A I lra,nontarr dd H"Colo XVIII erano in ,oga le qut111ioni più , itali e inltrN.Hnti circa il problema pedagogico che uomini tl'Qinerui teneva. no dei.te con l'opera pracica e con gli tcrilli, Si può dìrt anti chr allora preciumt:nte la i>eda,togia si liMra,a dai ,ttchi metodi tmpiriei NI anurgna oilla dignilà di sciniu. inaugurando un'e!)O("a nuo,·a per riforme es· .ttniiali. adatte all'indiriuo dei tempi. Pc-staloui fu allora il 1>adre della i.cuoia popolare: Froebel del Giudino d'infanzia: Hrr 1•art ddl"i•tnu.ione clauiai. L"l:milio del Rou'>ie'au fece rrionf■re, nMre con esa~azioni. l'indirizzo naturalUtieo ,.apra tulle le educuioni riuiiie e morte: Come Cellrud,. iJlrui- ~N' i suoi /it,li del P~taloui introduue la intu.i.:ione com, 11010metodo efficace per 011enere pratici ri1uhati dal lavoro edueatil-O: /,,o tduco::ione dell"uomo di Froe~I perft':lionò e .,ol!e il metodo pestalouiano. Tale lo f.tato della ~Jagogia al sorgere del s«olo XIX. ma eM.11 urch~ in oggì ~mprc più im1>ernia1atu <'■rdinf inconcu!Si, k a,·n~ cercato nella fisiolotiia e sopra tulio nell'an1ropologia i ,uoi fondamcolì. E" M.mprc l'anlropoloiia che, in una forma o in un'altra. penetra onmquc. c por1a ì1 •uo 11piri10riform1torc. il f.uo indiriuo pMiti,o e scientifico. anche là do,c rc,nau a..~oluto il ienio o l'cmpiriilmo. Onde è chiaro eh" M>pr11lutto lo ,h1dio dei r11.ppor•1tra la M'icnu dell'uomo e la M'icnu dell'educazione, occorrt a chi ha l'ufficio d'inst«nare e di Nlucarc. L'ir~r1cu.a degli odì"rni metodi Nluca1i, i inlellcuuali non è che uo allo rifltMO llella in«rteua dcli" idtr di persone le quali. &e put conolii te0no la JHÌC:olotia dei hambini. dC1 fanciulli e dcll'.li ado!c• f.ttnti. non l1anno con~nu Hatla dello 11!\ol~i~nto fi..iop~i• chico del cencllo umano. e ('tN.10110 di polcrr far ra,i:yiungtrt il J)f'rfnionamenlo fle•idf'rato coll'a1,plicare rm1lirkamcn1e dati c eognitionj le quali '°no non di rado in apcr1a ('Ontradiz.ionc con le l"JP:i fi~iolo,iichf' del coq>0 c MIia mrnlf' dell'uomo. e creano all'iutelli,ir-nza nn mondo fanla•tico. idnlt> . lontano dal ,·ero. con di!!pendio f'normf' di forlr 111 un cam· J)O dal qualt non ,i potranno crarrf' m11i i frulli po11iti\ i. ne• ~•rii alle e&iJtnzc drlla ,·ita. E "f' è Hro d1f' <'ia.. C'tln po• polo. o. più C"l1iaramN1tr,cia.Kuna na:r.io!ll".ha MIia ~lilu zione fo,ica ,. 1111elleuuale tklla rana quei carallcri fondamt-nlali chf' rimangono ltf'mprc, costantemente inah.-rati, e C'O· 111i1uisconoqut-lla maniir-ra gent:ral,. di ttnlire che f' la caral• terittica dell'orp:ani~mo ~I ~nro p!!ithico: ~ è \f'ro quanto 1.1t1erictt il G-:111. t cioè eh,. le facohà dcp:li indi, idui apparlf'ncnti ad una ti~ rau.a hinno ..olanw:nlf' una diff,.rcn:r.a di gradazione: è chiaro <"hr ogni educazione deu• ~rt determinata dalle allitudini, dal\,. indinuioni, ,lai <'3rallc-ri dtll:1 rau.a, alla qualt- ili Nlucandi. app■rlf'n,iono. . f.o!i J'Nlucatìont non può in Italia prekindcrf' da:lla d1i1po,;iz.ionf'alla diKiplina che è in•ila 11f'lla n~lra ,tirpe. Il frullo che ha f.Cmprf' dato l'educazione dtl soldato, f' "P«'" cii" (per il lf'mpo più lungo) dell'uH~cial,., itali~no, d;riu da eh,r- que.ita pion111 uomo. rii.- na.1~ ,,~,-l~os~ "' lt~I,~. _come .crif...~ l'Alfieri, rilron in quelle prof~1ona. la d1..c1ph11aa ~ più appropriata. ciOf' una dl!Ciplina one!!I~. >f'H-r■• tJ adaua a don,arc il 1,0,·erchio rigoJlio Mll"indirn:luo, ()uanilo
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