La Difesa della Razza - anno V - n. 13 - 5 maggio 1942

L'halia i tlll crorinòto dÌ rauc? Con questa fferauionc che noi oegi volgiamn. ia forma interrogativa ptr tcnta{t' di dark un.a risposta, si. è preteso da ~ C' antropoloci di definire - ,·tra~ ;n modo sbripti- ,·o t generico - I .-siÌOlk della raa:- u italiana. , La storia, intesa particolare n.ar• ruionc di fatti, SOCCOfft: coloro dM-; appogg;andosi a ~mplki otKrvaaioni - e sono nella gran maggioruza stranieri - hanno formuiato una simile affcnnaziOM-. Quali e quanti popoli, qui.li e quante n,zzc diverse non sono pass.ate ,n Italia? Sii:l. mo abbastanza spregiudicati per dire cht.- R il darc all'Italia it valore di\na ctogiuo. lo di razze da cui fosse nato, ptr la ~ sc:olanza del sangue e dd vari plasma. un tipo idtalc d'italico che ra«hiuduk in K il mcgltO degli altri, questa affumaz;onc -:- anche se biologi~mca1!c errata ~ ci rioolmcrcbbr di sodd1sfaz1onc. Scn ~ ns.. tende ad attribuirc al nostro ;po etnico la caratteristica del bastardo, di lUI popolo costretto a subirc l'influcnz.a ctni. ca di altri popoli 11aoal punio d'a,·tr pc-r• duto i sub: an1ichi1 e primigeni caralltri Pi ru:u. Ascoltiamo per un momento ciò cht di- ~ il Pi:tard (1), aniropologo franccsc- non sospetto d'eccessiva simp.alia pc.r noi: e I.Arsq1io1t drndt do1ts frs n,rs dr Pu- '4-rm?, il y 11 drs gt1ts qNì 'NOU.t affirmrnt rrco,ou,itrt:, ,armi lrs ~uNls, lts ,.,,,; • .JtNtunls dr IC>#lrslrs rt1crs uya,e1 abordl la Sidk. Lalsso.,s-lrs à ltur omusc.·mrnl ~- E si badi chc qui si parla della Sicilia, una dr:llc rcg:oni d'Italia ndlc quali gli antropologi, gli ctnologi, i razzisti in ,·cna di s·c1miurr riconoscono auu.\·crso i carattr:ri somatici dc; suoi odicrni abìtanti la più grande uric1à e il peggior miscuglio di rane. In verità anche noi lasceremmo coitoro al loro di,•n1i~n10 k' non ci fosse di euo la digni(i della nostra stirpe e- se non avessimo debiti da 1)lgarc, oggi chela ione della rau:a è dinota1a fin.il• mffltlC' qut"stiont naz;«iak_ agli studiosi italiana stranir:ri che sn qutsta strada ci hanno cduti per puro amore di verità. di anni ~crtamente sospct1i di ~M e di put,IOfli razzis1ichc. Sia :::r~::,: :.;:;~:~ c;:lo~~e:~ d:Cativo, e DOl'I si attril.NHKOftQnessuna pttSUDZinnt 1ranne quella di richiamare all'a~nto cbi può ctiscutr~ con romp('lt'n&,a VCta\ Il Mani fttao rauilta col quak dibt" ini- %io la nostra pohtKa della d:fna dt'lb ruu stahili1tt e~ dall'epoca ddl'in,·a• siooe loogobarda il tipo della ruu italica ha raggiunlo ìl suo a~tamt:_nto ddin<ti- ,·o che: tuttora consena. Le invasioni po- sceriori alla 1on~harda non Hrt'hbt°ro a- \'UtO, come in rtaltl non hanno avu10. ne:stfp/bnoslra Pazz_ suna ìnfh1c1u.:anella modifìc.u:ionc del 116stro plasma e:tntcO. La nostra nobiltà raztiaJc, che risale quindi ai stt0li che h.in• no immr:diatamentt pr«:tduro l'anno ~1illc, si è-man1cnu1a pura e eos1:antt tino ad oggi. Già fin (fai 19()1 l'antropolo,:o , soc.iologo A.tber10 Albtrti si domandava fino a qual punto ìl tipo nazionalt italiano u·csst' risentito dtll'i1wasiooc ilonx-obarda (2). In opposizione a11c idee del Li,·i (J), il c1ualc. parlando del 1err:1orio di ~lonza, Gallarate. Abbiattgrasso, Vartse, ~titano e Bc~amo tro,•a conscnalo in esso, m~ (lio ehe ncllt altre partì d'halia. Il" \'estiContro gli apostoli d"uno storicismo miopee settario

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