dagine. E' un libro scritto da Aldo Clerici e pubblicato dall'editore ebreo Voghera, e che, apparso nel 1905 offre un quadro completo dello st!lmJ:Xl.romana. Signore e padrone del g!ornalismo della capitale ero Ettore Friedentdl, giudeo emigrato dalla Germania. e diventato in pochi anni direttore deUo nostra massima e pi.ò antica agenzie qiornalistica la 41 Stelani ». Tale Ògenz:icx è stata per decenni e decenni, l'uniCCI fonte di informazione per moltissimi giornali specie di ixovin• eia e il FriedentOl attraverso la « Sie· fcmi » faceva il buono ed il cattivo tempo. « I giornalisti - sc;rive Clerici - pretendono d" ve:fe.re in Friedentcil 11 ioro comune nemico. l'« Agenzia Stetan· • è il corrispondente di ogni giornale. quindi le gazzette seoonckuie fanno a meno del cor,rispondente spe• ciale limitandosi a dare in pasto 01 lettori le notizie che lo « Stefani » tra• smette con gronde prodigalità». M.:i l'ebreo direttore de la « Stefan~ » non è solo. Ecco altri giudei gior· nalisti: EmQ<l'.toArbjb, g1ud9o, faceva lo crif oo artistioo per il quotidiano « L'lta· lie » pubblicato a Roma in l\ngua francese, giornale assai d"ffUSO al• Giornalismo ebraie Ogni studio su gli ebrei e la vita italiano, anche se modesto come modesto è questo, contribuisce a mostrare al popolo italiano a qual punto fosse giunta la penetrazione giudaica tra noi. Pochi gli ebrei, p:::zrkmdoin ssnso assoluto e ragguagliati ai numerosi milioni di Italiani, ma quantità non trascurabile nell'interno delle più s:. gniticative categorie sociali e importantissima e preoccupante dal punto di vista qualitativo. Vedremo ora da vicmo, sulla scorta di fonti non certo sospette di antigiudCQsmo, quale sia stola la penetrazione degli ebrei nel giornaflsmo romano, lasciando da parte ogni considerazio· ne relativa al CQntrollo delle varie società che pubblicavano i giornali, società nelle quali gli ebrei, come espressioni della finanza, del com• mercio, della industria erano « magna pars •. Va però detto, immediatamente, che l'indagine, compiuta da noi, ed i cui risultati ve[J"emo espone.odo, pec· ca, se mai per difetto, poichè s1 è tenuto conto solo dei nominativi distinti da un cognome tipicamente giudaico, trascurandone altri, il cui nomina• tivo è comune anche ai non giudei (come Rossi, Pace, Vitali, Cesana etc.) e salvo che per un nominativo, Fortis, è stato, ignorato ogni legame di aHi· nilà con ebrei. Nonostante tale sommarietà della indagine, questa a nostro ovviso mostra che negli ambienti g1ornahst-tci della cap·.tale (vale a dire m quggli ambienti clie rappresentavano più di metà del giornalismo italiano) gli ebrei avevano posti di comando e dl control\o e da Roma, come direttori di agenzie giornalistiche, 1 e come corrispondenti di giornali italiani e stra· nierì, davano il tono a molti giornali che non si stampavano a Roma. Un raro volume ci ha fornito un prezioso materiale per questo nostra ripetiamo incompleta e sommaria inl'estero tra i numerosi lorestieri che passavano varie stagioni a Rorr.a, e negli ambienti diplomatici. E. C. TedeschL giudeo, era redattore p:>l'tico dello stesso giornale e con• temporaneamente svolgeva opera di corrispondente da Roma dello « Depeche de Toulose » alla quale nientedi• meno inviava .._ « Lette.re dal Vaticano». Un altro giudeo, certo Coen, era 11 corrispondente da Roma del quotidiano « Roma » di Napoli e nello stesso tedwo ero tesoriere d1 quella associaz~o~e di giornalisb burloni, nota nelle cronache allegre della oopitale ccn 11 nome di « Circolo tolstoiano ». Carlo Voghera.· editore nella capitale. era proprietario de « L'F.sercito •. giornale nato a Torino nel 1862 e nel 1872 trasferitosi a Roma. Una della figure più in v sta d~I giornalismo romano era poi Attilio Luzz.ato che lasciot:i la direzione de « La StamJ:Xl » di Torino e del « Mo• mento » di Genova, era p:lt5oto redo~
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