La Difesa della Razza - anno VI - n. 8 - 20 febbraio 1943

~--SOMMARIO--- SCIENZA. I ALDO MODICA: INFEIUORITA' RAZZIALE DEGLI ANGLOSASSONI; SIRO CONTII: HEGEL GIUDAIZZATO; UDfO CIPIIAHI: FA:A I PRIMITIVI OELL'IHOIA MERIDIONALE; MOD.: GENETICA POLEMICA. GIOVANNI SAVl!lll: IL •DOLORE,. GIUDAICO; GUIDO U.HDIA: FRONTE UNICO DEL RAZZISMO ITALIANO; AIMAMDO TOStt: CAOS RAZZIALE NEGLI STATI UNITI. DOCUMEMTAZIOHE OUU>O PODALIII: GIORNALISMO EBRAICO A ROMA; iMCO~S: L'EBREO ERRANTE. QUESTI OH A·R I O <------------ SENZA G:OMPROMESSI. __________ _J I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICDI ELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANO IN ROMA·PIAZZACOLONNA !PORTICIDI VEIO, TELEFONO63737 6288P I AN C.A COMMERCIA1lE -~TAliA,-INA SOCIET A PER AZIONI CAPITALE L. 700.000.000 INTERAMENTE VERSATO RISERVA L. 170.000.000 BANCA DI INTERESSE NAZION.ALE

Il ANNO Vl - NUMERO 8 20 FEIJBllAIO 1913-XXI i.ICI! Il. 5 f. il, 20 01 OG/lil )USSt. IIN ;<il))lt!KI) S•;t'/1.K/l."fO l,IMt: I /1.BBON/I.MIL',TO \ ... NUO l,IIU: :tu ANMO'i/1..,u:NTO l"M'll•:.STM/1.I.•'. • 1% t; ~ ·r t: K " I I. " n .... I o l>i.re11ore: TELESIO JNTERLANIJI Co111ita1,> Ji redaidone, 1,ror.Jun.GUIOOL\NOHA · prof.Jou.LJDJOCIPRIANI ~tJ.r1>1uita ,li r~tla7.iillll": (;fOn<:10 ALì\llRANTf: SCIE~Z!•DOCUMENT4ZIONE POLEMIC4 • OUESTION.L\RIO Il prossimo·-fascicolo,che uscirà il 5 marzo 1943-XXI proseguirà la documentazione antibritannica iniziata nel fascicolo de] 5 febbraio. Dopo le ofrende pagine DELILN'GHILTERRA SCHIAVJSTA APPRENDERETE LE INFAMIE E LE VERGOGNE DELL' IMMORALITÀ INGLES~ DOCUMENTI SENSAZIONALJ SULLA CORRUZIONE IMPERANTE NELLA PURITANA I GHILTERRA a

dagine. E' un libro scritto da Aldo Clerici e pubblicato dall'editore ebreo Voghera, e che, apparso nel 1905 offre un quadro completo dello st!lmJ:Xl.romana. Signore e padrone del g!ornalismo della capitale ero Ettore Friedentdl, giudeo emigrato dalla Germania. e diventato in pochi anni direttore deUo nostra massima e pi.ò antica agenzie qiornalistica la 41 Stelani ». Tale Ògenz:icx è stata per decenni e decenni, l'uniCCI fonte di informazione per moltissimi giornali specie di ixovin• eia e il FriedentOl attraverso la « Sie· fcmi » faceva il buono ed il cattivo tempo. « I giornalisti - sc;rive Clerici - pretendono d" ve:fe.re in Friedentcil 11 ioro comune nemico. l'« Agenzia Stetan· • è il corrispondente di ogni giornale. quindi le gazzette seoonckuie fanno a meno del cor,rispondente spe• ciale limitandosi a dare in pasto 01 lettori le notizie che lo « Stefani » tra• smette con gronde prodigalità». M.:i l'ebreo direttore de la « Stefan~ » non è solo. Ecco altri giudei gior· nalisti: EmQ<l'.toArbjb, g1ud9o, faceva lo crif oo artistioo per il quotidiano « L'lta· lie » pubblicato a Roma in l\ngua francese, giornale assai d"ffUSO al• Giornalismo ebraie Ogni studio su gli ebrei e la vita italiano, anche se modesto come modesto è questo, contribuisce a mostrare al popolo italiano a qual punto fosse giunta la penetrazione giudaica tra noi. Pochi gli ebrei, p:::zrkmdoin ssnso assoluto e ragguagliati ai numerosi milioni di Italiani, ma quantità non trascurabile nell'interno delle più s:. gniticative categorie sociali e importantissima e preoccupante dal punto di vista qualitativo. Vedremo ora da vicmo, sulla scorta di fonti non certo sospette di antigiudCQsmo, quale sia stola la penetrazione degli ebrei nel giornaflsmo romano, lasciando da parte ogni considerazio· ne relativa al CQntrollo delle varie società che pubblicavano i giornali, società nelle quali gli ebrei, come espressioni della finanza, del com• mercio, della industria erano « magna pars •. Va però detto, immediatamente, che l'indagine, compiuta da noi, ed i cui risultati ve[J"emo espone.odo, pec· ca, se mai per difetto, poichè s1 è tenuto conto solo dei nominativi distinti da un cognome tipicamente giudaico, trascurandone altri, il cui nomina• tivo è comune anche ai non giudei (come Rossi, Pace, Vitali, Cesana etc.) e salvo che per un nominativo, Fortis, è stato, ignorato ogni legame di aHi· nilà con ebrei. Nonostante tale sommarietà della indagine, questa a nostro ovviso mostra che negli ambienti g1ornahst-tci della cap·.tale (vale a dire m quggli ambienti clie rappresentavano più di metà del giornalismo italiano) gli ebrei avevano posti di comando e dl control\o e da Roma, come direttori di agenzie giornalistiche, 1 e come corrispondenti di giornali italiani e stra· nierì, davano il tono a molti giornali che non si stampavano a Roma. Un raro volume ci ha fornito un prezioso materiale per questo nostra ripetiamo incompleta e sommaria inl'estero tra i numerosi lorestieri che passavano varie stagioni a Rorr.a, e negli ambienti diplomatici. E. C. TedeschL giudeo, era redattore p:>l'tico dello stesso giornale e con• temporaneamente svolgeva opera di corrispondente da Roma dello « Depeche de Toulose » alla quale nientedi• meno inviava .._ « Lette.re dal Vaticano». Un altro giudeo, certo Coen, era 11 corrispondente da Roma del quotidiano « Roma » di Napoli e nello stesso tedwo ero tesoriere d1 quella associaz~o~e di giornalisb burloni, nota nelle cronache allegre della oopitale ccn 11 nome di « Circolo tolstoiano ». Carlo Voghera.· editore nella capitale. era proprietario de « L'F.sercito •. giornale nato a Torino nel 1862 e nel 1872 trasferitosi a Roma. Una della figure più in v sta d~I giornalismo romano era poi Attilio Luzz.ato che lasciot:i la direzione de « La StamJ:Xl » di Torino e del « Mo• mento » di Genova, era p:lt5oto redo~

lore capo de « La Tr!buna *· dove fu poi direttore, e che chicnr..ò presso di sè l'altro ebreo, Salvatore Barzilai, quola redattore politico; quello stesso Barzilai .. che sarà ministro senza por1afcglio e presidente della Associazione dello Stampa; nonchè l'altro ebreo, Primo Levi, che sotto lo pseu• donimo dt Italico già in precedenza in•un altro quotidiano « La Riforma » s'era atteggiato a portavoce di Francesco Crispi del quale era stato segretario particolare. li Levi, passerà poi a dirigere « La Patria». Tommosc. Montefiore, lavoravo anch'egli come redattore alla « Tribuna». ' Accanto a «L'Esercito» sorse poi per raccoglierne b successione « L'Jtalia Militare e Marinara » fondata anche questa dal Voghera e diretta dal di lui hglio. l'ebreo Enrico Voghera. Eugenio Sacerdote, ebreo, scrivevo per la «Patria». quotidiano del quale fu anche tnv'.ato speciale. Carlo Segrè scriveva nel settimanale « Fanfullci della Domenica • mentre l'ebreo Settimio Coen, era l'onnipotente ammini• dratore del « Frccasso ». Per opera del Barone Sidney Sonruno, che sarà poi quel ministro degli esteri che preparerò lo sconJ11todiplomollca di Versagha (stono anche questo do r;scrivere) sorse « 11 Giornale d'Italia » diventato per lunghi anm il suo organo personale mentre la direzione delrullicialissima ,:Gozzetto Ufficiale» ero afhdoto o Leone F'orhs impcrren• toto con lo giudmca e strapotente famiglia dei Wollemborg che dmà all'Itoha un infausto min.tslro delle finanze. Giulio Norso collaboravo ali'« lt-::iho ~ e l'ebreo Serugallio era corr"spondente dalla capitale P,ell'« Univers de Poris ». Questi dah s1 riferiscono agh anni raggruppati intorno al 1905. Mo quest anru. non sono anni eccez1onoh, anni a Boma cioè nei quali per mohv1, eVenti o condizioni speciali glt ebrei parteciparono alla vita g1ornai'st1ca con maggiore tntens1tò che no~ negli anni precedenti o seguenh. Già nel 1870 si po.lesava appieno la penetrazione g1u· druco nella stampo. romana. Come ricordo Ugo Pesci. nel suo libro « I primi or .n. i da Roma capitale» erano JXISSOh appeno due giorni dalla en.tralo delle truppe italiane in Roma che un nuovo giornale quotidiano iniziava le sue pubbl"caz1oni· « l...çi Gozzelt".l del Popolo • diretta dall"ebreo Edoardo Arbib eh~ aveva seguito l'esercito come corrispondenle d1 guerra. La « Gcraetta • mutò pcx:o dopo il titolo in • Lo l'bertà » mo I' Arbib ne conservò lo direzione Un altto giornale nclo dopo il 20 settembre 1870, t\lAUtlUWOC En •• N!35 / lcco uno dei plCI,epugMntt HP41tti del glorn1U1mo glud•lco degll •n~ ifflmedl11u,ente 11.1ccenMalla passai• guena mondiele. GII ebrei - • 1egn1lemenle gli ebrei Che lnqulnnano 11 Germania - si 1p1cl11iu1- ,ono etlore nelle pubbliuzlonl I slondo ,euu1le, che f1c.1nno 1ppello · el plO baul Istinti, c.ompltndo uni vHII e dele1erl1 open di c.:mudone. le.e.o le coperfln• di due di 1111pubbllc.ulonl ebt1lc.he, dovute 11 t1ml1•r•lo profeno,e pornog,elo Megnu, Hiuc.hleld fu lo« Nuova Aomo » fondato do Leone F'ortis. imparentato '' come dicemmo ai Wollemborg e che ebbe-.c:ome direltore Carlo Levi. Tra la pleiade d1 g!ornah e g1omaleth, s1d1stmgue poi un altro quotid'iano, « L'Opinione» che iniziò le sue pubblicazioni il 9 agosto 1871 e che, già pubblicato 10 Firenze. s1 traslensce alla capitale. «L'Opinione» fu d:retto da un ebreo, Giacomo Dina, ~mir,enzo grigio dello mossoneri.:i italiana. Il Dina fu deputato, amico degli uomini poht Cl più in • vista era assoi addentro alle segrete cose

c&nclll■bolo f■rbalco Nel 1874 a Roma iniziò le pubbhcozioni il quofdìano illustrato «L'Jlluslraz~one » che pe.rò ben presto fu rilevata dai fratelli Treves già propriet:m della diffusissima « Illustrazione ltaliona ». lo quale per più di mezzo secolo Ju la rivista per antonomasia di tutte ~ case borghesi di ItaJi::i. e nello quale trovarono ospitalità scritti di numerosi ebrei. tra i quali basti ù:ordore 11 Lopez - presidente dello Società italiana autori e scrittori .....! lo Iarach e il Luzzatti, etc, etc Ebrei giornalisti pullularono comt:t lunghi, tanto che il resoconto della prima seduta del.parlamento italiano, teniutasi a Roma nel 187) dà presenti nella trbuna della stampa a Montecitorio i seguenti giudei: Edoardo Arbib per la« Gazzetta di Venezia», Ludovico o· na per « Lo Jegge », Leone rortis per il «Pungolo», federicc Coen pe.r la « Republique », di Parigi. Carlo Levi per la « Nazione », Leone Levi, per il « Giornale di Napoli », Carlo Morpurgo per il « Giornale di Ravenna», Giuseppe Nathan per la « Association press » e Vittorio Tedeschi per il giornale « ll Cavour». Ci mancano gli element• per un esame completo, organico e partico· lareg91ato della partecipazione degh ebrei allct vita giQmalisticc italiana dal 1870 in poi, anno per anno. ma I doli che abb:omo e. sposto sono dt una sintomatica eloquenza. A completarh traiamo dalle pagine di un volume di C1mon~ · «Una setta di g1ornalish » (Milano 1921. 1st Ed Italiano, presidente Luigi Luz- :zotti) quest dati i quali ci confermano l'intensità della penetraz10ne giudaica nel settore della stampa nel cinquantennio che dal 1870 91urrge sino al 1920. Ricorda Cimane che dal 1870 al 1920 inlaiti i seguenti g1ornahsh ebrei !urano anche deputa11 al Parlamento italiano. Ernesto Arbib, Oirellore de « Lo Libertà»; ~ Salvatore Barzilai, Presidente della Associazione della Stampa, Leone Carpi, Redattore e collabora. tore d1 numerose riviste e quotidiani; Pietro Del V9<:'Chio,Direttore de « La Gazzetta di Mondov\ » e quindi del « Momento » di Genova, poi del « Din Ilo » d1 Roma; Giacomo o;na, Direttore de « L'Opi. nione » e collaboratore di vari gior• nali; David Levi. Redattore dei giornali diretti dal Broflerio e dal Valerio; Luigi Lu:r.zatti. Redattore di vari gior noli. e Presidente deUo Assoc'azione della Stampa; Attit.o Lu:r.zato. Redattore ds- « Lo Ragione», direttore de« La Stampa», reda1tore capo e quindi direttore de « La Tribuna»; Riccardo Momigliano, Direttore del « Corriere Biellese»; Attilio Musatti. Segretano politico del Gruppo Parlamentare socialista, redattore de l'« Avanti! » e collaboratore del « SE-colo Nuovo»; Sidney Sonnino. fondatore de « Lo Rassegno settimanale » e del « GiornaJe d'Italia»; · Claudio Treves. Direttore del!' « Avanti! » e di « Critico $oc.aie •; Menà Modigliani. Redattore de l'« Avanti!». Fedeli ai p,recetti dei « Protocolli dei Savi di S1on. » gh ebrei. nel costituito Regno d'Italia, vollero che la stam)XI fosse controllata da loro e vi riUSCtrono. Atllaverso la slamj'.XI, controllarono la pubblica opinione e soffocarono ogni voce che si levasse a denuncia· re l'invadenza giudaico, pron.li a sbandierare ai quattro venti, ogni atto e ogni gesto che-valesse a fa;r fare buona figura od un ebreo. Un esame più approfondito del settore della slamj'.XI, mostrerà che la penetrazione giudaico, è stato ancor più profonda di quanto non appa a da queste note affrettate. Nei giornali di pmvincio, specie in quelle cittò dove vivevano nuclei giu. daict numerosi, i giornali erano in mani giudaiche, e si arrivò al punto che, ad esempio m Ancona ... un giornale cattolico 00 ontigiudaico, « L.J:Patria » fu diretto do un ebreo. I' Algranati, che aveva mutato il nome in Rocc.:J d'Adria. GUIDO PODAIJRI Claudio Treni, uno del glorn1ll1II •bref di cui li ,-,la Hl pr•i•nte •rttcolo

HEGEL GIUDAIZZATO LH quintest-tf'nzu dello spirito Ji(iu· ,laico in filosofio, a cmuiidernrlu come elemento chimico ullo stato 1111sconte. cioè dotato dr>lh1 111u~im11e· oergia oorrosiva, è contenutn ne"lltt dottrina di Baruch Spinoza; tunlo diaboliet1mcnte ·uel(ntore, secondo lo spiri(o del Tnhuud, di oi,t:ni p0t.ilivo valore che non sia In mnlerialitl, delle brume, o ultrettant.o dinbolic1unente esnltatore delltt Rn1-.erhi1t intellethuile, e purn, dtt ogni iute· resse vernmente uniHuo, dn s1mve11tare la stessa siuago1,tu. tuUuvin segrctH 1>0rtntrice, 1ml liUO fondo t' nel suo pro)Crnmum, di <111t>lloktPSso spirito. 8µinozn, ('Oli li(rmult> lunli(ilHirtUlZH mottevu d'un col1)() nllo ~perl<> tutte le cArte dello Kpirito tnlmndico: queslH fu l'intinut 80ld1t1tzinlf." rai,eione tler cui IH Sinu,:cogn lo CnccilÌ d11l suo seno. lu !.eli!uito, ru t-oustnhtto che il di1;veln111t>nto Nu 11iennmentt• negli iuterel'!Si li!in<hlici. con11~ i;tru mento cnpitalt> clt>lltt li!Uerrn t> ch•llo assulto ,11 111ondo nriuuo: di (IIIÌ l'o· uoreVoli,,;si11111,1111pli~siiun nmmN1d11 por cui hl SinflllOflH Cfl11011i1.zù poi 811i~o1-t1.. eonH' suo l'lttnto tuft•lurt•. Hllt.l COIU(' 1'1110 11ro(('tH 111odf'r110. van1,an(e atuturu dell'uomo: dw l\t' cnlJ>f'Stu indifferente il suolo. <--Ome /ol(' e&'k>con i )(r1111di rnonumPnti cti Ilo· nm eu1ml 11nwdi fossero J)OCO s11regevolo pietrame. Di<-tro al filosofo ohe guardo innanzi n i.è nel vuoto, stH il tempio mussimo della cristin· uitil. 8. Pietro, e mm grande Croce, la qunle illuminatn a tergo dal solfi oeéiduo. j,'('~tla sul terreno fra i t>iedi d<·l filoRofo una lun.ctt ombra: nè di quextu medesima il vuoto-kO,nurnte filosofo ki accorge). .Allu strf'~ua dellu presa di cw scie111,H di que~to BJ>irito giudaico, Ìllll)f"ri'!OlllltO (', clirf"ll)ll\0, fHtto (•ttrn(• in Spinoztt. la Mtori11della filosofiu. f" delle scienze mornli in ~enerf, ver· rn ad nssunwre- vin vin un cnrntlt•ri· .11tico rilievo discriminatorio. Lo cli• rilnno imminenti studii. Si occetti come postulato il se~ut>ute cnnone, che gli studi uuovi mett1:- nmno viu via semr>rè pi\1 in veritit>- ru uvideuz,L ed n contributo: ~ ogni ,l,t'.iudeo dottrin11rio (prima ~ dopo ~pinoztt: l'Phroo era spinozinno anche nvanti lettera) tiene nel fondo del suo pensiero la mentalità spinoziana. variamente ma~chernta. in funzione dejlli interessi 1>rntici, scientifici, estetici. politici, etc., dal mondo circostante, dentro al quale il giudeo i;i mescola, mimetizt.Rndo· si. assimilandosi. al fine di pervft· derlo senza chiasso (e senza venire iJCOperto), di quel suo spirito talmu dico., ruppreseututo basilurmente nellè formule lo.gi;~e di Svinozu. Alht st-regua di queKto criterio h, filosofo, li!ermanica del Settec..•tmto "-' Lo spirito aiud11ico della filoijofin I.J)inozia1rn t• Mntesto dni ~jlnf>nti uunti: 1) il pttnteit<1mo in fonrrn lo· 1,,:ica; 2) la <•onKe~u<'Utf" ciivinizzn· 1.ione, ci(}(' ltt Rmisurnta t-Mttltttzio11t•. deli!li istinti O,R:Oi~tiei: :-n rndienlml'II te consistenti <IE>llehramosie eorvo· ree, ci<K' ~ntisfneihili nf'IIR 11uiteriu• litil; -1) J'a1111ulh1111<>nto ronsej,!u('Jlk della JJNf,lon,~litit morale e quindi lo a11nullanwnto dei vnlori di po1H>lo(.• di 'trurlizione; 5) l11 1u•duj(ogicn 1h•I disinteresse 1ti valori nwdcsimi, ('orn1>lessiv11nientt_, ria&mmenti~i . nelln paroln .-civiltà•. (Un pittore dei gio· ni noktri. il fo'urlotti, ebhe 11 r11rri1,rn· rare un filosofo J,Ciudaizuto com~ un uomo giov1tne, in Jlttnni moderni variamente rAttop1mti. stante in ,,iedi con le braccia penzoloni, e con lo sguardo mezzo ebete. fisso dimrnuz1 a sè, nel vuoto. Egli J)088 i lliedi sulle 11inzze df'IIA eittil <li RomH. di· se,i:nate con i loro monumenti i11 pircola senltt ol i,nr,ulorw ("OnIn j,;()J)rRv• H•gel n.. 1uo studio (da un quadro di L Sebb•uJ 7

1lt•ll'Ottooeuto ci ~i confitcurn co1JÌ: I) iielle /orme eisSH è in éOMtirnte col· lnboruzione con lo imirito giudeo. massimomente es11onentnto dtt :\Iendelsohu t• dn Huruunn, giudei (que· st'ultimo. detto il e nuow del Xord ~. considernto i!n,irutore di Herder r umico personale di Kunt); P 1,rocede nonostante gli ullurmi di Jnoohi. i:;ullu ~in della mussimu ·del Lessing. e non potervi essere filokofo degno di (Juesto nome, che nou sin 1:.i,ino· zinno•; 2) nella ~osia11w, il pensiero. degli 11rinni è in coutinun i11con1'(1:1• pevole 1,oi;izione di difci,;cn coutro lo abhrncciumcnto letn.lo. o ruortule uv· · vinghiamento, nelle s1,ire i;minoziw ne, o~iH è iu perenne condizione di reuzioue c.-ontro l'intossicuzioue giudaicn. Ad esempio, (luitle J}ii1 preciMo ed energico irntidoto 1:1.I radica.le immorulismo spinozi1u10 tdeific1:1.nto gli istiuti l'ori,orei, nellu smil!lurntezzu di ogni eupidigin) ehe l'i111µerntivu cHlt>gorico kttntiuno, H cui, !jl' mt1i. vu i1111,utuhilt- 1111e<:cctS:Wdi riJ(Ort' conti-o IH 1t pnto)ogia • del KOntimeu• to di cnpidi,ciH, d11Jt:li spin01.i1:1ni deificitttoT In Hegel, st_• noi rHffroutiHIIIO il suo 1>ensiero ni cinque 1mnti spiuozisni qui !WJH'H prt•chwti. noi troviunlO che: 1) il pttnt(>iimio di formu logicn i• 801fouto uno strumento uuifiettnk nell" interpreh1zioue dt>IIR vittt sto_ricu. dei 1x>1:>0I i: 2J l"i1Stinto tJgoistico vit•11e 1mbor· dinilto ngli iuter~i :,108tt1nzinli del* l"ethw di 1>01)010.in uuu di~ipliu» morale ijQCfttlee 1>0lìtiw: In qualt-, SR mai. è dt1 He~el conCf'pitA con nn e<"· cesso di flSMrbimento della perf.OUR individui\ 1wllu NOslttnziHlitit d!'I 1·orM storico: 3) tuie disc•iplintt trov11 (Npeci<', nelle lezioni 1•rope«ltmliclw dello steS(-,Ò Hegel Hi l,!iovuni) u1u1 J.!it11)tÌ· ficttzlo1w Pticn hn1-1ilttruurntc c•olli· munte con lo co1uu1w dotlrintt mo· rnle dell"Euro1,a cri1-1tim111: ~) in htl modo IH µ••rsonulità 1110• raie dell'individuo 1wl 8iMtcm11 ht•J(t· liano rimane int<-J,,t:rue. d anzi nei vulori di 1,:opolo. di Ntoria. di trndizio11~. risulta potenziuh1 (.; 111olti1)licntn, dice MuS801iui): 5) in ddinitiva, il penMiero hei:eliano. ove lo si conosca nella 8mi interezza. e non nelln presentuzionr· in-· j(iUd('tata delle comuni trnttniioni. può definirsi un promuovimeuto or· gnoico ed onciclopedico di tutti i J}()· · s;tivi valori dt-ll'mnn_nitii.. nell'àmhi· ... tu totolitario di 1111« civiltA 15HDR· mente concepitu. • Il conflitto J;OSt1:1nr.ittlt> •ou Ht'~el µuù dunque e~ser(• ridotto; llt'i con· fronti con il trudizionalt· JH!nsiero itttliitno, ul 11unto primo. quello del fornw.Vismo loJ{ico. Sul rinuHll'lll+' ogni dottriuorismo ~Hno pub trovttrt' una vnt-itu bl:ti;e di uccol'<lo cou 8(•· gei°: la base dcllu comune UMANITA". Ed ecco in che cosu couffiM<• il g.-.udaizzawenlo d: Hl!ge,l: uel conRi· derore che la MW duttri11a sliu f14Ìfa ;,, q11ellf' lurmalilà toLico-µu11ff'i.,1.:. che (nelle quali <-gli co11cordo fomlt, me11lolmenlc co,1 Spi,w.za). e d"altrc lato nel melten• fuori q11adro quei /ondamenO di cumu,w 1ww11ità 11e.= <11wt/' co11sible la n1se11ziafo soli<fu. rietù ,ii Hfgl'l cou la tradizioue <•i· rii.e e tristfona dell'Eurr">;x,: di Quel· là Euro1nt cht- :\lau.ini, con nl,t'.J.(('ltivHziouc di per1:1111t~i,cnificulo. chiu· mavu In~ ~iovi11e • Euro1m. (;iovirw perehè serni,re gcrmirhrntt> nuovP oudute di vita ch1llu i,;cttturi~ini vive t' fresc·ht• clt•IIH ,m11 kttnità fondumentalf'. Oggi Ni J;iJre uutt grandP lott1t in· torno al nomt• di He~el, 111tn•isì111n l'SJ>Oueuté d<'I 1>enHit'ro J,(t•rmnnico. 1 éOgÌ come è ttpt!rlu llllH grau<lt• lott11 intorno ul 110111Nc ili di Tomù111Mo chi· di Vico. ruui..si111i eNIJOll~nti del pen· ~iero ituliuno. lo so110 oouviuto dw dtt questu lottu cl'intorprelazioni t' di l'ÌCSUIIIHZioni 8Urgcrit lu IIUOVU rilosofiH, unu filom,fiu- di ~iJ(uiricuto t• di portutu v.:•rmnenrc eurOpt!!t, for1-1t· mondiple. A questo J.(rnnd1· 11ro<:<-KS11 di unificazimll' sullt! husi (il coni( .. 11ufo umano) osta la m1.mtalità•f= il progrnmmH del li(iudaismo filot.ofi· co, cbe punta ~uIle /oruw logiche, CO* isicchè. mentre Qut•sto pro1j:rt111111111 mira n concentrttre l'Hltenzioue dt .. uli studiosi sullt• fornw i.t('i,;csc. ri11111· ne CHlll)H) li~ro HIIP llllUIOVft_\giu· dnjche llt'r l"ndulterHziurw ·.!t>Il'Ollh-.. nuto. Unu i,rovfl li1tu\11:1nt<' si lw nl:llh1 storiogra fin concernt>nlCl lt• scuolt> hcjtelittue. i-;· riuKCito uglÌ ._,!,rei di iusin111ui;i colllf.> 1n1rt~ipi delltt cosiclcttu • r,iuii;t.ra • hegelinnu, cioè in unn rnmificm;ione s1,eciale dello hegpJismo. Valj,!'.n 1111CHratteristico l'· semvio: e huwiHlllO stare di Scho1)en·- h11uer. il cui 1>e~i111i~mo hH rHdici razziali ebraiche~ AA è \'Pro che Sco· 11enha.ner è tmppergiì1 un. mo1..zo E-- breo. Osserviamo comJ)arntivamentc. nella cosidetta e Rinistrn • hege· · liana. l'ariano 1'"'euerbneh. P il ~iudeo Stjrner (pseudonimo di G. S<•hmidtJ. Amhf>dtu•. 1~r IH forma (se ci vew j,:'.ano più o 111c-nofor7.Hti come i11 1111 l<,tto di PMcustti). am.utrten~ono Hlln csinistrn hr~('li11n11. ~11:1 il primo. pur essondo 11cl,(atorr di o~ni trH· scendenza dei vat0ri n.:Jil,!io;,;i, t-fmltH i valori umani, uei quHli. in 11111•rocesso di eostttnle inu•i,i:rii~.inn,~ r1'<'Ì1,roca. vede effonderAi l"oi,t--r11 rh 1 singoli denlro una ìmmHllt•Utt_• ,;olidarietit.: Stirne-r. con lu ;.iutt teori" dell' e Unico•• cio~ dellt1 individuttlità di cin8Cuu e io• (che e~li teorizz1:1 colllt' rihellt• contro ogni ordine co- . diluito) proclama il diritto e 11:1m-- cessiltì dèll'uzione individuttle cout,ro oitni ordine e eolluborttzioue umana, nssiH tt.,,rizztt ttl 1>rincipio del· J'univcrsule dh;gre,cuzione (ttnnrchi* lmlo uuiverSHle). Pntunto. il fnr lii)· 1mrtencre sloriografica.n1cnte nlht 11wdetiirnu rtt1:11ifièuzione della scuoln hcKeliuntt 11\nto il l-'ucrbuch ttuno· to lo 8tirmr l' unn specie di OOffu che v:1:ne gi0cutH 1\lh1 veriU1 stori· cn. Unn tu.I bt:ffi:1 1,~rvude tuttfl la storio~rufiit dcgli ullimi Ire secoli, lllnlle vicm• i111wgnata in tutli i IIIH· uuuli t> prt>dicatn d11 tutte la <-ti:· drt·. Ut 111escolunzu ihridH di nomi aritt11i e di 110111ci hrci nelht 1111rr1:1zio11t• delle vict•1Hlt• drl l>{'IIRiero +m· roJ>t!Odul &,i1.,cul.o in poi è c1111KH di 11n1t ~OIIIIIIHlllt'llh• pernicioi-iH 1•011ft1 i-iioue. Uuult.> IIUlj,:)(Ìor pi-ovu. 1h•I r1•Nlo, llt>ll"i11..:iudcu111e11lo storiogrnfico i, dn11110 ,tel 1u1111c1• delle 11ro)Juggi11i hcJ,!clium·. chi· il vt:<lcr(• 11roclu111uto ht•..:,•liu110 1111~lurx t' suoi dnivuti, 11e11lrt•Ht•gel C il r_ilosofo clt•i IMJttoli t' delle trudizioui. st>ntilt! ,. 11t•ns11t(' nella viPnt'zzu !'JQ:-:IHt1zi11lt• clt>I loro CHllllllino orl,!1:111ic•o nt'llit stori11 d••I mondot Si imvouc dunque uuu revi~iont· rn"dìcult· dellu storiogrnfiu rilokOfi· t·tt. t· i;cu11ut1:tlllt'llti' di q1wll» chi.' con. Cl'rtl+' il il1U88.Ìlll0 CSl)OIU'lllc ciel IH.•11· siero gcrnmuico modt•nio,: Ht-gdOue!ilu re1di;io1w rudiculc i• lu coiulizioue vrt>limiuurc ,'fit1e c1ua 11011 d(•l11:1 n.,ciprocu 001111,rem,iout! frn lt_• filow· rie. cioè fru i dottriunrismi t:OU cui l'11111u11itit pr<>Udt! co8cif11z11 t•i,;vlicitn e i;cientifica dell1:1 proprio cMCUZù fondunwntale e del 1,roprio ctt111111ino, storico. L'intricntissiu1a n:•le di i;0li- .:Jarietà eultur11li che il _lliudni,;1110hu s111,ulo i;teudere sull1t cuJtura filosofica sarà un enorme ost.ncolo tir. l'llllJ<' rttre per la rmilizzuzin11t· di quc.;t» nece&:J11ri11 revìsiont>: ,tuttnviH, f'i,iì1,resa è nece!òi$nri11, pt•rchè è in giO<'<> la Mlute spirit1rnlP dPI continente. SIRO CONTRI

tERlOJll , G~LAllG E si suppone - come Jo attestano varii scnttori, tra i qual, Korsten - che i Sassoni vivessero lungo H corso infenore dell'Elba mentre i Iuli invece nel nord dello Sleving; i Sassoni tedesc:hi. di.e Unguisbcamente Jo.rmano 1ns1eme <D frandu ed ogli Svevi il gruppo tedesco, d1stmto do quello anglo-sasso-fris:o anche dal punto da vista etruco, erano stanziah nel terr tono cg91 duamato Holstein Tuttavia gli Angh - fra le tribù dt origine ge.rmanica che conquistarono l'attualo territorio d.t Gran Bretagna - furono quelb che assunsero lo pnncipale funzione. Essi eh amarono 11 suolo conquistato « Engla-Jond » che po' si trasfonnò in « [ngland ». Questi coloni si organizzarono m piccoli StClh. I nomi delle cùverse sotto. tribù, cui facevano capo tah frazioni statali. sono ancora oggi reperibili. La contea dell'Essex conservo il nome de1 Sassoni dell'est (f.ast-Seascona)and), 11Midd.lesex ricorda 11nome dei Sa!ssoni del centro, il Sussex i Sassoni del sud mentre 'I Wessex de· s1gna il reame de1 Sassoru detl' ovest Tali Stata si estendevano nel meridione dell'attuale terrilorrt, del Regno Unito. Succ,ssivamente i Sassoni occidentali hnirono con il domm:ire tutto iJ paese. Gli Juti - come si è già detto - dominavano nell'attuaJe contee. di Kent, l'~l'iaola di W1ght e lungo lo spazio di costa fronteggiante. Gh Angh invece si stabilirono a nord del gruppo di stati sassoni e d1vtsero m due il loro dominio: la Mercy e la Northumbna, sita a nord del fiume Humber nel paese che Poi prese il nome di Northwnberland. La denominazione geografica « East-Anglia » comp!'ende le due attuai; contee di Norfolk (popoli del Nord) e di Suffolk (popoli del Sud) i cui territorii ·OJr partenne,o agi· Angh dell'Est Tali indicazioni storiche a servono m parte a documentare la composizione fisico del p0polo inglese - dal quale SI venne a fìliare queUo nordamenoano - e la diversità elnioa ed MdeceM d.tt• utt.dr•le di C•l'lterbwy pos. ~ lp1tell'I, lo 1cultor• 9l11dH che v. fa11ta10 Der HW <rMto alcuni fra I P'" r•p119n.nH MOlhl eh• I• coilddetl■ ■rt• aodetM ■llllOWllri IIA fllto, • tllllffl■, • utflo: l'•A...,_.•, di ~•). •-.IIUN:llao • ........ 11•· COAhNO, •'tkhM.....,•fidi• 1111 teueno ■t1bffco etno-rau1ale dei van nuclei che originar!amente lo composero o che a differenza di altri pop::,,li europei non hanno subito - nello individualismo predominante - quel processo di unifioazione in etnia monovalente che è anche un coefhaente fonnativo di razza in quegli elemenb biologici umani dotati di una d'llOfflìoa supe· riore. La r.urva evolutiva segwta da que• sb gruppi etnc>razziali nel territorio deU'isola inglese può essere definita come una involuz:.Qne sulla quale hanno inUuito diversi fattori che poi esamineremo partitamente. 1) 11 mutamento dell'ambiente biosferìco circostante. 2) Il meticciato lisioo ed iJ meticciato psichico-cultura.le 3) 11 mutamento della cultura intesa nel senso e1no-razz1ale rispetto alla cultura relativa all'ambiente di origine A queeh fatton grossolon; V<ltlllO aggiunti molti altri elementi di natu• ra più sottile che studieremo a suo tempo Uno sguardo generale $Ui caratte• ri rnorfo-hsiologici de! popoli inglesi ci mostra come queste diramazioni della grande etnia germanica abbiano assunto nei due sess, una linea bioantroJX)logioo che sp·ega la p:rral· ' lela attività nel terreno storico e 3torico-sociale, a partire dal loro disloo:nnenlo al di fuori del o:;.ntmente. Le ricerche deHa British Association condotte 3u d• un gran numero di individui dei due sessi hanno fatto conoecere che la capacità respirptoria dei britanma di sesso ma• 11

I ptoUN tcuullcl di UM contadlnA tedesca l• 1lnl1lra) • di un• donna bianca •merlcana Ida: Kell09) sclule è · n media di 2 I"/ cc mentre quella delle femmine non è in madia supericre a 132 cc. tn raffronto devesi noto.re che la capxttà toracica dell'uomo adulto nella rozza mediterranea dà alt'ind1• ce toracico 63,80 e a quello della donna adulta 61,20. I valon per la raLza nord1cc puro sono nspe1t1vamente d1 62,60 o d; S9. ll salto rilevato tra l'inc:hc.:,e la capacità resparotona dell'uomo e quella della donna anglosassoni non sono un carattere biologico positivo avendo bisogno lo femmina di una sufft. ciente forzo respirotor o per :;volgere i propni cicli sessuali compresovi lo gestazione. Un vecduo studio d1 Uoyd Jones sulla costituzione sanguigna dej popoli, ha provato che li pese sp&efico del sangue negli OQ9losassoni varia fortemente a seconda del biotipo in• dividuale ma ha in genere un valore piuttosto basso dovulo allCf « incompleta hwone delle raue·» la quale denunzia per il popolo !nglese una magg1c.,re ao::iuoeità 30nguigna dovuta alla mistione di elementi sassoni e scandinavi. I pesi specifici osservati vanno dalla $01:enza d1 1066 alla nascita con una cadu,ta a 1050 nella m01un1à od un valore di 105S,S per la donna normale Le tavole antropometriche del Vio· la e del Focchinelli che dànno i valori relat vi al hpo medio della roz.za 1toJiano, dànno alti contenuti in globuli rossi nella composizione del plasma IO sangwgno e et~ 4.794324 per li n1aschio e 4 957.717 per la femmina Gli studii d1 Sargent sulle dimen• sioru pelv che in un grande numero di soggelti anglOIOSSOru,piovano che le nord-amerioane presentano ìn valore assoluto le anche più strette di quelJe degli uomini. Ora è noto che le razze inferiori e gli antrcpomorfi presentano la protuberanza sacrale lunga, d ritta e stretta in armonia con il resto del pelve. La strettezza e la lunghezza del complesso pelvico oltre od essere un carotiere non discutibile di inferiorità biologica. nel suo insieme è per il sesso femminile ur p:'.ltticolare valore negai vo. Infatti !I tipo biologicamente più perfetto nello rana mediterranea è quelle che unisce alla esilità deUa parte supericre del tronco una maggiore ampiezro della parte inferiore con ampio sviluppo pelvico e normale accumulo d1 ad1posilà nelle zone cite0$1anh. Questo tipe che è quasi sconosciuto nel gruppo d1 etnie anglosassoni è il risultato d1 una •pe.rtiroid10 costi· tuzionale che è un predominante e.-aratiere razziale della razza medJterranea. çu.i fa ri.scontro una relohvo 1perovapa la quale favorisce )o sviluppo· anatomico della parte infer'ore del tronco. Partendo dalla constatanone an· tropologica che i bambini anche nei dolicocefali sono in medio p'ù broch·cefali degli adulti (studt di Stoff su, russi e ~ Damlh sugli indigeni del N1as) può dirsi che la brachicefalia preponderante m un popolo ove •JS90 sia ocqu sito allo razza per mvoluzione antropcmetrica è un carattere qJ infantilità e quindi di degenerazjone che si traduce in uno stato d1 infenor smo biologico. Gl'indici celalici trovali da Clapham e da EU1sper il po- 'polo inglese vanno da 81,2 per gli uomini ad 80,S per le donno con un tasso d1 brochioofaha superiore o svantaggio del sesso maschile. Alfmcontro l'indice cefalico nella rozzo mediterranea presentq il valore di 78.40 mentre nella razza nordica sa hanno indie d1 77.~O. L'estrema Orachicef~ha alpina dà _il valore )n• diOCJbvo di 84,40 in molti casi. Negli mgles· la brochicefaliu è mag. g1ore dunque nel maschio mentre dovrebb9 essere pill accentuo1a nelle femmine po1chè neU'uomo come in tutte le specie animali la femmina presento una sp ccata inJantibtà la quale è d1penden1e dal suo cc.mplnso endocnno nervoso. Ellis. autore inglese che studiò profondamente i tipi .del suo paese, ho scntto che lo tendenza anatomica generale della civilizzazfone è a favore di un avv etnarsi al tipe inlantile che è frequente nei popoli selvaggi. Le etnie anglosassoni hannc segui• to celermente questo passo evolutivo verso uno crescente brachicefalia e :n8$alioelaha in soehtuzione d• una dobcocelolia predominante al1'epoca dell'invasione del auolo britannico che h controppcneva come « teste strette I o lunghe• olla « teste piatte • delle popolazion celtiche nelle quali la brachicefalia non è il frutto di uno VleM cOftdotto ht ptlgloM UA netfO, n..,11 St•tl UftlH • •11tlrH.dS1t•: ed t 11e<eswle 4uesto app«irato di forg, I"' IMpedlte che qu•lch• •fflmir•tote e propugnatore 4.. 1• Carta AtlantlU • d.. ~ liberlà root,ewelN•M lo IIMI • lo facci• • peni

involuzione ma è invece carattere di razza. . Dobbiamo fermarci ad un altro CC· rattere che è dominants nel gruppo di etnie ang!OSOSSonì. Le scarso svi• luppo delld mascella infe1iore. Ora se noi studiamo la parte inferiore del viso ne'. due sessi •vedremo che nei maschi la mascella 'nferiore si sviluppa maggiormente ed è provvista di muscoli potenti mentre comunemente sopporta nella sua par· le ep·dermiéa una ooratteristica pe!o· sità. Nelle donne cnche nel caso in cui gl'incisivi inferiori sono fcrtemente sviluppati la mascella inferiore rimane p'ù piccola e più arrotondata e tale differenziaziorl'e si estende dal· l'orecchia esterna sino alla laringe. Lo p:xrte inferiore del viso femminih è più primifva e più infantile risen- · iendo fcrtemente dell'organizzazion9 fisiologica della femmina. Ma tale differenza sessuale è anche carattere d; si vedrannb da questo punto di vista ove approfondiamo l'esame. Anche lo scarto di altezza tra UO· mo e donna è basso nelle etnie 'n• · glesi. Ellis, in base a misurazioni condotte su migliaia di soggetti dei due sessi ha trovato valori di 1.700 per l'uomo e di 1,600 per la donna. I vaior: medii correlativi nella raz.zo me• diterranea sono di 1,500 per la donna e di 1.700-1.800 per l'uomo. Ma anche i valori medii relativi al peso ed al rappor1o muscoli-grasso, sono poco distanti nelle etnie anglosassoni. Per gl'inglesi si sono trovaf questi valori: rapp:>rto muscoli•grassc per !'uomo 41,8 e 18,2, per la donna 35,8 e 28,2. Ciò che mostra comg in medio la donna inglese sia molto meno grassa in raffronto all'uomo di quanto lo sia il tipe normale femm:- nile dello rozza mediterraneo e nordico.dolico. Oro questi elementi che provviso· riamante indichiamo mostrano più di ogni altra valutaz:one il tessuto ontropcfisiologico delle etnie ingles: e suffragano la relativa inferiorità di esse rispetto ad altri gruppi razziali nei quali i cara1teri biologici positivi non hanno sublto cosl profonde modificazioni. Ma noi sappiamo che tulle le mo• dificazioni razziali dipendono· da un fondamentale carattere antropologico: la reattività, la quale è d'..versa da ti· po a tipo razziale. Or se il popolo inglese è divenuto quello che appare, ciò vuol dire che lo sua pa.rticolare reattività ai fattori stimolanti interni 00 esterni lo ha configurato in questa guisa dallo quale esso non può ormai più estromettersi senza rinun• ziore al proprio essere. (Co11fi11uc,) ALDOMODICA rozza essendo in alcune razze, biolo- 601•;---'f---,'•r--'i'' 6'---'"'r---':,.f--36~ _ _,45;,..--~'6~_;66~-.:!'16~~ gicamente più vicine alla norma positiva dell'essere, maggiore lo scarto fra i due sessi. Nelle etnie inglesi all'incontro mentre è scor<"...O la pelosità «> maschile in media, si ha uno sviluppo femminiloide della mascella infe• riore. Questo oorattere acquisite, ao,t---t---lf--+--1--1 ~--+'~-I✓ ~.-lf---'--""--''--'---'1---' mentre dimostra tra gli altri caratteri involutivi la esiguità dello 3Carlo cara1terolog'co tra i due sessi, è anche probatorio ai una ce.rta discrinia co- 20,1----+---<.-..,. 11-+-+-+"" stituzionale nell'uomo inglese la qua• le costituisce elemento negativo ai ~i· ni biologici generai;, . 10,1==-+--l-7"'-l--,h"-+--1---1--+--l-__:;'l-.-~._:1,;1.--l Ciò si è verifiçato al contrario nella rozza mediterranea e nella razza nordico-dal'ca ove la differenzìaz.ipne sessuale è non soltanto pronun· c:iatiss'ma ma concede al maschio Qtlributi di primitività fra i quali un C'érto prognatismo che nella femmina I é quasi assente. Il classico aspetto an• gelico degli Angl: è proprio dovulo ad un aspetto intersessuale dei mÒ:· schi e ad una insulficient.g distan2a antropometrica ed antropofisiologiCO: 1tra maschi e femmine. Non ai è ma.i concep·10 un inglese provvisto di folta barba nero come non lo si è mai pensato con forti mascelle e ccn un viso vigoroso e muscolato come avviene negli ultimi relitti europei nordici o mediterranei, dalic'. o caucosi • ci che si riattaccano al vecchio e for• tissimo tip::> neendertalcide. Vedremo come i caratteri schelici e v'scerali degli anglosassoni segua• no questa linea già denunzi0ta dai pochi caratteri che abbiamo som· mariamente enumerati e che meglio hrcenlQ .. , .. "'°"' ~ NM«oloSi 1ft lnghlllfff• • n•I o,n.,, su IO.ODO vlwflttl (di: hflOfl 1 .r. l.r•.~ ' . M ' ' .. - - - ' ,., ..;,~ • Curva del petO tpec.lllco d•I H119u• dur.1111•11 wll1 (da: Lloyd Jone1J Il

D al 1938 esiste in lt::dia una politico ufficiale della razza e da quell'epoca siamo sempre gli stess; sulla b.recciO'. Siamo quelli di prima. Quattro anni fa quelli che credevano nella razza • er:mo raggruppati intorno al «Tevere», al « Regime Fascista». alla« Vita Italiana :o e a« Quadrivio». Oggi quelli che credono e lottcmo fcmno parte deUo stesso gruppo. Antigiuda:i.smo, razzismo: parole magiche, sufficienti a mettere contro di noi la massa dei borghesi e dei meticci. Perchè si ha tanto paura delle JXIrOle?Perchè fìno al 1938 non s: è mai avuto il coraggio di pronunciare la J:Xllola «razzismo»? Del razzismo in Italia? Ma questo sarebbe stato per la massa dei benpensanti un insuho al nostro pas• sato. alla romanità', al cottolioosimo, aHe ncstre più core tradizioni. E nessuno di quei benpensanti ha pensato che i1 nostro p:issato. eh& le nostre trocf:zioni, che la romcinità, che il cattolicesimo si possono in definitiva difende.re e JX>lenziare solo; difendendo e potenziando lo razzo che li ho creati. Noi siam.o i razzisti dello primo oro. Noi siamo I soli che abbiamo il diritto di chiamQf'C'Ì razzisti. Contiamoci Non sicnno molli. Forse coloro che seguono i nostri scritti sono pi.li numerosi di quello che crediamo, ma è certo che quelli che si proclamano apertamente razzisti sono poclu. [' tei;npo che si formi il fronte unico de:.t razzisti italiani. Tutti quelli che finora hanno lottato per 1a difesa dello nostra idea si debbono unire e stringere l'uno all'altro e formare un blocco compatto. . L'ora presente ci impone questo elementare dovere. Tutti ci sono nemio·. Siamo soli. Noi dobbiamo ridare una nuova fede al popolo italiano. Questa è la nostra missione. Noi dobbiamo abituare i nostri fratelli. a vedere lontano. a non considerare soltanto i fatti contingent;, mo quelli reali, eterni che la natura ha segnate. Un compito grave pesa dunque sui razzisti italiani. Se fossimo dei filosofi noi scriveremmo, in questo momento storico, un trattato: «La missione del razzista». come già fu scritta • La missione del dotto> in un momento tre· mendo per la Germania. 11 razzista deve sapere unire la fede alla dottrina. Il razzista deve credere fermamènte nelle qualità millenarie del popolo italiano. Il razzista deve conoscere tutti i mezzi coi qllali queste qualità possono esse.re affinate e sele• zionate. Abbiamo già scritto che questa guerra à uno guerra di razze. J1 mode stesso con cui viene condotta prova come sono impegnati, non solo degli eserciti, ma dei popoli interi. Chi osserva con quale veemenza un popolo cerco di .. , Il razzista deve sapere unire la fede alla dottrina. Il razzista deve credere fermamente nelle qualità millenarie del popolo italiano. Il razzista deve conoscere tutti i mezzi coi quali queste qualità possono essere affinate e selezionate RAZZISMO distruggere l'altro e come si sono dimenticate le regole p ù elementari della carità e della civiltà, non può non ricordare le plgine di Darwin sulla lotta per l'esistenza. Ormai sono scatenati gli istinti pili prolondi, quelli che ricordano gli stadi dell'uman:.tà primitiva. Pare quasi di assistere a quelle lotte senza pietà che le varie razze e specie animali conducono aa millenni l'una contro l'alt.rQ e che traslonnan0;.e0ntinuamente la fauna e la flora del mondo. E, se vogliamo limitare il nostro confronto alla sola umanità, pens·.amo alle rozze umane che ci hanno precedute su questa terra e che si sono estinte in epoca preistorica e alle oltre molte che sane scomparse in epoca storica e a quelle infine che stanrio oggi mo.rendo e delle auali restano sole pochi esemplari. Cosl concepil.Q la guerra, si vede come qualsias' con• cessione, Qualsiasi compromesso con il nemico, divento impossibile e assurdo. Il razzista ha il compito di risvegl'are nel popolo italiane i ~enlimenti più profondi e quelJ'i.stinto, che una razza sentP riei frangenti più gravi. quell'istinto che porta oll'untone, che fa sl che noi

ITALIANO ..miamo solo quelli che ci sono fralelli di sanglte. Il razzista con i latti e con le rx,role deve essere di esempio a tutti. Il razzista deve esaltare quelle che sonc le qualità miglior: degli italiani, le qualità che sono state 2redìtote dai nostri padri, è distruggere quelle qualità peggiori, che, purtroppo, nel ·corso della storia qualche volta hanno formato come un'incrostazione sopra le p!'Ì· me. Il r.nzista deve lasciare da parte le quest oni secon• darie e mettere tutto il suo sapere e la sua passione a! servizio della vitto.ria. E" poco importCD'lle m questo momento dlscute.re se la razza mediterranea valga più o meno della ncrdko, se le qual tò dello spirito si ereditino come quelle del corpo, op· pwe se la razza dello spirito sia seJXIrata da quella del corpo, se J"'dea della razza si possa conciliare o meno con quella dello Stato e così. di seguito. Tutte queste discussioni lOSC:anoin fondo ìl tem~ che trovano e possonc ess.EU"erimandate od un altro momento _più tranquillo. E' necessario invece che il razzista in questo momento riesca a conv ·ncere il popolo i taliano di alcune verità es• senziali. La prima di queste verità è che il giudaismo !n• ternazionale, con tutte le sue proteiformi manifestazioni, è il nemico numero uno dell'Italia. Jlion dimenticare mai eh-e:gli a,roplani che distruggono le nostre case sono stati pagati con l'oro dei ghetti e che la guer!O sarebbe fi. rùta do molto tempo se Israele non ovesse avuto tutto l'intçresse nel vedere dissanguato e immiserito lo vecchio Europa, anzi, non d'mentichiomo che. senza l'azione giudaìca, non ci sarebbe stato lo guerra. La secondo verità è che il popolo italiano deve ritor, nare od '3ssere quello che fu quando Roma dominava il mondo. La volontà dura, sihmziosa, tenace, lo vecchio volontà romana deve esse.re la sua qualità principale. Il popolo ital"ano non deve abituarsi all'ideo che anche come servo degli ebr,ei o degli inglesi k:z vita sarebbe degna di essere vissuta. Il popolo italiano deve ridiventare orgcglioso e superbo. Deve sentire che nelle sue vene scorre ancora il sangue dei padr'. Deve pensare come pensarono i suoi antenati, che conquistarono l'Europa e che poi in una lotta millenario ricostiluirono l'unità d'Italia. La terza ,.-erità è che l'Italia è ogg:, quasi sola a portare il peso gravoso della romanità. Quasi tutto il mondo lalino del Sud-America ha dato la provo di una decodenw razziale inimmaginabile. In EurOJXI la Francia ha stupito tutti per I fenomeno di senescenza che l'ho colpita. Lo rag1cne di questa decadenza della romanità, in Europa e fuori di Europa, è di natura rClzziale. Molti Stati del SudAmenca sono costituiti quasi esclus1vamente da met'cc1. La Fran6.o con una politica delittuoso è ondata precipi• tondo raçidamsnte verso un baratro dal c(uale sarò molte difficile che s1 potrà r"sollevare. Noi siamo attualmente il sole grande popolo che pub ancora difendere l'ideo della romanità. Questo perchè eJis_te ancora un solido substrato razziale sul quale questa idea può ancorarsi. ' Infine, il razz:smo deve servire a rinsaldare negli italiani la coscienza di essere degli europei, non solo, Ìna i primi degli europei, a fianco ai tedeschi. ' Questa è lo miss"-?ne di noi razzisti in tempo di guerra. rinforzare l'antigiuddsmo, esaltare nel popolo italiano le sue m1gliori qualità razziali, far rivivere il mito d; Roma su una base concreta, creare inline uno coscienza vera mente europea nei nostri concittadin:. Formiamo dunque il Ironie unico del razzismo italiane. Poco importo se siamo considerati dei settari o dei fonof ci. Quello che importa è riunire tutte le nostre forze con uno lede assoluta nella villoria del popolo italiano. GUIDO LANDRA E necessario che il razzista in questo momento rie'sca a convincere il popolo italiano di alcune verità essenziali. La prima di queste ver_ità è che il giudaismo internazionale, con tutte le sue proteiformi manifestazioni,è il nemico numero uno dell'Italia

n co,po lfuegn.,,te llel colle•lo 111,ellnco lii Rodi D ~· ti M'!OOl;,la dial.ettica giu<laica. ciOO la JK!rvicate, ... la ICb:tpalet,,:'Cagiudaica contro la civilld roma• ,w, cattolica, ettrOJJea, sbocca e si irrioidiscc ;,i · u11'idenlica conc"'aione. Le disc11ssio11itsuoli S"J>i· riti e le forme del.la reliqiom• rii Gillda; qi,elle s1dla cui· lura. 1uU'artc. sulla m~ti<'a; le altre sulla aloria, 11ull'oltivitò politica. BL•: modi della socialild e della (Je1telra- .2ioue JJoci.alc.sull'attiv~mo e sull'ulilitarismo, so,w clP. 'IJ>,°ate a u11 certo puuto. r,ttalllo viù si coor<li,w,w iH deduzioni co11crete verso so/u.ziot1il che. 0011 le vremesse. 11011 1tanNO altro ral)porto aU'in/uori del dato generico della materia; che, determi,iandmi con u11a sorta di t-iolcnw cwto,wma, tcmlono ad ac<·entrare ,;., s~ oli elementi 'J)('T 11110conclllsio11e clefioititia, allercmdo tulio (l processo 1rrobatorio cwtecedetite. Entra in m-ione l'arma J}ri11cipe dclt'ebrajsmo. l'ar· ,tu, che, ottanta 1,-olte au CCNlo, Ja ceHtro oltre ooni (iiboUilo e og,,i polemica: il richiamo at e dol.ore, di Giuda all<l milletwria esperienza di dolore di G,'udo, al peso alfa pie11ezza cli dolore clH! si cflmulo,io daflc µogine del 11tislici. dei fi./..osofi, degli arJ;sti. che grot·w,o sulla storia delle roUettVVità ai,wt;ogali. L'alterazioNe dialettica fa si che i termiHì della discuuiotte ,t>st•No lfw, tratto i11terrotli, isolati '" u>i'apparet,za di rarcfazio,,c che ha flltli i caratteri della teoricità; 11w11 Ire al m·imo viw10, come fattore risoi,vente, si 1xmc /u. e rcaltci., di qi,elle teslimm,Ja,ize e di quelle esperie,ue, allrarerso ci,i il problema .,lilla t·erso ; facili e .•1Nuos~ pendi.i deU'c umano,, o più e,attarne,ite rerao <1ueUe genericità uma11ilaric da cui. é iaterili.Jo alle basi l'effettiva concretezza delle indìvkli,m-io,ii e delle 1liffere1'zlaziou,i, che sole re,idono PoBsibile la chiarificazi<»,e e il coordit1a11w11to del ·mondo storico e del mondo morale. · otl .Cllftftt .i.i coHe,to, col .Urett..-e d,. K•hlfl ''DOLORE La coustata.zioue ha ta,ito pili intereue (>(JUi, mentn· alle approssimazioni dii certo raz.zismo·e cli certo ,mligiuclaismo che, i11 buona o cattira fede. va,i110 co,1foH• de,,,to, i tcr·mini e oli argome,,ti, /am,o 0011 estrema agevotc.zza da contropa1tc I.e e1:ocazJ011i del dolore (Lt G:,uda; mentre, it1lonw ai 11011 moltj at,uli oromlici che le,ido,w ad affrontare daU'i11ter,10 i compl,e33; aspelt, 1/el f(•no,ne,w ebraico. sembra crearsi un vuoto ,;ngo-- lare, irn'atmmfera d; sile11zU) che rorrebbero motit:an,i 0011 le, d1ftere,11a J><!rlo sforzo teorico o co11 la slow chena J)t>r wia vrcsuiita satura.iioue, cìoè con due ra9io1,i (litì ;,, sè c.-outradditorie. t Quanto ,mai 07)portu· 110 reder di esami11are piil davprcsso la ,iatura di que• blO • dol,ore . c;oc Ja reale rom1itle11za di w, elemento polen,:co cosi atrèltawei,te eom1e<JS0alla let.·,iicà ciel giudaismo e, ii,sicmc, a talrm; coralleri fomlameutal.i ,iclfo razw . Co11 la dcriazioue ddfo 1·cligi03=tu cbtaica 1:erBo il terrestre. co11la &cit~io,1e delL'equil:brio mosaico fra i fattori 1erra-c,elo. e qu.ittdi co,i In 11asc1ta di utw codificazione mc:lla11le Ira le aggregazioni 8JJ(.'Time11taLie u,ia ca.si- ,,Jica 1>r<1Jwc,i,1/cgru/(', f',rnimu gitulaica si è risolta in ,ma strullum terrena set1za rcsilfoi, i11"" {lmz:o,wlismo m cui il ,lato relig:OSO ha il suo w,so e il suo i·alore 11el rop/)'A lo co11 gli ollri elemet1t:. é cioé alterato e deformato ai fini delt'attil:nrsi dell,a combitia.zio,1c. A questo riolc1ito isolame11to empirico, e, <1uesta 1>roiezio11c cl'ecccsso VC'tso i modi cli tm t11<1.~.s,icciouleguanw11to terre,w, ha fallo risco,Hro l'rccesao opl)(Mto. l'i·mvutso miatico Ime a se ateuo. l'allocata dipcr~Olte rerso zo11c sempre phì rarefalle e remote. corac da baglioti sentpre pi,:C p1os.simi alle disorgcmale ei;ide,,.:c tlcll'aU11ci11azicmc. Ciò che, ,wi secoli originari, 11e:i secol.i delle trasmiora· zwni delle tribù, eru la fuga materiale d.ei. uomarli vcr çO s,xui ooourafici, dii:e11la la /uuc, e/al mo11do delle, sfo- ) ,a e dello _,,,:rito. i11/{'ai i11 senso i11t{'ruo, crl'(lffro: disan· coram<•lftQ razziale <"he11oufa 1>enw se 11011 1woli ow{eogwme111: e le 1..·iole11::edi w,a di11ami<'o oompresbO e con· ,.z,~a u<'I J)roprio l'ir,milo. Il prcc-isarsi delle due te11dcn.Zl'. la presa e/; co11siste11zaelci dupli<.-·eoricntume11lo d'ec('('SSO. an·e11go110 co11 1m si,igol<tre varallclìsmo. per ru; ,l sorgere della cellula si11ogù(Jule e simuttaneo al .~o,·gcre delle iellt mìaliche. l'eiaborozioue volilic:o-reli- !Jiosa che sbocchenì uella svit,ta vrerciricatrice sulle alt,.e {C'd1e sulle altre genti è sj,1111llaneaalle visioni viii ilcc<Sf.', alle 11eou.zio11ivii't recise di ispirati. di m(lestri. ,t: i1•tc1preti. Quanto di ab11ormc ~ 11ellaco11tro.iione terrestre, qua11to Ji ab11orrne è ,icllc 1orefa.zio11i mislico-mcuic111id1e, dcleni1111tr11elcurvo 1a.zzfr1lttd"e 1111clci,ivolut;,i-; estremi. o'ue e te11sioni, che'" set.riva110 in Hestesse, co11diziona11· rie, ultertor; an:alla,,,eut. e stratificazio11i i111•ollflive. Al l)U11lodi c11rvaluru della part,bola. al p,mto di ritorno della ,car,ca. sia all'uno cl,c all'altro polo, nasce e si lftot1de, co11costa11te a,ialogin di 1)10l.·c~o. ciù ehe si è detto il «dolore• cli Giuda. S; è dhia11zi a moli straordi ,,adamente rigidi e 1mifonni, a combi11azim,..; eh,• rasew

GIUDAICO lauo feleme,.1ari.lù del meccanico; e ;.u clfet.to esse t1ot1 giocano che su due fattori semplificai: e ratlralti nella mera dinamica. :Ecco la proiezione terrestre vrotendersi. di lenivo ;,, fo,>17>0, di epoca in epoca, -r;er!fQ c<»,lruzioni estreme, set,,. ;a eq11,ilibramenti e ar(1colazio11i :>1 profo,1dilO. con l"um· h1ente storico e moral.e; e di tempo iti tempo. cli epoco j,i ,.,poca, la coslt-uzi.one si in/, 1mge co,itro W realtd della r<tor-ia e dello spiril.o. Ecco le 1wriorlic}1t> reaJJioni, le cost,.i,zioui, gli esmi; ecco il ,, dOWre" colleltivo sorgere .mi frmit1rnii della costruzioue. pe~arc sotto cieli che l'in· 1•oluzi011e ,-el:giosa ha reso sempre 1)iù chiusi e loutani. La 7J1·cù~.2ioume ;stica giuuge per suo couto alle !foglie di mondi in cui la l-ucedello spirito cede, gradatame,rte. al hale,wre di apparizioni legate alle forze sommo.$se e scm,volte deU'C1JSerc. lt ritorno è rUorno iu tm -vuoto ta1ito v:ù va.sto e secco quauto pili remota I> stata la rìsione; e il. dolore che ne >iasceha il greve e ìl cuvo detl'allro dolore, wia sorta di plumbeo attonimento, un'aritlil<i liguea di disfacimento compresso e ribattuto in se ~f Pssa: rimbotzo di rrn im1mlso sensuosamente sprigionato fino alla combustione. I: dal fondo di questo dofo,e che deriva,io I.e p;òl; tivichc .C,6press«::midella lrodizioue e delta11ima ebraica: le <:l1Ju• se gravezze del rito, le melopee, le d~orgcrnate rigidità della « leyge ,; e. i111 partfooiare, le eruzioni di un vessi· mismo anii:-entatore. Ma nella persistenza aNal-Ogica tra ) modi <lell'onenla· ,uento terre&tre e di quello mistiCQ, è già im1>licita l'uUeriore matumzione: c:oe il graduale aggregarsi dei due tenm.,ii opJ)osli in ww combina::ionc che, pi,r con i suoi ~tricia>,. fhurà ve, delimitare e cm,teuere il mondo mo· raie giudaico. ver !iSsare gli aspel.li e i caratteri del suo articoforsi- La terrel!lril<i religiosa, l'utilitarismo, le enormi sovrasfrutlur6 enciclopediche e dialetlicl,e •;cquisira,rno le agsolutene e le rarcfazro1u Weliu proìe• ~,oti.e m•~tito; e questa incorl)ore1à le ,'JUe visiolfi nel cerchio dei :-ooai tc•rciii. ~ul filo li, ;ate com:pe,,etra· z;o,ie, s, svolgo,w i p,ù vistosi epi~odi dell<, storia mo- ,le;-na ,lel giudaismo: da quello del «·messia• Zabbatai al tragico uPQ<'alift1ci1mio po/,itico del Knhol ce,tlrale < all'uzioue <ielfo cellt,lc shwgogaii. La combmazione, mentre 1>0rtaalla massima viol.enza il dupli'ce imrmlso della razu1, la isola sem1>re viti 11etla· niente dalle grat1d1 correnti della storie, e dello spirito, la re11de sempre pii, cNsa,icorala. febbrilmente mobile ~ull'iucri,wtura di ww car.euzo che tocca I~ radici. Nel lcutJ>O stesso. e all1ttita lu crvdezza dell'anl.iro controslo, smussata t'oppm.izì011e Ira i due Vol,i razziati; e dove era annichil;menlo solita, 10 di <iolore, vlu.mbeo i>1abìssamet1lo da una terr-estraà integrale o da una allucinazione visionarìn, .senza. poss:bilità di reciproci coutemveranieut.i. si delermilw utta si1,111lta11eità di ;.,. flussi. uuci so·vrapJK>Sizione di estremi. t appunto nel fondo di· qi,esto mescolamento c1,e si liss« e t-onsol.1da l'elemetito più tipico della psicologia cbraiea, l'elemento che si attiva ,1el rimbalao tra il fai.- ~• slt"o,e pal,OMue .._. c:oll~lo IHNflHc.e di lodt lm1e,1fo empirico e l'acre r.:altiVilà al)OCalitt1ca, Ira :l follime11to mistico e l'acre reattività vratica. diciamo l'iro,lia. e c:on essa l'occe,ituazione deU'iro11·:ia, il sari~osmo. Agli sc,uossl di un dol.ore sordame,ite informe. :mccede, di caduta in caduta, la rabidà macerazione del sarcasmo, -il trivello mobUe e simwso dell'iro,iia. Le violenze d<!/1.'anlica nwledizione lrapassm10 nella svi11la corrosiva, che gradatamente si sposta, co11sol.e oscil· laziou) di tonalil(i, a investire i 1:ad caratteri espressivi della razw. Il disfadmento barbarico r'iassmnma in questo sparpaglio di disintegrazione. in (11iesta ottusa (•rudezza di vervicacJa, ver cui le 'ttiillemirie sconfitte sono aUme,1fo Vf!lf"le ulteriori reazioni, cioè ver altre stratificazioni di isolame11to tra sè e la vUa dei -popol,i, tra sè e la -vita dello spirito. Ecco le nuove cadute, in 1m ruoto che il sorcasmo (come già la maledizione) fa sempre viù gelido e viù va.sto: insolubile ci.rcolo vizioso. i>1 éui ;,t dolore, slrqvoUo e scon.sacroto. ,ion è che.lo stru· meuto e il rifless'o della prevaricazione. Restano. per chi voglia guardare ad as])eW v~ri imme~lìat,, talim,1 (/1,adri, interni, figure del ghetto,· certe legge,ide, canzoni, confe~ioni passate nella tradizio,ie popolare di Giuda. Mome,iti e forme che, per cosi ,lire. [Jalleqgia-oo alla su.perf,"rcie di ,ma cfoumiica razziai.e xtrettamenle orientata 11el senso che si è 1•isto e che. di essa, sono atonu du;persi. e sbm,dati. Ma si osservi I.a 11afura d~ q11el dol.ore. ciò che affiora riell<, le11sione umana di quelle figure ed, quegli nspelfi, Si è di fronte (I qualcosa di immolo e di abbm1do>,alo,a uHa ·i1wrticolazio11e-che 1w11 troi·a il suo acrento. che si dii.ala iH 1mr1 >orta d; el/usivilà spaz:ttle: grevezza ge>1erica, it1dif/e- ,.e11ziatn.che fluisce alfonitamente i,i un t1uoto, riaf/er· ma il legame con w1 arresto mille,iario dello sp:trUo. GIOVANNI SAVEW

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