S cmhra a molti, che crOOOno di essere in questo campo i più furbi e forniti di ,cnso comune, che il pcrio,lo . Contro i ietisti "Qucst'esigcn.1:a risulta e,-idente da un esame del carattere ~cneralc dei due sangt1i. Do,•rehht- essere un.& cosa ormai chiara: ma poichè ci cbr.1ico in Italia non cs;sta. Gli chrt'i infatti SQnO 110Chin ltaha, non hanno in dcfiniti,·a preteso mai di fu del male ad alcuno., non hanno mai fauo qudlt· innumen·,·oli sconce:r:u- ,w,•cnutc al nord e nei pusi or~ntaJ;: pcrchè dunque occuparsi tanto di loro? Per capire qm:s10, ormai sembra che non dovrt'bhe più l'Ss.:rc necessaria 1111·ccccssiva intdligenza: quel che è ,wn·nuto e sta a,·vcnendo in questa guerra hasta ):M:r chiar;n anche .1gli ingcnm che - sia l'una o l'altra la ragmne - l'clmm di fauo è il nOS<ro KTan<k ntmK'O, e il nemico naturali.' di tutto il sistema s1>irituale e politico che R'li llaliani, i Tt'dcschi e i GiaJ)1)011CSintendono inau1:urarc nel mondo. L'ebreo ha infatti, per sua indnc,hi~ e insostituibile natura, un modo d'èSsere che è lui stesso, t' a cui egli na111ralme111rcest:t fedèlc sotto tutte k ,·esti che: egli indossa, più o meno in buona iedc: modo d'esSt're che è assoluta~nte din!no dal nostro modo d'essere e d'es:stt'rt ari,mo e italiano. L'ebrto non è soltanto una cosa di,·eru 11<"s1angue 1.• nel corpO, come accetterebbero ~n ,·olcntieri di ammettere in puhblkn gh stessi ebrei e tutti coloro che vogliono far finta dì non capire. L'ebreo è dal pr;nciJ)io alla fine un mondo: ques10 mondo ,·a dalla 1es1a ai piedi dell'tbroo, e Se! noi fossimo capaci. ptr ,·irtli d'intros~zione magtCa, dì gt1ardart J)('r un momento l'uni\'Crl'O dal di sotto delle arcate dcll<' foro occhiaie, a,•,·ertiremmo subito come questo um,·erso abbia. un tono e un suono totalJtN!nte di- ,·ersi da.~ nostro, così dl\·crsi che ''uno agisee da sokcnu·. St" messo atea.mo all'altro. E 3Jlora, lit, l'ebr~ è un mondo e una c-i\•iltà, <'HO è un pericolo immantnte e costante per 1'halia; per la sua storia <' per l'anima del .suo po1,olo, non tanto ix-r quei cinquan1am1la cbriei che sono da noi, e the è sperabile che si a.ssouiglino sempre più, ma in primo luogo t' IOJ)ratutto per quel che ,•uol dire ebraismo mondiale in generale: il quale significa, in parole chiare, nt·i/ti, <braira. • Con quc-sta ci,·ilt{ iloj non ,,ogJiamo a,•er ·nulla a spartire: ptrchè ess.a ript1gna a noi come le cost fotidt. "Che tumwìa piacciono ad altri animali. E poìchè l'chrais.mo mondii;le è una pote1n:a di prim'ordint", combatttdo neJl"invadenu iU«ita delle sue pcrl!Oflc t cose sarà anche pt"r noi comandamento di prim'ordine. sono ancora moltis:.imi che, a ragion ,·eduta, ci sorridono, pcn• u.ndo magari alle innumere,·oli mescolanze che, una più una meno, sono in tutti i p()J>Oli, abh;lùgna, per es~rc ,·era.mente in1esa, di un esamt· hrcve, interamente antiretorico, spassionato t· non opportunistico. Ma se J)Oi si paffa a domandarci, che cosa è in sostanu l'ebr1.•o nello spirito di tutta la sna storia., allM.t è molto chiaro che nt:I grande 1,criodo biblico <klla sua storia prim;i. esso fu nn popo!o che sapc,·a cantare alto .al Signore con stile e tratli dì carattere fra l'orientale e il 11reasiatK'O.il cui confronto con qudli della Gr«ia e di Roma fa snhito ,•edere anche all'id;ota che una Bibhia non avrehb,e p0tuto t'Herc non solo scritta ma neppure imitata alla lontana con tutta la migliore volond. nè dagli Ateniesi nè dai conterr.ane; di Virgilio e di Li,·io. E se JX>Ì 'Si passa al ptriodo s1oricn 5efr11e111qeu, ello dtHa diaspora, allora il caranerc ebraic,l ~i intorhida, le acque si confondono, confluisoono nd gran calderone ebratCo tntt,e le più di\'erse correnti; ma due clementi ne costituiscono 1>erUltla la. sua storia lunga il tono fondamentale: la rom1>0nentc prcasia.tica. e l'ibridismo ddla mescolanza di· essa con tutte le OOS<", sangu; e lll'r$0ne con i quali qul'I popolo ebbe la disgruia di venire a contatto di \'icenda in vicenda. In fondo, R si ,·olessc riassumere ln una espressione sola tutta l'anima di lsrule, J)O(rtmmo senz'altro d;re che l'ebcco è un IN-u,clino MOIOoll'eslcro. Ciò spiega tutto: spicp. i gn,ndi i,regi della Rihbia, l'incomp:uihilità profonda fra. noi c loro, l"insicurezr.a, la falsità. il fa.riscismil, l'intonacatura di lutti i propo5iti dell'threo della. diaspora: spiega insomma. la Bibh;a e il Talmud. Quanto alla Bibbia, dicia.nno,·e secoli di infàtuazione europea per alcune sublim~ pagine che - accanto a tante scorie " squilibri d'ogni genere, come in tutte le rose orientali - \'i sono ccnt<"nutt, e soprauuno per l'esperienza sublimc che ,·i si innestò, §OOOdietro dr noi a dimostrare che non una lirica, non un raccon10 di quakhc valore è mai sorto in halia il qua.le, nonostante tanto amore e tanto sforzo imita.ti\·o, riesca ad arieggiare anche solo da lontano i Salmi di David o i racconti del G<"nesi (anche i: cani;co di S. Fran«sco è un'altra 'cosa): mentre tutta l'arte italiana parla sempre di M~ e di Salomone e dt"lla Regina di Saba. ma non rit'sc,-..neanche una ,·olta a presentir" neppur lon7
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