ropa è minacciato do uno nuova invasione mongolica. Le masse di armati che gridano avanzando « Stalin Urràl » non differiscono razzialmente da quelle che portarono il p.; tere dell'Orda d'Oro fin sulle rive del- !' Adriatico. Ne differiscono soltanto perché sono armate non ptù di archi e di scimitarre, ma di tutti i mezzi delkl tecnica moderna. Per questo sone, ancora p"ù temibili. Dobbiamo essere grati alla Germania se questa, riprendendo le belle tradizioni dei Vi€:hinghi e dei Cavalieri teutonici, ha iniziato la lotta con· tro gh invasori asiatici. Questi nel 1940 erano già riusciti a •penetrare profondamente in Europa. Cosi potemmo constatare no· stessi un giarno che ci arompicalhmo per ì Carpazi coperti di neve fino al confine che allora separava lo Russia Subcarp:1tica dai territori polacch:. invasi dalle truppe sovietiche. In qugJ coflfine, che era quasi nel cuore del nostro continente, la guardia 8J'O sta ta affidata dai sovietici alle 1ruppe mongole. Queste s: distinguevano beni$Simo per le loro caratteristiche lis'onomie. Pochi uomini Eno allo scoppio della guerra contro l'U.R.S.S. avevano pre• sente la portata del pericolo immen- • ,so che incombeva sull'Europa. Citeremo un episodio: nel 1937 ci ·recammo in Romania per un congresso internazionale. Il governo liberale d'allora ci Ieee fare una lunga escursione che c portò fin sulle rive del Nistro. che segnava il confìne tra la Bessarobia e b Russia. Nel cortile dello storico castello di Hotìn, ci fu ollerto un banchetto obbondonte- ~ente innClflioto da spumante. Lo piccola follo internazionale che v prendevo parte si entusiasmavo al brindisi che si seguivano ai brindisi. in uno stato di beota euforia. C" era• no dei ministri francesi. un primo ministro polacco, dei ministri jugoslavi, dei professori universitari di ogni po:e• se, degli accademici, delle signore e· leganti, insomma una società veramente mondana e spensierata. Noi pure prendevamo p:,rte o tutta quell'allegria, quando, era ormai l'imbrunire. ci colol la sagoma d·un soldato romeno che camminava len• tornente sugl; spalti della vec-chio cittadella. La coso ero perfettarnent? natwale perchà il castello di Hotin ero posto sul Nistro, proprio al confine con la Russia. Soltanto che nessuno di quegli uomini importanti, che banchettavano allegramente, ci ove• va fatto caso. e l'appetito di nessuno era turbato dall'ideo che al di là del fiume erano fissati sul castello di Ho: lin i cannoni sovietici. Questo episodio da solo dà l'indice della considerazione che si faceva della Russia nella generalità dei paesi europei prima dello scoppio del conflitto. ·Attualmente specie in Italia si va diffondendo un'altra opinione sulla Russ:a, che. è egualmente pericolosa, come era prima pericolosa l'ignoranza e l'tndHlerenzo Molti si sone, lasciati colpire da alcuni aspetti puramente tecnici della civiltà soviet:ca. In questo modo in alcuni. al posto dell'esagerato di• sprezzo. è subentrata una esagerato ammirazione per tutto ciò che è rus• so. Ma bisogna pe.rò dimenticare che queste reoliuazioni tecniche sono state raggiunte quasi esclus(vamente con l'aiuto degli specialisti europei e americani, che a varie riprese sono stati invitati dal Governo sovietico. Ugualmente non bisogna lasciarsi impressionare troppo da coloro che tanno le lodi della g.rande bontà d:a~ , nimo del contadino russo. Il fatto chq, il popolo russo continui a leggere
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