I L Cinquecento ru un &eeOlo che. fm. gli ttllri mernl, può vautare quello di a\et6 J>iopu,rnato l'nlteret:ta nat.io111:116 Italiana e Il ICj'lltimo ora-o,:lio L1tllno: e ciò In ':.'"'I do. ION>$0 1>0-rlodo ijlorioo in cui rua. Ila non era polltl~111ente unita. E oomo ,,ropugnl, l"altereu.a 1.un;io11a.- le coi suol Scrittori, con i auo\ Ar• lisli, coi suo; POMi, 0081 con le ar· mi quel Meolo ebbe Venor.ia ooin· battente c,ontro tutta l'Europl'I ed unlea ad aririuare il pericolo Tur• oo contro tutta l'EuN>PII, e vantò le eroiche difese di f-'ireuw e di Siena: t'rauoesco t-'erruocì vale quanto il ma.Mimo el'OEI di Omero. Il Cinquecento lt.Allauo eo1111e1•vò con orJNelio J'altere:u.a 1uudo11ale, 11rei;i:erv11ndo. ilOllO il dominio 1tr11olero. il -IJUOcarattere ltalleo & La· tino, con tale tenacia et.I eiiuberan , esametri aula Dafne del Bernini, e che correva, allora. per tutta 11.alia, una oanzone contro lo 11lranl~ ro, eol'rlVOIJ\a a gui&a d1 1,re,rhiera sulle parole del Pater 1t(Aler, ehe riniva COl!i pNl,tando: ~ Metti, Si«nor, rlt.,,lia In u.nione, Aeelò d-. QU~ll N.11 •lam llber•tl' E pi.-li l'a.,•m• ci....ebedun baro!M,,. Abt:lò eh.e a .-,il •lan WU1 hlJtliatll ~- Quindi 111 può bene affermare oou Vittorio Alfieri ehe In noi t l11ge11ila la virtù della Rau.a e "be e alla pianta Uomo à aempre buon terreno l'Italia•· Ma, venendo all'opera di AleelilAndro Ta-MOni dobbo notare ohe. Q.uando nel 1611. Il duoa di Savoia Carlo Emanuele 1 \ovaiw, il Monferrato, oontro la voloot.à della S1•a«na che ,tliene oootraatava l'e,. redità. e aon orl'Ol'li080 disdegno ritratto di :~~~~1:h:I •~: :: S~~f 11"~~= :· ~ i:i 1 ~~ne 6 00~:i\Ì P~ui:~!;>0 ;:: Alfo",o d'E,tc, culto dell'Eleganza e dol\'A rt&. 15Ì d11 In,. prout111rne t·rancla. S1)aKna e Jnghiltcua, aeou. @:8.ll8rnemai superalo. E diede h• luce a tanti astri di prima rrandett11. Qual\ Il M111ehiavelli, Il Oniooiardlnl, l'Ari08W. Michel11.n1t<'!lo,Leonardo, Raffaello. 1'i&iaoo, Il Ta<>110,il Sarpl... tutti m111&$lml.eome ognuno /Jlì, Oei miuorl e dei minimi tehe 1>u~ !IOIIO legione e tutti _grandi al COII· trouto degli 11tranieri) ml t111ceìo. Dono Doni ~~ro'unae 1e:~~loo:i:. eln~- Quel CUla-ìdo aeoolo lr.liano 1111 diritto di essere Kloriosamente ricordato fra 11uei pochi,.,.lmì (il secolo di l'ericle. 11 secolo di Augm•to) 11ei qu111li iJ l(C-nere 11m1rno tlie, de ha 11iù hna-11 e duratura pro,•;:a della aua ,iot,iltà: il u%tro Hiuu,o1.:i111e1110 onorn Il MomJo; t, il Moudo avrebbe lh,,1.1timinor valore !:lfl non ci '°"" 11t11Wil i.,;1m1uc~nto Jtali:rno: pochi 1rn11i i1111:.rngi (...olombo 8\'f>- va 1K.-o;,e1to un Mondo per douarlo alla Spagnu: ora l..eonardo e Th1hwo lnrn1ortnla110 11ei loro di1>1utj I M)vraol di oltre Al11i e ue rre1ti111110lo rtglt'le; o lo Our mo.i.;.vvita chi11n,a un an:hltetto llalla.:io, il bologoese J,'iora,•ante. a salvargli il Cremlino dft sicura rovina ... F. ciò ioenlrt,,, purtro1>JW! acU stranieri comb11ttev11110 le loro icuerre •ul suolo Italiano e tenevano l'Italia .soireetta, derubandola e •frutt:mdola, ignominiosam&ute! Ma ruomo nou è uu egs.ere del tutto .ffrrut1.11bile ntl eonflllOILbile: e llfl c'è M:hh1.- vitù alJ.IOluta, è c1uell111le1,tlianimali e delle cos-e e delle rone della Natura, che l'Uomo ha aogrlOKAle e r~ i,chlave al •uol IJi!Wgni. Le Raue e le Nazioni llUPtl• riori, J;Oi, non sono in nMSU'D modo sfruttabili 11è confllkMlblli: ed anohe nel periodi di doloroso torpore o di più dolorotia decade11:z.a. eonserv:i.no intatto il patrimonio deila lingua. della religion-e, dt.lla tradi&lone, del COfltuuu,, che ilervlrà a J)l"e.ller varne, uel secoli la omogeneità, Il carat• tere, ogni allro patrimonio morale e quindi la &aera indipenden:r.a. Come 1)000 più di un millennio lnnanil Il Ci.nqueoe1110, l'ltalla, alle invulonl l»tr· bariche a,·eva OPJ>&to il '110n1e e la trAdi- &ion& di noma, il Crh,tiaue&lmo e il OiMtto Romano (eemme di Ci,•iltà lnauperala ed ll1superabile nei 9000li, e c:.he riuscirono a prNervarln. da oa-ni bkri>arle io.sedialui n&I suo territorio) cosi orn l'lhlia tlol luminoeo e radi090 Hin&M!imento nr spinge la Rilorma n,li&"i06a di Oltr'Alpl _lt E 1.-4 .. 3 OO E DI~ I"' •t,c,tt Il ,, 11luuo.'r11v d('Oa 1u11 .,quu,lla h11du1nitA 1•rorompeva dal ~lebl'$ ,onetto del f'ilieau,, Jalrullinio capitolo del Pr-i,tcipe del Ma()iliavelli, dalle Stor-ie dd Nan.11 e del \"archi, dallo Orazio,,ti Jel CaJJ.,.'1d, ai Ver:,i dell'Ah1m.1111ni... e Jei minori editi cd inediti, di cui pure .sono 11\ene le bilJlio, teche. mi laccio. E 11icurò in sommo grado la µurt'na, oltrechè l'el9"a11za. della lin• ~ua Italiana: e si &erisse e si parlò il !~alino di Cel$are.. di Cicerone, di Livio, di Vir,cllio. eon tate molr()1111111ud.,a rare •f)f!II- '° domandare quale dei due f08Se rldloma ll08tn>. ~ il Latino o l'Jt.alhlllO. Dirò di più. Come nelle Panatooalohe I corridori iii acaml>ia,•ano la fiaccola accesa della fe.stività Bllenica 1cur.tore.t laMf)Qda lradu,.11, COl!llIl i;;entunento della J)\ò nol>il.i e tonace Italianità, per cui la no- &tra i11dipe.11tlenta non fu sperar:::- !'f!r noi dolorosa nè 1>er 1Cli ltrauieri 1JCberno miserevoli!', palWIOe non v~noe mai meno. nei ieCOli i.uue1tuenU. dall'uno all'altro Scrittore. Ar~riee,, Scienziato, Poeta ... Non ven, 11e mai meoo neptiure Q:Uando 11 &'ODfio Bar()('Chilnuo e il corrutlore e lrm1r10 co- •tU1ile Spa~uuolo pi.rvero avere Il sopravvento e Il predominio in tutta ft.alia. Noo va infatti dimenticato l'entusiaamo per la patria Italiana (sempre fra i Grandi) del Marini, del Chlabrera. del Te.I.ti: e meritano 11peei9le ricordo le Pilippit:lì~ del T11,.11110(1d1ii cui or ora dirò di più) e le /'nlie del Ooetlllini. f;d 3f)punto la "loria di avere in 110mmo grado 11artecip:1to alla su:ntiuhna eredità del 1K'l'Ulioro lt.allaoo. nel Seicento, ,·a di,•isa tra il Tll880ni, il lloc<:alini. il Camµanella. il TC8tl, il ROl!la, il Galilei, il Hruno, e finalmfmte il Vioo, che &ta, come gigante del pcniliero 1u1,i.i&0 fn I due ~li decimosettimo e dooimo-- ottavo. lllllSlO wlb & me.,,..o al rnwdo Jall'lmp&ro, iro.te11ne MOio la Immane guerr111, e vinto. rl$01'1Je. novello Anteo. dalla eRd11ta, e feee 1111O\'O e rnagl(iOl"tl !lfur- :r.o. nel riìl6. chh111111n,Jo alla ri!IM)il1u1 Jtalia1111, i 11riocif1i e i caw1lieri della Peni~IA: allora il 1•alri:r.ìo inodenèlle Alauandro Tiu1soni fece hitterariamente quello ohe mllitan11eote e poliUcamonte fa"eva Carlo t:rua.nucl& I. onde a racionlil Il Carduc.ci lo appella l'oratore <kll'WiJ)tmda,ua Jtalia,w: e con aeume polltioo e sentirne.o.ti Jtalia11i')8imi eell iicriMO I& fam08e PMip-pk,.e. dimostrando la debol~- u. della Mooarcb.la Sp-.rnuola e cbiamando alla rl8C0881111 prh1eipl ed I cavalieri Jtallani. Nè l'Italianità si fJ()Cn.&e durante le futili e puerili J)astorellerie dell'Arcadia. Ma be11e ai può afferma~ che i primi 1:1Critl.Ori dell'aureo ed eroico Ri80rglmenlo, il Parini. l'Alfieri (detto dal Carducci i.I pilè ttalf.a,io MgU. ltal5ll1ti. dopo Dante e Machta,·elll) ed Ue<> Jo'0800lo ricevettero dal anodi del CloQueeento e del Seioeot.o la flacoola dell'ltalianlU.. che J>OI()(>Ntlfrlla· rooo a noi, a.Ua, fiammante e abbatllaote. ed 01~po11e agli stranieri una Letteratura Ma l'opera del Ta&!Klnl merita un oenno Ed lo ml compiaeeio di chiudere e ocmobtudere il prei;fn:ate et..udio non .olo oo,1 rran nome. ma anche oc>n uno eqoarcio noblll.nimo di Ugo F0to0lo (Opere, li. p. 41): e Nè la barbarie dei Goti, B6 le anlnioaità ,>rovinclall, nè le de•Hla&looi di tanti eserciti, nè le fotsorl dei teoJOlri, nè arll atudi usurpati del monaci spensero in <aueat·aure q11el /Moeo i'"mortcl-, che animò P.tru&chi e Latini, che animò Dante nelle calamità dell'e&.iHo. e il M.acb.iavelll nelle angosoe della tortura, e Galileo nel terrOre della Jnqulai&ione., e Torq,u.all.> nel• la vll;l raminga, nella peNeeusione dei i-. tori, nel lungo amore infelice. nella ingratitudiue dolle eortl, .nè tutti queatl, Dè tant'altri gnndtHiml lncec-ni nella dom&- stlea povertà •· e uo'Arte cbe valgono assai phì delle loro particolare. Premetto che. nel Seicento, armi. Urbauo v·111, Il papa latinistl\, scriveva AGOSTINO GURRIERI 9
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