Li DIFEDSE!LL! iCIENZ!•DOCUMENT4ZIONE POLEMICQIU•ESTIONARIO DIRETTORE TELESIO INTERLANUT ANNO V - n. 9 - 5 MARZO XX ROMA - SPEDIZIO!'\E IN AOBONAMF.N'fO roSTALt~ URE UNA "LOUl,\I SIATI., 1.-, .,u, l'l'COUf. '1A 1Tf, SI Clii,."'/, t:I[ DfO DI 10/ TUA J O/ \O\ Rin I' \IIA'.\TL l'ATI \lii'><> \ I RAZZISM RAZZI
2 ANNO V· N. 9 SOMMARIO SMAIZO-Xl SCIENZA· GUIDO U.NDU: IIOlOGIA E •AZZA; GIULIO CO· GMI:RAZZAE MUSICA; A.UIIDO CUCCO: LA SICI• LIA E LA ltAZZA. DOCUMINTAZlONI IMCOl.ftUS: OLI EHEI NEL DECAMEROME; U0t0 Cl• PIIAMI: GENTI E COSTUMI NELL'AFRICA• CENTRALE. POLEMICA PIUCI HAZIAM: SCHIAVISMOE UMANITARISMO ANGLOSASSONE. QUUTIONARIO PllO E CONTRO LA STERILIZZAZIONE; EUR11'MIA FEMMINILE; SEGN4.LAZtONl. I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISèONO GLIUFFICDI ELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANO IN ROMA·PIAZZACOLONNA (PORTICIDI VEIOt TELEFONO63737 • b288C CREDITO 'ITALIANO BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀ ANONIMA CAPITALEINTERAM.VERSATO L. soo.000.000 - RISERVA L. 123.s94.040 Sede Sociale: GENOVA - MILANO Direzione Centrale OGNI OPERAZIONEE SERVIZIODI BANCA
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L!DIFEDSE1LL1 B!Z ■ ANNO V - NUMERO 9 5 MARZO 1942-XX ESCE Il.~•: Il. ZO UI OGIO Mll$11 UN l'IIU~llMO 9F.P,'-llATO l,.IRt: l AIIIIUN,UIIIENTO ANNUO 1,uu: 10 AIIMONA ... Y.STO !;9'J0:8TJlAl,I.; • 12 t:STt:ftO IL llOl'l'IO· e o e "ELESIO I TERLA NDI Comitato di red ■ &ione: pror. do11,CUlDO LANDRA · prof, dou. LIDIO CIPRIANI Segreurio di redu.ion,•: GIORGIO ALMIRANTE A PAJ,AZZO Vt:NEZIA Il Duee bu rtee~•ut.o Tele,do lnterl11udl, che .-u ha rlf"erlto MU '' f.,u Dlfe11m della Ha7.zn u d1e eglt dirige. Il Duce ha 1•ro~o atto con Noddh1f"nzloue dell'nudaunenht della rfvf11ta e ue hR nppro\'Rto Pludlrlzzo. H.ipro(luciamo qui - per i molti che lo hanno dimenticato - il manife.110 tlel llaui3mo itulimu,. che fu p11bblic.a10 il 15 luglio 1938. XVI e che a tuft'oggi co,titui,ce in materio l',mico oril'11tamento <li t:(lrutler,• 11/fici,,/1' RAZZISMO ITALIANO Un gruppo di 1tudlo1' 'ascllll docenti nelle Università italiane &Ottol'egida del Mlnbtero dello Cultura Popolcue ho fl1soto nel ff9U.enu term.lAlquella che • la po1lslone del fa.te:lsmo Ml coa.fronU del problemi della rana= 1 LE a.uzt UMANE ES.tsTONO. - i.., .,a.i...... •U. ,_ -♦ ~=-.t t!=:..,~~"==-":~~J :i .:~~.:::::-::::;.:.: r♦ClJtà • r•ppr•t♦•l•k ci. -♦• '1-' "•P<• '-p9a,nll 41 at" u..; cli ..o.;..1 .• i..ai pu "••ll•ri fiaici • l""ic<,,k>vici di. '""- •""'i••t•i e"• _.__ ec1 .,.,mam. Dln d, .. -•- • •- - - •voi cl.ir♦ a priori c:M -•1♦•0 ,._ - lllp♦riori • at.riori. - -1-1e c:M ♦---o,.... - 4ille,_ti. 2 ~':::: 1~~,,:::t{~i; ~~-=..~ ·3 .... i.:-~- ....... _..._.._...Ù♦ ...... 9 .. ppi aieM-cici oeiMori (- p♦I M. I .w.tld,. I aMilen-L i cl..uid. ♦c:c:.) ie.cli..W.---1' ... - ........ ·- cl.l --'1eri -• o-li •"'"' CMIRlliK- c1.1 ~ .. • ,... .. .....,n • ........................... _ ... r1Wi • ...w..... IL COlfCnTO DI a.AZZA e· COMCETTO PUUNDfft alOl.()çlCO. E-♦ ...... i "-9to H altr♦ --•-i...ldo♦ e♦- l~tticli ,.,..,_ • 4i ........ Joadctl --i-i. ... w..w.....-1 •t• ,~. t.o•tx"•· r•livio-. P•N .ii. .,_ Nll♦ .WS.,_ cli pepele • 4i---♦ •-•U. ....,.,_4itaN. S.9Ultatiaai - ,..,_li olei F--', 4-1 T~ CMi T-dd. 4-.i Gnd. -·· - ..... ,-e.:.. .-i ..._ - u..- ,..,..,.. - •'-'- .......... - p♦rc-M M -~ ----S. cli c-ti popeli • cl.•J ....... ,_ ... -. ... p,tnl,eu 4f--. cl.i - .tWl..-1' Ù♦ • _.,. -♦1 .. -tic:. -~ I lti1'-eni p♦poli. M CM ,,... _......_u..__...a ....... .....•,•• _,_ ...... ._-i.e-.-. ........ di.~ - ---.u.,. _ ................ ,-. 5 t· IIWA UOGDfDA L'APPOno DI NASSE DfCO'n DI UOMINI !.. "=~ ~~:~-.;trio..!:.!.~~~ cl.l~!~= :: -"--•o,___..,.....,.,.. ........... o..~c1,♦ri•.-c"•· -•tr♦ ,,., •ttn ............. ,.. le_........,....... .... -♦t.-1-,. ;. .._.,. •aclM .......... p♦r l'llelill, -♦U. • .,. 9....1.i I.... lo _PN ...... r....J. cli 099i • i. •-- di lf'Mlle e:•• ••• ..ai. -i .. / i ,._._...,._ ..... -w..i ... , .. i...i ., 09'9i ....... - 'l ...... i ... u·-111 ........ ,_ • '-"Ili.e e:"• Ui,_ n .. 1;,. ck Ila ..U.MM. ~,~~t~~:c::~··=1!7 .:. 6 ............ pan•'-ladl ... 9- c:M -'-ce91:il...a.-lii999ieJ.lo♦ 9♦-er--♦-I di.♦ • •W..ai popel- l'lt..lill. 0-.. -dee .,..... ,._, 4i INIIIGI- • U più 9,_,._ tùolo cli -Wha cl♦U. N...._ IMU.... ~~~~~~~~E 7 Hl C.,. U rlcluea♦ a -lti 4i ,-. Lctt._lioa♦ ... l ......... ialteli.•"-.......,._,- _,_., ,ili ..... ~• bkloemt. ♦-- .. ......_. ~ • 1♦lie'o,M. La ---- 4♦1 ,___ 111 J'-lla ...... _.,. __._. ... ;.,.._. • r~ ..i...--clie♦• o-i. - .-.. _. ,-.N ialnd'""• la ItctJ;.. k t♦-i♦ cl•I ,..._ ...,_ - - • ....... c:lt♦ 91i ·~ •• ti~- i. ..... -· No ._,_ -1--. acl4iteN 1111111ll I~ - ...-.u. llal,e,t • -.opro1"""' peic,el,oo-ke oli ,_., -- di.♦ p♦r I 1-1 __,..,t .,.--1• • ..,.,,_; li •'-• _pa.._.,_ ff hr~ k ,_ •--- •-,... .. -• ~ c11r. •'"'•- ruau... ec1 - w.u cl.l ♦11p♦nc,.,. e:. ed♦- 4i H ...... • 4i .... '°"... ~ Hh~t~fil{~M.~~ts~~!u.:.~8~ w&o.. lo ~ C:U -INQ'OH l',eri,J-♦ .tric-. 4i cdc:,_ p♦p♦U ·- .. , • c:-pn--- .. - -- ·- -"i:t♦~ -i.. I♦ pop♦kraioa,i "-'tido♦ • c:caibch♦ .iobU...c&♦ Hlnioal • --,.11e ld♦ffllQ'tou. -1,.i-..1♦ ia--a.ili. =~~=10:i:ppf;~; =~~~~ 9 ..,.... 4♦Uo Sic::ilia ■..Ucr "• laadaM .U'iaht ... Ml rbNo di 'I'"'°'· c:N _, • d♦l rwto U ,._ 1U --.il--♦ 111... ,_. ,..,._ .......... u.u.. Cli •bni ~• ... • rii.UN ,.,.1....,. e:.,•.•• .i • ..i -l- ..i.t .. la lllllla peoca.. -• • t,o,1llhalt.a ck •l♦-li Nakli - elll"Op♦L cllffn.l la _,.. -Iute dagU •k-■H eh •-• deto ~ '"9U ll•U..L b=~!.::r~.~~=~7~;~ 10 cr-i. ~ - lii ,.,... park,. cli ••,. • prepor;. ibrW__., ._ c:ff 111-'- ,_ epper-.., ...... - e:..,.. --• • ....,.riitN•• -Lo ,-., •k ... 1 ...,..i.ri.. -•tr. - .,._,.u per -'~ •Itri . Il ccr•NH♦ .,..._.,. ♦Uf'Op,N cl♦9li , .. i.o.i ..;._ .u ..... to lkll• ~~~; .:.::, l:::..a..:~ ri-:0..♦':::U •• W'.""'triN, c1i -•
E:cco qui qu•lfro file di b••binl, delle qu•li due sono costituite d• b•mblnl norm•II e due, cor: un• evidente sovr1pposlzlone di volli, d• de• fo,,-1. Forse che un volto deforme non puO n•• scondere uno spirito superiore! Gu•rd•le bene il 1er1ullimo detorme della (otogr•fi• • desha; puO darsi che egli albe,ghl In 16 ranlma di un pro(ondo filosolo, Eppure, gu•rd•ndolo, •ol non sapete se ridete o lnouldire e Il vostto spitito, li woslto sangue, la vostra tHH il ribellano al• E' TEMPO CHE Gli ITAllAHI SI PROCLAMIHO FIAHCAMEHTE RAZZISTI. - full• l'opera che llnora ha tatto il Regime In Italia • In londo del ranismo. Frequenti11lmo • staio sempre nel dbcoul del Capo il ri<hl•mo al concetti di ,ura. L• questione del ranismo In Italia deve euere trallata da un punto di wllla puramente biologico, senH lnleuloni filosollche e 1ellglose. La concerlone del r•nlsmo In Italia dne essere ene,ulalmente ilallan• e l'lndirlno ariano-nordico. Questo non vuole dire pero Introdurre In ll•li• le teorie del ranlsmo tedesco come sono o •1· lerm•re che gll lf•li•nl e gli Sundlnnl sono la sless• cosa. M• vuole soltanto additare •gli ll•ll•nl un modello fisico e sopratutto psicologico di run unu1n1 che per I suoi urallerl purul"lente el#opel si si•«• completamente da tulle le raue e1:lr• europee, queslo wuol dire eleware r11aliano ad un Ideale di superiore cosdenH di se steuo e di m•gglore responsabilità. D al primo numero d1 questa nvislo noi Cl siamo proposh di illustrcire nello formo più popolare possibile quelle che devono essere le basi d1 quols1as1 politica della razza Siamo cosi parhli, come ero naturale, do alcuni principi dr b1olog1a e oob1amo seguito nella nostro esposizione un metodo essem:ialmente scierlllhco, basandoci sempre su fath concreti Abbiamo, volutamente, lasc1oto od ahn la trat10z1one dell'aspelto spirituale del problema della razza e, volutamente, abbiamo evitalo di passare nel mito In questa opera, lo confessiamo, siamo stah quasi soli Difatti, do uno JXl,l"tegli uomini d1 scienza italiani, hanno evitato d1 dare quel contributo olio nostra battagl'a, che ci saremmo dovuti aspettare da essi, e dall'altra. 1 camerati, che si sono OCCuf.Xlli di razzismo, hanno soltato a pie' 1:xm tulte le considerazioni d1 carattere biologico, erroneomen1e considerate come un mutile ciarJX]me. E' così che il razzismo non è entrato nel mondo sc,enlihco e la scienza appena sopportata dal razzismo italiano Gli sentii sul problema dello razza sono d1ventoh, con 1! corso del tempo, sempre più aslrotti e nebulosi, come se dovessero essere compresi soltanto dagli adepti di uno setta m1ster1oso, dedita o prallche magiche. ln questo periodo d1 tempo. mentre altri SI ded1covono alla comp1loz1one e alla distillazione di leone s~mpre più lroscendentah, noi ci siamo mossi e abbiamo studiato 11 problema della razza lò dove ci p:1reva più interessante E m questo nostro vagabondaggio razzista, abbiamo conosciuto la maggior parte degli s1ud1osi e dei pohl!ci che m Europa st occup:1no d1 questo problema In tal modo, allraverso lo studio personale, e i contatti con gli stud1os1 strameri. c1 siamo sempre più convmt1 che in Italia è necessario rivedere questo razzismo. che, poco per volta, o luna d1 diventare nebuloso. mmacc10 di svan•re per sempre Lentamente si è poi fatto nello nostro mente sempre pi;ù netta 1'1mpress1one che rtuesla dev1az1one fosse m buona porle desiderata dagli ebrei e da quOnh hanno
interesse a che una campagna, da prima iniz1olo con scopi. concreh, hn1sca poi in una battagha contro 1 mulini a vento Riteniamo pertanto necessario, anche se dovessimo re• stare soli m questa impresa, d1 riprendere • ab_ ovo » la questione su • La Difesa della Razza». Prima d1 procedere però in questa impresa crediamo necessario di fare alcune considerazioni che riteniamo fondamentali In dehnit1va, quah s..;opi immediah c1 siamo proposti allorché abbiamo iniziato lo compagno per la difesa e il potenziamento della rozza in questo rivista? Innanzi tutto ci siamo proposti di mantenere inalterate quelle che sono le qualità ereditarie del popolo italiano, impedendo in ogni modo qualsiasi mescolanza con raue non ewopee. In secondo luogo ci siamo proposti ,ij migliorare dal punto di vista razz.iale il popolo itahuno. Orbene. coso vuole dir~ tutto questo e che cosa è stato realmente realizzato? Questo vuole dire. prima d1 tutlo, eliminazione rodica.le degli ebrei e dei melieet d1 ogni genere e in secondo luogo lotta contro le tare ereditane Di questo programma minimo ben poco è diventato realtà. Per quanto riguarda gli ebrei e i meticci si è dimenhcoto che la rozza è essenzialmente una realtà oggettivo. una creazione naturale. Per quello che riguarda poi il miglioramento qualitativo del popolo italtano dal punto di vista dell'igiene razziale, che coso s1 è fatto? Mentre dei paesi Ja poco inquadrati nel nuovo ordine, come per esempio lo Romania e la Croazia, hanno rtsollc m maniera radicale il problema ebraico, noi ci siamo accontentati di vagare sempre più m allo verso le eccelse vette della metafisica razzista, con gronde gioia degli ebrei che vedevano sfuggire sempre più lontano il pericolo. Ed è per lo stessa ragione che l'Italia, dopo diversi anni di politico razzista ulhciale, non ho neppure uno legge che impedisca ad uno schizolrenic:o, o un epi.lett1co o od un cieco ereditano, di tramandare olio futura ge• neraz1one la suo tragica infermità. Legge che pJesi democ.rotici e.me lo Svezm o lo Ftn· land1a posseggono do diversi anru. Ritorniamo dunque olla biolog1ol Non ci dobbiamo preoccupare èelle sciocche accuse di materialismo che potrebbero esserci latte dagli interessali, ebrei o hloebrei Noi siamo anzi perfettamente convinti che, lino a quando manterremo lo nostra politica della razza su delle basi conc:rete. potremo evitare l'urto con la religione. Diversi sono i pioni sui quali debbono agire la politica della rozzo e la religione_ Una volta che noi abbiamo risolto i nostn problemi immed1ah. non abbiamo nessuna necessitò: di creare dei miti nuovi che sosliluiscano la fede dei-nostri avi. Nei nostri viaggi abbiamo polulo constatare come ci sono dei paesi dove il clero cottohco è decisamente razzista e altri invece dove esso è antirazzista. Per esempio m Romania, m Croazia, in Ungheria il clero è nettamente razzista e in esso gli ebrei trovano il più accanito nemico Questo dipende naturolme:ite dal fallo che il razzismo si mantiene su un piano rigidamente biologico e polihco, se~~~:!:'W1=r~;~i:'. ;~:::W~e 8i1 1 1 ::· v. Verschter, ci ha inviato in ques•i giorni in esame un libro, sul quale crediamo uhle di richiamare l'attenzione del lettore italiano Il libro ha per 1110l0• J.eitladen der Rassenyg1ene » ed 7
Nemmeno I• cosiddetto .. civiltà • - ashello dei d•li biologici - coslituiice un uttio leffofe d'indogine, in motorio reuiele. lo civiltà è un dolo slretlemenle collegalo elio rezzo fisica che le esprime; ollfimenti, co,tilui,c:e un evidente peredouo, come queste bic:iclelle in mert0 • q9esti ,elv•ggi efriuni e eoito dalla cosa Thieme di Lipsia. In esso, po.rlendo dai dati concreti della biologia, SL riassumono tutti I principi e.iSenz1ali del! igiene razziale e della pohhca della razza. Il V. Verschuer è allievo del f1sche.r ed è mollo shmato negli ambienti politici raz?.lsh della Germania. Il libro può quindi sotto molli aspeth considerarsi come una messa a punto ufficiale della scienza e della politico tedesca. Indarno si cercherebbero in questo libro voh pindarici o wtrusene. Si tratta inv~ d1 una serie di fatti, rigorosa• mente controllati ed oggettivamente esposti, ma tanto evidenti che le conseguenze ne appaiono ineluttabili. Le basi sulle quah si poggia l'igiene razziale sono. secondo il nostro autore. quattro: l'antropologia, lo studio della selezione. lo biologia ereditaria e lo studio delle coSl!luzioni individuali. E' imi:x,ssibile lare del razzismo se non s1 conoscono almeno gh elementi della biologia ge• nerale dell'uomo. Ecco dunque la necessità di studiare i principi dell'eréchtarìetà e dell'ambiente, considerati come forzetdeterminatrici dello sviluppo umano. Questo studio viene compiuto dal V. Verschuer brillantemente ed, insieme ad esso, viene illustrato la moderna 1ecnica che ho per base l'esame dei gemelli. g Le leg9: C.:elMendel, tanto importaaU per la mcdcrna genelica. assumono un interesse pa.rticolare allorchè ven• gono çonsiderate nei riguardi dell'uomo, li V. Verschuer ci dimostra esaurientemente come i concetti di dominor.:.-:~1 e di recessività abbiano tutto il loro valore anche nell'ere• ditarietà umano. Ugualmente esauriente è lo studio che egli compie dei carallen ereditari legali al sesso e dello polimeria. Molto interessante è per 11 problema del!' origine delh dillerenze razz:ali lo studio della formazione di nuovi carotieri ereditari. Nel libro del V. Verschuer esiste tutto un capitolo che riguarda questo argomento. Il nostro autore esamina anche accuratamente le relazioni che esistono tre eredilorietà e ambiente e tra ereditàrietà e sviluppo. Passando poi dalla biologia ereditaria generale a quello speciale dell'uomo. il V. Verschuer prende in consid::m221one l'ereditarietà dei seguenti caratteri morfologici: forma del corpo in generale, scheletro, laccia e sue parti. colore de: capelli, occhi e pelle. !orma dei capelli, hnee della ~Ile. L'ereditarietà delle qualità fisiologiche e di quellt:1 psicologiche :io poi uno trattazione JXJrticolare. Parlando quindi dello •biologia delle roue umane il V. Verschuer ci ricordo la formazione delle razze stesse e !'importanze delle mutazioni n~llo lonnazione delle sìngole- sazze. Mollo importante è il capitolo che riguarda lo politico della razza vera e propria. In esso il V. Verschuer, latta sinteticamente la storia razziale del popolo tedesco, approfondisce la questione della politica demografico quanlitativà e di quella qualitativa e infine della politico antigiudaica. Nel oopitolo seguente, che riguarda la patologia ereditaria speciale il V. Verschue.r illustra brillantemente quelle che sono le anomalie corporee ereditarie, e tutte le vane forme di malattie ereditarie. L'ultimo capitolo riguarda il compito del medico nei casi pratici in cui deve concorrere alrigiene della razw. In questo capitolo ~ molto bene illustralo tutta la questione che riguarda lo visito medica premolrimoniale e la sterilizzazione dei tarali. Come s1 vede da questa semplice enunciazione dei ti• toli dei capitoli, in Germanio si sostiene lo stesso indirizzo che a noi pure sembra 11più opportuno per risolvere pra11camente i vari problemi della razw. Una volta che siano risolti questi problemi pratici, particolarmente urgenti. si potrà anche passa.re a problemi d1 carattere decisamente spirituale. Noi però, come biologi e razzisti, saremmo ben lieti che in Italia si arrivasse a realizzare almeno il programma minimo da noi esposto Come possiamo cerco.re di creare· una aristocrazia spi· ntuale dello razza, quando non ci siamo ancora preoccu• pa;t1 di eliminare le tare ereditarie più pericolose? Non dimentichiamo che lo stesso Pio Xll, in un discorso memorabile allC' nobiltà romano, ho riconosciuto l'esistenza di un substrato materiale alla ereditarietà delle qualità spirituali I E' necessario primo agire e poi filosofare. La razzo, per essere difesa e potenziata in maniero serio e concreta ha soprattutto bisogno di una metodica azione d1 polizia e di una non meno metodica azione di chirurgia. L'una e l'altra possono essere svolte soltanto tenendo presenti i dati di fatto oggettivi che al razzismo presenta la s,:iénzo biologico. GIJJDOLANDRA
R ® ,I//,. considuu:ior,i /11llt' ,1el 1111 ,r,o ultimo orticolu. t1t,,;iun1,ù,- 11w continuando le st"t,1unti. U,1principio. che ha s,-mpre OfN'nJI(, .in tullu In musica, ma cht! i staio lt'O• ri'-""""'"''-' rìeonosciuto solo ,la bre1 ,. l~mpo. t' precisaml'nt, da /lfodemil/1. eh,- ri ha dedicato unc, purlt! drl sui, pro/or,do studio Unterfiihrung im Ton. ,salz (Schon-Afoin:, CQn pagiru llCuti.•- sime. i qudfo ,/,-ltu gerieu,I,- dina mie, della mt!lodiu. secOndo il quale questa lw lu sutt nwt,gio, /or:;" p,assi<nwl,: n(·Ì p10Cttdim,:,11i ~, picrofi gradi: mt!11tr,, ,.,; p,oc,J;,..,.,, P""'"; ,.,,,,.,,,,,,{{a MU~'AC: jor:;9 dinumic" una dùtt:nsione .,o/ennt' r1 rarul/ert' pretwl,r,tem,11/r armonico. In alt,,. puro/,: l'e!wm11io lw /or:.u dirmmicu mdodict1. cft,. è 11muim,i 11,•/fo s,i111pp11 ddlu lin~a per s'.'miumi. J:e~t'mpi(, ("/;"""'" inn·cc ~~t:t:Gf=é~~~J muslm u11u lint·u m<•h.x/irn dtt· rn ~ù. di~lcrulcmlosi pn ill1fti /ro suoni refotfrcm,ente lon111ni..mt'lft> iti rilit>ro sopruttutto i loro rapf><Jrtjttcu.stici cosUJnli. ntNllrr ,rwnca fra l"Ui il fegllln,• più strettnmentt' melodico. Ora, pQicl,è la /or:.a nwuinw tle/111 linea nudoclica. come 01,nu,w, ricrndundo a memoria le f)ii,, noie rifdo<lù:, puù consu,ton:. risit'de ""&li sr:ifoppi pn gmdi r·icini e 1ù:i11i.uimi - i quo/i /ormuno, 11el qumlro so11oro. come rlegli Ul't'Ol(Cimenti sn,w11lit1i df'lle liflel" di for:.a a spirule -. in queslal1ro coso, Jtdlo :,r:iluppo (W'r s<1lto. '"ra inr:ece minima fo /or:.lr mt>/odicll. f' quindi più sialico e ;,, ripa.so /'in.sit>me; lu cui rner(Cin .si spi.t'ghuà tutta soltu11l0 in rirtù ,l,dle armonie. che i .suo,ri. 11':!rrunnoa comporre, ,ud colll'(CUmerito itleole d,e /m e.s.si i.slitui.scl' la nostm mt•moriu. IA.1 linea ha quindi. in questo .secondo ca.so. mlou .sopr"llullo armonico. IA.rddoL't• è eia notc,re chf'. qualora J,. c,r,rwnit>,lo1·e,s.s,-roes.st'rt' di C<lfOUt>re di.uor1anlr. (' quindi tor111Pnfat1• o morbillt'. ro1ur queJ/r: eu• ì r h+vz rr · ::ttl~r g, i toni cv'11JHJ11t•llf, u '*./odia d,•.stim1tt1 a furnwrli ,errebbrro n 1,01,·ursi llf'f't'S.Wriamer,fr in po.si:.ioni molto rici11e fru loro. o nellt> loru equivale11ti /u,IIClfll' (equirnlen:r tlt•lla .sero,11/aallt, seuima ecc.). E' perciù ,.,sclu.so che linee meludiche c11:entit•.sr/uJIL'o lYJ/ure urmunico. cioè proudn1ti 11er.st1ili n!ri " propri. poulrno .sostiJuire con f'jfl'tti cromaliC'i o diuonanli di indc,/,. (lrnw11ict1 le, p«uionulitii strellanwn/e mclmlicc,. I~ 11rmo11ie u rui qur/lt> m,•· lodi,. rerrun11u u corri.Jpo11due .saru11r10di nC1turue.s.wn:ialmnu,- r,m.sonant,-, cioi! statica e serrna. 5" n;, 1/t'iluce h, cor1uiue11:.a. che 01·unque si incontrano /inf'tt melodicl1e con larga e cliiara Jistan:.a di t;rndi . .si ar:,à anchr u,w ,re,u•mle tenden:.a ciel compo.sitore al sereno~ a 1:olle wlet1nt•, u mite .semplic,-mente t;ioioso t_-quilibriu. che è proprio pu altro tli tulte le compo.si:.ioni a caraltne consonu.nte: e. per dt1u /'esempio 1/i un'epoca ron.so11a11tis.simaper s11a 11lltt1rll. dr/ .sereno. iercllico nl rquilibrnlo cinquecento chieM1.stico. Camltert' ,.minentemenle ,liatonicv, «lie110 dui divincol<rmenli e ,folle fHM.SionieM,C#!rba:edei cromatismi.e delle ,li.s.sormn:.e, Orbene: se Ji consider11 il vario a.spello df'lla musiooli1i; eu• ropt•a ed extrC1europeu, incontriamo ej/ellit'Umt'nle u11J spicca• tiuima tn1clM:.11alla melodi-Osità di carallerl! più ormonico che mel~lico 11ei p<res;t;ermanici. e un prot;rl'.s.sfro occe11tuarsi d,•Jlt, CO$ic/etlameloclia ( cioè. com~ abbiamo 1•isto, ,l,i pu.s.s11t,gi me• Iodici per t,nuli) man memo che .si .sct'nde vn.so il .sud. Al cli qutt della Alpi lo melodiosilà dfrienl' nolorù,mente sempr,:, piU motl,dfow in forme tl"St!e ptu;,ionali, cioi per grmli dcini. man mu110 '""" ,i Ji.sunclt> 1,•ersoil su,I tiella penisola. f>rocedendu tmcorci ohre, t'l'r.so i pae.si arabi e ufrìconi, fo melodia perdi' quf'/ ,re11ui110.st'11soche per noi .sig11i/ica equilibrio. belle:.:.u dr/le forme r .si~1wrili16 1rmliterraritt1, cioè fondamenta/menti' ,,riunt1 u11cvrn. pn .sommergt'f.si nelle voluttuosità clei cronwli• smi s,•mitici. e dei ro111i11ui,litiincolamenti delle melodie fH!' .semiumi e. """" pr"ssi'., pu intnn,lli ancom minori rlf'( .semitono (quarti di to,w). Richiamllle alla mt11te u11a di quelle inU>rminabilr' nenie orien. t1,li. che ogii fo' ra,lio porla, se .si vuole. in ogni ca.sa, dalle .sla:.ioni algeri,1e e tripoline. At;giun1;e1e11i,se l'avete, il ricordo ,U una /un:ione religi-0.sa ebraico-. con i caralteriMici canti ,i,w,. gogali: I! 11011dimenlicc,te d1e ili ebr,i .,ono ra::a .spurù,. e quindi ricca ,:,mdfotn ,li laft• le me.scolun:e I' ili ibriclismi. 9
Non potrde a meno di conilalare (estremo laniuore di quesli canti orientali. a«i.Jantisi per lo più sempre inlorN> u pocM 1101" /,. quali poi si muooono &en<rolnienlt:per grtvli molto 1Jicini, cioi per Ioni e per semiloni. Un oanu, di muezzin (che noi qui citìatn-0 a menu,ria da un luoio ove lo e:edemmo ma/sicuramente trascriUo) ne i•conU! il tipo. Ad euo. come si preun.ta nella trascrizione. vanno ayiunlt' mt'ntalmente tulk le dt'via:ioni di quarti di tono delfesr,· cuzione eJjeuiva. es --- ;;;.: i i aj !Vt'IU/.1ua bellis:,ima Shehérazade. Rimsky Korsdow (anch.t' t'&li u.no &la1:o rientaU) colse in :,inksi il :,enso della lantcuorosilà orientai(' nt'l nolo motiro dt'/ violino: ..... >~~t~i'-IÌ.c.. Si w11troppv11r,au qui·stv murbidu dì1:ir1c(>/a1pilreou,limentv, in cui si assomma lulla la liscìatura, lo misteriosilà. il .1eireto. il .sollintt:so femmineo. le, ,:olu.ttuosità sen:à fine del corolterf" orirntale, il senso lapidurio dì queste melodie sovrane. che pro• c"Jono per soknni propi/,-i. comi' dngli ,-s,:mpi qui u loto. l'uno i di Cluck. cl1t' fEiclu:nahuer gi1.utament,:dice il più nordico dei gt"ni gf'rrnanici. /.,,'altru i una delle più nordicht> prt:&hiere di Butho~n, condotta su parole lapidari,: di Got:lht:. Non sempr" la musica raggiu11ir le Vt'tlt> dei canti eh~ abbiamQ.et:ocato; a cui ci piace aggiungr.re nella fflt'moria il coro dei pelle«rini del Tannhaii~r. il cui ini;;io i identico alla prt:- &hiera bt>ethot"!niana. coniiunta alla pa.uiorw.lità mistico di &yrt'uth. (Nrfl'infinilo soi;no g,.rmanico di ll'agner si jlf'llf' volulluosomrn.Je qualco$U della dura m:lallicità nordic,, primitioo). Si considerino lultat·ia i wlguri motivi df'llt: comuni maru MCU e profane dt"ll'Europu 11ordico•m.t:diterranea: .1i ri1ro1·,:. ra11no<1ncht: in quesu più piccole cou le id,.ntiche carolleristich, eh,: noi abbiamo additato. Con esse occorre confrontare ini:ece i motil'i guerreschi di orienti'. cosi bene imitati da .Mozart nella sua cel,.bre Marci:, turca. Se ora il lellore richiamerà alla sua memoria le più. difle• rrnti Jpt:CÌedrlla mu$ÌCOeh.e egli giornalment.e ft.(Colla. si accorierà subito che le musicM nordiche hanno meno colore e mrlodia dellt' lalinr: le loro linee melodiche hanno spesso qu.ulC{JSU di urnwnioso. più che di melodico in .1ensostreUO; e &,... neralmt'ntr .si auirono sempre su poche nolt! ben distanziale. cht' formano fra loro un nullo quadro di ooden:e. scevro lii troppe pauionalità. I~ melodie italiane in1iece si dilfert:nziono &ià da esse p,er la loro ma&&iorea&ilùà. per k loro oolult:. p,:i loro fr,:qu.enli Po.Jlaui di grado. du cui nasce tanttt po.uione t: tanta t:.sprt'I· .~ionr ,r"mou; eue appaiono più. luminoJr t" meno inuppat" 10 / delle nonlicM. Tultavia il I.oro quadro armonico è rsollamenle lo stesso di q~llo delle melodie nordiche; i loro punti di up• pogiio JOIIO i ml'de,imi. Solo nei lìmili di questo quadro fari1.111ilàmeridionale, mescolato con sangui dtd sud, si ,,,.,met~ e1•r,, sioni e .slanci .sen:;afine. Nell'ambilo steuo poi di questu più fucile a:enameridionalt".. si con.staterà senza diJJicoUà com,: Yerdi abbia di fronte od altri italiani. una panionolùò. più maschia " iuerriua. che di· pende direttamente dalla strullura delle sue melodit". per lo più costruik. come le nordiche. per gradi dista11tit' pu chiari ,: semplici quadri armonici. eminentemenl# diatonici e scev11111 di volute. Yerdi ci appare perciò un nordico. COmt> afferma lo stesso Eichenhauer. Altri italiani - per esempio un !tfascaini - ne sono ini,'f'Cel',~allo contrapposto. Essi hanno il loro massimo accento espressioo mdla volu.1amelodicQ, ove splende tanta lucr e tanto mare mediterranro. Che .se poi si .scenda ai cromatismi, introdollisi anche in Italia 110n solo per una generale lt:nden;{Jdt:cadt:nk della musictJ ruropea ultima. quanlo per diretto influsso fn,ncest:, alloro si r:edrò.facilmente come il più..&rande ienio mwicalt: della Fran• eia, Dt:bu.s.sy.coi $UOÌesacerbati colori melodici ,. armonici. reali:zi nelfoceano sonoro sen:a riw: della sua orche.stra. veri e propri soini orie~tali. E Qtlora. per que.sto verJo dt'I cromali.snu, mel.odico. eh,: dit.tt:nn.eancht' nt'lfo Grecia Qntica ma.s.simo1;ersoil periodo della ,lecadenzo, non ci si potrò. Qs/t:nue da/.fistiluire un confronto fuggevole fra questo fenomeno della dt:oodt:n:b grtca e il cr<r matism.o melodico del/,: musiche t:urop,:.edi questo primo quarto di secolo. N~ sarà facile sollrarsi. interamente alfidt:a che. comt" quel cromatismo antico fu. manifestamenlt' fenomeno concomi• ta11te e rivelatore di ml!.scolan::erazziali. con sangui d'oriente - i cuì eJletti si videro poi !u.bito ,ud bi:antinismo - eosi anche fesQgt:rQto crornotisnw rt:cenll"dal qualt' fltalia comt" la Ger. mania. non tarderà certamrnU! a dislaccar,i - sia l'effeuo di mescolan:;,:simili o reali o imitate, m.a semprr egualmt:nle spurie. ibride e drcadt>nli. · GIUIJO COGNI I~- - ~--_~..,,_,~ ~
I,' elt1•ef) 11ef••• DECAMERONE Se- r 1ng;anno è I. chi.avc ditlb M«lla p ~ dmt,. conf°'mc- .d .,..... dd~ kg.i dd T•IMud che pc-rmc11c 1tl Jill<ko d1 ,1mul•tt d'cssc-r 01- .iiano al fin del mag&ior inganno (foK dd 117. A,-lil; ancht in q~fahra novdll d, M,kh,sc- «dl, il giudro vince con l',npnno le u,unc ~p. parttchi11cgli cbl Soldano pu fa,lo <He...:. e <Oll'W Mila p1«tdm1c, d,rpa CUMlu._, I,. ~ -0uimo aff11c-. Q\ai tnpda.no d~ tipi in vno: lu salcro che con fut111.i.1 M,1,pcra le dirficolt~ c r1'e,c" vincitore: c il nw-rtantc che.- prn11 .knan> ad usu• u. Noi ,c-drffllO, che la pr ma cauttcristica fj. nirà con lo ,paritt di.Ila nowra kUnllura. mc-nlR" q~ll.a ddl'anro oosu. si c:ompn~ fino I cun. ! .Jc-r~i roa U fipu ddlo stn,u.1nu. • VCH do\n~. ,uoorvsc: COl"llp,l,ltnt", wpc.c ~- J.i«~ I• k'HX~·heua spcsw voltt' tru ahnu d1 (('licc st.ato c mc-uc in grand ui1n1 mikria, c~i il SoMnO d.11gnud,nimi pericoli lraC' il savu, ir poolo in 3rande ct in :ile\lro 11pot0 •· E p,iU ol· trc-, la pftlik F1kM'nma agiunge:: •che 11 KR· no di CODtOluiont si• ca&tOOC', come promm, pn- un,; novc-lldta mostcrrlt brtevfflltftte •· • Il S.lad,no, 11 nlore del q11&1t' fu tanto chenon solam«11e Ai piccolo uomo a ft:· d B,t,i. Jooia Soldano, ma ancora molle vinOt"ie 50JKa di Re s.arac.in, e c1utia.ni gli f«e avere, avcadu 1n diff1'Sor gu,t;1rt-, N ,n g1anJiwnv sue map icmzt:, "f)nO tuno 11 s.uo 1no,o. e, pn alcvnu a,cridt;,ntt; top,anMulo~h, b.,ogna.ndogli u,u, buotu. q..urmli d1 dmari, M vt:3,SfflOO donck cosl prt:Stamml<t, rom(' gli bi,ognavano, avu gli polC'S$t'.gli venne I mt:moria un reco Giudt:-o, 1/ <ui nomc-era Mt:khiwd«h, 11qua.le prnuva ad ""'ta in Alns.andri&. c pemou, cwu, 1vt:r da potnlo kl"\'Ut', q...UWO vOlnk:"" JÌ t:n IYHO dx di s:u voklnt1 non r,ndibc ma, !.tto.. e foru. ncio gli volt:Ya fare: pn che, Mngnmdolu 11 bisogno, rivoltosi t\lUO a d<wt-r lrunrc modv <<lfM il G,\kko il K"tvim, ùvv,sò di f.ugh UN foru. da 1k1UU. ngioo colorati •· La fam,, di qt.lft.(O ~udco usunio c avaro t-ia auwa 6.no agh tK«chi cld S.Jaid,no che, fattolo chiama.re, nct'Yfltdolo fam,lurfflltfltc, • s«o il l<e. cc- scdt'tt. t1 apprt:SJO ,ti d1$k; valcnlt' uomv. ,o ho da p,ù Pf'nont: inteso che- tu 1Ct 0 savissimo. " nt:llt: COS<t:di Dio knli molto avanti: e prr <~ io s.aprci molto volmttt:ri da tt', qualt' delle lrt' Legi hl ~li la YffaCC, o la atudaica. o la ..,_iN.. o Il. nistiarw.•. • Il GiYdto, il quak vctòUnffltc t'ts sav.u -omo, ,·avvile\ ltoppO bcnc ('hc il S,.ladino par. d.iu d1 ptgh.ul., no-lk p.uo,c-. pc-1 Jo\CffJh mu. • vtte ak°,lna qu, ..horw-, e-pmtò non pottre alcUN d1 queste Ire più l'\lfta che- l'allra kidare, chtil Saladino non avnsc la sua 1nttfl1:iune •. Ma dovtfldo por rispondere, K'flH c-..dert". • 1,ll,lu.tlo lo 'Ag-t:JtlO Mdchi.wd«h rispose: S1gror mio. La qu~aonc la qual "" m1 fate ~ bella. et a •~ dut' c.6 che KJ M KfMO. mi con- ,·,m dfrc UNI 110Ydlc1ta, qu1I ,,>i ud ttt:e. Sto t0 non t'rru. m m, ncurdo 1vc-r molte vohc ud110 due- dw, un g11ndc uomo e rKCo fu g1l, il qualc, intra l'ahrc gmte cart- cht' Ml ,uo ICSOh> avns-r. cr,i uno 1ncl..., bclhu,mo e prnl050: al quale per lo ,..., Y;t.lote e Il SII& btUena vulmdo fuc ono.-t', et in Pf'rpdUO luciado nc' suo, ditccndcnu, ocd1nb chc cohu &e' suoi l.- 1,liuoli appt) il quak, si wmc luciato&h (U lu,, fonc- qonto indio 1rovato. chc colui s'initn<kt• St' nRrt' il suo c-rNe. e dovC'S$t'da tutti gli alm C1k'rC'. ~ magi0te. otKKllilO e tt:YNIIO. Colui al qualc da costui fu Luci110. tmM 1-im.gliantcu,duw oc· M101chiecndcnli, c COM fttt' come facto avn. ,I t'M) Pf~C'SKN"c-; et 1n bttf:vc andò q~lo IMIIO d1 mano in mano a molti SIK<n-- son: et ulhmamcnte pttvt:111M'alle mam ad uno. 11 quale ave-vi Ut' figliuoli bclh t' virtoos,, C" molto al p.idre loro ab..Jicn11: per b qua.I ~ 1u1u e trc pauffllffllt" 311 amava•· I JÌO"""''· che cth w~. pl'epnno il pa• Òtt', cUSC'llftOccno ptt propno cunto, che alla morte llscia»e l'ancUo. • Il vaknlc- ~. che pUIRM'ftlC' IUIII gli ama. va, M sape-va c-uo mcdC"Simo cle,gerc I qual p,uttOiSto lasciarlo vOIC$$C, pc-,uò, ,vcnd-Olo a c,.i. ICuno promn.to, d, volergli tutti t' Ut" soddisfa. re: e scgrc«ammlt' ad UDO ~ mac1,1ro ne fccc farc due altn, h quali ti furono J1tnl311anh al primiero, cht' nso fflt'douno che fani 1'i a\lt'l fart-. •P'PC'N COl'IOS«'Vaqual, s, fouc ,I vc-- ro. E vffM'ndo• monc-, Kgrctammcc- dit"dc il s:uo a ciucun dc' figliuoli, li qua.h, dopo la mone dt-1 padre, volc-ndo cia,cuno l't-rN1ti e l'onore occupa.re, e l'Ul'IO Mpndoio affah,o. in ICSII· ffiOftWlU d1 doTt-f òh ragt()ftt'YOlmt:111efarc, caa. tcuno p,odU-SM" fuon il suo ancUo. E 1rvvat11,1 gli anclli W simili l'uno all'altro, dw qual fuuc il vero non ai t.1pc-va conoscere. si rimaw- la qui• SliOflC. qual font' il vero crcdc dcl padre. in pmdmte, et ancor p<Ddc. E cosl vi dtco, si.snor niio. ddk lrt' ~U• all1 lrt- popoli datt' da Dt0 hdrc-. ddlc quali h quistioo proponette: ciaKllftO la W& ttnf1ti, I.a Mal VC-ra Lccg,c, et I SollOi comandamenti si crede-avcrc a fare-: ma chi ,r ! Jbbt~. conk.· «1111 •nc-lh. r• iJ<· !Aqudliooc •. LI risposta dt Mekhi.scdcch l abile. ltnrct' Ji Jrc..krc-. direttatMnlt", I, ~lont: pulU dal ~ bd1ni,. ,I g.iudt'v riipoodc ron "''"' apofop. per non ''"Pf'P™ 1n una ri,cposta,: e nello Mcuo lffl\po d1 una flSpotla. e iak, qu.irw.l'anchc- rw3a11va. cht' non pou1 nuocergli. Di fa111 con qUC1t'1pologo .I giudco viene I dite cht' , componenti lc tre rchg,ooi inclinano ciucuno f)CT la pl'u,pt'll rd,J.'OCW, t' a qucU, dinnu la ~UPfe• muui uso!"'ta "91k altrc E' lftJpl"I duaro che. q-.:CSIOd!MODO nella bocca di un plldtv vw.>! ._,mfinrc chc 11 suprtm.11 a l dclla ,c,1a g.iu• Jtica. Lo str.itaplnlA fa capo aJ 1h11 cons,mili chc i'inconuanu nel T1lmud. • li Saladino conohbt - coo1inu11 I, oo~ell,. - costui ortinu.mcruc- nw-re 11.11puw ">CIie dal Lucio 11 qw.k cbnnll •• - ptN, leiO ,r:11 l'IC' ": e pttùl> d1~ d, apmgli 11 wo bi.k»J.DO. t' vcdcre se totrvire 11 volnsc: e cmi f«c, aprcndo,i:li ciò che ,n animo avn~ avuto d fare, k cusì discrctammtc, Cllffit' fatw avu, noti gli a\·t' K' risposto. Il Giudt'o libtramm1e d'ogni qu;11nuU che il Sal.Ml,oo il uch,cw, 11M1"vi: et 11 $.it.d1no pot 1nlt'nmm1e il sodd1sl«c et o&. uc a c.6 gli don6 1nnd1si1m1 don , e k'fflpl'C' pcr ,uo amico J'd,bc, c-c 1111 3randc- t1 .-..rc,,uk Sl.llO appresso d1 w ,t manlcnnc: •. La verità d 1 ql'nlil e-dtlla pr«NC'nte n1,~c11a. noo i Jil quella cht' J1chiara Dionc-• • Ab11Un1 l'·er l'annna. s.a,lv,,11,t' Mekhi~h pcr I.o ~..,_.. ~no avc-rc le sUt' uccht'ue cb.ih •111tu.i11dd S.lad1no d1fcsc •· PlultOSfo. comc :lbh amo v1sro, Abnam e-Mck:h,.wd«h. 1mlxd1K" nlC'rnnt,. han· no rombin1110, ota fin3c-nd,-, J, :lbbucnart' 11 Cri- )ti1ntt1mo, ora a,b1l~olr rmn('~1\d..,lo, aff•rì J'o10. Qun<e novelle (che wno 1., pocht' ,n cui gli cbte. n.-.n racuano u~auun~ fi~uu), ii cons1dc-- ~rk u~dUIO la snluau dcf J1u.la1uno nc:l1'1n111p> Abrum t' un • o«tuuimo • mere.inie. • t' di. 11110 c lnk uomo us., •· "• all.1 fine-. d1 lui si d,ct' cht' fu • buooo e valmte u1.1100, e d1 »ma v111 •: inv«e J Mekhucd«h. • ,av,uimo • e Mli.i rehgionc • moolto IVUlll •• St W wbt,10 che • prHtav-a a,d \IWtl 1n ALc»andn.a •• e chc .,,.f.- Jot', <omc- 51 lc-JA" nt-11.a C(Wl(lus1on,tdcli, novc-1la, fflUllfflUIO C1n ,Ctlndc C'1 ono:t"Yulc JllllO • J~I S..lad,no. ENCOLPIIJS Le ,ncisioni che figur.oo in qvcsl• ~in• sono ,, ••• t,aH• CMlradii:ione AldiN et.I 0.camaron. 11
Ekonora Rooaet>elt ha tagliato una fetta di torta; e, col ,uo prouerbiale buon gu,to, la mo,tra trionfalmente al colto e all'inclita, o,tentando una ca11allina riaata. Intanto il pio Halifas ,'intrattiene con Pierpont Morgan, uno dei maa,imi e1ponen1i dell'alta finarusa ebraica nord-americana. li giudai,mo ha in macchiette come Ekonora Rooaei,elt il suo a,petto tragicocomico e in figuri come Morgan la ,ua tragica potenw, negli Stati Vniti: commedia o tragedia, l'importante è clu, i. giudei po11ano digua•wre nei piaceri e nel lwao, mentr• il proletariato americano muore di famea
[_ ~:z -;i .-,-..,\ it,~; . ,n Il Il 5? 17 r,- - l!1/ /; LI aJ
I 30 gennaio 1937 Il Popolo d'lltJ14 dopo dacci 10n1 da Klnta. campagna demografica - non soltanto a.stratta ma inlensi,'11, tstfflsiva, clinu.Uo.• sostan. ziale - rivelava crud21ncrue non stnza opportunità, uno stato d1 ,·a-a e propria bancarotta. Dopo avere offerta la dolorosa documenta.i.ioneche dal 1924 al 1937 il c()('((Kimte d1 nau.litì. era sceso dal 29 al 22 per cmto, conclamava che la politio demografie.adel Regime, imua• ta con lo storico discorso del, I' Ascfflsione, poteva considerarsi falhta c poac~ no.1 solo non si era rimontata la corrente, non solo non si era arrestato il de. d1no, ma questo declino aveva assunto una velocità 01ta,1ro- /1r11 ... Era un grido d·auarmc bm :iu1orevole e prroccupante. A r:ipprcstntare il quadro, ancor più aggt0m:ito, dd tono de-- mogra(ico nuiooale, soccorre un:i r«entissinu pubblicuk>ne. 14 ,mcora odor:inte d, macchina, e La popoluione uahana., di Alfredo Vccchim, ricca d1 utili riferimenti e di prniose cogni. ZtOfU. Fra !"altro presenca i quozien. 11 di ft'COndnà genenle, cspe• nt1 dalrbt1tuto Umrale d1 51:acisuca. Dalresame dei quoxifflh ddi. n1w,i. r1poru.1i dal notiziario demogu.(1C"odd 4 agosto 1940, a cura d1 A. Od Chiaro, si ,ile-- va e cM i vaJon più elevati sono quelli delrltalia meridionalt', mentre l"lul1a ,et.tmtrionale present-a I valori più b.us1 .,_ Non essendo stato possibile costruire. 50i da.ii del censimcn. to 21 aprile 1936 XIV e 501 de-- <"mi del triennio 193)-37, la 1avola d1 mortalità relativa alla. popolntone ma.sch1le, per le note contigenzc di quelrepoca (campagna dell'A(ria Orientale, campagna di Spagna), l'Istituto ha provveduto alla costruzione delle ca.vole Ji mortalità u" v«chio dì Oirge"ti per la sola popolu1one femminile. QuCStc la\·ole di rnoruliti per la popolazione- femminile, ,m. p1c-vte con accorgimenti appositi, hanno conscn1110 d1 o.kola• re il """'"o ,,,,J,o d1J,il1r ,hr 1 rrram,o J,atr lilla l11u J11 """ g1n1rinio,11 di 1000 /1mmù11 11,I ,orso dr/111 •11 ,11J1111z.a. S, suppone pcr altro che la popolazione femminile sia sogge.ta alla morta.liii cd all:a fecondità che vronero OSs«Vate nel tnfflnio 19}).}7. Il risultato dei cakoli, pubbliah dal n04niario ckmogn.6- 'co delrls1ituto Centrale di StatlStica, sono i seguenti : halia Kttcntrionale . 9)0 » centrale . 106-t » meridionale . 1409 Da questi valori si deduce che, nt'll'ltalia meridionale, una generazione di 1000 femmine è in grado di assicur:ue al paese la nascna di 1486 nuove bam. b:ne, ciò che as.sicur:a.il gradua• 1e r1mp.azzo della generazione femminile nella misura del 48,6 pcr cmto, o meglio, che questo 11vello della fecondità mette la• le generazione in grado di dare alla luce un contingmte di ~ b:nc che supera numeric:amence della percentuale che ne risulca (48,6 per ceruo) il gruppo 1ni. ziale che forma la genenwone presa in esame. fa però riscontro a. quab (a.- \'Otevole cspm1t1one, la SIIUUIO• ne dell'Italia settentrionale: po· s·ztOOC negativa. in qwnlo il suo \'alore è r:a.pprcsrotato dalla per. <entuale del meno ~ per cento. (._>umdi, l'Jtaha stttmtrionale non port~ alcun rontnbuto all"incremento demografico della Nuione. Conclude testualmente V~- chi:-.i: « Dati, dfr, 111upo1lr rm,114 t1id,111, eh, dobb1atHo J/,a J,co11d1td dtllt dtm11t 111rridio11a/i td im11/a11. ,I lir1l10 1,,,,p,1 p,i ,l11a10 J,ll.11popol.JVon, 1talia1111.Po1'hJ '1"111, domi#. ,011 la loro r/,i•ala J,- ronJ11ti. /JOJJOIIO ,,o, 0<1111 if f.im1i1:o dal mn::oi1or110 al 1111,,,11,on,. J,J loro Jitli. ,h, a11Jr11,mo.,ol,11::1rr 1 , •oh J,ll.11 JuonJ11d 1,11,111r1onalt, 1, p•6 prttrdtr,. ptr /",a1 """"· 1111/a fopol11Vo11, 11.J,a,111. 11111/l prr1a• lt11za J,, ,11rallrrlmt11d1onal1 ». Bi.sognerà considerare inoltre che-, pc-r quanto riguarda l'«cedcnu dei nati sui morti, menlre è staia si:gnat.t un:i diminuiz.1ont 1n ben 16 compartimenti è st.1.t:1 rilc;vatain aumen:o 1oltd11l011rlla Siolia 1 11dla Sard,i11a. Sono consi:atazaom dcmogra• fiche d1 non lit'\•e valore, che a, mer1Jional1 in genere. ai siciliani in ispecie, d1nno mo(i~o d, legittimo it.1lianìs.s1mo or1:,-oglio r-.iuialt-. Qu;ando. nonostante 11 complesso imponm1e e organico d, provvedimenti di ordine mate• nale e mor.tle, si è do,>uto conMatuc un declino <lcmogra6co ,a1111lrofico. l"affioure di quni:1 clemcrui. positivi cd eccezionali conforta e .soccorre. riportandoci non più e soltanto sul terreno spirituale e guerriero, a qudb cM fu !"iperbole prodigiosa dt"I• l"Eroe degli Eroi, An1onino Casc1no,cht' a, pKCOI, fanti, umili e (ieri, ddla sua terra, l"arsa e ,·erbcrata tt"rra di Sicilia, lanciò il gndo e lo sprone cM. facen-
do IC"Ya sulle riserve inCSUJ.nbih Jel loro spirito, opcr.uono il miracolo: «Suiliam! S1111, /11 111• l,msa rh, ul,! ». (lua.o gndo, non più sul 1cr. lt'nO del combattimento bell!co, Be-nitoMussolini nel 1924 rip:- 1è-dalla Torre Pisana a1 centomila p;,lerm1tan1, agglutmati dav.mtl a· lui Ja un impeto d1 travolgm e paut0ne, P"rcM ne sent1sSt'ro il richiamo profondo e fascinoso sul terreno della riroscruzione morale, politica e-so. Jlanua.le dell"lsola nostra. Questo grido, oggi, in questa ora pic:ta J1 (ah, I 1mpc-ratl\.) dcmogr.1f1co della rana reiteu a 1uth gli 1,altan1 non degmcri. La S cilia e~ ebbe, g1l prima di Roma., due millenni d1 civiltà mcdi1erranea, sustanziata Ji ~pcric-nze coloniali e mililan, rischiarata per i s«oli da mc. guagliabtl1 fulgori di arte e d1 pensiero e che fu poi, fent::c gran11io cd an1emurale, umano più :111'ora che geografico, di Ronu lanciata ,·erso l'lmpc:ro di ohranarc; la Sicilia,~ awc-rtì pn p,in111, come is.1n11va neCCMJl:i,la prassi imprescindibile Jcl « Dux ». Capo e Coodotl.tro, e ne fece pnncipao CSJC'nziale di gtnrch1a, collaudandolo nelle v1ecndc v•Uoriosc di Duce. zio, il giovaniuimo capo dei Siculi, che, sulle forre silvane e le fak.1te sponde dell'Isola, impresse le orme del suo ga,io guerriero; la Sicilia, che nel gesto di Timica, moglie d1 Millio, la quale, seviziala da Dionigi per svelare le cospfrnion1 del nuuto. suemua dalle torture, moua I.i propria lingua sputandola in faccia al tir:1nno. esalta la fedeltà e l'unità nativa della (amigli.a md1zionale; la Sicili.a, che nell'1mpe10 1otlli12no della Rivoluzione del Vespro, rivela, balenante come suprenu vibrai.ione della su2 grande anima, il St'nSO dell'onore connaturato ,n ogni wa creatura: la Ssc1ha, che nella lotta s«olare contro la collera degli elcmmti, dalle enu:io. ni ai terremoti, dalle inondazio-. ni alle s..cc11à,ne-Ila dura fatia. della lOlfara ingrata o della terra avara, ha temprato i suoi figli agli stenti, alla miKria, aJl'avversa oscihtà dc-I clima e delle cose, allo sforzo tena«. alla paz.icn:u crota, alle virtù mistiche della vita frugale e del morigerato costume; la Sicilia italtaninima che fu, prim.1, culla sempre nella sua storia plurim11. della lingua italiana e fu, po•, lcnaria . con la dovizia inrorrotta delle sue virtù razziali. avanguardia rivoluzionaria del Risorgimento 1n nurcia, nelle pa del Ventuno, del Quaran• totto, del Scss.anta; la Sicilia, che espresse dal seno del suo popclo un titano come Crispi, 10ticipa. tore e profeta, e che diede a va.. ribaldi il braccio dei ftuio111 e la fede delle molt1tudmi, e, più t.ird., :alle b.aucric d1 Adua, 1 Krvcnti indefettibili che lasciarono aggrappale 1.1 peni le spoglie terrene per librare nei c eh della gloria l'anima ddla fedelissima ilalianissima gente isolana; la Sicilia rurale e prolctana, che inondò le vie del mondo :on le ~ torme d, palhd1 emigranti, come altri mai probi e Jaboriosi, che diede alt,1 « Gr.andc Guerra» di ieri tr:bo 10 8ffi«OSO e -1ertcbra d, f.m, 1cr1aKnza rispum10 (è d1 Mus. solmi l'osservazione che AOfl ,•1 fu, anche allora, trauo di fronlt' Lt popobzioni siciliane ronKrvano non soll'anto I ptmpui caratteri demografici della Romanit:i imperiale, ma nel irinomio ideale « Dio. Patria, FamiglU » compendiano e cu~odis..'"Oflo.anche e soprattuno, rif\. terez:u morale, la sanità del co- :nume, la innata carw:ità · al sacrificio ed alla rinuncia, il fervore passionale e quel senso georgico e religioso della vita che sono loro intrinscc::he peni· liarità e costituiscono altr~I i valori fondamentali, coesi,·i r propulsivi dcli.a nosu-a run. Orbmt-. mentre b. l?U('na fainè- uni1à di guerra ove non fos- • scro combattmli siciliani) e :hc ebbe I orgoglio, nella dC501iti d1mani di Capore110, di scnur cilarc nt'I bollettino del Coman• do Supremo . i primi soli • 1 '"" siali11m J,ll11 Br1tal11 AQ J/11 che a C.01della Bc-rrctta aH vano fatto muro conlro il nemico; la Sicilia incontaminata che nel dteiannovc dtS501utorc - unio regione d'Italia - non nundò un solo deputalo l'OMt) all:i Camera delle demagogie t'd ebbe- il suo quadrismo ardimentoso. spirituale prima che 6sico. non rrodotto d1 ncccssa.ru rea :uone contro una mitUCCiabolSttYica che qui non era, ma pu riss11no \'olon1arismo elettivo, .i carattere rauialc, ~prasiont' cklb m1criore sa.n1ti e cklrin. corruttibile auaccamcnto ai valori ,deali tradmonali; la S1cih,1 che-, dopo la scconda ricognizio. M del Duce, meritò il suo altis simo ric0005Cimcn10clinico• fa. scisu sino al midollo » e che-,m questa guerra, ancora una volt., ha ri,·elato. nei suoi attributi di fedeltà e di 1cnacia soprannatu rah, la capaciti ffiMCl dd suo popolo rifulgm:c nei suoi ero, più popolari e rapprcscn1a1iv1, da Castagna a Lluno, da Tosca. no a Booanno, può e deve, più d'ogni altra regione, racroghtrr questo grido come il grido del proprio sangue, può e deve, a prcfcrenu, rispondere • come c:1d1aogni giorno tanta mcsx di giovincua e dissangua e depau, pera, la salute della Patria - sotto l'indicazione bruciante dd. •a realtà demografica - es•~. pc:r il suo affrancamento vitale, il ritorno alla ratu. Esige, poi lhè- Roma è la sintesi pìù alta t superba della ruu. il r1tomo alb. vntll all~ lc-gg1al clima d1 Roma, due voler millenari.-. nella luce soggiogatrice del suo duplice imperialismo. E" l'impcntivo dell'ora: ritor. narc alla ruu, ritornare a Roma, riaggr:tppars, ai piloni del patrimonio tradizionale, riattin• gcrc :alla linfa del glorK>SOccpPo sccolare. ALFREDO CUCCO
~ Pcr la loro primitività, nonchè ptr la stranczza t: vuie1à dei costumi, molte tribù centro-africane si mostrano ;n una luce speciale che conferisce loro un non comune interesse. Su varie di co1cstt genti farò qui alcuni accenni in basc a mie os.scn·a• z:oni compiute durante lo svolger)i di rilK"luti v.aggi. Per chi k desiderasse, più .:mpic no iztc fornisco in diversi ,·olumi. Vi sono raue ccntrerafrtCane lc quali già a prima ,·ista ;mprcssionano ptr lt loro caratteristiche: cosi i Pigmei ddl'lturi che s.ono gli uomini più m:nuscoli del mondo. Nel basso Congo, poi. ~li indigtnj appariscono sempre fort~entc negro:. di. a difft-rcnza di buona parte dei Bant1; in cui st"mhra predominare un inflns:sc razziale etiopico. Risakndo il Lualaba da :-i1anleyvillc e portandosi indi ,•crso il Tang:rnika, un altro (cnomt'uo anlropologico colpisce cd è la cost dc1:a arabizza1:ionc di parecchi tipi, in relazione a conlatti di epoca pi11t1os10r«:cntc avYenuti 1x:r vicendc abbastanza not('. Nel Ruan(la. ncll'Urundi e ndl(' regioni limi:rofr prtdomina ancora un altro 1;po, a statura altissima, nel qual(' di nuo,·o ap1,arisce l'influsso etiopico. La parte mcridion,1Je del tC'rritorio congolese ha infine tipi umani non molto dissimili per le loro caratteristiche somatiche da.i Bantu della ,·icina Rhodesia, mentre l'estremo nord della immensa. reg;one, oltre l'huri e l'Ut'lè fino al Sudan e all'AfriCiol Equatoriale Francese. OSl)ita mas.simamente genti della gran dc- famiglia Asa.nde. Due importanti tribù del Katanga sonc i Baluba e i Balunda. I primi specialmcn• te interessano per la loro abilità di scultori in legno, rh•aleggiati dai Bahmda. e i.uchc dai Balrnha abitanti l'ampia regione fra il Kasai e il Sankurù. Scolpiscono ,·~ re statue, usate da essi come feticci, men• ire tutti i loro coltelli, armi e utensili vari ridondano di abbellimenti otlcnuti 1~r inrnglio. Sann'o anche 1>rc1>ararc e ricamare fini tessuti di fibre "cgetali. lnohrc la,•orano bc-nissimo il ferro e il rame-, in CO· munc, pi1'1o meno, con le di\'erSt: tribù ddk rive del Kasai, quali i Bascilclc, i Hanguli, i~Balori, i Bandiari, i Basongo .\lcno e· tanti altri. Risalendo il Congo alla sua foce sulrAtlanticO fino a Stanlcy Pool si incontrano parecchie tribll quali i :\luserongo, famosi 1>irnti nel passato, i Kakongo, i Basundi, ancora molto sch•ag1:'i, i Babuende, distinguibili J>t'r il loro ]'Ortare una figura di coccodrillo tatuata sul torace. i Batekc, mtto intorno a Lcopold\•ilk, ed infine i Bakongo, originari:rnwntc soltanto sulla sinistra del Con- 'l',po Mongo
go, distinti J)(:r la mancanza dei due ind• sivi mediani supuiori. Ancr.,ra più aho sul Congo si trovano i Banfumungll J)rU• so la confluenza col Kasai, indi i Rabam:i, a nord di qucstQ fim,e, t i Lusikani nei din:orni d1 Lukolela. Dalla confluenza i.:Oll l'Ubanghi e fin oltre le rive dd l.aJ,."U Tuml>a sono i Bokelc, e più nord i Wan• gata e i Bapoto. Propri di tuua la regione a oriente di Coquilhah•illc, ed es1csi ben lungi fra il TciuJ)a e il Lulonga. ~ono. i Mongo, indigeni Sl)CSSC volte barbuti - fatto poco comune fra le rane dell'Afri. ca centrale - di alla statura e di belle fai ezzc. Fra .I Lusanga ed il Congo si hanno inoltre gli Ngombe. In mc.no ai Mongo e agli Ngombe sì trovano molti gruppi di Batua, e aborigeni, m quamo le due tribù ultime indicate sono certamente di più recl"nte arrivo e risultanti forse da. un miscuglio di genti vemuc dal lato dtffAtlantico con altre discesc da.I Sudan. I Ba.tua stessi, però, non sono origin:&ri del paese, o almeno asseriscono esservi 1>rO\'Clluti dall'est, traversando il Lualaba, il Lomani e il Tciup.1. Di tutte le trib1'1 ri,•.cr.:.sche (>Oste sul Congo dalla conflncnza dcll'Ubanghi :t Stanley,•illc, la più importan:e è quella dei Bangala. Vengono poi i Ba1:ioto, i Bawko e tan•j altri soliti usare come vestiti pezzi di scorza d'albero h.,umi e resi soffici. Gli abiti, di solito, si riducono pcn: alla sola copertura dei genitali negli uomi. ni, ad un semplice cordonc;no di fibre o di crini attorno alla cintola nelle domh·. St richiesti dtl pcrchè gli nomini si co1>rono un po' e le donne affatto, adduco♦ no quale motivo. e con tutta naturalczu. il non a,•cr le donne nulla da coprire. 111 varie tribù le ragazze si fanno treccèi hmghissime con capelli di schiave o di donne defunte aggiunte ai propri, per cui portano sul dietro una reticella per contenervele; ma quasi scm1,re cotesta grazia di o;o scompare col ,.,atrimonio pcrd1è le trecce dc,·ono allora 1agliarsi. In caso d1 morte di un capo, queste tribù usarom seppellire col cad,wcre, ancora viventi, al♦ cune mogli e vari schiavi, ma oggi il barbaro costume sareb!,e 1)roibito. Poche conobbero il sale avanti l'arrivo degli Euro• pci; tuttora alcune preparano ml surrogato bruciando erbe s1:,cciali o fiori di palma. Meuono le ceneri in un piccolo et·· stello in cui versano acqua per raccoglierla sotto in un ,•aso t'd e,•aporarla al sok Dopo i).usata travt'rso alle ceneri, quesla acqua lascia un residuo, composto in grau parte di potassio, usato come s.1le. Se ne fabbricai)() blocchetti scambiati ~J)CSSO ll11gli indigeni come moneta. Un curioso co- !itume delle tribù nominate è la somminis·razione di clisteri a scopo curati,·o. Si dinno soffiando con la fona dei polmoni miscell" liquide, nell'intestino. Una ,:ucca dal collo lungo e souile, o soh:mto una cannuccia. facilir.ano il compilo. La 7.ucca è forata ai due estremi l" riemp:1.1 del· la miscela, op1u1re questa è accol•a nella hocca c falla J>assarc per la cannuccia. E'. o,•,·ia !:l necessità di fare in due l'opcratione. 17
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