La Difesa della Razza - anno V - n. 20 - 20 agosto 1942

c11I1.:11a1 'tE DEL SANGIJE "L'idealista o lo pseudo• spiritualista, che crede di degenerarsi sperimentando la coscienza di razza, in sostanza è il vero materiali3ta" f. Questo bimbo - che Il Hrt'illo H1nllerio germenlco ha r1Ccolto In un cenlro O<CUpllO dell'U.I.S.S. - hl hedic:l mul. ffll Il IUO niluppo, • causa delle orribili c:ondldonl di •Il• vlgeftll nel • p11r1dho • bobcevic:o, 6 .nc:ora 11ll0 "110 quHI tmbrlonale. Quante t•· neraiioni dovranno panare, prima che i hemendi eltetli del bob<•· •hmo abbiano cessalo di pesare 1ui destini delle 11111•della Ruulel fuo un iragico esempio della premlnenle lmporlanu della difesa detl• ,nui: ecco un monllo per I supeulill 11nthani1II. .. Se esiste una finalità essenziale della dottrina razzista, questa necessariamente consiste in una prassi etico-scientifica che rettiJichi i valori della rozza, secondo un modello che non OCCOJ'te inVentare ma che già esiste. Ciò può essere realizzato non soltanto attraverso una serie di norme eugeniche e sanitarie, ma anche destando una sensibilità e. una coscienza razziste, cosl che il popolo non accolga passivam.ente i risultati di un'azione razzista, ma divenga esso stesso consapevole cooperatore di tale azione. Se noi vogliamo veramente capire il valore della prassi razzista, ci dobbiamo rendere conto che si tratta di qualcosa di eccezionalmente serio che trascende la portata stessa dei diversi elementi dottrinari e scientifici di cui essa si giova: il compito ultimo non consiste infatti nel creare una disciplino nuova, o nel fondare una dottrina o un costume sociale, ma nel « dare un corso diverso al destin9 di un popolo». E' pur vero che non si tratta di creare qualcosa su nuove basi, ma di creare su basi che già esistono, facendo sì che una roz:za originariamente e potenzialmente aria torni ad essere completamente se stessa, riviva completamente la sua realtà bio-psichica: comunque, lo scopo che in elletto si vuole raggiungere è qualcosa che equivale a un voler dare indirizzo diverso al corso della storia di un popolo. Ora, riconosciuta la profonda serietà del compito e la grande .responsabilità che incombe su coloro che si OS· aumono la funzione di teorici e di ideologi del razzismo (per cui non si potrebbe essere razzisti in baS(' ad una cultura semplicemente libresca) à evidente che la prassi deve essere tutt'altro. che una cosa semplicistica o riducibile a questa o a quella opinione personale, ma deve ave.re il suo fondamento su un'autentica scienza del fl"\Z.- zismo. Come il destino di un uomo non si può mutare soltanto in virtù di un atteggiamento intellettuale o di qualche norma sanitaria, cosl il destino di una razza non può essere guidato o riformato in base a schemi astratti, in base ad un pensare astratto. Nè d'altra parte un esclusivo complesso di provvidenze di carattere igienico-sanitario può rappresentare tuì · to ciò che è necessario allo scopo. Gli stessi biologi riconoscono che la semplice eugenica non è sufficiente a una prassi totalitaria del razzismo, perchè essa tende a migliorare indistintamente in un popolo la rau.a e la non4 razza: essa, secondo l'espressione di Walther .Darré, adot 4 ta spesso « la fo.rma di un liberalismo politico e borghese». Viene pertanto riconosciuta come essenziale la « selezione»: ma occorre che questa si C:Ompia in vista di un modello ben definito da attingere. Trattandosi della purificazione del protoplasma ereditario, essa deve, sl, fondarsi sulla esperienza scientifica e sul!:: conoscenza della zoologia. cosl che JX)SSOnOvenir corr.p,ese innanzi tutto

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