lt'IENU•IKUNl'N'IUIINB NUND • l1JiSIM11• DIRETTORE TELESIO INTERLANDJ ANNO V - n. 13 - 5 MAGGIO XX --·-••-o-.u.a IJRE llNi\ "l0'1/\l "IIH., I .,o, l'Ylll/tf \LJTH. ,1t111-.1,.111>1-:omio1·ru.f ,01,n,urn1· · \0-\,TL. l'AIHl•I'" \)
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LADIFEDSE!W I Il ANNO V· NUMERO 13 5 MAGGIO 1.94-2-XX 119CE IL a E IL 20 DI OGNI .MESll UN NUllt:JIIO 81!PAaATO Lift.Il I AIIIIOl'i'AJllll'ITO ANNUO LIIIII 20 AIIIIIIONANENTO 8Uf'..5T■Al.E • 12 K8TJ:MO IL OOP,.10 Oiret1ore: TELESIO INTERLANDI SCIENZA•OOCUMENTAZIO POl.lìNIC4 • OIJE..fflONARIO# Comil•to di reda&ione= 1,r,,r,dou. GUIDO LANDRA • prof, dou. LIDIO CIPRIANI .. ,.,,e1ario di reduio ■ e, GJ ORGlO ALMIRANTE DIETRO IL FRONTE RAZZISTA Si legge su uu <1111,lidiauofascista - e razzista per yiwnta: « ••• il noto uu,ui/esto razz-ista del 1938 <:heognuno 1>eustwa passato agli archi-vi... ». · I lettori che n,:essero dhnenticato I.a stor·ia di quel n,ani/esto, possono rileggerla sul mtmfro 11 (Anno V) di questa riv-i.sta, nell'articolo intitolato e: Discorso alle nuove linfe •· Nuove linfe1 Si; c'era gente che, equivocando sulla natura dei vropri umori, o•lJeva in programn1.a d'iniettare nel Razzismo dato per morto certa linfa « s-piritualistica » d'o:ecur([ origine confessional,e. Ma, nè questa era linfa, nè il Razzismo era nwrto; l'operazione non fu possibile. Tu,tto fini con la constatazione che i porta/or-i. di twm·e linfe altro non. erano che li11fot1Che creature bisog·nose d'una buona cura. del san~ gue ... e delln rnzza. Ma ecco, stil quotidiano più su eitato, apparire /,e nuovissime linfe. Si tratta di · questo. Per 1a pe,ina, --.··n.on certo veterana di queste lx,t.taglie - d'1.,n tal Carlo Rossi di Lauriano, il Razzismo sarebbe stato colpito da « .-Jinco71e •; per paura o 1>eT disorientamento, sarebbe stata. decretata una « battuta d'arresto »; e U richiamo al Manifesto del 1938 « equivarrebbe ad evirare il razzismo •· Come fare? Ri.,elm1dosi stratega ali a fine della sua lunga esposizione, l'illustre pubblici sin con.si.glia di « prevararsi e organizzarsi, tanto da riprendere nel sOIIIIAlìo DEL PRlÌEIITE iull RO m.Qm,entogi.usto, e dt>cisamente, l'ananzata. ». t. L: OIINO a NONII ltAZDll'A. GUIDO~,_,_....,. ... -"-- OIUUO COOM: NAfflA" NL NO- - -- • ITAU&. CIIOIIOIO ALMaANTI,..Clii' LA -• TA YIA 11A SMAalL . NANCISCO ~, ,_ -U~TA A1MANDO TOSTI, 'U. _,. IIADA ITAUAMA. IOIIIITOIAIITOI.OZZI, - - -•·ea.L.1.-- •1UC1 OIAZIA,., -•• AaAIIA _. ITAll&I& Al.DO MODICA, •-~111ru•>1••"•· .._ u--· LINOIUSINCO,I _ _... IIADAITAUAMA. OIOYAMe SAYIUI: ftALTA' ..._. CA..._._ ,_.,...... ....... .. ~-- .. - .............. ..... , IJlel .. lce, •••••crelO Mf MANIHS10 DIL 19H. XYI l/a1.1a11zata, 811 che cosaf Abbianw già detto aUe « nuove linfe• r.he, 110n essendoci cadavere, non c'è eredità in vista; e quindi che occorre nwrfificare {}li eventuali appetiti. A queste linfe nuovissime, che ,,or-rebbero insinuare un credito nel fallimento della manovra precedente. ri/Jeteremo che il Manifesto del '38 è stato testé giudicato vivo e vitale e idoneo ai ~ervizi di prima linea dall'unica autorità che in maInia ha diritto di legiferare e di pronunziare il « tirar diritto •· SfocM. per a11anzare, se di ciò si ha vaghe.ua, non c'è che da accodarsi a chi a1;anzc, da sempre, l.'irando dritto, scansando le deviazioni di destra e di ,1thiistra,gli sbandamenti confessionali e le storture magiche, tenendo fisso lo sguardo a una consegna ben ricev1da e ben compresa. La q11aleconsegna, in 7JOCheparale, è questa: fare le cose utili al paese, le imdU·i e dannose combatterle. Sono inutili e datinose que3te gol/e manipolazioni d'ttn razzismo che t1on osa dire il proprio nome; che prende a v1·e~I ito titoli e qttalifiche che non gli com1>etono; che si tradisce, in poche battute, /JeT qtteUo che è: antirazzismo. Come tale sarti. com ba I Iulo . T. l. 3 . /
NTf»HIA ,TERA lt •: l,j Il ... -1. zz I ~ JI • t I T L-1. l,jI A X •• E' tempo di riassumere brevemente lo storia vera del razzismo italiano. Come punto di riferimento prenderemo lo data del 14 luglio 1938. In tale oa1a appare il Manifesto fascista della R02zo, detto anche Carta dello Razza. Si tratta di un documento di importanza eccezionale, al quale è necessario riferirsi specie nei momenti di sbandamento. Prima del 14 luglio 1938, possiamo affermare francamente che in Itollio non esisteva olfatto una coscienza razziale. Possiamo anzi aggiunge.re che la quasi totalità degli intellettuali italiani ero decisamente antirazzista malgrado l'opera di Benito Mussolini, che risale alla fondazione dei Fosci. Esaminiamo un poco quello che era l'atteggiamento nei diversi settori della vita nazionale nei riguardi del problema della razzo: I) li settore scientifico era nettamente e C06Cientemente antirazzista, con pochissime eccezioni. L'antropologia italiana, che pure era meritevole di tanti importanti contributi nel campo t~ero-contraria al razzismo. Basti dire che i più illustri antropologi italiani non facevano segreto nel propugnare l'opportunità del me,. lìcciato, nel denigrare la politica~razziale tedesca. e infine nel condannare severamente la sterilizzazione e tutlt i mezzi di prohlassj prematrimoniale. · 2) Il settore buroc:ratico era completamente imprep'.ITOto ad affrontare il problema della razza. "Difatti l'unico ufficio che di esso si occupasse in qualche modo era quello del Minist&- ro degli Interni dedicato alla demografia. Essendo però composto do persone mancanti di adeguata prej::,arozione scientifioo anche iJ probh,- ma demografico fu affrontato in Italia da un punto di vista puramente amministrativo. Cosl fu completamente ignorato che la razza fosse anche un problema di qualità, oltreché di quantità. 3) Il settore giornalistico era l'unico in cui l'idea i-azziale poteva tro4 vare libera possibilità di esprimersi per merito di pochi isolati_ E poiché é bene dire pane al pane e vino al vino, noi vogliamo qui riconoscere il merito che ha avuto Giulio Cogni, con il suo libro « Il Razzismo » seguito dagli scritti pubbliooti su « Quadrivio». In questo libro egli è stato un vero antesignano del ta7.Zismo italiano. Contro il Cogni si è sollevata o suo tempo lulla la massa degli ebrei, dei massoni. dei clEUicoli, degli antirazzisti in genere. Mo il livore dimostralo da- tutte queste persone è molto signihcotivo. Riconosciamo che l'opera del Cogni presentava dei• lati deboli e discutibili. Il libro. poiché non ero staio troppo maturato. p:>teva sembrare unc1 imitazione di analoghi lavori tedeschi. Ma le p:>lemiche che tale libro suscitò avevano peT causa non tonto questa enologia con opere tedesche, quanto il livore dei circoli ebraici e t:iloebraici. Ugualmente da ricordarsi è l'opera della « Vita italiana», diretta da Giovanni PMziosi, per quanto .riguarda la parte antiebraioa. Se noi abbiamo ricordato primo il hbro del Cogni, ciò dipen♦ de dal fotto che in esso il problema delle razza fu affrontato da un punto df vista più ampio e non soltanto pol!tico. Quali furono i quotidiani e i periodici italiani che primo del 14 luglio 1938 ebbero il coraggio di proclammsì razzisti? ['. molto facile numerarli. Essi fwono e La Vito ltaliano », e Il Regime Fascista•. « Il Tevere » e «Quadrivio». « La Vita Italiana » e e Il Regime Fascista» non facevano altro che seguitare nella via maestra, da tempo indicato dal Preziosi per l'antigiudaismo. «. Il Tevere • e «. Quadrivio » invece affrontavano per lo prima volta in Italia il problema della razzo con una visione totalitario. Non si trattava più. di semplici mi• sure di polizia da augurarsi agli ebrei ma di una umana visione d9ll'uomo e del rrtondo,_che bisognava ad ogni costo affermare se si voleva salvare l'Italia e la Rivoluzione. E' stato cosl che Telesio lnterlondi ha preso sul « Tevere » coraggiosamente le difese del libro di Cogni con♦ tro tutti I denigratori Quale inveoe l'atteggiamento del resto della Stampo italiana? E' mol♦ to facile rispondere. Tutta lo stampa italiana ignoravo il problema della raua con l'eccezione di alcuni gior• noli che erano apertamente antirazzisti_ Questo t\ in sintesi il panorama che presentavo l'Italia prima della pub• blicazione del Manifesto della Rau.a. Vediamo oro come questo Manifesto t\ nato. NeU-invemo 1937-38 le superiori autorità decisero di portare il proble-- ma della razza dal piano della semplice disputa giornalistico o quello dell'a·pplicazione pratico. Si arrivò cosi dopo varie vicende ali' estate del J 938. Non era più il caso, di perder tempo. ti razzismo doveva diventare una realtà anche per l'Italia. Era necessario una base dottrinale per agire. Per incarico superiore noi compilammo alcuni punti fondamentali, che opportunamente riveduti e corretti dovevano apparire il 14 luglio,•comt: Manifesto della Razza che ebbe la consacrazione ufficiale anche dal S&- gretario del Partito. Nello stesso tempo fu creato, e o noi affidato, presse il Ministero della Cultura Popolare uno speciale ulficio per lo studio dei problemi razziali e r.el mese di agosto apparve « Lo Difesa della Razza», affidata allo direzione di Telesio Interlandi e considerata fin dal primo numero come l'organo principale del razzismo italiano. Poichà nel passato numero di questa rivisto sono stati esaminati i vari punti del· Manifesto dello Razzo, ci sembra inutile ritornarci sopra. Esso conteneva delle linee program♦ maliche molto precise. Ogni discussione in merito non avrebbe mai dovuto degenerare in un rinnegamento dei principii in esso contenuti_ Invece la reazione al Manifesto, come era fa-
turo. . I) Quale fu l'alteggiamento della scienza 1taJiano nei riguardi del Manifesto della Rau.o? GU antropologi ufficiali s1 duusero in una forma di rigida ostilità che sarebbe troppo lungo illustrare. La loro c:oUabor0%ione, aa.lvo l'ec:c.,ezi.one degli elementi giovaru. mancò completamente alla campagna rau.1ale. [}t!!lmanipolo di scienziati che avevano aderito al Manifesto, con l' ec. c:ezione di quanh ooUobororono poi alla, e Diteea della Razza » una parte si disinteressò del J)l"Oblema della razzo e una PQrte invece cercò d1 deviare il rmzismo verso vie non giuste. Una delle prime deviazioni del razzismo fu quella verso l'ortogenesi e la bonihoa della razza, che con il razzismo ben poco avevano da lare. Tale deviazione lu rapidamente eliminata. POl.chè tale devlOZlone ebbe esito sfortunato, l'opp::a1none al rauamo da parte scientifica si orcfe,uuò sistematioamente. Alcuni ambienti burocrdtia coalizzati con alcuru ambienti scientifici riuscirono alla hne a varare uno espcs1zione di sed.ioenll e fondamenti » di dottnna rauiale che avrebbe dovuto segnare la liquidazione del razzismo dei JUZZ1Sb. Sotto questo libro si nascondeva la a,tic:a di certi ombienh universitari al razzismo 1tahano. Per fortuna questa seconda deviazione, come la prima, fece una ben mi.aero fine grazie ad uno energica azione concentrico de « Lo Vita Itohano ». di « Regime FoSC\Sla t e del « Tevere ». 2) Quale fu l'atteggiamento della burocrazia nei riguardi del Manifesto qella Razza? Lo risposta à locile se si pemo aUa preparazione elle es10 aveva. La pohhoa demografica à restata alla fase quantitativa e la politiCXJ razziale in senso stretto è slOta condotta senxa tenere conio delLe realtà eterne della b1olog10 Po1chè gh elfetti prGhC'Isono noti ai nostri letton, noi non ci dilungheremo in portacolori 1n complesso pouiomo però allermare che tanto nel settore scientifico quanto 1.n quello buroc:rotico il rou:1smo ha subito una deviazione Po1chè questa devtcmone ho avuto come risultato prahc:o quello d1 non permette.re di raggiungere il programma minimo contenuto nel Manifesto. noi pcu1amo dehnire senz· altro detto deviazione come uno deviC1Z1one di destro, L'atteg91amento razzista dea vecdu antropolog1. )'ortogenesi, le leone pGeudo-romah gabellate come « fondamenti », 1 risultata pratic:t della polHic:o della r07.Z0, cos\ insulficienll sotto tutb i punti da vista. non sono 5
l«o un buon p,o-.memori. per cerli • ffllemoreti • •ffelli d. ric.OrTenti dht,u:~i fitogt\lCMk.he. OiMdi gi...deì - la il•lla a 1ei punl• à ben vhibilmenl• impre,ui wl v.gon. nel ~Ml vi~iano - cotnbettono contro di rt0i e pet nnghiltem1; combattono perchè rodi•f• Itali. sie vinle, perctM rodialinime R0tne iie umiliale. l, siatene certi, il lo,o odio non va soggetto ad eclini. altro che le focxe di questo vasto poliedro che à la deviazione di destra. I punti maggiQnnente combattuti da questa deviazione sono i segU!:mti: o) !"affermazione dell"arianità degli Italiani; b) !"indirizzo ariano-nordico; c) l"aflermazione dell'unità razziale degli Italiani stessi Questo almeno a parole. Ma in realtà tali punti dottrinali non sono altro che kJ scusa per attaccare il nostro ontigiudoismo e la nostra aspiroztone ad una bene intesa igiene razziale. •3) Abbiamo detto che prima della pubblioozione del Mani!esto della Rozza. l"atteggiamentp della stampa italiana ero indifferente od ostile al razzismo. Dopo la pubblicazione del Manifesto, si è avuta nella stampa italiano tutta una serie di articoli lavorevoli, che noi elogiamo calorosamente. Poco per volta però. prima celata• mente e poi Yitmpre più apertamente, si sono determinate delle tenden6 ze varie che poi hanno confluito in una vera e propria deviazione. Questa deviazione è la deviazione spiritualista. In sostanza la deviazione di destra, scientifica e burocratica, è partita dal principio di cercare di non realizzare il çrogramma minimo contenuto nel Manifesto. La deviazione spiritualista invece che noi possiamo chiamare di sinistra, ionio per intenderci. par1e dal principio apertamente esposto or non è molto da « Roma fascista •. che il Manifesto sia superato e supe• rabile, tanto dal punto di vista dot• lrinario che pratico. Gli spiritualisti si guardano però bene dal dirci che C060 vogliono realizzare praticomente. In teoria invece, dopo avere vagato di quo e di là, tiniscono col rigettare il vero razzismo biologico per finire in una forma molto nebuloso che essi chiamano . invece razzismo spiritualista. Come ben si comprende non si tra:. ta d'altro che di un tentativo di gobellatura di alcuni noti principii universalistici clericaJi per principii raz. zisti. Gli spiritualisti credono cos) di farci paura accusandoci di materali• smo per il semplice lotto che noi vogliamo mantenere il razzismo essenzialmente sul piano della biologia. Noi siamo invece sicuri di rendere migliore servizio alla religione non mescolando il sacro con U prolano. Abbiamo detto e lo ripetiamo ancora una volta: razzismo e religione devono stare su due piani dillerenti. Nel piano ranista noi pensiamo unicamente do biologi e da politici e le ·conseguenze alle quali vogliamo giungere sono contenute in questi limiti. Oltre questi limiti esiste la metafisica, ma al riguardo vogliamo ,estare completamente agnostici, razzi. sticamente parlando. La metafisico difatti può interessare il teologo mo non il biologo o il politico. Il tentati- . vo del camerata Evolo di superare lo biologia si può veramente considerare come l'ultimo sforzo di conciliazione con i nostri avversari spirituolisti. Noi, pure riconOGCendo molti lati buoni nello sforzo evoliano, siamo stati alquanto scettici sui suoi possibili risultati. Le aspre polemiche da porte spiritualista contro Evola sono il più chiaro indizio dell'imix,ssibilità di trarre una conciliazione nel campo trascendentale. Inoltre, non dimentichiamo che i nostri avve,rsari continuano a giuocare su un equivoco. E,s.i sostengono che noi, parlando di biologia .. intendiamo alludere solo al corpo. Noi in· vece abbiamo sempre sostenuto che soma e psiche costituiscono una uni• tà inscindibile. Queste sono Ml due denazioni pincipali cbe banno duramente minacciato l'e•olu.zione del razziamo italicmo. Quella di deetra acientifico-buromrti~ ca e quella di ainiatro apiritu.cdiata:. Per quanto l'origine di tali deviczaio.. ni aia diveraa, il riaultato )X'atico • lo stesso: il aabotaggio del razziamo italicmo. La deviazione di destro. non accet.,. tando il Manifesto dello Rozza. quello di sinistra, presumendo di superarlo su base spiritualista, fanno fatalmente il giuoco degli ebrei e degli antirazzisti. Sarà quindi compito dello « Difesa della Razza». organo «tecnico• del razzismo italiano, di illustrare sempre meglio ai suoi lettori i pericoli di que. sie due deviazioni. GUIDO LANDRA
S cmhra a molti, che crOOOno di essere in questo campo i più furbi e forniti di ,cnso comune, che il pcrio,lo . Contro i ietisti "Qucst'esigcn.1:a risulta e,-idente da un esame del carattere ~cneralc dei due sangt1i. Do,•rehht- essere un.& cosa ormai chiara: ma poichè ci cbr.1ico in Italia non cs;sta. Gli chrt'i infatti SQnO 110Chin ltaha, non hanno in dcfiniti,·a preteso mai di fu del male ad alcuno., non hanno mai fauo qudlt· innumen·,·oli sconce:r:u- ,w,•cnutc al nord e nei pusi or~ntaJ;: pcrchè dunque occuparsi tanto di loro? Per capire qm:s10, ormai sembra che non dovrt'bhe più l'Ss.:rc necessaria 1111·ccccssiva intdligenza: quel che è ,wn·nuto e sta a,·vcnendo in questa guerra hasta ):M:r chiar;n anche .1gli ingcnm che - sia l'una o l'altra la ragmne - l'clmm di fauo è il nOS<ro KTan<k ntmK'O, e il nemico naturali.' di tutto il sistema s1>irituale e politico che R'li llaliani, i Tt'dcschi e i GiaJ)1)011CSintendono inau1:urarc nel mondo. L'ebreo ha infatti, per sua indnc,hi~ e insostituibile natura, un modo d'èSsere che è lui stesso, t' a cui egli na111ralme111rcest:t fedèlc sotto tutte k ,·esti che: egli indossa, più o meno in buona iedc: modo d'esSt're che è assoluta~nte din!no dal nostro modo d'essere e d'es:stt'rt ari,mo e italiano. L'ebrto non è soltanto una cosa di,·eru 11<"s1angue 1.• nel corpO, come accetterebbero ~n ,·olcntieri di ammettere in puhblkn gh stessi ebrei e tutti coloro che vogliono far finta dì non capire. L'ebreo è dal pr;nciJ)io alla fine un mondo: ques10 mondo ,·a dalla 1es1a ai piedi dell'tbroo, e Se! noi fossimo capaci. ptr ,·irtli d'intros~zione magtCa, dì gt1ardart J)('r un momento l'uni\'Crl'O dal di sotto delle arcate dcll<' foro occhiaie, a,•,·ertiremmo subito come questo um,·erso abbia. un tono e un suono totalJtN!nte di- ,·ersi da.~ nostro, così dl\·crsi che ''uno agisee da sokcnu·. St" messo atea.mo all'altro. E 3Jlora, lit, l'ebr~ è un mondo e una c-i\•iltà, <'HO è un pericolo immantnte e costante per 1'halia; per la sua storia <' per l'anima del .suo po1,olo, non tanto ix-r quei cinquan1am1la cbriei che sono da noi, e the è sperabile che si a.ssouiglino sempre più, ma in primo luogo t' IOJ)ratutto per quel che ,•uol dire ebraismo mondiale in generale: il quale significa, in parole chiare, nt·i/ti, <braira. • Con quc-sta ci,·ilt{ iloj non ,,ogJiamo a,•er ·nulla a spartire: ptrchè ess.a ript1gna a noi come le cost fotidt. "Che tumwìa piacciono ad altri animali. E poìchè l'chrais.mo mondii;le è una pote1n:a di prim'ordint", combatttdo neJl"invadenu iU«ita delle sue pcrl!Oflc t cose sarà anche pt"r noi comandamento di prim'ordine. sono ancora moltis:.imi che, a ragion ,·eduta, ci sorridono, pcn• u.ndo magari alle innumere,·oli mescolanze che, una più una meno, sono in tutti i p()J>Oli, abh;lùgna, per es~rc ,·era.mente in1esa, di un esamt· hrcve, interamente antiretorico, spassionato t· non opportunistico. Ma se J)Oi si paffa a domandarci, che cosa è in sostanu l'ebr1.•o nello spirito di tutta la sna storia., allM.t è molto chiaro che nt:I grande 1,criodo biblico <klla sua storia prim;i. esso fu nn popo!o che sapc,·a cantare alto .al Signore con stile e tratli dì carattere fra l'orientale e il 11reasiatK'O.il cui confronto con qudli della Gr«ia e di Roma fa snhito ,•edere anche all'id;ota che una Bibhia non avrehb,e p0tuto t'Herc non solo scritta ma neppure imitata alla lontana con tutta la migliore volond. nè dagli Ateniesi nè dai conterr.ane; di Virgilio e di Li,·io. E se JX>Ì 'Si passa al ptriodo s1oricn 5efr11e111qeu, ello dtHa diaspora, allora il caranerc ebraic,l ~i intorhida, le acque si confondono, confluisoono nd gran calderone ebratCo tntt,e le più di\'erse correnti; ma due clementi ne costituiscono 1>erUltla la. sua storia lunga il tono fondamentale: la rom1>0nentc prcasia.tica. e l'ibridismo ddla mescolanza di· essa con tutte le OOS<", sangu; e lll'r$0ne con i quali qul'I popolo ebbe la disgruia di venire a contatto di \'icenda in vicenda. In fondo, R si ,·olessc riassumere ln una espressione sola tutta l'anima di lsrule, J)O(rtmmo senz'altro d;re che l'ebcco è un IN-u,clino MOIOoll'eslcro. Ciò spiega tutto: spicp. i gn,ndi i,regi della Rihbia, l'incomp:uihilità profonda fra. noi c loro, l"insicurezr.a, la falsità. il fa.riscismil, l'intonacatura di lutti i propo5iti dell'threo della. diaspora: spiega insomma. la Bibh;a e il Talmud. Quanto alla Bibbia, dicia.nno,·e secoli di infàtuazione europea per alcune sublim~ pagine che - accanto a tante scorie " squilibri d'ogni genere, come in tutte le rose orientali - \'i sono ccnt<"nutt, e soprauuno per l'esperienza sublimc che ,·i si innestò, §OOOdietro dr noi a dimostrare che non una lirica, non un raccon10 di quakhc valore è mai sorto in halia il qua.le, nonostante tanto amore e tanto sforzo imita.ti\·o, riesca ad arieggiare anche solo da lontano i Salmi di David o i racconti del G<"nesi (anche i: cani;co di S. Fran«sco è un'altra 'cosa): mentre tutta l'arte italiana parla sempre di M~ e di Salomone e dt"lla Regina di Saba. ma non rit'sc,-..neanche una ,·olta a presentir" neppur lon7
tana.mente il color locale della nazione e dell'as1K·tto raziial'-" \.'hraico. Quanto 1)(1i all'ehraismo storico. quello della diaspou, è nn ahro disoorSQ. :--1oinon \'og)iamo qui far carico agli l'brei. p:ù di quanto non ci piaccia farlo a~li italiani. di tnuc k. degenc:raz.ioni m0rali e materiali, che sono da S\.-COli scoppiate neJ suo seno: quantunque nel caso dell'ebraismo il farlo rivestirebbe un carattere di legittimità, data l'enorme portata e ,·astilà di questo fenomeno nel suo seno, frutto, in fondo. dell'ibridismo morale e rauiale che ,·i è oninquc diffuso. '.';oj ,,ogliomo prrndl're qui in esame soltanto i caratteri s,·ih1ppatisj in esso, quelli dei suoi uomini più intelligenti o. se \'Olctc, g\.•niali. Con1rappont'ndoli, secondo il se:nso comune, a quelli italiani, ci risuh<·ri chiara come il sole l'es~nza del pericolo ebraico. Se infani ogni straniero, nato di sangue straniero in terra stra. niera, non può mai essere ,·eramenie un i1aliano, e neanche lo possono eSS<'rc i suoi figli. se nati da tteni1ori entrambi stranieri, e tunavia spesso si tratta di popoli a noi ffatelli, da cui difforcm:e grandi ma non gra,·i, non mcap.,.ci d1 irnttifrra p:uemcla, ci di,·idono, che anerrà dei rapporti fra noi e gli ebrei, le cui differenze dai nostri 1>ropri caratteri sono tanto grandi, che essi han trO\'alo da sè il coraggio di resistere per millt~nni alla fu. s:one, coraggio che nessun'altra rana euro1>ea ha finora mostrato? Pensate un momento alla M>rt(' del germanesimo perdu• tn.si interamemc nel s.1ngue italiano dopo le conquiste mt'dioi·,•ali; e pensate alla sorte di lsraelt-. Oiffnen:te di religione, di sangue. <li riti, di costumi vi erano qua e là, e gn,·i; eppure i germani si sono interamente fusi con il nostro sangue; gli ebrei. che \'Ì• ,,e'"ano fra noi sc-nza forza politi<:a, sc-nza poltre J)ubblico di :llcwi genere, sc:nza diriui. h1tta,·ia difue·rn mirahihnentc la loro indi"iduali1à. Ed ecco i nostri e i loro caraueri. llalia.w. Nelle arti fi_gurarive, un senso sovrano. solare. quasi divino della forma umana e naturale, della bellezza seruibile e corporea oome manifestazione di Dio attran:rso tutti i regni delle cose visibili. Ef:,r~o. Nessun senso per lutto ciò. Arte astrani,·a, goometrica. metafisica. nel sen50 di puri rapp0rti aslratti di numeri e cifre (certa arte moderna ?f ltalio1to. Nelle altre arti. In musica, sentimento canoro, passiont' infinitamente cakb e sincera, gioconda e serena. In poe-sia, un sov,rano sc-nso, anche trQppo classÌCQ, a ,•ohe, della forma e drl suo palpito potente: un senso ,·i,·o di tuna la \'ila miiolOj?ica dei nostri J)adri antichi, un periodar~. conciso, sereno, h.>gico, melodioso. ma conchiuso sem1>rent'lla !-a.Idasicuruz.a delle form<'. Ebrl"o. In musica tutte le cspericnu, ma con rendcnu. ai gorgoglianti me-lismi orient.:ili. In poesia: tutk le es1K'rienzc occidentali, M:nza senso per la forma, senza scrupoli per i contenuti con una cos1an1e tendenza all'ironia gelida e frt'-<lda, al dissol· ,·ente, al ddormc, .squilibrato, ignobile, ridicoloso. :-,,1\'SSun \'C-• stigio di armonia serena: la poesia è 1>erl'ehrco della diaspora una casa presa in affitto. lfolit1Mu. Xdlc scienze. Grandi scoperte. serene cd equilibrah', cs1>resse con sensi classici ndla fornu. e nel pensiero. Ebrt"O. ~lohc scoperte, 1alnnl! importantissime. ma niente dt ,·enmentc grande. niente di definiti,·o. JtalioMo. NeHa fil010fia, Cosi sereno, solare e armonioso. che la sua filosofia t! ramo Vo<'O intellettuale, o cerebrale, che ha qna,i sempre il tono di t<Ssere anche poesia. IJ.brl'o. t;n in!cllettualista e Si)('SSO cerebrale spicta10: il culto dei concetto. che s1lCzz.a il capello. Il diavolo loico, divenuto Dio. Tnltc le corrosioni. tutti i nichilismi \·e-ngm\O cosl resi p0uibili e pcrfettam<'nte accenabili da chi è uso a ingoiare ogni l,e,•anda. che gli ,•enga offerta con impaniali1à sci\-ntifica. ltttlit'"o. Turta una storia di ~nima, di slanci, di ,~ssionalità, di seni imento. • Ebr('O. Tutta una storia di mancanza d"anima, di rin1i11:ii;1al• l'anima. Q11es10paragrafo per l'ebreo-non <-siste. lllllitaHo. Raua bcllà, armoniosa: mediterranea al sud. nordica e nordico-mediterranea al nord. Senso della hellczz:. fisica .!itraordinario. Popolo sano. creatore della hclle:ua nelle arti figura1i"e e nella danza: bt-lle:ua tendenzialmente nordica: ,•olto dritto, cQrpo slanciato, anima salda nf'llo s~nardo sempre arioso, sorridente e genuoso. Ebr('O. Raua, anche nei migliori. poco bell,1, e sopratutto sempre disarmoni('.\ nei traiti. Componente preasiatica, scm1>re. Nessun senso 1;er la bt-Jleua fisica e 1>erla pulizia igienica ed tSIC· tica della persona e del ,·estito. Popolo non sanQ, che non ha mai portato. nel campo corporeo, una sua parola di hcllcua al mondo. Coq>0 basS(), schiacciato, sguardo sempre furhcsco, maliziOM>. rapace. Il <"uho dclla terra è. n1•ff;folim,o: millenarr0: ,u/l'"br;•o: mai esistito. Che ,·olc1e di JJi\1 ? GIUIJO COGNI
... Chè la diritt era • smarrita .. Contro le - "pecorelle" dello pseudo-razzismo antibiologico L a t.io rt.114 i l,o più brei.~. mo no11 la più ttguito. Il più d,dle volle, per giungt.rt. dal punto A ol punto B. non si percorre il facile t. piano segmento AB. mo la complkati.uima spe..:aw A X X' X" x··•... B. Si arrit."QltJrdi, m11 in com~nso si ei:ita di user costrt.lli ad t.sibire un docun~nto di 1,•iaggio troppo compromeuente, si ei:itano incide,ui spio«voli, che potrebkro onclit. coracludu,i con u.n /reuoloso rito,,.,, 0/14 bas, di porkn=o. I cosiddti ovi~r.sari del ra.uismo biologico. pu t.umpio. a lutto fMTUOno tranne che a giangere a B. 1:ale a dire alfontirtu.zi· smo; il loro ,copo dicluarato è q~llo di giungere od X. ci~ od un ra.z.:i.Jmo clae tengo coni.o dei raion· dello tradi- :ione; oppure ad X', cioè al ro:.:ismo dNfonima e dello spiriio; oprre ancora od X'', ci~ ad un ,a~Umo troscentkn.k e unù,t..rMJlUtico; oppurt a qualcJit X ancor più indefinito e nt!buto,o. /n.- klnlO, iAOVVt!rlilomenk. ~ JJvvicinatlO o/ punro B; e Jc sart!lt c:o,i 'incouti do uguirl.i MU, loro ~rtirina:ioni.. prima o poi ci orrivutU ~r for:a di loiico; e Jlupirete eh~ gente ingt!nua t') in perfetta buona fede po""- CO-'Ì grat>t!.men.teIra/i• gnore doi propri principi. Cio«hè è itabilil6 che gli avw:r.ari dtl ro.::~,mo biologico •~no ptr lo più gente ingtnua e in pu/eua buona ftdc. Cli avv~sori in mal.o /tde, oole a dire coi-oro cltc soJtan=ialmcntc combollono il ra:.:.iJmobiologico in quan.u, ro:.:.iJmo e "°" in quanu, biologico, non sono degni dtll'onort di una polemica. poicM I.o k>ro pcui:ione è indiJCt1tibU~11ie q~Uo di antifo.Jci,ti dichiarati, Jt è vero - co~ è vuo - cht il raz:iJmo co· ,titui,u parie int,:grantt della dollrina foKi.slo l dt:1'4 prOJJi dello Stato jaJCi1la. Ma non rogliamo tn.trart in pokmito ntppurt con «li avvtr,ari in buona fede del ra;:i,mo biologico. Sarebbe una bauaglia ineguale. una 1pttie di loU.o conlro i mu/Jni o t.'<nlo. Non vogliamo Jar la /inc dtl cot.o0litre dalla tTUta figu• ra; la nostra dtbole hincia biolo~ca JÌ in/rangertbbe. come la sua, contro le ali della tradì.zio~. della tros«ndenz.o t dtlruniwrso ,pirilo. Opporremo la no,tra ltrrtno mode,tio alla nobile ingelUUtà dei 110,triavvtr,ari; e ci proporremo ,ollanto di condurli in ricogni:iol'lf! lungo la· 11,oda da tui ~,corsa, da A fino ol primo X e o qutlli 1ucctuiçi t più oùrt oncora; eo,iccM quando B (Caltliro:.:.~ smo o antifaJCismo che dir ,i voglio) ,i pro/ilerò alforù:onk, gli ingenui inorridiscono con noi t ,i propongono di non boJter più ctrtt Jlrode, mo ,olUrllU>quelle Jtmplici e piane e direUe clit un J.oldo e ,icuro avvio biologico dischiude anche agli indagatori dtll'onim.o e dello spiri,. to. Chè U! in~ per,ewra.ssero Ml v«- chio e pt,riglioJO commin0. IL, farebbero con piena consapewltz.ui loro e altrui, allo scoperta. E sortbbe diverttnte assi· ~trt ai loro precipiio,i, immancabili dietro-jronl. Dateci du.nqu.e I.o mano, ,ignori avw:rsori dd ra.niJmo bWlor;i,co; t vediamo di ricono,ctre OJJitme il cammino. La prima tappa ,; chiomo... Mo.. prima di giunge.re al Urmi.ne dtl'4. primo tappa, lasciate che ci liberiamo da un ronzio che ci tJO disturbando l udito. E' un ronzio nwluplict, come di ooci uditt in .IOgno o in delirio. Poltte ripek.rci qui cJie. tue 1ugeri.scono, ,:ùto eh.. sembra• lt ritmare Ju di tue lo marcio vtTIO I.o prìtruJ mèUJ? Grazie, abbiamo capito. E' un motivo a due 1'0C'i, de~ per ampiuza, timbro t: oolutnl!; la prima dice: cattolici, e I.o seoonda. agutngc: e fuclSri; dopo di che lo prima riprendet I.o ,econda illCIUUI, all'in/ilUlo. Cattolici e fuciali: oro ,&<:Ordiamo di ove, lf'CIH voi.te nolalO quut.o tndiadi nt.i vo- ,ir; scriui. In q&U:Jl'ordi~, è un'tndiadi ,tupe/acenk, in pÙ!rw Anno XX. E non crtdiale che l'altra endu,di: fuciati e catlolici., ci soddUfa«io u.n gron cAe. Non ,ia,no abitua.ti a far quatìoni di /orma; e tanto meno di burocratiche pre.udtn· :e. l: allora? Eresia., anticauolke1imo, pagane.,imo? Alto là! Noi vogliamo u-.. ,ere, e ci von.tiomo di mere, oaU.olia e · buoni cauolici. Mo la nostra iruran,igenza fasciJta non iolkra confwioni di ,or• to; ,opratlutu, quelle con/wioni che mi,. nocciano di degtMrort in m<noma.::oni. Nel. no1tro operare di ltol."ani, di ciu.odin.i., di oombolunt.i - nel no,tro ere· de.re obbedir~ combou~rt - noi ,iomo esdusivamenle e geloaamenle fOJCUti. E,cl.witwntnk e 3elo1amt.nU /OJCi.sti noi ,iomo ndlo teoria t nello praJ.ico.dtl NU· zùmo. Il cottolict,imo ,nrà d.o nQi ,eguìu, e rùptttaJ.o per quel che riguardo 9
Semb,e un YC<chio ,i,pellebite, ma • un burellino; p,op,io come u1rlo equiYoc;o 1ted,1ionel,,mo <he ad ahro non conduce se non all'inaridirsi delle eulenli<h• lonli della l,adi1ione. ...di Ironie agli uniYaualiili ci sentiamo piecini pi<cini ... fu moml,· dr/ :Jiri[{Olo i~ qu,-11<11ila.fìm1wr.11crutul>il1fu• turo ,li lulti nel(ahm. lit, ron t,, lfflrica ,. ro" la politica ,/,-t/u ru:.:.u il catloliu:,imo non ha nullt, ,. 110n fWÒ aru nulla u r:ht>,·~lert>, Von su q1u•I eh,- sj fa. chi prelend,. di 11.mcilWrr. ;,, st>dr 1eorict1. i{ cott.o/i. n•,imo wn il ro:.:.ismo. IA Co11ciliù:.ioril' jm Stt1l0 ,. Chir.'<1i: staia forse operala i11wd,. 1/i fl•orùi? 11/fatio. SUJto e Chi,.,a ~i /!o(H/U ricu11ci/U,1i,ul terr,•no (lelltr prtr· tim. rù-onost>t·n,lu l'un:, trlfahru le propri,. t-uruttnistichl'. /,. proprie auri. lm:.ioni I i prupri 11rir:ile&i.Ni: il F:i· ,eiww si t' sog11uto di ntf'"lfl'rf'" in ,liscus- .\Ì0111' i tfol(mi rPlifdosi. 11è la ChieJa ha 111(111:.aloQhbi,.:.ioni circa i principi t>tfri dt'/ Fuscismo. E qu,.Jto non &ià perchi: i priru:-ipi niri ,lei Fasci,mo coinr:idano o .1i ar:ronlinu in lutlo ron i principi d,lla Chir,a: mu pnchi si tratla di du,- reailà. ,J; ,lur: mondi IT(I i quali non l'i po.,,ono 10 eue-rr....,.- 0 finchi:•u~o.dt-i dur ,ion 1"1e11111,•. IUJ II lC Sll'$$0 - /ridoni ,li $Olla. sco,r piu lt, guerm. I.A Chit!sa. conente a st' nu•drsima. lii ,:onsùlnt1 un" trrm,-ndc, 01fomità. Il F(JJcisnw. non mnw ro,-1r11h.! (fo /!.Uerrt1 Jh.1 all'uomo comi' lt, mutt'r• t1i1i, sta llllr, ,io,11u,. ~1u!!~olini. « Dottrint, 1/t!/ 1"au;i1mo :,) lt, co'ìuideru come 111111 gmndr fa1u/,- epopea tli liberu:.iOriP e di con.«1crC1=ione,lrlfo nuora /Ja/ia. /,.- dw• c<mct':ionì 10,10 r1,itlentt'ml'nlr molto lunlnn,; "PPUTl'. i cattolici ,.. faM:il'-li 110n sr 11,: .fento11Qt1/fa110 turbati. o ,tlmt-no no11 rort/,.ssano ,li rJs,•r,i, turlnti: t,iocd,è ,itulftO r:lif' ,t; /1011lr 111/allo ,-urr,o oim ftuliam) rlf'F-'"' di qu,.slo uomr ;. /ascillù. ,. pni ,mrorn /ruciM11. ,. poi /usCÌ!òlll n11ron,. I' /NÌ ultn• ,lu,, ,·vii,. /11.srùto. ,. /i1wlm"rnt1• ,mcli,• mlloliro. f.' di front,• 111/ano tc1=:.ud. i /wn,,. flllu i>llllat.lùi /H'' la 10:.=<•d. ir ;, r,11err11(Wtmllnl't1lt'. ,, IO· lulitariu. r ir,tr;m 111/1111ftViuoriu non mnw 11/tu di q1wlfo ,/,,//,. 111mi? <Jui - 11011 ,.,undm·i il 1w1icolu ,li t'SJt'r 111rrwti di /HJci/umo u m/dirillulll rii di1/t111i1mo - i F,uiJ,,j d,l nostro lf•co/o 1iprn1• do,w jilllo: I' Jimu/11110sde~no. , g1id1,- m1 ulfnrsiu r al P''/!.'"'"·'imo. s,• taluno i11tYJn, f1111tiro « A C,•mfi• quel çl,,. ; di (.",.,,ur,: > ,, rhii>tlr chr di w:.:;i..cmofa.tci• sili si tliscutll e si ,iudichi soltunlo i11 Jf'de di fu,rismo I' di scil'n:.a. Slrllni 1ipi. quesli PariJl.'i 19-12! Si rr,:ono ti cuslodi d,J ca1tolicr1imo: ,.. 111,..,mpo st,.sro 1"01lio110 1pìngn" il ru110/,e,-s1mo t'l'llO <Il'· 1·,n/Utl' proibitf'. Si ou10,1ominuno dif,11· sori 1/rJ/a t·nilà ,ir,lnta: ,. /Mno ,l,cr,- dn, la 1i1:rla=ionr (I{ runt.o dt4h, politica 1· 1/l'llt1scirn:a. <'t'lcundo 1mpouibili connubi. In rnità. no11 ci Jf'ntbruno buoni 1err:ilori di No.flru Mudr,...l.:hiesa ... Riprrntliamo il cammin1A Eccoci t1llu prima lllpfH,: lu lra,li:.ior,e. Gran parola: r ,:nm roncello. Grande in tillP:.:;a e in ampi,-:.:.t1. Un tt>Cipi,nlP capaeiuimo - t1him('. per molti, proprio ,.. MJ!tt1n10un rrc1p1entf' - nl'/ qualf' e'#' poJto per um, /c111ugine di cosr: ba,-llglitrimlir:idualr I! rollr1t11it. untim,-nli " op,.,,. ,, pri11ripi ,, JH!tson.uf!.,.,:sl'mb111 cli, IJJUo il ptusa• lo. purchi un quulJiasi ti•slo 1rolastico "" /ucciu nwn=ionP. ul,bia li dirit10. di uf/ard,llulli sulle nu1lr,. 1pt1tlr sotto la ,,,iehrllu ,li lradi=ionr .. llu quesla i lt, lrudi:.ion,• dei co,i/usiom11i. Gli uv1·nM.1ri J,.J n1:.:.ismo biolo15-iroha,1110.in1·Pu, lr idet>malta chiurr in proposito. Eui 1an• 110 e pesr:urf'> nel paJJtllo: [>"Scano 0011 .,uggl'::.O e criurio. Con qual, criterio? Ohibù: con que/W chf'"" t'iascuno di loro i p4!ruliarr:: · storico. st' i /11 p1a/ond11 loro compt'ten:.u siorioo eh, li [(.uida. ur1is1ico. le si aflidano o/tr non meno pro. fondr loro conosun:.,. "'~l.'tichl'. /ih;.•o/iro. s,• pqdr,.. Viro li i1pirn. /!-iu,ù/iro. sr ""J/',·rulu:.io11r ,lrl dirillo ,,ono "Vt"e:.:.i li 11eJ,r proif'lllllU lo storÙ.'ll ('t.'Qlu=io11,• dt>llr irnti. Ma ullo111 j critui 1011tanti. I.- trmli.:ioni .w11 tu11t,: quando a ,wi Sf'Tl'P un critt>rio. una twdi:.io11,- ben J.-r11m r sicura. Jr proprio l'Oilfomo chr tu- /., 11m/i:.fo11r d ron.,e11tu ,li im/i,·idua,,. sl'n="omlna ,firu·er,,.:.:.a i carnllrri fandumnlluli I' 1>ermaMnti della 11ollm ru=:n. r:I,,. una t' <'l't/lltnf'nt,-. Ah. nu, t>l'CO quo. tlistrmti eh,- ,iumo! No,, ci ,.,,,,.11mo lii'• 1·('1/utieh,- i ri1;ol,-ui .dorici e ,111ù1iri. /ilu,o/ici ,. giuridici.. ,topo lun,.o r wrtuo· so girort1,art-. f'Onjluit-ano i11 u11 ,o/o forgliissinw /i11me: fo romanità. Aile"o tulio è rt'1amn1tr rhimo. /,u 1101lru tm• di:.io11t'. cioè tutto ciò eh., di viwl, r di tluruturu e-'i: ,,,.J noJtro ptusato. s"idl'nti- /ira ron lu romanità: .-rgu. u11:.t11iror1e,,. 1,//a l,ialot.ia. ovumo ,ll'llo ltJltO qmmdo dirrmo cht' lo ,a:.:;a ilalia,111,ii-t>· .,,,. i NJrallni dt'/fo romunità. Qu,.Jtu ,ì e/,,. ; una bel/ti ,le/ini=ion,. Cli, n1Ptodo.' Ch, utr~plicità.' A ,lirt> il vno - 1tittt,- 1,/a - piullO!òlò chr ,li .templicitù occorr,.,ttbb.- purlt1re (li dualità - o di ,lu11• fomo? - poichè nt'I fort.o fium, i/elfo trarli=ioru- romunu 1rorrono dar co11t'11IÌ b.:rir indii:idu11tr, t~, ('Orrl'nlr /Hlf.<IIIUe qtJt>/ta r:0110/ic(,. la Romu J,.; Ct>$<1tei q,ulfo dei Pllpi. Pu:.i,-n:.t1: j modelli ,amnno dur. on:.ichi: uno wlu: ma ciusrll110 ,lei duP... l- um, 1,·erndùd,-tlu: f'Ct"Q chr ciascuno (lei du,- Ji sdoppia, ,; t~ipliM e ,i moltiplica a ,ua r:olta. Git1rclaè romanità. nd senso pa1,ano o cla.,- siro. fu ll'n~ dubbio quf'lill dt>I periodo dri ,,. ; mu fu romanilà - ,,,.. manca una precisa discriminu:.ione - anch,- qurllu dei G,ucclii. ,. lo /u qu,-lla di c,.,ar,.. e qu,lla di tVu<JM. f'" di Trufono. e giù fino a Commodo ,. " Camealb., e a Co• stanlino. IJ e Corpu, > di Ghutiniano ;; un monumento di romo11ità. I, let,5i delle Jodiri 111.-olr,ono un filtro monumt!nlo. di romanità. J,',.Jitto di Caracalla. eh,. ,egnò il t"l'TOini=io drJ disfacimento drlf/mpero roma,10. i: lutlarfo anch't>1w - in mancan:." di un crite;io disc,iminatit'O - un monumtnto delfo romanità; pos• Jiamo paradouulmenll' metterlo accunlo t1l tf!1t.rrmento tl"Au&ustu. rh,. h11 foppo• Jw wlorr t' 1iini/icu10. /.,o confusione non i: minore per quel cht rigunrda lo 10°mani1à eattolico. Nt'lla trudi:.iont> del cUttolic.-simo ritntran<> IAOne Magno r Gregorio Mu1,no. mo 1:i rientrano anchf' /.rone X e SiJto V. Pio IX e Pio Xli. Chi Pscludeff•. fra tanti .sunti per,unusé? E con qual melTo. t: qu'.lle p1e1un:.ione. "~ gt11e q quello o a qut>llo it diritu, di citllldtl'"/,m:.acauolica? Tirondo I#! s<>mmr. ci sembru clre qu, . 11a bened,ua lrudizione, dopo awrci instillnto lant, spnan:I'. Jti11giot'andO<"iun
brullo tiro. O foru lu colpa è nosJra: non abbiamo SlJputc t,1UJrdarvi ~rw. Vogliamo ~e.Ila, li:' lenii vi..1tosame.nl,:co· /orate.. ~r inforco,,- i modn1i occ-hiali dt:'llo.biologia? Biologia. nel 110.stro ()(140. si~nifica ueditarit:'là. Ce.reditorietà è la chia1--eeh,: può ,li.schiuderci i misteri ,ltl po.uato, secondo una formula semplicissima: la tradi:.ione vera s~irrquan• to su.uiste la razza, cioè un i,asieme di t:'ssui umani che - prt!sa dimora in un determinalo turiwrio in epoca determintlla - hanno erWitariamenle tra.fnlt!SSO m loro di.Jce.ndenti, ,: ai disCt:'ndenti dPi tlisttndenti, un dderminato complesJO di qualità fi.siolo~iche. 110/e a dirr fisiche t psichiche, chr /,. mwa:.ioni ambit'nlali e li:' contingenze storich'1 non hanno potuto, nt potranno. sostan:ial~ntf' ulterarf'. Al di ju-0ri delle Jerref' /,.it,i dt>lfereditarie.tà non c'è che dubbio ,- ctmfu.siont:. Ma t,li av1.-er.J<Jrdie. l ru:.:.,"imo biolo- ~ieo non disarmano. I) ci rostringono u Jfrolunt,ar la e ria crurìs •· Ecco un'altra tappa: qui si CO-nlaM lr lodi J,-lfunivnsalismo. Lo. can:.one è nota: /t' t'sprrssioni più alt,- dalo spirito italiano si so• no nwnift'stn~ in Jun:.ione unh'f'rsale; il nostro t,enio è unii'f:rsule; l'antica Roma inJtaurò un uni,iersalismo che lt, Roma catrolia, ereditò. mantenne ,: dif/usf': il f'ascismo ,tesso è dourina unirt-rsa/P. Siamo frnnchi: ili fron/f' ad <Wt-"'t'rsari che hanno l'unit.>erso i,1 tasca. eh, d'unil't!rJO si nutrono a pran:o r o Cf'na, noi - sosu,lritori d'un ra::ismo · biolof,ico strruum,:ntr e u1,,:ram,nl,. italiano - ci S<f'n.liamopiedni piccini. E quasi dnisuremn10 dalla lolla. sr non ci soccorresJe il sospe.llo che., come nuulonna trudi:.ione.. anchf' meJ.Jl'r t1nfrt:rsali.smo abbia i suoi punii dPboli. Vo~liamo pro,we.? e In magnis ,-i 1--oluisu Jat <f's./.. •· L'uni• 1-'f!rSlJlismodi Roma antica, fH'r esempio. ci ~rsuadr p<>eo.Non safH'i:amo eh,: Ca• lo11e il censore fosse unfrnsalista: r no11 credia,n,o che i nostri av11t'1.JOri1--oiliano cance.Uare Caton.,,. da/falbo della romu• niÙJ. Non Japevam-0 ne.mmeno c~ foss,-. uniVf!rsalilto Giulio Cesare. che nnche n<f'llt:qut:stioni lint,ui.stiche tanto predicò il puri.fmo; o Cesare non fu forse roma• no? Nè crediamo che lo .,uuo Augu,11.t) possa eut!r definito uni~rsali.sto. 1-·isto che SU(l pratica COJlante. n,:l l,éfe.rure. Ju quella di richiamJlrt! i romani alle se• l.!t!re leggi dei padri: e Alit,u.st.o ha 'qual· che diritu, a rientrare n~lla tradi:.ione ,lello più schietta romanilà. Ma Roma e.stese il JUO Impero e la su!J civiltà su tulio il nwndo allorti conosciuto; f' la cultura romorui. il diritto roman-0, lo spi. ritc della rorMnità si /t!cero universali ... Un momf'nlo. S, I, altre genti. <mimi/a· Ouule due giud- polecche. co,ì bizHrtemente ecconciale, ,ono ,i.te colle d.ll'obbiet. Ilvo di un ,oldalo ledeKO nell'alto di schernire e prolanare il ,imbolo dì Crido. I ., cattolici e fHchli • potrebbero ulllmenl• meditare ,u quul• immagine: Roma non h• •Uro nemico al mondo che il giudaismo. rono /Q cit:iltà ,/; Romu. tal,, civillir fu unir.:ersalf' p,:r i,- altre. t,t!nli: ma per se ste.ssu conti11uò ud e.une slrellamente e schieuame.ntr romana; un:.i, proprio dulia sua compalla e inalterubil.,,. orit,inaliti, trass,- fo for:.a nttt:uariu pn t!Spandersi ,: per dominar,: dal 8UO anliuniverMli- §nlO derivò la !Ua funzione uni,•ersalr. Ci fu .,,.f/r.lliram.ente Ufl mom,~lo in cui Roma direnn.,,. univnsalim1 (abbiam giò citato tt>dittq di Cnraca/Ull. ma que./lo fu per fappuntQ tim:.io de.lfìrreparabilf' dtttlllt>n=o. O,.I rnto. ha.sta chiamar le cosr CQÌ loro nomi. per 1·e</,rcj subito chiaro. L'univf'Tsalismo de.i tempi nostri .,; c-hiuma interna:ioll(1lismo: ,.J ha in Mosco il suo centro, il ce.ntro di ogni drcadf'n:.a. Mosca è ailresì il ceritro del più Je.roce e caUt,orico antira=:.ismo. del più assoluto lii:~llamt>nto spirituale e biologico. Che p,nsereste. sit,nori unive.rS#Jlisli. di chi. 1->0/endo,:saltarf' la roma• nità. finiur pn far, il giullari' df'll'antiRtilma? Ancora una tapp!J. Eccoci tra queW che chiamur.mo gli spiritualisti a.ssoluti. Costoro fanno le t:isle di non disd.,,.gnare del tulio le dourillt! biologicM; ma, dopo a~rle Jusgevolmf'.nle tldocchiaLe, le g,:ttano in disparte e si danno agli studi sull'onimo e sullo spirito. Sono i buon· gustai. del raz:ismo: i piatti comuni li disgu.slano. Yot,liono manicareUi di Je· condo e di terzo t,rado. ~fa questo non è umpo di manicaretti. Il ra::zismo ha da euer cibo di tutti e per luUi, se ~- ramente vogliamo che in /ialia ci sia, e sia viva in tuui. la coscien:.a df'.Ua raz. Il ra::.ismo nostro dev,. esser quello del SlJngue. eh,.,,. scorre n,elle mit t.-ene. eh,- io sento rifluire in mt!, e posso 1-·ede.re. anali.::.a,,. • confrontare col sangue ,le.gli altri .. 1I ro::.isnw JIOstro devt' esser quello de.Ilo oorne e dei mUJcoli: t!. dPllo spiritc. si, ma in quanlo lo. spi· rito al~rga in questi determinati corpi. i quali i:it->0no in que.sto determinato poe• .Jf!; non di uno spirito oogolantt! tra le ombre. incut,- d'una tradi:.i-One moltepli• e,- o di un. unit>u.wlismo fiui:.io ,: inian,• nalore. Allrimt!nli, finiremo per fare il gioco ,/,.; meticci e degli ebrei: de&li ebrei chr., cotm han potuto in troppi COJi cambiar no,rn, e confondersi con noi, cosi potranno. a~cor pUl facilmenie e 1,:n, ..:a neppure il bisogno di praticlt.,- lobo· riose e dU~ndiose - /in&ere un muta": mento di spiriio. ,. dirsi pW. Itali.ani di noi, e simulore di euerlo. e riuscire o passare per tali. Non c'è c~ un alteJtalO col quale si posso imporre r alto lò al meticciato f' alr ,braismo : r alte stato, ikl .wng~. Si eonvin.cano dUll<JUt! (li e spiritualisti 1U1oluti. > che non è queste il momento adauo per approfondire - come essi dicono - il nostro razzismo. E' inutile approfondire iL solco se vi crt!SCe ancora l'erbaccia. Atteniamoci saldam:nle .,,. slre;Ltomentt: alla biologia. Non impou• riamoci se qualcuno ci cA:'amerà modesti o limitati; specialtmnte Je q~slo qua.lcun-0 si sarà dimostrato inoopace di por• re un limiJ.e ai propri errori. E, atten• dendo che scenda sullo terra. f era del puro spirito, ricordiamoci clt.e siamo di oorne I/ cM in altra carM ci riprodur• GIORGIO ALMIRANTE 11
Lo spaventoso ceffo di un giudeo. N l'J.!li.S\'iluppi della ~ampagna rauiah· c :~llra\'C"rSo ~ ragionamenti che I acCOTTIJ);ll{\'lannoon l11§0glla mat perd<-rl· di \·ista una co,uiderazionc t.•ssenzialt-. E cioè: il pericolo che ciascuna razz:l. cosdtuiscc Jl('r l'integri1à di un"ahra razza si può sopprimcn· rad;cahnl'nl1• 1,:\'Ìtando il frammischiamemo: restando cioè sohanto snl pi:rn1) hiologico. Il J)l.·ricolo ilh'CCc Cht· costituisct· la rau::. gin• daica l"''r lutle k .tltr.· raul'. del mondo t· particolarmcmi; ix-r qudla ariana. che ha crc-'lto l:t ci\·ihà di cui tutti gli uom;ni s1 alim ..n. lano, non J)nò t'SS<'n· soppresso con la semplict eliminaz;ont- dd frammischiamt·lllo. Bisogna no1art- ;rnzi cht• qtK'Sla ulti• ma e\·cntnalità nel caro della razza d1rnica ha 1111 v,ilorc estrem;.• mf'nlt'" rdatÌ\'n in quanto sono J.:"listessi t'l1rl•i eh,-, r:u;z;sti t.•s;1SJ>('ra1ida 4000 anni a; d:wni deJ.:li allri, t·\·itam, J)C.'ristinto, per lq(J.!t• t' p1:r <kcisfonc dci loro SIICCt'SSÌ\'ajpnstoli ,li f()n(.lt·rsi <:(•n k ahrt· rane. Israele, comt· 1òm·a semprt· ad ogni momento ripelt·n· nellt· menti di et'lloru <:he tro1,1,o focilm,·ntt' d1me111ica11o0 troppo mak inkntlonu. si i: prl)pmto d·,issc·n·ire tuUt> le_raue dd mondo, t' prima ira tnU(', <jll('II:. ariana cht·. cnm,• dic.,,·,uno, hà cre:ttu k civihi, t: fin dai tempi di Roma ami<::i.gli ha dato ,n.-.h<lfilo d.-1 torc,·re. L1n;t r.1.zz,isi può a$H'n-Ìrt· ~-onlt· armi, t' ciò{' un mezzo che gli ('hrei. i quali per J'ap1)1.111to le armi non s;inno 1,nrtan·. ucludono" priori; si pnò paò anche .1.ss("n·in.· .,.;ducendol:i. nel s110\•alon· 11111.1.nfion.o ad an·iarla n·rso la distruzittllt'. E. qt1'-'Slu it mezzo cht• è stato presc('lttt daJ.:li dirci. Ciò può anr lm~o in tanti modi. Nè occorre qui ri<:ordaH· cnmc il ~inda:smo ahhia mandato ad t'ffctt(I i suoi S!la\'t'lltosi lt'R• tativi nel campo politico, et'onomico (' sociale. ·~h se dinanzi a <1ues10genere di tt"ntati\•i la razza ar;ana ha potuto con 1111:, rt'lativa facilità aprire gli occhi e regolarsi in consq,."1.1em:a<. :e n·è 1111-altro che gli arian; per l'appunto sono sempre siati assai tardi e neghittosi a comprendere. E" quello che si riftrisc<' riJ.:orosamente al campo rauiale. Gli ,·hrei, cioi, razzisti finn alla ferocia per quanto concerne la loro inie~rìti\ attran:-rso lo spaztn <· il h'·mp,o, sono sempre stati antirazzisti comro gli ariani: ma non sohanto pu controhatlcn,• il n1.u:ismo di essi a sc:111)d0i di• fua; si hc:nc- J)t'rch~ gli ariani aura,·en.o il loro razzismo non si consolidauem e- purif:cassero , 1wrch~ in\•eec: fr.tmmischian. dosi con le altn• razze ~t'<:adcsst"ro e si distruggesst.•ro. E. noto, '"d è anche- trbPll<l chiam eh'" una razza infcrior<' m<'• scolandosi con una sn~rion• - giacchè la gerarchia delle razzc •~1tisfci.: iu questo ncs~uno i,otrcbbc contraddiri.: il conte di 12 smase contro gli internazio11a Gohiue:m. nè il snC'I,unmiratort• Riccardo \Vagn,•r - non di\·r111a nwnomanwntc SHp..-rinn·. mentr,• qudla supt"rior,• ~i abhas:sa al 1;\•ello di <india infrri,)n•. Da 1111 incrocio di bianchi (· di uegri - t:ullQ J)l.'rcit.tn· un ht•mpio di matt•rìall· e\·Kl~:nza- i m·grj non din·ntauo hianchi, ll1l'lltrc i hianc:hi diH11tano regolarnu·me negri S1N:culando su <1m•stakj!°~L·naturale. gli ebrei hanno Sl·mprc ci:r• calo con tuui i nwzzi. t• st't\'endosi molto di certe 1ooriè pictistt' di -tftcile propaganda, tlì innalzare k razze infrriori fino al li\·ello d1 <111ellariana. llOI\ 1-.ervenire in aiuto di esse. ma Jl(r ))r(WO• ..:ar,· quella mescolanza che- anchbc- d<wnto far decadere la rana arii\na ,lal suo grado s111lèriorc. La 211..rra cht• impen•t'"rSÒnd :'\nrdanu·rica fra i cosi dt•lti !-Ch;a,·isti t· gli a1ischia\·isti, sotto m,..hi orpdli umanitari, i11realtà fu regolala dagli <'hrc-ii quali.• prendendo la tJifesa dei nciri a\'('\·ano St:lll)>rt'Sl:H.'rato t.li pott-n· im111inar(-lt• al:qunt(' della razza eurnJlt'lt colà immigr.;le c-d im1~·· dirt· in tal lll(Xlo cht· Mrl{e~~- in .\meri<:a unit nnO\'a nazionthianca. Gli t•hn·i infaui hanno st·mpre un ,:-rande tt·rrort• ddle nazioni: ,. cvmc Ct·rcano di distruggt·r<' (luelle eh<' esistono, cosi vogliono iml",·dir,· eh<' ithr<' ne sorgano. Sotto quesrn punto di ,·ista. J;, J[m·rra contro J'Europ.1;.alia (!Ua\c-l°t\merica dd Nord è: S1ala tr:1• scinata dalla cricca gimfa:ca capititnata da Roose\'C-h, in OJIJ)'}Si1.ion,· ,ii J>rincipi cns1ittuionali l' morali di \Va.shing-ton ~· d, ~fonrol', )Ì prt·sta a omsi1lcra1.ionj di un partic,1lare inti:resst·. Ma 1~r mt-J?lio illuminart· q1ws10 1mnw. i;:io\'iamocj di quamn hanno aff,,rmato gli stcs.~ì chn·i. Il !iL'lt,manalt• d,raico di ChiCago e Tht• ~rmilu.•1 » :,<:rl\'n·,i. poco 1»rim:t cht" 5COJIJJiasS(la' gt.11:rra; • l,11 ,·m1scg11,•11:;p"iù import;mfr ,. più f"stidios11 d.-'lfo g11i'rra mondi11I,· , 1 .r/11111 f(I r-r1•11::ionr ,t; 11110.•j 1ti1:;ifJn1,li..nni ,· rr.,d/1,1:;ion; di q,1dli fhc giti oi.a,"~'""· Il 1111:;io1111fi:rnu, C 1111 pcrirofo prr il _~..rofv ,·brro. Oggi, ,·om,· i11 h11t,· I,· cpor-hc d.-llu slllrfo. 1~ dimo.rtr11lo cl,r .IJli ,·br6 ,w,.. JW.r:tMJ<rJr.,tt,rr 111'.1/lSitati /or-ti. dm·,· .,i r sd/11('· ('11t11 ,m.""Jr., n,lt1irc1 ,w:.Jmrnlr >. Beniamino l)i:irncli. "lfo.~ lord llt'òtCOnfidd, in 11n suo lihro nll,• 10!.tto e The life t)f Gt:Orjre Rcntin<:k >, scrin· a un certo 1>111110: e//. ('0pol11tli IJio cuopl'ro con gli ml'i; i pii, "bili ,,rc,wllflcttori di rircl,e:;,:,· ,e; 11/lr"''° roi. r-011mni.rti; fo r-u;::u portirofor,· 1rd c•/l'ltf/ dii lii m11lfv II l11tt" lo f1·ui,1 ,· 11 111//,1 fo sr-hi,mw dri bt,ssifundi rHr-ppci ! F. tutfo,viò prrd1t 1 gli ,·brri ~•o_qliono1li.struggcrr~ q1ustt1 it1_qmt,i rrhti11t1it,ì r-hr drt·r foro prrfi110 il .n,o """'" r di rni no11 t oglkmo più sopf'()rtorr la tir(ln11111 ,. 1.;orj.!ano magno del J?i1idaismo. il « Jewish World • di Londra. verso la fine dei secolo scorso 1mhhlicò ncllt" sur colonne una sJ)('Ciedi proclama che restò «lchre t· che valt l;t Jl':"a ricordan·. Era dctln in cs.so tra l'ahro: e Lo 1hsp,•rsiolf,• dri Giudei I," {<1/f,1 111;s.1i 1m popolb cùsmoJKJfito. Essi .wno il JO/o pol"Jlo 1·rr11111rntr ro.1mopolitti •• i11 lllll' qualità. dl'bbo"o ugirr ,·d agi.rco,w romr .,.,. di.1.rolt·l'"ntodi og"ì di.rlilf::iOlf< 111 ra::::o o di lfa::imwlità. Il gr-l.llfdr idn,/c dl'I Giudoi.f1110non r r-hr gli Ebrrt si riunis((llfO "" _qior"o in q1111/rl1tr1H901-01/tlla tcrr,1 per degli .1cop; srJWirotisli. mo du il mondo intao sìo i,mb<t•11lodl'/filfsr9M11m,:nta d1ruiro i' chr ÌK u11a /rotrrt1it,i 1minrsolr dii/.- 1ra-::io"i - i/ r-hr si_qnifim ,1clfo rrult,i 101 pii, grande C:i11daismo - tutti" le ra::,· e tutte le rdigio11i s,~.
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