I o non voglio parlare di ahri popoli, ma del nostro, é di qudlo che av- \'iene fra noi in Italia; e dico chia• ramentc e fr:Ulcamcmc che finora 1H>1.1 s'intende il problema d;~r~1~- 1e. m nessuna guisa. Gli uomnu b1• wgna che si formino da sè stessi: e questi si formano davvero, quando hanno i earaucri di supuiorità, coi quali vincono ogni ostaco!o e abb::utono ogni nemico. Ma non tutti gli uomini hanno le qualitl cmincnll, e perciò molti facilmente sono trascinati dalla corrcme dei \'Ìzi e dei mali sociali. Forti f!Ca1di, qu~ti uomini, dal nascere, dirigeteli fin dal primo lllUO\·ers1 ne la vita, e diminuirete il numero dei degenerali. In pieno medio ('\'O ancora. non abbiamo altro ti)lo di scuola che la classica: non v1 ha coltura. St= non si col)()sce l'alfabeto greco e qualche frase la1ina; gli studi 1>rofessionali sono intralciati da (juesti inutili ingombri, ml'nlrt uomini cmincmi ncllt' professioni non sanno di quante let1l're costi l'alfabeto greco, e uo• 1ninj ìntnilìssimi (' pedantissimi ~no i,gnoranti delle COSt' mili alla \·ita. Cosi è. l' pure questi spesso si s1ima110 più di quelli. Im·e-cc di aumentare il numero delle scuole classiche. come si fa annualmente, riduceu:lc al minimo numero possibile, e trasformate tutte le altre in scuole J>t"r arti e mestieri, in scuole professionali. in scuole pratiche secondo le esigen,;c della \''la moderna; e dentro \·i mettert'tc ta s,euola l>t'"f la mente. la scuola 1>el carat• tere, la scuola per la \·ita giornalìera: colà incukherete !"abito al la\'Oro. ché per st.• medesimo è- educazione efiic;,,cissima. Ma \Orrete soddisfare le vostre 1endenze aia\'ichc e consen·are qualcuna delle i)titiu:ioni ata\·iche, come !>OllO le scuole classiche, fatelo pure; però falc si che non sia una burla lo studio del c";usicismo latino e greco, e non ci sia l'a11• parcnia sohanto dell'c.-ducutOne classica: fate che sul serio s'insegnino e si com• prendano le: lingue di Tacito e di Aristo· fane; e questa scuola sia per coloro eh(• hanno tempo e agio di de:dkarsi agli studi del passalo. Ma il gran numuo delle ·scuole sia pcl popolo, pt'r la gran massa del popolo che ha bisogno di educarsi, c. non comprenda solo l'islruzione, ma anche l'arte. il la\·oro, che deve t'SSCre utik ;,, tuue le esistenze: sia di scuola OOuca1ricc di mente, di cuore e d1 a1t1,,ità di OKni genere. l)iminuire:te cosi i mali :SO· ciali, e i deboli sopra\•,•i:,sut1 ~i ra Hon,:. rannQ e 1101n11moC()ntinu;1ri> le nuove lotte per la \':t;i. §Cn1.amanife:srarc gli c.-f. fètti degenerati\·i, al'retc apc-na la via p.:-r la rigenerazione. E capilalissimo :.C'>l>O d1 ()KIit :.cuoia :.ia l'edue:i.1.ion('del .::.trauert'. da cui tutta b. condona umana dipcnd(': fortificarlo o,·c tro\'asi \'acillantc, crearlo O\'t: ancor.:. non csis1c. dirigerlo o,·c manca la guida. Se non ~i oniene l"l-duc.u:ionc del carattere, non si otterrà nulla d:,, ogni scuola e da ogni istituzione: e tutti i mezzi. tutlc lt' v:e, tulle le atti,,it:i. dc,·ono essere coli dirette, 1>Cnal'imposs1bihtà del miglìorame111Osociale e della razza. sanzione 1erribile la degenerazione di ogni ~rta e multiforme. Ma il problema sulla rigenerauone è duplice, impedire raumemo dei degenerati, e diminuire e far s1.oarire i degenerati esistenti. Quali meni, ,ecoodo a me pa~. ~ieno efficaci a imp,.. •dire la produ1.1onc dei degenerati, ho detto sopra e in ma:.- sima: è- nttbsario ora che io dica còmC i de:ge11crat1esistenti 1)0§sano essere dimi. nuiti e non dieno nuo\·e discenden1.e di esseri inferiori. Qui è necessario che si facciano distin• 1.ioni sulla natura della de:gencra:r.ionc; sono essi pa1.zi ,. altri incapaci a gO\'ernarsi e alimemar:.i per deformità fisiche o per malnttiç, allora 1>er costoro la :.\>• cietà avd quei riguardi possibili, perchè l'inabilità di tali infelici non ha alcun rimedio: ma se i dt'gcneratj sono criminali, mendicanti professionali. \'agabondi, paras:si1i di ogni sorta, il trattamc111O verso costoro dev'essere duro, se,·ero a:.• sai. Pei primi possono osen·i leggi 1)rùtettrici, può esercitarsi l"ahr11is1noumano come è s,·ilup~t" ne11e nostre sodetà ci\'ili, pei secondi le leggi devono essere assolutamente repressi\'C e la filamroµia de\·(' tacere. Il mio lettore qui si mera\·iglier.\ di queste mie parole e forse crcderi che io mi contraddica: obbietterà: cre:di tu ::I-:-: i delinquenti, i mendicanti professionali e simili parassiti, possano esscrie responsabili della loro condizione inferiore, <1uando 1i mos1ri così crudele \'erso di loro? e se non sono responsabili. perchC non tran~rli come gli altri degenerati? Ecco: gl'inabili al lavoro non pos~o dil'cn1are abili in qualunque modo; i d.:- hnquenti e ~ \'agabondi hanno delle enerEcco un campione lr111ltodalle o,- do ,'-e t'111r1tmuziimo ,ngleie i.ch1era a propria difesa gic atte ad essere utihuatc. si:1 purl· chl· qu.:st'-' energi,: \'cngano adop<'rate come qudk di ammali interiori: i mal.:ti souo noci\·j in minima parte alla com·i,•,:nza dO\·endo vi\·CTe a spese pubbliche, ma glt altri sono noci\·i in ogni maniera. Ed ancora più: la protezione degl'inab:Ji 11011 aumenta il loro numero, la protezione dei ,·agabondi, e simili. l'a1111u:1uasm:surata• mente, pcrchè la loro condotta dil)<'ndendo da condiiionì organiche e 1,sichiche si comun:ca agli altri indi\·idui deboli della. società, è questi pro1e11i si abbandon,uw, nell'inerzia e nel mak E ~bbiamo \•Cdut") che anche offrendo i me1.1.idi lavoro i mendicanti e i \'a1:'a· hondi al,ili non hanno .icce:11a1Of,cnOTlh~ 4 no chl' si è ri1,ctuto in ogni wmpo. I.a. filantropia che in qualunque modo ha tc11ta10 di alle\·iare i m.tli di ques1i disgraziati, non ha fotto eh<· aumcmarne il numero, abituando al p.'ltassitismo dei con- ,·enti. delle largi,;ioni principesche. dei SO\•rani. dei comuni, dello stato, generazioni intere di fannulloni. Se dai secoli primitÌ\'Ì si fosse sempre protetta la razza di parassiti di ogni tii;,o. oggi il numero loro sarebbe stato enonnc, avrebbe SU\K'.• ral'> di molto quello di coloro che la,•or~no. I la diminuito ques1a schiera perniciosa di degenerati il trattamemo SC\'ero e s1>esso crudele, la \·iolenza adoperata contro le loro associaztòni colla costri- :r.!one al la\·Oro che loro si offri\'a, scbbcnè spcs.so inutilmente. :,.;'.eisecoli p:13· sati financo I:,, morte o il carcere è star.o minaccia10. e con tale repressione vio'l-c,- ta il numero è- re:almcnre diminui10. Le energie organich~ dt'gli abili al 13. 4 ..-oro. di delinquenti, di \'agabondi. di men.
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