questionario Il omertl• lor•nto Feleng•. • di,tenu di un enno d11tl'ini1io d•I dibellilo, in qu•- ,1• tvbrie:11, n1lla « Sla,ilinuione •• ci inYie un chiero ,c,illo conclu,ivo. lo pubblichiamo ,..olenlieri • integralmente, evvertendo per6 che non consideriamo effallo chiuH la dit.eunione; m• eh• 11,emo lieti di ospite,, anche in seguilo gli scritti di coloro che vorranno occ.upani di cosi 'W'ilele ergome11to, Ecco quel che scrive Falange: • Nel r,, 9 del 5 meuo XX le • Difese delle Re1u • pubblicava un mio empio riusunlo delle diKunione, condolle 1ul Ouestionerio, ,elativa al problema delle slerilinuione, nel qu•I• tenlevo di ueminere le co,trulfivilii delle propo,te everout. dai Yeti interlocutori, Eullemenfe ed un anno di dislenu dall'ini1.io delle polemica, sorte dello ,c,illo del camere!• Vesselli epper,o sul n. 20 •· IV (20 •gosto XIX), mi pere opportuno I••• di nuovo il punto, con egueli intendimenti, l;,nlo piV che le discuuion• Hmbra per or• evvi•I• su d'un binerio morto. E,se, come gi• notei, si ii endala progre1sivam•nl• allargendo ed allonlan.sndo dal lem• principale, investendo le besi st•u• del problem• reu:ìele, •Il• quali il cam•r•I• Del Bo (a. V n. 4) negav• londamenl• rigorosemenl• scientifiche, provocando cosi un• esauriente risposi• del camerata Veuetti <•• V n. 6) cui Del Bo conhepponeva alcune precisHioni (a. V n, 9). Di •n• degn• .. di rilievo • quell• releliv• •11• grand• lac1l'.I~ con I• quel• i numerosissimi •r•do-lu•h~• 1luggono a quel1ie1i ,it•v•menlo d(•gnos!•: co. Questione molto grave 1• •lcun1 m.d1c1 tanno ucend••• 111'80 o 90•1. i usi di m•- l•lli• leg•lì • lue •••dituie; lento d• ler p•nnr• che gli individui immuni de qu•I m•I• co1tituisceno una r•rinime •<<•1ione. Fondalo mi p•r• poi il timore •spresso del um• r•l• D•I Bo eh• I• scienu m.dica, in poss•no di un meno drastico quel• la 1terilì1u1ion•, possa user• indotte m•no • st~- di•r• il modo di curai• i meli eh• ad •l•- minerli con quel sisleme. M•no,londalo il timor• eh• le 1leriliue1ion• non •pprod• ,ebbe • nulle, perch• il contagio .bui• rebM • propeger• i germi d•i quel_,. 10n? porf•lori gli individui, enche s• sfenhu_•": I u~r•li Migotlo (•. V n. 7) • Slr•n••r1 (•. V n. 11) seguil•no a spo,I••• i l•rmini del probl•m•, portandoli, in conlredillorio, l'uno su di un pi•no mor•I• • l'eltro sul l•n•no economico; d' ucordo 1010 sul punto eh• ogni 1olulione in meleti• r•ni•I• veda etlu•I• 10ltanlo • vittori• conseguite. A m• 1embr• che H vogli•mo evitare une crisi del dopogu•rr• come qu•II• 1eg,uita al conflitto 1914.18, nenuna 1olu1ione, in quelliui campo, v•da procrulinet•. T •nlo pi.;i eh• le 11•· bilit• d•I Regime • le vitelilli d•II• Rivolurion• (non è le guerr• la nostra rivoluzione in •llol), ,ecchludono in sii le pr•m•u• per risolvere lutt• le questioni inler•u•nli le vii• nHion•I•; nè è pe"s•bil• eh• quelle i,lilu1io"i poneno, conse;uit• I• vittorie, h•- ste,ir• • Ione per il momento oscur• le dir•1ione delle vile del fH•H, in nenuni11imo settore. Ai due umer•fi, nel l•nl•livo di evvicin•r• le lo,o le,i, dirò qu•nlo segue: Il probl•m• reuiale, 1oprallutto in uno d•i suoi piV vasti espelli, quello d•mogr•lico, è un problema morale. Ma non ii dimosheto eh• il l•llor• economico incid• su di esso in m•- nier• sempre • ,oll•nfo negetiv•. le prosp•riU1, la ricch•zu, pu 1è sol• non è dello debb•no indur•• per 1011111 • moll•n• dei coslumi. Il umeral• Strenieri I• giusl•m•nl• on•rvare eh• le Rom• repubblican•, per ••· mare u•rcili • llott•, dovev• pon•d•r• un• forze economie• che 1.er•bb• v•no di1cono1c•r•. Ciò che nuoce non • I• ricchHH, ma la ulliv• distribu1ion• di un, l'orgeniz. uzion• dello Staio su bui pur•m•nl• capitalistiche • le su• d•bol•n• qu•ndo si la pr•nder• I• mano dei d•l•nlori d~ll'oro, la menl•lil• dillusa d•ll'onnipotenze del den•ro • I• con• v•rso I' eccap•rr•m•nlo dei b•ni, il pr•v•l•r•, 1oprollullo, di un• ment•lilli individuelislice. Sono quHli i meli lrev•glienli le wci•t• portale •d esempio di deudenre, n•ll'•ntichit• o in i•mpi piV vicini • noi. Me in uno Stelo forte, quendo il HMO del coll•ltivo pr•v•I• sull'individu•I•, le pro1perit• non può en••• eh• un ben• eh• v•I• I• P• n• di reggiun;e••· Slr•ni•ri, del resto, qu•n• do I• l'esempio della Gerrn•nie, del Gi•ppon• o delle Ruuia com• popoli ricchi, no~ si riport• •Il• disponibilità di una 1omm• d1 capiteli immedi•l•menl• 1pendibilf per procaccier1i i comodi d•II• vii•, m• • qu•II• di un complesso poderoso di m•l•ri• prime. Il poneno delle queli, •ggiunlo •I potent:i•I• umeno quel• somme di levoro, dli v•r•m•n1• le potenze elle nHioni g•r•rchicamenle or;eninale da un pol•re cenlr•I• respons► bil•, n•II• queli i principii moreli ebbiano uld• prese sugli individui. Sì fr•II•, lnsomme, de p•rl• dello Stilo, di incider• •nch• 1ull'economico, olh• che sull'etico. Ciò si• f•c•ndo lo Sl•fo fe1Ci1-leche. nato com• SI•• to corpor•livo, si è •fl•rmelo com• en•riore di un'•II• giulliii• 1oci•I• • 1i v• elluendo in un compl•uo di l99gi di imporf•nu londemenlal•, che hanno I• loro m•nim• •1pression• n•i nuovi codici. Niet queli è besil•r• I• ,iform• dell'istituto dell• propri•ili, Il cui v•lor• p•,. 1i• sfuggito • qu•nfi non ,i occup•no, di prolenione, dei probl•mi giuridici. l• noi• d•I Prof. ReffHI• D'Ann• Botte (n. 8 •· V), elle qu•I• ebbi•mo ri1po1I• il U· m•r•I• V•netti ed io (n. 10 ed 11 •· V), h• porl•lo le qu•slione, com• dlc•vo innen:ti, ed un punto morto. In qu•nto le pt.Cisezloni richiesi• 1i 10n f•II• •lf•nder• inveno, fin qui, • p•rl• du• scritti dei um.,•tì Chi•se (•. V n. 1') • Veli1lenlo (e. V n. 16), Att,... v•no teli Kritti è dimostr•f• I• • llpic:illi • d•I c.uo Greçioreci, me non, •ulorevolmenl•, I• bont• d•I metodo d•wiprolilin•nte. Nà mi p••• sia dimolfreta senu •ppello I• compiei• giud•iueiion• dell• medicine lteDirettore ~D• i TZLEStO INTEBLANDI liane tufi•. Sono porl•fo • ril•n•r• che si si• lr•lt•lo di une congiure ordita d• pochi •lementi inlereueti • eh• I• scien1• medie• noslr•n• non si• cosi con1ciam•nte inquinala dal giud•i1mo, come de quel cHo sì vorrebb• fer credere. B•n venga, dunqu•, une camp•gn• di sl•mp•, che le nostre rivill• sarebbe c•riemente le più indice!• • 1u,ci• ler• •d • condurr•, p•r ler conoscer• ed •Ppr•u•r• il m•todo Gr•goreci • per smuover• le pt•v•nzioni di quenli medici non henno elcun inl•r•n• •d une prolung•la con• giure d•I sil•nt:io. Mell'•uspicio eh• si• bendil• queste 11uov• c,oci•I•, uedo non si• lecito •lfend•rsi che le • Oilewi d•II• R•u• • pr•nde per or• posi-- 1ione sul probl•m• delle ste,iliuezion•, ,.- condo le prom•n• f•lta nel n. I d•II'•. v, Me poichè n•mmeno •lcun• voce eccletiutica si • l•v•I• • confuterei, • lorH nori sì l•v•r•, mi si• p•rmuso lr•rr•, per il momento, le mie p•r1oneli conclusioni dalI• polemic• che si lrucin• d• un enno. Il probl•m• dell'idilu1ion• de1l1 1teriliz• zeiion• obblig•lori• o volonf•rie • quello conneno del c.,lifiulo pr•m•lrimon_i•I•, inf•r•n•no I• polilic•, I• morel•. I• religione • I• Kienza. Per le polilic• 1i lr•II• d•II• necenit• di dilendere I• sanit• delle ••n•; nec:•nitii l•nlo più i•nlil• qu•nlo me;giore,enl• il r•pporio lr• individui seni • m•l•ti si ve 1posl•ndo • f•vor• d•i f•r•ti, • quanto piV il problem• d•I numero, per le g•n•rel• dec:•d•nu d•mogr•fic•, 1i I• impellent•. P•r le mor•I• • questione di non olfend•re qu•I senso di um•n• dignità, che è in ci•1cuno, di volersi sa~• conlinueto nei figli, olh• I• fugace per•nle1i d•II• vih indivldu•le. P•r le ,.ligione inl•r•11• tuteler• il diritto •Il• prole .d •vile,. •ll'uomo un conllillo lr• I• sue coscienu di c.ìtt•dlno • qu•II• di credente. . Per le sci•nn, infine, • nec•1sario ollr• che l•nter• di prevenir• il propagersi dei meli eredil•ri, Il cur•rll n~li individui con i m•ni più effkeci, in modo d• poi•• loro gar•nli,. una seni figllolenze. Cosi lmpo1teto il probl•ma • chlero eh•, 1• lo Stato 1i trova di front• ad un• sentii• nec:euit• di lulel• d•II• r•11• • le sci•nu non gli offre ell,o m•lodo eh• I• sl•rili1ut:lon•, •no qu•I metodo •dotterli, super•ndo, per nec•ull• politica, o;ni con1iderezion• conleulon•I• o di mor•I• individu•I•, o IHclendo •Il• Chi•sa I• sc•lt• lr• il prend•r• po1i1ion• conlreri• od il l•n• I••• di 1•nar• Il dluidio. Che 1• lnv.c• le .cl•nu fon• In ;r•do di ollrir• allo Sl•lo un 1bteme, qu•I• penebbe d•bba us••• qu•llo d•I Ore;oreci, •Ilo • c.ur•r• • pr► venir• Insieme i m•li er.dileri, nr•bbe ìnl•rene •nch• d•llo Sl•lo ecc•H•r• qu•I 1ill•ma eh• fece!• 1elv• la dignità um•n• • I• coKi•nH ,.Uglose dei cìlt•dinl. Agli •n•rforl d•I metodo Gregoreci, dun• que, l'onor• di dimo,trere eh• lo St•lo il•• lieno • In poneno di un 1imil• shlem• •· Tumminelli - Istituto Rom•no di Arti Grafiche .. Citt• Unlveuilarie - Rom•
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==