh,• ,i cùntinua:-,1• la di– ~n1-.-.iont' d-1 mf• iniz.i:1h nt-1 penultimo numero, m:1 un autentico opcraiù .in c:1lz....-.tur(_-, comt• -.on .i.(? 1 eh(' di~ponc di tanta cultura quale è quelb an1ta dalla ren:a t'lement~1rl'. non può ceno ::.ostencre un:1 ùi,cu-,.:;iont.! co:-.ì complcs-;:1 . Tu tt:n·i:1 vorrei obbit'ltare qu;-ilcosa :1lk• r3gioni espo:.te dalb Di/es". I) 'ncrordo che la Dife:,'(/ ha tenuto una linè:1 di– ri!!::: le mit.' rampo~·ne erano per :1\tri giornali no,tri e pt•r altri comp:igni che fumcn1:1no l'odio di ra7.7:1_ Qu('.:-ta è ];i ,·olt:1 di :-.lu-:::.olini, il di– rr!lore dellJ.ba11fi.' che In fatto dichiarazio ni g-ucrrafon<l,1ic in nome d,.-1 p:1nito ,oci:1list:1 . Qu anto mi 'ha :1ddolora10 ciò! E dire che io an~vo Una profonda .:umnirazionc 1x-r lui! Egli ha deuo che !-C il no::.tro go\·erno uscisse d:-tlb nèutralità per muon•r e contro L \ u::,lri:1, il partito, pur non a,-.unwndosi rnlt' re,ponsabilità, non imp<?-dirc.-bbe la ~Ul'l"r3. l:i'er fortu n:1. il oarere di .\lu ssolini non l.! (ìUC·llo dd Partito ·. e 1:1 Direz-ionè L· stata ferm:1 nri suoi propo::;-iti, in qu elli cioè ck·lla neu. -tralità assoluta e non appro\·ed che \'Italia vada nè d:i un:1 pane nè dall 'altra pane beJlig~rante, .se no, lo sciopero g.::neralc sarebbe ,:;ubito procla– mato, e t·on l!lle5to sciopero chis::.ti.dove !,i ::i.ndrà :1 finire! ... li giugno scorso è st:110 una prov.;;i, o,·,·ero il prin(ipio , que::.ta volta pot rebbe l"S::,Cre _la fine'. ... .\la. dice h Difesa, in quanto :1!1:t tesi 111 difesa della Germania . non ,·aie la pena di tantu calore . ln ,·crità non mi pare di a\'er difeso in tal mo. do : io non ho fatto altro che meuer la alla stregu a delle :1ltre trt! grandi nazioni che si battono ora . lo ho crìticato , e biasimo quei giornali, quei so: ciali,,;ti che simpatizzano troppo per una delle par u belli!;!e-rami. rinfocolando gli odi di razz:1, mo– strando come un a parte vi sia tutto di bello e cli giu , to , dall'altra di barbaro . e d'ing_iusto . Ri– peto : u I -;.,erisocialisti 11011 dc-Jo110seg111re ness1111 se11ti111e11taliswo patriottico e ricordMSÌ cl1e. 11oi siamo degli iHiema 1:,io1ialisti, clic 11011 co11oscrnmo jro 11ticre, <! che la 11ostra patria è il rno11d? ,>. • Da ciò si ,·ede che io non ho ness una simpat ia nè per <:1li uni nè per gli altri , che non aug uro la ,·itto ria ad una o a li 'altra nazion e ; che mi au– <:1uro in\·ece che i lm·oratori di tu tto il monde sap – pian o alla fine rh·oltarsi contr o i respon sabili del– la carne ficina . La Dijesa dice, che la magg(or e re.-;1>0ns~bilità tocca all' .-\ustria e alla Germama ; nella mia let– tera dice\·o io pure che esse sono quelle che han. no dato fuoco alle poh'eri, che hanno scate nato I ·attua le macello, ma esse erano sospinte dall~ altre nazioni, perchè tutt e erano ar mate fi_no a1 denti e quindi pronte a adoperare le armi alla prr ~a ~~;o~: -ole che tutti sia no contro c;ueste ; io ste~· sono i! primo ad essere contro l'Austri~ e la Gt!rmania, ma non al popolo la\·oratore , bens1 ai suoi oppresso ri. ai suo i sfnn rator i, insomm a contro la borgh esia. . . Tutt e le nazioni ugual mente cercano ~ 1 d1!ende– re i pri,·ilegi dinastici e di amizzar l'odio d,. raz– z~. Ciò è :1.c::::ai pericoloso per la pac e 01ond1ale_ ! P urtr Opo0 i ' .::-l>ci:tl isd fr:mc cs.T ·e b"!!l;g"i--s- Ono d!– ,·cntat i ad un tratto pa triot i e hann o creduto d!– fendendo la pat ria, di difendere _la. civiltà, il ?1- ritto delle <1enti , inso m ma il soc1ailsmo ! Sapp •a: mo bene che dei cap i socialisti sono stat i a~sunti quali ministri, rom.e \· ande:r-.elde _nel .Belg10, : · Gu e::>de, il Semb:u m Francia, tutt1 c<?1 borgh esi di ocrni tinta, per la difesa ... della patna . Costoro a cu? c;i ag-giung:e l' Hen·è. l'-ex ~nt i_milita ri.:.ta, cer– cavano di trascina rci anche 1101, 111 loro favore, nel mal~deno macello ; e perfino il vecchio rivolu – zionario di Romagna, ..\milc,-ire Cipriani, si !amen. rava che i giornn i socia listi d' Italia non si arruo– la,·aoo in difesa della Fr ancia, e die.,;va che se la ferita di Domoko.:. non l 'a\·es;;e reso inabile alla r.ruerra al l'inizio della guerra anebbe fatto qual– ~he a; ruolamen to e sarebbe partito, a dife ndere la Fr ancia (dice lui) sociali::.ta e democratica! Dun. que nuila c'è d~ ~idire, tu~ti que.st, j sono per la dife-.a della santbsnna patna ! \li semb ra che la Difesa, sopra il do,·ere dei so– ci~listi per la difesa dei confini, per cu i ho énie– sto spiegaz:oni , non faccia altro che ~ente~narc . Poco prima dice : u Tut te _ le_guerre. degli stati bor– <1h.,,'>i hanno una base di 1nteress1 che non son o çu;lii di chi lavora e perciò il prolet~iato ~-on deve offrire le propr ie forze a que::.to gioco ~ 111- tereni non suoi n. Più in su giustifica la difesa de! no~tro pat;;-;e in caso d •j~\·asicn:ie. . . . J o dico francamente che il partito socialista rn– tf'.>rnazionalistr.i non de,·e preoccuparsi dell~ difesa <l,-,Jterritorio; non deve curarsi di quelle picco lezze chi: po~-_;,c_mo r::,...E:re i nostri inte:ressi da s3:lrnre, p~ dimf-ntir.-are ad un tratto l"intffnazionalismo ; ciò che d1:I rf'.<:.tonon e,,clude la difesa personale. "o noi social i;ti non vogliamo che b nost ra ff•de 1 sia tradita, ma vogliamo che il nostro ves– ~illo <,w-~toli sfidando qualunque bufera, poichè tuno è pos::,ibife purchè si voglia! . . . Ev\'i\'<1 l'Internazionalismo! Ev,·1\·a 11 S001a– li,;mo ! Raw·ntw, 12 ottobre 19q. CAs.,u Gn ;sEPPE. Que.sla lelte, ,a scrilla da mani proletarie. r ias.,;ume in ;;;è le importanti di sc us.-;ioni che hanno affaticalo il p,rlito nost ro in questi ultimi f!iornL fino a pro\·ocare la riu– nione d 0 11a Direzicme del partito e le con– seguenti dimissioni del direllore dell'Avan– ti/ Qu13siti altissimi. si care r-0mpattne 1 a.i quali non po~:;iamo tror1po h.cìlmr•nt.e ar– riv1re. ma che ci debbono interes:;ar(• per– ché con essi è pure in giuoco la Yita di mi– gliaia di esseri che può az;:riungersi a quan– ti già radono sotto il piombo r,micida nei pa&~i dov e 1a guerra imperversa. Vi è chi pu r nel partito pensa che l'inter– vento ne1la gue rra po.-;sa essere utile, vi è chi dice di rimaner fermi salvo in ca<;o di aggre.;sion e, e v·è chi, come il compagno seri ve<n te, ponendosi tale ipotesi, non arn mette neppure che si debba difendere la co– sidetta patria. La D1rez1one del partito ha dunq11e sce l- lo ~-econdo noi la buona via: essa pu r te– nen.Jo conto del sen tim ento di sim pat ia de– l<·rmi,nalo dalla pre poLenza del m ilit arismo tcde.,co e dalla ,o Jjdari elà pel Belgio d i– stì•utlo, ha riaffer mato che la nostra via è quella di non accresocre l1m ·mi schia dei po– poli. Pare dunque che i! ma nifes·to st esso ciel Part ito ci dia ragio ne in conf ront o all o critiche del compa gno. .\l a accettiamo ben YO!en ti eri queste cri– tic he che sono ad ogni modo dettale dal de– siderio di non muoversi dilli una ra,pi:da con– cezione socia lista. o ·accOrclo col compa gno scriv en te nel non confon d ere il pro letar iato col Govern o. Se purlroppo il pro letari ato tedesco ha p rnso per oro colato gl i ordi ni del Ka iser ciò non sign ifica che non si debbano ident ificar e le due respon sa bili tà . .-\nzi. se in questo mome nto v'è UIJ1 po– polo da commi serare è p1·opriÒ il tedesco, il quale s.i acco 1·gerà cli . ave1· diarto ·il suo sang ue pe!' una ca.usa ingiu sta., mentre gli altri popo li, il fran cese, il belga 1 se non il l'uss o che non si può ancora gi udi car e se fu agg redito o agg ressore , avranno al.nrnno una spiegazione logica al loro sacrificio. :\la noi comprend iamo ad ogn i mod o cq– me l'esec razione de l mondo civHe, sia per chi ha fatl-0 traboc ca re la b ilan cia. Il compagno non augura vitto ri a all'un a. od alr :alt.ra part .e bellig eran te; ma noi pen– siamo che sa rebbe bene vincessero le na– zioni che non tendono ad esLend e,re .la car– neficina, e poi d'accordo con lui coll'augu– rarsi che Lutti i lavorato ri del mondo sap– piéllllo !'i voltar si a chi alla ·guerra ' li spin– ge; sapp i.ano abba.tLere ,i. privj Jegi dina ,stici che rappr esen tano sem1we u,n pericolo per la vi l,a soci,ale, e sappiano vino er•e il. Capi– téi.Iismo ch,e se ne f.a sostegno ai suoi scopi. Oh , si arrin isse a qu.,gli Stati Uniti . d'Elu– ropa che preparerebbero l'ambiente al ool– letlivismo! ;\ è ci sentiamo di seguire il oomrxagno nelle criti che cont ro i socialisti .dei pa esi aggre diti. In certe ore troppo t~agiche , si può dim ent icare qualche dottrina e com– pi ere qua !che errore , ma noi saremmo dei criti ci troppo a buon m ercato! Il compa gno ci vuole poi' cog}iere in con– traddizi on e. Si , un a base di int eressi c'è in ogni guerra, ma la di f,esa. di fro nte all'inva– sor e piutto sto che la guerra. aivenb la rea- ,..,zìo ne- nat,1 r a.}e.• di ronte ~,a-(t---u:rnt"~ O'ten ~ za ed è intimamente legata alla dif esa per– sonal e che è pur ammessa dalla Interna– ziona le che invoca tanto il compagii-tl. Questa tes i di attend ere ev~,ngelicame,nte eserciti inv aso ri , cosa per fortuna lon tana dall'orizz onte nostro, è già messa a part e da qwasi tulti i compa gn i ch e hanno scrit – to e parlato su lrargom enlo. Del re sto a ch e sotti lizz are su qu estò _'pun– to se il pericolo è soltanto una problema– tica ipote si? Xoi qu .indi , no nostante poss iamo com– pr en dere dubbi e titubanze in que st'ora difficile, rip etia mo ancor a che siamo col part ito lutto a w oi,estar,e contro ·ogni ten- · lali,·o che il gove rno potrebb e fare per trascina re noi pur e in una guerra che pu ò pr esentar ci mill e doloro se sorp rese, ctie non è gi ustific.ak, la dura necess ità ch e è con– traria ai nostri prin cipi , e che· non val'r à ,d impo rr e que lla pa ce ohe pa re oraima i un mito nella vecchia Eur opa sainguino sa e sanguinaria. Ln ques to conce tto il prol etariato lutt o è d·,accordo. E ciò può bastare, per la no stra coscien za di soc ia listi. Cura Dife sa, Pr-rrnetti a me pure che Li esponga il mio pen– '1i•:ro i~ i 1niei dubbi con tutt a franche n a. I(> <;-0no tra quelli che f.ono dec isamente conLra– ri a tutte J(' guerre meno una ... (la no;,l'ra) non solo p<·r ragioni di umanilà, ma p(•rchè mi sent,c, profon<lament<: soc ialist.'l cd intcrnaz iona.listti. Ora qu:mdo S,(~ntod<;i s0<·ial,isti, i qua li in pub. blirhe as'>(:mblee dic'hiarano ("hl: bi'-iog:na romper e la nnuralità, l·hc il partito soci:di-,1a deve anzi a ,-.unwr!>i h r._,.,pon-;abilità di una guerra, qu:rnd o srnlù ,hi<llnan· idio1·1 la dirnione df•I Partit o pc.-r il fino atti·g~!;unt·nto as-.unlo d:,va nti ai fuorv ia– m<·nti di l:tluni uomini no.,tri, mi domando doloro– .,,um·nte -co.. 't: pùi qur·-.to -.ociali< .. mo <· -.;•~ -.,p(•cial– m,~n1,~p,:r cn!uni, n<.,n sia proprio uno f.port. E :rnrfo• altre m-.e p<·nso: dw rioè lutt i questi comp:,g-ni i quali \'ogliono h gu,-rr:1, siano _ec;.enti d:dla kva, p,•n-.o chr: non f.iano d<·i prol,•tar i veri <"· autentici , ma g:,·nt<· dw non sofTrr, diretta mente !,- rip<·rcus..,ioni dalla gunr:, ! E,J ora dir-o i(J: Con c-h<·animo qllf•sti socin– li<.ti :,nrlranno n dire :11popr>lo: u l\'oi ,;,i:mio inter– n,uicm:disti, non vogliamo la gur-rr:1, i prolr ·ta.ri non hanno patria, la loro ferra è d,·gli altri, dei si1!nori eh<: li sfrullano, ~iamo contro le spese miliu-1ri <'.CC'. e:cr. :' I lo sr·ntito dr·II<· donnr: trr·pidanti pei fi~li soll o J,: :lfmi dirmi indignat,.: H l\nchc i socia listi ora vog:liono l:1 gunra! V,-ngano ;,ncora a gridare sul– la pi.'ln:1 p(•r c<trpirr· il voto :ii no~tri uomini che li :-tgg:;..i.,u•r•movr 1.-. fr•;,t-:11: E le ho '-<·ntite ap– pbudirr- un cons.·r\"ator • pr('wnte il qualf' dire-va ·Calunnie sì infam i calunnie sussu rrate dagli m ver,:1ri, , 1 na fanno :..trada ~ullc masse ignare dei piccoli paesi e crt·:rno b sfìclucia nei compag ni e nel part ito. l 'no clr:i no-;lri mm i, uno <lei lati simp at ici del socialismo non (: forse l'avversione alb guerra, vo!u1a semp re per interess i dinastici e borgh esi? Ed ora? Ti snluto cnrn Difese, col gr ido di Vi\·a il Socia . lismo e nbbct.;so la guerra! La lei/era di que sta compagna ci rileva la delusione del proletariato v er il fuorvia– men to di alcuni com 7mgni dalla dire lliva fir, qui segui la~ E noi co,nvrendi.mno . . ll o nel – l'orit tragica che a/traversiamo dobbiamo guardare con occhio sere no anche chi, '/'lor~ lato da(Jli avvenimen ti straordina ri /uon rll strada, lo fa vcrò in buona fede e non_.1ier deilicio11e alla classe borghe se. Perciò biso– gna ir,1,pedire che le voc i calunniose pren – d{ll lO piNl e, bisogna far conivr endere alle masse che i com,J)(lgni i quali vorrebb ero ora l'interven to credono veramen te di com pie– re overa rtt' gius tizia. Si ricrederanno . Ad ogni 1nodo il partito è tenno n el suO provo silo. Esso ha ricon– ferm.ato il suo atteggiam ento contrario alla guerra. All e nostre donne che hanno posto la loro fidu cia in noi , diciar,in che i socia– listi rna.ledfrono ora e senip re la gu erra. e vogliono soprdlu llo rimuovere le cause pro– fonde Che la del enninano . Esse ci capi– ranno. g. b. Piccole grandiverità Uno sc hiavo ver so !"alba sognò c1i guer– reg,giar,e altri schiavi sotto il comando egli del suo padron e, gli altri del loro. Spo ssa to di fatica , g rondanLe sangue da lle ferite non sapeva Lutt aviia cedere al furor e di ster minar e, di vince re. ({Vittoria! )> Finalm ente gridò! E, mentr ,e tor na\ ·a verso il padrone, rag– giante di tr ionfo, in contrò il fr eddo sg uardo di lui che fissava le sue cate ne spezzal e nel– l'op era violenta delha guerra . Il padr one lo con<luss,e tra i nemici mor– i.i: li spogliò d'una cat ena ,e con quella rin– saldò la sua catena sp ezzala. Egli cqrinò il Cilj) O. \llor a dal campo dei mo 1'Li si leYÒ m11ai voce che. gl i gri d ò : dov 'è 111 TUA viUoi:ia? Si svegliò e per la prima volta senti il peso delle catene ed ebbe desiderio di li– bertà . Udit e : qu ella sl,essu voce esce oggi dai è.ampi di batta glia dove i popoli schiavi hann o ucciso al tri sch iavi pei- le vittorie ·dei dominatori che in pr emio ribad i,ranno saldamente le oolene della loro servitù. Si sveg lierann o i popoli sent endo il peso delle catene? Sognerànno fìma!ment e tutti un sogno di libertà? · Distingu ,eranno , la LORO vitt oria dalla vittoria dei loro sfruttat ori? VE RA. Ladissoluzione dellaf miglia proletaria Si accusa la demo cra:ia sociali sta di vo– ler abolir e la fani iglia. Noi sa71pianw, cer– tamen te, che ogn i particolare forma d'indu– stria porla seco itna parti colare tonna di vita dom estica alla qual e corrispon d e una pa rticolare forma della famiglia ; ·non rite– n iamo che Laforma att uale della famiglia sia l'ulliuw e al/endianw eh.e una nuova for1na della socie tà svolga alire s! una nuo va for– rno r/ella /ll1niglia. Ma qu es/'aspetta:,ione è 11,11'al!rr, to sr, rhe ttspiror e all'abol izione d'ogni vincolo f amigliare . Chi sov pr ime la /am iolia e non s'accon tenta solianto d·i vo– lerne le sow e,sione , ma la so7,prime di fat – to , souo i nostri occhi, non sono oià i so– cinli.sti, ma i capitali sti. I n passalo alcuni padroni di schiav i strappa vano i.l niarilo alla donna, i geni tori oi figl i abil i al Lavoro; ma gli orrori della sr hiavi tù sono supero/i qua ,1do si stra11pa il poppo nle alla 1,wdr e e costring esi qu esta ori o/f idarlo o 111ani stranlf're. E una socie– l(ì i,1 cvi ciò avviene cento e rniltr, volle al giorno, una società, che ha fondato 71ropri stubilimen ti ,1 di benefic enz a n 7Jatrocin ali dai suoi. u lu,ninari )) allo sro7w di facilitare allo r,iodre il dislarco dalla sua creatura , ;, quN ta la socir tà che ha l'im71ruden :a di rin/tlf'tiare a noi di voler soppri rnere la fa- 111iolia , .mio verr hè siamo convi riti che i la– vori rloraestiri mulranr,_o,com,e ora anche in av1,,,,Jire, ridur-endo si sem vrr più a speciali /m•ori profe ssion.oli e trasformerrmno cosi lo villl rlo1,wstirr, e la fa111iglia! C \RLO K A UTSKY. LA PATRIAE IL MERCATO Dunqu e i nos tri egregi patrioti pur di far bu oni affari mandano urano alla Germa– nia, co11ptici, pare le au torità g?~ern_a– tive . .Yon i11porta se ciò provoca q1.u il ri n– caro , e se concorre colà ad allungare la du- rata del/ a gu erra! . . Pur chè Lrt cassafor te s'ila JJingw, non si va v el sou ile .. il/a non solo del grano s'espor ta' Anche del viombo, del salnitro, delle matene e- svlosive! . Pel grano si potr ebbe trovar il pretesto che in fi.ne si tralla di nu trir della gentç che ha vur diri llo alla vita, e v er la c1.1,i fam e poco si comrnove rebb e il T<aiser . .\fa il pi01,1bo, rna le al/re 1natene_ sud – dette, r·è il pericolo che ci vengano nma7: – datc con/e :,iona te assai bene, in palle, 111. bombe ed altri gingilli del (lenere, che son 71erora regala li ai belgi , ai france si ed agli allri. E coloro rhc com pi ono il delitto di pr e– ·,u si al giuoco terribile degli aisassini,. per accrescere i loro ca71ilali ,hanno rfl,agan il coraqgio cli viangere sugli orrori della gu erra! Cocco!lrilli! Impost ori! IL v eggio è .che nes suno ha il coraggio ne7Jpure di 71rendervi sui 1nerca li e di ba– stonarvi a dovere; il pe(Jgio è ch e il mondo continua a rinwner schia vo di voi e di" chi vi protegge; il peggio è chr Le madri me t– tono al mondo dei figli verchè sieno ancora strunienti della vostra ingordigia! GTAELE. Vita proletaria In pa ese e in città le arti sono diver se, gli lrnnbienti div ersi, ma la forma di sfrut – tamento è sempre la stess a. Cominciamo da. Sacco Ameno rid e.nte pa esello dell'Isola d'I schia. Il climiai dolce favo risce una vege tazion e tu ssur egg·iante e va l'ia che forma, con l'Jna11I1to del paesag– gio, la mi gliore attrattiva dell 'I sola. Vi sono sl;ata nell'esta te sc or sa,. Un gior– no , JJasseggiando per il pa ese, un'es po sizio– ne vera ment e artistica , at trae ]Ja, mia atten– zione . Son-0 es posti ca ra tteristic.i e svariati lavo– retti in pag lia ; indu stria, si ca pi soe, del pae se, forse una delle scarse fonti di gua– da gno per la popobaocion e povera dell 'iso la . .Mi fermo 'ad osservar e : una signora ele– ganLe (evid ent em ent e una bagnant e) sta contr :attando u,n grazi oso cesti.no. -La ri~~- ;.... sta ù di :>essant a cen tesimi; i~ piccolo mn=-– tratto si stipu la a, cinquamta. Ne prendo uno identico io pure per la stesso prezzo! E veramente un L~voretto ar– tist ico, fatto di cordoncini di pagLia a colori variat i, ben intr ,ecciati ed .abilm ente di spo· sti. Lo esamino ben e e mi pare che debba essere tutto lavoralo a m aITTo.Come posso io av,ere per questo pr ezzo un la voro si1nile? Lo domando senz'a ltro alla ven ditci ce la quale mi informa: u Quest a pag lia, signo– ra , è produzione escltis i,·a dell'Iso la: si la– vora per l'int erno e per l'es porhaczione: La paglia viene raccolta , tinta e ben uguaglia– ta da operai spec,i.aliz zati , indi passata all e donn e dell'Isola per la pr epar,azion e dei cor– don cini. In fabbrica noi prepariamo i fiori in ,rili evo, o ricamati sulla stessa pag lia, tessuta pur e da noi. Il guad agn o quind i è un 'inezia , specialm ent e con que ste a11111ate, ma noi abbiamo bi SOgno di ven dere e ci conLentia.mo di guadagnare an che po ohi soldi! ii Rin grnz io e m'allont a.no col mi o cesti ,no con u na spec ie di rim or so. Pe r le st rade osse rvo don.ne , giovan ette e nagazzin e (,evi– dent ement e di sLolte da.gli stu di ·e dai g iochi della loro età ) tutte inLent e, con una rapi– dità che so rpr ende, a pr ,epa.ra re cordonci ni di pa.glia. Yorr ei sap ere quanto guacl .agna– no. In fondo alla sLracla 1 in un ·un 1ica umi– lissim a stanz.etta, qua si int eram ent e occu– pala dal leLlo, la fac ci.a buona di una vec – chi etta, int enta allo sLe..sso baivoro, mi in – cor agg ia e le cloma.nd o quanto gu adagna. E la 1•isposla è ben doloro sa! (< L:tvomLnclo, l'jnLera gior.nata, ri esco a farn e uniaJ « can-na ,i di cordon cini (mi sura cli qU11ttro metri e m,ezzo) e per ogni cam– na mi danno JO cen l,esim i ! >> Volevo domanda rl e come riu sciva a man– gia.re, ma non ne ebbi il coraggio : scap– pa i col m)o ces tin o com e se l'avess i ru– balo! E certo, se ,no n io 1 pensai, qualcuno ru– ba 11,q ue lla povera gente m ite, povera e proba che chi ede alla vita il minim o neces– sar io pe r vivere. .\n ch e ora, io rip enso spesso alla doloez· za umil e della vecc hia lavo ratri ce ch e fì1ni – sce la vita , ne lle stamb erghe squa llid e in– trec~ian clo e in lr eccia nd o, senm posa: le pag11e per 1avoretti ch e adorn eranno in alt re case p iù liete e che non chi ederà mai alla su.ii , tri ste an ima, il perch è di una vi– ta i.n cui tutto è scarso, monotono, mise ra– bil e: anc he il pa ne. M . Messo BoRN., GHL

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