La Difesa della Razza - anno V - n. 24 - 20 ottobre 1942

~--SOMMARIO,--- SCIENZA GUIDO U,MDIA: Il RAZZISMO ITALIANO E IL SUD-EST EUROPEO; ALDO MODICA: L'ORIGINE DELLA SPECIE PER REATTIVITA' RAZZIALE; LIDIO CIPRIAMI: MATERNITA' E INFANZIA NEI CtNOUE CONTINENTI (Ameriu e Afriu); FELICE GRAZIÀNI: SINTESI RAZZIALE E STORICA DELL'ARIANESIMO; MOD.: GENETICA. POLEMICA GIUSEPPE FERRAR!: Il GHETTO 01 MILANO; AGOSTINO GURRIERI: Oli EBREI IN UN ROMANZO CONTEMPORANEO. DOCUMEHTAZIOHE EMCOLPIUS: LA STORIA DI 8ARUCCABA'; ALESSANDRO KEMAL VLORA: LA RAZZA GIAPPONESE (C.-m!l!lerilliche demogrl'lfiche) QUESTIOHARIO EINSTEIN PLAGIARIO I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICDI ELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANO IN ROMA·PIAZZACOLONNA (PORTICDI I VEIO! TELEFON6O3737• 62880 CREDITOITALIANO I BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀ ANONIMA I CAPITALE LIRE 500.000.000 INTERAMENTE VERSATO, RISERVA LIRE 128.000.000 SEDESOCIALEGENOVA, DIREZIONE CENTRALEMILANO OGNI OPERAZIONE E SERVIZIO DI BANCA

LA DIFES! DELU I ■ ANNO V· NUMEIW 24 20 OTTOBIIE 1942-XX t.:!lèl! IL$ K Il, 20 01 OC'il ;,o::!lt. UN NU:WEMO :!11\l'AMATò 1,IMI. I All~HOl'(Alfl!l'(TO ANNUO 1,lilf. 20 AIJllO"L\llt.NTO l'll!IU.S'TM,U.t. • 12 t,; :!I •r I'. M O I I, I) O I' I' I O Direttore: TEI.ESIO INTEHLANDI Comil•to di red,:111io11e: prQf. dott. GUlDO LANORA · prof. d.,.u. I.IDIO CIPRIANI Se1rctari,. di reduion~, (;IORClù Al.MIRANTE SCIENZA•DOCUMENTJlZI POLEMICOAU.•ESTIONJ\RIO Questi qu11ttro 9lud~ tede1chl non po1r11nno pill specul,1re sulla conh.tslone con gli ulanl: 11 dlitlnllvo li addita all'altrui dittldenu. 11 dlsllntlvo co111tuisce 11 plQ •Hluu dl{esa c:ontro il pericolo ebr11ico; • non può enet consideralo come una forma di •ttnHlone. in quanto non I• che ,ottollne..,e e mettere In luce un d,1fo di 111110 lncontutablle,

I :1 un precedente articolo abbiamo richiamato_ l'attenzione dei nostri lettori sul1'1mportanza che avrà 11 razzismo nel dopoguerro per la noot:a p::,libca di espansione imperiale. Il razzismo non è più un fenomeno bmilato alla sola Germania e destinato alla tribolazi,:me dei poveri ebrei esso si è esteso largamente in Euro• pa e fuori d'Europ:i ed è spesso presente anche là dove ci si dichiara antirazzisti. Poasiamo dire che, come il sentimento di .nazionalità fu tipico del secolo passato, cosl queUo d1 razza è tipico del nostro secolo. Molto probabilmente, se oggi tornassero a vivere gli autori delle primitive teorie razziste, resterebbero assai meravigliati della diffusione di tali teorie o forse si addolorerebbero nel vederle difluse tra razze e popoli, 01 quoh certamente non le ave.,ano destinate. Ma questo • un po' il òeshno d1 1uth i creatori di dottrine hlosohche, rehg10se. politiche, eo:-., quello cioè, o un certo punto, di non potere più contro!. lare l'evoluzione delle dottrine stesse. Data quest:i diffusione del razz.ismo si comprende come not italiani dovremmo presentora nel dopoguerra perfettamente preparali per allrontare questi problemi. Essere dei ranisti ben prepo.rah vuol dm, non solo possedere un 1stintìvo orgoglio di razza ma anche conoscere i vari problemi che olla razzo ·i riconnettono. Settore importantissimo per la no· stra futura espansio:,,e è la regione danubiano-balconioo o sud-est •uropeo che dir si voglio. In tale reg ... me i problemi et,uci e razziali sono complicatissimi e tale complicazione fu la causa pnncipale che fece di tale zona in un posaoto abbastanza prossimo la polvenero dell'Europa Anche 01 nostri giorni il fattore etnico sto alla base della guerriglia sanguinosissima che si svolge in alcune parli di questo vasta regione e degli attriti pa]esi. o latenti che spesso separano l'uno dall'altro quesh popoli. Per dare un'idea dell'interesso con cu.1 il problema dello razzo è seguilo da quesb popoli, ricorderemo come nel 1938, allorchè dirigevamo l"Ufhcio Studi e Propaganda sulla Rozzo del Mmistero della Cultura Popolare, facemmo unu specie di inchiesta Ira gli studiosi stranieri, per avere un loro giudizio sul razzismo italiano. Notiamo la data: 1938. Allora il dç,· minio del giudaismo e dello massoneria era molto più esteso che non oggi e la mentalità degli studiosi di tutto il mondo era fortemente influenzata dalle idee democratiche e antirazziste. Ebbene, malgrodo questo, gli studiosi appartenenti all1Jngheria, allo Romania. alla Bulgaria, alla Grecia e alla Jugoslavia, si dichiararono in bloo:o favorevoli alle idee del razzismo italiano. A titolo di curi01itò possiamo ricordare la risposta completamente di· versa che ci fu dato do un altro gruppo di studiosi. quello cioè dei paesi scandinavi e settentrionali in genere Tanto gli studiosi della Finlandia, Svezia, Norvegia, Dc;mimaroo quanto quelli dell'Olanda e del Belgio furo♦ no molto e~pliciti nel risponderci combattendo e criticando: più o meno brillantemente, le tesi del nostro rauismo. Risposta questo molto interessante an. che se ai pensa che gli studi di antro pologia erano molto diffusi in tali paeFu<iull• di Olimpo, upotuo90 delrl1ol• lt•li•n• di Su,p,nto, nelrE,eo.

si mentre erano quasi inesistenti nel sud-es! europeo e che nel nord dell'Europq: una certa polihca razziale era già in atto da mollo tempo. Da quell'epoca le cose sono molto r.iutate e le armi villoriose dell'Asse hanno certamente contribuito non poco alla diffusione dell'idea razzisla in tutla l'Europa L'arruolamento dei volontari appartenenti ai paesi nordici nelle truppl delle .SS è veramente molto signihcotivo a questo riguardo. in quanto rappresenta la rinascita di un sentimonto di lraz-,.a che prima era scomparso. Nel Sud-Est europeo invece. come abbiamo detto. il sentimento d1 rozza è sempre esistito e si è spesso manifestato in maniera violentissima Molto probabilmente però questo sentimento. senza l'influenza dell'llalia. non si sarebbe mai concretizzato in una realtà politica Noi, viaggiando, abbiamo potuto constatare come veramente il lotto che l'Italia si sia dichiarato a un certo momento razzista abbia determinalo uno grandissima reazione in questa regione. Contro il razzismo, malgrado la situazione psicologica favorevole, esisteva, in tutta J'Euro(XJ danubiano·balcanica, un complesso di pregiudizi che ne rendevano molto difficile l'applicazione. Se l'Italia non si fosse dichiarata razzista, il ;azzismo non sarebbe USCltodalla sfera dei popoli germanici, dei quali pareva essere dottrina esclusiva. La sua formulazione rosenberghiana troppo nordica era tanto lontana dalla mentalità dei popoli baloonici e danubiani perchè potesse avere presa su dì essi Anche il carattere quasi religioso del razzismo tedesco non poteva essere bene accetto da questi popoli Si comprende quindi come essi abbiano più facilmente se• guito l'indirizzo del razzismo italiano. In uno serie di _viaggi noi abbiamo cos\ potuto studiare il fenomeno della nascita e dello sviluppo dei vari razzismi. Fenomeno estremamente delicato ed importante, gravido di conse• guenze che è molto difficile potere oggi misurare. Difatti. la passione con cui si agitano tali problemi in questa regione è spesso accompagnata da uno scarsis• simo preparazione scientifica e dottrinaria. Inoltre i vari razzismi nascenti possono prendere delle vìe per le qua. li, invece di essere complementari g1i uni agli altri. possono fini.re col diven• tare contrastanti. Compito quindi del· l'Italia è di seguire lo sviluppo dei vari razzismi e di costituire come un Una coppiill di contilldini uoilllì In un biillo popolillre. faro intorno al quale essi si vadano metodicamente orientando. Dell'interesse con cui è seguito in Ungheria il razzismo italiano avemmo 1.ma prova in occasione di un viaggio compiuto nel 1940. Durante lo nostra permanenza a Budapest e in provincia abbiamo tenuto alcune conferenze in cui illustrammo l'originalità della dottrina italiano. le quali interessare>-· no vivamente gli ascoltatori. Ricordiamo ancoro come per la discussione di tali argomenti fu organizzata uno speciale riunione da un gruppo di deputati governativi che venne presieduta dallo stesso lmredy. In Ungheria Ieee molto impressione il modo con cui il razzismo i taliano era riu· scito od evitare qualsiasi contrasto con la Chiesa. Durante il 1941, invece, abbiamo

percorso in lungo e in largo la Romania e abbiamo sentito come l'anima del popolo romeno vibrasse di passione per il razzismo. In questo paese l'idea di rozza è strettamente connessa a quella di romanità. Le idee del razzismo italiano vengono quindi accolte con estrema facilità, perchà si vengono Jd inserire su sentimenti innati nel popolo romeno. Infine, durante il 1942, svolgemmo la nostra missione di propagan.. da razzista in Croazia. Anche qui, malgrado le dilhcoltà dell'ora presente, abbiamo trovc,to il razzismo in pieno sviluppo e ovunque un grande desiderio di co:icscere gli indirizzi dell'Italia fascista in tale materia. Difot• ti, ripetiamolo, se nel campo pratico in ognuno di questi paesi si è agite spesso radicalmente, nel campo dottrinario si ~ ancora in uno stato di evoluzione. Lo stesso si può dire per gli altri paesi del Sud-Est europeo, per i quali potemmo avere indirettamente molto materiale informativo. Alcuni problemi razziali sono evidentemente comuni a tutta questa regione; cosl, per esempio, il problema ebraico, grave soprattutto per la Romania e i'Ungheria. Altri problemi. invece, sono peculiari dei singoli paesi Ma quello che interessa 'dal punto di vista internazionale, sono essenzialmente gli indirizzi dei vari razzjsmi. che devono essere considerati insieme ai diveisi nazionalismi. Per alcuni paesi l'indirizzo è ormai ben definito, come, per esempio, per l'Ungheria. l'indirizzo !uranico e per la Romania, quello daco-romano. Per altri, invece, esistono varie tendenze e non si può prevedere quale finirà per prevalere. Cos\. per esempio. in Il Co1luffll u111teri11id ungheresi. Croazia esistono attualmente tre tendenze differenti. quella slava, quella gotica e quella illirica e in Bulgaria, due tendenze, quella slava e quella t...uanica. H prevalere o meno di una di quasie tendenze razziste può avere gravi ripercussioni nel campo politico. Non bisogna difatti dimenticare come il panslavìsmo, che in questo momento è alleato strettissìmo del bolscevismo, poggi in fondo sopra un'idea di razza Un• fiorente ragazH bulgara. più o meno corrispondente a verità. IJ panslavismo verrebbe a consolidare notevolmente le sue posizioni se in Créazio e in Bulgaria finisse col prevalere la tendenza slava del razzismo. Bisogna poi aggiungere come il SudEst eu.ropeo debba essere considerato distinto in una zona più interna, rispetto all'Italia, ed in una zona più esterna. La primo, che risulta dalla Croazia, dalla Serbia, dal Montenegro, dalla Grecia e dall'Albania. è più sollo la nostra diretta influenzo che non la seconda. la quole risulta dall'insieme dei paesi amici e alleati, Ungheria, Romania e Bulgaria. E' quindi soprattutto alla zona più interna che deve essere rivolta l'attenzione dei razzisti italiani. anche perché questa, per un complesso di ragioni, si presenta più difficile dell'altra dal punto di vista etnico. Dei popoli che lo costituiscono. alcuni possono considerarsi del tutto autoctoni, come i Greci e a questi bisogna aggiunge.re gli Albanesi. Lo sviluppo di coscienza di razzo in Albania e in Grecia non potrà che esserci utile, perchè servirà di barriera al panc.5lavismo. In Croazia bisognerebbe favorire lo sviluppo di un razzismo ti• pioomente croato e quindi contrario allo tendenza slava. ln complesso noi crediamo che in tutta questa regione. che va dalle Alpi alla Grecia, si po· trebbe fare un razzismo di tipo dinarico o adriatico che dir si voglìa. Si esalterebbe cosl queUa che è la vero base razziale di tutti questi p:>poli e si contribuirebbe alla loro pacifica evoluzione nell'ambito del nostro Im• pero. GUIDO LANDRA

L'ORIGINE DELLA SPECIE PER REATTIVITA RAZZIALE A• ll'mtuizionc !CÌen1irico-h.ricM di \lolf~mgo Goethe ap• pa;·vc riM>lutiYi il pensiero di L>arwin !lull'ongmc delle specie mentre El dissidio fra Cuvier e Ceoffro} di Saint Hila.ire che ,erte,•a imi problema se ad ognuna delle specir , wenti doves.Je attribT1irsj secondo il princi1•io linneano, contei!lato dimostralivamevte dal nostro abate Stoppani. un propria piano di organiuazione o se in,·ece ne esi.:.la uno comune a tutte le §J>ecie. lo spingeva a dichiarar:;,i ver quest'ultima idcd. Goethe, infalli, in una dt"l!e !!Ile e cOnferenze sopra i tre pri• mi capitoli di un abbo,:zo d'introduzione generale all'anato• mia comparata :. ( 1796) diMe: • Questo è dunque acquisito. tli poter affermare tranquillamente che tutti lii organismi più 1>erFezionati. comt:' sarebbero i pesci, gli anfibi. gli uccelli. i mammifer! e. al vertice di questi uhimi. ruomo. sono formali secondo un unico prolotipo originario, il quale nei !luoi dementi costitu1h·i permanenli non ra che oscillare nell'una o nell'altra direzione e conrinua tunora a e,olver:si e trasformarsi per riprod111.ione •· La legge dell'unità biologica e della infinita modificabililà (variabilità) delle forme Viventi ,·enne in seguito 1>erfezionala ed arricchita dagli sludij successi,•i e di Lamark e d(.llo ste§So Dar" in e di Heckel nei quali interferì J)e~ino con acute argomentazioni lo stes.....t0Kant il quale parri,·a da un atteggiamento critico. La raziologia e la biologia hanno studiato questa modificabilità delle specie e delle razze ed hanno fornito la chia,·e dell'origine delle specie e delle razze adeguando il pensiero di Goethe. di Darwin. di GeoH ro> di Saint Hilaire e di Heckel all'attuale conosunia scien1irica. Tuttavia noi dobbiamo individuare dei limiti a quCl!la modificabilità la quale non è infinita ed onnipotente come nell'epoca lirica dello- seie11tifismo si poteva ammeuere. t:d i limiti è facile rieonosc::erli nel tessuto razziale medesimo delle forme le quali possono sotto determinati stimoli esogeni ed eodogeni eui risponduo efficacemente dar luogo a nuove form.e. E' imÌ>ortante in primo luogo stabilire che mentre Goethe :1veva gius1amen1e ante\•isto il proto1ipo originario, non aveva potuto analizi.are quali rirlessi sul protoripo e sulla esJoenz.ialitit psico-animica di CSM> possono a,·ere le trasformazioni biologicl,e cl1e nel corso di una eredità filogenetica possono e&sersi portale inlorno ad un determinato ceppo. Se per lrasformazioni suce~sive da ceni micros3uri (lacertidi preistoriehe) potè giungersi agli uccelli, come dalle prOM:irnmie si giunse yoi 3Jle antropomorfe. non è chi non ,·eda cpme il piano psichico dei rettili profondamente diHedsca da quello degli uccelli. come ancl1e il medesimo piano sia fortemente dive~o. quasi nella ,sua essenzialit8, dalle proM:immie. da.i lemuri sino alle superiori scimmie antropomorfe. Non occorre irsistere oltre per stabilire dunque che le modificazioni evolu1ive, o biocenotiche (in un secondo piano) delle forme \•Ì\enti e p,oi delle razze, dei loro ;,Ollogruppi e \larietà. e quindi anche il rorgere di una nuo,·a forma dia luogo a modificazioni della e~enzialità morfologico-animica della forma primitiva. Ecco un 1hfema amerluno di allenmenlo che non ha nulla • che Jiire con l'eugenlu. Il proprietario di un circo equestre detla Co• luw.bla, C.harle1 W. Schwau, 1nnol'era lr• le sue m•gglorl allrailonl quul1 pol'era piccina di S mesi e meuo, larbar1 Reeder, che • stati 1bltua11 1 giocare con uno schlfo10 1e,pente. l11 uralica D\\ iene che una data .!1ollecirnzione ambientale o do,·;11a all'ambienle umorale ioterno di una forma raaiale dia luogo ad una reazione negli organì::-mi e raie reazion" pro,ochi modifiche organiche che si fissano poi nel le5suto germinale trasmettendosi J>er crediti mendeliana e stahiliz1ando;;i nel tempo dando luogo ad una nuo,a forma. ~1a gli stessi agenti che !,anno infoito sulla razza. hanno agito su tutto il le,;suto razziale cioè anche su quello 11011s·cindibile della ,·ita psichica, e se ciò riguarda l'uomo. della vita spirituale. che è anche un potente slrume,110 biodinamiro. nl allora ouò dirsi che contemporaneamente tulio il piano indi,iduale ed organico. !11 tutti i suoi ~iani conne,::,S.id. a! cosidetlo materiale al cosidello spirituale è stato mosso ver;,o quella modificazione. Ed a questa hanno concorso in mutua biologica collaborazione e gli slrumenti psichici coscienti ed incoscienti e gli strumenti umorali le cui modificazioni biochimiche hanno un preciso rifl~o C(IU&zionale sui modi di essere psichici e poi spirituali mentre all'incontro le modiricazioni osico-animiche hanno rifleisi J)er l'Ìa dien<.'tfaloendocrina s~lla s1ato biochimico umorale il quale poi prr-- siede come inlermediario alle trasformazioni morfologiche e fisiologirhe. ; 7

Un conhulo che dice plU di molli arllcoll. Un militar• tede1co che l padre 1ellce di due bei iemelll; • u,.. neira degli Stati Uniti, OIMa Strong, che ha dalo alla luce - in seguilo ad eventi 1u1 quali t prudente non Indagare troppo - un gemello bianco ed uno nero. Ma abbiamo detto che tali modificazioni. che l'auuale genetica C!plica poi nel loro meccanismo di origine e di fis- !lazÌone nel tempo attra,·erM:>il principio dei geni depo:1itarii di questo o quel carattere e nel cui im1ieme avvengono §elezioni, recessioni o dominanze (onde creazione di nuovi caratteri). 50110 limitate dal les.:1uto Slè!-90 della razza. lnfaui ogni razza può reagire ad w1 determinato numero di stimoli. Come l'orecchio umano non percepisce i i.uoni troppo haNi o troppo ahi, come la relina dei mammiferi 11011 è fotosensibile se non ad tln dato numero di ,•ìbrazioni luminO!le ed è cieca alle vibrazioni lrOpJ>O inten!-C come a quelle troJ>J)Odet-.oli, come nel produNi dello stato di amor~ nella !!pecie umana J>UÒ a\er1i per ogni individuo una rectltività di,•erM a stimoli esogeni eguali ed entro una determinata gamma più o meno ampia rclati\·amente ai soggetti. così nel campo ddle reazioni &(tli stimoli esogeni od endogenì le razze possiedono diversa permear.ione e quindi reagiM:ono sia .in modo di\·er"o a medesimi stimoli. o più o meno, o .'°110 sorde a cer1i stimoli che oltre razu: o s~ie percepÌM:Ono nel più 8110 irrado. oppure hanno èiascuna una caJ>acìlà diversa ne1l'ordine del numero e della grandezza del percepire. Ci~ ogni rana ed oirni specie, come ogni claue, del mondo ,,i,·entf' non solo è ch:amata a rtagire ad una gamma determinata di stimo): nè lroppo ahi nè troppo bassi. ma esistono altrettante l'fomalure rcatti,·e quante !'Ono le varianti della rana. siceome poi richiamandoci alle grandi razze e poi agli ordini r.oolo,:ici. troviamo cht esistono delle ru11h•i1à generali di clas.!-e. di ordine. di gruppo. di specie. E che ooi esislono ancora le reatti,•ità corrUponden1i a biotipi endocrino•nturo-psichici predominanti in <'ia~una razza e che reagiscono nel quadro della razza cui appartengono più o ·meno in modo dil•u10 ri11pello alla norma. 8 In ogui modo è acclarnlo che è la rcaui,,i1à il :.olo :igenlt: capace di dar luogo a llth>\-e forme \ itali e le moderne t""plicat.ioni dtllit <"OSmolisi,della ;;egregazione e dell'adallamt'nlo o della ,,ariazioue genetica i-i rifanno :Wmpre al prinrìpio della realli\ itit de'la raz,.a dinanzi alle :-olledtazioni. nm,ano ~c;e dall'es1erno o ,·engano e.!Jledall'interno. Tale reattività che è poi uratlere razziale perchè è di,•ersa da razza a razza è una propridà squi!;illrn1enle biologica della materia vi,enle come dePa sua it'OStanzauhratomica ed energetica. la quale coa~ialmenle reagiM:e, sicd1è il molo variazionale il'; compie in lutto il complesso equilibratamente e produce la forma che è vcramenle nuova ove non ci sia Of)· po!lizione tra i connf"S.'\iorganici. lnfaui si hanno numerose forme vaghe che compaiono e poi scompaiono prrchè manca una giuc;tifirazione profondamente hiologica ed una connessione intraorgnnica completa a sostenerle, cioè uno stato di armoniu e di equilibrio intf'rno che 11-pi uò tradurre in equilibrio relativamente e,ferno. La reallivilà che prl"siede ai fenomeni \·egetalivi è cert11-

menti- lliH·noa ,la quella clic ·prC!iede alle modiJicnionj ruziali. Si dice che f"Si,-10110 \'arie reallività di cui è superfluo redigere il calnlogo. l\la (·iò ,uol dirf' auc~ che la reallività è il fenomeno ,•itale cli fondamento a luni i fenomeni vilnli e la moclifica1.ione <lt-lla ,;pc-cie o della ruzza è un fenomeno , i1alf" colle11i"iua10 ad 1111 certo oumero biologicamente ap• prezzahile di indi\ idui. In virlÙ di quei'ta modificahilità :ci hanno i noti ada11a-- mt>11tjamh:c-nlali. f:ome iu ,·irtù tlella medesima si hanno le lcorie di coloro che pmi'ano ili poter far mulare tutto ciò cl1e non piaçe piì1 di avere allo i'tc.~so modo. Per l~em11io l'e•-ondo que-:10 fllOCC!so biologico può_avi:rsi la trasformazionè biO<'e11otica di un ebreo !n ariano? Sau:hhe molto comodo li0Stt>iu>:reche ~li uomini possono mutare come lt: ran1· e le ii,pttie nel loro insieme e dar luogo a nuove formt" e;.~t-ndo possibile o chi è in un modo salvarsi di,·entando .:'n 1111 altro modo. Anzitullo le modirie.tzio11i hiolo~iche aHengono µer inten• razze e per :!!)ecit- in lunghi periodi di tempo urnanamenle poeo apprezzabili. e poi 1:ili modirieazioni sono limilate dalln norma di rcallivitit. Pro1>riu l'e1nia <-hraica e-i dà l'c,empio nt"-1 terreno um:mo di que~ti limiti. Persino gl'incroci con ahre razze lasciano ,lominanl<-. nel ror.i:o di una genesi eredit&riA. il carattere dell'etnia ehrnicn che è profondamente radicato nella com- . pagint' .e:enica ri.:1,omlrntr :-oprall111to ai caratteri p:.ico-ani~ miei ,le~li ehrei. Infatti ,:li e:brei rca,RiM:ono solo /'I determinati stimoli e non a què'li che possono indurre in essi uno modificazione rouialt> apprt'z1.ahile. Anzi avviene spCS3o per loro. come poi accade in tutta la scala zoologico, che ccrli ttimoli anzichè dimiuuire o lrai!-formare quel cerio 1ruppo di caratteri. per una forma di rearione antagonisla li potenzia 4( ma.ssimo grado. Ciò può essere avvenuto nell'urto tra (!etnia ebrRicn nel mondo c- le oltre elnif' razzio li che l'hanno cir<"iyulata. E' nolo che i gruppi sanguigni sono di assetto diverso da gr,:nde razza :J. grande razza e che poi vi hanno delle differenze ~rologjche Ira le clh·erse razze e peuìno tra i dh·ersi gruppi di es~i. I noltrc è staio o~rvato che la fisionomia umorale e persino la linea delle funzioni fisiologiche sono af(Juanlo di\·er!'le da ra7.7.0 n razza, Da ciò anche discende una diver~a rece:ttivilà alle ma1attìf'. o tiò che si dice in termine me• dico una dh·er.sa eleui,•ità ai moli. Tutto questo dipende dalla rcattir:irà organico-razziale relativa a determinali periodi di differenziazione delle raz:re, o ,li formazione delle specie. La rea111\•it8 degli organismi agli stimoli è notoriomen1e profilttt:t ,lallo staio umoralè interno il quale poi condiziona la funzione in un dato modo. od in nn ahro del sistema ner- \ fli'-O, del con·cllo e de~li :-trumerHi p..i.co-,rnimici cui sopra ci s-iamo riferiti. Come ~i vede !,asta imlhiduarc e classi[icare la re:aui,•ilft di un tipo biologico per potere stabilire a quali forme vi- ,·cnti può dare luogo. l'erchè- non è ,ero eh.- il variare al• l'infinito ,leJl'amhien1e l'UÒ tl,tr luogo a variazioni sino all'infinito di una determinata forma \ i1ale di 1111 gruppo delNminato di forme. Infatti nn: abbiamo \eduto c-:.tinji!;uPr:i,pi er incapacità a reagire positivamente a de1e1minati ~timoli conlrarii un grande numero di specie. I:: tante a1tre ne ahbiamo \'i."tO formare in luogo di quelle che: 50110 !!icomparsc, Ciò ci dice chiaramente eh<" le razte si formano come le specie per causa della loro realli\'ità che è loro limitata e che le limita nel clivenirf'. nell'C"Sii'tere,o nel 1•er<lurarf'. ALDOMODIE:A IL GHETTDOIMILANO Chi h:1mai senriro parlare del Ghc110 di Mil:1no? Traccie edili non se ne sono trO\'atc; solo nella toponomastica qualcuno vorrebbe vedere nel nome (li Via Rcstelli indizio dei cancelli che chiude\'ano d '.'.:ihetto.Fano positivo ~ 11 nome d1 Vicolo dei Giudei col quale: si chiama"a una propaggine d1 "ia Botto• nuto; dico s1 chiamava, perchè dopo l'awcnto di elementi giud.tici nelle Amministrazioni CO· munali al principio di que,t::> secolo, spuì detta denomina. zione. E' il Vicolo dei Giudei lar• BO n·on più di due metri e lungo una ventina, centro di strade m:alfamate, con case Che si sonappongono le une alle altre sino a raggiunge•e 27 metri di altezza. Si tratta di ca~ che J2 bonifica edilizia delrEra F~isia farà presto scomparire. Di sinagoghe a Milano ve ne sono parecchie, tutte di recent<: mirnzione, il che fa. pensare che prima del ltisorgimento gl\ Ebrei 2 Milano non aves.serouna comunità importante. Lt Sinagoga principale è un tempio d1 buone forme architeuoniche. tempio che S<'gnò J'insiaurJzio• n<' vera e propria Ji una comunità ebraica a Milano. Le altre sin:tgoghc sono sussidiane e SCr\'OnO più che altro agli A.schenasi venuti in quèsto ultimo dccenn·o a Milano, dal nord do"c spirava aria cattiva. E' con lo s,•iluppo di Milano dopo il Risorgimento che i Giudei vi aHluirono dai più impor• tanti centri ebraici d'Italia e di Europa, sotto la veste di «onomisti, finanzieri, ass=curatori, ideologi ccc. Nei "ari partiti in cu! si dividcv;i a quei tempi la città trovarono cariche ed onori ; perchè il VC!Sillo di un partito qualunque mascherava il giudeo. Il danaro a Milano era tutto ariano, parte di nobili e parte di commercianti arricchitisi du• rante le gu<'rre: napoleoniche; persone in gran parte •mpreparate al nuovo sviluppo cittadino. Ne approfittò 11 giudeo, cht appoggiato dalla Massoneria, S<'ppt penetrare in tulti gli ;angoli dclla vita sociale. Era il ,empo dei Guastalla, dei Luz. zatti e Luzzatto, dei Toepln., dci Goldmann, dei Trcves, Jci Cocn, dcgli Osimo, «c. Le istituz 'on1 d1 benericenz.i furono un'altra arma di penf'- traiione, onde col pretesto dcli.i, pubblica car·rà, avvicinare de• menti irrcducibilmentc Joro n•- Vc:'rsari. Con la penetrazione giuda1. ca si arrivò :al punto che tutto era controllato dal giudeo, dai paniti alle industrie, al b glietto di banca, alle cambiali. all'oro. A proposito di oro era in \'Og.1 presso gli orafi un detto « la F nanza assaggia l'oro, e:d il Colombo fa e dà l'acqua per la prova•· Il 'ri<olo del giudei, ili MIiano. Da ullimo (Giudei :i Mil-1:n.:, aveva.no ottenuto la ,Jirt"l.iooe d1 una importante rete ferroviari:\ rcg onale, c dato lo S\'iluppo dell'elettrificazione. a\•ev:ino inizi,uo la penetraz·on~ nell'industria clettrotccnica, quando, oh! Di"ina Provvidenz.a, furono loro mozzacc lc unghie rapaci dai provvedimenti razziali. GIUSEPPE FERRAR! li

Ebreo della Polonia 1ullora 11011 del tulio ~1wntt' uella huon11 1ratll1io11t'. Q\lble CMII· zum:lte hi.111w goduto 1111110 \I ruvorl! 1lel 11011-010. 111 111111aiu ,lì ~-ol\, che t.-or,iero l'l1111ii. ,li 1101.-ca in liocea, Yaria111lo la lin. J,:UII ~mio I dh·ehl ,lh,lelli. t}uimli anche 11el naJJ(lletano fu 11wltu h, VOlfCII. (iluHo He11oh10, J~r l!'IIClllllltl, la cit• nf'IIII l'/111 zone tll Mont.:verghlr, COII tlllf!• ,li ,•eri-ti: Jlmmw 'H<1 swrl«u. '.\'copp' u lo po11tr, l'<1HIONMO rario - l'cn&CCII e bbl! .-\rii. c.utata dai fedeli me11tr.- :1,;eemlevano al ~antu11rlo. La CAIIIOUe dunQue é v~hia e ~tran«hla. Coloro ehe l'han• 110 tr:ut"rlna a poco a pOC'O han-. no arrotondato Il nome del r,ror~s:onl,-ta, fino a renderlo lrrlt·o110.-clblle: •i 6 cantato Infatti ,1 pe,.NCCff abbd, Il Pf'"1'CCtl r, bbd. t, finalmente Il l'f'rNttal>d tmoho vlch10 a BarHccfllHJ/, CO• uu, nella raccolta • Lo male liempo • del Mortana. rlrordato Nti ,·enl: ~-o' '"' H,,uu, CffiNO '.\"(-0/J/}fl fl '/ 11tatlf}ollHu s,ro 1)1/t}IIO a C<Hlld J.,d ('fJ1UOHClllla dli P,r11ct·f11Jd. Son il napoletai1a quftll11 ca11. Wlle li,11'111111•1 doYreh" eu,,:.re riorentlua) rna la lin&'ua lradi- ~ quHl• aUJ)l)(Nl,isio11e:»t:mbra the t~ire111e e Lucca 11h1no IIOJ• t:rnto I luothl <lell'h11prt'Nll<1J1e. (·0111u1111ue .Jebbouo t11elu11f!r1'i XHp~I • \'ennia. pel't'hl 11arJlrll t"<li11011~,.u rkor,INla .-,,. ,<lf! aul·h.- UIIII tn111lux.1011t' lu le- ,lll>l(-U (11111 .. oltrmto. il 11rlm11 ,lei 11uu11ro t.>Q11111<.11Ll111r11U), e1,di AgrNPlfi •h Au1ru1<to Ko11liK·h. t:he t.'Oml11eia: /hu Prii11ldH LwlllO. hov~hb'ei1i~trre h101trr nel• l;a hibliot~• ~teu'""' 1111 Ol)U-"'\-uJo eh"' ha per tllolo nell'oet'hid. lo: '·" IJlllOr(/ /,llft(/. 1 n cnk"e 1.1ortn 111 UHIIJICH ,lcl ('o,1ld1!et10 11d11uetto ,lel Ile ,Il S-r<lerna. Sono quara11ta llNttute !l<i!mu, r1tor11ello. In ca~ ,il lr1n:e: • Sp(ktalltio tiella :iiJuor• l.1111111 Rarut-alol, .w!lfUIIO nella elllà di J,'iren~e li IO ~llemlJre... uel 111111,0 ilelle cap11nne, 11opr11r11ria tlel minuetto del lte <li Snr degna•• COIGlnel11 eoi,I: LA 111t0rfl l-1•"0 Qtmt•, /igtiwola drl 11H11r ,·,11.-. . . !Hcue la t>anso11etla ~uda, che 1101'\a Il litolo: • Morte ,lel111 g11or11 l,tuu1, ~et1Cuit11 In Jò'ìreu• u ,: 1tol tlelh, tena: e Il t-' il)O- ~allslo 111JJarueal.11\ coll11 acnora Diana ~lmllleib •: fi11almen1e I'• ulUma canw-neUa JI Oarucabà, 11tlla quale 111 lr11tla la ru1ea della "K-On1la ,,__. llla11a. ht ,ll1111tr111do11e la morie tlel ,lei. to lhrocMbà, in rine II Uht:Uo rl. hel\1110 eonlro Il llllblno, cbe ~·lene 11111met.le,.irni ,cellatu 11el nume•· t::.CCO gli ulllml ,.,.,...;, ,I/orlo 1/ Hal>iHu H ww,rto l.tHta /JltlNB /~{Jl/1! ('li, db/r,rluHn •vn t/H,f ~11·, ,,.111110... H" morto IJnrM~lbd. /.41 ,,aut,,. g1i(l<1: ,. t'lt, nt<II flH9Hfll~ IIM 14h 0,1b,;1,' > /,o 111m1t.0uf/lill11 c.,,.; ,11t-,,H1iu: 4/'h, •m1mlt.1! SUH •f,.tlHlf•l/•1: ,-1, t•il11 "'"' /'11,. t'flllll'ltu; /,o 1.,111pt1fM /,. , fl/llOHr, /J, #/lft'#,ltl flr(IH rt11t(lf1itJ,u•. .1/11 IH it fl• ,.,,.,.,;,, rii,. fo C'UN• /rfou, (/Hi. ('1ir, mi,• r/,.,,,..,, u l,,11,w 11111<1· /f,ifr. (/Hr•I•• ; HHU !IJfll"'w! .'foHO imJ,laNtbUt". , ..... '" bHc,i,'qn, ,>(Jrli,I, qHi! ~. J-: fini,-.: .1/11 11ul 1lk,1trlu: , 11110111 uh,d,i ,,,."';,,, "",'· /'rlfl ,,., /irtiff"fl il ""''"') ,,,.,. /lo ~iabu lli•uuan d,ir, t11 ,.,pu1111r11 A t.,~,.,1 IHlta; 11bblnt, rN1·n, i /nl, 111·,1110. ,.,u,. C11,t1nfo ,i /}HJrlrr(I. E,t ,,.,,.,,,,;,,, Cli, 111mlrll,. gojo ~,. lu /tuci. .'11,l/11 lt, r,rnn ,.,,1NHII uf/nllu /fol, po11ur. /'ui M'•lt1 f;,,,,,,, i•pottiu l'ortiil,lo Hf'll'Orftlttio /Jl 11fo11I,• , fouli"' /lll.-lt1 be11 vo• /µrir }'ul, rilNrflffl, li,11, ;•0111,idi, f'II, 1,1,riti j,.,;,,_,. rlìH li po. /r,rati f'f/Hl""'''"'U• ti 1,11"•·ro UarHt'l"f:lbd •. l,11 tf!nlt ('111110/U!lht, s,,.1~111i. :fo 111 lltirnrt:t1b6 1•1111/)ft111t1.htt per tlf'il:Olllll'lllO le llf!t'Olllh~ nOHII • t:ccOIII' 1111 rrNllllllf'lllO: La storia di Baruccabà et ..c::rlvonn: • Xell'•rtleolo - Ki.,... 1rerne11da fu Badanai e Mardo- .:hal .. ad un errto 11unto Ba<lanal chianu1 h1 11\ulll Uaruubà; uome 11ue~tu du• non mi rltPM:e nuovo. lneurlo11ito, ehie,il • certi amici ehi fesse Kar'-H!abà. e mi a.._,lcurarono che ~ Il rilor11ello di un• e.-nso11ella tta1t0letana. C"l qual. che 1••re111ela fra Barut11bà e la Cltll'l011tl1a 11111>0letan11.TVI rll'lrel icn•lo ,.H uu ce11110 11ell11vo,o;lrn rubrica"· Xoi cl aHr11t1iamo • ri,1.011,le,. re a I ctirtf!l:i,f!lettore, u1a per ora 0011 1~lan10 ..oddiiJfare la ll"Ua curlOl!-ità che in 1tarte. 1.erchl ci 1lobbl111110valere <li dotunu!lltl 111util11U, o, a cui m1111e11,.enr." ,lubbio il v1ulio. La ea11.1.oue di Barut.-eNbJi celebra la atorla dell'omo11imo .,. breo • .seeondo fatti re.hue,He ac-e.adutl lt1 J-'lrense; Uarucc:11hJi, il prota1011l1ta di 11ue,ita ero• nachetta ner11. eolle ,n1e avventure 111uorOM1ha ii1pir11to l't,itro popolart cbt Cj ha mlf!Mulo to· pra bea quattro can10uette. ff. lebrl nella atorla dell'at1tlW:1t1i• n.-mo llallaoo drl ~ne«1110, e IO lan,to,.i della luka 1lell11 I.una. non 11<1 i,,a dove ,i:ia a11,l111ta C.tlf di,u o .\'awu E rlli a l'-nitl. l'iuttOAIO, 11hx-orne (1Ue1H111 e- 111- :wue è n111p 111 una eltlà <'OI rtume (11ut>I fiume dov'è 1.01 f)rfl<'i• pilalo Il U111bi11ol. 111 1)(1\rehbfl eou tull• c:-erteua fare Il nome t.li Koiua, Comr, 1llro110 le v~hlt' 11t•m• IH!, la l'NIIWIIII' di B•rul'eah1 ,.j c1111t11v114l!(.'(ll\tlOr11rlp tiel UH• rmettu 1lel Ile di Sarde1rna. Si ricordano dlver.e .-11islo11i lii IIUt',;la ('a111one. Xol le ciii•• 1110. 11ert-hè d è riu~ilo 11111~ ..abile, iter ora. rlutracc:larle. Uria ,,orta il titolo: • .'ìlaria di llarn«-nbd dove 11i eo111ie11e. 11 !IIUo"P™'-'llslo colla g11orn /,w11rr • 1.. 111ort• di° Eua. Il ;0.ee0ndo lll)088ll1io eoll• }JjQIM Sth .. id0. I.a •li11~ruione per la f1.1•a del• 111..ua l'\1K.1aa• 1..a morte di Baruet'ahà • F. ctime ìl HablNt> vit"n a-elh.to 11el fiume '1••11 ebrei•· ed è 1tlllllll)Rl1' lt1 • 2-·irtnie, llp. Adrhrno lillla11I, Vi11 S. Nl«olò, U)2 • 188) •· &ppiamo che nel JS,J ,.1 rl11tam1•a,·a e 1111rl·nnde- ,·a dal ea11taiUoril'! la c:anson,tt:1 ,Il H11rwrobd. (l\o•a notare che In Sicilia la t'ansone del .econdo "l~li1.io, e l'•lliMa uosonella furono JJ011-0larl~lme fino II Ieri. Un'edh.loue di l,ucu (1823), que-1111 ili cui abhh11110 qui l'IOlt'occhlo •1ua\che fralllllli!IIIO, <lii qun.to tllolo alla prima u1120ne: • SVoU,llsio della Sicnor11 J,una, e Barruet'abl. ""'•uito l..t.1 flHOro LNMCI v,wl" Il li11liHola d,I 11/JIHM ('fil,), VHol Htllri.lllr,i f"ol flg,wr /1(1 /rNt'<'ffbti ,;1j_11•orl AbraM•i Gr~la r•QI dari: }',r li ffllHUfHi s·11a " 1Ht1ritr1ri. E IHI rl•Pf»': /';-r 111/11 11tlt1 la piglin,ì . I• .econda c;11n1011e1A'lnlitola: .Vurt, fdella) Sioro LlfHa. l'le- •ulta In t-"lrense, tt('. •· ("omh1c:i• col Vel"l'li: IA 1/HIJr•f LH,.a, /'('r l<, 1/HIWlllo, f"li!! 11 pigli6, (.id lrM,.l'lrlila ,t,11, 1h4, gio,-j ,, pii. s,,.,,, porlflre "JP"ff frw11 Idio: O <'Àr bl,blolio ,-11, /w 11,t Gllrl. /lo! R 1Jltt1111 ,,.,..,,., /lgli11 dii /liti... /•itrid. .Vtulro1i nll,gr,i E 11µirilo11t1 E (VIN 1)fflNitn1 tlH(I/ 1/t'flfÌWII ('ur,,.,,.,Hf'Hlr P,c, ~M iHclliH0 Il lllirHf'Cflbd. Al udot:,lllJ Il "'"'",.,. pr~Jllu 11li •I ltf'(l/tlò. /Ji l,HHrt JllllO THlhl iM NH frolla .,. "" 14'0rd6, fK't'. E 1wr •1ne:-tlu ,·01111 h118li •li• HNrtlt.TNhà. Il eorle~ lettore ue tr1uc,r11 ie <.-011c1u..1011Iche tredt': In 111a11e11nutltll'lr1tf's:ralt' eo111• 1xinlmento. qu•nlu •llt-lamo e a1 sarJalo. Un11 eo.i. ~ l'lieura: 1111e,,;laea111011e 1lf'll11 ...toria <li O"ru1•c•t1hil, è UtlO ,lel phì l'lin. .vohirl IIIHllire ..11 1ltll'nnll11emill- ,uuo in lt111i111. S.re1111110 lieti ,.,. qualche leilote, •lor,o le intlka1lo11i t:he ap. 110,o,ll•111e111e:iiil,blamo rl1J-Orlllto, cl l'IU••eri~ olQve lrov,ire l'im11orl1111teCOllll)Olllmento, tlel (IUM• Il'! l'f'l'IIIIIIO 1•oehe 0011li, 11 hr.11. delll, ove 111p11,rlt1e 11hì 11i«c111n• Il ~no a bella ,~•• iotru-c:i11te. ('omu11que. anche noi faremo Il' 1-lblli rlttrc-ht'. ENCOLPIUS

MlA~RNil À ~ INA~NllA NEI CINQUE CONTINENTI .. N on meno dei rili acccnn.tli in pr~clenle articolo per l'Europa. rA$ia e rOreania sono radicali nei popoli americ,rni antichi usi concernenti la maternità e l'infanzia; ~i non raggiungono mai. però. la stranezza di quanto \"Cdremo µer l'Africa. Fin da ora si tenga conto. nondimento. che spesso si è t;Sagerato o i11esatlamente riferito da parte di \Ìaggiatori, pur su <kttagli insignificanti. Co!Ì. ?tr dirne uno. sul pretC!O uso ouenlollo e negro. e secondo «rte narrazioni anche eM:himese, di porgere il seno di K>9ra alla spalla ai bimbi por111.ti :ml dorso. In reahà. que!ti, passando un poco sotto il braccio della madre. po~11O sporgersi fino a tirare a sè la mammella e succhi8re senza muoversi ,lai sacco che li conl.:ene. f..sallo C i,we « quanto si diS$e un tempo sulla ftcondità dei Canadesi. Nel passato ogni cop• pia dove,•a offrire il ventiseiesimo figlio alla d1iO'a del ,,iJlaggio. che ave,•a l',.,ht,li~o di riceverlo e mantenerlo a :i;pe~e dei parrocrhiani. Nel hasso Canadà !-i ebbero così parroci con A 1inhtr1: uni donna del Ne• v•d• che reu con sè, anli dietro di sè, Il fl. gllo, secondo Il costvme ur1tterhllco del Paese. A deslr,1: madre 1ud-11frlc.1n.1 treulu o quaranta di cote:-,ti fanciulli. Fra f!:li Indiani del nord America. la dc-1,no in procinto di diw:nir madre si rilira. in,-ieme ad amiche. in appo!ita capannil. costruita in luogo appartato. l..à d«-ntro nussun uomo. comprew il 111:nilo. può andare. La donna de,•e re· slan•i :.1egregata per trenta o quaranta giorni, secondo che ebbe una L,imba o un bimbo. Soltanto dopo è rìamm~a in mezzo agli alt,~ e può dare un :iome al neonato. Per l'occasione 1ulti i parenli si riuniscono nella capanna del marito con l'awertenui di spegnervi prima il fuoco e disperderne quindi le ceneri in ogni direzione. Quando tulli i!On(I ar· riYati lo stregone del "illaggio aettnde un ahro fuoco ,•alendosi di legni odoranti e poi 1mrifica i dintorni della capanna aspergendoli di acqu11 sorgiva. A questo punto entra la madrl'. da i!Ola. ,•estita a nuO\'O. con esclm1ione rigida di qualunque oggello portato in precedenza. In braccio reca. nudo. il himho poppante dal seno sinistro. termlo scoperto. JI marito le si fa incontro e rice· ve il figlio dalle mani della spo.sa. menIre atl alta ,·oce riconMce la sua pater• nitit. Bacia allora il bimbo sulle labbra e lo J>Orgeal più anziano fra i presenti. A tale atto segue l'impositione del no· mc. dopo di che la madre rice,·e nuovamt>nte il pargolo. Nelle Ande bolh·iane sus.,i.stono aucora costumi harbari: se una don~a abor• ti~e. il marito la u~ide; se essa muore di µarto, anche il neonato va soppres· so; se (là yita a teme lii. la madre Hessa deve wtterrarne uno. Nella Terra del Fuoco la maternità non dà luogo ., cerimonie importanti; la madre. però i considerata impura per cinque o Sf!i mesi durante i quali ha obbligo di non a,•vi· cinare il marito e di sottoporsi a un regime speciale, assistita da alcune •lc-nne. a scanso di gravi guai per il neonr:1O. In Africa sorprende speSl!o la delic:iteua con cui si svolgono i vari fatti connessi con la maternità; gl\o )'()Che ~iioni può dirsi. anzi. che meno una tribù C \·estita. più la sua condo11a è de· corwa :n tale circostanza . ..\l-bondano. )>f'rÒ. nel Continente Nero. ie a•rocità doH1te a inveterate supentiYi.>ni .sulla Il

t, Madie h1eglna (Terra del fuoco) • 1. Indiani del Ilo Caln1an (CotoMblaJ • J. faffiiglla di Ca,ahoi (ltuile) • ,. Donna •tauuna, con blMbo le9ato •Il• culla vettlule. na!Cita. Comune, ad ~mvio. è IJ ~OJJ• pressione degli infanti che ,agirono aunti l"u:.cita completa dal ~no ·uatcr110. Quali ind!\ idui malMeui, e ,wclati.!i tali per volere dt>gli !'piriti dt(fli antenati, la3Ciarli vi,ert eignificherchbc attrarre gra,i malanni sulla tribù. Co$ì pure sono maledetti, e da distruggersi per il bene di que11la. i pargoli natj con qualche dente o la cui dcntiz.io• ne cominci dal mascellare 1u1>eriorc. Lo stt<t.SO,co11frequenta, per i icmel• li. UCC:utr:c:e nt ~ di norma la madre medesimi. la quale opera l'Cnta esitazio• ne pt'iehè cominla di far cosa di 1mb· hlica utilità. La morte è procurala anne• ,tando o :1lrangolando la , ittima. Ancora a riguacdo dti gemelli, sappiamo rhc la cOm!)af'lla di C5!'i , iene salutata con iioia presso alcuni popoli africani l)('rchè li con~idcrano indi\idui ~traordi11~ri da utilin11rt- iter il henc ,:ella tribù. · St- una madr(' muure nel !)arto I! w• praltullo senza t:1:.ier riu11cita a parlori• r('. \ i(':ne considerala adultera. Siccome i-i ri1ienc che il frutto dell'aduhcrio aii- -.ca conlro il bene comune. il rnarilo de· \e allora aprire con la lancia l'addome della llOnna e 11arne il pirrolo pc-r ~,,_ pellirl1•. do1w op1>0rluni :o<:OnJ!;mri. luu~i dal , illas,:gio. Cli spiriti degli antenati. d'altronlle. mal :!>Of)porterel,- l~ro il colloca~uto dei due corpi nella ,!e<:•a tomba. Citthi. muli . ..ardi o co 12 munque deformi sono pure :!>Opprc-"i alla nascila. eo~iechè f: raro ,·Merne in Africa. Grande ,,rcoccupuionc di parecchi~ madri africane è la bellen.a dell'om~li• co nei figli perchè. dato il succinto ,e- .stilo. ~ ruta vh!ibile anche negli aduhi. Un bell'ombelico de,·e sporgere di tre o quattro centi~ri .sull'addome e forman i una protu~ranta del ,·olume di uua grossa noce; uerYi all'opposto una rientranza tarehbe insopportabile alla , ~la. Spc~1almt-nt,e ucll.1 <lonna quc~co carattere è molto nlulato. m:1 cosi gli africani si JHO\OCano un gran numero di ei"nic ombelicali. Da nolar~i in proposito che mentre negli Europei rcrnia ombelicale tende di solito a ere· sc:erc con l'età, in C!l,8;ilcndc •~ a ri• dur~i. In quanto al nome impo,,10 ai piccoli africani. esso dipende non di rado da r:irco-lanz.e quabiui \erificatC!i al mo· mf'nto della nHcita. Ad esempio. se il ,ento i'offiava forte nel giorno del parlo il famciultv può \e11ir chiamato \'f"nto: :,e un uomo hianco pa-S.!,Or:aJualmenc1e dal ,illla~,;io nel medesimo giorno. il 110111epuù t~t.ere quello ,li l'Ote--1~ uo mo. t co<:i ,u •. Prc-'<O molte 1rihù africane. però. la .ce-cita del nome 11i comtidcra fonzione di 1alc impor1ar1La da riehi~rt inlcnenlo di -.trcitoni. marabulli o comunque J~rc.ona,i:p:i ra,!l'trt1arde,oli. Indie-azioni riel"• vute in .!O~no o con riti divinatori po:,M> r.o con.!igliare di dare il nome di un congiunto ~ompauo ma che molto ti distint'e in \'ila. o maiari quello di un parc111c s~a10 ma stnu prole. !\on mancano tribù nelle quali si ap1•lica110 1101111tra11,i1ori. da a,hbandonarsi. dopo opportune cerimonie. col pHsarc da un periodo di , ita II un altro. l'\rll'Ah'ica orientale vi sono s,:enti fra le quali la -,«ha del nome di luo~o a S. Man1n1e • bimbi la1oto • 6, hMlgliola sud• alrluna. lunghe e 110118f'lnJHCpacifiche di~cu$-.cio• ni fra il nonno e lo i.io palNn0 nond1è la miulrf' e il padre del ne(Malo. In ca-.\• di 11011 ,.,..cordo 1rnO dar:,i cl,e ci:i..«.·m1u co111i1111i a,1 u:.are il nome che a\C\a pro-- po-.to ma cht" non ricC\Cllt" l'approurn,- 11ep:eneralf'. Un mfflccimo indi, iduo, co· .ci. ha nome dheuo a K'<:Onda delle di- \el't' ~r~ne. Nel Gabon. il no~ , icn chie,:;10 al pubblico durante un'adunata alla quale un apposilo handitore anrmn·

zia solennemenle la comparsa al mondo del nuovo C$SCre.Sceho il nome. il pie• colo \ iene presentato agli intervenuti. mentre il capo della famiglia lo asperge con l'acqua di un grande bacino e pronunzia frasi di sccongiuro. fra i Basuto. Batonga e altre tribù ~i ha la urCRnlazione della creatura alla Luna 11~1 secondo o terzo mese dalla na· ~cilll. iin ocanclo una cre~euza rapida come quella dell'a~tro della nouc. Frequen• uni. te è poi in Africa l'uso di piantare un albero al quale .:ii crede t'he resti \ incohito il cr~sccre ciel himbo a cui lo si in• te,5,t3o lo :rnirito cli es..~ in caso di mor· le. Sempre ·con intendimento vropiziato• rio. i fan depongono fra le raJit'i della pi:mla il cordone ombelicale. A riguardo appunto del cordone om• bc'i..,~I,: si l1u,1nv varia2iv11i circ11. I., per!'>Otla a cui spella di reciderlo o i mezzi secondo cui compiere l"opcrazio• ne. e ciò in rapporto anche al sesso del neonato. Il troncone reci§O è talora distrutlo, oppure :sonerrato Con cautela. o gettato nell'acqua di un fiume \'Orlico• so. o l!erbato quale e<:cellentc: tali.sma• no contro le infermità del bimbo o del· la madre. Dal cordone ombelicale, che affidato a uu miscuglio di acqua, laue e birra galle~gi o vice\cr.,,.a \&da a fondo, s.i desume. inoltre. nell'Uganda t' territori circo~tanui ... e il figlio è legill'imo o no. l..'affondaui dii: ~H0\'8 di adullerio ed autoriz1.a le sanzioni del ca~. Oi analoghe precauzioni è oggetto la place11ta, pure da esaminarsi con ~ru1.010 e d,, mt-llersi in luogo con\'eniente onde assicurare prosperità all'infan• te. Fra alcuni Negri del Sud.un si ha placentofagia cd solito iutendimcnlo di attrarre dur1:11uro benessere sul biml>o. I Bono-o oortano proces.sionalmeule, co;, ca,~i (•·grida di gioia, madre e figlio a un fiume affincl1è la prima vi lanci H oiù lontano possibile la placen• 1a. A ciÒ &tgue un bagno purificatore della donr.a e del pargolo. Gli Ouen· 1oui. dopo. deposta in luogo sicuro la placenta. purificano i I neonato. cosi farnrendoru:: il ,•igore. cospargendolo da prima con escrementi bovini. poi con lattìcce di Hco e infine con grasso di pecora su cui gettano legno polveriz. zato facendo assumere un curiosi ..simo a~pello all'innoce-nte creatura . Finirò dicendo che in quasi tutte le tribù africane. lJuando una gionnl" SJ>Osa rimane incinta per la prima voi• ta, si considera il fatto come dimostra• ziom: di btn"olere da parie degli ~piriti ancel'>lrali. Non !I.i annunzia la futura nascita. ma un dono del marito alla moglie rende ugualmente noto a chiunque l"c\Cnto. Il dono consiste di norm.1. in qualcosa da mettere ben in e,•idenla sul corpo e magari per tuua la ,•ila. Non de,·e indurci in errore. ))Ortaudoci a pcn!lare a :maluralezzn. quanto fra i fatti accennati aS!iume aspcllo d; atrocità. All'opposto sappiamo che ge• nitori disposti ad uccidere i figli per il bene (lella 1ribù - sentimento che d"al• Ira JHtrle rimane nobilissimo anche se manif~tato con rozzezza e privo di ,·e• ra efficacia - son pronti ad immolare ~nla esi1azione ~ medesimi qualora lo giudichino neces!ario per la difesa di quegli ste!i!i figli. Nemmeno devono giudicarsi troppo crudamente ~e stranezze e gli inge-nui accorgimenti a cui ho accennalo ma che con perfena since• rità si p~opongono sempre di a,·,·antag• ~iart" la prole. Se anche lo scopo non è raggiunto. non si perda d'occhio l'elevatezza delle intenzioni e la confenn.1.. o\·,•ia in essi. che sotto qualunque latitudine viene volta alla figliolanza la parte migliore dell'animo umano. UDIO CIPRIANI . 9. E1<himue con Ire mogli e due ligli • 10. Donna e bambino dei Ciriguani ICi•<o) • tt. Indiani hlam•nu dell• Co1tari<11 • tl. Madre e bimba de.gli Alak.:lul (Cile),

S ul 111u1w 11,pr,:1/in, Jrl/"A,,unr11111u I,, ,/ou,-,,,,, /Hi/111111 drlli, rr1;;:;« ,i impo111• N>mr un lU/lf'titm,.ntv ,J; 111111 11 &io11t' r di una rv11ct':;.Ùnw Jlt1•m11111111t,. ll-rr;1ori11/,, ,. 11/ 1,rsi e nu:.w11"l1• ddlu e 11111,-w •· Con f 4,innr11nw in/uui l"',- "'" •t u//• rnm unt1 tYJJr1r11:;.•1 10:;:;ial,-,li,. e-i rlrlifomu daltlti,lw ,,tfl;,u,011t1. "' 1/ulrf.1u11fH1 ull"A,ia, pt-r i( pttJ.,11111. ,, ,~, ;I /utum ,, 111111 ment., ,:m11,/i propo.,ill. ,1/11 tul((ui11, p••r ,I p,,,.,,,,,,, ... ,0l11mf11 fil f:urUJHI pu,i ricf'tC'llf\Ì li, n•tu JHJlria ,/,.J/'-lrit111,.,mw 1i1v ,·ti i11IPJ(fO, nu•11 tu. u /1I ,li lo1,ira 1.trrllumrnlr rn:::ulu. i p-,.. ,, ,/,lf -I~•" rtP11• la l't-rJu1. rlndìo. fml,rrm> 1/,.an~Man. (Il f/uull 11ur 1/f'lf' 11/•· rit$Ì fu prima culla rl,·fl,, goti• f.t'11uirwm,·111,. ur;ll,ir, f1,m11v comp/,.1111,w,11,, pt•ftfoto il lu/1~111• ,Jt,,.t; flnlirltì i/1,,.,ri 11/ii. luturi tfollt1 pt-llt' /,iu11r•1 r: roJro. rltùmmli .111cc,.uiu1m,•fll1 ,,t lro1,. 11 più '", ,.nlurou, J,stino hl u più alt, _lun:ù.111i ,li C'ir•iltà. Sul mito "tmro d,lrAs,o O~!{' ,0110 ri('(J110•ril,il; ,,.,,,lui ,li :.u11iu,· r,rim,o ,wl1t111toc,1/o .1tnl11 di c-0t,il111111;io11" '-'" 1 1 uri iUtl!(Ui più. Q mrm1 UUIOt"IVIIÌ O d1•r•1(111 tJ,1/,. mi•4/l''11/lt' ,,,,.ioni:. wn1,u,: ntl'fonf'MO. r,n,s,. C'oldu1w. IUnf.UJU, ,,,./ nmtru11to dn 'luuli f,./,.nvnlo Of/t1no ltt1 orumu, rompl,:,wmrnt,· alxl•c:Jt.,. 1µ·r lt, /, Il,~,. /ul<1lr llrll"t1rfflpp1t1mt'rtlo 11wtirr•11.ul/11 ~,m 1/nmt """'" Ju11;ionr. (,lu,•lfo rii,: tinNJru J'A1iu <"1 mo.,,"'· u Jlo,:," 1,fo11/iru:.i,11u• drlr 411un,Jimo. JOno. oltr,: o ,,.w,; d; urrlt,·ulo1,3u ,.J,/l;w. ,vui oilfl rniJ11i lrodi::ion,,/! ,. rulturu/j d; rii illà. ru1 J,. ra::r (1rianr ,li 1rro sf,1mtl(Jr ,/; im~r,.~~,iubile 1icorf'. ,li,•,/,., 1 1ih1 ,. Jor:11 rii Joprru rin•r,•. llu purt,oppo qu1•ll,: mrdf'Jlltlf' rU::::(' luumo _finitu fo,:,.iù. fJf•rdilr,:unul, p!lflr diJ~rr/,.ndOJ1 ullrou•. porlf' JOtt(m1Mndu ul cl,niu r sl)ptullullu ul ntl.'tin·1010. C'ulumtlù sturic,, ,li,· /11r 1u11uttm1,-111f' /i,iuru ti F,tOJW ,/,-1/1· l(f'llti 11r11U11' S(ll,f,. ù1 foru1111 lru il qu,1rto ,.,/ il Sf'fflndo ,,,.-l/,.,111io "· C. Jono riusril,. 111/ ,.,·iturt', Q1i,.11i ullimi 11riun.1 mrNuono t'lfl.'llii:u,111•nte /,. ~op,lit' ,/,·/ noctrn ro,i/:,i(nt, /rn la lonl'lti(I ,.onr11 ,J,.; l',,/u t' q11rllu azziale drll'imp,.,o 1111'(/o-perJimw,.1en11,•roa rlPslf,r1• ,, 111/ ini;;Ù,rf'; mw1·i /)(,,.Ji ali, 1ir,•n1/1• ddlu Jturi11 ,. della /01111. Più pr,('banu•,rlr lu ,,,imu diJ<"f'MIdi A rlu111 1n1a.wri 11t-llu pe11iJolu r/l,.11i4•tt p,,.; /urJi m,ufu,. cirro nl 1500 a. C. Prima di tale rpo<"t1lu Cr,:cia trn Jtala ul,itt,111 unirom,.nlr da popola::ioni roldm c/1,•. t11f'tli111rranre ,. minoirlil'. lA.1 /"~'-"'"la cluu,t'fl. romr t n11tu, 11011nu111,"ll, i aprir,• d11w111; 11/ JHIHO tfri ,o prat,[t.iunli quu.Jj fini:io di un·rru nuo,·a. Do Orucolion,. 1n/lflti .,arl.'bJ,,. rllllO O!, no, poJ,,. a ,ua t.'Oltadi altri capouipili. Doro Eo1o, Xuto NI atvlo di Aclt,:u ,. Ji Ionio. nomi d,r J11.,.11tano.Jimboli~tmt'nl••. 1,11tro11imicidt.f/,. dit.~rsr sltrpi ariani• #'Jmrnltsi lun[t.o il J}f'rcorJu f' poi ri1101·11les: s11/ 11•rri10,iut,rn-o. /,. qu"li d'om i,1111111- :.i si contf'ntlrranno jrn loro qtH'.JIO J/f'UO lt rrilorio JOJlilurndoJi u,-L; uulOcWni f'II ui CQ/tlti. A proposito dt-lla Grtciu, 1/i l,:t,~t'nda in ltl(,;tndu .J! polrtbbr unclit dimo u,a,,: cli, 1,li Ariani ,.1/,ni primili,i. immuni da 01,ni ronju,onr" d11Ol(tii m,ticcit,1,, t:011 ~li i111lil(l'ni,. ron lf' popolu:.ioni ('f1/du ichr. ,.,.,,.o 1 .fomoci Titani. ron l'ronw/i'U in lt'sta. l)pj quali in/alfi si pt,r/a comr ,li uomi11i .11rroolenti ,, .,u_,wrbi, mu "' /l'nl/Jtl Jtesso Jo1 ruman!. irrt'JÌJlibili (ci,u,/o~t1mt·n1'-'d,.I rrJtQ allf' J,.,.,.,ndt rii, ,l('C'Omptitn(I no fu11:tnlo d,:i primi Ariun• in 01,ni altr11 ,x1tlf'. in lndi11 r- ,,,I/a Scand•na1i11l Jiel, ,li Uruno, d:'o ori,.lm,J,. '"parlirofor,. 1lt1,li lfla11i l on ,_1; /r,dù, Varumu. iuommu una ,_,.,,,,. ~UJw,riorr. \la p-01 (!Uflfldo i Titani. Jt'rJi" ,•flllt!, /ini11u110 pn mt'.JcOlur.,; co,1 gli i,uli,;t11i rtl abbu,Jt1rsi 11/ litcllo JO<:ialc di quf'Jli. nllo,a f'S.fi dopo tlll'f da10 t·itu 01/ u11,,cfriltù /lorù/iJsim,,, fflminharo110 l,:ntnmenlr a socroml>l're. Com,. .lf.// ln,lù. com, t,li lrunio. CO.ti (.li Ariani t'lirnl .., 1h intanto la gtund,: (Offt'HIL drgli Ariani continuata a ti.Jalirr dal/,: rt,.ioni eauca.Jicli,. intorno .(Il ~far \,:ro. t.'l',so il t'Uor,: d,:/rEuropa. Numnosr Jtirpi uriunt, d,:l cui .Jucctuito rapido 1xuso~iio atlraL'f!rJOlr rt'iio11i 1,uddr11r. t noti::in tVrtn, quali f Snh,s, i Kf'lt1J,t'rc.. nndot"ono nd inoltrarJi 11t'I Con-

ic~ dell" 1,,/1111011:w11u11u i 11omi Jlf(lpri "'·"''J!twli lvro 1wllu j,1111i15lia 11rim111.lnl'allru itll'f-r,• tHw1110110 j wm,i d,·, popnli i11tli,:.t.'n1 ,ogg,v;;M1 . .'<11,n lri,mi I H,·tw. I \,·ru. I .,1•111m1. g/1 .,,,,.,,,i. gti Ed11i. i 7 re1t'ri. 1 Sui•l;i. f!,li t.'frr:1. ,:.li Ehuro11i. ro11 1 q1u,/i (,, mili:;i,• ,ll'f J~irtolnr,• ,•bl;l',o lun!{U r r1peru1 l!,UNrtt: 4rfon1 c0111,, 1• /orse più J", wtlrl,•ui i C1mbri <' i '/ l'11fr111i con 1 <111uli i Homc111i r i \Jurio ,11·1 1 t1110 ttnrOr(I prima do, uto ft'l!,Ofort' u11a .mng11i,ws11pnrtl/,1: Aritwi I tari j:.fllfJpi mdiwrml!nl,• Ofl!,lll/Ì:;:;oti rhe Ùll't/.lt'ro /'ltn• lrn d1,r11ntee tlopo fu cmlu1u dell·Jmpt>ro Hom11no 1/'0ccùln,t,•. truti. Goti. lt11rg1111di. 1/(lndali. l...»ril{obardi.Alamo,111i ,. F,m,. chi e. ,fu/tr(I 110rtf'. Vo,mw111i. sono lllllC' grr1ti più uudi1'(tmt•11I,· e succt>.nil«1nPnt,• $CJ>llmle# ,lai reppo .tt'llt>nlrion<ilc «rio ,/ellrt $erondo migm:iom• tro11~co11ti111'ritale. 4 q11eslo prop<uito a11:;i, i"'' r lt> 1(1/{ÌOni imnl1cile Id •'lfJlici11• /i11 qu, riportate. ci pouiunw r/i.t111',1tar1d•; ripPll'r1• la ,u,,Jw tf'.ti drff'arfo11itii. .t0.1ta11:;ù1fr, ontrnul, d,,/1,, m:::.11 i111l!tmu. /es; rh,• JtÌtÌ "bbittmo tlf11l0 (1«u .tion;, ,/, r.tprrnwr,• 1nirf.'.. a clella Ban:;i ,,,., 5-5-12 xx, I' clii' lii "t,,, ornuio111 fJ'•ln•nw nprrm{,-r,•, 11 />ilf/1•. com(' ,I rrW~f(ior 1111t,t'n,, r /'(lv1,ur1t111i1ù ,/,.//'ar,,:,0111r11.r1.0,i,.011u. Anr,11,-,~o ,wlf,,,,,,; di mi1111~101,til.i 1ici.1Mlllfli11i I' di 1•pid11• '" t• fl/Urt' ti ~m11t.1u• tlfÙ//lt•;. ,/flt11 1lt//lq11, il domin11lor,, 11,:;.o/utu ,I, llu ·'P":;io f?'11~1<,/ico romp,,•,, jr,, t/11,/o. il 'f"ner" 1·1/ il Nr ,w. (liJ••r111·111do ,l,,iu11q11,, Ullfl i111/i,c,11illi/., /or:;u di ro11,1•,1~1 :io11e ,, ('fllllrihu,•,ulo al ,>111,•11:J(lm,•t1/u eil ,,/f11rrirchim,·•1to rh 1111m('rO.tf' a/In• 1111:ionuliÌù ,lt-·i ,·ari cn111•,w111i " lm.,f,,~emlo i11 /iflt' fo •ua /WfrÙI 11rinrip11lr ,Iuli" "'l{Ì011i dr/ /11m1ir li 11,,,flr dl'/11·Alni. f.'d ,•eco r/11• Q,l!./1; 11,l co11/ror1l0 d,·r-ùim ro11 f!.li ,,I,, ·11,,11/i m::i-,/i <H"trni.. ,uf niu110 ('l/1•r-o r $11{ nù,m, p.~irnfo!!,ù•1.1. è I' -l1i•1m•simoeurOMo. ru~:iuf,, ,, moml,·. m:c<1mot1fo ,lt,Jf,.c1r,• 1110 .t.-tunt,iont> ullt• .tPQ11d,· nwdiurra,we ddlu fH'nisoh, i/11/i('(,. ,fol/r rii e atl,111ticl:t> rfrl 11Q#ro cu11tirw11lr 1ti co11/i11i nrri,/,•nta!i i/.-1/•1 lfo:w·11, che $i ritro,·a. """ $i rìorgani:;:u. cl," lrndr a ri 1c11llt1rsi ,wllu .c/nr:o di 111w,c:urrm r/Jolutim. FELICE GRAZIANI fim•n1.-. $OUttppo11pn./ositrii,, uuit> popQla;iQ11i celti' .tlu11:ifll1>1i t.' 11011 ltuci<111do chr pochr tract;.I' J,,/Ja loro IJfOL'f'11in1:::.a lungo il cammino. Ma n.t)r, pn qm·sto so110 mnw allendibili 1dì rln11Mti t>lllolngià. archro/01,iri e lin~uistici cl1f' ricoll"tt<mo ul Jopra1, giun,=eu di qtteue gt>nti, ul foro .dt'J$O $(lngue /'ori,=int> dellt' raril! stirpi italich,·, ger11wruchr e 11ordich1• degli m1tichi$.timi U!mpi storici dell'Europa. Per quttnlO rittuartlo l'Italia/,, ,tlirpi oriiinariumcnle latine e an :ilullo i Ronu111i. i Vi•m•ti ,. /ors.- i u,.,,,;: Jr stirpi i/lirichl' drll'Adri't,lico ed allrt' .tptuJe ,1ella.l1a11no11iu ,, nt'j 8alcm,i. /111ar,1o u ridnsw di qut>Jl<r prima otl.data rediamo arnn:ore altri ~ruppi di Ar{m1i. u,citi ,folla tena oriKinaria dr/l'Arianesimo. in Ppora po$1erioree come u,fi nwno vit,orosi a11ch,• $(' più ra::;i11lmt'nlfp>uri, quali t,li Aluni O Ro:wlani e sopratltitto i Sormati chr i;r1111r. ro a eon/nire urw uileriorr spinto ul/'emig.ru~w11r d1·,,li Ariani rl'rW l'occide11tr ,, il M!lle11trio11Jr'Europ11. f;. ntrnlrr /,• Jtitpi tf,11.:angu,udiu scrndt·ndo 11ell'occiJ,•11((• t' 11elmnidione, unhono in contallo con le prN'$iJln11i popola:ioni cdto-ib,rir-he, m,•- dill'rmnu e pelas~iche. tohYJlta 11011 riusct'ndo p11,1roppo Olici;iU1rf' /,. (l.rm:i ronsl'g1101- ::.I' dt'/ m1•ticciat<>il. $CCondo "più cr,mpullo gruppo de,-li Arùm, Ji c,m/-,m mceo1lie11do circa trf'mifo armi or sono. nel!,, regio11i del $ellentrion" e drllu l'omrrunfo a111,all'. fnt·<1Je le lnre diJobitate del nord. la pe11isola che d11l'Ui, i Sokla. r,reJe il nome rii C111111i11(l1,,fo. ul wi clima rigidi.t$imo questi' ,r.enli dot~rano 1·ieppiù, Jempm,si nrl /isi~ Me flell'a$pello. di questi Aria11i11na pa,,,. decùe di /e,,,wrsi sulla /l'frO <01tq11iswtn. 111ui /><trii' ,iprrJe il modmrnfo ili dire:ione del sud, ,/e//'01,u. Qu.esta prima imporlantl' st>p9ro:ione di g,m1; ariane del setle11lrio11,. fu bl'n OJkr1·0- '"· sul principio J,.I quor/o sn:olo "· C.. dal (f,ff'CO•mooiKli"sc Pytia, rhr si rrcò ad esplorurr h· JCOnosciute rrg.ioni del 11ord. /i no 1, fui/a la D011imarca. E i11jutti 11rlcor$Odel tl'r:;o$ecolo u. C. Iuli,. l" lribù. che as$ultuno d,,I 11ord ,. d11 orier1t,, i tenitori delle Collir e d": !'arsi /Jussi. qudlc .•lf>JSI' rlie sar(l11110 poi nomi• 119/mc11te descrille. oltrech~ combauute e vir•e, da Ce.w,res0'10 1,iM, aria11,-, swccutl'Si do 110co lt>mpodnl ,rruppo eosiddnto « 1nmanico • J,,Jf'!!!_ropa cn,tmf,._ E.tsr tal-

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