La Difesa della Razza - annno V - n. 12 - 20 aprile 1942

BANCA COMMERCIALE ITALIANA CAPITALE L. 700.000.000 RISERVA L. 1,0.000.000 BANCA DI INTERESSE NAZIONALE

Il ANNO V· NUMERO 12 20 APRILE 19 4 2. X X .:•cc IL I L IL t:• DI OC.NI Nl:.!U: \ll'I NUNl:110 ll&P'A ■ATO LIIIE I ,■■ONANKl'IITO ol.l'll'IUO Ll ■ t: S& A ■ •ONA.Nt:NTO IHl!lllt;STIIIAU: • lt: K5T~IIO IL onrr,u Direttore: TELESIO I TERLANO! Comit,to di red1sione: pro(. dou. GUlOO LANORA • pro(. dou. LIDIO CIPRIANI !lie1reurio di reduione, GIORGIO ALMIHANTE SCIENZA•OOCUMENT4ZIO POLEUIC.l • OUESTIONJ\RIO DISCORSO ALLE"NUOVE LINFE" P arafrwwndo il detto di ((«et muuarco francese. per il quale ogni politica estera era buona. se µrofitte·role al paese. clireuw (intelligenti paucn) che ogni razzismo sarebbe buono. se µrofittel'C>le all'Italia. Ciò significa che. lungi dall'essere setltlri, o al/etti da uarcis·ismo, o uoniini d'un sol libro o d'w,a sola idea, uoi dimostriamo ogni giorno , ,ma tal spregiudicatezza, u.n co.,il/atto distacco dalle 1>0sizioni.che av1>«ri.ssero supe- -rate. da meritare, sem.nwi, l'accusa di rolu.bilità. (« Io ndunque talmente corro, che non sin come a caso; combatto, non come battendo l'aria; mn premo il mio corpo, e lo riduco in schiavitù: ofrio• chè talvolta, predicato avendo agli altri, io stc880 non diventi reprobo•· r Ai Corinzi). Ogni razzismo sarebbe buono; ed anche U nm,-razzism.o, se l'Uomo al quale tr,tti gli ltalia11i hau.uo fatto cosci.ente e lieto sacrificio del proprio particolare diritto di trinciar giudizi. ,,·resse giudicato profitteuol.e <,I J>Opolo italiano il non-razzismo. Perchè la storia è questa - e In dedichiamo a ,.:o- /oro che troi,ano opportwio. in questi mornenti. batter le « cam.pagne » JJiù desofote in cercc, di imJ>OS.Sibilinterlocutori -; L<, storia del razzismo è questo. Si inizi<, la 1mbblicazione cii afouui articoli di ispiratione razziale su « Quaclri11io •· Gli autori d"i Jali articpli sono eloginti dal Duce. Dunque, smw <111ellele JJrelim.ilwri, battute rnzziali vrofitfe,iol·i al paese. Si continua, in tal set1so. su « Quadrivio • e .fllu/ e Tevere •· La chiarificazioue di certi priucipi razziali così compiuta è, attraverso organi di Gor,·erno, nou 80/,tauto amm.essa, ma Hffì.cialmente. per superiori dis1JOsizioni, appro,•ata. Dunque, è quella. la 1>ro1x,gandarazziale pro/itlevo/.e al JXJese. Un piovane studioso, intorno al <111alerapidameute si forma lOI gruv1>0di responsabili scrittori, ltdti concordi nella opporftmità di di/fondere questi de/ermi.nati princiJ>i razziali che le 1mbblicc,- zioni gid fcdte hantio ormai defì.,iito. è in1.:itato a s-ittfet.izzare. iu una co>1cisa successione cli «punti», ·il 1>rogrmnma di ,rn e razzisuw iJalim,o •· Quei « punti-. sono elaborati con serietà e CO· scienza; non diciam-0 attraverso <111.ali fas-i l'elaborazi.one si. com.pie; interessa oggi soltanto sapere che il Duce ne autorizza la p11bblic,uio11e ( 18 luglio 1938). che il Parli/o (26 luglio) ne elogia • le, 1,reeisione e la concisione • e chiama quella formulazione dottrinaria " determinare « ww ulteriore precisa azione 1>0litica •; che su la/i basi doltrinurie si <lecidedi fondare ,ma ril'isJa; e la rtl'ista è 3

« La Difesa della. lluzza ». Dunque, alla data 5 agosto J.938-XVI. il razzifmw JJrofitte,iole al paese è queUo che lii « Difesa della Razza » 1;olgarizza ai stw·i duecentomila lettori. Non diremo quante e quali obiezioni contro ., quel » razzismo sorsero allora dall'irrequieto gregge del meticciato intellettuale; è polemica non ancora dimenticata e sen,,µre istrutti1,a. Forse la revivi• :scen.ia.di quest-i giorni non è che il ritardato fennento di quelle stroncate 1:elleità. In ogni niodo, come lutti ricordiamo, /'una11i1nità fu presto fatta, precisamente sullfl base di quella prima - ed 11nica - fornrnlaz-io11edottrinaria. Del lem,po è 1,assato. Sarebbe. in pu:ra ipotesi. più. che JX>ssibileche le JXJSiziou·i. d·f allora si. rivelassero superate. Dice1)atno in principio che non si.mno noi gli uomini. d'un solo libro e d'una sola idea. Quel risentilo anonimo articolista che dalle JHlgined'un settinuwale dei Guf. i11 101 m,aldestro Jentativo ·"moristico. ci. definisce « rirista tecnica » - <Jtwsiche la tecnica (oh giornate della tecnfoa! oh dolente per sempre colui • che da /unge. dal labbro d'altrui . c.·omeun uonw straniero le udrà!) non sia una necessità as.~oluta per ogni fai.I.odell'agire e del pensare - quell'art-icolisla alferm .a. che « nulla vieta. a niatu.razioue m11,enufa (sic) degl-i studi e delle opinioni in nwteria, che si possa giungere ad un su.o perfezionmnento; e /Jeggio per chi si fos&ecristallizzato su JJOSizioniche. giustificate iu un pr·imo lernpo da ragioni più o ,neuo ,ml'ide (resic!), &i di,nostrasRer.o valesemente superate». J?ossevero, egli non a1,rebbe a·,,ulo ·il tempo ii farnia.lare - secondo la rudi-mentale tecnica del Hn• .quaggio che dhn.ostra di JJOssedere - le sue circon/ocutorie riser,ie: egl·i arrebbe sfondalo delle porte <iperte. Ma non è rero: non già perchè le disord'i11alee contradditt.oT'ie elucubrazioni su un razzismo « spiritual-ista », e sini-Ui,lasciano p-ro/011darne11tpeerples,fJo -il lettore su/In el/etti,·a coscienza che certa gente ha del vroblema razzfole e, in genere, d'ogni concreto problema italimio; ma perchè un ·nuovo gi1,dizio sull'opera di questa rirista. (« crista/1-izzc,ta », « morta del tutto». da « non di.,tur• bare oltre nella sua onorata sepoltura•• « sterilmente immobile». e ria d1 seguilo) è stalQ or ora Jor,n'll-latodall'unica autorità che possa far l.esto in mater-io. · Ripetia,molo ancoro una volta: è buono ciò che giova al 1xiese. E chi-può giudicare .c;;geiara tuttora -0/ paese lo dottrina razziale formulata nei 10 punti del Ma1tifetilO?Noi. o ,,oi o quegli altri.f Vogliamo concedere alla r-um.orosa JJresunzione dei no&tri detratiori che la pofil-ica ra;ziale è 11wteria opinabUe; se non ieri, ogg·i; nè pi.ù 11è ,neno del moto della terra JJrima di. Galileo. Oggi, intendiamo <dla vigilia della n·uova, forse ·inattesa. certo meditata, precisazione uffìc-iale. Gente dal fiuto fini.,. simo avverte odor di cadavere. crede che il cada,;ere ci. sia e. in conseguenz<,, una ereditd: mmHti! E se l'indirizzo del Manifesto fosse su1Jeratof E se la terra non gi.ras.~e1Tutto JJUÒ essere; non c'è offesa per alcww. Ma il giorno dOJ)(),ahimè, si apprende che l'indirizzo della riv-ista «tecnica• è a,,~ provato; e lo appro·11a il solo che ab.b. io i.n materia il diritto di farlo. la responsabilità d-i.farlo, il fine di farlo. la conseguenza del fatto, al lume d'uua bene i1'tesa subordùwzione della incontinenza di giudizio (<1uandogiudizio vi sia) alla unicità di giudizio, sarebbe (Juesta: che le ricerche, i referend1un di saJJOT democratico, i dubbi, le crisi, gU sbandamenti confessionoli e le storture magiche, tutto cessa di cwer corso, specie sulla carta che nn Guf ha in assegnazione per lestim,oniare settimanalmente la proJJrfo dedizione «spirituale• al Capo di tutti noii e, almeuo per qualche tempo, fino a un fatto mt01·0. si comprhne l'ostinata vocazione alla /a,'.i/e crit.foa. si ri1111ucia l ,nediocre gusto della ,naldicenza. si rimauda ad altra migliore occasione la soddi.sfazione d'una emn11licala necrofilia. Si, perchè noi saremmo, ·ins'ieme, alfossati e alfossatori, JJer t)i.adella « tecnica ». d'una teor·i<rei al/os• sati, dalle « nuo1;e Un/e » che non si degucwo nemmeno cli disturbarci uell<t nostra « anorata sepoltura». Ora. se il.. nostro Razzism.o - cioè l'unico_ finora ammel'JSO - fu .,.,i,ro 11el1938, se lo è tuttora, come siamo alfossati e che cosa abb'iamo alfossato1 Forse delle piccole aspirazioni, dei comprensibili t,pµeliti, delle irrequiete velleitàf Così fosse! ma non 11relendiam.oa tanto. Non ne siamo nè C<iJXICni,è ·t·ogliosi. Asl)i:nu-ioni. appetiti - anche sm.odali -, relleilà - a11cheridicole - fanno porte di quel lievi.lo della llita che ne .<Jarantiscel'incessante /lui.re. Non <:i di.spia.ce che altri larori nel cam./'JO che no-i dissodiamo~ nè abbiamo bre•relti. d'esclusil'ità su/ uwdo di larorare. Soltanto vorrenmw che 111-lti si la,,orasse per l'Italia; e nessuno per il re di Prus,11iao, per altri monarchi«< S/>irituali..-e._ •i:·.-. 4

di SILVESTROBAGLIONI - Accademico d'Italia L a denominoz1one di biolog10 per un complesso gruppo di scienze naturali non è d1 vecchia dota Le vecchie scienze che essa abbraccia sono da lempo note come anatomia, embriologia, morlolo910, lisiolog10 con tulle le sue diramazioni dt b1och1mica e b1ofisico. antropologia, med1cma, zoologia. botanica, ecc te sussislono ancora collo loro denommozione e col loro contenuto. lormanh porte della biologia, colla d11ferenza che lo loro denominazione proviene non tanto dall'oggetto di studio e di ricerco. quanto d01 metodi che sono stati impiegati e si impiegano ancoro per spiegare o almeno per giungere olla conoscenza delle manifestazioni dello vita di tuth gli organismi; mentre col nome collettivo d1 b1olog1a si vuole intendere la scienza che, applicando ogni diverso metodo morfologico e funzionale, mira a stabilire le leggi fondamentali che dominano le manifestazioni dei viventi. E poichè esistono grandi gruppi o classi dj viventi, che presentano rossomighanze o analogie m alcune mam lestaz1oni, mentre se ne d1scostono per altre, si distinguE. una biologia generale, comparata, specifico e mdivid>..:ale. analogamente o una anatomia, o fisiologia generale, com• parato, specihca e md1viduole La biologia umano è quella che ha per tuth il massimo interesse, e della b1ologia umana ho qw un particolare interesse il cap!tolo dello biologia delle razze umane Per comprendere ed abbracciare in tutto sua ampiezza l'imçortanza che ha ·la considerazione b1olog1ca in que• sto problema, è necessario premettere che la biologia in tutti I suoi molteplici aspetti sc1entih~1 è chiamata o chiarire e nsolvere problemi che g1ò da secoli s1 sono 1mposlt all'attenzione dt quanti s1 occupano degli orgamsm1 viventi. e nel coso specifico degli uomini in tutte le loro proprie!ò e monilestoziom. Tra questi vecchi problem• cer· tornente uno dei più attraenti-- e discussi è quello dells razze Delle diverse scienze che compongono la b1ologia delle tazze, alcune e più specialmente lo anatomia, la embiolog!a e l'antropologia, ossia il gruppo morfologico, sono state le prime ad essere coltivate, valorizzate. conforme allo sviluppo storico delle nostre scienze, e sono anche quelle che hanno in attivo le più grondi e appariscenti scoperte. Ricordo a titolo d'esempio, i due campi più particolarmente noti e dillusi nei t;attati. nelle monografie e nei periodici che si occupano con fervore dello studio delle razze, quello che riguarda i vari aspetti antropologici della !isonomia del volto, dei caratteri di strutturo delle varie parti del corpo, delle masse muscolari, dello scheletro, del colore dello pelle, ecc. e l'altro che ri9uorda le fini indo• gini morfologiche degli elementi citologici riproduttivi, che hanno dimostrato il particolare comportamento dei ero+ mosomi come sede materiale dei caratteri genetici erei• d1tari. Non si deve trascurare anche il grandioso apporto di dati obiettivi raccolti dagli etnologi e dai viaggiatori ed esploratori, che hanno copiosamente arricchito il vastis-

simo panorama deglì usi. dei costumi e delle. attitudini psicologiche e sociali dei popoli e delle razza umane abitanti da secoli nelle più svariate plaghe della superficie terrestre. Mo il JXInoramo non si esaurisce nei limiti delle rozze viventi. ma si dilato ~uosi all'infinito nelle rozze che han. no vissuto prima di noi e dalle quali sono derivate le rane viventi. se hanno avuto caratteri e proprietà immanenti caJXIci di sopravvivere , svilupparsi; mentre oltre si sono spente o sono rimaste assimilate da razze più forti e resistenti. E lo sguardo s estende dall'altro lato senza fine, che si ar.9tofonda nel futuro, e che miro a scrutare il destino della nostra razza. Il concetto di razzo, biologicamente inteso, non si limita infatti nello spazio geografico del momento, ma si estende..nel tempo. prescindendo e superando i limiti della vita indivi· duale. L'individuo, provvedendo allo grande legge della conservazion6 della specie, si può considerare come un semplice trasmettitore o veicolo, quasi anello di una catena che si perde nel passato e nell'ovveni,re. della continuità razziale. Nel concetto superiore di patria, pel quale l'individuo con tutte le sue doti fisiche. fisiologiche e spirituali rappresenta solo un membro attuale e contingente dell"unità immanente e continua nel tempo. coll'alto compito di servire ai lini più elevati della conservazione e del progresso di ,essa, si identifica il concetto della unità, nello SJX]zioe nel tempo, di razza. Delle diverse scienze biologiche che sono chiomate a chiarire questo preminente lato, apparentemente qua. .si inesplicabile ma profondamente vero e ineluttabile, dell'unità razziala nel tempo, è lo fisiologia, che è lo scienza che indaga le leggi delle funzioni dei vari orgoni e del complessivo organismo, che deve risolv~re il problema della continuità immanente della razza. Come ho avuto o...--casione di rilevare nel mio opuscolo .sui « Principi di Eugenica :o (Napoli 1926) e successivamente nella mia relazione alla XXVI Riunione della Società Italiana per il progresso delle Scienze (Venezia 1937), sono le du-9 grandi legge genetiche della ereditarietà e della variabilità, che regolano la riproduzione degli esseri viventi. Dalla memorabile scoperta morfologica (iniziatasi nel 700) degli elementi germinali, spermi ed ovuli, che si fondono per dar principio al nuovo essere, è stato un rapido suc-c1b dersi di nuovi lath nel campo della morfologia e della citologia, culminanti colle moderne vedute, secondo le quali la massimo importanza per spiegare la trasmissione dei caratteri ereditari si deve attribuire ai due pronuclei dell'ovulo e dello spermatozoo, e precisamente ai cromosomi, il cui numero, pel processo di riduzione, nella maturazione degli el~ menti germinativi, diviene metà del numero dei cromosomi propri di tutte le cellule delrìntero organismo (somatiche). Nella fusione del pronucleo maschile col pronucleo femminile (che avviene nella fecondazione dell'ovulo ps,r la penetrazione in esso dello spermatozoo) che inizia lo serie dello sviluppo del nuovo essere, il numero dei cromosomi ritorna ad essere uguale a quello delle cellule dell'intero organismo. Ma poichè metà di essi provengono dall'organismo paterno, e l'altra metà do quello materno, si intende come posso avvenire: uno mescolanza nei caratteri somatici ereditali dal nuovo essere. Il problema più difficile ad intendere riguarda la natura di tali carotieri ereditari. Per molto tempo si è data la massima importanza ai caratteri morfologici o anatomici, ossia della peculiare struttura dei vari organi, attribuendo ad essi quasi una proprietà statica e trascurando lo proprietà dinamica, dipendente dal corr tinuo tramutar.si ed evolversi che caratterizza ogni manifestazione vitale, e che in fisiologia è indicata come metabolismo o ricambio biochimico e bionergetico. E' dilficile poter intendere, sopratutto se si pensa, come sinora è stato comunemente pensato. che i carotieri ereditari consistono in proprietà morfologiche o somatiche .(come il colore della pelle, dei capelli, le dimensioni del corpo, lo formo degli occhi ecc. caratteri a cui si rivolge dapprima lo attenzione perchè più salienti e appa. riscenti) il fallo che questi dipendano do speciali proprietà del metabolismo dei due elementi germinali, maschile e fémminile. Ma se si riflette che le recenti conquiste nel campo dello fisiologia hanno ben dimostrato come i cosl detti caratteri morfologici •che appaiono quasi come stati fissi del corpo, effettivamente sono il prodotto di lénti, ma continui mutamentì biochfmici delle cellule e dei tessuti, poìchè appunto il metabolismo materiah ed energetico è il carattere essenziale degli organismi finchè essi vivono, il concetto che attribuisce la trasmissione dei carotieri e.reditari alle proprietà biochimiche degli elementi germinali, non solo appare accessibile o verosimile, ma decisamente esatto. Non siamo certamente in grado. allo stato attuale di nostre conoscenze, di potere esattamente stabilire quali siano i fattori del complesso ricambio· materiale degli elementi germinali, che provvedono olla trasmissione dell"uno o dell'altro carattere; ma questo incertezza non attenua lo sicurezza della dottrina generale, in quanto che siamo ancor ben lungi dal conoscere in tutti i suoi particolari il metabolismo cellulare dei vari tessuti dell'organismo adulto. In via di ipotesi, possiamo pensare che questi dive.rsi fattori possono essere o gli agenti biochimici, quali i fermenti, o enzimi, oppure gli ormoni, oppure altri fattori più intimi e, par così dire. più vitali, che di ordinario sono compresi nel concetto collettivo delle cosidette attività specifiche o vitali del protoplasma e del nucleo. Le future .ricerche avranno il compito di chiarire questo importante problema del metabolismo specifico degli elementi germinàli e della prima fase della vita intrauterina. Qui possiamo ben fissare il concet• to generale che i cosl detti caratteri ereditari. i quali finqra, seguendo lo sviluppo storico delle nostre scienze, sono stati prevalentemente considerati come fenomeni e proprietà morfologiche, debbono essere çonsiderati più specialmente come funzioni, e che perciò I:ereditarietà o trasmissio- -ne di doti pd:tEVlleo materne consistono nel passaggio di particolari caratteristiche del complessivo metabolismo e del metabolismo specifico funzionale dei diversi tessuti ed organi, e che questa ereditarietà assunta in forma di potenza è in grado di manifestarsi successivamente durante e per opero dello Sviluppo dell'intero organismo della prole per tutta la sua vita individuale. Intendiamo allora anche facilmente che questo trasmissione non si limita soltanto a particolari aspetti somatici, mo si estende più profondamente e più intimamente a tutto l'insieme delle funzioni dei vari tessuti ed organi del .sistemo nervoso e dell'intero organismo: r ereditarietà è cosl allora ben definita anche nel campo delle qualità psichiche e morali. SD.VESTRO BAGUONI Accodemico d'Italia

,. .., JQ .. A 13 e+ e e- D DOu•1le due !■belle riproducono i ,iu1lt1ti d•II• • prove di i"l11l19~r• • ueguile n.. gli St■tì Uniti 1u bi1nchl • IIOfflini di colOI'■ {negri • tMfi<ci). - A linidH 1-i v<Nlono i risull.atì ,1l1tivi ■i blu,c.hl, 1 d11lr1 quelli ,1l1tM ■gli uomini di colore. L 'idea che l'umani1à sia di\iHin rauc: di\Crw è molto antica. Si uò dire che N8a abbia !a t1iu1 origine dal momento in cui gen• ti diver&e vennero per là prima volta a contano le une delle allre. Agli albori de:la tloria qu~ta idea dell'esistenza di rane umane era gii chiaramente npreMa in documenti che ancora oggi possiamo conauhart. Con il corso del tempo e ~n il pro· grcaso delle .cimze la con09ttftl.a delle ruu umane è andata migliorando. rice- ,·endo particolare contributo dalle etip;o. razioni geografiche. In questo modo la antropologia. la ACltnu dell'Uomo. di cui già ci parla ArUitotele. è andata continua~te evoh-endosi. Ai nostri giorni l'1ntropologi.a ha il ,uo posto degnij• 11imo.aocanto alle altre scienze hiologiche. alla cui e,•oluzione è Nrettamenle legata. I problemi fondameniali dell'tntropologia sono due. 11 primo ri,çuarda l'origine dell'uomo e delle razze umane. Il 1CCOndo la ela.Mificat.ione delle raue umane attuali cd estinte. A questi due problemi 110noalate date rispoate diver&c dai divcr,i studiosi. In qumo modo è sorta nei riguardi della antropologia e qujndi dello studio delle razze umane una •pccie di diffidenza da parte del pubblico colto ed incollo. Di questa diffidenu hanno profiuato largamente coloro cl1e &\'~'ano dell'intett..,· ae a negare l'mistenu di rauc umane. In primo luogo. quindi. sono Jtati gli ebrei a buttare lo scredito .sulla scitnza rau.iale. Molti scienziati poi. per quanto non ebrei; hanno esagerato in quNIO au· LERAZZE UMANE ESISTONO di GUIDO LANDRA tocritici.!mo. Alcuni 110no poi giunti a delle vere forme di muochi.:m10 nei riguardi dell'antro1>0logia e delle sue con• qui.sic. Dov"è dunque la ,·crità? Sono ,·e- ~lle le razu umane una realtà cone...tla oppure una 11em1>licecreuionc c.ki 11i• 1--lematici? A queste due domande noi poiMiamo r~ponderc oggettivamente che le ra.u~ umane efiMono e che noi. atudiandole e descrinindole. non creiamo nulla di arLificia!e ma ci iimitiamo a illu&trare cìl, che ha crealo la Natura sleua, Può darsi che la nostra illustruione non sia .;empre Natia. Può darsi pure che noi non riu&eiamo a penetrare nelle profondità di questo fenomeno. razza, Questo non toglie l)f'rÒ che la razza sia 1111arealtà concreta. Poseiamo anzi aggiungere mol!o eettnan1tnte che, per quanto lo ,tudio delle rane umane 11ia l~n lungi dall'nscre prtti&o come lo ,tudio della matemali;!a. tuttavia esso ha la precisione. che gene· ralmmte è richiesta dallo 1tudio dei rcnomeni biologici in genere. In altri termini, noi poMiamo affer• mart' che lo !!tudio delle razze umane. quando è condouo con mrtodi moderni. permeue di giungere a risultati per lo meno allrettanto precisi che quelli olle· noti dalla fisiologia. dalla pllologia, dalla batteriologia. ccc. Lo atudioso den: perdò nere nei riguardi della moderna scitnz.a rauiale ~r lo meno la &INn fiducia che ha per le ahre scienz.e biologiche in generale. Ahbiamo già tcritto numerose· volte r.he per l\'Cre ben chiara l'ide. delle raz- ,.,. umane bisogna tenere prttenli due c»ncetti fondamentali che dominano tut· la la biologia: il conce.Ilo di \'ariabilità e qu•llo di ereditarietà. O«ni ra;;=a utnallO compurtde un ;,,. 1iem.e di indfridu, clt, hanno ulcuni co· ruUni in conu"'" clie ,:ariano entro limiti lx-n determinali e che si trt!dilano. In ogni individuo bi,ogna distinguere una parte fondamentale. che gli pr0,·ie• ne th:ll"e~itarittà, td una parte a,Ten· tizia che gli pro\'iene dall'ambiente. Sohanlo ciò cht' un indi,•iduo ha di ,. JQ ,. I O.I O.ç .A B t:+ C C'- D DL• p•rc.•nlu•I• d•U• quolHioni 4 I• , •• gu•nle: A • inl•llig•nH ottim•; B = buon.; C = mMli• (C+: ,up.l'tOf"• •Il• m• di•; C -: inl•rior• •Il• mMli•): O: debole; 0--: mollo d•bole. E' •vid•nf• I• ,u~rior11<• dei bi•nchi sugli uomini di colorf. f'rtllitario JmÒ co~tituire 1111 caratlert> ru• zìalc. Ciò cht" ~ in,tef' ha dairamhk'11te r~•• 5em1>reun carattere indh iduale. Natu.rolm~re,,. J~ ciò cltr i ra;;;;fu/,. i rrt!.tlitario 1104 ii pui, dtdurrt clt, lutlo quello clt,- è ,.,~dilllrio è atte/te ra;;;;ialr. Perchè un caralle-re t'reditario sia an· che un carattere rauiale è nCCH1Jario prima di 111110 che 11ia normale e 11011 patologico. Quindi l'emorilia o l"aracnodanilia. per quanto ereditarie. non fK>i· ~ono ~re con&iderale come dt"i carat• Ieri rauiali. , In stt0ndo luogo. è 11ect:11sari~che 11i11 ltr~nle in tuUi gli individui apparle• nenie a quel delerminato gruppo da noi prc90 in coMideruione. CMì. per ~mpio. la piega ottentotta è un carattere rauia:e pen::hè è normale ed è prtscnte pres..."Otutti gli ottentotti e solo tra gli nuentotti. a meno di incroci. I capelli roesi in,·ccc. per quanto siano un caral: lere ereditario normale. non pos50no es· &ere un caraltcre razziale. perchè uomini coi 'ca~lli roui si J)OMOnotrovare pret• so tutte le raue del mondo. In una raua pura i caratleri ,ariano t'ntro limiti l~n determinati.. Queste variazioni, che dipendono dal• l'influenza ambientale. AOno individuali t' quindi non ereditarie. Di importanz.a fondame:ntale è il pro· l,lema delle idionriazioni, cioè .di quelle \'ariazioni chr !i ereditano. perchè inte· re&&ano non ~lo il aoma ma anche il germe. E' fuori di dubbio che l'umanità ha ,ubito nel corso della tua. evoluzione tolta 1111a serie dì \'ariazioni t!.rtditarie. Oa 7

<1ueste idio,·aria:,;ioni o mutazioni sareh· be :SOrlal'anuale differeniiazionc in razze diverse. Ques1c muttrizioni ebbero però luogo )11 tempi remoti. quando l'umanità era ne• cessariamente più plastica e meno dif.fe• renziata di oggi. Praticamente possiamo quindi considerare le razze umane auuali come del tutto im·ariabili per quanto si riferisce al loro substrato ereditario. Difatti tulli gli esperimenti fatti a questo riguardo non hanno dato risultati soddisFacenti. con la sola eccezione di quelli eSCguiti con i raggi Htntgcn. gli unici capaci di determinare delle mutazioni. Cosi impostato il problema, bisogna fnre una revisione generale di tulli i la• ,,ori di antropologia e di scienza razziale nei quali non si siano tenuti presenti i concetti su esposti. · Poichè solo i caratteri ereditari pos• sono eMere dei caratteri razziali. molti dei caratteri morfologici. faiologici. psi• cologici, presi in consideraiione dai vec• chi antropologi sono di scarsa impor1anza. Ciò spiega le contraddizioni spe:ò<• so C$is1enti nei rirnlta1: delle ricerche di di,·ersi studiosi. Ci spiegheremo con un esempio. Tutti gH antropologi hanno da10 in passato grandi$.Sima import3nza alla for• ma del cranio. che è stata considerata come immutabile e quindi come !'-icuro carallere razziale. Orbene. studi modernissimi hanno dimo~tralo come la forma del cranio solo in parie derh·a dall'ereditariettl.. e molto in\'ece dall'influen1.a ambientale. La for· ma del cranio può ,,ariare ver cause eslerue molto più focilmentc di quello che non si credesse in passato. Se ne deduce che lo studio della forma del era• nio non ha IUll3 l'importanza. clic gli i-i auribui,•a. E" logico quindi che 11ei 111• ,·ori impostati Hl questo studio esistano delle contraddizioni. Queslo dipende da nn difetto fondamentale di metodo. che poi porta a conseguenze che recano lo sccllici:.mo iu tutto lo s1udio dc:te razze umane. Le ricerche compiult." coi metocli mo• derni permettono in,·ece di giungere a ri.suhati di cristallina chiarezza. i quali permettono di considerare molto positi· ,·amente il problema delle razze umauc. Le classifica1.ioni delle razze umane finora compiute sono state ispirale a criteri di,·ersi. Volla a ,•oha è .staio impiegato il metodo descrittivo. quello mate· malico. quello geografico. quello gene· 1ico. quando addirittura non si è rico~o a criteri del tulio speciali. Le dh•ersità che si riscontrano delle di,crse classificazioni dipendono da c11u•- s.ta differenza dei me1od1. a Se noi però consideriamo le più di\·er• se claS$ifica-zioni e le confrontiamo fra loro. vediamo che wno molto più m1me• rosi i punti di c~ntalto che non quelli di di,·ergenza. Quesu, t·uole dire cl,e gli antropologi. malgmdo fimper/e;;ione ,lei metodi Je• guili, nun hanno creato nulla di nuooo 111al,a,uw cercato solo ,li illustrare e ,li riunire. logicamente dei fenomeni esiste11ti in realtà. E" così che nel campo degli studi razziali si vanno sempre più consolidando alcuni punii d"importanza fondamentale mentre le dh·ergenzc riguardano ormai :wlo alcuni punti secondari. Po:..siamo co:.ì dire che la generalità degli studiosi. dai clericali agli atei. c!ai mor. fologi dèscrilti\•i ai geuetisti.~siano tulli oggi concordi nell"aderire. a1l"idea e,·oluzioni:sta. ripudianclo quella creazio11is1a. Possiamo quù1di ,lire che tulli gli slu• diosi ummetumo che l'uomo, con le Jue ro::.e. ha ,lei legami curi il re:ito ,lt·sli es.se,; 1·ii 1enti, .seconclo la tt-oria tlel/'e1·0· ;;ior,e. Nello .steuo moclo tu 1e11den;;a polig.•·· riiJù1,, clie fa derir:arc da esseri dfrersi le 1li/lerenti rn::e urm111e. è Ol!,t,i ompia• mente bMtutu cfo qut·llll •w11015c11i.st,1. Sccondò l'opinione più ,liffu:ò<a.le rat• ze umane anuali deri,•ano per :-eleziouee differenziazione dalle rauc e:.linle del quaternario medio e quesle clalle prime forme umane del qualernario inferiore. Que;ste prime forme umane si :,,0110difrercnziate dal grande tronco dei primati Ira :a fine del terziario e gli albori dei quaternario. Tali ilh:e i:!Ollu o~gi co11<li,,iscancl1t• dalla grande ma.Ma (le~di i'ludio:ii cat· tolici. IA, questicuu: dell'origine tli1·itw del• l'uomo reSl(J,icl tutlQ impregiudicata: difalli ,wi twn siamo ubbligali " credere clic Dio creU 1'11omo dal fango o non piuttosto da un essere <mir,wle già csi· stenie. La Chi~a a questo riguardo ci la,;cìa la pit'1 ampia libertà. D"altra par• te. noi ragioniamo da biologi e non ,·o· gliamo affatto entrare nel campo della melafisica e della 1cologia, Ed ora \·eniamo a parlare di un altro problema fondamentale: <1uello dei rap• porti tra soma e psiche. Lascia,ulo ,la parte ogni co11siderazio11e di carattere metafisico. noi dobbiamo teucre presente nel comjderarc i caraueri razziali tanto quelli fisici quanlo <1l1elli psichici. In ogni individuo. come in ogni razza il wma e la J)siche costituiscono un 1t1110 inscindibile. L'at1i,,ità psicl1ic3 è lc~ala :ill'atti,•ità qsiologica di organi hen dt•· lerminali. Poicl1è tali organi ,·ariano razzialmen• le. anche le (Jualittl. 11sicologiche degli uomini variano nelle di,•crse razze. L'ereditarietà delle qualità psichiche è dominata dalle stesst• leggi che regola11a feredil(irietil ,/elle qualità morfologiche. Anche 1>er la psiche. come per il so• ma. bisogna di:;tingucre ciò che e&11.haa di ereditario e ciò che i1wcce ha di av- ,entizio. Bi.~ogna poi tenere distinte le qualittl. psichiche ereditarie normali. da <1uelle palologiche. · Così po~iamo giungere alla seguenttdefiniziont". Sv110 qualità pJic/,iche ra::iali le qua· lilù psichiche errtlitllrie 1iormu/i preser1li pressu tulti gli indfrùlui di 1111a Jetermi- w flfllU ra;;:u. Oatf que.sle premt:s.;;,c.ci pare perfella· nwnle i1111tiltc>ontrapporre una couceiio-- 11c ,li razza hiologica ad una spirilualista. La concezione di ra1.za de\·e es;;ere u11ica e del'e tenere presenle 1a1110i fultori fi.~iciqua11to quelli 1>,sìchici. liti il /isicu r la psiche custilui.sco,io 1111 tullo ÙIJt"pt,fu• bili! in u11 l'J,tere viue11tr e a/fill/1'0ri ,li Uli enere ,·irt'"tlte.fisiro e plichi' />OSSUIIO esis/l'rl' solo come ""a 11ostru ustru:imtl'. Questi sono in sintc..'$.i commenli elusi po,s,;ono fore 111 l" punto del Manife· ~lo della Hazza. da noi compilato per ordine supcriorl'. 11elgiugno 1lt·I 1938. Tale punto sarebbe ,;tato fori-e $UJ>er• fluo se fosse e,;istito in Italia 1111 minimo di cuhura e di sensibilità nel settore razziale. t~o si dimostra im·ece ancora oggi di imporlanv.u fondamc111ale e di t':StremJ attualità. Tutta la questione ,lella razza risulterehbe difalli scossa alla hasi ~ qualcuno dubitasse dcll'e5ù1e111.a ,ldlP razze umane stesse. Gli ebrei e la scienza filogiudaica 11311• no fatto di tulio in passato perel1f si dubi1as.o;edi 1ale esistenza. Nel <1uadrie11nio 19:\8-42. tale la,orio è seguilato. dobiamo confessarlo. con ri• suhati molto dannosi per il ra:n:ìsmo. E' ·bene quindi ribauerc :,\I <1ue51icon· ct>lli fo11damcn1ali. Il nogtro lettore ili :tccorgerit d1e ~i lralla ili idee molto chiare c molto preci5e. Qu~te idee clol'rebbero logicamenlt' portare ad una energica azione di poli- ,it1 e di chirurgia per la 1lifesa clclla rau.a it:ilinna. T:ilc azione snrebhe -0egi (1ualche cosa di pili di un pio desiderio se ebrei. filoehrci. clericali. H·«hi massoni e cultori di rili ma8ici non a,·e:,scro fauo di 111110 nel Cfuadriennio 1938. 12 per ingarbu• gliare le acque cri;:tallinr tld nostro razzismo. GUIDO LANDRA

' ARIANITA DELL' ITALIA di LINO BUSINCO I I ttrn,mt' • an.ino •· c,,mc, -:· Jpfffll(l,fl,t r-.1n1IIC'. \'fflM pc'I I.a prnNi •·oh.1 pofllllO a.Jl1 Of'l(,L n d1 una I.up notonctà IMI {OOlt' Or Gobu~u. PC'r 11 Or Gob.nc.1u l'C'IM1t"lllll ,,uu1k cht- dornìru. rwlb ~on.i t rari.ano. I popo!: .r1an, JOOO , ctt".i. 1or1 ckltt' magA1ori ronqui.s1, dt'IIJ c1v1ld, e e~ 11h dn1tiu1, a ruhuan· k f"Ù h1nunok u.ppr del progrc-s'IO. F.1n1amc-mt l'anan., èuru t'SfU(S)1()1'1t' dt, popol, cos1dct1i 1ndo-airopc-1 P-OicW ,1 Oc Gob.MJU N r,n,. columcntt' ,1..d,;110 qunto tipdlo Jttl'inlt'rprc-lUIOOC' rtULJIICa dtll.1 )IOflll, url ucilc- nportart' J,rc-tta· mmtc- k WC' 1dtt, COftlfflUlt' Ml Mgllffllt buno fflC' tnduro d.,I Ct·· lfflf'C • Saggio iulla .nu1t,u.1ghanu Jt.lk U.Ut' umaM • In ~ ton0 prKl.Plt quc-lk che Il Or Gobon<au con111krav1 C,VN' qual,tì 1,p,ch<- tkllt popolui ,r.1 1,1nlM. • Le nu1on1 ariaM d'E.,..op, t J As,a, prnti nelb loro 1ou.l,tl, •J$• )C'fvHt' nelle loto quali1Ji tip,cht- " ~omuni, ci hanno ,emprc- nwuvi- ~lu1ti pt"f qunta am1vd1M 1lr111~ Jlffù e :al dorn,nm, dW' CSl<tnc-n:1uno costantcll'IC'Otc iu,tl1 alu, popul,. anche- su qucll~ bm,ch, o -'. Kol.ah 1n n'IC'l.W a, q..u,h u d,,po t qwil1•1-u1 \ISK1U. S0110 quc-stu wlo n,c;uardo, n,H'I t it'l Jif6cilt nconosnrt Mi confrun. 11 ddb. ritnaniMtt IIIIUl'utl UN su• prtmuia rtJ.lt, pt1C~ ,n q~h .tr• gomtn1, CIÒ cM app.llC' ttutt' \'('. 1,11ncntt'. la suptnootl:. ckp, Anan1 non n,tak m uno $Y1luppo eccn,onalt t costante Mllc qualiti mor.tll; h· w coruistc in una p,ù pandc ric- F dn pr1nc1pt d.l cui 1.,1,liq.ulni dtnvano. Noo bìsogoa dmwn1ìc:.uc che qu.ando II sclMl,aLI ston.t Mlle so,. cttti non 11 d1scutt 1n akun ~ do dc-Ilamor.tliti drllc rotdo,mc. 111.lll'll.i Il· più ~v1luppalC' c- 1,· p1Ù complc-u·. Qumdo I \IUÌIN J, UIU lollWIZI- Javor"'"1lk-, 1I \UO CUfptl rnta Co)fllUIO t cosi ,I iuu c,,on·, Duro ,trsu l.t propua person .. non ~ J,. mu1vi1liar,.1 cM >1;11 ,pt,·• 1,110 ,·tt-w> gl, 11111, tJ ~ su qun,i<> dnnmto ,nflosibilr chr tgl1 pu, rk.i q~lb 11u5tizia J, cui Erodolu v1n1,1n l'intcitrir:, P,C"UI.J gl, Scu, bcllin.1• I. A,iano, I Junqut" ,1.1p,:norc .a i,:11 ahn IIOl'llini prioc,palfl'lffltt Ml• I.i quan1i1l MIia tua ,ntcllÌ&e'fll.l c oklb sw. cncrgia: N f pc-1 qU6(cdllC" qual,ù. che-qmndo r,:11 nn«- 1 wnn1t' lc-~uc.- panioni t' 1 )uoi hoo, sn• matcr,al,, tgl, pW ugwill'IIC'ntl "UJUftl,."C'ft uru moul,ll1 aw, ptù ah,. Qunto An.iuo ~• pft'ktUa ;111:. ,-ua OSMOHIQf1'· ntl r:.uno oCCI· Jm1;1k dc:11, MIJ fanu«tia. t' lì c, appart ,•1gorc,wimt1Ut 00Rrut10. bi:, lo J,sptUO C' bi:llicoso di CUOI(' C•► 1nt lo ammm1mmo Mll'lndi,. Mli• Pttt.>a c ndl El adt umc-10 •· Come- $1 ,·tdt, l'idHk ui.no Jc:1 coott Dt' Gobmc-au. COO)ute ntll',n ltlhpu unii.i ali, fCM'u «I 2ll,1 ftlfflC'U-1 dtl (llraltt«, ()(rorrt u1111-\·1;11 prttuarr co,.1 ulìJti, scicn11ficall'lf'l\tt p,ub.nJo, " 1n1tntl.l pc-, •ui.illl)•. Dt.a 1t1m1nt ari,no " è lunp, rMftlt OCC'Up,11011 prof G. PouWICI 1n urui cc-ltbre uptD pubbl,c:11;1 qu;1kht 1nno (,. Il P0ouon loO'i,11t'l'M' tht ucrorr" J,- Mm,currt- rond,rnrnulmrnt" d\K' ••· .sn,ficati: uno lin~u1511co e l'•lln• r;u:ualt. Solu.nio in qucs10 modo )I cv1ttri J1 ,ncurrcrt ,n 1ncrDC1o,t coofuffl>l'l1. l.mgu1S11(;1mtnte, c1wne I noto. 1-0A(I clusilic,itt' lingur .an.aot o indo-niroptt (rnmo prKIUIOCT\I(' Jtt. IC' 1nd,., gC":fllW\1Cht) lt W'll,~11 1ft. d11m, iramana. ;i,rnW"n• che ,p~rltn~ •I 11;ruppo011cn1alt; cllmi. CA, ,1;1hu. tni1onica. cirhia.. tlan. t,,Joa. t.lb.innt, tunt dtl ,:.o.ipp• nu6pt'O. Noo 1 ~, il vitiu o l,111 vinù chc Qunio ~ qu,nto J1 11<1cn1ifit-.1• lt avili.i ,1 J1st1n3uono le- UM dal- ,pc:ntt acc:nu10 c'i nd C'.unpo link allR", ~ p(tit nd loro ,:u,siico. La p,rim1cù r,a lullt q~- 1n)1noe v;alg:ano mtg:ho dtll.a )tt lingue ~ un fano su cui "'°"' H b.iri>arit; ml. lì \0 1 f' un.a COOM'• ~ lk\ltU d,.scuuiOM _gvtnll puramtnll' accn.soria dc-I,.,_ J..i COfflUIWIU fu lt lìn.g.w1► m bvoro. L'Ariano t K"mprt k DOn nmu.l, t qutllt ocadmrala ,mot ,I m.igl,ort dtgli uom1n1 dal pun10 04-krv.ata pcr priff'IO d•ll'1t.ali:uW) Fi. d, vi,ta morilt, (1 11lmcno ,I più • lippo Sauetll, un nW"rOnlt foxtn• 1llummato sul ,.,.lort ,noinJ«o dc:1- 1u10 Ml ')00 che- ptr 1 )UOI tral6ci k u.t0n1 <ht lu, cornp,c. l.t )uc- idtt cbbe occu1ont d, co,npitrt lun#I• dogmaticht 5ùnO MfflJ>l"t 1n q~t.i. v11AA1nt, pani d, lcHntt. .-,.::;-"'·- - h-n,."t'I!. ___ = ~o •n O"~no tchem•fko dell• di,t,ibutione d~li lndo-eu,opei (gruppo oc:ddenl•I•) (d• R. Bluutli) S..sum,no le- tl!>M'ru.c1<1n1 JtlkConud..tUll'. e-dc-Ilo S<ltk-~c-1. Mnu .al l"optn fond,,mnu.alt.' dc-I B..lpp pubbl1c:.i1a nt1 I816. St.1hlli1.1.I.i comun.anu Jtllt l1n. gvc- 1ndo,n,IOf!'C't" O .alllnt M JHC'- liffllnOno 1..el• stud1Cb1 dur p,uhlt-. m1 n;Stnz1,h: osalirt alla l11lJtUJ 1.>fljln.llt (Offll.lftt', O PfOCtNifÌMU. t 1dmlllia.fC' 11 ~ J1 OIIAIM dc:ll,1 popolniMt cht pn pr,ma n·M a r-,rlalo qun1.1 lm,:.u;11. Ntllo s.fon:o d1 wJmuburt 1;h irkrncnt, comuni dc-1 1,n~u•o pt•► IUIOll'IO JI I f,tlUnll a IIJullat, :Il) u, 1ntrrns.in11. E' noi() pcr tkffl· pw ctw-i Yocaboh tt•••• ~r•J. ,.,. Hl, /Or<•s, ,_,.,.,. n-11 .KlnO CO• mun, al un)(Tilo, al pteo td 11 latmo, F. $t J,mosu, J.i qunta a,. munanu ong1natia che- 1 popoli :ti 11an1, prìm, da diSA•UflAC'fl,I. a,tuno ,mparaco ,J 1,ddom,t,u,carc ,eh animali. Co!,ì pure dall.i comunan, u. Ml saRSClll<l ,h,,,, dtl ~ttu Jo. ••• t dd 1,1,no Jo••• M dt\tuc, cht gh ar11n1 p,1mi11v1 ,c1l c.,..1,u1• \".IIW lt pt'OJlllt abitn10fll, lnfint Corn,t ahrn C1,tn'lp10;11110 ,J 1lluS1rart il ,u,Jo J, c,"hi d1 q~- ~,, popol, ~• uporu. IA comun.inu dtllt parolt •;1111 (~nscr,10), ,u,11, (p«ol (' • .,.,, (t:u,no• IUU(' mdi· anc, n.wt. da C'U1~, dnumt chr gl1 1nttch1 ,11.ini (OnOW't-,o'J.no an• cht l'arte." del oangart Dopo .ivtr ncorda10 quc-s11 tsst-1u1•h o:l<fflt'nll J1 l1~u1S11C.,1,,lò1 pub ptr ml,IJltlOI dnugho r1ponut un dmco più complcto J...., hn.gwi8Jtl 1ndOC"ur(lfk·• a1•u.1lmtnlc c()OOK'iuu I) md,.. rw (,cdlC'O, ).ln<eulo. ttt.). 2) ,ramco (pct'iam) ;,11u,cn. nn I. p.Ull, c«·L )I gl'C'CO t ,.uut J1,1lc:1t1; -4) atahcu (latino. •11<u. urnbr"• rom1n2.0); )) ctho (plhco. lxtttOM, ,,. 1.andtw, «c.); 6) gcmumco (~ocuo, ttdt«o, anttco, «e.I, 7, b.ilt,co (pru1u1n,o,, kt1t1M, 1,h,.•nu). 8) dan, (ru)'<I, pul.acco. •'«.I: 9) 111,rico: 10) 1.-..CIO C' ft1J:UJ. Concll.tdmJo 5U qunLI J)llm.J pant può ,Hcrmam cht 1\ tt."rmmt • ,ri,no -. ha l,n~UIJIÌC\lmtnlt p,1,!• lmdn, un suo 'l,tnibN10 bm prtoi.o t conc:rtto. 1n1mdc-ndMi con hSO una comun:.an1,1 J, lm,1,:ua )UI• la ha'C' dì una .'':"~M 011giM CoMlata.t.1 I n,Sfmu J, 1.1ngru;,• po J, lt~ut 1n1nt fu d1 loro comuni, ptt po,-1111rc,sul piano rau.1a• k o«ouc donundam ~ ,Ila p.i• rrn1cb l1ngu1Mta coni~ una pumtcl.a d, un,:uc-. Prr chiarirt la qUt$IÌOllC' OC>.1.111:- nrcue d1 .riportATM alle onl,i,u. ~'C' ahita,rano. eh, tt11no , p1,. m, ari.ani~ s«ondo Schratdot: 1 pru1,,a,ri1ni s1avino fr1 il Cup,•1 t I' Ar•I. H,rt I, pontV.i ,n"ttt nd ktltnlriont JEuropa, fielt M!:, rtJ,;i•inc aucHica, mrntre Sc-rg1;,,.1ntv, l'or,g,~ d1 uno Ji q1JC<.t1 ,IIUpPI Hl Afnc-.,1,. Cotnt- s.i "tdt non v1 I corK .•• <lln.ui d, 0pttUOft1. Pw nrorJ,n,1 ancor, tht I.i sc.k J, qut"sti ari1n1 p11m111vicu po,1;1 cùl Mulltr ntl• l'A•,a Cfflttalt.", IIIC'flUt 1h11, come: 11O Alk,y t 111.yllon ~ pc, una u11.s1ot" curopu. Tra lt 1hrt kd1 p,ù n.QIC' c,1crtmu ,1 .wd.ffl twu ptu (SpitgeH. k pt.a.nurt rn. Uuh e nurc, dd NmJ (Cuno, Huidey e R1,ycr1 tJ infinc 1:.1 Run,.a mtnJion.ilt kCundo Ch1lck. Tul,1scia.ndo quNh problan. J, Jc11a.,;l10. con ,I ,uu1d10 J~gl, ~u d1 pate1nolog1c1 tJ 1n1r0polo,:tici OCCUftt 6uarc , punu NKnu,h dc-Ilo suluppo dc-lk s-tnt, turupce Lo •t~IO Mllt antiche- cuhurt n1,»U;& tht in Europ;a, ntl qu:Uçr• n.irio più ,n11co n1stC.,1 uru p:,pl1.u.H)fl(' mc-uuu I am..gJ.ib. un Ch1Uolv appuntiti) d.,r C't\ltamhl lt r.icct 9

Qut,,t.1 indUl-111.t ha luci111u i i11oi SC'gni ,n Spa1na. Italia, F111n- ("ill. ln,tiiltt1u mmt~ nvinc-a coulh'litfNC ndl'Europ. cmtrak: e ori"'"" rak:, 54 può mine- ptttanto ~ Jtdui.ioM: dw 11:J. uomini cht- b, Jilfuk'ro p;irl111W11•,·c-rosimilmcn1cJ.ll'AJia mift(H'C", .-mmdo per i pM'l,I riYÌt'tUch, Jd mc,;lu('ff.mt"U. Vlffl~ .-m,mdo aJ e-poche 1cl.111inmmlt" p,ù tt«flll u dc-ttu dw: lt' Koptrtc- di CrerMa,non ,: pi\l prttiumtnt,: qUt"II"' dc-ll'uomc• dc-Ila Maic-111 (blhni) C' qlM'lla Jd craNO dc-lrOlmo (Sn3') hanno rnoM:1,1110 !;1.prhttlu di uft;I r-.uu Jo>.. t·~t;!~/;::.i!~,~r:aT::!;";; 1,pu ffiNtlNl'VIC'O d1 G,u~ ...... Nd pc-nodo nrolitk,». cumc- .IIIIC'- )t,&no I numuos1 rilrO'VlnM"nh di HpolcrC'IÌ, 1'111lia e l'Europa erano popol11c prcv1lmtc-mm1c J,, qun:;1 r.uu. dolicocd'1ta. dt-1 tipo ,ppun10 dn10 mcJ1tnr1nro. Succnsiv.tmMlt nel peuodo tnc-,1,, lihCO ,i ha in Europa c-J 1n lt.th:a una n\Kn'a imm,&flltone' di smri p,u1c1p,almtt1tc CUltlttlWIC' dalla bDchted'al11. Quota invru,-:r.a,noM d, nu,.r.-c ,l:C'flh 1.-.-ermc- ptr l'tu,h:a Circa nd X k'rolo avanti CriM11. i 1 prO('c,uo di foieonc-fn i dlM' ,(ruppi d, popoln:iont- 1nìlih quutd, in t"- poa, .u11KhiuuM. l" pocl ralfon.aci ,n llllha1 nwgho dw ,n ahtt pan, J't:uropa S(IYflllUllo ptr le condil10n1 JCQ&rafichc- della pc-ni.sob dK' suhik:ndù un f.i.w»rnolc i,ollmwto bi.o~ hanno lintto con il CIC'llt httull(' llpo lisKo dctr ti.I• liano, nel su,,1 complnso bene- Jiu_intu d.a qudlo dc-llC":ahre P,.lf>\>b.• 110f11t1tropte". M• a qu,n.au punco occorre fo,. tnulu(' ,11ùdu1 domanch; fr, il ,lruppo vrignurio mcditcrtllntQ 'I" lt' popoluioni Yffllollt Ml periodo l~ AC'Ol1hCU ,·i j parmteLi d1 ... I\SUC' ~ 10 lndubbi:untntc I• risP'IJt• I :affcrrnaci.-•. 0.g:i ,lii .m1d11JiÌ concord,ino nel ,itmc-rc che le smri f1Uoph' :abbi.ano avuto 1,111 CUtnuNcm1ro d1 origuw. In quntu '""m in un ptimo IC'mpo i, sc-.no pani1i i mcdi1c,ranri (' ,uccl'b1vamtt11c ,J. lrl p-1,1ppi (inJ1ano, pC'fSIIAll t«•I Sino alle, ffilJnlt0n1 dt-i popoli ,·cnut, 1n E1o1rop,1 Mlrtnt'Ol11i<o. In t..M- 1 quffic vcd1,1fC' , mc-J,. tcrunc-i debbono cooaiJ.rraui come. ,I popol,o di Slftjlolt" ariano chr pt'1 pflmo t.. l»nato I.a wdc- ot1g11~ria.. Eu., l pntan1t1 d.l cons.idc:uri, r;u, :rialmmtt" J.rllo sic~> CC'ppo dt;tli alcri che succruiv1mN11t $0t\lJ ni• nut,. prr 2lu1 via. ,n E1o11op.. Pm:'~ tullt' le compontftll btohJ,,. Ji<hc che f2.IUIOb ru.u 11ah~ dcN,on,.i coiuidcr,r.Ji r-v,r.kntffl'ltntt' ~b ,I lrrmuw • uiant, •• ohtt che un ).lgruf.C'ltu lm,-:uiJt,cu c-J anm1pofo~ico> oc- h.& un ahru .1ll'C"un.i1<,s1 nt'lla lell'l"fllluU rlll'l:1~1.1 di quHt• ult,mi d«cnni. Auano ,·1<ne" 1n1ao come rurof>of'" prr t<nllmu, come-nprcii1ofM' p,V clt'HI.& J,r\L,. ~lr-• Civ,lt.ì E "!Ullk pop,.lltJ può ,·•nl"Ht' al Ji IOJ)fl del fl())H,1 un;a mcra..i,itlios.i <•paoli c,e-,11,-.. ncl ,;ampo <kllt' an,, dclk ~~'"· dc-I duine, Jet hlmr,). O\"Unq\M" tu spir110 umanu i poitalo a mosllHr l'c,:ccl1tnu Jc-llC" Ju.. qu;1litit ~ 111.ano 'ljç'lti.ca iup,.·r-c-urupcu. 1'11,l1U10 mC'flU ctflilmc'111C q~.a q~t.lic-.1. Ch1udmdo qut>hJ a.rt1Colo. può con,cl\hlcni che noo vi può C'$$f:I<' Juhh,o di M>ll.a C1K11l'aflln1tl de-lI, r.,,u., i1..Jian,. ,ollo l"aiptllu lin• Ju1$1teo. :M>Clo qvcllo antropologteo cJ 1nfint anche- ,I ,-..,itlio delle ,u .. lin.111,.ni civili. LINO BUSINCO /~-.f· ,, (f') .--~ El Razzismo N d :\lanii1.•it,\ r:u:1:ist.t hriiin.trin, :il qu:ik 'lllt'Slll rfriSl:1 ha ric1111frrma10 tli rii:.ni fo1Kh11n1.•111alm1.•n11:, s,·- ~,,._lu tlOI i ponti ; e 8 ,ono, d.4 un JKUUO d1 i·ist.a x1.·ncr.il,·, di 11artkolah• riht',·o. :'\d puUlo ; si .tff,·nn.i c.ht• e 1.t conc1.·iioiw dl'I rau:bmo 111 h.alia dt·,·,, u,sa ,·sst·nlilllmcm,• itali11n.- e l'imliriun ari:,no-nordko •· Pa <'h1. dinan:ci :1 <1nC"51a formuhu:ìonc, :,i albrmi, il kslo llJ.'J'ÌUnJ!T snlmo. t'!I opponunamc-ntC": e Ck> non n111I d;r-l.' inirodnrre III halia k h'ori1.· d,·1 rax.usm,, lc-(k!11...-, c 001,• ,-0110, o :.ffrrin:u,• eh,· )rii ltali11ni ,. gli Sc.indin.wi sono l:t Sh'ha c.us:1~. Cominciamo 1.·ol chi.irire 4ues10 JIIIIHo. f:' pro1,ri<, ddl.i nu-111ali1:i.ra:uisu, .iffer-mar,, eh,• il muJo con c.u; una data idea sj pre~·m:. in una dala rana e- all'inlc-rno di una do11a 1r:uli:u01w non l)IIÒ cHt•r 111 stesso che nl') caso d1 un.:. razi.:t (' lii 11n:1 iradilion(' di,·ena. Ciò ,·ah:- per la stessa ic.ka r:.:u-i:..k P,·r cui. J,::ii a 11riori. il modo con cui il rauismo 11.,k·- ~• può ime1Klrr l:t r:ui::. dc-,·e dimn,-U<'rsi <b quello cot1 cui il r:uxbn1<• 1talia1•0 si pou,• In Slt'SSO problema. lmJ'IOrta però 50l· 1vlim·ar1.'. ,111· q11<·st"flift,·r,·n~11 ,w,, può ht,ula,• s11i mrtudJ r ,t11i .-rif,•rj g1-.i,•r11/i.• \d c:k·mpio. f assurdi) IJt'llllah· eh,· i risul1at1 ddla J:'C"fll•tica 1.· ddl:t lrt>ria dell'ereditarietà <khbano 1.·ss..·r ,liH·n:i p..-r il rauism,, 1HJSlro e- fl<"r quC'llo germanico: che ,·i pos),,1 1.•s54.•r 1111:1 din·rJ:t·nxa nella :uM,-mali<a là ~wc si tra11t di cldi11irt· lt• printi1),(li ~011ora1.1.1.• cklla, famiglia ari,,..curoJ)l•a: n,·- \ ('r11, là c.lon- ),i pn·c.ìsino. cnn rll"C'i11rocht.' delimituioni, i rap11or1i ,·s1!llt'11li fra i conc,·ni di rana in ,c-ni.t• pr1111n•1, li popol:uionc ,. d1 na:ctou,·. :'\11n è inopvorcuno 1nsistt-rc su ciò, 1M"rchi-anche- recenh-- 111t·n1t· ,la noi si è cereato di cim1hi:1r k carh' in 1a,·ula: ),1 è , uluto .saho1ar,• ora l'uno c-d ora 1111altro upctto dd rauismo e.on b, sa1sa che ~ q,rcbbt" e t«kKO •• laddon si lrattan. 11rn1ir;o di demc-:111i ge,~rali mt"todolog-ici. che non s1 pouon,, contcslare in nome di 11110 51oricismo astratlo e tli un uni,·.cna• lismo 1)S('udoromano kll&a e.li cessar di ll\'t'r ol{ni tliriuo cli p.tr• la;. di razza <' di rauismo. • :t.la qui q~lcuno dirà: con la lom111l2 e nor-dK."0--ariaoa • ,·m linitt> COI conh:stare questa s1c-:ssa divcnilà, mall,:'.'rado afft'rm.111.· mm ,·sscr, lt.iliani (' Sc:rndinavi, la .m:ssa c:osa. Da qui, la ncct'Ssità di un ulti:riort· c.hi..rimcnto, Cotne ndlo s1,•sso :\l.inHnuo l' dc11o. qui ,i ha, an.uh11lo, in ,·ista un., sp.-ci1.• di e coslantr •· in fm1xionl.' 1kll2 quale- si può ,·c-.nlf(' ad una sc-parazwmc:-ht-n 11etta fra 1111111 ciò chç ~ uma11i1à , t>ramclllC' euroiwa (' tutt,• I,· :tltr,· raue non europt•t·, n M'mi-1.•urnpce. o origi11ari11m,·n1t• ,·u• rOJ'ln'. ma poi altera1r-si. Per qut>I che riguarda poi il IIOl"'k• i1:1liano in particolarl', con la lormula in qutstionc si ha <'fft>lli• , .ime111t• un rnolgim,·ntu ri,·oluzionar,o, perch~ essa ha IK'f cunSl'l[UClll:t il Sll\)C'ramento di tluc mili cari ,. c:,·rti nostri amhi,•111i imelkt111ali),1ici ,·d ,•s1e1;u.anti di i1.•ri. cioc dd mi10 e mrdi1t<rra• n~, • e- dd mito e la1ino •· l..a pres:1 di posizìont- conlro il milo m«d,terraneo è 11rt>cis.i nd l)Ullto 8 cld :\lanif1"SIO, t)\'l' si COllSKkrano e per1c.ok)5c I\' 1t·or,c eh,· ~h'IIJ::Ollo l'origine afric;;ina di alcuni !K>Jloli,·11ro111,·i o com1)rendono in una romml<' rau . .i medito:·rranca anche k l"l• potazioni s..-mi1ich\· " cam11kh .. s1ahilendo rda.ckN1i e JlmJ'-llu..· idcologichl' auolulam1"1\1t· inammissibili•· A eh, qui s1 alln<k· 11rinci1>.r.lmtnlt', è ,.,.;.t,•nh': si irau.i dcllit 11.•oria e mC'di11.•rra1wa, drl St'r-gi, la qualt· J)('raltro - Kit>11tificam,•n1" su1>1.•N.1;,- l"ra l'nni<o i-»11ihilr fun<lamr111t1 posiri,·o Jd \'IKn mito dt·lla e,~ mum· ci,·ihà e mediterranea•· Xoi siamo «no e mc-dil<'rra1wi •· C'llll riferim,•11111 al nostro amh:c111e e al noscro • s1,auo , Ila• lt' ,. :\la esistono difft•n•n:;,;l• 111.•niuimt• di memaln:\ 1.• ili san,:u~· ir.i n,,i. t·rt'tli ddla ro111:1nit.à ariit, e tutta una s..·ric di altri

nordico-a l"lfk-,IÌ. che l'KH:tl diritto hanno di chiamarsi e nwdit,·rr:rn~ 1.... :,;ci r:~nardi del miln e liuino, si può 1Jiì1 ,, nn·nn rip,:t,'fl• fa stl'ssa co3a c ricordare il tcm1>0, 1wl <111ah- J.;iil ~luss,,lini mis,• in gu:i.rclia c.:rk e fratdl,mu· h.1s1ardl· , .. \uchc fa cosidcna c ht• tiniti » fvm,·n1a 11romiscnità IK'.ricolos..·, nwntrt' !>Ì tro1tta tli cr,·an•, ormai. pr{"CÌSt: dist:mu·, di forgiar,• 1,1,..(,,strn ,.::,·ni,· s,·condo 1ra11i urii;:-inah ,. con ft-rirl,- l;1 f\s;ouomia di un po1.1oln tlominator,·. Cnm,· m altro serino uscito in ~ucsta st,·-:sa ri,·ist:1 si è cknu. con ciò, 1iatnralnwnh•, non sj <l:c,· nulla circa Il' gemi l:11i11,· tiri primordi Ìlalici, eh,• ;1111.i ra1lprt·s1·ntaroo,, imporlanti c,,m1)1)1knti nordic,,- :\ri,• dl'lla 110sua antic;1 ,.::,·nt1.·.Il miw e latino> n,m ha ;1ffat10 ÌI! \"ÌSlll !:!li :mticht.' razn·, tx·n:si una SIK'Ciédi n·ruict• um,misiic:1. riiert•nte~i acl 1111 J!ruppo di IIOJ)Oli- in sè l-JJirituahm·mc t.' r:1zzialmt'nlt' ;usai din·rsi - néi quali, do, .., il :,uo tr;nnomo conw n·rn impero. s,r,pr:,n•isst• nd cam1}'1l ddk kth-n·, ddl,· :trii ,. 1kll.\ Jingu:1 una SJ"-:Citd"i riAesso es1erior,~ \!ella ci\'ih:t tlj Roma. L.t formula nordic<raria rappre5-Cnta d1111qul• m1 rin,lgimcnto riwllm~iom,rio IN.'rchè. in 1111 ccrhl m,>1.lo,si h;:,. 1111 pred~, s11osta11wnto di 1111111i ,l rifrrimt·nto: nun è rdemt•nln nw,litcrntll(•o, non è J'dl.'nwnto c la1ino1> ma l'deml'lll<I nurdico-ar;o <1ucllo, cou rif(•rin\\'nto al qualt· la ~,·nk italiana 1mò ,·,·ra1m·nte scio)!'lit·rsi da 1•f'>misc11ità ctnicht· l' 5))Ìrituali, opp,1rsi ;i (nn1110nt·11ti 11011 arie o ,li nn,1 ari:mi1à tlt·\·iata, JM..'f\'l'IIÌrl',cnnw è 1k1to 11d ,\l;u1;. icstu, e ad 1111 tdcak di s111K·riorccosci,•111.adi St.' sh·ss:, t' di maggiorc n·spo::,nsahilità >. F,d ~ im11ortank chl· udlu i.-ll-ssu \lirn:frsto si J>.trlit, nd riiuardu, ,li un moddlo nnumo che è auchc fisico, :'lfal~rado ogni n·ni1t·1ua, hi~ua d1111q11acffrontarl' :rnchl· il pro. hlema hiolot:"ico \' somatico, considcrandoln indis1M.:nsahilc 1,cr la cos1nu:imw di un itlt·ah: umano l"l'ramt'lllt' comph-tn, \'cramcntt· conforml• ad una sintl'Si e classic;1 >. &I ora ,·eniamu al probkma circa i ra111)0nj fra rdt·mt·nto nortlioo-ario i1alico t· 11m·llo di altri J)0110li,propriamente nordi-ci. Càò eh\· l'uno ha di comutw con l'ahro di fron1c a rau::e no11euro1K·t· o infrriori, dà luogo a difft•re111.eht·n pn-cise qm1ndo si passi inn·cc ad un confromo diretto. Certo. rl"lroc~lendo fino a tempi prei~torici - in èpocht·. pcrianto, ncll,• quali di Ct·rmaui in St"nso 11roprio nun Si 1)1')1e,·a ncora parlare - de\•esi ammeth'k una comuni!:& di urigitl(•. Essa, pt'rahro, si cs1cndc non solo a Italici ,. '.'l'Qrdici, ma ,mcht· ad Elleni. antichi lrani. antichi Indù. Dal C<'J)J)C\ comun,• singoli rami si sono J)Oi diffitrcn:r.iati. S«(lntlO molti :mt11ri. anche la sonora:r.za ettrQJll'a della n·s1tde " • mt"<lit,•rr.111c>.t (però in un senso affattQ di,·erso da quello dt-1 S,·rgi) s.irebbc essa stc!!a una modificatiOnt.' della rana nor• tlide: ugual(·, St.· non pure maggiorl', la doiicocefalia. eguale proponione delle: membra, pre\·al(' solo una minorc s1at11ra <· il colorito bruno degli occhi (" tlei capdli. Morfologicanu.•me (• hiolo- ).:"icameme ,i <tmmeuerehll(' dnnqut· cht> uno stesso 1i1j} si è differC'nziato ll('ll'ambitntt- del :'11cditerraneo in un s<'nso, l' ndk regioni nordi<:ht• in un .thr.-.. dando luOg"o risp<·lti\•ameme al ramo -.meditl'rr:inl'o > t· al ramo dc-uo, J)iù propriamtrlle, tettto--nordld,•. I qu11/i. d1mq111·H, 1n1d.-rir·tmo l'uN11 cl.1/1'11/lro, m11so"o 11/- /ilti st1lu Hl'/ rifcrim.-nto ad HII tipo 1tNh'rJorc• 11d ,·Htrnmbi. Qui. si tratta prOJ)riamèlllt· dt·lla • rau:a n:-stidt· > n e 1m·Jilcrranca ,, da ahrj anch,, chiamata atlantico--litoralt-: la quale. hc·nintcso, non si trO\'a solo in Italia, ma anche in Francia, in Clf'rmania, in Spagna ,. perfino, e in pcrc\·ntuale 11011indiffereml·, in lnghilterra. E rip.-tiamo aucora che non si 1rana Jl<'r nulla tlrlla razza delle lt'Orit· del Scrgi, epl)("rÒanche di nulla che J)OSSa conforiah' il mito • mt"ditcrranco •. anche l*rchè qui si è n<'I h:rrc.nu puram\·nle antropologico. Tu1tada, è nec<'S$aria una ultcrivrt' discriminazione, , St· già la rana rnediterrant•,1 11 n-stidt· 1mò considen,rsi affim· a qudl1t tcuto-nordide, s<•-i1z;iconfondersi con essa, l'affinità ~i ac«ntna nei r;guardi di un altro tipo, chc noi possiamo consitlerare ancor 11il1nos1r<t, italico, l' al <111alecre<li1tmo .tppunto> eh,· ......... Tuta d, fu,ia dorme11I•. del Mu,•o N•1io11•I• di 11:0ffl•, che mostra con eYidenH i cu•lleri lisionomici lh,•li n•ll'•rle claniu. ~, st:1 JM.·11sato ud mumt'ntu cli 11;1rlar ,h un i11tliri1.zuHordico-ario tkl ranismo it:.liano. Ci rifrriamn. nd rignar,tn. acl una rau:i eh,· dal J\tlnto di Yista n,.icu ,.; è man1t·nu1a più ,·icinit, eh,, non 1111rlla e 11\t'tlitt·rran,·a > o e ,·cstitk ;,,, :11 ti1w1oriJ,:"inario. pnr tb.ndu ad t's~• 11n;1SJ)\:tci:1lrfnrmula:r.Ìom:, in urdi1h' :1lla 1111al,,il miJdior p1mt11 di rifrrinll'nln è d:uo Jall't·km(•1110 romano. E' c,:.lSl che ;,nch,, il Giinther h;1 potuto parlar,· di una e ri,;111iul11· soml,·ry,·• .1l<1/111119tlo 11ordisclr.·,i Typ., >, cioè ili una pariicofart· form11• 1.i,,11,· e rmnana > dd 1i1N.1nordico. 1· cht· il Cl,1uss si propotw d1 far dl'lle rit".erchl', nell.t Sl<"Ssa rai:u i1;1li11n:tdi OJ:XÌ. in ortlim• ad 1111:t ri;misd,, .Vordlil"it. Chl· \'1101 dir 1•iì1 o meno la stessa cosa, una e nordicità romana>. E' ~u <111cst:1h:1s,.- eh,· noi IM"rsonalnn·ntt• 1.,1rli:11no 1)rc\·alt'nlt:"nwn1c di 1111a• rau.a ario-roma11:t > JM..'rindican· il nucko pili nobil,· t•il originario tk-lla nostra gente. i111cmlcmlo 1,erlanto più u 111\'llO lo sl\'SSO di ciò cui allude la formula nordico-aria del :'llanifrsto, solo J)l'r l'\"itarc malintt·si ,,1 alli1rmi: benchè l'es11Cril'nz,1 ci ahhia mostr:.10 che. diminat<• \>et 1al \'ia l'ct111in.icc,delk • 1cd1·schi1i > <klla nostra )!'cnt,·, il tt·rmi11e e: romano> può for sori::-eruc al1ri, da parte di me!fatori, che \'Orrebbero monopoliu:irlo per concezioni uni,·crsalis1iche o dc\'Ozionali o st•1ricis1ichc. che- nnll;i h;mnn a che far1· con i Jlroblémi rauiali. Ogni nazione s(~ric;1 111,1,i corrispondé ad 1111a1111icar:tzu, L1• r:uzc che sono J)resenti nell'una lo son(I ;111chencllt· altrc, in ,·aria prnJ)Orzione e distribuzione, però •1WH s,·coNd(J la .rt,ss11 fuH:;.iQ11,- •· lo stesso .ff9Hifin1to. E' 1111eih,· - St·oondo noi - si ha il lato pili importanfe ddla tesi nordico-:1ri:1, o, sl' si prderisce. ari11- ~l'i suoi :tSIX'lli crc.tth-i \" pvli1ici, il nustro rauismo non 11uò trascurar,· il p:-ohll'lna della • r.tua > prt-dominame, decisiva ~·r il ,·olto, la storia, il c.tr:rnt·rt· e la \'era tradizione di una nuiom·. ~d rig11.1rdo, la formula ario•uordic.t u ario-roma1i.t che dir si \"Oglia ra.t)11n·St·nta il pili !aldo puntv di rifrrinwnto. appunto - cumr dict.' il .\lanifcsto - IM'r e dl',·arc l'halian,, ad 1111ideai, di supt"rior1· coscicn1.1 ,. di maggior..- r,•s:"-.)11s.1;biJi>1,à 1:ier-ade· guarlo a COlllJ)iti di dominio e di imJX'ro <', infi1ll', rier anrc un sicuro modo d'indi,·iduare k • zom· n('utn· >: im<'ndiamo denll'llli rauiali, chl' h:rnno consen·a1a nna. loro indi\·idualiti. tanto d;1 l'"'ter 1•sser ,i considera,i italiani in S<'n.so generico. ma non form1t(i del tutto s1:condo la superiore influenz:,1 e la SII()('• riorc coscicnz,1 di razza. E apJ>lllllO queste • 1.011..n_e.utre> siO!lv i focolari dell'a.111ifascismo e· dçll'ancirauisnw, sono la :r::worr:1 ch,• os1acol:1 la Rivoluz:ione, sono I scuori, nei 1111alik forze oscurl" della so,·,·cnionc mondialt', con !"ebraismo in prima fila, sempr1· riusciranno a trovarl· slrumc:-nti 1>illo meno coscicuti e ad opcrart· pericolose infiltr1tzioni. E' così eh,: chi no11 rtcono-,cc J'impor1an1..t drlla 11ni!tione raui:ilc trascura anche uno dei J)rohlemi più ,·itali (' fon<l;1me111alpi er l'inh·,1:ralità della Ri\'Oluiil'.N1c fuci§ta. / J. EVOLA li

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