La Difesa della Razza - anno VI - n. 15 - 5 giugno 1943

L!DIFESA BELLI I ANNO VI - N. 15 - SPEDIZ. IN A88. POSTALE • 5 GIUGNO XXI ■ L.1 DIRETTORE TELESJO SCIENZDAO.•CUENTJlZION INTER LAN DI POLEUIC• 4 OUESTIONJ\8

r !!! .-------SOMMARIO--~ T. I.: ININTELLIGENZA COL NEMICO SCIENZA GUIDO U.MDIA: RAZZISMO ED EVOlUZIONISMO: ALDO e.o.uso: APPUNTI SUGLI ETRUSCHI. POLEMICA 1110 COMTII: LA •LETTURA•• ELDORACO DEL GIUDAISMO; GIOVANNI SAVUU: POLEMICA E PROPAGANDA DEL GIUDAISMO; FELICE GRA.ZIAHI: PSICHE GIUDAICA, ISTINTO ANTIARIANO. DOCUMENTAZIONE LODOVICO DI CAPOIIACCO: CITTADINI E SOLDATI NEL 000EC.4NNESO. QUESTIONARIO TRIBUNALI COMPLICI DEI GIUDEI; Oli EBREI ALLA GOGNA.I; CHI PROP-.LA LE MENZOGNEr MO0.: GENETICA I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA'DIFESADELLARAZZA'"SI TROVANOINROMA·PIAZZACOLONNA , IPORTICIDI VEIO1 TELEFONO63737 b2"C il "TEVERE" i, /"avamposto e/ella stampa J;,s,.;st,i LEGGERE DIRE'ITO DA TELES/O INTERLAVIJ/ 11,onsig,,ifica soltur1lo essere i11formati ma anche e soprattutto T O R I 1-- avere una guida

IIANNO VI - NUMERO 15 5 GIUGNO 1943-XXI I set: IL s Il IL so 01 OGNI JIKSa U"' NlINllJIO IEPAII.A.TO l,Jllt: l AIHION,UU:NTU ANNUO LIIU! 20 ~11110/'IAJIIENTO 8JOl(STilAU! • 12 1&-rllllO IL UOf'PIO Dire11ore: TELESIO INTERLANDI Comi1ato di reda1tione: prof. don.GUIDO LANDRA • pror. don. LIDIO CIPRIANI Segreorio di reduione: Cl ORCIO ALMIRANTE SCIENZDAO• CUENT4ZIONE POLEUIC4 • OUESTIONJ\WO ININTELLIGEN COL NEMICO E' lecito. oggi, in Italia.- essere filo-giudei? La domanda sembra aseu.rda; è come! chiedere se è lecito essere spie, disertori.. traditori. No: non è lecito; non e' è da fare molti diacorsj per provarlo; e neppure è necassario rUerirai alle leggi v:3enti. , Eppure. il P~'to ba dovuto espellere dai suoi ranghi. or' è qualche giorno, un senatore del Regno, che moni1estava. pubblicamente sentimenti dJ perniciosa simpatia per gli ebrei. Questo senatore, dunque, non solta:.'lto reputava lecito amare gli ebrei, ma leàtisaimo esternare i' suoi sen- · timenti in pubblico. Cretinismo? Fellonia? Incoscienza? Vediamo anzitutto chi è questo senatore: e poi vedH· mo quale può eaaere la natura dei sentimenti che gli hanno portato sfortuna. Il senatore è Messed.aglia Lu.igi; il "Chi è?" lo dà per{profeaore. docente di patolQ(Jia medica nell'Univeraità di Padova, già deputato, poi preside della provincia di Verona, mfine senatore; egli si è occu· pato di cirrosi epatica e di acromegalia:; ha circ:a settcmta anni. E' dunque uno studioso, • di medicina per giunta; dovrebbe conoa-eere le sostcm:dali differenze rauiali che pagano fra un eJ:veo e un italiano: ma fo~ egli è uno di, quei 'meNeri dell1Jniveraità che reputano il rauismo una cosa da giomalisti in cerca di sJ>UJJ&p:oi,lemia.. o da barbari ... C'è, nella famiglia di questo Messedaglia, un MessedagL'a. bey. Forse questa è la cliiave. Come il senatOt"e Luigi. questo Mess:edaglia Glacomo Bartolomeo nacque a Ve· rona. Se ne possono trovare i dati biografici sull'En,ciclopedia Italiana, in una nolwa redatta appunto dal Luigi, il senatore. Giacomo Bartolomeo MeS&edaglia nacque a Verona ma a ventitrè )anni appena si trasfer:~ce in oriente. Egli era un viaggiatore. gli piacevano i paeai. lontani. Va al Cairo e aubito ha un posto presso lo Stato Maggior-a dell' esercito egizi<mo. Due anni dopo collabora con Gordon Qel Sudan. Un anno dopo è nomi.nato "mudir ", poi governatore di Darfur. Viene accusato e processato - non si sa bene perchè; il biografo norJ lo dice - ma poi assolto al Cairo. Diventa colonnello. e rende "eminenti ::ervizi agli Anglo-Egiziani nel Sudan oriel"l1a.le", Ritorna in Italia, col titolo di bey, nel 1891; due muli dopo muore. Non ne avremmo disturbato le ceneri ae il com):>ianto bey notj ci so.rvisae come cs.enrpjo di italiani che '.gtlOrano 11talia. Ve ne sono stati1 specie in quel periodo in cui ai faceva l'Italia e non ai crve•a tempo di fare gli Italiani. Per fare un AOme alquanto più celebre di Meuedaglia 8

bey:~cliBnmà.Altompo<lillranb•lac:e,,a 11talia. ma- quello dCl"famemo a e01tituire un impero Cifri• caoo pc la t-·rcmcic. 00 .olete dar torto? Noi ao: gli diede torto la Francia. quando alla auo ...i.,.., i.nth di ritiutan la CCQCNIOcme cl'w,a ,;...,.i;1a <li tabacchi. Non le poleTa ballare la eodditfcmoae di Jeggwe sulle carte del· l'Alricu .,_ il nomo <li -.W.? C.odo c!M, ta po- ....a donna sia poi morta in DDNria; ma. tant' •: ScnorgnaQ' di Bra:nà: crrnu anato l'ODOl'edi Nl'ffl'e kl Francia. Analogo. H pur meno ili.mire, <Ml•'....,. atato il ca.o di """-<laglia boy, Egli,_ Nmgj •-ti agli AngloEguicmi nel Sucla:n: Tede a dir-. ccntribul. ..coqdo le sue iorw. a comolidare la porta ori.nkd. d.t carcere oel quale flilll•a rincbiua 11talia. sua patria; • a'açqujatò il titolo di bey. L1talietta di ieri l'altro raakffa a bocca aperta clcrnmti a quNti ~ il M~ biografo noo allieta kne il suo acritto apologeti,co çcn w,a lologra• 6a c1e1 Me..dagtia "-• m 1u • claco«aioal cmglo-4gi· z:.tm.? Si • detto che il bey rutòf in Italia solo due anni: poi NM la sua J>.ll'anima a Dio. Con queeti superbi ... mpi in famiglia. come Ydlete che: i M... d.aglia poas=.o ....,. un'Idea p,edea <li quel c1M, •gni&ca attacazmenlo alla propnq - -- - ~ -,. ciel p<Op<ÌO popolo,teec:luai•o amore per la patria? S. il M... daglia de· atinato ci dnentani bey foae andato un po' più in là del Cairo, ffffO la PalNtina, e TI avNM troTUlo un toma:con• to. i- la <lignità di rabbii,o ncn gli sarebbe mcmc;,ata; e il berffttino gludaico <r't'Nbbe p.o i. posto, ■ulla sua pncl- &onte. del fu egiùmo. Comw,quo, che ha da spartire caatui con ritatia. col drumma dell1talict. c:be iatic:.-c»CDDeDte ai lac.•a? Di M.-daglia in: M.-dagtia. eccoci al giudeoWo. Egli _, malgrado il auo laticmio, c1M, N • è Nrrito l'""- mgleM m Egllto • pub cmcho aemr. l'int«•· • ebraico in Jtatia. Ma: questo ..-riAO appare oggi a.ai meno li,giUimo di quello.. Quello - a -n,l., _.e H'Hri - può definirsJ diNrzione <• lo abbiamo detto, a auo tempo, a proposito d'i Brm&à: innocente dilenione, ma diterzio-- n• da: UQ compito na:sicbcd. di eoorme poetata!); qu•to • trudimonto. Porche traclimonlo? Gli ebrei - e ncn aoltanto pw Ml leggi che li Nparano ormai, dalla com~ nmioaale - gli ebrei eono gli inaa· limilahill alrutta1cri o _,_;ti doll1talla. Nca è all•nna• ZÌOC. NttariG. à ccafNISiode ebraica. fi tignor NDatore ~ to ..., egli lcr pari. del mondo uninmtario. c1o1 quale ia-ano pari. molti di quei rabbini che nel 1937 ind;iriaarono alla gio•_.tù ebraica d'Italia: un famoao mNeaggio C011lrarlo czll'a-inrikzrime Vogliamo ci· tam• i paai pJù aignilicativi? Si .a ••~lta: una cwioaa polemica. una polemica - per cc.l dir• - fumogena. d.. stinata a maacberare la nnz crttiYM degli ebrei in Italia: una poloaù<XI In, obni ...,.ti ed ebrei - queoti ultimi - patriotti. Ma già il rabbino capo di Trieste, Israele Zolli. Cffe•a ~to che c:bi::t· marà " ebrei italiani " wa un di pià, perch• egli non mn· mette•a che l'ebreo aTNH bisogno di qi.ttditi.cmwi " it~- ticmo •: gli doNYU baatcro la qualilica <li obuo. E parma di Italia .. ructiola-: fOfM nel IMllaO che al profeeaor Guglielmo LatlN: fa citare i DottorJ del GiudaiADO (Gea.ooi, cap. 27, •· 39): "Ecco la miglloN d.U. torre aarà la tuo oode, Queota è 11talia ••. Sam,gnur/0, Dunque, i Rabbini in corpo indiriaarono nel 1937 agli ebrei d1talia 1m m6nito IOlenr.u: quello di rif.'utcmi all'aa-- oimilcmcme, (Pwchè e' erano cl.gli bnbecilli. in Italia. o dei traditori che penecmmo d'aaimilare gli ebrei: •aie a dire. d"mghiottire il -). Cool pmlcuu,o ; Rabbini, ;., oca,• aioa.e del Capodcmao ebraico 5698: " Tutti MmDO cbei noi ebrei lllCIIDO&96' di ebrei cbe .ano alla bo •olta figli. ,e&" ebt-ei. • che tutti imiecne abbiamo una atoria che cmnmina per il quarto millemuo. Tu"' sanno che questa atona non ba crnato • Dcm bct aoluzidai di continuità e che gli ebrei d'oggi sono i figli degli ~hrei dei ghetti &gli dogi; ebrei mopenl dopo la dio- do! ::::~~!::.:~ .L!;s;'~ ":': Aronne. che banno ricenato .et crcc.ttato aul SinaL diJ.o ed inMgnato poi in ogni luogo per aecoli • ps millem:2'·, •erità comandamenti riti dottrine inMgnameDti. che hcmno tatto corpo. con eMi • con la l«o atoq.a e che imiem• formano l'ebraiamo. t..o ~ quello che è. E' atirpo (e pe,- chà r.Qòl H razza .. ? hanno paura. gli ebrei, di questa per rola?) è atorla. è dottrina ed è oooci..,.., <li -· S., qual· amo di nol ba perduto o a:IS.-.olito tede coacienaa. a.e qualcuno di noi rifiuta il compito o rinnega la stirpe o ignora )a storia o abba:udoaa la clottrina. non pub ridwr• tutto l'ebra.!imo a aua IODDglia3&a. IA\ aue aberrazioni non pouooo •aiere a sopprimere i fatti. La H leac:lu'>à" alla quaI. ci ricmama il auono dello "aciolàr" d••• riportare chi aYtue traY:ato al ricoaoacimeoto del auo erront. A tale ric:on.o6Cimen\.o non de•• fare ostacolo preoccupazio.ne di rapporti con no12t, ebrei. Non c'à ragiono di preoccupcn:i00♦ ... Care sorelle, il c:ompito • aopattutto •oatro. E vo ~ cari lra:telli .• E vo! gio•ani... a: suo tempo '!Ì• create au balli interamente ebraicha la voatra nuoYG casa SENZACEDERE A LUSINGHEDI ASSIMILAZIONE. L'an• tico "aciofàr .. riauoaa percbà restiat. abrei. per chia:n:-..-r- •i1 alla Yi.ta. percbà abbiat. a aal•ar .oi st♦-i e i •ostri figli """' pwchè oorriat• ali' CIIIDJ.ntamento... Qu_.o ai cbim:ncr parlar chiaro. D ...-moae era firmato da tutti i rabbul. d11alh dal lami9- Dcrrid l'Nrto, •eouto d'Egit'..o a Castalbologn,Nl. a Cmsuto. a Lattes di Tripoli. a ~ci. a Segre, a Calb. a Senne di Rodi ad Ait.am, a Levi. al precitato ZoW <li Trieol•. Q- ,..... aeri pmlavcmo chiaro. Eppure. e' erano d~li llcdiani che non .ownmo capire. e si ~ le ••ti • ai atrap- """""°; capelli perchè gti ·- -- ad cmda- ~ a: letto ccn le loro Ug)ie. per c:nar. dei bei meticci. • anche c:ca t.1 p<oi,,» legittime •-• - po .. rol ad.....,.. d'un bei paio di coma giudaiche, ma poeaibilm~t• d'oro. Quelli• ritiulamno adognooam.n .. all'-=ilmiooo: • un pugno <li Ndic.>ti itali-i - ma baakudi - a p,ogarti di ,_.:b quNtloai cli p,opmi. S. n medico M-.laqlia. al lume della aua eciema: medica. non bada a qu•ta particolarità cmato.mica. figurmsi .. • il ca.o di preoceupan,ene al buio d'un'alcova. Siamo tutti fratelli. dicono qu•ti ocibgw-ati. ew<:aDclo <li oop,ullare il auono dello ..adofàr ... EW1ae, ebrei da un lato • legiùazi°""' losciata dall'al· tro. a una MparmÌone ai à giu.uU. con la grazia di Jahvà. Peuate che agli ebrei è stato reYOCato il diritto di indoa· saro la <livisa cl.I Soldato d1talia. Vi pm poco? Forao al unator• del Regno Meaedaglia parrà poco; ma non • quntione di prepw:::io: • affare più gro,.ao. Chi non ba il diritto di Mrrir• la Patria in a:nnl' o à un uomo diac:aorato o à uno atrcmiero: l' •b,-o à dunque atrani♦l'O, zwlla Patria degli Jtal.ilrJ. Non balta questa Mparazic...1♦? Ma à la mcaaima che poaea darai. à pii& eloquente - spede, in tempo di guerra - d'ogni distinti.o giallo. d'ogai stella !Jiuclaica. cmcb. ...,._ a fuoco IN1la '""1 ... ~• gli ebrei aCID'O ebni e niente cdtl)o che ebrei: lct loro .torlcz è quodrimillonari (cioè DOD è la noolra): DOD -.ogliono

l)N'(Mre, C181imilcmdoei.la lOl'oebraicità; comiderano, (ID.IL l'aaaimiazicm• "cmnienta:meato ": 11talia non 6 TI.IOie fra i •uoi eoldati: le l.ggi comaacmo qu•to; e si può euere ancoro file)-9iudei? P... ctw filo-giudei? Quai·• la 8«• te che • stata riN"ata agli ebNi. in Italia. e aulla quale un aenaton de1 Begno può lacrimare? I giudei ..i-.ono. commiercicmo. p-oapercmo, mor• monmo, maligaano. non •cmno alla guerra.. -riolcmo le &.ggi, ai mfwcbjano del .. rriaio del laToro, tramano coatn, l'llalia, p9gano per l'lngbil· 1CUTCL fanno le api.e, i diafattiati, gli allmmiatl, i calunniatori.. i trcdfic:atori di •alula e di oggetti p-enoai. mmacc:iano. imicticmo, congiunmo. Gli ebrei fanno tutto questo • cm• COl'Q DHl\lnO di nai • paualo al plotone d' -..cuzìooe, Gli ebrei fan. no que1to -.cl altro, e an001'a il loc'o sporco quartìeH non • stato co1paqo di liquido imetticida. S. una ainagoga • andata in fiamme a PadoYa, giorni or aoao, de•e eaere stato un accid.eot•-. o UDCl simukaioae di infortunio per iD,c,cmeare una auicurazione_. o un 1)1"09'• •edimento troppo radicale p,w sopprimere carte compromett.-iti. Gli ebrei po.cmo ben dire, oggi. che l'lkllia I "radiooa"; _...., be- ~ l'l\alia • la 1ua in•erOlimile longanimità:. Quale dunque aa::rebbe il mo•eale - un "pieliomo" liJo-g;udoico? Noa ai Yede: non può trattarsi che dl aifinit« eletti••• di lim~• fra ca oaglie, La nootru domanda inialale, • M è lecito ---• ti.lo-giudei. DOD ba b.ogno di riapmtc,. Ma •ogliamo concludere con un doçumealo, sul quale lii donebbe meditare. F.-o I tratto da una pubb- C11>9lo-ebraica. beo noia ai nootri letlori - la dinùgatrioe. nel mondo di lingua ingl.. , della identità tra Inghilterra • Israele: il " National M...age " organo degli Israeliti Britm:mici. j quali riYeodica· no al tr<mo di Gior9io VI i diritti di· Yini del trono di DaTMe. Nel numero di mano ICOnO, qu•ta rivista pubbliCUYa una i.ttwa Nlati•a al bombard=-!o d; Roma. Ve la -- IL DOCUMENTO DELL'ODIO EBRAICO CONTRO BOMA The Common Law To tlu Editor o/ THB NATIONAL ME:SSAO!. . Sra,-Thc followina ia a pan,graph !rom a lcttcr which la~y •r.pcarcd in· tbe Dai.ly Ttù,r~ (7-1 .. 43) under tbe ~ "&,,,h.Fru R-, ': "R,,_ il clu aadh o/ mlilisacion flllncla, a,,a,t Jro,,, itt '°"""'du,d an rruswa, 1aw aa ,,.,,d, o/ 011r COfflMOft 1am 01fd #IUtA tlsol a,,, oolue to tltu day ... Thc statcmcnts that Romc is thc cradlc of ci'riliutioo and gavo us mucb of our Common Law cannot be al.lowed to pan unc_balleoged, becausc both con1titutc a scrious dq)arture from hiSlorical fact. . La:; 01!U.::S~~~~~~:n'::tu~11=~ t'::c 0~!st~ Tbc Common Law of Enataod 6nd, iu: ori&in in tbc Pcntatcucb, wnttcn ceoturies bcfore Romc cxisted. From Rome C&Jncthe Civil Law, now oftcn rcfcrttd to as Cootincntal Law. Tbc,e two 1ystc:mJ 1 thc \.ommon Llw and Cootincntal Law 1 ctuh funda• mcotally on qucstions of individuai riahtl and frccdom-juat tbose things wbich are at stm to-day. This li indecd so much tbc case that ooc miaht a1most uy lhat tbc prime issuc to,.day is conccmcd with thc swvival and prq,oodcraoccof onc or thc othcr. Nm idcology bu iu roots in tbc empire of thc Caes.ars. and io Roman, Civil, Contincntal law, and any suggcstion that wc must look lo Romc for thc libcrties or thc civilisation for whicb wc are figb~DI is not only ~ nonscnsc but aomct4in& vcry much wonc : it is damagina: tO our cause.. Ooc woodcn wbcthcr t6osc ~ for immu.oity !oc Romc with tueb faulty ror::~ ~.e w~. ..thcir ru1 objca. Are they r~y conccrned Youn faithf~: G. TAYLOR. U. LIGOI COMUNI Al dir.t10ft ~ • MMionel Me1Mp •· SlgMN,, qffllo che 1-.gwe • Ul'I JMIUO dì ""- i.tt.ta che NCentemer'lf• t .,..,,. wl • O.ly Tek,graph • (7-1-1943) iotk> 11litolo • lomb,ird.r. libetemMM totl'MI •: • lOIN t le cull• et.Ile civiltà, a. qwel•, • pMI• I tUCHimpe..-ggleblli lflori e,foUci, ci d•H• guin pert• d.il• no,fra ·1~ conn•l'I• e molto dl qw•llo eh. nCN099i r-,>P,.-'"tiM'lo •· t-• effemwizionl che Rom. t la culle d•II• civ•ltii • cl ha d•to molle p.>rl• delle no,tre 1999• comune, non pouono .,,.,. ecceffet• MnU contreslo_. poichà enl...mbe c0tlltubcono une tari. offue elt. '9dUi ,lorica. 1.'alfenMz.oM di. noi dobbiamo gv•.d-• alte ROIN pegene ~ rongine della ftOlfr• legge comul'le à "°" $°'4, Ul'IJI grosu lnu•H•ne. 1M ,io uft'atleffl'IJiZk>ne Konvenlcnf• nel phì allo gredo. l• 1-.gge comur.e CMll'll'lghilfen• trova le we origk'II ,,.1 renleleuco, Krltto sec::oli prime che Roma uhless•. Da lomt1 vanne I• legg• civil-. o,a 1peno deliftif• eom• le,vg• cofttìMftiele. Oue1tl du• 111.......i,le '-9ge comu~ • I• '-99• contìnenf-1-. wrlel"IOlond.ltn.nt•'- mente -'I.Ji q1,1eslìoni dei dtrllti individu.li • delt.l hbettà - proprio le questioni eh• 0991 10t10 11'1dlKuulone.. E' pe:,c:16 p,oprfo il ce.o di dire CM Il p,ob'eme capitai• con,bte 0991 ~I• .oprevvlv..-iu • nel pr.dominio dell'uno o dell'ellro di teli shleml, L'ld:ologt• n.ulsta ha le sue radici n•ll'lmpero dei Cesari • nella lit9g• romaM, tl'vlle, conlll\.nt.al-. ed ogl'li affa,mHIOne 1111<,ondo le quale l'IOi poniamo gu•rd•,. • Rom~ per le I~ o le civilli, ~ cui sliemo lottando, 6 non solo un puro • samplic• non-se,uo, me quakow di molk, pcggiONi: • un danno elle no,fr• ceu••· ' Cl •i m•ravlgli• che qu•sle pe,,orHionl per l'mlfflUl'lltàdi tome siel'O ,01tenute de co1I felN a,rgomenli; o IOfM .. ,. neKondono il loro ,..le obblettlvo. Sono ton• Hl rcallà u1• dir.ti• a p,eservar• l'immunità d•I Papd ' Il voslro W. O. TAYLOI mo in fac-ai.mile, coa relati.YG tradu• uone. percbà merita quealo onoce. '--------------------------.-J In aostama. la tNi' ♦ quNta: perch• Npmmiare Roma? Perdi• • lcr culla della ci.-ilt.à? Ma la. ci.-ilt~ di &ma "°" à 1cr nootru (degli el>Ni). an,ji • l'oppoolo, 1cr oucr DNDica. 8-1,jordate d- Roma; crnw lutto opera di guena e, eoprattutto. di cm1t.à. Ora di'-. N \ID italiano che parteggia per gli ebrej.. eh..- 9li ebrei, cl,<j dice di-. - i ouo.,.... .. • in g-ueaa. non meri.la d.'_. poc:eaato per ,.inlelligema col DN:Dico "~ O. quanto meno. Ult.rdetto • riccw• ralo ID 1111 capizio. Mcr non ~ •.,-~ -- eate agli allri. T. I. 3

RAZZISMO ED La nostra rivista è stata spesso accusata di materialismo per il semplice fatto di avere pubblicato articoli favorevoli alla teoria dell'evoluzione. E poichè la maggior parte dei profani la una grande confusione tra evoluzionismo, positivismo, materialismo ecc., c'è stato perfino chi ha voluto dire che la nostra rivista ha sostenuto delle teorie sorpassate dal punto di vista scientifico. E' molto strano pensare come alcuni errori siano universalmente diffusi e accettati dalla maggioranza del pubbli· co come delle verità provate, Cosl càpita spesso di sentire ripetere da coloro che non hanno compiuto studi biologici che la teoria dell'evoluzione è sorpassata. Tutti quelli che hanno invece compiuto tali studi potrebbero provare come essa sia ancora oggi vitale e come anzi riceva sempre nuovo linfe dalle continue scoperte della scienza. Sarebbe troppo lungo indagare le ragioni di questo stato di cose, ma, in genere, si tratta di banale ignoranza, perchè anche tra persone colte in Italia domina un generale disinteresse per quanto riguarda le scienze naturali. Aggiungiamo ancora che l'avve.rsità alla teoria dell'evoluzione è aumentata da una serie di pregiudizi religi06i. La maggior parte' delle persone crede difatti che sia impossibile conciliare tale. teoria cori la religione. Anche in questo caso si tratta di ignoranza perchè non si conosce il vero atteggiamento che ho assunto negli ultimj tempi la Chiesa Cattolica di fronte all'evoluzionismo. Chi indagasse un poco lo stato attuale delle cose potrebbe accorgersi come siano veramente gli antievoluzionisti ad essere delle persone superate dal tempo e non già gli evoluzionisti. Molto interessanti ci paiono quindi gli scritti del gesuita V. Marcozzl sull'origil'le' dell'uomo, scritti che, per l'autorità dello studioso e per il fatlo di essere stati riprodotti sull'« Osservatorei Romano•• acquistano un carattere quasi ufficiale. Il Padre Marcozzj, stabilendo quella che deve essere la posizione di, ogni cattolico nei riguardi dell'evoluzionismo, dice testualmente queste parole: « ... Se qualcuno pensasse più soddtsfacente alla mentalità scien,tifica che il C,eotore, per formcrre il corpo del primo uomo, abbia utilizzato una materia già organizzata e a noi morfologicamente più vicino, come sarebbe un antropoide, che Egli ha alquanto trosfonnato nell'atto dell'infusione dell'anima spirituale, non si vede che cosa si potrebbe obiettare sotto l'aspetto teologico. La Chiesa non si è mai pronunciala, nè direttamente, n& indirettamel"bte sullo stato della materia, che secondo la Genesi ha servito a formare il corpo umano ». Difatti, sempre secondo il Padre Marcozzi « la dottrina: cattolica non proibisce l'evoluzionismo teistico, quanto ai viventi inferiori all'uomo. Riguardo all'uomo, è di lede lo creazione immediata dell'animo, e si deve tenere uno spe· ciole intervento di Dio anche per la formazione del corpo. In che cosa consista questo speciale intervento non è determinato ». Come si vede da quanto sopra non c'è nessuna diffi coltà a concilidre l'evoluzionismo coni la fede cattolica, pur che si abbia un po' di senso di comprensione da una porte e dall'altra. Coloro che negCOlo l'evoluzionismo soltCOlto per motivi spirituali finiscono con l'essere più realisti del 6 re, prendendo una posizione che è antiquata rispetto a quella det moderni studiosi oottolici. Le differenze psicologiche esistenti tra le diverse rozze umane sono evidentemen'te il risultato dell'evoluzione. Questa affermazione non è in contrasto con il fatto che l'anima è una creazione inunediata di Dio. Ci spiegheremo oon un esempio banale. Consideriamo un buon suonatore di violino. Per essere un buon suonatore di violino occorre innanzitutto avere un organo dell'udito particolarmente sensibile per potere distinguere i vari suoni, poi. un particolcrre sviluppo di quella zona della corteccia cerebrale dove le sensazioni musicali vengono ricevute ed elaborate, e poi uno sviluppo perfetto dei centri motori dei nervi che debbono fare muovere le mani e le braccio, cd altre qualità ancora. Se una sola di queste qualità lisiche mancasse quell'individuo non potrebbe mai essere un buon suonatore di violino. Si vede quindi come la musicalità che in genere è oonsiderata come un'unica qualità spirituale, è in realtà il risultato di un insieme di fattori materiali che possono essere facilmente esaminati. Quindi il fatto di avere tendenza alla musica non è una qualità dell'anima, come oomunemente si crede, ma l'espressione di

EVOLUZIONISMO diverse qualità psichiche che hanno una base fisioo. Questo spiega come esistono dei ccsi di ereditarietà in famiglie di musicisti. Difatti questo carattere psichico riposa su un substrato fisico che è sottoposto alle leggi che dominano l'ereditarietà di tutti i viventi, animali e piante. Per quèmto abbiamo ricordatq si deduce che, pure es· sendo le anime di tutti gli uomini uguali innanzi a Dio. le loro qualità psichiche possono eOOrunm1ente differire, tanto per quanto riguarda gli individui che per le razze. Le qualità fisiche delle diverse raz.ie sono ereditarie e dal punte di vista religioso non crediamo che si possa obbiettare nulla a questa affermazione. Difatti, quando si sostiene che gli uomini di razza diversa hanno diflerenti qualità psichiche, non si vuole sostenere che essi abbiano anime originariamente diverse. Queste, difatti, pure essendo tutte uguali, hanno dei mezzi materiali diversi per potersi esprimere. Cosi, pure ammettendo dal punto di vista religioso che un uomo intelligente e un uomo idiota abbiano la stessa anima. nesi:.uno potrà mai sostenere che le qualità psicologiche dell'uno siano uguali a quelle dell'altro. Ci sembra quindi molto opportuno, p:rrlando di differenze 1azziali, di evitare i termini di differenze spirituali e animi· che e di restare invece fedeli a quelle-di differenze psichiche e di loscidre ai teologi lo studio dell'anima per limi• tarci a quello della psiche. Non bisogna tuttavia credere che il concetto di anima di un popolo o di anima di una razza sia COIDl)ietamente sba· gliato. Ouest'an'ma razziale è però il risultalo di una nostra astrazione e sta realmen.le ad. indicare quell'insieme di qualità µ.richiche che sono comuni a tutti gli individui di quella determinata razza. La razza dell'anima cosi• intesa è dunque una sintesi di qualità che sono sottopcr ste alle stesse leggi che .regolano il mondo fisico. Il lettore, che pazientemente ci ha seguito lino a questo punto, potrà ora -comprendere come !& varie razze si possano evolvere dal punto di vista psichico. Non bisogna però confondere con evoluzione psichica quello che è i1 risultato immediato delle condizioni di ambiente. Perchè si possa parlare di vera e propria evoluzione psichica è necessario che si produca una variazione che interessi il germe: in altri termini che sia ereditaria. Il meccanismo di queste variazioni, cost profonde da interessare anche le celule germinali, ci à oggi quasi del tutto 3COnosciulo. Per il momento, si è dimostrato che soltanto l'azione dei raggi ROngten produce un simile genere di variazioni. L'evoluzione psichica delle varie razze avviene dunque indipendentemente dalla volontà dell'uomo. L'eduocnionEi interessa soltanto quella parte superficiale della psiche che è sottoposta all'azione dell"amb.iente, come l'educazione fisica può fare. sviluppare i muscoli senza perciò che que· sto sviluppo possa diventare ereditario. Queste constatazioni potrebbero portare ad una Jonna di scetticismo nei riguardi delle possibilità di miglioramento razziale: che ci pare. ingiustificato, perchè, in primo luogo, il cam;po in cui può svolgere la sua aziol'lb l'educazione, pure essendo limitato, è sempre amplissimo. In se· condo luogo, per quanto il meccanismo con cui avvengono le mutazioni ci sia ancora in' grcm rxute sconosciuto è logico ammettere che esso dipenda dalle variazioni delle condizioni ambientali, e che quindi, 'variando queste, l'uomo possa inconsapevolmente finire con l'influire sulle stesse qualità ereditarie. Infine esiste sempre la grande possìbilità della selezione. Se è praticamente impossibile creare nuove Qualità P5icttiche ereditarie, invece é abbastanza facile favorire la riproduzione degli individui che siano meglio dotati cli quel le qualità che ci interessa fare prevale.re. Un evoluzionismo bene inteso costituisce dunque una delle basi fondamentali del razzismo. Come abbiamo visto esso non può turbare i sentimenti• religiosi di chicchessia, dato che il pensiero della Chiesa è ormai molto chiaro a questo riguardo. · L'evoluzionismo ha per il razzismo una grande imp:>r• lanzo, non solo perché serve a spiega:rci J"origine dell'uomo e della sua differenziazione in varie razze, ma anche perché ci permette di affrontare vari problemi pratici che altrim~ntt sembrerebbero irresolubili. GUIDOLANDIIA

(Contim1nio11t dai nNm1r-o prH1d,ntt) B ilogna ora avvertire che k i~ dd Krcuchmcr, cos) acu• te, sull'anttC2 umti ling,ushca meditttranca, sono attualfflfflte abba.stanza povtte d'influenza sulle argomentnioni lingu1st1co-ra.n1ah CM di continuo si leggono in Italia c ohr"alpt-; d1 solito, quu, tutti parlanocome 5C s, dovcw: O//'O"' nttl4mml,, non che-l'ccru.scoe il lfflln10, il gruppo dei lingwggi med1terra.nci comspondenti alle cd, minoica. e micenea, al gruppo ., auo • o« indoeuropeo». Atii da una pane, non arii « pcl.ug:d » <bll'a.Jtn.. Un hcvis.simo sdrucciol~. cd «ro bdl'e creato il mito dell'opposi:u~ fra i popol 1 di tmgw aria, ~ 1 popoli di lingua urrenio. o pc-lasgicacome 11nt,ar1I! E' logico e neccssartO, avendo poslÌ come si è fatto or ora i 1mrun1 del problema, ferma.re la nostra attenuone su qud « do-- m n10 lingu1st1COpreano • che avrebbe occupato rutta la ZON. del Mediterraneo prima della venuta dei popoli « indotropri • propriamente detti: prima. che gli Elleni invadessero la perii.sola greca, prima che la costa occidentale dei Bakani fCJ5.k: tenuta dagli lllirK'i 1mpattntsti ai OOKri Veneti, prima chic in Jbli.a vau~ro que, popoli d1 lingua indoeuropea ct.t, appart~ a.i gruppi ,·eneto--adriatico (comprn.i i Piceni), osc:o-umbroe. latino-sicuJo. In CM senso preciso quelk> strato linguist.ico c-ra prtario? Non s1 può negare che la maggion.nu assoluta dei linguisti cocuinui a tratt.1tt comc 11n11n1 le sole lingue sor,/11 dC'I sanscrito e del ptts.iano, dd fatino e det tokarico. e la ip<>tccicalingua « indocuropc-a• loto 111tt,udm1, im,nNlù11(1, sc:nu risalire ad ant«e. dcntt più rcmott. Come ~ la m«/r, della lingua ,ndr, del WI· 1er"to non appartencss.e anch'essa alla famiglia ariana! E così la madre della mad,, della mddr1. Nemmeno si può negare che taluni ranisti, come quelli dcUa tendenza «tricotomia.» e tcosofeggiante. sfruttmo le cqwvoc~ dassificuion1 lingu.istachc di non,.arianti appltate ai linguaggi tirrmio, nunoici, pt:lugici ,n gene-raie, per pone in una luce infausta le antichissime p<>- polnioni mediterranee: che d«tcro aJ mondo grande luce di ci• yjJti_ e da cui le CfflJtl ,cmitiche, • saper guardatt, ricnettcro bm più di quanto donassero. Ma una domanda s'impone su tutte: Italia e Gt«ia dunque sartbbcro state, prima delle invasioni or on dette, ci~ ancon un po· dopo il 2000 a. C., compattamente abitate da popoli di ,n:u non-arwu > Ognuno compreodc, omu.i-, ck,o,e va a p.uue Il•• etnuc:o "' br..uo c." .,.. H In argento, d.l TCHII•MC.IV a. C. 11 noslro ragionamento: :ad additate s,enu ambagi l'a.bi.s.iO che pian pia.no s1 ~ venuto aJ>fmdo (nonostante k> sforzo meritorio di akuni podli lingu-st.i acutiss.imi) fra il concetto di « lingue ariane• e il concetto di « ruu ariane». Par probabile che l'ondata «indoeuropea» (di lingua indoeuropea in scruo stretto) meno recente (quella latino-sicula) sia anteriore, contrarwnmte agli ugomen1 1 di t11u.ni scrittori, all'appa· rizione della Gviltà del Bronzo in Ital~; ma anche cosi cua ooo risale oltre gJ'initi del secondo millennio: non mai prtma del 2000 a.. C. Oct resto, c:ome si sa. intorno al 2000 a. C. - nJcola.ndo con una cena latitudine - si pongooo anche le invaslOCli: « 1ndoeuroptt • dell'Ella.de e dell'Jnd,a e detta Pm.ia.. • On a pu 5C rcndrc compte ... en passant de l'étude des mou i celle dcs chosn qu'1ls significnt, de l'ttat de civilisation COfM\un .aux mdo-curopécns. Il corrcspond usez c:ncttmcnt à ttlu1 que l'ardléologie pré:tustori,que nous fait conn.aitre en Europe à la f,n de l'lt.~ de la picrre polle, c·cst.i-dirc, en chiffre rond, vers J"an ~ avant notre ère. Noos pouvons ~ affirmcr que la com• munauré indocuropécnnt- subsista.it encore dubnt la prmuàc pi--. node dc-l"ère dcs métaux. Le m&nc mot, m effct, d&igne le lllml da.nstoutes Ics differente, la.ngues,dcpuas le sansknr ÌIJ4,S 1usqu·au latin Ml. Quant aux diff&cnts ~ux. chaque langue Ics nomme 1 u. façon. La mmmunaurE indo-curopttnne n'a donc connu qu·un scul mtt.a.l, le-prmuer qui ait Af employf: le cuivre, Ccst, par suite, au cours dc l'à~ de cuivrc que due se disloquer l'cmpcrc 1nd0-Curopttn. Il n'csc pas invraisemblable de ntta.cher cct évenernmt au boulC"VetSCmCnt lcooomiquc et politique que DC pul man,. quer de provoqucr dans le monde la découvert du métal, nouveau moycn d" action cc nouvelle sou.rce de tichesse. Or les archEologues datenl généralcnent l'àgc de ruivrc des annécs noo i 2000 avant notrc &e ... »;« ... Elle (fllfflNolot'" frrislorir11) oous révilc ~ tammenl, au coun de l'i3C" du cuivrc, c'cst-à-dire dc-Ja s«Ondc moitiE du tro1sK'f'lle millfflaire avant nocre ère, un mouvemtnt vcrs l'Est, très nettemcnt pronond, dc, populations a.ropttnnes, depu1s Ics cotcs françaises de l'Océan jusqu'à la moymnc vaJltt du Danube. Cat 1 ce mouVffllmt que nous rattachons l'origine dcs nugntions qui amenèrcru jusquc dMU l'lnde diffbcnts groupcs dc tribus 1ssus de la communaute curopéenne primitive•· (Al· bert Grenicr). Supponiamo che l'andata degli lndocutOpfi in In• d1.1,rimonti a.I 2100 .a. C; essa si collega cronofogicamentc con I.a

av.1.nuta ddle tribù bradùcefale dell'odi~na Francia da Ovest veno Est, e con un rimescolio europeo generale; in Italia gli « indoc-Jropei it (cioè sempre, i popoli di lingua indoairopea in senso S:reuo) ,·cngono un po' dopo - mettiamo nel 1800 - ma il nesso degli e\'cnti è sempre quello. Su questo periodo cronologico (poco prima del 2000 - poco dopo il 2000) .abbiamo ormai le idee abbast.anu chiare. E si spiega persino il leggero ritardo ddk ondate «indoeuropee» in Italia, dato che la disposiz.ione ~ grafia. delle ondate stesse Ci fa ritenere che ~ siano venute a noi da Est, dai Bakani, anntvcrso l'Adriatico e lo Jonio; non da Nord attraverso le Alpi. (Pn terra i Veneti, ma sempre da Est). Se noi in1cndess mo il concetto di «ariano» in senso puramente linguistico e Jr<Ondoq11t/Jo rhe /11 il s.'gnifir1110oricinarfo di q11t- .1lo '"mine, dovremmo dunque dire senz'altro che nell"Europa mediterranea non cì furono ariani prima del 2000 a. C. E che in Italia gli arian• occuparono la zona orientale, ~ndo una ben nota cartina del Pallottino, fino al I i- meridiano circa, - ossia .e !erre dei Latino-s1CUli,degli Osco-umbri e dei Veneto..adriatici, mentre /'Occ·dcnte (l'Italia s-enentrionale meno il Vtt1cto, !"odierna TOSClna, ra Corsica, la Sardegna e metà della Sicilia) restava ancora in mano ai prtarii. Quei prea.ri1 fra cui i p'ù prearii di tutti - a pari merito con i prc-ellcni di 1..anno ~ - erano gli Etruschi dal linguaggio misterioso. ,nei e atlanto-rnediterranei, COI\ prevalenza dei fàlici e nordici. E' dunque evidente che, per non cadere nelJ'assu.rdo, in sede razziale il nomo di alàno non può essere dato che a rlllC' strette parenti della. nordica e della filica. Secondo una teoria che abbiamo esposta altrove, e che a not pare oltremodo probabile, basata sulle indagini craniche del Wc:-inert, anche gli alpin; (brachicefali) sarc:bbeto rauialmente fr:ucl:i dei dohcocefali nordico-mediterranei: trattandosi di tutte rami. ficnioni della primitiva uniti cr6magnoide. E in questo senso è orientata la prassi ufficiale sia naz.ista sia fascista, che riconosce « ariani » tutti i bianchi curòpidi, compresi gli alpini, ed esclude invece le raz.ze davvero e-xtracuropee. Ma anche a non ,·oler a.:• cettare questa teoria, il minimo che si possa fare è di riconoscere la evidentissima parentela fra nordici e mediterranei; negi.rla sarebbe come negare la luce del sole. E poichè è chiara anche la pa· rentela fra i nordici e i più rozzi fàlici, e quella fra i mediterranei e i più rozzi atlantomediterranei, viene a disegnarsi un quadrilatero meditcmneo-atlantomediterranco-nordico.fàlico, :a cui non può non Ma poichè a poco per volta il concetto di «aria.no» ha finito con l'essere usato (non scnz.a dar luogo, naturalmente a confusioni talvoha deplorevoli) anche dai razz.iologi e ntzzisti, in un signi(icato che non è più quello tradiz.ionale dei linguisti, c'incom~ il dovere di precisare che C0s.l s: debba intendere per « ariano » su quest'altro terreno. Uduto il criterio linguist·co mero, esso non Soì può intendere se non come sinonimo della seguente perifusi: « razzialmente imparentatissimo col popolo che fondò !"Impero dove si parlava la lingua indoeuropea, madre del sanscrito, ipotiuata dai linguisti». L0indaginc linguistica ha (issato rarca di -~uelrlmpero in Europa Centrale; le Civiltà dei Tumuli (Turingia) e di Aunctitz (Boemia) ne sarebbero dunque gli esempi più recenti. Secondo la scuola di Camille Jullian, gli « .ariani » della Civiltà dei Tumuli sono gli avi de: Celti; e quelli di Aunctitz gii a,·j degli Italici. Ora, l'esame dei cranii e delle os.sa nei SCJ):Okrctidimostra che quelli in Aunetitz erano di tipo nord:co o (àlico per il 50% (dolicocefali di alta statura) e per l'altro 50% o di tipo ffiC'diterranco (dolice(a\i di minor statura) o anche brachicefali e tipi misti. Quelli dei « Tumuli it presentavano le stesse mncolanze, ma con una percenruale maggiore di dolicocefali d'alta statura; questi erano maggioranu netta, ma s'intende che non cnoo tutti di tipo nordico, bensì in gran parh! di tipo fàlico. Tutto sommato, nel popolo aria.no che parlava la lingua « ma. drc » delle varie lingue indoeuropee stori("ffllcnte conosciute, la maggioranz1. era di dolioocefali; questi poi sj suddivid("Yano in fiUici, nordici, mediterraht •Ilo: plttur• d~I• 10111baefru,ca del Setfeumlnl • Or•ieto, r•ppresentante un• scena di ffl<hefto • se.<. IV a. C.: in b•uo: um• etrusu r•pptei'entante un• scena di'banchetto, d• Chiusi • se<. VI -. C.

Va,o di lucc:hflo dì Chlvst; tta le •ari• Ugure, e rephodlo allko cN ~flHO dte 11• per ttOt1Ca1e lf c:apo fftt. Med ..A Ile<.. VI L e.i, spctwe il nome di «ariano». In fonpula bt-eve: SC' « .ariani » r.on fossero tutti gli euròpidi, come noi pensiamo, lo sarebbero per lo meno tutti i dolicocefal;, biondi e bruni, nordicomcdit'err":lM'i. In tcnnini rinziali, dunque, domandani SC' c'era.no degli Ari, in Italia prima <k-1 2000 a. C., prima delJ'ondata la110(>.s1CUla, non s.ignifica aHano domandarsi se c'erano dei popoli che parluscro una lingua riconosciuta C()ffi(' indoeuropea in senso stretto, cioè figlia del lingua.ggio pul.ato ndl'EurOJ» ccntWc fra il }000 e il 2000 a. C.; chè oltre alle parentele ariane discendenti deb-- bono pur postularsi quelle asctndfflti, e d'altra parte i ovvio che si può mu1are di lingua sm:u mutare di sangue (il mondo odierno è pieno di uomini che sono di lingua latina nu non di rana latina. ..). Noi non possiamo asdudere che quakuno dei popoli noti ,c-ome di lingua indoeuropea ;;.vesseappreso la.le lingua dagli ariani-di-razza., pur senza CSSC're di vera ra:u.a arati.a; e non pOs· .siamo escludere, viceversa_ che un popolo di ruu ariana abbandonasse la sua lingua e ne adottasse un'altn.. Tale la dcbolc:tU dcl!e consider.u:K>Oiunicamente linguistiche. Domandarsa se c'cnno degli Arij Ml Italia prima dcU"onda.ta latino-sicula, per un nzzioloso significa - qualunque f~ la lingua parlata - donwwh.tsi se c·er-ano individui dd gruppo razziale che brevemente chwniamo nordico-mediterraneo. Cioè, in pratica, se c·e. n.oo dei Mediterranei. La risposa.a non può essere che .affermativa, com'è ovvio. No, .abbiamo,Ml Italia, J' abbastanza imponente fioritun. di una. ciYdtà bronua paralJda a quella cretese, scaturita con n.aturaleua d, qudb pr«edcnte, dovuta a popoluioni mtditenantt: popolazioni che conosciamo nei loro tratti somatici, CM sono quelli della R.ana Mediterranea, sore:lla ddla Nordica. « La struttura fisica del ctaruOe ddlo schelttro dri mcditftranci d'Italia e di Cttta è xlcntica a qudla degli Umbri, dei Celti, dei Gr«i, tutti popoli che hanno la lingua di indiscusso carattere ariano. La stessa costituiionc fisica, ~a stessa razza (nel senso puramente morfologico) si potttbbe ravvisa.re negli indiani, appena modificata per il colorito più sruro, colorito che però può derivare daJ diana più caldo e da mescolanze con ruzt' o:scure prccsisttnti. D'altra IO pute i po~i nordici per quanto abbiano alcune diffcrmze per b. statun. più <-levata e per iJ colorito chiarissimo - carattere d1 adattamcno .a.I clima più freddo, alfarri>iente meno soleggiato, .alla vita più attiva - sono aocòra più somiglianti :1imediterranei che a qualsiasi altra razza conosciuta. • (Calcstani). li Calesuni con indagine particolar~iata ha anche indagato - attravttso le fonnc 1opononwtiche - il linguaggio dei Mcditc-rranei, dim> strandonc solarrocme, contro il R,beno e molti altri, il carattere «ariano». Ossia: la lingua e indoeuropea » propriamente detta poc:è vtnir a differire per un suo sviluppo indipendente, nu C chiara la partntela, è chiara una origine comu~. Prima ancòr:a ddl'Eti del Bronzo, i portatori della nostra Civiltà Neolitica cn.• no nè più n~ meno che i Mcdìternnei di rana pura. Quanto .all'Italia Settentrionale, è per noi esplicita rarianità dea Liguri, sia in base alfordine di conside:raz1oni addotto Jal CaJestani (essere la lingua Ligureuna dcriva.ziOO(- ddla lingua dei Mcditttrane1, e quindi strettamente imparentata ron le più antiche forme di indoruropro; es.sere inoltre i villanoviani - c.>n 1c·1oro svati.sche! - un ramo dei Liguri; e, secondariamente: es.sere i Liguri I ptimi creatori delle sir.ade regolari; non C!S.iefe e:ss.• cosJ roui come li hannQ creduti quelli che, attribuendo loro i pochi scpokret1 in grot1e rin,tt1Uti in te'He hguri, li han ,i;::1u. dicati fermi alla civiltà nrolitica; essere i Liguri gl'ini:tiaton dclrindustria metaJlurgica; avere essi un sistema prccoo di le,i:- gi, ccc.), sia in base a quelle d, un Evola, assai diverse; presen:u del culto solare nelle trad.1zion1liguri; presenu di simboli uguali a quelli nordici: ascia, cigno, croce r-.diata, ecc.; stile mor.a.le d1 foru, d1 « incrollabilità di fronte ad ogni contingenu.• (c.uisnt11m mt#o lit1tum ~: Vergilio). Di fmme agli studi05i che, con de,·inione ormai palese, h:a.1,,10voluto negare ai Liguri ogni ari)~ niti linguistica, non è necessario sostenere, coo Camillc, Julhan e Alben Grenier, che il ligure sia addirittura l':1nello di congiunz.ione, necessario, fra l"lodocuropeo propriamente detto da un lato, e daffaltro lato le lingue. storicamente cognite, dei Celti e degli Italici. Qucst:a è un'a..s.s,:niooe oltremodo precisa e impegnativa. data anche: la scarsa nostra conoscenza dd ligure! Ma una atian1t.i più generica, di 11poal'f1um1" amti,o, e un coUegamento col ~wi. guaggio Òei Mediterranei d"lt,li.a e di Ctth., sono principii ben più sicuri. La prlma conscgumu di tutto ciò è che rttalia, subito innanzi al fiorire delJa Civiltà Etrusca stonca (ci<.oè, ddla sola Civiltà a cui couettammte J>O$,Siamaottriliuire iJ non'IC' di Etrusca) ci appare 1utta copena di Civiltà Arie: Arie k incineralrt(i cd Arie le inumatrici, Arie quelle classificate dalla fraseologia comune come lingu~icamcnte « indowroptt • ed Arie altrcsì le rimanenti. Siamo ncll"'Età del Ferro, e tali Gvihi sono: le e culture• tirrtni . che (sicula, e meridionale», laziale); latino-sicule: os.sia.·ariane di razza, e di lingu.aggio « indoeuropeo • in SCO$O stretto-; la. « cultura» orientale (con ramificnioni verso occidente): osco-umbra, cioè ariana di raz:u e di linguaggio « indoeuropeo » in senso stn;t. lo; la nriante sud--oritntaJe di quest'ultima: d:aunjo..piceru, ool ariana di ruza, e di linguasgio « indoeuropeo » in senso stretto (qu$ì sono, al tempo della fioritura villanoviana, i primi stanziamenti di « indoeuropei• adri.atio);, la «cultura• villanoviana: un ramo di rulmra ligure, per noi, e quindi ariana; la 41 cultun » di Golasecca: ligure., e quindi ariana. La Gviltà Etrusca doveva fiorire in questo dima, cioè - a dispetto della sua. lingua orgogliosamente isolata e tMaCt:mente conservata. - fo un ambitnte pienamente ariano. La floridissima. Gvilti del Bronzo italian.a - espressione dei Mediterranei dol.COCefali di cui s'è detto -, mentre dà innesto, .armoniosamente, .ali<' successive Gviltà del Ferro, prosegue unu so/11ziont di ronA"n1tità la pr«edente civiJt¼ eneolitica nostra. ... Oocorre qui un cenno suUa ~i.stinz.ione, fra varie ondate di Af'IOnordù, ed Arioa1l11,1tiri, o di Nbrdi<o.at/11n1.;,l e S11d.a1la11tiri, og,i;::i correntissima ndla pubblicistica italiana. Una simile distinzione si

<0nnctle .1.llepoetiche e suggestive teorie ckl Wirth, che ha <re- e li, di elementi s.erii - I:,. ncttssità di po-stularc una più antic.1 duto d1 p0ter tracciare con mano sicura la fr".•s1<Jri<Jt1/Qr;a di una comune arianiti (d1 gran lunga anttnorc a quella dell'Impero delRana Prenordica, madrr- remotissima della Nordica, risalendo fino l'Europa Ufltrale del 3000-2000 a. C.) da cui si s,"<>lscropiù r.imt e 1111,lw pr ma del 16.000 a. C., fino ad un'epoca in cui i Prenordi- per vie propne, restando senza contatti durante periodi :i.nchc kn- <i uoo conoscevano ancòra l'inverno (nel 16.000 conoscevano Il ghissimi, dimenucandosi gh uni degli altri, ed allontJ.tl~i moisolst.1:z.iod'inverno, collocandolo nel segno dcl Lrone), ed accom- to stnsib !m(.nt: per lingua e per costumi. S1 ritorna, eosi, al nodo pagnaodo i Prcnordici in tutte le loro pcrcgrinnioni, da una sede che più ,i premc; dal punto di vista raz:z.iale,il concct!o di ariantJ iperboru (fcstrema America Settentrionale, e zone della Grocn- vuole che noi risaliamo a fa.si ncttammte precedenti a quella della Jandia oggi scomparse) sino ad infiniti luoghi d'Europa, d'Asia, dilfusi<Jne del sanscrito, del persiano, e delle altre lingue 1ndOC\JrOd'Oceania, e d'Africa Settentrionale, passando per l'America del pec note, dalla Francia all'India, interno al 2000 a. C., mentre Jal Sud e per l'Atlantide. L'Evola, nel suo Mllo drl Sangur, ha pub- punto di \'iSU lìnguisuco la maggior-an.u degli studiosi (che non blìato le cartine ddle pcregrinnioni supposte (molto audacemen, avrcbbet'o interesse a « spccializ:z.arsi . in fotm# linguist1chc anti. te) dal Wirth. Soprawenuto, per lo spostamento dell'Asse Terre"- chissime poco o nulla documentate!) continu.i, in pratica, a ragiostre, il rompletamento dell.1 Terra &reale (Ma-uru), i Prenord1ci nare come se b. hngua ipotetica. ddl'lmpcro suddcuo (3000-2000 avrtbbe-ro trasportato ncll' Atlantide il loro centro principale. 01 U a. C.) fosse il p,·imr, ,urr/U'J della catena. E bisogna riconoscere che sarebbero venuti 1.n contltto con l'Europa; e la Ra:z.za(diremmo la l"anto nobiltà della Ru.u Meducrranea, r- b sua puentela con rana. piuttosto che lr razu) di Cròmagnon e di Aurignac sarebbe la Nordica, è qualcosa di molto più immediatamente C\0iden1e che una derivazione, allora foroutasi, della Prenordica (<on qualche qualsiasi tra!tuione sull'antic:hiti linguistica mediterranea, sulla mescolanu finnic:o-a.siatlC'ao negretde). Prima ondata, dunque, d1 parentela fra linguaggio mediterraneo e indoeuropeo, e«. Prenordici in Eur0pa, i U"6magnon nell'Età del Paleo!lt1co, irn- Le mitificazioni del W1nh sono per lo meno un modo ingegnoso diantisi lungo il Danubio fino al Mar Nero. Una seconda ondatl, di scolpire nelle memorie l:l superK>re verità sc:ienufio. della stre: ptU rcxentc, comincia dalla Spagna e percorre il Mediterraneo: hssima parentela fra mcditerranr-i, atlantomcd1terrane1, nordici. Baleari, Sardegna, Malu, Creta, Troia, Palestina filistea, ccc. La • fàlici. Gò <he il Wirth dice della ondata Sud-atlantica. nell'Africa tena ondata - <Ompiuta dai Sud..illantù-i. cioè dalla varietà più Settentrionale, e dei remotlSSimi Mauri, s'accorda con l'idea che: mcml;onale dei Pra-iordici, quella d)C' qualcuno chiama degli Atio- sii antichi Berberi pur, (non negroidiz.z..ati<omc-gli auu;i.l1) fossero atlantici - segue l'itinerario Catena dell'Atlante-LilMa~Egitto. d· tipo schietta.mente cròmJgnoide. Le-migrazioni a Troia, e da dando luogo alle prime dinastie faraoniche (e poi: Golfo Pers:co Creta a Gpro e m Palestina (s«onda. ondata) ci simboleggiano il foce del T)gri e tona sumerica, Cina, terre maori dell'Oceania). fatto indiscu!ib1le che nell'Asia. ÙC<idn11ale figurano <cntrt Tutte quest:e tre ondate formerebbero il primo ciclo della G,•dtà anttfh,ssimi e rtConoscibiliss1mi della nostra razza, accanto a rane NOf'dicoAtlantica (Età della Pietra). Il secondo ciclo (Età del Broo• asiatKhe e a genti miste, sicchè venire dal Medio Oriente non sizo) comprende una 50la ondata, la quarta, quella dei Th11aJt1, SOO.:- gnifica.va d1 noccssiti essere nè assiroid, nè orient:ìhdi nè tuumci. cata in Irlanda e in parte spm1a.si fino al continente europeo fon- E via dicendo. dando un impo~antc <entro in terre poi corrose dal mare (Polule) Gli Ftru.s<hi si debbono per molti lati conncttere aHe ù,·iltà in :wna frisiOS:ISSOnc. nudiJtmmu (:uiane) della Sardegna, di Creta, delle 8a.le.1ri; s1 Da qucs1e teorie, si può dedurre il principio che i discendenti dn,ono connettere alla Civiltà Neolitica ed Eneolihca, e dei Bronl.;) della Razza Prenordica (cioè i non negreidi e non finnicasia1ici) (apenninio.), italiana; si devono connettere alla civiltà ligure. andrebbero studiati con molta cautela, poichè apparenti differen1..e Fuori d1 questo quadro, che è uo quadro ariano, d, essi non s1 r:1.7..lialaindrebbero connesse a semplice differenza di ondatr-. E le intendere~ più null.a.. antt<hissime <iviltà megalitiche delle Baleari, della Sardegna, di Ad ogni modo, lo studio del raraJJ#rr ro,umo della Ch ilti Malta e di Creta sa.rebbero espressioni della seconda ondata ariana. Etru.sc-a.m, eglio d, ogni argOffiffitazionc astratta, giO\·cri a dirci .s(", Non difficile, naturalmente, connettere gli Etruschi - come quJ..l. dal punto di \"'isu. dello «stile» ario, ~ Gvihà sia proprio ('"(X.t o.mo ha fatto - a questa seconda ondata ariana, laddove gli Indo- negat1v.i.,da respmgere o da vergognarse~. S'intende che in simili europei dell'Impero dell'Europa Centrale si connetterebbero alla studi non sì p:,trà 00.sarsi su contrapposizioni rigid,, a 00.SC :..:>SU.nprima ondata., diffusasi nella zona danubiana fino al Mar Nero. zialmente pcct1<a, fra <1v1hà maschili (considerate come pos111H) V.a notato che le ru,u sarebbero, secondo il Wirth, le più recenti e civ1hà femminili (considerate come negative). Da un lato, l'eformc - pcrtinenh alla quarta ondata - di scrittura S:lC'ralineare qu1librio socule e c,vile consiste, pur dando la prorità al ptrncipit. nordica., derivanti in linea retta dalle rcmotissimt iscrizioni gr0en- masclulc, nC"i ncooosccre anche l'importanu d1 quello ferrum landcsi e atlantiche. Ma altr1 studiosi hanno autorevolmente affer- nile; da.ll'altro, quasi tutte le mi1olog1c antiche contemperano i due ma.10, rispetto alle rune, una ben altra. teoria: « Le nm,, ·caratteri princip:i piuttosto che potenziare e,cJusinmcntc uno solo d1 essi alfabetici dei danesi e dr-1germani, a cuj veniva attribuito un potere ALDO CAPASSO misterioso e .ucro, usale ndl" Alto Medio Evo, sembrano es.sere la trasformazione dei ca.r.a.tteri alfabetici etruschi ». (U.lestani). Qui abbiamo due teorie opposte, ma che det pari giungono a for. n)re una base per rKono.scere una comune verità: la parentela fra le r,m, germaniche e gli alfab«i mediterran<'l del tipo dell'etrusco. I.a teoria d<·l W1rth rassomiglia un pe· troppo, non c'è bisogno d1 dirlo, a un roman:z.od'awenture. Ma di essa dobbiamo ritenere una cosa: il ra88ruppamen.to sanguigno dal Wirth definito prenord1co, e constatato rra gli Esquimasi (di tipo .somatico euròpk:k) ddla Groenlandia orientale, fra gli Islandesi e gli Inglesi, abbonda abbastanza coosidercvolmcntc - assai più che in Germania - in Italia. Ciò pone una parentela rauiale, che soltanto l'alta preistoria p:,trcbbe spieg.ue, fra genti mediterranee çome l'haliana e genti dell'estremo Settentrione. Sicrhè, Ml ultima analisi, il merito del Wirth è di mostrare - attrJ,c:so unJ esernpli(icnione amKhiata ma che non manca, qua Rilievo elruico con ,cen• di co1111b•tti11M:l\dtoa, Chial\ciano. 1. "!· •· C.J li

'~''lffl!l{?: ~~.~-:. fittadini e ritorioT Le prospettive sono assai diver&b a seconda che si tratti di razze o civiltà di gradi e tipo aUini. Un •ngolo plNoresco di Rodi. E t chiaro c~c, nOJi rap1>0rti rra lia, e non vi è veruna ragione perltnliani e membri dj altre cbè debbano godere di diverso trntrnzze, non vi può essere una tamento gli Ebrei del possd<Hmento. formula. unica, applicabile a Anc~ por i Turchi il problema 'non tutti i casi possibili: si va dal caso è &en.sibile, dato il loro numero assai estremo dei rapporti fra Italiani e scarso. Ma le cose sono ben diverse Negri all'altro estremo dei rapporti 1>0r i Ordei, fra Italiani od altri Europei di na-, Questi rappresentano la massa delzioni indipendenti la J>Opolazione del possedimento (olUn l)Osto a pa,t\) e un problema. tre centomila su circa centoventimispecialmento complesso e delicato è la) e il problema dei Greci viene reso queìiv rfci rapporti tra Italiani e più importante ricordando che ora sudditi Europei; problema che si ul Dodecanneso sono aggregafu le Cipresenta in modo particolare nel- eludi, e Samo, con circa 200 mila abil'Egro, dove gli Italiani si trovano tanti Greci. Nel Dodecanneso gente a contatto con tre J>Opolazioni diver _ di razza Italiana si trova a perpetuo ~. Turchi, Orooi, Ebrei. Per questi contatto con i Greci. ultimi il problema è bollo e risolto: Ora quali sono lo pr<.W3peltiveper il gli I%r('i sono stati esclusi e ~gro- futuro, quando due rn2.~ diverse si gati dalla comunità nazionale in Ita_ trovano a convivere sullo stcsso ler· 12 Il primo caso è sem1,licissimo: con~ viene tenere assolutamente distinte le due razze ~ lo si può ottenerJ i-ronza grave difficol~à: è intuitivo che tribù n~gre in. Africa possano vivere a fianco dei bianchi, restaudone nettamente separate, senza che ciò debba dar luogo a risentimenti, o(~se. odio di razza. Altrettnnto può dirsi J>Cr i casi, nei quali, pur avendosi civiltà di livello non molto differente, queste diUeriscono molto per tipo, per es. quando le razze a contatto difr\}risoono frn loro r,er lu religione, cmlle cristiani e mur,ulmani. ln tali cusi la se· parazioue è 1>Crlo più desidera.lt\ da ambedue le parti U non viene gene. ralmente considerata come implicau• te unu netta inferiorità di unn rispetto all'altra ruzza. Quando due rnzze non molto diverso vivano ambedu~ eompletnmen· te all'ombra delln stessa bandiera. sarebbe, in teoriu, possibìle tenerle soparate nuche se di grado e tipo di civiltà non molto diversi, 1>rescntando la separazione come un mezzo per conservare ad entrambe la pro1>ria individualità, senza che ciò implichi un sottint\1so di inferiorità di una razza verso l'altra e senzu che questo porti quindi° al desiderio di una parte di separarsi dall'altra. In pratica a questo non si arriva: cosi in Albania, dove q1,.~slo sistema poteva trovare applicazione, abbiamo preferito. e secondo me a ragione, ricorrere a un altro: le d\1C nazionalità sono tenute distinte, ma non vi è n~ssun 1>rovvedimenlo per impedire la fusione tra i singoli. n problemu raggiunge il ma66imo della delicatezz.a quando una razu:1 dominatrice si trova ad avere in sudditanza frazione di un'altra rnzzn. la maggior parte della Quale sin costi· tuita in nazione indipendente. Si 1>0ssono conceJ)ire tre scopi: la sua1.ionalizznzione J)aeifica e for7..ntn della fraziono di nazione suddita e sua as. similazione alla razza dominntrice; l'emigrazion'a dclln fraziono di nazione suddita fuor dai confini; il perpetuare indefinitamente la separa· zione. Ora è chiaro cho Quest'ultima via, che J:IJr ragioni 1>rntìche può es• sere In più desiderabile, può essere 4 I

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