La Difesa della Razza - anno VI - n. 12 - 20 aprile 1943

più e,·oluti e piU perfezionati biologiamente ed etnicamente ri• spetto alla falda rauiale più antica. Non vi ha infaui dubbio che gli eschimidi, i quali appartengono al medesimo ramo. non siano in; feriori ai sinidi cd i sud mongolidi da cui si sono enucleati i nippon1c1. Se poi ci fermiamo agli curopoidi, tra i palcomorfi gli ainuidi, gli uralidi, i lappidi certamente appariscono inferiori rispetto agli ruropidi suddiv.si nelle razze: nordide, mcditerranide. adriatide. baltide, alpide. Il SO:.togruppoafro-asiatico degli europidi è senza dubbio collocato in un grado biologicamente più.basso rispetto al pc>stooccupato dal sottogruppo europeo. Gli afro-asiatici comprendono i berberidi, gli orieotalidi con le sortoraz.ze: libica, copta, arabica. Gli assiridi, di cui gli ebrei sono gli ultimi superstiti, costituiscono un" razza a St', così i turanidi e gli indidi. Nel ciclo delle razze derivate sub-equatoriali si rilevano lai razza etiopide, saharide, malgasside. indo-melanide, indoneside. Men1re nel ciclo delle razze derivata del Pacifico e dell"America si ha una razza polincside con tre sottorazze: micronesiaru., maori, samoana cd un gruppo di raue che appaiono come premongolidi; foegide, pampide, amazzonide, istmide, planide. rolumbide, relativo al1' Amerio meridionale, posto vicino (America del Nord) ad un gruppo nel quale la dominanza di caratteri antropici europidi ap-- pare evidente: Jagide, andide, sonoride. appal,1cide. Nel seno di questi cicli antropici pu6 essere individuata una certa gerarchia rauiale ove si dispongano le razze e le sottorazz.c non più dal punto di vista solamente della loro antichità o della loro piU recente apparizione ma anche da un punto di vista at· rua.le t<.'Tlendoconto della somma delle doti bio:ilfltropiche positive e negative di ciascuna. · In primo luogo de.,.esi poter stabilire una. genrchia dunque net limiti chiusi dei grandi cicli raz:ziali. Una maggiore difficoltà presenta la coordinazione gerarchica fra. loro dei grandi cicli. Infatti non può dirsi in St' biologicamente inferiore una uzza. rispetto ad un"altra sulla cui formazione ologenetica il fattore a.mbiente ha esercitato un'influenu la. quale ha potuto rispetto all'azione di un ambiente meno favorevole (nel senso della capacità di sw.citare determinate reazioni biologiche da parte delle . razze) dar luogo a forme di ordine superiore. Nè è facile decidere da un cido all'altro quali sono fe forme relati\'amcme superiori e le forme relativamente inferiori poichè, in un certo senso, rispetto ai singoli ambienti biologici j ~ipi vitali vj •si conncuono. onde non pu6 dirsi quale direzione avrebbe preso un ramo antropico se invece di stanziarsi in uno spazio geogra• neo si fOSSt"stanziato sin dal suo formarsi in un altro spazio. Questa considerazione tuttavia può confondere le idee. Infatti !10Ì ci proponiamo di stabilire quali siano le ra.zzc inferiori e le raz.ze inferiori relativamente ai fini vitali nell'ordine 1errestre e nel. l'ordine cosmico. Se una serie antropica aveva doti intrinseche per diventare superiore e per motivi di natura interna ed esterna ha 6nico con il diventare inferiore rispetto ad un'altra serie, non può certo interessare il biologo che 'ha bisogno di esaminare e di classificare quei fatti che si presentano al suo esame. In questo caso si trafia di vedere le forme antropiche quali risultano oggi costituite• e di tentare una seriazi_onedi esse tenendo conto della piU o minore loro funzionalità rispetto aJ complesso razziaJe· di cui fanno parte come sottoraue o come varietà. lntendiamo fonzionalit¼ biologica e bioctnica. cioè valore in sè ed in relazione nell'ordine delle cose naturali delle raue umane. Or quale è la funzione di una raua rispetto al ciclo rui si appartiene e nell'intero quadro della specie umana? t·uomo non è al_di fuori dell'insicrnc delle specie viventi. Come forma specifica è sottoposto aJle medesime leggi biologiche che sollecitano e dominano le altre forme v:tali, per quanto egli tenti di sotmrvis"i molto spesso con effetto di insieme negativo. Come specie l'uomo escrcica una funzione biologica nel com• plesso vivente. Ma la Vita nell'Universo se non persegue un tim: nel senso linalistìco Ufl\'.!nOdcli"espressione, pure tende 11. mante• nersi raggiungendo nelle forme singolari effetti sempre megli(., aderenti alle necessiti vitali la cui soddisfazione è garanzia della sopravvivenza. Non per quesco vuole dirsi che gl'interessi vitah coincidano con gli interessi di sopravvivenza efficiente di una da1a specie o di una data razu rispetto alle altre. Perchè lo estinguersi di una forma, od il suo ritrarsi in un campo vitale più rimetto per decadenu, può comportare il maggiore sviluppo di un'altra forma per cui nello insieme della compagine l'equilibrio può essere risrab1ito. Ma è anche vero che ogni specie nel suo piccolo mondo biologico rappresenta un modello, in formato ridotto, di tutto il complesso vitale, muovendosi nel suo ambito come !"intero complesso sì muove nel suo. Ed allora in un certo senso gl"interessi vitah della specie sono interessi vitali delrinsieme, perchè se tutte le specie retrocedessero la vita si estinguerebbe. Sinora non si è avuta una retrocessione generale: ma si sono avuti fatti degenerativi e di in.,.oluzione e di estinzione e trasformazione• i qual, hanno schiuso la .,.ja al progredire ed all'affermarsi di altre s~ic. Nella lona per la supremaz.ia delle specie, sotto un certo an• golo visuale, l'uomo oggi detiene il primo posto; ma ciò non vuol dire che le sue doti biologiche siano nel complesso superiori in senso assoluto alle doti biologiche di ogni altra specie animale. Solo alcune doti dell'uomo hanno favorito questo suo sviluppo terrestre, e laddo,·e la speciq umana ha potuto progredite in un senso è retrocessa in un alcro senso. Tuttavia nell'insieme può dirsi che le doti biologiche della specie umana. ai 6nì vitali superiori, non :sono migliori di quelle che arricchiscono specie fiiogeneticamente giovanissime dalle quali la Vita si attende :sviluppi e campi di reauivit¼ vitale immensi, dovendo esse d1t•tnir1 su piani più alti O\'e condizioni favorevoli in un certo senso per loroi possano realizzarsi sulla Terra. Ma nello stretto ambito della specie umana vi hanno gruppt che risulu.no piU aderenti ai fini biologici di altri gruppi per cui pu6 dirsi che sono superiori rispetto a questi. Cosa significa ade. renza maggiore o minore? Non si intende certamente che i tipi umani più vicini alla serie animale debbano essere superiori perch~ sono più primitivi. ' La specie umana ha senza dubbio uo tema biologico cd ununo da svolgere. onde le sue Torme migliori non possono es.sere quelle che sono rimaste in un gradino più basso rispetto a forme bioetni• camente più perfezionate. Essa doveva produrre il tipo superiore. Ma questa superiorità non può essere intesa nel senso strettamente umano. Un insieme di oratteri perfezionati ed indivìdualizuti che siano armonici fra loro ed armonici al 6ne biologico generale della spe• de, capaci di sostenere il gruppo di cui sono dote nella lotta per la sua esistenza in modo migliore di come! altri caratteri p<>SSOno essere in grado di soscenere altri, costituiscono la superiorit¼ biologica di quel gruppo rispetto agli altri. Tali caratteri, per ci6 che riguarda l'uomo e gli animali superiori, sono di ordine morfologi<:o, d1 ordine umorale e di ordine psichico semplice o complesso. Mentre nelle altre spec·e nelle quali la vita psichica non ha. sviiuppo apprczubile le dotaz:oni di :.uperiorir¼ riguardano la morfologia c. la fisiologia. Tuttavia grinscai vi fanno «<aione disponendo di un ·rilevante patrimonio istinti\'O che comparativamente fra le varie famiglie di essi ed in comparaz.iooe inoltre con gli altri invertebrati determina gradi di supe• riorità e di inferiorità. (Co1tti1tua) ALDO MODICA

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