La Difesa della Razza - anno VI - n. 10 - 20 marzo 1943

'INVASIO un ruuo cli Or9lonlkl1., L'Italia nel corso della sua storia ha avuto fino ad ora la g,rande fortuna di essere stata risrx,rmic • la dalle ìnvasioni mongoliche. Soltanto gli Unni alla fne del quarto se=olo vi fecero una breve appari• zione. Per questa ragione, la lotta che si sta combattendo con,t,ro l'U.R.S.S. viene da molti considerata da un punto di vista semplicemente ideologico, mentre invece è soprattutto una guerra di rona. Per questa ragione, molti in Italia credono nella possibilità di un compromesso, perchè con . le idee ci si può mettere sempre d'aocoroo. Chi invece ha vissuto nei paesi dell'Europa, orientale ha una concezione completamente diversa di questa guerra, concezione che è fortemente sentita dai popoli europei che stanno in quella vasta regione.· Per esempio, in Romania non si d:- scute neanche sull'opportunità o meno di questa guerra. Il poi:x,lo rome• no, malgrado l'enorme contributo di sangue che ha dato finora alla calisa comune, è p.ronto a lottare fino all'ultimo uomo e sa benissimo che la lotta contro l'U.R.S.S. potrà terminare soltanto c5 con la distruzione di QU3· sta o con la d~truzione dell'Europa. Ricorderemo la frase pronunciata da una contadina bessarabiana alla quale avevamo domandato.c!osa sentisse ora che la sua terra era stata liberata dai TUSSi. « Ringraziamo Jddio che ha cacciato via i p:igani ». Questa à stata la semplice risposta di quella contadina. Ricorderemo ancora come nei monasteri della Moldavia, che in tutti i tempi•hanno rappresentato delle roccaforti contro le invaaioni asiatiche, dei frati dall'aspetto ieratico preghinp ogni giorno per la vittoria delle annate dell'Asse. Quanta differenza tra questo ·,rero spirito cristiano e ran:.mositò maligna di certi clerica.lucoli nostrani. che mettono in un fascio solo razzismo e comunismo, Hitler e Stalin! Ogni uomo di buona volontà des1 - dera sinc.eramente la pace, Ma sol- _ tanto degli imbecilli o dei traditori possono ammette.re che la p::1ce dell'Europ::1 possa fiorire all'ombra delle baionette dei mongoli, ai quali verremo abbandonai: senza pietà dai giudeizzati puritani di Casablanca, se non avremo distrutto IO potenza militare dei russi. I camerati che tornano dalle prime hnee del fronte orientale ncirrano delrimpressione enorme che Produce la avanzata delle truppe bolscev'che. 0uando p)ù fitto è la nebbia o più forte la tormenta di neve i nostri nemici sferrano i loro Jormidabih attacchi. Dietro i carri armati giganteschi avanzano masse di uomini al grido cupo e ritmico di « Stalin Urrà.I ». Sono mongoli. tatari, calmucchi, siberian;. dal viso feroce e dallo sguardo terribile, insensibili al freddo, potentemente annoti di armi automatiche. Questo g.rido, che si ripete per ìm- ~ nse pianure, e che spesso domina rumore della battaglia, è come il g o dei JXlpoli centro-asiatici che s1 è destato e avanza contro l'Europa. Ci vuole tutto il coraggio degli eroi cli Stalingrado e tutto il sangue freddo delle oostre magnifiche truppe alpine, per non lasciarsi impressionare e per lottare senza battere ciglio nell'attuale fase della guerra di difesa~ Nor. diversa dovevo essere l'impressione che produssero gli Unni quando. come una nuvola- di cavallette s; abbatterono sull'Impero Romano. Ma anche allo.ra ci furono degli europei che seppero·-resislere CO• raggiosamente. U generale romano Ezio nella vittoriosa battaglia dei campi catalaunici e papa Leooo I, con la forza che gli veniva dalle tradizioni imperiali e cristiane, seppero vincere gli Unni, che, dopo la mOrte- di Attila. dovevano sfasciars' e sparire senza gloria. Alla metà d"e1 VI secolo l'Europa fu un'altra volta a1taccata Sa un popolo asiatico: gli Avari. Questi g·unsero

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