golo, e porrà alla sua avanguardia gli Sciti. l'annuncio è questo, ed è di vent'anni prima: ,. Io sento le trombe tortene - Sulla Russia e scorgo di lontano - Le verghe barbare del destino - E l'immenso incendio senza fine. " A cose fatte, quando l'incendio divamperà in pieno. l'ebreo chiamerà gli $citi a sfidare l'Europa. Diamo qui la traduzione letterale di questo poema (1919) dove il ceffo disumano del barbaro appare senza maschera, grottesco • terribile, catechiu:ato dal vate giudeo. E se no, nulla da perdere abbiamo. Anche noi siamo capaci di perfidie. Per secoli, per secoli vi maledirò lo vostra discendenza malaticcia. Innanzi all'EurOJXI bella per boschi e foreste ci faremo largo_ E vi mostreremo il nostro muso asiatico. Erano secoli che guardavate ad Oriente ammassando e sciupando i nostri tesori. Beffeggiandoci, aspettavate il momento di puntar contro noi le bocche dei vostri cannoni! Il momento è venuto. La Vittoria batte le ali. Ogni giorno si moltiplicano le oflese. Giorno potrà venire che non ci sia più traccia dei vostri figli. Oh, vecchio mondo! Prima che sia perduto del tutto, prima che la torturo ti distrugga Jermati, saggio, come davanti all'antico mistero della Sfinge Edipo! E' una Sfinge la Russia. Esultando e dolorando intriso di sangue nero essa ti guatda, ti guarda. ti gua.rda con odio e con amore. Venite tutti. venite sugli Urali, prepariamo il terreno per la battaglia contro la selvaggia orda mongolioo. Ma d'or innanzi non faremo più sci.Ido per voi, non scenderemo in campo da soli. Guarderemo bollire la mortale battaglia coi nostri occhi a mandorla. Non ci. muoveremo se il feroce unno frugherà nelle tasche dei cadaveri, e arderò le città, e spingerà nelle chiese le mandrie. e-arrostirà la carne dei iratelli bianchi... Per l'ultima volta, o vecchio mondo. a un convito di p:::i:cee di lavoro, a un sereno convito fraterno ti chiama la lira barbara, per l'ultima volta!
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