D al 1938 esiste in lt::dia una politico ufficiale della razza e da quell'epoca siamo sempre gli stess; sulla b.recciO'. Siamo quelli di prima. Quattro anni fa quelli che credevano nella razza • er:mo raggruppati intorno al «Tevere», al « Regime Fascista». alla« Vita Italiana :o e a« Quadrivio». Oggi quelli che credono e lottcmo fcmno parte deUo stesso gruppo. Antigiuda:i.smo, razzismo: parole magiche, sufficienti a mettere contro di noi la massa dei borghesi e dei meticci. Perchè si ha tanto paura delle JXIrOle?Perchè fìno al 1938 non s: è mai avuto il coraggio di pronunciare la J:Xllola «razzismo»? Del razzismo in Italia? Ma questo sarebbe stato per la massa dei benpensanti un insuho al nostro pas• sato. alla romanità', al cottolioosimo, aHe ncstre più core tradizioni. E nessuno di quei benpensanti ha pensato che i1 nostro p:issato. eh& le nostre trocf:zioni, che la romcinità, che il cattolicesimo si possono in definitiva difende.re e JX>lenziare solo; difendendo e potenziando lo razzo che li ho creati. Noi siam.o i razzisti dello primo oro. Noi siamo I soli che abbiamo il diritto di chiamQf'C'Ì razzisti. Contiamoci Non sicnno molli. Forse coloro che seguono i nostri scritti sono pi.li numerosi di quello che crediamo, ma è certo che quelli che si proclamano apertamente razzisti sono poclu. [' tei;npo che si formi il fronte unico de:.t razzisti italiani. Tutti quelli che finora hanno lottato per 1a difesa dello nostra idea si debbono unire e stringere l'uno all'altro e formare un blocco compatto. . L'ora presente ci impone questo elementare dovere. Tutti ci sono nemio·. Siamo soli. Noi dobbiamo ridare una nuova fede al popolo italiano. Questa è la nostra missione. Noi dobbiamo abituare i nostri fratelli. a vedere lontano. a non considerare soltanto i fatti contingent;, mo quelli reali, eterni che la natura ha segnate. Un compito grave pesa dunque sui razzisti italiani. Se fossimo dei filosofi noi scriveremmo, in questo momento storico, un trattato: «La missione del razzista». come già fu scritta • La missione del dotto> in un momento tre· mendo per la Germania. 11 razzista deve sapere unire la fede alla dottrina. Il razzista deve credere fermamènte nelle qualità millenarie del popolo italiano. Il razzista deve conoscere tutti i mezzi coi qllali queste qualità possono esse.re affinate e sele• zionate. Abbiamo già scritto che questa guerra à uno guerra di razze. J1 mode stesso con cui viene condotta prova come sono impegnati, non solo degli eserciti, ma dei popoli interi. Chi osserva con quale veemenza un popolo cerco di .. , Il razzista deve sapere unire la fede alla dottrina. Il razzista deve credere fermamente nelle qualità millenarie del popolo italiano. Il razzista deve conoscere tutti i mezzi coi quali queste qualità possono essere affinate e selezionate RAZZISMO distruggere l'altro e come si sono dimenticate le regole p ù elementari della carità e della civiltà, non può non ricordare le plgine di Darwin sulla lotta per l'esistenza. Ormai sono scatenati gli istinti pili prolondi, quelli che ricordano gli stadi dell'uman:.tà primitiva. Pare quasi di assistere a quelle lotte senza pietà che le varie razze e specie animali conducono aa millenni l'una contro l'alt.rQ e che traslonnan0;.e0ntinuamente la fauna e la flora del mondo. E, se vogliamo limitare il nostro confronto alla sola umanità, pens·.amo alle rozze umane che ci hanno precedute su questa terra e che si sono estinte in epoca preistorica e alle oltre molte che sane scomparse in epoca storica e a quelle infine che stanrio oggi mo.rendo e delle auali restano sole pochi esemplari. Cosl concepil.Q la guerra, si vede come qualsias' con• cessione, Qualsiasi compromesso con il nemico, divento impossibile e assurdo. Il razzista ha il compito di risvegl'are nel popolo italiane i ~enlimenti più profondi e quelJ'i.stinto, che una razza sentP riei frangenti più gravi. quell'istinto che porta oll'untone, che fa sl che noi
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