La Difesa della Razza - anno V - n. 23 - 5 ottobre 1942

8r::ad<iare delle rane e s'intereuano allt cic-alf'. 31Je libellule e alle luccio!~: lJopo a,•er accennato per sommi capi alle principali qualità morali del po• ~lo giapponese accenniamo ora alle principali caratteristiche .dei suoi co• stumi. Cominciando dal nome vf'diamo come questo prima dell'introduzione degli usi occidentali fosse una cosa molto complicata, qua,i un rebus, alla M>lu• zione del quale difficilmente un europeo poteva riuscire. Ogni giapponese aveva numerosi nomi, cognomi, sopran• nomi, pseudonimi, ecc.; un primo cognome era quello dato dal ceppo d'ori• gine della famiglia, antico e caralleri• at.ico; un altro era quello coTTisponden• te, in ordine di tempo, alla famiglia attuale, col quale general~nte •'indicava la regione o le caratteristiche deJ luogo da essa abitala; il nome comune; il nome proprio, ·impiegato aolo con un certo mistero e soltanto in circostanze solenni; il nofflC' di ragauo, portato provvisoriamente fino all'età di quindici anni; il soprannome, cosa che denotava una certa eleganza; il pseudonimo, adoperato specialmente dai lc1teralì. o dagli artisti; una varietà del p!eudoni• mo, adoperato particolarmente dai poeti ,:amici e dai pittori; un nome artistico. ..doperato dalle geis:he e dagli allori; un nome postumo onorifico; un nome postumo ordinario. scelto dal prete pri• ma della morte del credente tenendo conto del suo sesso, dell'età, del rango e de!la setta. Con l'introduzione dei co stumi europei (1868) si tende ad elim\ nare questo elenco d! nomi che non ori• gina altro che confusione ed ormai si è giunti alla qu11i totale adozione del sistema europeo. Caratteristico è anche il modo di contare l'età pres&O i Giapponesi. &.sa si çomincia a contare sempre dal i- gen• naio, a prescindere quindi dal mese in cui si nasce; così, ad esvnpio, un bim• bo che nasce nel dicembre del 1941 htt già due anni al i- gennaio del )942. La giovinezza per i Giapponesi è il pc· riodo di vita che va dalla nascita ai 20 anni; l'età matura, dai 20 ai 40 anni; la ve,cchiaia, dai 40 ai 60 anni. 11 .!ICS.Untunesimo anno di età viene celebralo solennemente dai Giapponesi poichè euo è considerato come l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova vila. Il orimo av\•enimento d;lla vita del fan~iullo si ha quando gli si rade la testa appena sette giorni dopo la .sua. na• ACÌta. I Giapponesi amano moho i bimbi pur non usando con es..5Ì esagerate smance• rie, per cui è difficile sentirli piangere per capricci e Ja loro vita è libera, non contrariata da vestiti stretti o infueia· ture .come tu suole fare in Europa. Appena grandicelli la famiglia e la scuola s'incaricano di inculeare, prima, e di mantenere vivi, dopo, in essi gli ideali della rana: il culto della nazione: la devozione all'Imperatore; il culto degli antenati; la devozione ai genitori. ed ai nonni; il disinteressam~nto per la vita terrena; la fedeltà; l'amahilità; la ras• segna.zione e il coraggio; l'amore per la. bellezza della natura. All'età di 16 anni per la donn!' e di 20 circa per l'uomo, i genitori s'incaricano di combinare il matrimonio che di M>lito però, viene concluM> per tramite di uno special(', intermediario o anche di un amico di famiglia. E' appunto qu~t'ultimo a combinare l'incon· tro dei futuri sposi e quindi a fi.uarne il matrimonio. Per l'occasione la giovane sposa •i veste tutta di bianco; il bianco in Giappone corrisponde all'abito da lutto, ciò che in questo ca.so &la a signiJicare ch'elila è morta per la propria famiglia, dovendo da quel giorno prestare assoluta obbedienza oltre che al proprio sposo anche ai .suoceri. Al tramonto la sposa ,·iene accompagnala. dall'intermediario del matrimonio o dall'amtCO di ramiglia. in casa dello sposo. Qui durante la cena· che costituisce l'essenziale della cerimonia. la copj>ia deve here in Ire coppe: divertt del $akè (vino di riro) a cominciare sempre dalla giovane sposa. Dopo la cena gli .sposi vengono condotti nella camera nuziale e qui f""'~; ripetono per nove ,,ohe, in nove cOjl 1,e di,·erSe. l"at10 del be-re con prec::cdenza, però, que• sta ,·oha dell'uomo. Per quanto concerne la legalità del matrimonio. M>lodopo questa cerimonia. i genitori della •posa avvertono le autollità dell'unione già avvenuta; si capis«, quindi, conle-._, tali formalità sJano del lutto inutili e a quali inconvenienti possono dar luogo e come siano state abrogate dalla massa della popoluione. Abbiamo già dello come l'adozione sia largamente praticata dai Giapponesi: essa è considerata indispensabile per chi non u·endo figli intenda vengano continuati i sacrifici in onore dei morti della propria famiglia. Abbiamo altresì accennato come il matrimonio sia un caso spec::iale dell'adozione. Un artista. un pittore, un attore. ecc. gene• ralmente adotta il suo migliore allievo; un commerciante adotta il 1uo migliore impiegato per dargli un interesse personale nella sua impresa; in punto di morte si adotta qualcuno a cui lasciare le proprie sostanze pur di non farle p&Mare in mano di un estraneo. Un'altra caratteristica del costume giappone• se iè quella dcli'« ~nkyo >, cioè della vita isolata che il capo di famiglia, unitamente alla moglie, sceglie dopo a,•er · raggiunto una certa età, generalmente dopo i 40 anni. Il capo di famiglia che ha rleeiso di vivere in solitudine gli ultimi anni della i'ua vita. la• scia al figlio maggiore le redini della famiglia che abba.ndona, col diriuo pe· rò, g,ranlilo dal codice, di Higere da lui H sostentamento pt"r sè e per la moglie fino agli ultimi loro giorni. Nel Giappone i funerali assumono diversa forma a seconda dell"apparlC'- nenza del morto alla religione shintoista o buddi.!ta. Più comune è adesso la forma di funerale voluta dalla religione !'ihinloista secondo la quale la bara ha forma rettangolare, mentre secondo il rito buddis:ta la bara è di forma ciHndrica e il cadavere è piegato con la tetta contro i ginocchi. posizione che, ~ndo alcuni. sia a significare una profonda mediiaiione e.• secondo altri, una rappresentazione simbolica. Altre distinzioni fra i due riti sono tratte dal• le insegne in forma di draghi porlate lungo la proce.ssione del funerale fallo secondo l'uunza buddi1.ta~ sostituite da rami d'alberi e da bandiere in quella buddi!'ita; dai diversi costumi portati dai preti chf' accompagnano i funerali; dalla loro d}veru pellinalura, ~- Una particolarità del funerale buddista è quella di liberare un certo numero di ucce!li al momento che il morto viene ,posto nella sua dimora definitiva. Il lutto consistf" nel ·parlare \'CStiti bianchi. nell'astenerai dal mangiare carne di qualsiasi spec::ie. nel ,•isit1re le 1omlWl dei morti. specialmente nel settimo e nel trentacinquesimo giorno della mor• te e nel primo e nel ten:o anniversario. Per quanto concerne la vita malcriale del Giappone. cioè a dire: le .sbitazioni, il modo di nstire e il nutrimento, essa ha consen•ato più del ,·ecchio Giappone che assimilato dal moderno. Quanto diremo per le abitazioni riguarda specialm'ente la musa della popolazione tolto naturalmente il caso dei Giapponesi abitanti alcuni quartieri delle grandi città che non hanno nul• la da invidiare A quelli europei o ame· ricani. Le abitaz!oni sono essenzial, mente coslruitc con legname, con bam• bù o con canne e sono costituite dal solo pian lerreno su cui eccezionalmente può elevarsi un altro piano. La casa è circondata in gran parte da verande su cui appunto si aprono le varie stanze di cui C!1$aè composta, L'unica pro• tezione contro le intemperie è dala da impannate di' legno rivestite di carta più o meno Ira.sparente; d'estate, però, tue vengono tohe così che la casa rimane completamenle aperta all'aria e alla luce. Ciò che però più colpisce il ,·i.si• latore europeo è l'a~luta nudità che presentano le camere e la pulizia che domina do\•unque. Semplici tramezzi dividono le stan:r.e che all'uopo poMOno quindi essere riunite per formarne una più grande: il mobilio manca compie• tamente e tutta la suppellettile dome-

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