La Difesa della Razza - anno VI - n. 4 - 20 dicembre 1942

:nan<XJte le guerr~ che hanno avuto questo carattere. Cosi la guerra ua Roma e Cartagine, quella della Spagna contro i Mon, quella di Venezia contro i Turchi, e<:c. ecc Mai però questo carattere r:nzialc della guerra e stato cosl manifesto come ai nostri giorni. Oggi la dileSO dell'Europa è veramente una difesa della razza, :nteso nel senso più bello dello parola Da un:1 parte 9h bolscevichi che premono con le forze della Tatario rinnovata, dall"oltro· gli anglosassoni, che scatenano contro di noi l.:1 leccio dt tutti i continenti. Pare quasi che il demonio voglia distruggere per sempre J'f. dea del bene e del bello da questo Terra. Ha !"Europa veramente compreso la gravità dell'ora che sta vìven. do? In parie sl. I popoli dell'Asse, in primo luogo, e poi gli eroici finlandesi e i romeni. estreme avanguardie contro i bolscevichi, e poi gli altri popoli europei che hanno inviato al fronte i loro figli. Di fronte però o questi popoli, che dimostrano di avere compreso cosl bene lo realtà, non mancano quelli che non hanno ancora chiarito la loro posizione e che continucino a cullarsi in uno peccaminosa ne1,1trohtà Ma se noi poss1amo ora dall'esame dei popoli a quello degli individui, vediamo come lo situa21one in Europa sia molto più complessa E' inutile, difatti, nascondere come in tutta l'Europa, anche nei paesi dell'Asse, esista. no ancoro numerosi individui che non hanno compreso le rdgioni dello guer. ra che combottiomn. Questi md1v1dui devono ~ere cons1dero11in qualsiasi case come dei tra· ditort della razzo e come dei nemici dell'Europa, e si trotta d1 nemici inter. ni, più pencolasi ancora dei nemici esterni. Quondo, quattro anni ·or sono, que• sto Rivisto iniziò in Italia lo santa battaglio per lo difeso della razza, ben pochi compresero la portata di questa campagna. Perchè si dovevano perse. guitare i poveri ebrei. cosl bene assimilati in Italia? Perchè bisognava par. lare di sangue e di razza, quando era cosi comodo parlare di stirpe e di spi• rito? Perchè inhne bisognava fare di• ventare razzisti gli italiani. quando tutto il mondo s1 andava avviando, sorridente e incosciente, verso un democratico universalismo? Noi razzisti siamo stati cosl, volta a volto, considerati come degli individui violenti, ignoranti, b.:arbari. asserv11t OJ. tedeschi. indegni di vivere tra persone ci.vili, quasi degh uomini delle oo.veMe. Gli sc1enzialj più in vista hanno deriso le nostre alfermaziom e ci hanno accusato dì avere pro• stituito la scienza allo ix>litica. A molli uomir.i ix>litici invece il nostro scien. lismo non è andato a genio. E cosl. ci siamo trovati Ira due compi di incom• prensione, e la nostra azione è stato ostacolata sempre in ogni modo. Questa R~vista ha però continuato a tirare diritto. senza oscillaziom d1 destra e- d1 sinistra E noi stessi. malgrado che la "1.0Slra voce fosse, molto spesso, simile a quello di chi onàovo predicando al deserto, non Cl siamo stancati d1 esortare oJ razzismo i nostri lettori, illustrando in tutti i modi i vari aspetti del problema razziale e la sua importanza pratica. Malgrado le avversità, abbiamo proseguito per la nostra strada, convinti che solo quella fosse la strada buona. In questi momenti la nostra fede si è sempre di pi.ò ingigantito. Noi vediamo ora questa difesa dell'EuroJXI, come abbiamo sempre vi• sto la difesa della rozza. Gli italiani, diventando sempre piò razzisti, possono essere certi di contribuire sempre di piò a questo difesa. Noi siamo sicuri che in un prossimo avvenire il fatto di possedere o meno una salda coscienza di razw avrà ancoro maggiore importanza che no.n oggi, per la vita dei popol;. Di fronte olio spettacolo lacrimevole dei francesi, che, per non essere stati razzisti, si sono fatti portare daglÌ ebrei alla guerra.. e, cumuland~ errori su errori, si sono fatti distruggere l'impero coloniale e occupare b metropoli, noi italiani dobbiamo se• riomente riflettere. In questo momento bisogno che noi sentiamo di essere uniti ai nostri fratelli di razza da qualche cosa d1 più che non sia la lingua o la cui turo. ln questo moinento bisogna on· che sentire che l'Italia, protesa come un ponte verso I' AInca e l'Asia, costituisce l'estremo boluardo dell'Europa. Bisogno poi fare gronde attenzione agli imbecilli e ai traditori. E poichè giudeofilo e anglofilo sono smonim1, e non esistono amici degli ebrei che non sianc anche amici degli inglesi e viceversa, bisogna ricordare m ogni momento che l'essere razzisti è il più sicuro mezzo per combattere nel fronte interno e contribuire cosi alla vit• torio. Vittorio necessario per noi e per lutti i popoli déll'Europo, se non vo• gliamo adattarci all'ideo di essere annichiliti o ridotti nelle condizioni di schiavi degli ebrei e degli anglosas• soni. GUIDO LANDRA Il

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