ILRAZZISMO E LA SCIENZA ITALIANA (c ... ,..,.,._.,._ """• ,,.,;... ........ c1. .,., tropologia, vediamo con!e si alferm1, sempre recisamente, questa bose bio• logica del concetto di razza. Su questo punto poi sono concordi non solo gli antropologi ma anche tutti i biologi in generale. Di front~ quindi ai giovani spiritualisti noi possiamo mettere tutti i contributi dello ;,:,cienza italiana, la quale non ammette discussioni su questo punto. Il tentat1vo di confondere il fenomeno razziale con quello storico. lin9uistico, religioso. ecc., non ha nessuna possibiUtà di riuscita. Arrivkimo ora al quarto punto, nel quale era affermata l'arianità delta popolazione italiana. Questo punto. o prima vista. può sembrare più discutibile dei precedenti. Non sono mancate delle persone che hanno tacciai? di ignoranza e di contraddizione 1 compilatori del Manifesto della Raz za. appunto per questa questione degli Ariani. A1cuni scienziati, conii· nuarido a contrapporre il concetto ::i ariano a quello di mediter.raneo. hanno creduto di vedere in questo pumo dql Manifesto una possibile inerir.a tura. Orb&ne, anche per la questione de. gli Ariani, il Manifesto della Razza si presenta saldissimo. Tullo dipende naturalmente dal significato che si dò alle parole. Il significato che vien dato allo parola ariano è quello oggi più in uso in tutta l'Europa. Per Ariano si intende oggi la comunità delle razze europee. strettamente imparentute tra loro, che sono la razza nordica, la mediterranea, l'alpina, la dinarica e la baltica con le loro sottorazze. Gli Italiani sono dunque ariani, come i Tedeschi, gli Inglesi, i FrancQsi, ecc., mentre non sono ariani gli ebrei. perchè nella loro composizione antropologica entrcno razze dfverse da quelle rico.rdate_ Cosl inteso, il significato della parola ariano, si vede come l'origine ariana degli italiani non possa essere discus.sa in verun modo. Da Paolo Montegazza a Giuseppe Sergi. dal 6 e he co~• s'int.-nde di dire. dal 1>u111d0i vi!la della biologia., quando !i aHerma che gl'indi\·idui di un determinato gruppo nalurale formano una raua? E!senzialmente e erima di tutto si mo! dire que-slo: t'he partendo da CS!Ì, presi tulli in!ieme o a uno 1>er\'Oha. e risalendo la serie dei loro an1enati diretti, ~i de\'e arrivare a un nucleo più o meno numeroso d'individui; i quali sono da considerarsi come-progenitori comuni a tutti loro e solamente a loro. Per conseguenza. il concetto di raa-· ia implica una serie ininterrotta di generazioni. di cui ciascuna esiste in virtit delle prc«denti e produce la su~siva nella sua totalità. Ma ciò non ba.sta. poicht' in tal ca~ l'intero mondo orga. nico potrebbe riguardaui come una sola grande raua, e razze del pari s'avrebbero a considerue le claui. i generi, le spede, in quanto rappresentano cicli pili o meno ampi di generazioni continue. Il nome di razza adunquc si r~rva a parlicolari cicli g~- nerativi. e precisamente a quelli contenuti nel ciclo della specie. Allora, concependosi qu~1'uhima come un insieme di individui più o meno simili tra di loro. che sono o si pos.sono ritenere di:u:esi da un ce1>po unico primitivo. per una successione conlinua di famiglie. po.!$iamo definire la razza come un insieme d'individui. i quali si somigliano oltre che pei caratteri delle specie a cui appartengono. anche per qua:che a!tro carattere, che li differenzia dal resto della specie ste~a, e sono o si possono ritenere discei!i de una ,·arietà ( individuo o grupp('I d'individui} manifestatosi in questa specie appunto con quel carattere particolare. A distinguere perciò gli individui. che formano una razza. in mezzo a lulti quelli che formano la !!pecic. occorre il riconOiteimento di qualche carattere non !!pecirico. che eMi e !!Ohanto CMi abbiano in comune. Ma quali sono i t::aratteri 5ubspttifici. d1e possono individuare una razu? Evidentemente bisogna cercarli sohanto nella categoria di quelli che
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