La Difesa della Razza - anno V - n. 20 - 20 agosto 1942

ICIENZ.l•NCUMENTAZIONE POCEND•OIJf.STIONABIO DIRETTORE TELESIO INTERLANDI ANNO V - n. 20 - 20AGOSTO XX aOIIA • ...,mONS IN AIIBONAICSNTOPOSl'ALE LIRUENA .. lO/UJ:\I SJA1t:, t.: .,u, J'Y.UJIU u~nn. "il ll/f, '/, Cll DHJ DI I O/ TUA I O/ \O\ RJD l' 10,,Tt:. IAIIAl>ISO \J

~--SOMMARIO--~ SCIEHZ.t. M•SSIMO SCALIGHO: COSCIENZA DEL S.~NGUE; ALDO MODICA: UNA NUOVA TEORIA SULL'ORIGINE DELLE RAZZE; GENETICA POLEMICA AIMAMDO TOSTI: LA RAZZA GIUDAICA {Ebraismo • panslavismo); GUIDO U.NDIA: GIUDEI NELLA EX-JUGOSLAVIA DOCUMEHUZIOHE UOtO C9'1t.UU: I e VERI UOMINI• DELL'ALTO ZAMBESI; FELICI GI .. ULUO: LA • CONCORDIA DELLE RAZZE• NEL MANCIUCUO'; ANGELO SCUCCHIA: ISRAELE IN INGHILTERRA QUESTIOHARIO STERILIZZAZIONE I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANION ROMA•PIAZZACOLONNA !PORTICIDI VEI01 TELEFONO63737 - 62880 CREDITOITALIANO BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀ ANONIMA, CAPITALE LIRE 500.000.000 INTERAMENTE VERSATO , RISERVA LIRE 128.000.000 SEDESOCIALEGENOVA I DIREZIONE CENTRALEMILANO OGNI OPERAZIONE E SERVIZIO DI BANCA

Li DIFES! BELLI I 111 ANNO V· NU~IERO 20 20 AGOSTO 1942-XX •.SCI: Il, S Il IL 20 DI Ot;('ll;J ,!Ollltl 11:"I NUMERO $JlPAllATO LIME I ,,tl.ONA!lllltNTO ANNUO Llltll 20 ,IIIION'AXllNTO 911:Jlt;S'1'11Ur.U • 12 1.IIT~RO IL l>OPPlO Direllore: TELESIO INTERLANDI Comitato di redaaione: pro(. dott. GUIDO LANDnA • pro(. dou. LIDIO CIPRIANI Se.gret.rio di red ■ aione: GIORGIO ALMIRANTE SCIENZ4•DOCUMENT4 POLEMICI• OUESTIONJ\810 TRE PROFILI ERRA.IC"I '.\on 11iollanto i fipit•i na.,.i ............. iano 1"111~pnrh•11p111a alln rnzzn t-hrul('a di c11u:•!'ltl trf' 111,lh ului. 111a 111u·h•• l.1 lor111n th•l lnhhro intf'riort• •• il taa-llo df>ll"of'('hlo r dt"ll"orhlto.

c11I1.:11a1 'tE DEL SANGIJE "L'idealista o lo pseudo• spiritualista, che crede di degenerarsi sperimentando la coscienza di razza, in sostanza è il vero materiali3ta" f. Questo bimbo - che Il Hrt'illo H1nllerio germenlco ha r1Ccolto In un cenlro O<CUpllO dell'U.I.S.S. - hl hedic:l mul. ffll Il IUO niluppo, • causa delle orribili c:ondldonl di •Il• vlgeftll nel • p11r1dho • bobcevic:o, 6 .nc:ora 11ll0 "110 quHI tmbrlonale. Quante t•· neraiioni dovranno panare, prima che i hemendi eltetli del bob<•· •hmo abbiano cessalo di pesare 1ui destini delle 11111•della Ruulel fuo un iragico esempio della premlnenle lmporlanu della difesa detl• ,nui: ecco un monllo per I supeulill 11nthani1II. .. Se esiste una finalità essenziale della dottrina razzista, questa necessariamente consiste in una prassi etico-scientifica che rettiJichi i valori della rozza, secondo un modello che non OCCOJ'te inVentare ma che già esiste. Ciò può essere realizzato non soltanto attraverso una serie di norme eugeniche e sanitarie, ma anche destando una sensibilità e. una coscienza razziste, cosl che il popolo non accolga passivam.ente i risultati di un'azione razzista, ma divenga esso stesso consapevole cooperatore di tale azione. Se noi vogliamo veramente capire il valore della prassi razzista, ci dobbiamo rendere conto che si tratta di qualcosa di eccezionalmente serio che trascende la portata stessa dei diversi elementi dottrinari e scientifici di cui essa si giova: il compito ultimo non consiste infatti nel creare una disciplino nuova, o nel fondare una dottrina o un costume sociale, ma nel « dare un corso diverso al destin9 di un popolo». E' pur vero che non si tratta di creare qualcosa su nuove basi, ma di creare su basi che già esistono, facendo sì che una roz:za originariamente e potenzialmente aria torni ad essere completamente se stessa, riviva completamente la sua realtà bio-psichica: comunque, lo scopo che in elletto si vuole raggiungere è qualcosa che equivale a un voler dare indirizzo diverso al corso della storia di un popolo. Ora, riconosciuta la profonda serietà del compito e la grande .responsabilità che incombe su coloro che si OS· aumono la funzione di teorici e di ideologi del razzismo (per cui non si potrebbe essere razzisti in baS(' ad una cultura semplicemente libresca) à evidente che la prassi deve essere tutt'altro. che una cosa semplicistica o riducibile a questa o a quella opinione personale, ma deve ave.re il suo fondamento su un'autentica scienza del fl"\Z.- zismo. Come il destino di un uomo non si può mutare soltanto in virtù di un atteggiamento intellettuale o di qualche norma sanitaria, cosl il destino di una razza non può essere guidato o riformato in base a schemi astratti, in base ad un pensare astratto. Nè d'altra parte un esclusivo complesso di provvidenze di carattere igienico-sanitario può rappresentare tuì · to ciò che è necessario allo scopo. Gli stessi biologi riconoscono che la semplice eugenica non è sufficiente a una prassi totalitaria del razzismo, perchè essa tende a migliorare indistintamente in un popolo la rau.a e la non4 razza: essa, secondo l'espressione di Walther .Darré, adot 4 ta spesso « la fo.rma di un liberalismo politico e borghese». Viene pertanto riconosciuta come essenziale la « selezione»: ma occorre che questa si C:Ompia in vista di un modello ben definito da attingere. Trattandosi della purificazione del protoplasma ereditario, essa deve, sl, fondarsi sulla esperienza scientifica e sul!:: conoscenza della zoologia. cosl che JX)SSOnOvenir corr.p,ese innanzi tutto

Ch• ctbt• un• g•r•rchl• Ira I• r•n• i Indubbio; bhogn• euer ciechi - o voler esse, dec:hl - per non avvedersene. D•ll'eshlenH di t•I• g..-•rchi•, de,IY• I• nec:eult6 di dllende r• con Il m•nlmo rigore le r•n• •••rlorl d• ogni poulblle lnquln•menlo. le leggi della selezione animale, ma poichè qui si tratta di raggiungere attraverso un'azione cosciente ciò che lo natura animale realizza in uno stato di spontaneità - secondo una saggezza che è già nelle leggi del cosmo - viene presupposta la consapevole ricerca dsll'uomo o del nucleo razziale tipo nella propria tradizione. Nel nostro caso, deve esse.re prima acquisito la coscienza di ciò che veramente è l'uomo italico. · Il voler rendere vivente l'idea della « COJX1cità » e della «selezione» razziale. in sostanza presuppone un'azione morale formatrice che, giovandosi dei dati della scienza, giungo a concepire il sangue italico come forza basilare della rozza italiana. Quello che interessa dunque inizialmente è l'acquisire lo coscienza del proprio sangue. Lo stesso Darré penso che « alla materialità dello razza OC· corre aggiungere la coscienza che essa deve avere di questo stato che gli è proprio». E questo non è un com• pilo facile, perchè il sentire inconsapevolmente la razza e agire spontaneamente secondo essa è un dono innato, ma avere CO$Clenza di ciò e sentirsi razza in senso puro e originario. ossia il capire come la razza possa vivere ed esprimersi pienamente in noi e dove e in quali condizioni si corra il pericolo di tradire la purità della propria razza, è il compito veramente creativo di chi 1iconosce i valori profondi della proprio razza e la !unzione « storica » del suo sangue. Occorre avere coscienza del sangue. Ma come è possibile questo « aver coscienza del sangue», se la coscienza umano sperimenta se stesso nor• malmente sul piano mentale e meno spesso sul piano emotivo? 'Eppure, non si pu~ capire che cosa è veramente razzismo senza che si realizzi la coscienza del sangue: all'uomo che sia verament& tale, ciò deve essere possibile, perchè proprio·· nella organizzazioM zoologica inferiore, pur manifestandosi la vita della specie, dell~1 razza e del sangue, manca la coscienzo: dello specie, della rozza e del sangue. Allorchè si pensa che vivere in profondità l"ìdeo razzista significhi cadere in una delle forme del materialismo moderno. si commette un errore veramente !ingoiare, in

«corporeità» mediante questa coscienza, ossia attraverso le possibilità con'cettua1i e ideali che questo tra l'ahro gli offre, mo sperimentare tutto se stesso, conoscere pienamen• le lo propria realtà lisio-psichico, dall'alto di questa coscienza, attraverso questa coscienza. Dato che J'« io» dell'uomo normalmente trae il senso di sè dal piano mentale, è molto comodo proclamarsi esistenti, individui, pensatori, autocoscienti, regnando in un minuscolo centro cerebrale: si è uomini in quel piccolo centro, ma animali nel resto: la coscienza che si ha di sè è una coicienza concettuale, limitatissima, cerebrale, non è una vera coscienza di essere. In. oltre JXlrole, la mente dell'uomo dovrebbe conquistare in staio di consapevolezza ciò che l'animale sperimenta i.nconsapevolmente: in ciò è il vero superamento - o purificazione, o integramento - di ciò che nell'uomo è animalità, ossia pura corporeità. Sluggire allo coscienza del sangue, significa ignorare lo sostanza della propria natura e lasciare il proprio essere fisico alla mercà di una vita emotivoistintivo veramente animalesca. L'idealista o il pseudo-spiritualista che aede di degradarsi sperimentando la coscienza di razza, in sostanza è il vero materialista: perchè in lui ciò che è spiritualità rimane una sterile astrazione, mentre domina come vera realtà l'animalità inconsapevole, la vita istintiva che vive per suo conto, il sangue che circola meccanicamente come l'aqua nelle tubature di un apparechio idraulico. Se non si è animali, mo uomini, C"Ccorre sentire la nobiltà del proprio sangue, diremmo la santità del Ec,c.uogniudbeohceYl~=~-~:.•o;:,:::n!n,~ 1 =n~:11:-.:::::;.t'f;";::.•mo unaltcoontenuto :~:~. che attende di essere COquanto si crede che la finalità dello vita umano consista nella pe.rlezione di uno coscienza astratto dell'essere: ma ciò significa ignorare assolutamente il senso cosmico proprio alla reo1tà fisica dell'uomo, alla cu~ chiarificazione tendono le indagini più serie della biologia; significa dimenticare che la vera differenza esistente tra l'uomo e l'animale è la coscienzo di essere, il sapere di essere, il senhrsi esse.re, cosi che quanto più profonda nell'uomo è questa coscienza di essere, tanto più egli si eleva su quella scala la cui ascesa già lo ha distanziato dal bruto e gli ha dato il diritto di chiamarsi «homo sapiens it. 1·anim0Je vive la sua rozzo sul piano istintivo: si può dire che esso è razza e agisce come razza, senza saperlo, mosso unicamente dallo stessa forza cosmica che si manifesta come razza. Ora, il compilo dell'uomo, in quanto egli dispone di un piano mentale in cui sboccia la coscienza dell'essere, non è di sfuggire allo proprio • Acquisire la cosciema del "angue significa vivere la vera spiritualità, recare lo luce della coscienza nel proprio song'ue, sentire la grandezza originaria della propria razza ed evocame la forzo. i..e lon:e della razza vengono evocate nel sangue dalla coscienza che si è capaci di trasfondere in esso: si desta cosl la « memoria della razzo». che è possibilità di sentirsi razza non soltanto nello spazio ma anche nel tempo. L'autentica spiritualità dell'uomo consiste non nel conti• nare il proprio «io» in un piano idealistico-astratto, discorsivo-spiritualistico, lasciando i, proprio mondo fisico in uno stato di automatica"'animalità, ma nel recare il senso deU'« io» nel proprio piano vitale e fisico, senza tuttavia annullarsi in esso, ma bensl proiettandovi la piena coscienza, cosi che vita psichica e .vita somatica vivano secondo una unità superiore. MASSIMO SCALIGERO

UNA NUOVA TEORIA SULL'ORIGINEDELLERAZZE Uno sviluppo scientifico della teo- ·ria ologenetica di Daniele Rosa era da attendersi parallelamente al progredire degli atudii sulla embriologia sulla genetica e sulla paleontologia come sulla paleoantropologiu cui Weinert e Rellini e Sergi e Fr1:1w setto negli ultimi anni hanno- clato notevoli contributi. F. Frassetto, della R. UniversitJ.ì di .Bologna, ha enunciato un'i1>0tesì ,1uJl'origiue delle specie che elimina - partendo dalle attuali acquisizioni sulla genetica. e sulla paleontologia comparata - i molti dubbii che il monogenismo muoveva incontro ad altre interpretazioni più vicine alla realtà dell'origine delle razze, o prima delle specie da cui le razze, le 80tto razze, le varietà si flliano con le medesime clirett.ve di -marcia vitale che presiedono al filiarsi delle SJ)OOie-madri. Chi conosca i primi elementi di genetica ben sa che nella cellula che risulta dall'unione dell'elemento maHehile con quello femminile non esistono in realtà due soli elementi di natura sessuale, ma diggià eia nella cellula-uovo, sia nella cellula sJ>ermatica, ooesistono due elementi primarii, e cioè nella cellula materna un elemento maschile derivato dalla linea ereditaria maaehile ed un elemento femminile derivato dalla Ji. nea ereditaria femminile e parallelamente nena cellula paterne. un elemento maaehile predominante ed uno femminile derivante dall'eredità materna. Ma questo non è che il presup1:,osto per ritenere sempre duale almeno la natura organica. Un fenomeno parallelo ed omologo avviene all'origine delle specie. Se pure può ancora pensarsi all'origine della vHa da una sola cellula madre - ciò che è assurdo - devesi principalmente riconoscere che questa prima cellula deve easere per lo meno a composizione duale. Però nella dualità medesima c'è oltre al J)rincipio di·genieo, il princi1>io trigenico e tetragenetico poicbè per gli &tesaimotivi che concedono alla cellula duale i due elementi di origine Monogenesi o poligenesi t Un antropologo italiano si attiene al giusto mezzo Hapalidae ' . . ~ /\ ,'"--"<' -=,,._Q: I - Tarsiidae _..., : = Lemuridae "- 1 ~ I (hirom~idae -.J (Daub,ntonidae) Q.. • Lemuroidea Ì Tarsoidea Tupaiidae S<hHta gett••lotl<O , • ...,.,. del ,,1 .. H, lffOftdO Il dl9ent1,u. 7

ltCSSualesi (>O&SOnaovere nella cellula germinale le tendenze ed i presupposti ad imprimere diverse direzioni (da cui si avranno r><>i le rn• mificazioni delle specie) ai gru11J)i cH individui filiati dal ti1>0comune. Con ciò tuttavia non si giunge al volifiletismo che è l'estremo opposto dell'ipotesi monogenetica (ologenesi) mentre l'ipotesi del Frassetto sta nel mezzo. La diUerenzu - secondo il Fras· setto - fra l'ipotesi del poligenismo monofUetico (cioè di un poligenismo secondario al fatto primario di una specie madre unica da cui si sareb· bero differenziate poligeneticamente le varie specie) e l'ipotesi del digcnismo diflletico sta in un ratto fondamentale accertato dalla moderna genetica. Mentre lu prima ipotesi ammette nell'idioplasma (cellula germinale) SJ)Ccificodella specie ma-- dre un unico com1>lessodi detorininanti, che poi 8ubisce la sci88ione difrerenziale solo al termine del pro· cesso evolutivo dell'elemento germinale ereditario, la seconda i1>0tesipiù propriamente - ritiene che ogni elemento germinale abbia due sistemi di determinanti distinti sin dall'inizio e cioè sin dal momento in cui esso ha origine, anche se la loro distinzione si realizza ed appare solo all'atto della comparso dello due nuove specie-figlie. Quindi mentre nell'ipotesi di Daniele Rosa il monogenismo precede il difiletismo nell'i1>0tesi del Fru8Set· to digenismo e diftletismo coincidono e si connaturano. L'i1>0tesi strett.amente monogenetica è quindi meno naturalistica dell'ipotesi digonetica, perchè - in natura - l'unicità non egiste ed ogni - anche più elementare - unità organica e persino inorganica scaturii,ce almeno da un concorso di due elementi diversi iu ognuno dei quali poi debbono essere presenti a loro volta due elementi e quindi diverse 1>ossibilità di flliazione. lt"rassetto 6$8.mina anche un altro aspetto biologico del digenismo che - a nostro parere - ò indissolubil· mente legato al principio fondamentale che fa scaturire il princi1,io digenetico. · Pen8iamo che ad ogni elemento componente la cellula germinale e Quindi poi l'individuo completo (fo• noti1>0) corrisponda una determinata e caratteristica non>ia di reazione che - in ge.netica - è uno degli elementi 1>it1importanti e biologica8 mente validi ver la diHerenziaziooe e delle specie, e delle raize e delle sottorazze e poi delle varianti come - in un ordine più minuto - di poi presiede alla diveniiftcazione - net seno delle razze o fra gruJ>pi di individui - dei bioti1>i fìsio-endocrini e neuro-endocrini. E' In reattività all'ambiente esterno che regola i fenomeni. Si trattfl della J>088ibile<,'Omparsa - nel corso della .filogenesi - di digenismi duplici e triplici - ha scritto Frassetto - in uno 8tesso piano 8tratigrafico. E si ammette che uno 8tes80 idioplasma specifico possa essere difatti influenzato anche da rattori esterni. L'ipotesi del Frassetto tiene dun· que nel conto dovuto l'influenza ambientale e non si irrigidisce - come - potrebbe sembrare - al dominio dei fattori interni (germinnli, digenici. diflletici). Tuttavia - nella guiSil di come abbiamo in altra occasion:, scritto - l'influsso ambientale agisce in ·quel dat"o mo<lo e provocando sulla direzione specifica e razziale quei <lati effetti solo perchè la reattività (norma di reazione specifica razziale, biotipica) ad esso risponde in quet dato 111odo e secondo quelln data legge interna Àlle s1>écieed alle loro filiazioni. I fottori esterni sono 1>lurimi, mai unici. Ed ngi~ono in concorso. Essi - nell'area ocou1>ata dalla speciemadre - hanno potuto determinare due o più digenismi • da considerarsi geologicumente coevi>. In ba· se a tale interpretazione si. ammette im11lieitamente che l'idioplasma di una specie antenata di protovertebruto abbia subito due digenismi simultanei: il primo avrebbe determinato la separazione di tutti i Ciclostomi da tutti i Ohetastomi ed il secondo avrebbe nel complesso di que sti ultimi separato i Pinniferi dai Tetrapodi. • Così - con due digenismi coevi - è focile rendersi conto, come il 1'rifiletismo che appare formato dai tre citati gruppi (Ciclostomi, Pinnifo.ri e Tetrapodi) sia solo apparente e non reale nel senso che esso non è dovuto ad una sci88ione triplice dell'idioplasma specifico della s.tessa specie-madre in un medesi · mo istante>. Infatti se - per esempio - si consideri lo stesso albero genealogieo si vedrà che l'apparente telrngonismo costituito da Anfibi, Rettili. Uccelli, Mammàferi si sintetizza in un tri· 1>licedigenismo: il primo che avrebbe sepanto gli Anamni (Anflbii) da· gli Amnioti; il secondo i [fottili dagli Uccelli ed il terzo i Mammiferi dai Sauropsidi. Tali considerazioni trascorrendo tt grup1>i zoologici 1>iù differenziati e ri rerendoei al periodo eocenico primario in cui sono presenti gli Etero• primati (Chiromidi, Lemuridi, 11arsidi) e gli Euprimati (Scimmie) portanl>ad individuare nell'eocene inferiore tre digenismi e che possono consi• derarsi, 86mpre geologicamente par• laudo, simultanei e coevi>. Un primo digenismo avrebbe sc1>arato il grup1>0digenico Tarsoidei-Euvrimati con os planum a11a parete mediale dell'orbita dal grup1)() digenico che no è Privo (1..emnridi-Chiro• midi); un $CCondodigeni5mo a\'rebbe distinto in Questo gruppo i Lemuridi con 1mturu lacrimo-palatina e anello tim1>anico interno alla bocca, 4 incisivi su1>eriori c 2 inferiori, dai Chiromidi con f:ìutura tronto-mascellare alla parete mediale dell'orbita, anello timpanico esterno 4 incisivi superiori. 2 inferiori: ed infine un terzo digenismo avrebbe determinato la separazione fra i Tursoidei che hanno condotto al Tarsio con 4 incisivi su1>eriori e 2 inferiori, e Tarsoidei dai quali poi avrà avuto origine il grup1>0 digenico Arctopiteeoidei-Piteooidei fornito di 4 incisivi 1,upcriori, 4 inforiori e di premolari in numero di 3 per gli Arelo• pileeoidei e di 2 per i Pitecoidei. Da ciò si vede anche che i Tarsidi hanno in comune con gli Euprimati l'os plan.um (di cui sono privi gli nitri eteroprimati) onde • 1mtì ammet• tersi che Tarsidi cd Euprimati deri· vino da un comune antenato>. Ed ò logico dedurne che siano comparsi in modo dupligenico. come dirn08tre· rcbbe - indirettamente - il fatto di aver trovato - nello stesso piano geologico - forme arrini ai 'l'arsidi ed ai Pitecoidei. Da tale nuova visione sull'originti delle specie J)Ossono nversi svih,p1>i di studii sulh1 biologia delle razze e sui moventi interni-esterni di diffo. renziazione specifica che 81>e&so aJlpaìono oscuri. La teoria italiana è 1>Uranche un documento di equilibrio scientifico e di oculatezza nel caml)O di c1uesti studii i quali debbono utilizzare i :ritrovati e le acquisizioni di tutte le discipline scientifiche l:IC vogliono estendere i loro esami ud orizzonti che piì1 wincidono con la realtà vitale. ALDO MODICA

Sull'Alto Zambesi, i e veri uomini» sono gmti che con tale prcsuntu~to signifiato applicano a sè medesimi il nome di Baìla per distinguersi da tu1to il res.10aelrumanità, Europei inclusi, .secondo loro comprendente solo esseri infimi, degni appena di venir chiamati Balumbu: denominuione che vorrebbero ancor più spregia- . tiva di quella di « barbari » usata in consimile via dagli antichi Greci. Cotesti « veri uomini » formano una interessante tribù che visitai anni addietro e che mericcrcbbc studio accurato più di quanto non abbia :\\"Uto(inora. Benchè oltre ventimìla chilometri quadrati rappresentino l'area da essi abitata, i Baìla non .sono più di sessantamila; decrescono, anzi, ogni anno di numero per ragioni quali la stragrande mortalità dei fanciulli e, ancor più, una impressionante .sterilità. Fortunatamente, le donne nel DELL'ALTO IAIBISI complesso dclla popoluione sono, rispetto agli uomini, nella proporzione di tre a due, ma ciò mostnui insufficiente ad arginare il pericolo di un annientamento del gruppo. Causa non ultima dell'accennata .steriliti è l'estrema srcgolatena dclie rela2ioni sessuali e la precocità con cui le incominciano. 1: cruda verità dire che una balla, maritata o no, conta non per unità ma per ventine i. suoi amanti, di continuo rinnovati; e ques10 daffetà di appena sette od otto anni. Di solito, inoltre, così tenere fanciulle sono possesso di vecchi che nefandamente le vi2iano e le conducono per sempre alla più nera comnione. Fra giovinetti, maschi e fcmm1ne, i rappotti sessuali sono considerati un giuoco; per giun. ta, un ragano tanto più è ammirato quanto più presto ne fa pratica. Solo l'incesto è aborrito, ma latti quali J"imprestito della moglie, l'adulterio. il ratto, la pederastia sono di consueta occorrenza; e vi sono speciali cerimonie in cui l'amore deve celebrarsi in pubblico. Tutto questo per non far torto alla vantata qualità di « veri uo• mini»! Prestanti di fisico, i Balla ricordano in 9.ualche cosa i Dcnca del Nilo. Sono spc• oalmente le lunghe gambe e alcune pose consuete, come quando si appoggiano alla lancia, che cootribuisrono a dare questa rassomiglianu.. Ma più elci Dcnca variano di tipo. Già il colore dena pe!Jc mostra diUercnu. vistosa fra i Balla, nell'adulto come nel neonato. In questo la pelle è, alla nascita, di un giallo che se spesso è cupo, in ahri ca.si è chiaro quasi come in certi fanciulli dell'Europa meridionale; ma già al ~ndo giorno si ha un abbronu.- mento pronun2iato. Negli adulti la pelle va dal cioccolato bruno al nero quasi perfetto. Due tipi estremi pos.sono facilmente distinguersi fra i BaHa, di cui runo, fortemente negroide, platirrino, dalle gross.c labbra rovesciate, tarchiato, con grandi piedi e mani, si oppone all'ahro. più comune, che è slanciato, leptorrino, con le labbra sottili, le gambe lunghe, il bacino stretto, le spalle larghe e diritte, le mani e i piedi piccolissimi. I due tipi si mischiano indiUerentemcntc e non corrispondono a diversità di. elusi sociali, capo o grega11

rio che uno sia. I o.pelli li hanno sempre lanosi, ma di un nero più o meno imenso, più o meno brillante. A. sviluppo muscolare di regola perfetto, certo in relnione al vitto carneo e al latte di. cui fanno uso quotidiano, associano in(ine, nella magg10raru.a, denti non sani. in ciò distinguendosi da quella che è la norma tra i popoh primitivi. Non posseggono, in alcun senso, vere idee di estttica. Se qualche barlume d1 apprena"mento del bello sembra attravers.are la mmte baìla, è in relnione a ciò che amano al di sopra di tutte le cose al mondo, le mogli e i figli compresi: il loro be. .stiame. Ma anche cotesto apprnnmento apparisee usai strano alla nostra mentalità. Un bue può venire ammirato pcrchè le .sue corna pendono in basso e magari oscillano nel camminare, o pcrchè sono ahrt• menti distorte; un bue o una vacca può ricevere un prezzo alto per il .suo modo di muggire. Buoi di grossa mole, ma brutti a giudi2io dei Balla, possono scambiarsi con un vitellino di. bel colore e ben macchiato. Il mas5imo ·dei complimenti per un amico, una moglie od un'amante consiste poi nel battenare un bue col 1oro notn('. Che più? Perfino il costume, generale ne(. la tribù, di estirparsi i quattro inciswi e i due canini superiori si vuole dovuto al desiderio di rendersi belli come i buoi! Eppure i « verj uomini • avrebbero ben di che ispirarsi, se non alla bellena del loro paesaggio, per lo meno alla bcllena di l<!- ro medesimi e delle loro donne. Se vuols1, e giudicando scevri da ogni preconcetto .ses'. suale come un europeo può fare fra genti di quel pere, i maschi: sono ancor pili belli delle femmine in grazia di uno sviluppo muscolare più armonico e di una andatura maestosa: camminano come se IO tutto il mondo appa.rtcnCS&Ca loro. Le donne, comunque, sono spesso belle anche P"r l'occhio europeo, con le forme aggra. 2iate, le spalle bm fatte, le braccia, le gambe ben tornite, le mani affusolate, i piedi piccolissimi; ma nessuna di queste doti è presa in considerazione da un Baita. Nemmeno il s-eoo, con piena indiffercnu te• nuto nudo per tutta la vita, ispira appre;i. umcnti: i Balla, inconsciamente, dt'Vono impressionarsi del suo sfiorir presto, per cui non se ne curano nè punto nè poco. Che cou mai li interessa allo~ nella donna? L'ombelico sembra godere, sotto tal . punto di vista, il primato. Ne provocano la bellczz.a col legarlo, nei neonati, lungo tre o quattro centimetri. sì da provocare un'ernia assai ammirata, distinta col va• zcggiativo di J11rombo. Una delle ragioni principali di apprcnamcnto della donna baìla resta però. come per la maggior parGioYinello balla. Molare rabbond.tnfe pic9,11 cutanea, oUenula sul ,et,o del~ lesl1 a scopo di belle111. Sulla leMpi41 ha tre dcatrl<I, dbllnllYO di trlbl). le dei primitivi, il suo lavoro. Tuui i com. piti; a_nchc i più duri, sono aswlti dall.i donna; l'uomo, in quel beato Paese, non lavon. mai. Fra le spiacevoli qualità dei Balla, m,1- .schi e femmine, ,·i è quella di lavar.si solo. e dirsi. per forza, quando eostrct:ti a tnversue un fiume o a prendere, scnu riparo ~ibile, fa pioggia. Nce:li altri ca.si lavarsi significa, per c-ssi, ungersi col burro. Sorprende vedere che, benchè non si la. vino, curano un po' la pulizia dei denti. Bastoncelli fibrosi, dei quali nelle foreste locali trovano tre diverse qualità, .sono uuti a.Ilo scopo, nella maniera ma non con I.i. stessa meticolosi1à dei Somali e non da tutti. • Si tramandano id« di anatomia del corpo umano e animale, attinte dall'uso, che capita loro hequcntc, di tae:liare a pezzi i buoi o, come cacciatori, la selvaggina; nè mancano delroco.sione di tagliare anche c:orpi umani. Indubbiamente s.anno dclb. prcscnu e della forma degli organi inter• ni cd hanno nomi per cs,i, ma ne igno. rano le funzioni. Assegnano pure nomi .speciali a regioni del coz,poove ritengono che le ferite riescano fatali. Conoscono bene l'aspetto del cervello umano perché ucc1. dendo un nemico aprono o almroo uSl• no aprirgli il cranio per farne della calot• ta una coppa da usar.si nelle circostanze solenni. Inoltre, cosa rara fra selvaggi, dimostrano di avere idea -del cervello come sede della vita mentale. Di una persona. stupida dicono che ?ia cervello freddo, mentre di cervello caldo ,·oglioòo dotato Un uomo coraggioso; però i pcnsien e , sentimenti orie:inano nel torace da dO\•c, attraverso il muscolo sterno-cleido-mastoi. dco, passerebbero nel cervello. Nel cuore e negli organi genitali ma,chili - le donne non contano! - risiede la vita menlre la riproduzione è dovuta non ai e:cnitali bensì a una creatura, detta bap11ra, che abita in essi. Latte non cotto e uo,•.i fanno perdere l'amicizia con tale creatura e occorre non usarne; si può immaginare, così, lo stupore conoCui i Baìla mi vedevano ware questi due pfOOotti,cotti o crudi che fossero. Non distinguono le vene Galle arterie e dai nervi. H:mno poi superstizioni circa pani anatomiche quali i processi mastoidei, i padiglioni delle orecchie, ccc. In caso di male andamento di qualche fonzionr usano presunte mNlicine; e medicine hanno per ogni cosa. Liste interminabili si potrebb<.-rocosl dare di creduti rimedi per le malattie infemvc, il ,·aiolo e la lebbr.i ad esempio; le malauie del siste• ma respiulorio, o circolatorio. o diges1i,·o, o genitale o nen·o.so; le malattie delle donne; le malattie della pelle, e ogni alm

malatlla anche immaginaria, Sembra però che curino con cUicacia i morsi dc-i scr• penta velenosi; che sappiano preparare po· tenti a.f1odisiaci, noncM talismani e amu, IC"tiu.n10 validi contro ogni malattia e ogni pericolo che, per avvan1aggiarscne. ,e ·c..)CCvoglia d1 la.rsi b:.tìla! I Balla pulano un linguaggio molto a,. mon1oso apparttncntc al gruppo bantu. Co. mc tutti i Bamu, classificano HSCri v1vcnu e cose- in un nu~ro fisso di cattgone. La divi,ionc avv1CO(non ,ulla bue del sesso, <Omt 11 mnchik, il rnnrninile o il neutro, ma a meno di prcfini. Altro u.so rilenntc. dei Balla ( di uumcctersi immaginosi pronrbt, indovlDclli e racconti. Questi pc-r• mettono di $0Rdare l"intimitl del carattere baìla e dinno luci al linguista pcrchè molti. inv.uiati da epoche, contengono e.sp~- sioni arciichc. e forme gra.mrmtioli scomp,uK dal linguauio ordinario. Fra i Balla l'ocxupazionc principale dcglt uomini è la caccia; delle donne l'agricol tura e la pesca. BcncM sprovvisti di umi da ruoco e muniti .solo di lancia, fa.nno non di rado carneficine, dato che la selvaggina abbonda incrcdibilmc:ntc nel JX'C se. Le diverx stagioni sono ~ si ruuau-: ptt la uccia.. Quando le piosgc div«lgoho abbondanti e le piane si trasformano in pantani, i Balla, riuniti a centinaia, sanno cOSlringtre la selvaggina in artt ~ note pct uccidervi gli ani.mali impigliati nel fango. In poche ore sterminano in tal mo• do branchi di iebre e di gnu, Contro le antilopi la campagna ( condotta accanita• mente, perseguitando le femmine più dc, muchi pcrchè: forniscono il ,·cst•lo alle donne. Nondimc-no la selvaggina ( lungi dal diminuire suUuogo. Con un'abbonda,na simile di cibo, i arnwo·ri sono numerosi ; al leone. anz.1, lo stesso bnliame balla paga con diec.inc di teste il suo tributo annuo. Siccome però i Baìla non amano farselo cosi dcrubuc, U· ~gono cora.ggioumcntc con la lancaa. il predone. Il fatto spiega pttch~ un gran n~m<'TOdi essi pr~ti cicatrici, spesso orribili. Cacciano con coraggio cstrcnx,, tanto che moti,·o di gnndi risa. sono i tu· conti relativi a quakhc europeo capitalo tra loro e rimU<O per intere giornate .sopra un albero in .attesa di salvatori, dopo aver gettato ,·ia le carabine K:lticate invano contro le fine, molto diminuendo il pre• stigio della r.n.z.abianca. • . Pochi viaggiatori hanno attraversato il paese dei Baìla e siccome non passano di li le grandi vie del commtKio, l'influsso dc-Ila cl\'iltà vi mana. I Balla, che credono ancon. fermamente di C$5Cre i discendenti di semidei che calarono dal ciclo e p0$tro pimt:,sulla terra nel luogo nve trovasi Namuàla, loro capita.le, prose~ono cosl, a.ll'incirca, nelle maniere seguite da tempi immemorabili. I l?ro racconti so.no intessuti di guerre e r:aptne, nu t-anto intcrut ebbero $Cmprc le lot1e con le tribù circonvtCinc, e talora tra vilJaggio e villaggio, che fin di recenrc la nuggior parte dc, Baìla noo conosceva il cc-rritQrio ptt più di una diecina di chilomNri di ,aggio dalla propria capanna. Escursioni più lunghe, se non fatte in ordine di guerra. c:nno pericolose. Assalitori il più delle ,-ohe. furono anche as,.aliti: perfino tribù del Congo e dcll'Uniamuai, nonchè gli Zulu ai tempi di .Ciata, ,·enncro • dCl>·asu.rc 11 Pat"IC. Ma sono specialmente le inv&SlC>,u dei Barotsc che agirono sulla storia de, Ba.ila. Una lunga serie di stragi vi si lega. L'odio fra i due popoli rimane ancora feroce per cui, nonostante J'apparen1c: pace, un B.uotsc non o,,cri ncmmcn oggi d1 entruc in .t0na baìla, o viCC\'crsa. Dei viag• giatori europei, il primo di cui si abbia noti.zia è Lh·ing)tone, il quale penetrò nella tona nel 1sn dalla pme d1 Monu. 01 altri, posteriori, si sa che non u.scirono v1v1 dal Paese. Spetta al boemo Holub l':iivcr dato, non molti decenni addietro, il cl•· mol'OIIO annuruio dc:ll'csistenu dei BaUa. Il wo viaggio, che: don!va ponarlo altrti· verso tutta l'Africa dal sud al nord, fini uagic.1mcn1e fra C$Si, con grave rischio di viu anche per l'1n1raprendcnte boemo. Ora i Balla possono usare riguardi "·erso 1 Bianchi a condizione che quati non infrang,1no cCnc norme di. ctichecta. Cosi, cn. trando in un vill:1ggt0, debbono presentarsi subilo al capo e largli un rcg.do. L'a. mìC:U:iasegue immancabile, suwllata da un'oUem di latte acido. In ogni villaggio esistono inohrc pa.rccchic cose ,·c:rso le qua. li bi.sogna stare attenti di non mancare. Fra esse $000 i tcmpiC'tti, sotto forma di piccole capanne, eretti in prossimità de:ll'abttu,onc: del capo e o,·c egli la oHcrtc agli antenati in circostanze quali l'andaree il tornare dalla caccia, il compc-ruc un.i nuova ffiOglic, il nuovo rxcoho, ecc.; il "· ri,utto, o porta degli spiriti, che dC\·e ,e. nirc apcru al mattino quando il bestiame v., al pascolo e chiu.sa quando esso ne ntorna; la sacra porta da cui il bcst1amt ~e e ritorna al villaggio; l'n4l"a, o boschetto s.acro, il quale tro,•;1.si nelle v1C1• nanzc di rutti i villaggi e nel quale a ncs• suno è peuncs.so entrare, meno ad una specie di sacerdote una ,·olta .all'anno. Gravi offese JOOO considerate le m,,ncam.e con. tro queste cose e, forse, viaggiatori 1gn1ri perdettero nel passato la vita per insuffi• cienli rigu.a.rdi in proposito. Per quel lhc mi concerne, rittvctti dai fieri 8:aìl:a, ovverosia « "eri uomini », molte aumz.ioni : talvolta squisite cortese. Studiandoli, mt convinsi dcll'impòrtanu scientifica che posseggono non foss'altro pct l'accennata situaz.tOnc: demografica: asa invoglia a un'indagine complC'ta, e che riustircbbc fruttu~. prima che sia troppo tardi. v.,.,r.r . .,,..,. ,4_,.., LIDIO CIPRIANI Il

Lo Krittorc francese Anatolio Le. roy. Bcaulicu descrive un ban• chetto immaginario coi il qu::i.lc si commemora l'anniversario de 11a Rivoluzione francese. Il rappresentante ideale del popolo d'lsraclc rivendica alle idee sociali della sua razza il movimfflto del 1789: « Tutto il 1789 era in germe nell'ebraismo, egli di<c. Per rinvenire b. prima fonte dei diritti dell'uomo, è necessario risalire al di là della Riforma e della Rinascenza, al di là dell'antichità e del Vangelo fino alla Bibbia, alla Thor:1 e ai profeti. I nostri nahi, gli Isaia e i Geremia sono stati i primi rivoluzionart Hanno annunziato che le colline sarcbbtro livellate e le valli colma1c. Tutte le rivoluiioni moderne sono. state delle voci che echeggiavano in Efraim: eravamo ancora confinati nel gh,110, si vedeva ancora sulle nostre spalle il posto della rotdla gialla, e b. cristia• nità attingeva alle nostre Scrit. hm: i principi vivificatori delle sue rivohWoni. La Riforma è proceduta dalla nostra Bibbia; ad essa si sono ispirati i g11111x dei Paesi Bas.sì, i puritani d'Inghilterra e di America, appropriandosi perfino il linguaggio dei nostri giudici e dei nostri profeti. Alla Bibbia si deve il successo delle rivoluzioni di quegli Anglo-Sas5oni che si vantano di essere stati i vostri Maestri. La loro superiorità la debbono ad una. reluionc più intima con Israele. & g1i Ugonotti avessero trionfato in Fran•

eia, e con ffii la Bibbia, la R1. voluxione francese sarebbe a,•. venuta un secolo prima e avrebbe avuto una diversa soluzione ... Tutto ciò che ha tentato o SO· gnaco la Rivoluxione dell'89 è stato annunziato, or ,ono vcn• ticinque secoli, dai nostri veggmti... La Rivoluxione, con le sue speranze, non è stata, a sua insaputa, che l'cs«utrice testa. mtntaria d'Isaia•· E queste bencmcrcnxc rivolut.ionarie dell'ebraismo sono, più tard'i, avvalorate anche da Roberto Michels: « Le qualità specifiche della razza ebraica, fra cui primeggiano il fanatismo sdtario che, con singolare frcqucnxa, s'incontri nei suoi membri e che, s1milc ad un contagio, si comunica con tanta facilità alle masse; l'incrollabile, suggestiva (cde in se stessi - donde il profetismo -, una grande abilità oratoria e dialettica ed una anche maggiore ambixione, unite al bisogno di porre in risalto le proprie attitu. dini, nonchè, laJI b111noi lra11, un:1 quasi. illimitata capacità di adattamffltO, fanno dell'israelita l'uomo nato per essere condottiero delle masse, organiuatorc e propagandista. Non v'è staca nuova corrente, che negli ultimi settantacinque anni :1bbia :1gi1:11l0a vita politica dei po· poli, senza che gli ebrei vi abbiano preso una parte eminentissima. Non pochi movimenti sono addirittura da considCfar~ come opera loro. Sono ebrei che organiuano la rivoluzione ... ». (Cfr. R. Michcls: « La Sociologia del Partito Poli-

dco nella Democrazia moderna», Torino, 1912, pag. 27)). Non reca dunque ~rav1glia se il Giudaismo ha « vivificato > anche la rivoluiione dell'lnternu.ionale socialista specialmtt1te là dove ha trovalo il terreno più propizio, cioè io Russia. lo non ripderò quanto i atato ampiamente dimostrato su queste pagine riguardo al bolscevismo, ma non si deve neppure dimenticare che, proprio dalla Rw.sia, ebbe luogo a suo tempo una. csportuione di duci ebraici del così detto proletariato nei partiti socialisti curopei: Rosa Luxemburg e Dr. lsracl Helphant in Germania, Carlo Rappoport in Francia; Anna Kuliscioff, Angelica 8alabanoff in Italia; i fratelli Reichcsbcrg in Isviuera; M. Bctr e Th. Rotrutcin in Inghilterra. E sopra tutto si deve te• ner presente che, appena dopo il congrc:sso socialista intcrnazionaJe del 1904, l'ebraismo slavo incomincia a preparare, anzi ad organizzare, a p,0110,a- ,., la rivohuione sociale. Ecco quello che avviene in Russia ne. gli anni 1904-190). Ha un periodo di attività il « Bund » che il giudeo Max Bccr esalta cosl nella sua « Storia gcncraJe del socialismo e delle lotte sociali »: « Una delle migliori sezioni della social• democrazia russa fu il «Bund» ebreo, creato, verso il 1890, con aderenti che sj arruolavano fra gli operai israeliti della Polonia e della Lituania. li Bund fu fi110 41 190) all'awmg11ardia J,I mo11im,1110 ,od.disfa r111so ». (Voi. V della traduzione fran. Ct'SC!, pag. 174). Inoltre, il Smatore russo Tur. ban a.s.scriscein un rapporto al Governo, ristampato a Berlino nella Kr,11: Z,i111ng, che il movimento rivoluzionario socialista-anarchico in Kicw fu promosso dalla lega israelitica 81md; molti membri di quCS(a lega capitanarono in quella città il movimento del 31 ottobre 1905, inaugurato con la distru• iione dell'effigie dcll'lmpc::ra- .tore. Ed egli ciò afferma sulla fede di più di .500 testimoni, di ogni eluse della popolazione, da lui interrogati per incarico del Governo. Similmente a Kischcnew attestano, con pubblica dichiaruione, I 58 membri H della nobiltà, e 120 cittadini appart~nti a tutte le cla55i, che furono gli Ebrei a sparare contro un corteo popolare di &iubilo per le riformC! imperiali, cd altri Ebeti a (are altrct• tanto perfino contro i fedeli ra. dunati in una chiesa pc::run T, D,11m. Ed anche il corrispondente del Timu (22 novembre 190)) da Odessa, ac~ gli Ebrei di avere avuto Ja parte principale nelle sanguin~ agi. tazioni di quella città nt'i giorni 29 e 31 ottobre precedenti ; tiene poi ferma quC5ta accusa () dicmbrc 190)) contro la smentita pubblicata pochi giorni prima nel Tim,s dal Gran Rabbino Gaster. Egli è pure un fatto che r autrice del recente tentativo di :usassinio dell'ammiraglio Tehoukinc, fu una israelita, certa Schab.al. E quello che più sorprende, odia Nowoj, Wrm1i<1 del 2 gennaio 1906, il signor Nicola Engclhartdt, noto socialista ma non rivoluzionario, accusa egli pure g.li E~rci russi di mene r1voluz1onar1e. Nè, come dicevo, può recare meravigli:;. che l'idea di una rivoluzione in senso sociahsta, cioè intema.zionale, fu accoll'a sopu. tutto in Russia, cioè là dove era ancora viva la suggestione del panslavismo. Fin dal 18)4, nel primo volume del suo 4 Saggio intorno al Socialismo e alle dottrine e alle tendente socialistiche•• scriveva il Conte Emiliano Avogadro Della Motta: « ... cresce di fatti oc. culto e disgregato di noi un altro socialismo che anche egli vuole rifar il mondo a modo suo, cd ~ il panslavismo. Il panslavismo è l'idea che unifica in un sol corpo di società religiosa e politica tutta la razza slava, per renderla politicamente predominante sulraltre ... Il pan~lavismo ~·doppio, cvvi bene un panslavismo democratico, modellato ~Ila foggia delle altre a.ssociazioni settarie, il quale vorrebbe: restituire alla raua slava la sua unità, come or ou i socialisti germani voltano unificare la razza tedesca, nella grande repubblica sociale. Que• sto panslavismo è nemico giurato della dinastia. e den·impcro ruteno, e va tentando di quando in quando, come anco-. ra recentemente, qualche mosi.a per mutare le forme del!" autocutismo 'russo; ma in meuo a popolazioni sì ruvide e incolte non possono trovare grande udicnu le speculazioni soctili sulla libertà democratica e sul- -lo umanitarismo. Se una qualche idea di quelle or predicate dai demagoghi può attecchire in mente al volgo colà pieg.ito sotto l'impero della religione e della autocrazia ccgarca, non s1 è che l'idea di nazionalità e di conquista, pelle moltitudini russe non vi può essere altro socialismo persuasivo se non I" ingrandimento dell'impeto, non 1ltro comunismo 5e non la preda guerresca; il governo sa valersi di queste tendenze a suo profitto; e mentre combatte senza posa il nemico democratico, da gran tempo organizza un panslavismo imperiale, e propriam('nte ru»o ben altrimenti formidabile •· (Pagine 441.442). In realtà. si trattava di un aggruppamento di razze. li fi. lolo!(O Gregorovitch dapprima. altri dotti in seguito, scoprire,.. no per modo di dire la nazionalità slava dei bulgari, esalta• rono la « f ruellanza » russa con slovacchi, sloveni, serbi, croati, c.zcchi, moravi dcli' Austria-Ungheria; solo per un fe• nomeno J»icologico facile a comprendersi, restarono tacitamente esclusi dalla grande «fra• tellanzu i polacchi che tene. vano troppo alla propria indipendenza. L'interC$SC dei panslavisti russi era rivolto a rendere simpatico il loro grande impero agli slavi occidentali; tuttavia il carattere dispotico dell'impero stesso sotto ogni aspetto tradiz.ionale, militare, amministrati. vo, religioso, rcspingen ogni moto di spontanea gravitazione; la società civile d'Ocriden. te non poteva sentirsi attratta verso l'Orso dell'Europa occidentale. In tal modo la forza. atti,·a del panslavismo trovava singolarménte limita10 il proprio campo d'azione; mal vista dalla maggioranza degli slavi d'Occidente, er.i necessario si rivolgesse alrOricnte, non per l"anncssionc dei popoli fratelli di rau.a., ma per la conquista di nazioni e tribù dcli' A.sia : turche, mongoliche e cinesi. Qiiusa ad Occidente, cd ottenuto alfine il libero passaggio sulle acque del Pacifico, la Russia tentava di avanzare ad Oriente, tanto più che geograficamente appartiene più ali' Asia che al. l'Europa. Epperò il panslavismo mostra nuovamente, a questo punto l'altra faccia. Gli Ebrei, nonostante le persccuz.ioni, si r1111i- /irano; C!iliati o rifugiati :all'estero, richiedono ancora il nomC!di Russi; vogliono entrare nella grande compagine del. la naz.ione, diventare in Europa, con lo studio cd il sapere, i veri rappresentanti del genio russo. Lo czarismo specula sugli odi di religione; mantiene cd aggrava la pratica del domicilio forzato; pone freno al dii. fondersi dell'istruzione; eppure nonostante quC$ta opprcs.s10nc, !"ebreo partecipa alrinsie. mc del mo,·imento nazionale. Gli Ebrei sono entrati nella gr:ande unità russa, preludio .id una evoluzione, anzi aci una ri. voluzione più nsta che scoppierà quando rimpC"rO Jcl Sol W•ante, la" potenzi entrata ieri nel ccrchtO della cultura europea, ·si tro,•erà ad essere, per forza di cose, il difensore naturale de11caltre naz.ioni d'Orien. te, il campione dell'indipendenza dei popoli contro la Russia. contro questa crede dei mongoli invasori. E così, gruie ai Giudei, già b.attcu:ati con cognomi ìn i/, in ,~;, o in it,h, preceduti dai nomi come Alessandro, Wladimìro, Cirillo, incomincia quel movimento che doveva tendere in principio a soddisfare il comprensibile desiderio dei rurali di posst<lcn.• I.i terra o di possedere più tt-ua; quc• sto desiderio, sfruttato ignobìi. mcn1e dagli Ebrei, diviene, nel 1917, il punto di partenza del panslavismo ·che si chiama ade5so « bol.scevismo », e Che segue le dìrcttive cinicamente c,.prC$• se, in un suo libro, dall'arcimilionario ebreo Walthtr Rathcnau, ministro tcdC$COnel 1919: « regnare in una umanità ricca, composta d'individui poveri », e nitura.lmcnte rovinati fisicamente, ridocti a scegliere ha la mendicit.à e la servitù, privi di ogni spiritualità nclrordine morale. ARMANDO TOSn

le cinque rHH del Manciucuò: gl•pponese, corHn•, m•nuse, cinese • mon9ola, ritratte In un dipinto che si lrov• nelredlficlo del Consl9Mo di Staio • Hsl~ IUng. C.omc descrivevamo in un precedente articolo (« Difesa della Razz., ». n. I A. JV. 5-11-41) ben cinque razze, distinte per la loro origine e la loro storia, convivono nel territorio del risorto Impero Mancese: e precisamente le rallC."mancese, giapponese, cinese, coreana e mongola. Le arnnità etniche, per quanto profon• dc come quella fra mancesi e giapponesi, entrambi discendenti dalla vetusta famiglia delle tribù tunguse, non diminui3COno in nessun modo le inconfondibili individualità di ra:u.a. E" perciò che il problema della convivenu di varie distinte rane, sotto uno stesso potere politico e nello spirito di uria comune CO$Cienzasociale e nazionale e di un comune ideale di fedeltà e di collaborazione, si impose come ìl più grave e 11 più urgente fino dalla vigilia della fondazione del Manciucuò, promossa dall"lmpcratorc del Giappone e voluta da lutto un popolo nel maggio del 1932. E sorse un vero c proprio movimento avente lo scopo di raggiungcrc, con mc:ui tutti spirituali, !"unità morale e politica fra le due prepondcranti rane dcl paest. Mancesi e Mongoli, Movimento che si disse in principìo « Uga dti gio,·ani 11omi11i » illorchè lanciò il suo musimo programma d'unione nazionale, con questa formula: « Noi anticipiamo la concordia delle varie rauc viventi in Manciuria e in Mongolia e lotteremo per il raggiungimento di un'armonia rauiale e dell"unità del popolo:». Sul piano politico questo fu un partito e~ appoggiò con giovanile energia la fondazione dello Stato indipmdcnte, in collaborazione con !"Impero <lei Sol Levante. Sorto il Manciucuò, e con5egu1to quind: l'immediato e principale scopo di lotta del partito, questo andò :,.I poterc e diventò Governo e nello stesso tempo il movimen10 si dcfiniva meglio come dottrina di Stato, comc principio d'unione e di cooperazione nazionale col nome di Spir:10 d~lla CMrordia. (Hsich-ho). E infatti oggi questo è: soprattutto un sistema di pro.siero politico, ma è: altrcsì un organo dello Stato, un parti10 di governo che ha regole cd. istituzioni proprie con membri nominativamente chiamati e controllati dalle superiori autorità del partilo sle>so. E menuc lo Spirito, ossia il Pensiero della Concordia razziale è: quello che i~pi, ra tutta l"opera dei reggitori del Manciucuò, il Partito della Concordia svolge la sua attività in seno al popolo e sempre in armo. nia con le direttivc politiche del Governo. In sintesi lo Spirito della Concordia è una definizione c una precisazione razziale dell"idca sodalc e nazionalc. In superamento del principio di autogoverno di ogni rana, lo Spirito della C.oncordia proclama il principio della nazione-famiglia, inte;n· dcndo questa come una corporazione morale di varie rane, viventi sotto lo stesso regime, in armonia di aspirazioni e di opere. Ogni cittadino del Manciucuò deve perciò cs.scrc educato a conciliarc c tcmpcrarc l"aUetto e l'atraccamcnto alla propria raz. za con un sentimento di fratellan:u nazionale destinato a reggere l'armonia spirituale dcl popolo ed a costituire, al di sopra delle differen'4:e antropologiche, una identità spi~ituale e ideale: una rnu po- !itira t morlllt, come dicono i Mancesi. Nessun privilegio naturale di raua, quindi, e quindi nessun motivo di antago• nismo razziale nel seno della Nn1one. Ma invece sintesi dellc aspirazioni e dei valo. ri, m21t~riali e immateriali, di ogni raua, nello spirito della NazK>ne-Stato. E la concordia delle rane esclude, a m21ggior ragione, la discordia deUe classi sociali; e questo è: motjvo sumcientc per cui !"odierno Stato mancese e, per esso, lo spirito di Hsich-ho, si pronunci come ncmico giurato del bolscevismo, anche indipendcntementc dalla casuale e copiosa coincidenza di mocivi razziali e-on motivi classisti nel seno della comunità nazionale del Manciucuò. Qua.si per gratitudine morale all'Imperatore del Giappone il quale ha encrgicament~ aiutato la fondnione dello Stato mancese, lo Spirito della Concordia è altresl rivolto a mantenere e ad alimentare i scntimenti di amicizi~. di fedeltà e di solidarietà del Manciucuò con il popolo gìap• poncsc. Ma il suo principalissimo e più pratico fine rimane sempre quello di affermare e di salvaguardare ognora meglio la concordia dellé 111ne, la famiglia dctle raue. t·organizzazione gerarchica del movimcnto, il Partito della Concordia dcllc raz• ze, ubbidisce appunto a questo .sovrano principio, da cui si intitola, e al governo dello Stato quale diretto e ispirato interprcte di es.so. FEIJCE GRAZIANI 13

Gli ebrei, seguendo i loro pia~ ni metodici di dominio mondiale. hanno coltivato in tul- . ti i tempi con grande predilezione la medicina. Se ne com1>rende facilmente il perchè. Un medico 1mò esercitare lll sua 1>rofessione in qualunque 1>arte del mondo e può indirterentemente migrare da un paese all'altro. Cosa questa molto comoda per gli ebrei che sono stati spesso costretti a mutare la loro residenza. Inoltre, il medico può facilmente penetrare nelle famiglie ed influire anche psicologi• camente sulla mente dell'ammalttto. Un'altra buona ragione dunque pcrchè gH ebrei abbiano coltivato sem1,re e in tutti i paesi la medicina. Sono nati cosl i medici ebrei della vecchia Spagna e, per arrivare a tempi a noi. più recenti, è abbastanza conosciuta la enorme percentuale dl ebrei tra i medici d'Italia. Si può anzi aggiungere. a questo pro1,osito, che nelle università italiane In maggiore J)ercentuale di professori ebrei era data dn professori di medìcina e di matematica. All'UniversitA di Torino, per esem1lio. e·:- stato un J>eriodo in cui l'armlomico, il fisiologo e il J)atologo generale erano ebrei. Meno nota è al pubblico italiano l'infiltrazione metodica di medici ebrei nella J)eniso.la balcanica. Cre· diamo quindi di fare cosa interessante al nostro lettore, riassumendo brevemente la ricca documentazione che il dott. La\-•oslav Sik. ,•iceJ>residente dello società culturale ebraica di Zngabrio, ha raecolto su questo argomento. Trattandosi della documentazione raccolta dn un ebreo, nessuno p0trà discutere i dati che noi esporremo. Innanzitutto, ci piace ricordare come. quando nel 19'27 fu aperta In loggia « Zagreb, dell'ordine B"nui B'rith, fu un medico, il 'dott. Milan ,Scbwan.. ad esserne eletto presiden• te. Analogamente presidente della loggia « Srbija , di Belgrado era un altro medico, il dott. Buliii-Bijade. La grande loggia di Costanti.no1>oli •• crn d.iretti1.da un. terzo medico ebreo il dott. Salomone Alkalag. Se si pensn ora che 1>re$ideute della grande loggia austriacu ern stato il dermntologo, 1>rof. dott. Salomon Ehrmnnn, vreceduto da un altro medico ebreo, il dott. Edmund Kohn. si vede chiaramente come dal• l'Austria allu Turchia esisteva tutta una rete di logge ebraiche, che ave• vano come massimi esr>0nenti dei medici. Qualcuno 1>0trebbe credere che questa infiltrazione di medici ebrei nella penisola balcnnica sia di data recente. Abbiamo invece doeumeuti 1>erdimostrare come essa rimonti alµieno al Quindicesimo secolo. Il 4 maggio 1515 il senato dellt1 repubblica di Ragusa, s1>into dalla energica 1>roJ)aganda dei Domenicani, emanava un decreto con cui venivano espulsi tutti gli ebrei e i marrani. Questo decreto conlenevu una soln eccezione, che dovevn essere come il cavallo di Troin dellu rutura penetrazione ebraica: i c.-osiddetti « orficinles isnnilntis, ebrei non erano colviti dul decreto di espulsione. Cominciarono così i medici ebrei n prosperare allegramente nella libera repubblica di Ragusa. Verso la metà del sedicesimo secolo raggiunse grande ccl~b.rità il m<'dico Amatus LUsitnnus. Sotto questo nome si nascondeva l'ebreo marrano Jouo Hoderiguez, nato a Castello Branco nel 1511. Persegtlitato dall'inquisizione portoghese, dopo un viaggio avventuroso in Belgio, Germania, Olanda, il marrano Amatus Lusitanus venne in Italia, accompagnalo da un amico, Didarus Pyrrus. l~ichè si trov(t bene negli stati pontifici si fece raggiun• gere dai fratelli Elios e Joser. li pri• mo sotto il nome di Fili1mo ~fontnl• to diventò medico del re di }.,rancia. La situazione cambiò quando nel 1555 il cardinale Pietro Cararrn, grande nntiscmilu, sali ul trono di Pietro con il nome di Pt1.olo 1 V. I tempi diventarono molto tristi i,er gli ebrei. Lusitanus dn Ancona, dove si trovava, fuggi n Ragusa. Uagusa manteneva in quei tempi strettissime relazioni con il Levante. Fu così racile al Lusitanus di raggiungere SaloniC(!(), dopo avere lasciato a Ragusa ammiratori e disce1)()li. Come Ragusa così Spalato è statu per molto temJ)O infestata dai medici ebrei. Dal famoso Daniel Rodriguez, che nel secolo sedicesimo vi fondi\ uu os1>edale, n Salomon Tobie, che fu medico dell'arcivescovo di S1,alato, Marc'Antonio Dominis. Un altro ebreo, che raggiunso a Spalato larga rinomanza come medico, ru Gi• rolamo Melamed. La re1>ubblicu veneta uon v~eva però troppo di buon OC<lhioquesta convivenza di ebrei con cristiani. L'arcivescovo di S1,alatp, Sfor7At Ponzoni, nipote di Marc'Antouio Dominis, che continuava H. proteg- ~ere gli ebrei. Salomon Tobie e Girolumo Melamcd, fu denunziato dal cupitnno t:ontc Moringazzoni come truditorc delle leggi della Se~nissima. L'arcivescovo ru così costretto a liberarsi dui medici ebrei; questi 1>eròfurouo così abili dal farsi scrivere una lettera di riconoscenza J>er i servigi prestati, lettera che esistorcbbc ancora, a quanto afferma l'ebreo dott. Sik. Anche la Slovenia ru invasa in pussnto da.i medici ebrei. Le 1>rimc notizie su questo argomento rimontano al nono secolo. Molto famoso fu un certo ebreo Michele, di cui parla l'imperatore Federico III in unn sua lettera del gennaio 1478. Oli ebrei dovettero lasciare Marpurgo nel 1-1.96e nel 1517 la Slovc• nia. Il ricordo 1>erò di questa ))Crmanenzn è ampiamente documentato dal grande numero di 1>arole slovene esistente nello lingua J iddisch. Oltre a questo ricordiamo come il cognome e Marburgen ,, e ?.forpurgo > e simili sia oggi molto diffuso tra gli ebrei. Un David Morpurgo, celebre medico e presidente dclln società ebraica, lo troviamo a Cm• covia nel 1648. Poch.i anni or sono un medico ebreo di Karlovac, il

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