La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 12 - 21 giugno 1

An .~o Ili · N. 12. 21 Giugno 1914. Conlo wrreu,e c.o,la l'osta. • • ESCE LA 1.'' E LA 3. DOMENICA DEL .MESE • • ABBONAMENTO• REDAZ IONE ED AMMINI STRAZIONE: Un numero Cent. 5 Anno . L 1.5 0 Semewe .. L. 0.80 MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO ,,o copie .. L. 1.50 100 copie .. L. 3. - E S T ER O IL. D OPPIO IN DIFESA DELLA VITA e lasciata la propria famiglia - riflettan o 1 compagni tutti e le proletarie. Ancora non ~i dc,·e nè si può fare i I bi- 1ancio degli a,,ycmmcnti che hanno or ora scossa tutta l'Italia. Ignoriamo tutt'ora il numero preciso dei mort i e tanto meno è lecito stabilire quale sia il risulta lo sociale, morale, politico, della tragedia san guinosa, in cui si è dibattuto in questi giorni il prole– tariat o italiano. Di, ·erse sono state le fasi del movimento , non dappert utto è stata la stessa la sua in– tensità, la sua portata, il suo carattere , ma l facendo astrazione dalla di, ·ersità delle sin- 1 gole manifestazioni, bisog na dire che la nota determinante di tutto quanto il mov imento è stata la difesa del più elementare diritto alla vita. li defunto ch'era stato impiegato alla Finanza e avcYa fallo il capomastro e il fac-"' chino, si trovaYa dis occupato, da tredici me– si. Rimanere di soccupato per più di un anno quando il massimo del salario che s'è perce– pito non arriva· alle L. 3,50 ! Ammettiamo 1 pure che la famiglia, da cristiana ra ssegna– ta, avesse seg uito tutti gli insegnamenti del– la ch iesa e delle class i dirigenti, che non a,,esse avuto • \'izi ». avesse posseduta la Yirtù del risparmio e della modestia,· ammes- so tutto questo, bisogna pure concede re che · con tutte queste Yirtù non potrebbe avere messo da parte tanto da poter andare a\'a nti per tredici mesi in cinque persone . La disoc– cupa zione poi era dovuta ad un • incerto • della Yita proletaria. RoYinatos i il piede. nel la\·oro e aYendo consumato i~ piccolo inden– nizzo che la società borghese concede per la perdita di lln piede proletario, il disgra– ziato a,·e,·a presa la decisione di and are a la,·orare nelle miniere , in Francia . Come fare per le spese di Yiaggio? Si ricorre al solit o espe diente proleta rio. Bisogna vendefe il letto .. ma i pro letari non possono permet– ters i neppure questo lusso. Il padrone di casa si opP.one alla ,·endita del letto, perchè vuole essere garantito del fitto che gli deve la fa– migria proletaria, solo l'int ervento del sin– daco socialista riesce a fare cede re il padrone Pu rtroppo il proletariato non è ancora animato da quel malcontento profondo e \·e– ramente ri\ ·oluzionario, che ci rende nemici irreducibili della società borghese e di tutti i suoi pri\·ilegi, astrazione fatta daile con– dizioni personale e dalle condizion i de l momento. Parla fa teppa ! J~l)IJP11f',e i·ero, srnw 1·enula a yalla duraute lrJ sciovero. Il o rotto i t'f'lri, urlato, sono str~la J)rf'JHJie11tPe l,rutalP. Sicuro, ,.,iato . .)e sto quie– ta quasi lo dim~nti,;alP. SCJno il bassQfc,ndCJ -'Mclale r olla società d() il brivido dPlfinquie– f ucli1,,.. Se polPsse sµaz:.armi i·ia ! ln recc prosvero ed hr, la lelr(l faccia della dP/inr1uen:.a, delltt miseria, della fame. Vit:o al liuio . .Yon v'C ne luce ,né poesia, né bontci nPlla 111ia anima. Qualche 1,.·olla, 1:oi non lo sapel 1•, un J)iccolo flore tenta di slior-ciare nel mio r-uore. VfJi lo disseccate 11erche non lo ve– dPlP. .Van ci date chP insulto e dispre::.o e la bieca caccia dPlle guardie, e la famP, e il fr eddo, e l"inospilalitU nel vasto mondo senza sorrisi, sen:.a luCP, sen:a bontà. l'Pn iamo a galla finalmente. f'ossim, io yri– dar e la nostra protesta violenta e urlart:i in faccia anche il nostro disprezzo,' e redervi im– pallidire di spaventn. Poi scCJmfJariamo. ltf a badate, la teppa esiste sern.pTP, fonaidabilP nella tenace volontà del male. La lP]Jpa non ;, i-ile, conosce (Jià e carcere e prira:.ioni e mise– rie d'ogni genere. l' oi non potete crPare un rigore per cui non abbiamo già rabbriL"idito. Il vostro insullo è anche la vo:d ra condanna. .Yon c'è ver noi possibilità di reden:.ione, per– chè non ci può redimere la socil!là che ci ha creati. Quando l'alito della ritolta yim1ge fino <l noi , usciamo al sole. Per i nostri mali istinti. Sessuno di voi cre– di' cl~e anche nel nostro anim() un sogni) in– conscio, forse, mette un piccolo spiraglio di luc e, una tenue speran:.a, e for:.a, e ribellioni e propositi che.. si quietano poi: Per chè il soyno dilegua. La dipendenza economica , la secolare u– miliazione, e tante altre forme di schiadtù che ne deri\·ano, hanno reso il proletario e in misura maggiore ancora la pro letaria, così rassegnati ad ogni privazione , ad ogni in– giustizia, ad ogni a\·viiimento da soffocare in essi la consapevolezza di qualsiasi diritto . Il proletariato si contenta di \·egetare, le donne del popolo si rassegnano a ,·eder fal– ciato dalla morte un figlio dopo l'al tro e si ritengono felici se ne sopran·i\·e uno so- di casa ... ================== Dunq.ue compiuto il sacrifizio massimo, ri0, nunzj;ù.Q ..;iL JPti.0, ... -c..ass.e.g:n-2tj.-.2- ..4 ...~:.... ~ ::-~ cinque su un giaciglio in terra ... )J"on giova W il sacrifizio: alla frontiera l'emigrante Yiene ~ Ben eccezionali. e ben esasperanti deYono dunque essere state le condizioni che spin– sero alla ribellione i P!oletari italiani . Alla abituale miseria e di sug uaglianza che pur– troppo non sono ancora rile,·ate dalle masse, ,·enne ad aggiungersi, negli ultimi anni, in Italia, una diretta pronx:azione delle classi dirigenti colla assoluta noncuranza dei bi– sogni del ,P,opolo, coi sanguin osi espe ri– ment i di conquiste coloniaii e cli ,·elle ità im– perialiste , colla disoccupazione, la crisi, e altri innumeri guai che ne furono, sono e ~aranno conseguenze inevitabil i. Ciò che spinse alla ribellione, le masse non fu purtroppo ancora la visio ne precisa , una~ nime , netta di una società socialista, prece– duta dalla abolizione di tutti i privilegi, e segnatamente della proprietà r.,:-:vata. Fu una ribellione contro la fame, la disoccu– pazione e un malcontento generale dovuto non solo all'incertezza dell'indomani, ma alla tragica intenzione che l'indomani non può essere sicuro, deve essere peggiore del– ! 'oggi. Udite ,don ne proletarie, lavoratrici, come Yegeta una famiglia a due passi da :\filano. E' la famiglia di uno dei proletari uccisi durante gli eccidi; l'arma micidiale lo colpì allorquando ignaro di tutto, si trovava nelle , ie di ~!ilano. in cerca d'una occupazione. Prima d i uscire da casa a\·eva raccoman– dato alla moglie di non dimenti ca re di ac~ cenderc l'olio alla :Vladonna di Caravaggio. Fu questa l'ultima sua raccomandazione che fece alla moglie , furono questi gli ultimi centesimi ch 'egl i spese. La moglie del defun to non si era prone– duta d i olio, perchè ave,·a dovuto rinu nziare anche all 'acquisto del cibo (le lire 3,25 che possede-Ya il defunto erano messe da parte da molto tempo per sopportare la spesa di una pratica per un concorso ad un posto ) ma il marito aveva insistito perchè anche questa volta si rinunziasse al cibo, ma si accendesse l'olio alla )Iadonna. Era uno dei più rassegnati fra i rassegnati, un creden– te con,·i nt o, uno di quegli innumeri che spe– rano nel miracolo per ,·edere sollevata la loro esistenza. Tutte le volte ch 1 egli si troYaYa dinanzi ad un passo decisi,·o nella \·ita, baciava un crocifisso che la mamma gli a,,eva rega1:ito. Difatti quando dopo affannosa ricerca riuscì a trova re una occupazione, attribuì la fortu– na alla protezione miracol osa del crocefi.sso. Il suo destino è il destino tipico del pro– letario . Ed è bene che sui raccapriccianti pa rticolari della miseria - in cui ha Yissuto riformato, non è abile al la,oro . Anche le miniere sono un lusso inacce:;si– bile per un proletario .. E così cont inua la \·ita fin al momento della morte ... E l'eredità lasciata alla famiglia? S'accomodino le « signore per bene 11, quelle che sostengono che i disoccupati sono tali per pigrizia,, entrino con noi nel 1 'abita– zione del morto. All'ultimo piano di una casa popolata da operai , in una camera che misura :6 metri quadrati, abitava dunque la famiglia proletaria composta di cinque es– seri umani . Ba sta lo spaz io, corrispon de al– le esigenze ig ieniche? Sembrerebb e di sì, per– chè la camera è vuota; di mobilio non con– tiene che un taYolo e un baule. I cinque dor– mi,·ano in terra , il letto, il comò, l'armadio sono stati ,·enduti .. La moglie - ha 26 anni - è vedova per la seconda volta ... Sul tavo lo custodisce il piatto di minestra preparato per il mari– to. Sapu to dalla portinaia delia disgrazia che la colpisce non può neppure piangere ... Dm·c appoggiare la testa? Sul giaciglio in terra dove dormono i tre piccini? Il più piccolo si sveglia i la madre fa uno sforzo eroico per allattarlo .. :-;-on può. Il bambino è magro, pallido, malandato. Al con franto suo il secondo semb ra un colosso . Gli è che q·uando nacque e mentre veniva allattato il ~econdo, iì padre guadagnava; il terzo venne al mondo figlio di dis occupato ... Quando dal bugigattolo prirn d'aria , di luce, di mobili, persin di letto e di pane, si passa al cimilero e ci si trova dinanzi al cadavere mutilato del disgraziato padre di famiglia si intuisce che dopo molti anni di tribolazioni e di ansia - egli potrà riposare senza che l'angoscia dell'indomani', l'in– cubo forse dei suoi cari gli turbi il sonno . L'eccidio di Ancona fu la scintilla che accese iI fuoco della ribellione. Per di fcn– deie la propria vita insidiata dalla fame e dal piombo. le donne e gli uomini si ri– bellarono. Socialisti, compagne, all'opera. Bisog na che quelle masse che oggi si ribellan o spin– te dall'immenso di sagio, sappiano in un giorno non lontano conquistare, mercè i'or– ganizzazione, guidate da una chiara coscien– za socialista, la libertà, la giustizia, l'ugua– gl ianza per tutti gli esseri umani. Oggi difendono il diritto elementare alla vita, allora scenderanno in campo per la rea– lizzazione ècl più ardito ideale - per il socialismo . Angelica Balabauoff . È im,ega.bile che dal 1898 al 1908 i salari hanno avuto in Ha.Liaun note,·ole aumento; ma è anche noto che i prezzi dei generi di prima necessità sono an d1ti continuamenie cres ·cendo ir1 1 quel periodo di tempo . Dal 1908 poi, per la crisi che ha colpito molte industrie e che è stata in seguito, tra il 1911 e il i9 l2, enormemerute aggravata dallo scop– pio della guerra italo-turc:i. e dallo scate– narsi della bufera balcanica; dal 1908, dì– cévo, un gran numero di operai soffre la disoccup3zione, e gli altri che lavorano han – no subìt o qu:isi Lutti uria diminuzione di sa– lari; e il rincaro dei YiYeri invece continua, se pur non si è fatto più grave: sicché le condizioni delle class i operaie si sono fatte più tristi di quel che erano quindici anni addietro. Gli sfo rz i in cui i lavoratori debbono per– severare sono perlar ,to questi tre: 1• lottar e conlro tutti quegli atti del go,·erno (princi– palmente contro gli sperperi militari), che rend _ono sempre più grave la crisi e ne pro– lungano la durata in maniera pericolosa; 2° lottar e nelle loro organizzazioni di classe per d·1fendere ed elevare il liYello dei loro sala – ri; 3° lollare per otter1ere 11 eliminazione di tutte quelle cause che producono il crescere conlinuo del costo della vita. Quest'ultimo p,·oblema è quello che inte– ressa più dà. Yicino le donne che hanno il governo della casa e debbono provvedere a spendere bene quel denaro che i loro uomi– ni cò esse stesse hanno guadagr1•ato col loro lavoro. Supponi:uno che un lavoratore gua– dagn i in un pa ese qualunque di questo mondo 1 non più di 3 franchi al giorno, e che riesca però a comprare il pane a 22 o 23 cent. al chilo, la tela a 40 o t,5 cer,t. al metro, uri paio di srarpe robuste per 5 o 6 lire, e trovj un!l casa di 3 o 4 stanze abba– stanza spaziose e ben arieggiale per un affitto annuo di 50 o 60 lire: evidentemente non ostante che il S:J.!ariodi quell'ope!'aio sia in apparenza mollo basso, egli ,·inà pe– rò meglio di un altro operaio che in un 9..llro paese guadag 1rti il doppio di lui 1 ma paghi il pane, le scarpe, le vesti, l'affitto di casa e tutto il resto più del doppio di quel che paga lui. Le cause del rincaro dei vivevi sono mol– le; e ad esporle tutte ci vorrebbe molto tem – po e molto spazio. Se un anno la stagione è poco propizia e i! raccolto del grano é scar– so) è naturale che la farina e il pane costino ESTEF'\O lt.. DOPPIO d1 pili. S~ la popolazirme crr:sce e si debbo– no fabhric:ir<~ molte case nuon~ e c·è quindi molta richif'Sta di mattoni, di legr.ami o di forra per trJvi e di altre, materiale da co– :-;truzione, è naturale cht: il pri::-zzodi tutta questa merce cresca. e che fY·rciò le case w- tino di più e si farda quindi p:i.gare un maggior pr<-zzo d·affilto. Cosi pure è e,erto che anche l'aumento di salari contribuisc <1 ad aum<•nbre i prezzi: i proprietari di fab– bri~he, i capimru:;tri, i proprietari rJi t~rra che debbono pagare di più. la man:, d"or,.-,.. ra, non Yogliono rinunziare r1-eppure ad una pie<,olaparte del loro i'U~nv; :rnzi vc,glio– no farci ;-;opra un affare: e aumentano il prezzo dei pro-:lotti in proporzione anche maggiore all'aumento di saiari che hanno dovuto coricedere. Yia oltre a tutte queste cause ce n·e un'al– tra, importantissima, che fa crescere. dal pane alle scarpe, dalla casa agli abiti. dagli 91-rumenti di lavoro al ls.rdo e alle patate, quasi tutte le cose più necessarie alla ,·ita. Il pane che da noi costa da 12 a t,5 cent. al chilo (e in certi luoghi anche di piu in Inghilterra, __ dove pure gli operai guadagns.– no molto p1u che da noi, si ,·ende a 27 cer,– t.esimi e nel Belgio a 2-i. Le patate che da noi costano da 12 a 15 cent. a! chilo. in Bel– gio si vendono a 8 cent.; il la.lle che da noi costa 20, 25, 30 cent. al litro. anche nelle re– gioni che hanr,o abbondanza di pa..scolie di bes!iame, in Svizzera, in Belgio e in Jne:hi!- terra si wnde a 10 cent. - E dà che dipende questa differenza? Di– pende dal fallo che da noi esistono i dazi dogan:ili, che in Inghilterra in !svizzera e ir1·Belgio o non esistono o so~o assai minori. Tutti sa.nno che in Italia non si produce una L!'e.::!-E.:......."!.j.-;s-•.a ~~i é..,,_!-<; ~ - la popolazione e che bisogna quindi farne \'enire dall' estero (specialmente dalla Rus– sia e dall'Am erica) una certa quantità. Ora il grano che ci Yier,e da quei paesi. oltre al prezzo a cui si vende già nei luoe-hi ct·o– rigine e oltre alle spese di traspo rt; ci co– sta 7.50 di più al quintale. perché ogni quin . tale di grano che entra in Italia deve paga – re al confine quella somma di danaro per dazio. Pensa.ndo a questo e pensando che qua~,do, invece del grano. ci vien portata dall estero la farina, il dazio é di 12 lire al quintale, si capisce come mai il ps.ne co· sti da noi tanto uiù che in Beleio e in In– ghilLerra dove q~esto dazio nor{ si paga. Questo esempio del grano lo conoscono or·– mai un po' tutti; ma moltissimi invece igno– rano che per tutti gli altri generi è precisa – mente la stessa cosa. Comprai-e un ,·estito e lo pagate, secondo la qualità della st-0ffa 3, 5, 10, 15 franchi di più perché c'è il dazi~ su l cotone e sulla lana; comprate un mar – tello, una, sega, un altro strumento di 13.vo– ro e lo pagate qualche soldo di più perché c·è il dazio doganal e che fa rincarare il prezzo del ferro; comprate un paio di scar – pe, e il dazio sulle pelli \'e le fa costare qus.lche lira di più; comprate un soldo di caramelle per i vostri bambini. e ne a.vrete ur,a o due di meno di quel che potreste arn– re se non ci fosse un dazio così elevato l99 lire per quintale! ) sullo zucchero. In poche psrole non c'è spesa che ,·oi facciate per i bisogni della vostra famiglia, senza che dob– biate pagare qualcosa di più per causa de! dazio. È stato fatto il calcolo che un operaio che guadagni un migliaio di lire all'anno e le spenda tutte per pron-edere ai bisogni del· la famiglia. paga - sulla roba cbe comp ra - nor1 1 meno di 160 o 170 lire all'anno per dazio. Altro che tasse di ricchezza mobile! Da questo apparisce quanlb interesse ab– bi: i.no gli operai e le operaie a combatt.ere contro i dazi: perchè è evidente che se una famiglia ha 60 centesimi al giorno da spen – dere per l'acquisto del pane, potrà comprar – ne 2 chili se il pane costa 30 ceni 3.1chilo· ma se costa 110, dovrà contentarsi di com~ prarne un chilo e mezzo; e se cost.a 4-2, 45 cent., dovrà contentarsi anche di una quantità minore e quindi nutrirsi male e fors·anche soffrire la fame. La cosa appare poi l~nto più enorme, quando si pens i a beneficio di chi va la più parte dei qualtrir,i pagati dai consu ma – tori per causa dei dazi dogan~li. ~la di questo vedremo in altro nume ro. U. G. M.

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