La Difesa della Razza - anno VI - n. 5 - 5 gennaio 1943

ANff A Dt11A'UffPA~1A~ .~111,imw /H-oloqioo. tra i vari gruppi e.indoeuropei• orii e 11011 urii, ft svI1raUutto tra le varie f)Opolazio11i uria,1e e semiaria>ie da 1wu parte e le varie popolazioni eurafricm,e, 11eg,;zzate o &emitizzate dall'altra. L'epoca delle iJ)Otizwte ra:ue « scie,1ti/iche • ·vergini, elementar·i ,:i puO certa1n,enteco11siderareprecede"te a Qualsias-inostra memoria ed a qualsia8i hnnaagi?iazione; precede11teforse a qualsiasi senso u consuetudine di vita sociale e di cmitalti oent-ilizi. L'èra delle razze storie,.., o razze costituite, quelle cioè che hamio rivelato una concreta vitalitd e per.,o,1alitd storica e civìle, è ini,e- <'è suscettibile di sempre più attenta ·indagit1e ed illustrazione. Progresso d-i individualitd e<n,ivosite, sempre pi,ì temprate ed armoniose, che &i 80VTrJppongo,w ad individi,alità singolar·issime ed ancora SO(Jgette.fisiologicamente, a /attor·i di clima e <li ambietila• zione. ecco approssimativamente il dranima seareto dJ quel primo popolamento di conthle,it-i e specialmente del continente eu·r<>peo, che ~,oi, per quanto a/fondiamo la memoria e l'intelligenza nei· r,elago dei fe,npi, troviamo sempre, fin da principio, bell'e fatto. Vale a dire che mai come nelle vicemle razziali della preistorio avrd goduto di ta11taverUd quel matetnatico assioma per cui « oa,l-i prodotto superiore scaccia ed elimh1a il prodotto inferiore,. Si pud perta,llO convenire che quella denominazione, tanto abusa· la di PeU'ls(li, a pr01)0Sito <'1 tutte le genti stabilite in Europa ad una certa epoca e precisamelite al princilpio delle migrazioni note alla ~lor·ia, non 111,wrta alcun &igni/icato razziale, ma soUanto uno geo-- grafico-temporale, non diver&amente di tante de11omh1azioni mrxler• ne come mediterranei, america11i, ecc. Quella denomhuuione, come queste, non supJ>Ot1eva i11/att-i alcu,ia identità di origi,le e di carattere e neppure alcuna a/linitù culturale e oivile fra le mas&ealle quali venit:a attribuita. Tuttav:o identità di origine e a/linitd culturali a·vrebbero potuto sussistere e certamente iH gran parte &u.&Bi&feva,io. hloltre é da notare che col 11omedi Pelasgi, e 101:olta·di e abori• genl • e SoPrattutto in riferimento ai primith,i abitator·i della Peni1.ola italica, Juro,io indicati da(lli storici soltanto i grupp~ el11ici di razza bianca integrale e, almeno ;11 questo se,iso, si pud dire che il (ermi11eha contenuto razziale. Comunque è tutt'altro e di tutt'altra provenie,iza il. cot1lenuta rauiale che Hoi vi mutiamo cerca,1do. A,izit-utto ci è poss{bile al/ermare che sul suolo d'Italia no'I esi&te t.'(01O, al tempo dei « Pela&gh O« abor-igetti ,, popolazioni oriDi-narie lelle terre africane o mediterranee, e Imito 1ueno popolazioni d~ &anguc semita o se-mitizzato, di gettli cioè che nascondessero, sotto la pelle, -il mistero di un sangue di colore. Aru:i le prJme avvi&agÌie di etnie mediterraneo-semitiche compaiono nella Peniso«J, &i pud dire, '1.olla,tlO con UJ fondazione delle prime colo,ik elleniche; fenomeno 1uesto di 1earsa importanza razzfole e politica, staHte L'esiguo numera di ario-elkn,i (oramai co,,tamit,ati col sa1t(l1televant-ino e na{ati e, comunità di semiti veri e propri) imm:grati e tuttavia di /ON.da· mentale :•m1>0rta,iza &torica. culturale e commerciale, come tutti x-armo. Detto Ira pare11tesi, dalla stessa c,dtura elle11ica, tr0$messa· dalle colonie greche agli. Italici, è /orse scaturito il mito della origi11e troiana dei Romani. La realtà et,iica invece vuole che i t Pela$gi J della Penisola, al tempo delle colot1ie greche. fossero lt,tti, eccetto un wio di gruppi di prove11ietlza illirica, quali i I.Aburni e, secondo Erodoto, i Veneti (c:omepure, possiamo a(lgi1moere, stanle il mistero delle loro arigi11i, Due vedul• del TeMpio della fortuna di hlellrina: costrullon• dell'et• pel.lstica.

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