La Difesa della Razza - anno V - n. 23 - 5 ottobre 1942

Li DIFEDSE!LL! ~CIENZ..t•OOCUMENTAZIONE POlEMIC• O.4UESTIONARIO DIRETTORE TELESIO INTERLANDI .\NNO V - n.23- SOTTOBRE XX LlRU~NA 'lOHI\I S/A1f,. I:. ,,u, l'l'COIU. UA11E, 'tÌ Clii-. '/. ,;n IJl:.O l>J 1'01 TU '4 I 01 \O\ IUD 1!" (OA-.lt:. l',Uli\lll~U \ J • \ \ • ' \ I 'S, '. \

SOMMARIO SCIENZA ,UM..t.H:00 TOSTI: ll VOLTO DELLA RAZZA ITALIANA; AUSSAMDIO KEMAL VLORA: LA RAZZA GIAPPONESE; CUUDIO CUOSSO: PSICOLOGIA DELLA PREISTORI-'; FELICE GRAZIAMI: FONDAMENTI ARCHEOLOGICI DELL'ARIANESIMO: MOD.: GENETICA POLEMICA U. A.: LA RAZZA CHE COSTRUISCE DOCUMENTAZIONE ENCOLPIUS: Oli ~8REI VISTI DA G. C. CROCE; f. CAT.: OLI EBREI E L'INDIA QUESTIONARIO DISTINGUERE Gli EBREI; ALCOOLISMO; PROPAGANO-'. I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOIN ROMA•PIAZZACOLONNA !PORTICI DI VEIOI TELEFONO63737- 62880 CREDITOITALIANO BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀ ANONIMA, CAPITALE LIRE 500.000.000 INTERAMENTE VERSATO I RISERVA LIRE 128.000.000 , SEDESOCIALEGENOVA I DIREZIONE CENTRALEMILANO OGNI OPERAZIONE E SERVIZIO DI BANCA

L!Dff ES! DELLl I • AN o_v. UMERO 23 5 OTTOllllE 19,i2.xx ""'' t, IL~ .. Il 1ft IJI ,,i.\1 .IIIUII. I \ '\ I 'I l,M U .!'.,- ,o.•,._ TO I.I. t. I \lt.0\".1111:'TU ... \lH,U l.1111, \• A.ll•0\1t'illt'\lfl .,.,-,,u~Ot1U.t,• 11 t:;" I I M O I I. Il O I' I' I Il llir~llur~: TELESIO 1.\TEHLA:\DI Cumil•lo di rc-d•iiout': 1•rllf.;lu11,<:llllJOI.\NDkA. 11rll(do11,UDIOCIPRIA'I '"1r...:1ario ,ti ,,.,h,d,," .. f,IOK.,141 \l,\IIK\'\'Tt SCIENZ.l•DOCU MENT4ZIONE POLEMIC4 • OUESTIONARIO ECCO COME VIVE UNA DELLE INNUMEREVOLI FAMIGLIE PROLETARIE DEL "PARADISO SOVIETICO". NOVE PERSONE IN DUE LETTI!

Il volto della razzC I di,e,...i 1ipi, ehe ,i o,,f'nano in halia. e che- ..ono 11 pr,,- dono di cau~ c~tanti, delle qual i quella cht a,i•Ct' più 1•ro• forulamcnte èl •a natura del luogo. ht111110 lutti uu fondo t·o· munt: la ronwnit(J co•lituiiS<:c un w!t-.tralo cinico co~ì inlen•o da rNii.lere alle arie inrluen:r:e. rìon ~olo dd clima. citi •m1lo. dd la,oro. ma anche delle imasioni ~tl<'tt'_i,·e all'aziolle rumana. tanlo più che le influenu più ù,aci ~i dllwrn da quei popoli. che con gli haliani ebbero ,:ià i11comui1e il clominio romano. l)'ahra parte. io ritengo dw t~i•t.a pt>r Ct'rti earal• teri morall ed intellt"ttuali d! razza cii, che il U' Oanlt-e ( I~, O· luJion indit:idud(~ "' liéréd11i. Théorie de la \Uiatiou <1uautita1i\·e. Pari5. 1898) d1iama kleioniu, o inrluenza dici primo maschio, in riguardo all"azione ehe ,-i: .. o e~rcita ~ui J>roJoui degli altri. onde noi u·diamo cl.e per t~/,.g<mia gli hali,mi hanno mantenuto ;1 caratlere ro111a110. Il tono aHettho. che si accorda con la rostituzione fi,ic11 cinica, ner i,e'e:iione 1111· turale dckrmina nei di .. cend,-nli una \ ■ riazione quantitatl\a in quel dato -'("r.!o. e, benchè~ tutti ,ii indi\·idui poiii"l("p::gano quel tono in nOh.,ole in1en•i1à. e anche K non eai•te punto l.t t·.:1U•a.che 11,e1d!--t\'mlenti determmO la \3riuio,~ in quel dato •cn.-.o. purt- ,j .. ,abili-ce nella madre una h!ndienu a quclb 1la1a ,ariulil:me. che ,,j tra,melk. e che ha allilmli,u11011~olo a pcr-i,lere. ma ancora ad 11ccrC$cer:,i,QuC'•la ,peci,• ,1, IClt"r-<mia1>•ichica è dimo..trala da mo11i aulori in ,f•uli •J~iali di anlro~ologia. cd è in i111imaconnt-,.,ionc con la }H'n-i.. tcna de-i l".. ntter.: (i~ci fonda~nt:ili attrau•r•o I lemp, ,1oriC'i. ,:, 110110,t:rnle le infiltrazioni d! elementi etnici diffcn•11ti. Co,j 11e,,,,u110 llt',@3 che tra Honut e l'Italia , i è di me11u il \INlio E, .. ; 111110. ci~. (1uel 1111110 periodo di rime!cobmf'nlo t' d! nu<na fu~ione dt,gli rlemen1.! ..ociali. d'irrulioni e cr11nmi,2ruio11i di f>Opoli. d'incontro e di 1~11etru:011e di forze rmi<k·. m.:i rf1'--che e ,e:io\aruli e 8<1ne cvn i JJrodolli rk-ll'1111tu:aciviltà. \la neppure ~i può oggi ricordare l'iniiu-1 .. e \Olgare allc:goria del Cellert che si compiactH\ a raffi;:;u rarr l!'li Italiani ncl!a loro re:luione con Homa. quali stuoli di mo...coni nati dal •:ulau:n- di una nol)lle ca\alla. che mentre •i :innidanl.l n1"1 t"3rc;,me di t--,a ... j unlano tli c:.--ernl' i

figliuoli: sta di fallo che 1'11alia - e wpra tutto l'Italia fa.:K:ista -- è la con,inuazione di Hom11. e lo i!pirilo. le qua• lità dell'Urf,e madre sono il nostro i!le:s:sospirito, le noilre stesse qualità natie. Per esempio. le alte idee politiche. la scienza <lei diriuo, per le quali Roma fu tanto grande, rirul• go110 1u11ora in llal!a, e 5.n tali studi. nei quali si manifesta non solo la \'8.i'itità dell'ingegno, ma anche una praticità &:1· piente, noi abbiamo dimostralo semvre di non essere eredi degeneri. Il bisogno della t.-onvi,·enza ch·ile pl"r il progrC!so della nuione e di un forte e onlinato go\'erno. sentito così potentemente dai Homani. l1a condollo e ronduce tuttora le varie generazioni ad allj eroici. i quali ricordano la grandezw di una voha. La passione per gli studi del diritto. così inten!a a Ron1a. e chi:! le :1wuioni barhariche compres...~ro nel pili remoto )ledio fao, risorse :alla fo1e del Secolo XII (tanto tenaci :cono certi orientamenti nello ,rnl.@':me1110delle fonzioni mentali I. Epperò se la rana .italiana ha ereditalo da Roma cerii caratteri morali l' intelleuuali, ha la:K:iato pure pre,·alere in cgni caso e !n orni tempo. anche b .sua natura specifica: quella. da~lc- i1wai.'ioni ~alliche in poi, sc-mpre pre\·alse. non. cl1è alle occupaiioni degli c-~rcit!. ma alle- !lesse immigra• zioni dei po!)oli so!,ra\\enuli. 1li,·er:'amt'nle d.1 quello che awenne in altre rt"gioni di Europa. liwero. in una regione cinta e di"is.a da monti. naluralmente abitati nelle· intime ,•alli dai pii1 j>O\eri. e indo!ti. per nec~sità. da s«oli a !«Il· derne. per offrire- le- loro braccia e vi,·erc più com1>ortabil· mente, la popolazione indigl"na o nraniera delle pitmure e delle marine-. mt'no oro,•ala alla , ila dur., ed al lavoro. finirà' sempre con C'S!!f'fC~i11110\·atse. !OpraHatta ds quella cht" di• scende dai monti. che ,,"infondo110 nuO\'C e continue correnti l'.li vita. Cosi µuò s1>iegarsi come grindigeni sicani e siculi finirono man mano col far prendere la loro stirpe italica in Sicilia su i discendenti dei Greci. degli Arabi e dei Normanni: e così le popolazioni lucane e le bruzie sulle greche e hizanline. Ed i Goti e i Longobardi, dislmllori d'intere popolaiioni pianigianc. finirono con lo sparire. nel ,·olgere dei secoli, Ira le popolazioni galloromane del M:ttcntrione. le umbre e le toscane del Centro e le sabdlicl1e del :\lez1ogiorno. Onde il riliern dorsale d'ltulia ,i ouò dire ii=pina. non 5010 'per similitudine nella topografia. ~Hl. qua,i senza metafora italiana 1•dla ,-ua fu11zionr. !,oichC cun1ie11r ;• ,-erk1 flt're,rne i! mi• dollo. da cui si diffu!ero .,,('111pre. e -.j rinnO\'aro:v>.. ,lou:· ma11ca\•a110. la r:u:za e la ,•i1al:1à nati,·e. Anche Of!ç;i. trannl' le più re<·enti !lla,e e hizanlinc le queele pure. wlle marine del :\loli,e. del Capo di l.euca e della Calabria estrema . .,i l'anno rapidanwnle c0nfondendo con i nali\Ì), non c"è in Italia colonia di origine $-lra11iern che ~erhi qualco~ delb ;;na stirpe e della sua parlata. ~ non er:1. riuscita prima ad allo• ~,H,-i in quald1e \alle apf)ennia:i od alpina. come i comuni tedeschi del Vene10. i fran~i di Val d'Aosta. gli ulhane~1 del )lrzzogiorno. E :- s.:ffall.t uni1ii di razz.1. fin:scono col dare var=e:à uni• camentf' le rnti<-ui del clima f' della posiiione geografica. La tempcrnnza ,!ella luCf' in cui i.'i rile, 1ano preci;;amen!e gli oggetti esterni. e la consa1>e,·ole7,za di una conl'i,·enta com• J>orlabile. nella giusta misura del \•olere e delle possibilità. in i'uolo pili uniforme neJraltitudin(' e nella mediocre feriilità. fanno più misuralo l1i1aliano del Centro e più disposto ad ord!nata 11ocieti. Come !e molecole si allargano t si rin-..e· ,,(;()!ano per il caldo, e si acco:;ta110 t' si adagia110 in~ieme J>er il freddo, cosi dal .l\lez.zogiorno 1'1 Settentrione cres.c( la dispoiiìzione spontanea alla disciplina e diminuisce l'a11i1udiut" ritrosa e pugn.ice Ira s-l'individui. N('lla Calabria. l'uomo di qualunque condizione ha ,.empre dato del tu all'altro. t: a N_apoli del Lvi; nei giorni cht> l'individuo italiano appari,·s un tempo più S('ioho. cioè neHe feste carne\'alesche, accadc,·a chf:' chi era in muchera si av,·enta,•a e m~cola,•a a Na1>oli con chiunque. e.nche ignoto: menlre da Roma in su si ,•olgt\'I. im·cce tohanto a cì1i c,)nO"-ce,•a: di là è iù wlito chiama~i. tra conoscenti. pe1 cognome. da Na1>oli in giù per uome. Nè ba.sia. [' noto che la prima impresa annata per l"u11i11l d'Italia fu quelh1. dei Napoletani nel 1815. Il )tanzoni dice,,a che f"rancesco Lomonaco. nati,·o <li Montalbano Jonico. in provincia di Malera. fu il primo a !Cri,·,-re che la nbertà non era possibilt> senza l'un!là. e che per unire la nazione hisogna,•a innanti tutto meller fuori lo ilranicro. Garibal1.li dice nei .lfìlle: « 11 con1cg110 e il plauso di quel popolo (cli Napoli) val~ro, nel 7 s.etlembre 1860. a mantenere innocuo un t>sercito numeroso. che- lro,·avasi ancora padrone dei forli e, delle migliori po!-izioni ,?,.IJa cillà •· Il Fascismo ha d:moslralo che non è ,·era unità quella che non m;ra :tll:t creazionf' di nna ~o:.eirnza rauiale, che den· penc-lrarc ed a, 1,·in~-er..- :nsif'me tulle le manifestazioni della vìt;,. di un 1-olo e sle!SO 1>01•olt•. E ,,on i- vera unità neppure quella che. non preoccupandosi ciel pericolo che gittce nella pndi1a di tale coscienza. non ltndr. ohre 1:he a svegliarl3 aslrall:1mcnte. a renderla qualco;ia di reale e di 1>0;o.i1i,·oa.•I attuarla nei fon i e nelle relazioni oratiche della \ ila. della Nazione. La semplice consape\'Olezza - dell'identità della .sliqw, costìtuisce già in sè un t'lemenlo di forza \i\'a e grande: allora ogni indi,·iduali1à allua tutta !a nohihà di cui è capace. proprio i<-acrifican<'o;o.i e l:n or:rndo !,er il 111110 a cui :t!)J)IH· 1ie1,e. così come. !n una ~infonia musical". ogni noia «vi,·..-•· cioè comoie la ~ua funz•one «morendo• e ~enf"ndo il-111110 di cui è !}arie H~enziale. Ta1110che og!i!i l'espressione più alla della razz:a jtaliana f" prOJ>rio il Duce del F'a~isrno. di cui può ri1)e1ersi qu:mto l'Hertzen diec\·a parlando di C:irih:lidi: e Italia110 e popolano r.,ppre~t't\13 nella ~ealn !-oeialr. 11011 solo un uomo del popol(). fe1lelc .'.I.Ila ~11:1 origine. ma l"uomo ff"dele alla sua r:.ma •· ARMANDO TOSTI , ,, :Jl • , ·t:'l ' . •·r J

Due ebrei polu:chi colli d•ll'obbielti•o durento 111,ulim•I• discunione GLI EBREI VISTI. DA G. C. CROCE ZUFFA PER UN'OCA Il Croce ieriue più di quattrocento componimenli (l•nli ne cataloga egli ileuo in una sue oper•) ma di qu•sfi n• sopravvtvono pochinimi, sp•cie per I• ragioni ,1ccenn•I• n•ll'articolo • Lamento e morie di ManH Hebreo ": •r•no minuleri• di cronaca, generalmenl•, coHII• do un soldo, foglìetli volanti. e p► rò condannati • pt,rd•rsi. Di lutti questi componimenti, soltanto he !.e ne coniano che riguardano gli ebrei. Abbiamo pJesen1.slo l.s « Rina lr•m•nd'li .. quHI com• un modello «musicale• della proverbiale litigiosità degli ebrei: come •ccennammo, l'interuse d•II• • Riua" è lutto in quella felice imitazione del concerto di grldi, COl'"cIhf! vii •br•I facevano e lullora fanno le loro gueue in ghello. Con quut'elho componìmenlo, eh• per esser• troppo lungo siamo costretti a legliat• in più p"unli, il Croce racc:onlo una riue inlervenuh1 fra due ebrei per un'oca: ritorna per la sec:onde volta sopra le iulle degli •brei, me non c:olla originallt• delle « Rina tremende•· • l'opuscolello, c:h• I& Bib1iol..- c:a comunale di Bologna gentilmente c:i ha dato in prestito, l'unico, credi&mo, eh• sia rimHIO {perchè sillatti documenti gli ebrei li hanno slermin11li), pOfla nel frontespizio il titolo: ., S:ar.smucc:ie grendiuima accorsa nuovamente nela città d'Ancona - Fre due Hebrei, per un'Och,, dove fr• morti, • feriti, uno è ,etlato guercio, e l'altro Hnr• naso - Bolo., Per gli Here::ii del Cochi 1621 •. " Il nodro croniste in versi cominc:i, c:ol dire: ,. Voglio narrarvi Signori une novella - Ira 1~1t• l'ellre oltre misura bella ... •· - Dunque Menu•llo ,. ricco di robba me pover di cervello - aveva un'oc• gtendo un vit•llo - Pcrchii, com• upele, •i i• ne Hrvon pt,1 po,c•llo 1t: Manuello gli ha cucili gli occhi •tome uson fare Ira loto qu•sli ba,docchi •• e le dà in pesto qua,i tre conche dl gnocchi al giorno. Salomone ltopre l'oca !agata alla catena, • accosciela in perp•luo per il suo ihegrande peso, • si decide subilo a rubarla: si cela giU dal b1kon• con un• corde, t'avvicina 111' oc,1, le lìra il collo e ,e I• pori• • cesa. M•nuello s'alu. prepara i soliti gnocchi, li porla till"oca, la cuc:a di qu!I e di là, qualcuno gli• l'ha rubate, Fin11lmente sul cortile 1.copre le penne dell'• Oc:ho mii.ere\la ,., e allora va dril!o d• Salomon•. • lullo infuriato lo chiom,: [1 e1 C<Mla YOhl. che C'l·oy•U q,C. tchta:nato: Veniti w1 pc,eo a botto, M nOD -.ill (allooendolo, F.c,coml qu6, dlclt quel ,;-he YOli\l, 01.sH l"mni,;-o, et •I ,;-osa 1oc,h; lo non loee\O ch,b.l. • voi p,arcMtco.l •en111. A ba11,r con 10!lwia a kl mia ))Orla l•ù dicitt. lo 90n veni.Ilo rispose Maru.••I. Ch·a: conosctul. che ,,t IUl lacirOnMI, t che n,lla mKI cort •e •il éolet PI• lWI •porlel t m"hcrrlt rob.t !"Ocha men1f1n et.i ltran le •'•I. Ra.~ l'altro, gu<&rdet cc,,... p.. b1 Ch',o non aon lodro, • nulla • i.a. lrobbet Ma IIOll ho,no da ben e foc-clO Ol'IOarl !parente\ t Vi fa~ p,anhr M d! tal C05G 11n•:mi::ute1 [1 ,o v, d,co ., Bolle e riiposle, vengono alle mant, e cosa strana, i.e le dànno sul serio. A quet rumore corr• meu.er Mo!•. Mu,;u Abram., e IDHHr la.ue. G,id:.Ddo ad alla voce, ò 16, tarmo••· !che co•t1 •· Diat la vottn:i cheu..a, • non /et nder 11ovoi.111. Co,.e ar,cor hiora•meuer ~ucho.ba. Per cm11:11ez:ml1co, me 1an,or li la. O.C.ndo con am.o,e. Badanai !ermcne lò 16, fen,,e,. che lo Rabbm a tal tUfflot (proYeder6 Ma i due sono inlerocili: a Salomone salta vie un occhio, e Menuello il nasot per dividerli accorrono gli allri ebr•i ,,mali di spiedi, !orche, buloni; finalmente li dividoroo, cetcano di comporr• la lile. Manuello I\On fu• pece se non avrà l'oca. tt IO VI dico di nUOl'O, che mentii,. fti•pou louro, n• .a quel che Wc,tl, E l'L p,.tta.rò 11or~no. M di qu.i non h• ~,u. Ami•t in u le lare~ ol capo p C. non (m1 rompm. 8re11e, Manuel1o. caccia il coltetlo, m, lo lr&llengono, • tutti cridando, incomlnCl-aro diie, Boriano, a1ete lena,. r.on Y1 ,tote p,.ù la terife. ç:he com, 11a la .,.,..a cl Y09!\om [hor'hor ch•c,• re Me pìU tenace di Manuelto è Salomol'.e, che ,•oslin, , menti• re ancore. Allor.1 RispoM Manuel entr4t in cose, • lo \KOperkr, Che- YOI la tro•arit, pereM la tru.l!a t• troppo opt1ta Si precipitano lulli in cu., di Manuelto: lrovan.o il corpo del reato eppe10 1111, porh della cucina, l'oc.s proni, ~d and;,i,e bullah, sulle p;,idelle; • rilorn.sno fuori gridando: Comti M,7:-docho• et non ,lei p,ù Il [Q;ù a braYo, Che rOeha li ritrovata, non occor p.i:I ldapucar In un baleno ., tulle quell~ g► nerelion • corre su, piglia I' oc•, la dànno co,i pulite • Manuallo, • gridano: • Dalli delli • quel ladron •· Me Salomone • quuli gridi, ,. lutto pien di vergogna • s'ec:lisse, Nli ma1 •·• veduto compa,11 m loco (openo, .Cui il recconlo prende un• piega insperata, shaordìn•rie: Menuello. vini• le lite, ancha se col naso pesto, abbranca l'oca, • · rivolto ai pres•nli dice: Oç,nun d; vo, YOll!e l«.1,110. Ch'io YCJ?IIO che 111on11iam I ~ha a (contu,ion del much;nell:,. Poi la l1 ., Hgaltare • ci tutti, HCondo il loro u10, e con lutto che pt,l,la e monda le melle •l torno che pue 80 libbre, Coaì ol banchello ondcuon qvtto Lh•ore1. Ch"eran U\ tvuo. In numero .:b. Uno par1e KoblN, l'altra parie ••(111 Idi que,. t mo119,or ol••• l'ocho. tre c<atronl {e Z l'ttel E non murano a 1ec.c:o, en1i il vino prende il soprevvenfo, se in breve lutti soft pieni di vino c:ome botti. Finito il testino G,Yal\ pci1 ,troda hrondo p.11>.• rull td oltri attl nelon<b. d11honffll, >t1i0111,1 l• t,rum a q,...gli om •·· enormi e numan CorMt Boibi,u. Tintor. fobr1, • IMt19nom Sartori. Mo,anoon>, Benellori. • t>el. tLoco,,,. Merc:ior,. Murotorl, el ogni 110rlo ld'mt•o•or• In conclu1.0ne o dlrYI ,I lcr:toc~ 010 Tanto rumor d, dietro Il le•oro Che l.n in S.nogooo o ,uon di i,,....e [Qh co«OtO Finisce cosi l'espt• battaglie, con la r1ccomend11lon• d•I Croce che esorte • ben guardani de Bacco. Non duggirà al lettore l"importenu di questo componimento che moslta il dialetto marchi• gieno imberbarilo della lingua di queili •btei. veno le line del ·soo. Ouuli ebr•i che vanno a. brigate ubriachi per 1• strade di Ancona c:on ogni sort• di elll sconc:i sono messi a poslo non già d•lle aulorilà, ma del popolo stesso che ed un hallo ini.orge, • li ricaccia in ghetto. Il poe• la non enlr• in merito degli ebrei, che chi•ma Mardochai e Badanai, con 11videnle dispreuo, p•rchè gli ebrei stanno chiusi in ghello, e pet en•re già cosi legliali fuori del mondo civile, sono fuori causo: ebrei. Nel C,oce però qli ebrei sono linli come ledri, barallieri, avari attaccabrighe. S,1pplamo enche d• quuli documenti, che sebbene isoleti d,1 resto della città, • Bologna, come ad Ancona o altrove, lui• lavi, vivono d;sc,..lamenl• bene. ENCOLPIUS

P er quanto concerne la , ila morale e materiale del pOf)Olv .giapponttie vi .o,ard>bc una infinità di co-.e da dirt:. ma f>t'r ragioni O\'\ ie dobbiamo nCCC!'lsariunente limilarci a quelle conii(kraiioni c-!ie tendono a c.uatterin•~ il 1>0polo gi■1•· pon~ da tutti gli ahrL E' ~ne però. prima di con!!ideran· le diH:ne caralleristiche e1nogra(icl1t dei Giapponesi, o.. senare con~ la na• tura abbia ~rcitalo grande influen.ta rulla loro lormuione: influenza quin• di puranlt"nte geo@:rafica in cui la po~izicne, il rilie,•o. il clima e r;erf'ino la pt~r.u di dctermin.1te ,.o,;.1anze or,:aniche- cd inorganiche hanno uulo la loro 1)artr prc=ponderantt. La ro-'it.ionf' ocwpata dal Giappone, inleramenlr- cir• condato dal mare. ba permc-t"6 I" facilitato la sua politica di i.wlamento ..,olta fino a meno di un ...eeolofa e ptr ro111-egucnza ha fa\orilo lo o.\i\uppo di 11ar• 1ico!ari c:araltrristichc rtno1rafichr riu• .!'C:tndo a radicarle profondamente ne,!,!lì abilanli. Per quunlo riguarda l'iuflut'nu drl rilir,o ~ul carallere f,!iappon~- in particolarr:. e "'Il qudlo sodalt. i• generale, N:-8 I.a 1nuto il •110 m:1~?'.inr pe•o ~ulla C'~liluzione r l'r\olu1.io11r t-0eiale e. quindi. ,ui co,1t11ui e -ul irado ,ii ei, illà di almnc 1:(>11t· dl'I Giappone. pur tuna,ia ciò non ha impNli10 il i:1:- giun,imento di (tudl'omogenrili d1" al• lualmenle c:aralltriu.a il ),OfK>lo •1ap1lo• rH"e-f'e quc,to .!'Oprallullo per mc, ito 11~· 1 mare d1e 1>rrmtllt" romu111t'uio11i mohr, 1,iù (acili r r:11pulc tra i llhr,..i punt: ,lcl pae-<'. \l11e,e:i<•re i.· ~lata , kl''<'Nt. t'i11rlue11za drl .-lima ,,ul pOJ)Olo ,ciappollf"q' "JK'('ial~nlt' ,~r (111a1110 COIIN"rlll' lo ,., iluwo n~ito e 11,it'Olo~ico d,·1 ~iappom."4t', la dtlt'rminuion.- ,1t,11'11t1i1udinr dd popo'o. delle ahi1uioui r dri "'uoi cO'ilumi. l'N 1p1rllo chr ri,uard:1. i11fi11e lit fHè•tn1.11 di "0~1,1nze inur,2:rnir-ht-. aequ11 e mint1ali. '"'""'t' ,ltiernlinarn 110IK r moho ttmpo I findrl· il Gia)'f>OIW ~i mante1111t• i•olato tlallr 111lreeh iltiu il ~•ado tli J1ro-11('ri1àiml11-1rialt-111•1pat' ~= l"inf:ut'n.i:a (lt>i ,t,:c-1ali I" d,·,1di aui• mali. ptr uhimo. lianno d1•lf'rmi11.atola , ila -lc-•11 del po1•olo f1-illJ)p0111•~t·. Il e1t1allere 11:ia1,pont''\I' è ÌlllfHOlllillO -opratlutlo ,-ul ri•pcllo 1lrl pa•"a10. -ul "enlimcnto (amittliart·. ~111patriolli•mo. •lii toratr_r:io, •t1ll"t'tl11<"aiio11e. ,-111 1:1 ~•itua .- .. uffamort' P"r la natura Souo l'i11(h1en1.11drll:1 JJÌÌ1antica rt-• lii;:ione del pae•<', il -hi111oj•mo. ~i ì.· ,,i. luppalo nti Gia1)po1lt'""-iun ~n1irnr1110 moho profondo dtc, ,«ondo alt·u11i df'i 1,iù ~n1111li eono-.c-ilori fidia p•ko~,:ia tciappont'~. co•ti11ii~tt-il ...-11limt"111o più polwtc dtlla raua iiappon~. quello c:iGe ehe dà alla ,ila mora!(' dtlla na• 1.ione ,tt•••a una >nclinuiont' parlic-olarf': il rulto df'i morti <" ,lrili anll"nati. 11 ~i,1ppor1t·-<' 111111dim,·nti• a mA1 c1ua1110 1 morti ahhi,mo fuuo 1wr i \ Ì\ i di oi:~i. 10°Ì th ·e,:li , ÌH" m·I loro rinml,i ,. nrlf_. l"ro pn'--!'11La " •i -l"!lh _ i11 o;rni ,,1:1 a1io11t·. ~rndi<-ato. :111prtna1t1o ron• clJmullo ila t. .. ,j. I.o ,pirilo 1lt•i nwrli pt>r 1 Cia11JH•11t-i ,u"i,1r ani 1,f" 1:t1110 mori.a l.1 ,.._.,,ona f" ;11111113 la n.11ur.1 (' f':trlr• dpa all« ,;111 ~lf'•~.i dl·i 1hi. I 1·imitt'ri -0110 -it1111ti-t"R',pre nrll,1 p.:&rl"11iù :alta ldla 1 11li t' iu o~mi u1,o 11011 manl:'J m.ai 111111 la-tr,1 cli uwl,tllo. rii m:1rmo o (UH:ht· ,li lr,µ110 ,u nl' ~1,110111ri 0 i i nomi tiri dt-(u111j r tlinanzi alla qualr i C'OIII• ponf'uti IK fami,clia fannl• ,, ..... ,ti lr lor(, prtF"hi1•11•1• 11•loro oHerh·. rin,ra,iando ~li :11114•11ati ,lj q11a111r,t·•-i banno ritT- , uto da loro. 1-· appunh1 al culto de~li anll"nAli C'he ..; riallaera il '"t·11li1m:11to fami,-liart- molto 111ofo11do l'rr-•o i Giap1ionr-i. I.a famiirlia i- eon,idt'rata llf'I -ut.1 i11,1cm.-" mai dagli indi, idui l"lic I.i rnmpo11,:ono. La fomiplia /liap pone'<' (' <:i-<iplinala ,f't'ondo la ,.ul~r dinuiont- ,oloularia df'{':li in(<"riori :1 ,upcriori: ro,i il pad, .. è ca1,o a"oh110 dt"!la fami2lia :, cu.! lulli dt',ono ri~1}t"I 10. ritc,mo.. ttn,a t' ohllNlirnza: i (anciul li d1-, 0110ol,l'{"1lit"11zasi Kt"nitori. le do11 llt" nli unmi11i t i ~io,a11i ai \C.'Cchi. Il ma1rinw11io rhr 11:,,.,ic:-ura la conti11uito1 dt-llJ rami~lia non i- ahhandonato :a!IJ fa111.1-in dei ,rio,ani: t~o de\·e e:-.•t"rt' wlu1l1 dai ;,:t·nilori o da chi nf' fa 11' \tti rap1,re,t"r1t,rndo in (1ue--1arirco-1.2111 za il 1lf'•idt-r10 d<"i morti. I.a (('('011tliti1 1wl nu:itrimonio e 11110 tl1•i lali l'-"'t"1u:iali fk'lla ,ua •u,•i•ln1za: la. .sttrili1i dellJ donna autorinn il m1tri10 a 11i,orziar·f'. o nm~ari a prt'1Ull·rc uno cont"uhina lc1.21lt in f'&,a •11.:11 1wr 11\f'tne fi~li. L'ado ~iom•. infint f' moho ~,iluppala. e r;01

conlribui..K't' a complicar, all'infinito la famiglia giappontie. Il matrimonio. in realtà, non è che un ça-o particolar, dtlrado:cione in quanto i ge11itori chr hanno un ma!Chio o una r,mmina atlot• tano ri:.pdthamenle la loro fu1ura nuora o il loro ru1uro grncro: più frcquenlc. in gcneralt'.', il primo caso. La vitli filiale dà luogo al più gran• ~ palriolli!.mo. poichè non iOhanto i morii della famiglia hi~gna 011orare, ma anche e ;&0pranu1to quelli che hanno dato la \·ila per la Patria e gli antenati drl SO\ rano. Ques10 pìù profondo culto è un in~gnamento deuato dal ~hinloi• illllO che ha inMgnalo ai Giapponè!i che il loro pae:5r è di o,i,ine divina. poichè nato dagli amori di due di\ initit: ha• nagi. il Cirlo, e lunami. la Terra. Il thinloismo ha. inohre. in~gnilo ai Giapponesi che la loro rana .è uua rH· u pri,ilegiata. che il loro lmpera101r ditee:n<k dalla Oca del Sole e che esM> è anche il capo della loro Chie-a. l'in, carnai.ione del Dh·ino, Il giap1)one~ ~ 11emprr pronlo u $8• crificare la sua ,•ita ~ l'onore vroprio. ,l'inter~ drl pa~ o la ,·olonti tkl- ,l'lmperatore lo esigano. L. facili1à con la quale il giapponne sacrifica la ..ua pe~ona è un IK'ntimrnlo mollo ele,alo f'he drnota ohrc clic poco allaccamenlo ,. alla \ ila. mohi~imo coraggio. 11 kara• kiri è appunlo in Giappone la forma più onore,·ole del suicidio. Il karakiri ,•iene fatto dal giapponese quarulo ere-: de d'bSere staio di:sonoralo, d'a,er .tU• hito un gra\e ,iffronto, per proure la &ua buona fede o. infine. per protestart contro 11n'ingi\.14ti:cia. (I cora"'io giap• ponese COJJtanlcmenle preparato a fare ,acrificio della propria ,ita in qualsia• si momcnlo dà la pro,'a maggiore del suo allo ,alore duranlc la f!iuerra. ln(i. nili M>no gli esempi drll'ammire,·olr eroismo giappone§C nelle uhime gurrrt da t'!Si comba11u1e: le troiche ictla che porlano le loro armi ,·ittoriose su O!,!ni fronte ttanno oggi a dimostrare ancora me~lio quale sia in 1tahà lo 1-pirito di sacrificio e di coraggio rh'tB~i 1>ro• fOndono nella lolla per il raggiungimento della causa dhina per cui combatto• no. Il shintoi11mo ha fallo nucere i11 loro la cre<!cnu del loro essere dh,ino e quindi della loro imulnerabilità. Anche i morti non muoiono: essi M>pra,- ,hono nella ~ie,nza dc-i ,h!. nel riconlo del parenti e dei concill8llini. Le ~neri dd solda10 morto in guerra. raccohe in una ca~llinu, sono porlate dal compa,no d'armi: ~ yranno d'incilamenlo a più gloriose ge~a al soldato che le porta. perchè -,icuro della i11con• diiionala approu,.cione , prote.cionr dtl morto che nl"Jlo stes,e-0 temJ>O lo inco• ra!gia e lo soneglia. Quale alto •igni- (ic1110morale in quNla st-mpliee e pur l•nlo profonda u"&n:ta! Tuui i ,·isi111ori del Giappone ~no concordi nel cons.iderarr l"tduca:iiorw come un ahro dei lralli caratltris1ici della popolazione, l.:educHione tt;iappo· nf'--e-:,i manifes1a dapprima coi saluti ris1~nosi e prolungali che 4i Stambia• no gli uni con gli ahri allo s.1~0 modo che rra i componenti della steu.a fa. mil!,lia. Tutto quello che ,·iene da altri o è tkstinato ad ahri di,•iene per il giappone:H: degno del più alto ri.!petto; lulli i deuagli ddla loro ,•:ta <1uo1iOia11a sono impronlati alla dolettU ed anche ad una rairinat11 cord:aliti. In GiappoM non .iii a..~i~temai a iCene ,•iolenk. ~ua si mai a di:,pulej le tlesse minattt ,rngono tiòpr~~e con la ma~ima ca!ma. L, faciliti con la qualr gli Europei ,anno in collera mera,•iglia ; Giapponesi cht considerano tale caratlere come una for· ma distinlha dei popoli occidentali. Al• cune abitudini @iappont!li aono impron• 1a1ealla più profonda dl'licateua: così. tlri rapporli Ira nndilore ed acquirenlt, basali soprat1u1to 5ul singolo intercs!t, l'HÌ cercano di fare all'occuione uno 5eambio di amabili1ft. Per un wrviiio

rCAO.per l'acquisto d'un oggetto non C $uHiciente il danaro che si dà, ma è necc:muio aggiungervi un riniruia~nlo, un ie:sto cort~, un sorri!O. La cortesia giappo~ appare quindi sollo queelo punto di ,·ista molto delicata. In alcuni cui l'tducazion .. giapponek confina con forme della bonti p iù .wuile. [' que!<IO appunto l'uso di ,·olcr 1e,1imoni:tre ai ,•cec hi tulli i riguardi , soddisfare tuni i loro d~d"eri: grandi $0110 gli sfon:i che ,\gni giapponnc fa per sollew1re la tri§tcua llell a ,ecchiaia dei ~uoi parenti e per rendere i loro ultimi giorni più lidi. L'f'duc a;cionr giappone!e esige ancora l'alta ,•ir1Ù ddla propria domi11uion e: occorre t'laere mollo forti per constn ore in lulte le circo,.tanze. aoche le più doloro~. il proprio controllo. Il 11:ìapponHe ,ioffrt> internamente pur di non allrislare ili allri riHl1ndo le propri,· sofrerenze: la .!-I~ donna deH• nucondere le proprie lacrimf' dietro la manica del S-uokimono. E' un do,ere per il giappo~" mO!trare lltmpre il ~uo ,!!O amabilf' e sorriden1e :-01>ra11u11O :ti 1>arenti. ai mae~1ri ed og'i am:ci: il ~no &e0po è Mmpre <111e!I" di s,egliare ,!)f'll"Ìeri feli<:i in chiunque lo i uardi. Il ,i;iappont>:~ può eorridf're 11nche annunciando la morie della µer!K)na a lui più car.s: i una maniera di annunciare l'ine, i1abile disg raiia e d'impedire agli amici di pro,·are un lroppo \'Ìl(j compianlo pe1 la prrdita subita. In Sf:guilo egli ai abbandonerà 'ti proprio dolore. ma &0hanlo nella l'Olitudine:. quando carà hen eicuro di non ai, lr~tare m•..Munoron le sue lacrime f' di non diminuire. CO!Ì. la gioia di ,here de,:li .shri. S~;i.o nei .!IOrri:.i .5tiappontti \i ,•. della r~egnazione. qualche , nha dcll"eroi~rno: 111 m~ima elf"- ganu ~iapponbe è quella di .!!Offrire !'Orridendo. In Giappone alcuni )testi come la strella di mano r, l'al,hra.-cio. che in Europa. stanno 11 !i,niritare ·;.impatia e 1enercua. 1nanuno ak- .olutamen1e. saho i1 CIAO rhe il p:iappone5t ,•o,lla imilare in qualche occ.1· !ione le forfflf' deffeducuione europt"a. ciò che appunto raccomandano i perlagoghi giappone ..i nei conhonli de,11:liEuropei. Il popolo ,:iapponese t fra tulli i popoli ouello che ef'mhra piili11re la ,•ita con bi mag,tiore l(aieua f)O~.!!ihile.La gioia in• tima. che manire~ta la ~aiezza e!lleriore del 1ia ppon~. ~ eomt u,u comhinuiont" di dfrersi sent!mt-nli. come il patriottismo. l'amore della natura. la l)tne,·olen:r:a. Prima di tutto i Ciap1>011e!li JOnil molto fieri del pro11rio 9aese chf" amano a1>1 >u!ionatamen1c. felici di BJH>artcnrre ad una na:r:ione ch'e.u! timlic ano prh ile~iata: in 1ttOndo luogo d.!i .,_.nno •=olre delle di,·erk' ~llezu: della natur11 e trovano in q111••..,la conlcm!)la:r:ior.e il loro rnaoimo piacere: lr mera\itlie della )9ro arlr b.:.terfflberol'll pro ,·are 1a loro ,ibranle sen.sibilità din1111:r;ialla bellezza delle cose in ~enere e della natura in oarticolare. E:.;i.,si sanno. inohrc. di,ertin,.i di tutte le ~ ridi col~. di tulle le bizzarrie, di tulli i con1ra.., 1i: la caricaturm. rlitnel Cìappone apj)anr ,er~ il Xli Meolo. è !lata sempre un !f'· nere di d.:,·e:rtimento molto cohiu1to, attestante !"umore della rau,1, L'amore della natura I: uno dei ..,,ntìmcnti e!!enz.iali dtl J1a• triollismo giap1>onese. uno del 5entimentì che rendono la ,i1a infinitamente dolce a OL.1Clll3 rana feli«. L'in~tahili1à delle cose. co~ la tu~ione delle sla~ioni. l"acqua che corre, la fu.o delle nubi. ecc. .sono ~>er ! Ciapponeai il ~imbolo della ,·erilà di Budda 5CCOndoil quale il mondo è un .,i;o~no~nza consistenza ... I CiapponNi amano la limpidità azzurr3 del loro mare !nlcrno. la !)Urez.u delle ne, i e:ternt del fuji)ama. il mi•lero tle1le fore-1r, di Nikko e di Yamada. Eui prtndono molto intere~c per alcun,. COSf' C'hf'. vice,er•3 lasciano =ndifrcrentc l'euro~: cosi fann<' perfino attenùone alla forma che presentano le pietre, ma banno soprallullo una particolare de,·oiione ptr i fio ri: i fiori di ciliegio .ono fra tutti quelli yiù amati dal popolo ,R"iappontk. I C'Ìliegi eono coltivati uon per i loro frutti. ma ptr la bellena dei loro fiori che hanno significali simbolici: la ~ -ioia deJl'amore e la bellezza. 1 Giapponesi si dileuano anche nf'I H:guire con occhio d'ar1i~1a i movimenti di un animale, di un uccello o di un in~uo qualunque. Nei giardini pubblici ~iapponesi le cicogne pa.ASC~· Jfiano ha i pini e le lanterne di pietra e n on f' raro il ca.so di Ciappontti che •i &offerma.no !)et orr a contemplare ed a teJtui re lulli i loro movimenti. Co.Ai amann il cinj!'Utllio de~li Uf'ttlli. il I bimbi glapponul amano moltlulmo I• bambol• • l'lnd,nhla nlppoftl<a d~i glouUotl n• :o,nl1ee loro di b.itl11hae

8r::ad<iare delle rane e s'intereuano allt cic-alf'. 31Je libellule e alle luccio!~: lJopo a,•er accennato per sommi capi alle principali qualità morali del po• ~lo giapponese accenniamo ora alle principali caratteristiche .dei suoi co• stumi. Cominciando dal nome vf'diamo come questo prima dell'introduzione degli usi occidentali fosse una cosa molto complicata, qua,i un rebus, alla M>lu• zione del quale difficilmente un europeo poteva riuscire. Ogni giapponese aveva numerosi nomi, cognomi, sopran• nomi, pseudonimi, ecc.; un primo cognome era quello dato dal ceppo d'ori• gine della famiglia, antico e caralleri• at.ico; un altro era quello coTTisponden• te, in ordine di tempo, alla famiglia attuale, col quale general~nte •'indicava la regione o le caratteristiche deJ luogo da essa abitala; il nome comune; il nome proprio, ·impiegato aolo con un certo mistero e soltanto in circostanze solenni; il nofflC' di ragauo, portato provvisoriamente fino all'età di quindici anni; il soprannome, cosa che denotava una certa eleganza; il pseudonimo, adoperato specialmente dai lc1teralì. o dagli artisti; una varietà del p!eudoni• mo, adoperato particolarmente dai poeti ,:amici e dai pittori; un nome artistico. ..doperato dalle geis:he e dagli allori; un nome postumo onorifico; un nome postumo ordinario. scelto dal prete pri• ma della morte del credente tenendo conto del suo sesso, dell'età, del rango e de!la setta. Con l'introduzione dei co stumi europei (1868) si tende ad elim\ nare questo elenco d! nomi che non ori• gina altro che confusione ed ormai si è giunti alla qu11i totale adozione del sistema europeo. Caratteristico è anche il modo di contare l'età pres&O i Giapponesi. &.sa si çomincia a contare sempre dal i- gen• naio, a prescindere quindi dal mese in cui si nasce; così, ad esvnpio, un bim• bo che nasce nel dicembre del 1941 htt già due anni al i- gennaio del )942. La giovinezza per i Giapponesi è il pc· riodo di vita che va dalla nascita ai 20 anni; l'età matura, dai 20 ai 40 anni; la ve,cchiaia, dai 40 ai 60 anni. 11 .!ICS.Untunesimo anno di età viene celebralo solennemente dai Giapponesi poichè euo è considerato come l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova vila. Il orimo av\•enimento d;lla vita del fan~iullo si ha quando gli si rade la testa appena sette giorni dopo la .sua. na• ACÌta. I Giapponesi amano moho i bimbi pur non usando con es..5Ì esagerate smance• rie, per cui è difficile sentirli piangere per capricci e Ja loro vita è libera, non contrariata da vestiti stretti o infueia· ture .come tu suole fare in Europa. Appena grandicelli la famiglia e la scuola s'incaricano di inculeare, prima, e di mantenere vivi, dopo, in essi gli ideali della rana: il culto della nazione: la devozione all'Imperatore; il culto degli antenati; la devozione ai genitori. ed ai nonni; il disinteressam~nto per la vita terrena; la fedeltà; l'amahilità; la ras• segna.zione e il coraggio; l'amore per la. bellezza della natura. All'età di 16 anni per la donn!' e di 20 circa per l'uomo, i genitori s'incaricano di combinare il matrimonio che di M>lito però, viene concluM> per tramite di uno special(', intermediario o anche di un amico di famiglia. E' appunto qu~t'ultimo a combinare l'incon· tro dei futuri sposi e quindi a fi.uarne il matrimonio. Per l'occasione la giovane sposa •i veste tutta di bianco; il bianco in Giappone corrisponde all'abito da lutto, ciò che in questo ca.so &la a signiJicare ch'elila è morta per la propria famiglia, dovendo da quel giorno prestare assoluta obbedienza oltre che al proprio sposo anche ai .suoceri. Al tramonto la sposa ,·iene accompagnala. dall'intermediario del matrimonio o dall'amtCO di ramiglia. in casa dello sposo. Qui durante la cena· che costituisce l'essenziale della cerimonia. la copj>ia deve here in Ire coppe: divertt del $akè (vino di riro) a cominciare sempre dalla giovane sposa. Dopo la cena gli .sposi vengono condotti nella camera nuziale e qui f""'~; ripetono per nove ,,ohe, in nove cOjl 1,e di,·erSe. l"at10 del be-re con prec::cdenza, però, que• sta ,·oha dell'uomo. Per quanto concerne la legalità del matrimonio. M>lodopo questa cerimonia. i genitori della •posa avvertono le autollità dell'unione già avvenuta; si capis«, quindi, conle-._, tali formalità sJano del lutto inutili e a quali inconvenienti possono dar luogo e come siano state abrogate dalla massa della popoluione. Abbiamo già dello come l'adozione sia largamente praticata dai Giapponesi: essa è considerata indispensabile per chi non u·endo figli intenda vengano continuati i sacrifici in onore dei morti della propria famiglia. Abbiamo altresì accennato come il matrimonio sia un caso spec::iale dell'adozione. Un artista. un pittore, un attore. ecc. gene• ralmente adotta il suo migliore allievo; un commerciante adotta il 1uo migliore impiegato per dargli un interesse personale nella sua impresa; in punto di morte si adotta qualcuno a cui lasciare le proprie sostanze pur di non farle p&Mare in mano di un estraneo. Un'altra caratteristica del costume giappone• se iè quella dcli'« ~nkyo >, cioè della vita isolata che il capo di famiglia, unitamente alla moglie, sceglie dopo a,•er · raggiunto una certa età, generalmente dopo i 40 anni. Il capo di famiglia che ha rleeiso di vivere in solitudine gli ultimi anni della i'ua vita. la• scia al figlio maggiore le redini della famiglia che abba.ndona, col diriuo pe· rò, g,ranlilo dal codice, di Higere da lui H sostentamento pt"r sè e per la moglie fino agli ultimi loro giorni. Nel Giappone i funerali assumono diversa forma a seconda dell"apparlC'- nenza del morto alla religione shintoista o buddi.!ta. Più comune è adesso la forma di funerale voluta dalla religione !'ihinloista secondo la quale la bara ha forma rettangolare, mentre secondo il rito buddis:ta la bara è di forma ciHndrica e il cadavere è piegato con la tetta contro i ginocchi. posizione che, ~ndo alcuni. sia a significare una profonda mediiaiione e.• secondo altri, una rappresentazione simbolica. Altre distinzioni fra i due riti sono tratte dal• le insegne in forma di draghi porlate lungo la proce.ssione del funerale fallo secondo l'uunza buddi1.ta~ sostituite da rami d'alberi e da bandiere in quella buddi!'ita; dai diversi costumi portati dai preti chf' accompagnano i funerali; dalla loro d}veru pellinalura, ~- Una particolarità del funerale buddista è quella di liberare un certo numero di ucce!li al momento che il morto viene ,posto nella sua dimora definitiva. Il lutto consistf" nel ·parlare \'CStiti bianchi. nell'astenerai dal mangiare carne di qualsiasi spec::ie. nel ,•isit1re le 1omlWl dei morti. specialmente nel settimo e nel trentacinquesimo giorno della mor• te e nel primo e nel ten:o anniversario. Per quanto concerne la vita malcriale del Giappone. cioè a dire: le .sbitazioni, il modo di nstire e il nutrimento, essa ha consen•ato più del ,·ecchio Giappone che assimilato dal moderno. Quanto diremo per le abitazioni riguarda specialm'ente la musa della popolazione tolto naturalmente il caso dei Giapponesi abitanti alcuni quartieri delle grandi città che non hanno nul• la da invidiare A quelli europei o ame· ricani. Le abitaz!oni sono essenzial, mente coslruitc con legname, con bam• bù o con canne e sono costituite dal solo pian lerreno su cui eccezionalmente può elevarsi un altro piano. La casa è circondata in gran parte da verande su cui appunto si aprono le varie stanze di cui C!1$aè composta, L'unica pro• tezione contro le intemperie è dala da impannate di' legno rivestite di carta più o meno Ira.sparente; d'estate, però, tue vengono tohe così che la casa rimane completamenle aperta all'aria e alla luce. Ciò che però più colpisce il ,·i.si• latore europeo è l'a~luta nudità che presentano le camere e la pulizia che domina do\•unque. Semplici tramezzi dividono le stan:r.e che all'uopo poMOno quindi essere riunite per formarne una più grande: il mobilio manca compie• tamente e tutta la suppellettile dome-

,.tic■ compare .olo ■ I momento del bi•• .sogno NI è ridona ■i minimi termini. Il pavimento è coperto qua e là da alcuni tappeti e i pochi oueuì d'■rle che adornano I• casa: bronzi, lacche e specialmente vui con fiori, tono !)()Sii in fondo ■Il■ sl■nza o in qualche angolo in una specie di ripol,liglio profondo me.no d'un metro ed elevato dal pa, Ì· mento per una quindteina di ttnlinwtri. Sulle pareti. infine. si no1ano le c■ral• leri!liche pitture giappon~i 1u sda det• le « kakernono > che sono ~mpre più ahe che larghe. Il mobilio t COMituilo da piccoli tnolini ahi appcna una tren• tina di ttnlimelri. da lampade poco più alte. da un■ spttehier■ dinanzi ■ Il■ quale I ■ donna ra I■ tua acconciatura e da numerosi cUM:.iniche IO!lituiscono le Kdie: come si vede manca completa• mente IUllo il complicato mobilio delle abitazioni europee: perfino il lello è eo5tituito da un .w.mplice malerauo poco 1pet50, con un guanciale in legno ricoperto "da un piccoli-Yimo cuscino di ,;oHa: le coperte. quando occorrono. hanno la forma di kimono. Spiegare come e perchè con l'in1rod11· zione della ci\·ih.i europea ed am,:ricana in CiaJ>pone. il giapponese abbia con• .servato il ,uo modo di vh·e~ ci por• rerebbe troppo lonlano. pur tunavia ac• «nnerc.mo 1upe.rHcialm~to ad alcune ragioni ee~nziali: a) il clima ,·uiabile con più lunghi periodi di calore umido: b) il gran numero di terremo1i cht scuotono il euolo giapponne qua.si quo1idianaimnle; e) le ragioni ec::onomicl1e ehe delerminano la Kmplicità della , Ì· la materiale giapponese; d> le ragioni di ordine sentimentale riallacciate ai principi dettali dal fhintoismo. dal con• fucianetimo e dal buddi!mo: ricordo de.i morti, riconoteen:r.a verso il pa.M.a· 10. amore per lutto quello che è stato costruito dagli anlenali e l'imitazione degli altri piullMlo che la drniniion-e. tono i ulori morali della .w.mplicità uguali1aria ehe caraner!ua nel euo in• sieme la \':la materiale dei Cia1>ponesi. La maggioranza dei Giapponesi è: an• cor oggi fedele all'abito nuionale coetituito dal kimono: però. a.nehe quelli che nnno in giro vntilj all'europea. appena rie.nlrati nella propria abi1axione ripttndono H loro kimono. A :M'· conda delle 1tagioni i kimono aono piU o mtno ,spnai. ma per i CiapponHi è aegno d'eleganza portarne parecchi in• d()6S■ ti l'uno r,ull'ahro. I kimono delle donne non d:Heriecono da quelli degli uomini che per una maggiore lungha· za delle maniche. Complela l'abbiglia• men10 una 1pec:ie di cintura, dens « obi >. che è lunga circa Ire metri e alta una deci.na di ttntimetri nell'uomo e una trenlina nella donna. La dh·erN forma del nodo che •i porta dietro ••~ ad indicare una di,·crsa età, condizione' 1ociale, prore.ssione, cuta. ecc. Generalmente però. specie nelle donne. pri• ma di quesla cintura se ne mette un'al• ira moho più 11re1.1a detui e obidome »: tanto l"una che l'altra !ORO in sda e dànno una nota d'eleganza all'abbiJlia• mento fe.mminile; non è raro. inoltre, il cuo che tali cinture silino trMme.ue di madre in figlia. Non ci aorfermiamo su ahri indumenti usati nelle'! dinrK circ~lanze., ma accenniamo al caraUe· ri!lico ,·ent.aglio giapponie&e e all'om• brellino delle giapponesinl'!. Le donne unno !l'!.mpre a capo scoperto. però H&e hanno gran cura nel disporre in maniera elegantemente complicala i loro lunghi capelli. ornandoli con lar• ghi spilli I'! pdtinini laccali in oro o in argcnlo: anche la f)f!llinatura ne.Ile giapponesi .Ma ad indicare la loro età e la loro condiiione 50Ciale. L"uomo uu indiHett.nteme.nle come: copricapo una grande paglia o il cappello euro• peo, il primo gc:ncralme.nle ptrò. ndll'! clasai fOCiali più ba.He..Pl'!r quanto concc.rne le calzature ch'essi u5■ no ,·e ne sono dj vari tipi, caralleris1ica però è la e geUI >, sp,f'Ciedi z.oecoli in legno alti da 4 a 12 cm. Mancano comple1amente i gioielli di qualunque specie.. L"alimenlnione giapponese dirfl'!ri.sce e$5.l'!nzialmenleda quella europea riaJ. laociandoti dire.ttamenle alle condizioni e.conomiehc del pat:ie: co~ì il Giappo• n~ fi a.,tie.ne dal mansiare carni'! ttstndo i p3.SCOlimollo limitati ed ann• do <ruindi poco bestiame; con:seguenle-- meute non si uliliuano grU!O. lalll'!, burro .- formaggio. La ba.se dell'alimcn• laiifinie giapponcte è il ri,o che sosti• tui:ttt il nostro pane; la farina di gra• 110 "~ne u,■ ta tolo rarame.nte. per la fabbricazione di dc;lci: fino a pochi a.nni fa erano completame.nte scono,ciu• li ai GiapponNi la birra. il caHè e il , ino. quest"uhimo sostituito dal can.lleri:ttico sakè. alcole olle.nulo dalla fer• nM"t1tazione'del rito, che si usa prima elci puli caldo e duranlt i pasti freddo. li peK'C compltla su larga Kala l'ali• mentazione; fra le bevande o!lre al Nkè: molto u~lo è il tè. Da quanlo abbiamo rin qui deuo ti nota come tuna la ,·ita morali'! e materiale del popolo giapponf'M' 1ia itpira1a agli alti principi 1uue.rili dalle orie religioni profNSale reintegrati Llagli in· ter~i fupr,emi della grande-zu delb Patria. La comunanza epirituale. IO· prauuno, Ml popolo italiano e giapf>O· nHC cOilitu!scc la bue per una lunga e duratura collaborazione fra i due pat>• ,i non soltanto nel campo poli1ico. n,a anche ;n quello economico. scien1ifico e cuhurale e. nello tlr-sso tempo. spi,ga la na1urali1à de.Ila loro amicizia e la idtnliciti di vedute.. ALESSANDRO KDIIAL VLORA

Lagrande massa degli Italiani ha un suo fermo istinto, che le prescrive di costruire con tenacia inesorabile il proprio avvenire La _l~l(urc,di u11~ siudio di Il. '1. Eidmann sulf,, lermtt,. apparso ,n un recente numero del perirldico germanico « Dos Reic/1 •• induce ad alcu11e ri/lc,- (io,ii di corattere ra::::.ialeche sembrano utili. Sappiamo già. e l'autore W conferma, che lr termiti r~sc.o,io a diJtruggere complt:tamenlt- e i,, I,,,. 1;i.uimo tempo considue1,o/; quantità di Legname che l'uomo abbia me.uo in opera nelle abitazioni. baracche, pali per tm• smùsioni e/eu,iche. trai,ersine /erroi-ùirie. nonchi ogni ultru sostan:;a orgtmica. come carta, uuili, cuoio. f"CC. /,,'attivilù d,, /e termili srJOlsono, con la loro enorme diflwione i-a tuuu il mQndo, sooraUutU) nelle .:or1e trooicali. ostacola noterotm,nt, l'opera d~ll'u.omo e rende indisf}e11.JObile l'impieio ,li ferro. cemento ed àltr! materiali non a!làct:abili da quei formJ.Jlll,il, dislruuori, là dor:e s~rebbf>inve~ pre:.ioso l'impiego del /,• gnome. Benchi peraltro le termiti siano così nocive. alCuomo, esse svolgono una fun:.ione utilissima e indispensabile ndl"eco• nomia dtllo natura. Dotate come sono di me:.:.ì digestfri che coruenlono loro d;' auimilare la cellulosa, non recano <fonno alcuno al legname l'it-o, cioi agli alberi e alle piante. m11 altaccano solo il legname m<Jrtoche si forma nelle /oresu e lo rest\tu!Jcono immediawmente all'economia ,/ella 1:iu,. col ridurlo in poltit,lia adaua per lo sviluppo e lu cu:scito di gfoi;ani piante. Così, per mtriro loro. non esisu nei lro• pici, il problema della distruzione e rimessa in circolo dl!gb alberi caduti. dei rami isteriliti e tielle foglie secche, problenm imponente che ini:ett det'e risolvere con altri me:.:i l'uonw che coili,;a foreste in u:gioni 01-·enon agis~no le termiti. Ma t'tn;amo alla considerazione che più ci inu:ressa. IA termite - dù;e l'auJ.orc - ,wn può condurre vita Q.$Qciale. Se isolata, Jinisef' presto in malora.. sia pure nelle miglWri condi:.ionì di r:ita. Lt- sue grandiose opere sociali. il suo mera,•it,lioso contributo alla propria comunità, sono l'e/fetto di istinti ereditari, anche se tali :'slinti mostrano talora una certa plaslicità cd un culo spirito di adauamento. In ciò ri.iiedr il mistero de!fo sua esisunza. ~r cui lo trrmite non ha biso1,no ,li c&Jere comandata, in. quanto combatte -baitdglie , guerre ,cn:.a generali, erige cosiru:;ioni complicate .,en:;a ingegneri. e&ercita. sen.:a cullura agraria e sen:;a e&perti diri. genti, un"at,ricolturu altamenle Jt:ilupp<1la (coltit.-ando ~r cumpio su strali di le1,name da lei m.inUUJmentedislrUlto. i /unt,hi di cui si nUlre). E l'auwre continua: e Gli scien:;iati hanno inutilm.tnte ttrcalo di scoprire ove risiede la mente direllit-o dello Stato tielle Trrmiti, qu<Jle intelligen:a su,periore studia i pioni e ne dirige l'eucu:;io~; e .sarà inutile che

v1,.,.. Bisogna condurre una lotta implacabile contro i meticci che tentano di turbare la serena opera dell'autentico popolo italiano continuino o «rc,ore, puch.i IOk i.nlt:lligtn:.a no" c,iJtc. U) Stato delle Tumiti i u11 organi,rno inanimato, reo~Mtt Jt'mp,,. nello 1tuw modo o tulle le f,t/lutn:t del mondo cirro,tante: 1.ut ,uo ,ri/uppo ulteriore i solo po"ibilt medianJ.e oltera- :ioru dell'i1tinto, cioi pu mu.tomcnii delle carolUristiche crc diwrir:, clfcuuabili .wlo cnlro lun~lri ~rrodi d, tempo. ,\'ella IU(l. 1·t1ae m~lla 1ua 1,>;'u,lità. lo :itnto dt!lc Termiti ,omiiJù, od un orsani.tmo polittlluUlrc, nd quale oini tumite i tuza ullulo•. Tutto ciò ;. molto inteuuanlc. come :'I 10~,t e~ i:i .,onc due ro:.~ d, termiti, di11lnt,e 10/o ~r !e dfrc,,c Jo c:olki o.u,. milotrlci dcli"' ct!llulosa: 11110 che s: nulrt: dei f,m1hi coltfro11 sul lc1name morto. po/i('ri::oro. un'ollra ù11ctt rhc ingcri.wr diuttatMntc il lcstw , ricsu od a•1mil.o,,. lo «llulo,a per t.irlÙ di m1crorianismi cht n.e coloni::ano J'npparalO di&t• rtntt, manéano il lt&no ,. lo rtndono digtribilt t nut,itn1, ~r lt termiti. l'una t /"altra ra::o. 1ia pure pu tale Mpetto diurst. hanno in ronwnt lo spirito t/i. orion.i::a:iont ,. d1 tulO<:ta:iont, lt t!rlii ba1101,litrt, co11ru1tite cht - dice f04U>rt - pro1,-en,.ono solo dalfislinto an.imnk,co, ma che. a mio partrt. oJj,ono tutla1·ia t.Jtmp10 de,-110 d'imi ta:ione a ro::=.tuman, eh.e ,i riu·n1,ono molto più pro&~e in mtJttria. Sarò a1inlo animalt, int.tct che inklliien:.a cia:ile come q~lla cht noi pouediamo, mo ; ptrc,ò appun.u,, perclt.~ omot,tnta, sponton~. non lO~l,tlUJ a discu.uioni t /ilo, o/U:. una /or:a immant, irrtsistib,lt. Si è giu.stamtnlt deuo eh, /'Italiano sembra p0ssedert d ut 1'0hi: uno è ii tolto dtl iiurrie,o. ertde delle tirtù romoM. dtU"uomo dalla 1,.,olonkisoldo t ttnatt, dallo spiri to troico: (altro è il tolto dtlfindi,:iduo indi,ciplinoto, che IUlt'al più ,a e"e,e un'abile marionetta por/ante. Qu.anta maggiore inulliien:a mi ,embrano rit-tlo.re le termiti cht ,anno compitrt il proprio dot.'t!rt ra::i<dt cosi spontaMomtntt. non solo st1t:o di#Ultrt. 1tn:a ,.uidt a pportnti ,. un:a capi: ma e/te, per fa 1·trità. 1ono 1,uidale e comanda,, do qu,lfa inteUigtn:a supuiort. di origine dfriN1. cht è la oarola éo,dint: d.~l/a ro::a loro. Quama mir,orr inttlti~tn:a t q"anta bt11iolità mi sembrano inntt rh't!lart: q"t:&l1 Italiani fpoc/ti ma /aj11JWsi t um• pre fra i piedi) che inco,cienti od estranei per Mrn,.iu di alt,,. ra:=e dalla ,wslr!J dfrrrst. o pu .sant,"t: misto Oin.cr<>cì. s• ritereiono lraliani t.ui cd outcnlici. supuiim al tipo a.uloctono. e ,ono int.'f'Ct:immigrali. inlruJi. ribttli. ntmici nostr i. Tan.t, cost /an.rw a conlralo dtl proiramma na:ionalt. ciot d,t prosromm.a imJWriak. tartlc altre ne tra.scura.no ch e a quel proiramma ,orebbtro utili; ~ int..,.ct di tcYrt td aérr ron-

L'unità degli lnlenli e degli s\0111, u1111erlsllu vir1ù ranl•I• degli anli<hl Romani, due rivive,e In noi, se •ogli•mo p,umc.ue la ,nia italiana da ogni sco,I• Tull<J ci/1 du• di più f.rt'tto, di più ,:,iu,foiro, J1 pi11 rr1Jflru>. ,li piii. 10/~urm,•1111' .1p1cufutir-o. Cllmnrrutico <' fHIIQ.11•~•trnlt•. il ,,,).1fr(, mi'/1ai•1tn sa pruduu,•. 11/Jil)m I' ft,Ullt>~f,it1 ill tu/i rircoJUm:<', òMlH11 e turbt,. nt, n,pporti l't>f.tò sii ullri p<)JKJli, I· m.anijntu:ioni tldCi1alianità purn. qud(,: dtc ,lcri,·ww dall, i, . . flll' " rt>llt' ,nt,,n:ioni del papa/o no.tiro. ,lai !IUOeroimw e d11lt"Oltf'!llflleallà. CoJÌ fu 11f'lfn//ro dopot,ul!rrn. cOJÌ mi• nucc.ill di ui;,•f'nire 1/uJH) qu,Mo J(' in Um(XJ no11 d mellert>11w ,imnlio. R,utert>bbr ,uldentmli come le termiti Ja,ebbero se. in. mez:o " loro, fiori.ue un mt>ltccÙJIQ cu_1Xl<"e ,U j,,, r<JJf' 1/i, ,,.,,,. "" uMdi nlr•Mintfl ntll11mf,, dt:ifo !!peci,.. A 11ostw Jor1w10. lt, ;r.uintlf' m<1J!lt1 degli Italiani ho. come ft termiti, "" .mo /nmo i.1tir1to' rhe fho condoll(1 a cr~re il F,ucismo l'c/ '1 r,~,re ffmpno. chr la f,UÙ/a n~,;li noismi e nti sacrifici $Ubf1mi. che [,. prrscr,1•e ,li rodt'rC, p0l1!t!ri:zart'. ,litt:rirl! il lt:{,rUJm•' morto. JH'r ('OJlrnire con tenacia i11esorabile il p,opriu a, t.e11ir.f' .'fl/u rut/ic, dt•l prOblf>111•1. t1f'I /(lhllt> (/1re11ire, ,I meticciato ,lunquf' 11011 JK'tlrf'bbt-,. n<•11 potrà mai purnlerl'. esso i: però i11tm1to u11a /,rul/urt1 u11IÙ!'Jtetica Ju/ pu,o oolto dcllt1 Na=iont'. ,~ ,m complicf:'. tmc:h,. ~e in...osci1>11U " i11conM1fH!role, Ji c{)1111it~n:a' '-o! nf>mico. ;. 1111 tlunt'nto d•,l/amt110rio ,lei noJtra buon 11onu•,wm et1ll,.w1 J, rorrn::One e di squilibrio. -~ u11d1c po.e.siamo Jtare trt1r1quilli che t/Qlj pTl!t'auà, è do- , ,,,ow m n:"1Uì di chi ~t-nle ,. l'Ompn"mlf'. (1(/dl!nlurlo, Clim1,llllt•rln ,i,.11:t1 ,,,.,:.uri. p,.r 110Juo it1i11tiw impulsu ,azziale. U. A. lormt' d CUT(tller,·ilellt, 1wstru ra::ll, quo1idit111umf'11I(! oper<w<' + ml i111rnlciure il prot,reJso m1:w11•,le. . 1i me1tu11u di tmn'r.tù ullt> dirt.llin: spo11l1lfl1,;t ,/,•/ µupuiu. e cun moltu prr$1Wluo ..., /(piritL>Jufiiinf', co11 t>,;uis1ict1 /urb,•ri11. purlu110 t'(I ugi.100110, c,i. 1ic1mo e i11iJ01w. i,, di1prriio tlt>llf' ù/ealilò. mi15,liori ~ più w11/or111i ull"istinto ru::iale. Sono ; mtno e .1tmbra110 i più . .mm, j pe,,5iori e si crt!'dunu i miiliori. ,f,ffrl.'bl,ero I csr, ,-1, ,chim·i e J1' uttegéu11.o cl!m</1.'JIÙllllW'tlle " padroni tUJQhiti i' •put/l'JIIIIÌ. r,11110 più ~ ,J,J/icile goa:atulft' "" popolo pu <fU(llllli pili r,Hll ,; in,liscipli,mto t' jH'r quanto nJt'IIO pOS!!Ìnle ,I .,upeiior,• Ht111l11ru::ialr:. Tu11lu più i net:~s.•1rriv jrf'mrrlu 1 ~uillurlo q11a11/Q più ts,co ro11tit'r1e tf,.,"t'"li f'$lrnnl'i e ,Ji~·,.udi I J,,. si <n dvrio i11tt>Jli~,.,,,; pnchè irrrquie11 t ur11ogo11•sti,·i. 1:tu,luuw ,e,o $(/UÌ ,,,,,,o più '"''" e tullf'lltiro (H'r 'JUlllll-0 più .,,,111ini irtr'.)/,)1/bil,, fimpulJo ru;;:.!11/c rii c-Q111/,,,,,. u1111follu im1-,/nr11bilf', .w11:u quurlÌf'ft'. pn Jil>eriut> l°<.11{.m1i.!omO , :iu• 1111f.t.' ~mio e /utti,-u, dfl qu,-//11 mi,wrm1:u puruJ~ita, t111l:>nlc111'1 ,. wrr1101111, clie ,._, rlo h•t p:Ìl 111obabilr orisin .. tlflt,lr i11rr1ll'i .,fu1[f.lli alf'111w,;1Ujc e d1t> pu1i 1111/Hlrt'iUrt>, .forJ1• mieli~ U"l)IJ• pirf'. 11rl prus,imo 1/om.anj fo IIU)ITII IJJ('f/'IIS!Ullt' ,-,,,,,..,iult', mmi• Ol(l{Ì reca ,/mmv rol lllllot'nusi ,,,.; luschi uf./u,; l"''ISU 1wl1, 11t-lli: 1oci.frru:io11i uflrtrmi:sliche ,. suti,iclw. 11f'll1• uni 1 illi 11eflame11t1-c<mlruri" 11 11uellr sprl'•/irf,r ,lt·I lipo rc1:.:iul1• iMli11110. 1;,,:;io11rtleletcriu tfi 0,111 f,t'nfll!lill .1i rn/,, ,-iù in 1'11,.1"ru, {'lii 1111c01ea p•Ù ""fa.!lu .•j rii.da qmuulo /"ltfllùi tit:m· (l ro11 lutto. ,,, p11cr oc/ ;,1 f!.11<'rnt, <'011allrP 11a:io11i, JÙ1110 f'$~t• u,,:;1w/, od 111/l'rtUri. Allon, quelhi mtlloru11:t1 rJlrtrnt>u t.ll O'll.f,, """ trm/i:;iorii tnilP, hu un ftff"' 1/tt fari' a mt>lttr$j ili nw=:'). aJ 1uw,-arJi il, wpprne11u,n:a J,.f Pof>Olo it,diariQ. ,, .forri /111~: /t' più murt'hilinf' brutlt> Ji1url!. •

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