«corporeità» mediante questa coscienza, ossia attraverso le possibilità con'cettua1i e ideali che questo tra l'ahro gli offre, mo sperimentare tutto se stesso, conoscere pienamen• le lo propria realtà lisio-psichico, dall'alto di questa coscienza, attraverso questa coscienza. Dato che J'« io» dell'uomo normalmente trae il senso di sè dal piano mentale, è molto comodo proclamarsi esistenti, individui, pensatori, autocoscienti, regnando in un minuscolo centro cerebrale: si è uomini in quel piccolo centro, ma animali nel resto: la coscienza che si ha di sè è una coicienza concettuale, limitatissima, cerebrale, non è una vera coscienza di essere. In. oltre JXlrole, la mente dell'uomo dovrebbe conquistare in staio di consapevolezza ciò che l'animale sperimenta i.nconsapevolmente: in ciò è il vero superamento - o purificazione, o integramento - di ciò che nell'uomo è animalità, ossia pura corporeità. Sluggire allo coscienza del sangue, significa ignorare lo sostanza della propria natura e lasciare il proprio essere fisico alla mercà di una vita emotivoistintivo veramente animalesca. L'idealista o il pseudo-spiritualista che aede di degradarsi sperimentando la coscienza di razza, in sostanza è il vero materialista: perchè in lui ciò che è spiritualità rimane una sterile astrazione, mentre domina come vera realtà l'animalità inconsapevole, la vita istintiva che vive per suo conto, il sangue che circola meccanicamente come l'aqua nelle tubature di un apparechio idraulico. Se non si è animali, mo uomini, C"Ccorre sentire la nobiltà del proprio sangue, diremmo la santità del Ec,c.uogniudbeohceYl~=~-~:.•o;:,:::n!n,~ 1 =n~:11:-.:::::;.t'f;";::.•mo unaltcoontenuto :~:~. che attende di essere COquanto si crede che la finalità dello vita umano consista nella pe.rlezione di uno coscienza astratto dell'essere: ma ciò significa ignorare assolutamente il senso cosmico proprio alla reo1tà fisica dell'uomo, alla cu~ chiarificazione tendono le indagini più serie della biologia; significa dimenticare che la vera differenza esistente tra l'uomo e l'animale è la coscienzo di essere, il sapere di essere, il senhrsi esse.re, cosi che quanto più profonda nell'uomo è questa coscienza di essere, tanto più egli si eleva su quella scala la cui ascesa già lo ha distanziato dal bruto e gli ha dato il diritto di chiamarsi «homo sapiens it. 1·anim0Je vive la sua rozzo sul piano istintivo: si può dire che esso è razza e agisce come razza, senza saperlo, mosso unicamente dallo stessa forza cosmica che si manifesta come razza. Ora, il compilo dell'uomo, in quanto egli dispone di un piano mentale in cui sboccia la coscienza dell'essere, non è di sfuggire allo proprio • Acquisire la cosciema del "angue significa vivere la vera spiritualità, recare lo luce della coscienza nel proprio song'ue, sentire la grandezza originaria della propria razza ed evocame la forzo. i..e lon:e della razza vengono evocate nel sangue dalla coscienza che si è capaci di trasfondere in esso: si desta cosl la « memoria della razzo». che è possibilità di sentirsi razza non soltanto nello spazio ma anche nel tempo. L'autentica spiritualità dell'uomo consiste non nel conti• nare il proprio «io» in un piano idealistico-astratto, discorsivo-spiritualistico, lasciando i, proprio mondo fisico in uno stato di automatica"'animalità, ma nel recare il senso deU'« io» nel proprio piano vitale e fisico, senza tuttavia annullarsi in esso, ma bensl proiettandovi la piena coscienza, cosi che vita psichica e .vita somatica vivano secondo una unità superiore. MASSIMO SCALIGERO
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