La Difesa della Razza - annno V - n. 12 - 20 aprile 1942

f,•rnirht: come chi si illudl"ssc di polerc afferrare la poh·en· e fare l'sclamare m giro: ma non se ne JJOte,·a fan: a meno? ma mentre ttlrhina o la nebbia mentre sale o sta per dissi1>arsi. Ma c·cra p0i bisogno di tutto questo chiasso? meglio ancou. 1:it:rchè adoperare ques1i 1>ara1,.'l>ncihe si riferi- :,;on c'è dunque nes$Una mcr:ll,iglia che sia giunto il momento scono a cose esistenti per quanto tcnu~ m<:mrc qui si tratt.:t e.li per tutti còStOro e che-gi;\ rlSuo11ida puccehic parti la cantone cosa che addiriuur.:t non esiste? eh" abbiamo rif('fita. Anzi la sua stessa insistenza è un.1.1>rorn Siamo a questo punto: quelli che hanno im1>0sta10in halia di pili, se cc ne fosse bisogno. della reahi della questione ebrai• la questione <'hraica a,·rcbbcro solo sognato. Sareb~ro dei ,·i• ca, della sua non ancor sufhciente solm:ione. deWurgenza di sionari, NI anche dei partigiani: così si dice nelle COO\'ent:colc portar qucsla a,•anti fino a togliere agli ebrei ogni possibilità di Mi SOiiti pietisti.. Poco manca che non si dica. di peggio. Nè ,·i influenzare in modo cosi poco ronfoml<' al ,·ero e al ternpo stesso sarebbe mer:wiglia. Lo ave,•amo perfettamente 1>re\'Cdutoe non cosi g~we,·ole ai loro interessi, l'opinione della gente. Niélll<' eoml' per merito nostro: ma J)Crchè tale è l'eterna tattica degli ebrei.: il ritort1ello che gli ebrei non esistono o che non differiscono s1>arire in un rrimo tempo. ,·olatilizzarsi, annich)lirsi fino a che dagli altri o che non hai1no sugli altri alcuna axione noci"a è dura il pericolo: p0i a 1X>Cao poco riaffiorare souo spoglie eom- sctno sicuro di direi n:i.11..:os.oi m<I. ,icin;:!lzl·; e e:onuffatisi in pletamcnte mutate cd arnbiematc con la nuo"a situazione in modo che se uno si domanda dove iOI\Oe ,·erameme li cerca può farlo solo a rischio della incr«lnlità generale. Allora è lui naturalmente ad a\'ere torto e a di"enirc oggetto di discredito e anche di persecu:tione. Come quando uno sta per dare una bòtla e l'a\'\'ers:uio affimproniso si china, quello finisce inc,•itabilmentc con l'andare a tc-rra. Con questa tattica gli ebrei hanno sempre supuato tuue le loro difficoh.i e 1.erciò l'hanno usata anche ora tanto che se ne \'edono i risultati e si .sentono .in giro discorsi simili a quelli sopra r:feriti: i quali sono nè J)ÌÙ e nè meno il segno che il pericolo è p~ssato. che il lavoro di ambientazione e di mimetixzazione è già a,,anti e che si crede già giunta l'ora della ripres:.1.. Tali discorsi sono propagati da due generi di persone: g:li in• tcrcssari e gli ingenui. I primi sono o gli ebrei stessi o quegli ariani che per ragioni d'interesse hanno fatto propria la causa degli ebrei: i secondi sono quegli ariani illusi che si eommuo\'onO dinanzi alle astraue parole cd ignorano costantemente la realtà: ottimo strumento per quando, passati i primi holiori, occorre far OuHlo, mv•c•, t, un r•p•rto •braico d•ll'esercito ruuo, lologr•l•to dire alla gente: ma che cosa è s1a10? nta ne capisci qualche cosa? oltre quar♦nl'anni I• • 8riensk 18

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