Mlire a. uno $la.dio vitale di fusione a un nucleo di unitarietà spirituale. La pienezza della sintesi è eostantemcnte lontana da queste scene; i sen_ si generaìi sono scambiati per il lo_ ro esatto OPJ>OBtoc,ioè per il cosmopolitismo culturaleggiante, pronto, in a1>parenza, a tutto intendere e a tutto smussare; e vorrebboro 'e888re raggiunti attraverso l'isolamento di questo o quel particolare in sè considerato e a sua volta deformato nel gioco di specchi del razionalismo em1,irioo. ~rehè in sostanza il dramma, che tenderebbe a e86Qresquisitamente e spirituale,, s'imposta. nel mero quadro del materiale. Che cosa sono Ql.reisensi generali se non il ri fles. so di una contrazione eh&, nel mo. mento stesso in cui cercherebbe di connettersi ai moti più profondi del20 1.•bblnl In Sln.goga, COftI 1ololl delta Tho,ti. lo spirito, palesa l'in&urficìenza a condizionarsi sulle auti;,utiehe radici iul'.)riori, si rapprende intorno alle oscillazioni degli istinti, scambia la disarticolata mobilità degli impulsi per il fondo proprio dell'es. seret Di questo scambio, che ®riva da una carezza tramutata. in melo. do psicologico e utilitario, si è in definitiva pervicacemente nutrita, nell'ultimo secolo, l'azione &Qll'ebra.ismo in ogni settore: dall'umanitarismo sociologico al politico, allo storico, al culturale, al letterario. Ecco, su questa alterazione origina· ria di visuale, su questo diluimento dei limiti, innestarsi il grande mescolamento in atto in gran par~ dell'anima. contemporanea; quel trap8.888re del concetto generale ~I concetto internazionalistico: per cui il mondo, attutiti i contini delle tradizioni, dello spirito, delle razze, è anzitutto e soprattutto la patria propria ~I giudeo. Ed ecco, simultaneamente, il capovolgimento e lo inaridimento della concezione etica e politica romana: la sua scissione in as1>ettiparziali che,la parzialità stessa travisa e snatura; la ~gnzione fondamentale di ciò eho appunto forma la forza ascendente e perenne della romanità. Si sa come la totalità dello s1,irito romano, vivo nelle profondità ()\}iai. lenzi o nelle ore della lotta, operi po· tcntemente in Cincinnato, romano negli sdegni, romano nel combati-4.- nrento, romano nell'opera dei campi. Ma Cincinnato è presentato dal Lévy per un raté, per un'anima -e un'in_ telligenza che non eono riuscite a cssère se stesse. l~rriuo il figlio gli si leva contro: Cesone, che vuole la azione e non la ·contemplazione; e, costretto alla contem1>lazione, è anche lui, di fronte al padre e contro il padre, un raté. Per Quanto cioè Cincinnato è rimasto l'esemplificazione dello spirito realizzatore per eccellenza, il blocco di puro m\?rcurio che sguscia intatto dalla tortu08ità delJe vicende. i Levy s'immergono nelb acri aridità della cronaca, così n fondo òa giungere all'estremo del circolo vizioso, a capovolgere a sè il termine opP<)8t-0 di confronto. Il simulacro di Cincinnato è d~posto da una razza raté fra tre pareti di carta e di cartone dipinto, imbottite del patetico molliccio che, nttra.. verso i veli dell'umaoita.rismo, vorrebbe sfumare net ~nerico e nel meccanico la sostanza deHa romanità. Anche le ropliche po880no pro· durai a catena in America: ma non sappiamo per Quanto tempo sia possibile rimane10 a mordersi In coda. Una coda che dopo tutto è un aborto di coda: un dra.mmetto in cui an. che il dialogo è forzato tra Questa a Quella involuzione e i fantasmi dei personaggi si aggirano a tondo rimasticando smorte parvenze di idee, smorl\l battute in cui anche l'insidia si spappola in stente tortuose tu màt~. Ma è di peculiare significato l'approdo del Lévy, dal cuore del democraticismo gallico, alle pallide rive del bellicismo pubblicitario protestant~. Il circuito ai chiude su se stesso, sul perno del giudeo, e della sua stravolta e avvelenata e uma- . nità ,. GIOVANNI SA VELIJ
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