La Difesa della Razza - anno V - n. 24 - 20 ottobre 1942

Il monoco agostiniano Gregorio Mendel che 1eguiv1 nel gieirdino di 8,Unn la genert11ione dei piselli e delle feive allei line dello 1cooo H· colo non conosceva il midero dei geni e dei cromosomi e si a:::contenleiveidi lleibilire 1perimenlelmenle le leggi dell'ereditarietà le quali poi GENETIUA con eguale eullena non pouono corriipondere a quelle che regolano lulto il mondo vivente. Ma i iuoi iludii la cui memoria, fondamentale risal• al 1866, gh1cquero un bel po' nello polver• sinchè le medesime leggi ,coperle nella tranquilli!♦ del cenobio non huon,:, riscontrale ollraveno nuove esperien1.e, nel 1900, do Correns, da hchermak e da De Vrie,. Fu poi il botanico danese Johansen che volle dare il nom• di •geni• ai fattoti eredìtarii mendeliani, cioè a quegli elementi che come abbiamo visto nel precedenti numeri de ..-Lo Difes4 della Rana .., costituiscono la bue miliare di ogni corallere • dello insiflllme organico dei caratteri ditlerenzioli. Le leggi di Mendel e dei suoi succenori dominano il fallo dell'ereditariet♦ nel campo biologi<.o inlegrale: do• in qu~I c,mpo che comprende anche lo spirito umano e lo psiche animale. Ma è chiaro che siccome dal pisello all'uomo c'è una certa differenu biologica e morfologica è altrellanto chiaro che !oli leggi pur euendo nella loro bue universali non giocano allo steuo modo e nelle slene linee da una eluse od· un'altra do un ordine all'alho delle 1pecie. Perchè ogni spe,;ie segue tali leggi limitandole od esallondole o te• conda del proprio comportamento ri1petto agli ,timoli ambientali. Mo fermiamoci per ora alta prima legge di Mendel • gu,udiamo ad eua non con gli occhi ,he si potevano avere al 1866 ma con visione allu11e. Cosi come analiueremo le altre leggi mendeliane e quelle che ne sono derivale per legillima diicendenre. Mendel incominciò i suoi sludii sulle pian1e e,mafrodile perchÌI in questi tipi vegetali à più facile enervare il paltimonio ereditario di ogni singolo individuo dato la pouibiliU1 di ottenere une cospicua discendenu da un solo esemplare per meno dell'autofecondazione. Procediamo per ordif'le in questo non facile terreno. Si hanno ~apprimo come toggelli di esperief'IH due ceppi di rana pura che vengono, per semplificare, contrauegnati con una P, cioè: genert11ìone parentale. Si lratlff di due individui ognuno dei quali pouiede un patrimonio ereditario differente. Mendel fa incrociare questi due uppi. Ne ottiene 1,1na prime generaiione ibrida, della filiale, e che può, per brevità, esser conhauegnala con F1. A questo punto Mendel incrocia Ira loro gl'individui della F1 ottenendone la forma F2 i cui discendenti formeranno le F) • cosi via. Cot11 ,i ricava da lutto queslof lmmaginiemo che una ,ano di piante a fiori roni si incroci c~n una rana di piaf'llc a fiori bianchi. Tutti pouono studiare questi fenomeni prendendo per soggetto degli esemplari di "Mi,abilii Jalapa" della "bella dl noti•,. o sol1onlo "fiore di notte• • che è comune nei nostri giardini di cui imbalsama l'aria serotina o!lirando gli 1pirilrombo di velocissime • lurbif'lose farfalle crepuscolari. Dalla ,ana o fiori roni e dalla rana a fiori biaf'lchi risu11erè un ibrido cosidetlo inler• medio nel quale i fiori sono bianchi e roui a colort11ione sprunola. In terminologia genetica l'ibrido intermedio è un • elerorigote,. mentre •omozigote,. ÌI l'if'ldividuo che riproduce uf'la delle roue pure. Ma può anche accadere che gli ibridi dello F1 preHnlino solo il caraltere di una delle rane pure: è accaduto semplicemente che uno dei due uralleri ha dominalo sull'atlro. In questo caso il carallere rim:ulo solo o ctiralleriuue, retalivamenle ol gruppo dei geni che gti corrisponde la specie, è dello •dominante• mentre quell'altro che è dato dominalo si dice • receuivo "· Vedremo poi in altro tcritto coso avvenga di queslq carallere dormiente. Or.!! è bene oiservare che ~li ibridi che discendono dall'incrocio tr., due rane pure 1ono t,., loro uf'l'ilormemente eguali e si ho quindi un uniforme ritullato carolterologico te si adoperi, per ~tare all'uempio, come ceppo p.,+erno, o come ceppo materno lai pianta e fiori roui o viceveru se si adope,i come ceppo palerno o come ceppo materno lai pionfo a fiori bianchi. Lo prim., legge di M•ndel o legge dell'u,..o,milà si ricava da tale laillo. Gli incroci reciproci producono gli ,teni ibridi. E se da un canto si incrocia(lo quindi fra loro piante materne a fiore rono con piaf'lte paterne a fiore bianco e d'altro Uf'llo se si incroci-,no Ira loro piante materne a lio,e bianco con piante paterne a lio,e rosso i loro ibridi saranno eguali in quanto al carallere che riguarda la colort11ione dei liori. Abbiaimo usato una lerminologis che ,i adatterebbe a piante unitestu.Jte per semplili• care; ma ÌI chfuo che le piante erm-,frodife, come la :o Mirabilis Jaleipl,. e molle altre, si usano immellendo il polline di una pianto monocolorola, in quanto ai tuoi fiori nello tlilo dei fiori di un'allra pianta di razza pura, ed osservando il risultato di tali incroci. Or noi ,appiamo i" bue allo studio della genetica che ogni individuo (fenotipo) riceve un gene dal padre ed un gene dalla madre per ogni ,ingoio carollere. Il p-,t,imonio ereditario individuale comprende dunque un doppio corre<fo di geni. Ma accade altre,! che nelle cellule germinali di un individ..,o ci sia solo un gene per ogni coppia, o quello che proviene dal padre o quello che proviene dallo madre. Vedremo in seguilo quale valore abbiano quuli semplici falli elementari. Per ora ci if'lterene ,tabilire che la prima legge di Mendel non soltanto viene spiegata dalla modema genetica ms a sua volta in. sieme elle oltre leggi aiuto a ,piegare come da Uf'I canlo le cellule germinali maschili ,e femminili abbiamo lo ,teno valore per la trasmiuione dei •geni• e• come da un altro caf'lto sia vera la risponden1.a che si ho in genetica Ira dislribuziof'le dei gef'li e di,tribuzone dei cromosomi durànte la fecondazione e la meJur01.lone delle cellule germinali molur• (gameti). lnfalli la prime legge di Mendel dimostra che i geni, invi,ibHi all'an.!lli,i microscopica, 1e~uono le compagini cromosomiche e cioè sono da este contenute perchè ad una data ripuli1ione di lrommef'lli cromosomici risponde una presenza di éa,-,tteri che ,ono portali dai geni insili nei filamenti cromosomici conispondenti. MOD. p Incrocio h• due varietà di polli, una nera • un■ finemente chlauata Hl ,curo. Gli Ibridi (■nd■hul blu) SOftO lnlet'madl e , chlauatl lni nero più Intensamente d~la varietà bianca.

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