La Difesa della Razza - anno V - n. 23 - 5 ottobre 1942

figliuoli: sta di fallo che 1'11alia - e wpra tutto l'Italia fa.:K:ista -- è la con,inuazione di Hom11. e lo i!pirilo. le qua• lità dell'Urf,e madre sono il nostro i!le:s:sospirito, le noilre stesse qualità natie. Per esempio. le alte idee politiche. la scienza <lei diriuo, per le quali Roma fu tanto grande, rirul• go110 1u11ora in llal!a, e 5.n tali studi. nei quali si manifesta non solo la \'8.i'itità dell'ingegno, ma anche una praticità &:1· piente, noi abbiamo dimostralo semvre di non essere eredi degeneri. Il bisogno della t.-onvi,·enza ch·ile pl"r il progrC!so della nuione e di un forte e onlinato go\'erno. sentito così potentemente dai Homani. l1a condollo e ronduce tuttora le varie generazioni ad allj eroici. i quali ricordano la grandezw di una voha. La passione per gli studi del diritto. così inten!a a Ron1a. e chi:! le :1wuioni barhariche compres...~ro nel pili remoto )ledio fao, risorse :alla fo1e del Secolo XII (tanto tenaci :cono certi orientamenti nello ,rnl.@':me1110delle fonzioni mentali I. Epperò se la rana .italiana ha ereditalo da Roma cerii caratteri morali l' intelleuuali, ha la:K:iato pure pre,·alere in cgni caso e !n orni tempo. anche b .sua natura specifica: quella. da~lc- i1wai.'ioni ~alliche in poi, sc-mpre pre\·alse. non. cl1è alle occupaiioni degli c-~rcit!. ma alle- !lesse immigra• zioni dei po!)oli so!,ra\\enuli. 1li,·er:'amt'nle d.1 quello che awenne in altre rt"gioni di Europa. liwero. in una regione cinta e di"is.a da monti. naluralmente abitati nelle· intime ,•alli dai pii1 j>O\eri. e indo!ti. per nec~sità. da s«oli a !«Il· derne. per offrire- le- loro braccia e vi,·erc più com1>ortabil· mente, la popolazione indigl"na o nraniera delle pitmure e delle marine-. mt'no oro,•ala alla , ila dur., ed al lavoro. finirà' sempre con C'S!!f'fC~i11110\·atse. !OpraHatta ds quella cht" di• scende dai monti. che ,,"infondo110 nuO\'C e continue correnti l'.li vita. Cosi µuò s1>iegarsi come grindigeni sicani e siculi finirono man mano col far prendere la loro stirpe italica in Sicilia su i discendenti dei Greci. degli Arabi e dei Normanni: e così le popolazioni lucane e le bruzie sulle greche e hizanline. Ed i Goti e i Longobardi, dislmllori d'intere popolaiioni pianigianc. finirono con lo sparire. nel ,·olgere dei secoli, Ira le popolazioni galloromane del M:ttcntrione. le umbre e le toscane del Centro e le sabdlicl1e del :\lez1ogiorno. Onde il riliern dorsale d'ltulia ,i ouò dire ii=pina. non 5010 'per similitudine nella topografia. ~Hl. qua,i senza metafora italiana 1•dla ,-ua fu11zionr. !,oichC cun1ie11r ;• ,-erk1 flt're,rne i! mi• dollo. da cui si diffu!ero .,,('111pre. e -.j rinnO\'aro:v>.. ,lou:· ma11ca\•a110. la r:u:za e la ,•i1al:1à nati,·e. Anche Of!ç;i. trannl' le più re<·enti !lla,e e hizanlinc le queele pure. wlle marine del :\loli,e. del Capo di l.euca e della Calabria estrema . .,i l'anno rapidanwnle c0nfondendo con i nali\Ì), non c"è in Italia colonia di origine $-lra11iern che ~erhi qualco~ delb ;;na stirpe e della sua parlata. ~ non er:1. riuscita prima ad allo• ~,H,-i in quald1e \alle apf)ennia:i od alpina. come i comuni tedeschi del Vene10. i fran~i di Val d'Aosta. gli ulhane~1 del )lrzzogiorno. E :- s.:ffall.t uni1ii di razz.1. fin:scono col dare var=e:à uni• camentf' le rnti<-ui del clima f' della posiiione geografica. La tempcrnnza ,!ella luCf' in cui i.'i rile, 1ano preci;;amen!e gli oggetti esterni. e la consa1>e,·ole7,za di una conl'i,·enta com• J>orlabile. nella giusta misura del \•olere e delle possibilità. in i'uolo pili uniforme neJraltitudin(' e nella mediocre feriilità. fanno più misuralo l1i1aliano del Centro e più disposto ad ord!nata 11ocieti. Come !e molecole si allargano t si rin-..e· ,,(;()!ano per il caldo, e si acco:;ta110 t' si adagia110 in~ieme J>er il freddo, cosi dal .l\lez.zogiorno 1'1 Settentrione cres.c( la dispoiiìzione spontanea alla disciplina e diminuisce l'a11i1udiut" ritrosa e pugn.ice Ira s-l'individui. N('lla Calabria. l'uomo di qualunque condizione ha ,.empre dato del tu all'altro. t: a N_apoli del Lvi; nei giorni cht> l'individuo italiano appari,·s un tempo più S('ioho. cioè neHe feste carne\'alesche, accadc,·a chf:' chi era in muchera si av,·enta,•a e m~cola,•a a Na1>oli con chiunque. e.nche ignoto: menlre da Roma in su si ,•olgt\'I. im·cce tohanto a cì1i c,)nO"-ce,•a: di là è iù wlito chiama~i. tra conoscenti. pe1 cognome. da Na1>oli in giù per uome. Nè ba.sia. [' noto che la prima impresa annata per l"u11i11l d'Italia fu quelh1. dei Napoletani nel 1815. Il )tanzoni dice,,a che f"rancesco Lomonaco. nati,·o <li Montalbano Jonico. in provincia di Malera. fu il primo a !Cri,·,-re che la nbertà non era possibilt> senza l'un!là. e che per unire la nazione hisogna,•a innanti tutto meller fuori lo ilranicro. Garibal1.li dice nei .lfìlle: « 11 con1cg110 e il plauso di quel popolo (cli Napoli) val~ro, nel 7 s.etlembre 1860. a mantenere innocuo un t>sercito numeroso. che- lro,·avasi ancora padrone dei forli e, delle migliori po!-izioni ,?,.IJa cillà •· Il Fascismo ha d:moslralo che non è ,·era unità quella che non m;ra :tll:t creazionf' di nna ~o:.eirnza rauiale, che den· penc-lrarc ed a, 1,·in~-er..- :nsif'me tulle le manifestazioni della vìt;,. di un 1-olo e sle!SO 1>01•olt•. E ,,on i- vera unità neppure quella che. non preoccupandosi ciel pericolo che gittce nella pndi1a di tale coscienza. non ltndr. ohre 1:he a svegliarl3 aslrall:1mcnte. a renderla qualco;ia di reale e di 1>0;o.i1i,·oa.•I attuarla nei fon i e nelle relazioni oratiche della \ ila. della Nazione. La semplice consape\'Olezza - dell'identità della .sliqw, costìtuisce già in sè un t'lemenlo di forza \i\'a e grande: allora ogni indi,·iduali1à allua tutta !a nohihà di cui è capace. proprio i<-acrifican<'o;o.i e l:n or:rndo !,er il 111110 a cui :t!)J)IH· 1ie1,e. così come. !n una ~infonia musical". ogni noia «vi,·..-•· cioè comoie la ~ua funz•one «morendo• e ~enf"ndo il-111110 di cui è !}arie H~enziale. Ta1110che og!i!i l'espressione più alla della razz:a jtaliana f" prOJ>rio il Duce del F'a~isrno. di cui può ri1)e1ersi qu:mto l'Hertzen diec\·a parlando di C:irih:lidi: e Italia110 e popolano r.,ppre~t't\13 nella ~ealn !-oeialr. 11011 solo un uomo del popol(). fe1lelc .'.I.Ila ~11:1 origine. ma l"uomo ff"dele alla sua r:.ma •· ARMANDO TOSTI , ,, :Jl • , ·t:'l ' . •·r J

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