La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 18 - 2 novembre 1

Anno Il. • N. 18. 2 Novembre 1913 Conf.n corrente colla Posta. • 15 ESCE LA 1.'' E LA 3.R DO])'[ENICA DEL ,'\'IESE • • ):( ABBONAMENTO: REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: I Un numero Cent. 5 Anno . L 1,50 Seme~trc .. L. 0.80 Il 50 copie. L. t.00 100 copie .. L. 2.00 ESTERO IL DOPPIO 001?0 LE li partilo socialisla non ha, a. lolla fini– ta. che una superba ragione di compiaci– mento e d'orgoglio. :\lolti collegi nuo,·i furono conquistai.i, molli lo saranno domenica. do])-0 le ele– zioni di ballollaggio. La massa elettorale nuoYa. affaceiatasi ieri alla Yila politica, ha sentilo dunque l'appello dei socialisti, ha tradito le speranze dei conserrnlori e dei clericali che facevano affidamenlo sulla sua ignoranza e sulla sua inesperienza. Si può dire che l'esito delle volazionj ha supe– rate le speranze e le previsioni nostre. Ed è per noi, donne. escluse dalla vila politica. una ragione più profonda di com– piacimento. un'arma nuova, una riconfer– ma d1 quan!o abbiamo 50Slenulo sempre. Si dicern prima del suffragio universale ot– tenuto per gli uomini. ,. Il vantaggio maggiore l'a,·ranno i cleri– cali. L'Italia ricadrà nell'oscuranlismo per– ché la massa ignorante. rimasta estranea ,empre ,ul ogni questione sociale. subirà, ;;opra ogru altra, l'influenza del prele "· E si faceYano delle preYisioni sinistre. Fu forse per questa speranza che il suf– fragio uniYersale per e-li uomini non trovò, quasi, oppositori alla Camera. La stessa ragione s, ripete ora alle donne. ~la è nell'interesse di tutta la società che ;-i neghiamo il ,~oto! ~la pensate che cosa an-errebbe se le donne, vissute fino ad ora, nella immensa maggioranza, ignare com– pleta.mente di ciò che si svolge nena vita p0lirica della nazione, a,· sera il dirltfo di voto• Significherebbe sognare un regres– ,◊. meli.ere a repe'1ta:,lio la probabili!à del– la riuscita d'ogni prOl<ramma di riforma, aYer davanti a noi l'incognita paurosa d'u– na massa di elellric, assenite ancora al pre– te. al pregiudizio. al doloroso senso di ras– ::::':'2'Tlazioneper cui, nella vita ha r~ione il più forte e il pot,:.n~e". Quando le donne avranno il volo. quando 1..m:-;.&.nso più e-rand~ di giu:,;.lizia farà ces– sare r~r gH uomini un privileJ!10, a.55urdo. ora. che la sveielà capi!.alislica ha fallo cti e--s~ uno .strum,_:uto di lavoro ~mf-ntiranno f"QID': hanno :,mentito domenira zli €'lettori nuovi lr:- facili e -~mphti~te rag-ioni dr-zii av– \'.r::ar1 Lk donnf: .:.;.r.>e1ali!)te, f)l')Chf-:' ancora è \'ero, flf:r quanto 11 movimr•nt.o femminile :-i'inizi uro. rr1r, ft_,n·orf' Jtrande d1 fr.d,~, hanno dato durantr, 1I p,-nodo eletlorale l'es,cmp10 d --ap,E.-rt:- ,. di V'JJr,r lavorarr, :-:;,sunr1 m~ tuttt- a d1Sf>'J:--,z1onf-dr•i c'J– mi.~af rlttlora.11, lan,rando cia.scuna nel– l'ambitr, della loro r,<=sibilila .senl<,ndr, co– mfi' un fJrPr1:..1) dr1\·PrE- Jl b13/1.2"nrJ d1 d,·dica– re. ,,r,nz'?sitaz1r,ne, I~ lor,, enHµ-ie al lr·onfo dei rand dal! ,,r,rialisl, A.bb1amo avu'.tJ dw'· com1z1 a \1ilano, l"· nufi da dr,nnr• chP sr.1noblat.i vrramH1te, u– na -:up,:rba aff,-rmaz1rJn"- di fç;.de L'infkr– \C·nk, numf:.'r0:-:1) d.f:llir::- dr1nne al oornizi(J. dr•l- 1,. la\·oratric, in modo ::,pf-..l'ial~, ~ CPrlo un :--nt<:,mrJ confor'.anle rfol lorù r1svç.g-}i1) mU'.1- ltttualf-, quand,J ::,i r,eru: al!e vndizir,ni di vita"' di coltura in cui ,;ono st.at, · l(·nutf· finr1 ad ora I.R mi~lIOri r,rr.,paP-andiste di .\11an<J· Linda ~1alnati, Abi:,aille Zanetla ftr•i,ina Tf-ruzzi. la .zi,)vane 0r~ra1a Si~norr·IJ , G - :-klda Bn~bbia. pit:guronù a1 Oùmf•rr,si m– lkrwnuti il prr,i,ramma del parliw s,)ciali– ~ta Affrrma:rono. S"C!"U fp cùn f,.-,rw1r,• di consE-nlim"nto. le nPce:-:;:,ilaper la donna o– r~·raia d, partM,pare alle loti,> politirhe Hl <,<:onomiche oombatti.te dael. uomini la MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO ELEZI0NI 1H·•Jfondll, irriducibile guerra, il diritto suo di aYversione per lu ---~ere considerala nella vita politica alle slrègua. dell"uomo, l'impellente necessità di una riforma deLo scuola. nece ilà che non può essere sentila rnramenle e sinceramente che dal partilo socialista, perchè la borghesia comprende che il monopolio della coltura è l'arma più polente in mano sua, per mantenere il po– polo nell'asservimento capitalistico. Per la direzione del partilo ])-Ortò l'ade– sione e la sua parola, vibrante d'entusiasmo e di fede, Angelica Balabanofl. ~1entre qui si organizzavano i comizi e anche altre donne propagandiste: Sofia A– Yoni .. \rgia Bianchi. Ines Saracco, Marghe– rita Sarfalli parlavano ogni sera a favore delle candidature socialis.\e, a Milano e nei piccoli paesi della Lombardia: in tutt'ltalia le donne socialisl;i facevano sentire la loro voce: Carmela Baricelli percorreva il Ve– neto, riusci\·a a parlare ed a commuove.re in paesi miserabili in cui il solo prete ha te– nuto il dominio spirituale delle ,popolazioni; Angelica Balabanoff parlava in Toscana, a Lodi, a ~foglia e poi a \'enezia, molle volle, a sostegno della candidatura Musalli; Ar– gentina Allobelli a Bologna e nel bologne– se con quella sua profonda conoscenza del– l'anima delle folle proletarie fra cui vive, e ~1aria Gioia red.geYa u La nuo\-a Terra» e parlava a sostegno della can.didatura Prampolini: le compagne di Torino porta– ,·ano la loro adesione nei comizi e dis!ri– bu1\·ano opuscoli e manifesti, partecipava– no alla lolla elettorale, tutte, con volontà, a seconda delle loro forze. A Sayona, nelle città di :viaria Santissima, :\1aria Lavagna, raccoglieva a comizio, numero.se donne, an– ~iose di sapere. di sentire, .\laria Giudice percorreva, infaticabile, i paesi montani della Valsesia. Teresa :vleroni compiva un magnifico lavoro fra le lavoratrici delle provincie di Vicenza, le donne socialiste d~lla Romagna, facevano un intenso lavo– ro di propaganda. Sintomo confortante è la propa~anda femminile falla nelle regioni mer'dwnali d llalia da valorose compag~c no-tre che hanno il merito di sfidare in re– Jrioni, in cui per la donna il pregiudizio è le)!'!"e l'opinione d'un pubblico ostile: (Jrl/,nz,a De \oleo la Banchi ,, la Gianclli, parla\·ano a '.'!ap<:die nei par!-i vicini; nel– la Ba~il!r.ata, \.t.tìlia 1Iatc·rassi, cerca.va di \'incnr· IP mollf•pli<·1d,fficol!à che si oppon– t!'<Jnoalla pr nwcrnnda fra le donne. :'\er,r,urr• ai giornali della borghesia è -fu!!µ-ila rattivita dell<· donne socialb!R, in– t<-11,,ttuali r•d operaie, ,I g10rno delle elezia– ni, duran 1 .é la distribuzione dr•lle bChPde. :,;,., limiti delli! !Mo forzi, lutlr conlri1Juir0- n<J al trionfo dr•1 candidali socialisti. E rH·f>pun· g-Ii avver . ;ari non u.~rono. par– lando dr·! lavoro delle donne socialiste, come di cfJn ·upf.udinr•, I 1ron1a o il dilr.flgio. La se– r ,-tà dr•l l<Jro lavoro o'impo.~ al risp<~tto d1 lutti. Ora lr• donnr· Y,r.1alist, i;ann<J che, <H·fanto alla mr,lliludine 11riiria del prolelariai.-0 ma– <·hi!P incollo e non conquistalo ancora alle idr-',(•sorialisie 1 vi è un'altra mr,ltitudin<• più grigia anr...ora più assente, in cui l'apatia è un 1 ~bitiudine. una convinzionr•\ un dovere; quella dr• lr: donr1'· L' ur,mo nella vita, anrhe wnorante rn1,;, ~ rabiJr•, sPrvo, schiavo d'un pr<!giudiz10 ha 15J•mpr,, un c-0nce!tt, d<: la sua forza. anche &J basatn su un ingiustizia· l'or,llù.r,:'110 d, u– na sua super orta W>r,ra Ja d1mna \1 a 1:1 d,,rma r r•'lJf'.-tara e nf-1 Fi f' J um,J '.lnk dr•ll'-• ):( condizioni sociali: è schiava d'uno schiavo. Parlare alle donne è certo un compito più delicato e più difficile. E forse noi donne sole lo sappiamo fare .. \ololle cose lo donne non lBcapiscono perchè nessuno le ha mai dette loi'J. li socialismo le spaventa per Io sforzo che esse devono fare per acquistare abitudi– ni mentali nuove. Ma in compenso noi ci pos.-.iamo rivolgere al loro cuore. Le donne hanno sempre un'infiinito islin.to di mater– nità per cu, ogni figliuolo, esposto ad un pe– ricolo, ad un lavoro malsano, oppresso e sof– ferente per UJ1'ingiustizia sociale, divenla un po' il figlio della loro tenerezza. ~1olti problemi ideali ed economici che agita il pairtil-0 socialista sono percepiti, direi quasi con maggiore sensibilità, dalla donna che dall'uomo, per le maggiori sofferenze che il disagio economico procura a lei. Le donne socialiste non devono sgomen– tarsi dell'esiguità del loro numero, erano po– chi a.nche gli uomini non moi'ti anni fa e sono divenuti una falange e una forza. l\cl limite delle loro forze, della loro col– tura, del tempo di cui ])-Ossonadisporre, lul– t.e possono lavorare per il socialismo! E un bisogno di vita più dignHosa le Lrascinerà presto, in massa, a domandare il riconosci– mento del loro primo e grande diritto: quel- lo del voto! (( La Difesa 11• A proposito d disoccupazione 13~ un 111d1v1dtio,dotato della più grande ferocia. guidalo dai più malvagi propositi, si fosse messo a cercare il più raffinato mez– zo per infliggere ai lavoratori e specialmen– te alle donne della classe lavoralrice la più crudele delle l011.ure, non avrebbe potuto ideare una lorlura più raffinala della di– soccupazione. Quando la famiglia proletaria è colpita dall'atroce flagello della disoccupazione, su– bisce Lulla la tra ~edia d ella dipendenza del– l'essere umano. lui.la la sua impotenza, la impossibilità di app agare i più elementari bisogni del cibo. del vestito, del ricovero. La disoccupazione insegna ai prolet.a– ri che. per quant.o essi possano essere umi– li e rru::srg-nati ed essere pronti a. vendere tutte le loro forze, il loro tempo. la loro salute e le loro energie per lo scarso pe:– oo di pane, tutti i sacrifizi e lulle le ri– nunzie non g-iovano quando viene a man– care il la\·oro e unn mano d'opera ancora p'ù numer0•a " docile della loro. ,·iene ad offrir:-i. in mas~a, sul mercato ciel laYoro. Iri un lampo solo della tragica realtù vn dono lulle le menzognere o superficiali 1f– fermazion i che i borghe:-.i usano ad arte ed i proletari. rurtroppo, tal\·olta anch·essi 1i– pctono che cioè balsa volert lavorare 1Jl'J trovare un gu.1.ulrlqrw. 1 \'olpte di più a: con? rhe cosa non :--acrificano proH:t«ri p1·r la po:-sibilila d1 sfarnan• h propria tnm1::.l1cr? Xon si riducono for:,;.ead e::;sere un semplice attrezzo d'altrui ricchezza? ~on sfidano le 1ntt·mpt•ric non rinunziano a qua,:.1as! ~ut– dic;.fazionL. non votano for:;c• la loro 111·rJlC alla slùssa vita d1 fatiche• c d1 rinu:izir? E questa rH·f·rca affannosa 11011 è for:-e llnl'he in l-ernpi normali co:-:1 acuta, frbhrilc (' m ll•n:-;a da a ...... sorbirc• tutta la salute•. lmk il t.nnpo, tul¼.! h.· <·nf'rg-ic• t· purtroppo t·nehe tutU· I<· uspiraziorn vu· un mist•ro e mal– ~l'rlù :--alano'? E I<' donnl' JJ(•r fare ba..,tan.· il J)(•zzo <11 pane• non si assumono for~e una ~-conda fatica a ca---a. al forolan,·! E se in g(•nr'.rC se• si clovc•sse domandar,, ai p_roldari tulti JH·rehè t•ss1 vivono, soffrono, ~1 ra~.-.Nmano. s1 ('ù!hurnano in 11·1 la\·oro s<Jvrumru1,J iulti <lin·bb<·ro fo facnftmo /Jl'7 rtwnglflfe. .\Ja vi<-rH·,ndla S(.>('il·lit capitalbtica. 11 yiorno in cui nq1puru a quc-I prf:Z7..0 ci ~, può JH'<x-ur;u, l'ambito ,,, zz.·J di parn·. Il marito torn:1 a c•a.;n lll"'''><'CUJJalo,taciturno, df•... ;olalo . .\on rrnò colJ()(•ar, lf' hrurcrn Jn casa col !JiiOgn<J <• c·oll '<Jzio fatai,· l·ntrano " la. mi: ·r:a .;trazaa11U• o il re cipr1 1·0 mai(·(,n fr11t,~ ~<Jfl gi<JVil eh? la mo, 1.du· ,nel un 11n 1 z 7.AJ d1 lr1st<: conc.orrc:nza et:·rchi lu,·oro. ~on n• n"i·' Ju ,·amJUl.l'"nn ù in c1lta, v <·n• a rnan– t·ar1• 1I ru•c1 sar 1u.. "\on g-iorano promP~So r urnilrnz1011i p(·r il\'f•rf• un po' cl ,·rc--<litu. l Ui1nb1 radrlopp1r1110 h· loro insislf·nzP, IP lo– r<, dùmand< 1 lor<J pianti a m1,ura <·h(• ~i Gino Bianco ESTERO IL.. DOPPIO prolunga, per i genitori, la mancanza di la– voro. La cti,nerazione è al colmo. Le ma– lattie, la morie che in a!!re condizioni avreb– bero J}Qtuto es:;ere mitigate e allontanate si affacciano, s'insinuano negli organismi in– deboliti. Colla possibil là di guadagnarsi il pane cessa per il prolelarialo la pos.sibilità stes– sa dell'esistenza. Sarà giun!a alle donne, ancora lontane dalle Iolle sociali. la voce della interpreta– zione socialisla della sciagurala disoccupa– zione , anno esse che locca ora al proleta– rio pag~re. colla disoccupazione, le spese della II bella guerra?>) Lo sentono e. per quanto lroppo lardi, maledicono la guerra che ha avuto per conseguenza il contrario fii ciò che i suoi fautori avevano dipinto al popolo larnro e guadagno in abbondanza ... :Vianon bas.\a additare la guerra quale cau– sa dirett,, della disoccupazione. Vi è la cau– -a. delle cause, la causa che ha determinala la guena stessa. È l' asset.lo attuale della. società in cui la produzione e la distribuzione delle ricchez– z,e. è subordinata all'interesse di una esigua mrnoranza: i deten.\ori delle t;irre e delle macchine. Per tenere schiavo il pro1et.ar1at.o e obbligarlo a lavorare a qualsiasi prezzo: i capilalisli hanno bisogno di un esercilo di ri~rva di disoccupati. Es.si sono lo spaurac– chio costante dei lavoratori, servono di fre– no alle loro rivendicazioni. Durante e dopo le guerre - cause e conseguenze delle crisi d.ovule al car_attere capitalis!a della produ– z.1one delle ncchezz.e - la disoccupazione s, scatena con maggiore evidenza trascina nel 1·ortice delle privazioni più strati del proletar1alo ma anche in lem])-0 normale, la d~soc~upazio~e tie~e schiavo l'operaio, domina I prezz1. scaglia un lavoratore con– tro l'allro nella dura lo.\la per l'esistenza. Ora_che la disoccupazione è palese ed acu– ta voi sentite. proletarie. r.omp, non giova. volere, nè basta lavorare fino all'esaurimen– to per avere i mezzi di sussistenza. Essi vi sono contesi dalla st ,a costitu– zione economica della società. Per ciò do– v~re. _vostr? più elementare e sacrosanto è d1 rmn,rs1.. con ui:1a lenace lotta politica, alla batlagJ.a che I vostri fratelli combal– t0no sotto la bandiera socialista per prote– stare contro la guerra, per conquistare un a~s~l.t~ sociale i~ cui sarà eliminata la pos– s1bil1ta .della dtSOccupazione e vi saranno per lull1 lavoro, pane e gioia.. a. b. RELIGIONE E PIETÀ •I Dublino, in Irlanda, si combatte una 1,~agnifi,ca loti.a. Glt induMriali ric1.1sano di ncono.)cere le leghe operaie. E gli operai da 1h1P rnesi scioperano. Lolla d'idee dun– ( J.ll' ', Il_ pro_let~rùtlo di Dublino so/fr~ mise ne , prwa:.wm, fmne ma resiste Gli industriali ved~no la vita ·con occhio 111iope.non_ capiscono l'<o,urdo di resistere all'ùwvllabtle. .\la l'operaio, 7u.>rvaso tani1110 dal fervore 1 ' rial/a _b<'lle::a dr/la lolla, ha semvre lo , 1 ra:t0 d 11n~tn/Vuta pietà: i binibi condan– natl al/(( 11Hseria con lui, z loro occhi allo- 11tL1 t> doloranti hanno 1)empre un intenoga– ltt'o: - Perchè ll papà non lavora? Un qwnzo, quando andava all'officina, c'erano tl pane e la min1•stra, e i vt•stitini non erano cos) logon, P .alla d01,1rnica .si u..,civa insie– mf' a passroow. . l!i)O{Jna che In fedi' e la cosclf'n:.a d'ù.n dtrllLO \ttmo qualth,• co,a di formidabile 1,d c1.~o.redell'uo1,w t' rirneglmo f'neroie rnira– lJ1!1M' lo rl'1ulono capace di r1•,,,·lf>re allo ~p,•Uatofo dPl/r- wf/1•r1•n:.e dt'/!f' ,uP- crra– Lur1· 1gnore. I fratr/1,, Ol)f'Mi d'/ng/11/terra, hanno "'"– tao qurslo stra:,io, hanno detto: / J)tCl'oli 110n rfrvono .,offnr1•, mandatdi da noi, tWTP– uw. finchè dura la lotta, w, figliolt'tto d, JJlÙ 11t ta~a. .\'on " è fatto ,o,! a1!lhe da noi1 Dove la lotta opcra,a II prolunoava a,pra ,, difficile, mm si ~ano falli 1111grare i lwmbin,, non eb– lH·rr, lll filtri• UJ\1' op1•rnw rur,•, a(/1'/lo, bontà'.) 1/tU,u\ r .I /)uh/ino ,wn è poç1,"ibi/1•. La rl'i1giom: mt!lt1• Il suo 1·1•to. I prt'll dell'lr– {(l11dacnttollta non vogliono l'1•,01io dei bim– lJI p1'r I ptle!il prote.,tanU. Il fHU"H' cattolico ha 11 111prr• t'animo df'l- 1' i,ztrm1 i(J1'1lle ,. dt>ll'illq1.u,1Lore/ \'on c'è m· Mt/1•,,::.11, nè IH1nto al/'infuon df'lfa ~,.w rl'/lljllJTU' Ahi111i- J ilhi111i• .' I prr•t, hnnno ton.sen– Zll'nlt le rnn.dri. ('h~ 1 pitto/i 1,wolano d'inP– r/in chi' ti rlùwo mìrora t,•rron• r .,7H11,imo ton /r, foro rn(/PrPn:.e, n1a ,,,)·tino con noi 1to11 radono 111·/t,,ta')e d1·1 ri,wPgalt d'ollr; mr.1•

RkJQdWJsaXNoZXIy