I I mon,lo dell'Ottocento, che h,l \!,·,, 1..on..:ret1zzars1 nell.i. rcalt.ì effetti\:\ il piin<ipio di n.uionahrd. lu assish10 all'affor:n.mont- della putcn.t..i. 1.kilc folle. cssenJo quest'ultima la premessa md:sprnsabdc per il rcalizz.arsi dd primo coru.cuo Non g1.ì. che le m.l)>C a,cfalc e li\cllatc, numcrìcamentc for1i, abbiano gcr4 minato per forza natur.tlc <l'inerzia i lim•ti tcrri1oriali cd etnìci degli organismi n.u: u. nali. Le Nazioni irncru sono state, sono e S<:mprc s:i.r.inno hmporsi energico non di un.l pluralità qu:rntit.1ti\·a di indi\idui m., di 1.:na plur:tlità q11.1lit.1.tivdai cox-icnz~. non di un popolo-numero ma di un popoi:,. 1Je:1.. Ecco pcrchi- l'cpoc.l modcrn.1.nel momemo s1csso 1..hc ha SJ.luta10 il divenire ognora più impott.1nt<: delle masse ha sentuo J"imprescindib1lc csigenz.1 di inieu.irc vigore. potenza e solidità allo Stato; t.'.l.'1co che i: ormai s1oricamente pro,·aco che non i: I.i Nazione una reahà naturale. ,tn1eriore allo St.1to e generatrice: dello St.tto, s1bbene i: questo che crc.t la prim.1, danJo .il popolo unir.i t~ ,·olcri, cons.-tpevokzu _Ji un fine comune e quindi cffetrin (;SISt(·nLJ.. Chi per primo nel mondo si solle,·ò .i codesta intuiLionc della dialcttica della Stori.1. rnsì f«ond.i di esp<:riem:.i e <l'ide.tli nei giorni <he ,i,iamo, fu Vintenzo Cuoco. gr.mJc cuore; e guade men:e nu1ri10 ,1llc fomi di M.1çhi.1,clli e d1 Vico. I.e , 1lrnJc politiche nazionali c-<Iinternnionali che si susseguirono alla (in<' del Sct1cc<:ntoed ai prim1 albori del sec. XIX, furono una salutare scuola <li re.1lismo per Vmcenzo Cuoco, che raggiun~ piena consapc.-,-ole-aa del nuovo problema che s'imponeva alla sua P.tiria. Due ,·crità inoppugnabili si para,•ano di frome al Gr,tnde Molisano: 1) l.t salvezza può dcri,•are soltanto dalle forze autoctone: è: vano attenderla da altri pcrchè le forti posizioni dei popoli, i loro irremovibili privilegi, i loro .solidi \'antaggi non sono mai swi unJ IO POPOLO · STATO · RAZZA nel pensiero di VINCENCZUOOC ~pont.mc1 el.u~i.t1on<: del l ielo, come I l mi1ii.:a m.mna dclrcbrro Mosi-. La ~loril si fo col sa,rif,oo e i.:o! ''Alore, con IJ cost;i.nza e con LI di:,eiplina. non d1mcn1icJ".l• do il monito 1..li Machi;n-cll, che « le con1..1ws1efaue per urti/ i.on più Jur.11ure 1.JJ quelle fan<: per fonuna ». 2) « Il :.rranJe, il solo Jgenic: delle ri\'oluzion1 e delle concrorirnluz1oni i: 11 pupolo »; bisogn:1 conquis1arlo con le nuo,c idee e per le nU0\'C idc:e, S<: lo \·oglwno alk·ato. L'istruzione. o meglio, l'educa.zionc (chè ,I Cuoco adopera più frequcncememe que• sc'uhima pJrola) i: b na,·ata Cffltr.1le ,ii ogni cosuuzion1.. politica. ·• La sola IJ1mzio11ep11l,far dn n,f,1rf I olon1J (16 (he ; dot ne. La sola Ùlmzio,u può underri J'a11tir,1gr.mde:.za e /'.mti<,1 glori.:·•. («Scritti vari», La1erza, Il. p. ,). La ri,oluzione franceSt: ave,·a a,·uto scn.z.1 dubbio il mc1ito di far intendere che coimeressJ.re le masse popolaresche alla cosa pubblic,1 cqui\ale\'.l ad cternHe lo Stato stesso; ma, d,ua la sua nebulosità teor<.• 1ic.1 ed il suo indiriuo raLionalista, non er.1 riuscila .1 f.ir abbr.1.ccia"e con ~i.np:1ti.t le nccessic.l t· gli imt-cc--si Jelle da,- ~i bas.-.e. Basti JX:M.trc qu.tlc fo...se n g<· nc·rc l:t s.cuol.1 in Jul1.1 nel p<:rio..lo di transizione rivoluzion.uiJ : il ci.1rl.1tJ1U• smo più ,•acuo s'intumezz.na con le asri• razioni s.1.nc ma c·1erce: la decrepita t(.11..)• rie.a aduggia"a gli spiriti della nobilr.l dcll.t borghesi.,, del papolo: d.1ppercuuo .si rnmider,na un ~egno di Ji:.1inzio;u •I p.trlarc francese e il bandire l.t linRu,1 it.1li:ma; I" mdividu.tli.-.mo pcd.tgogico impe r.1.u. impt..Jrndo il cementarsi Ji un,1 ("O· scicnz.1 n.'.l.Zion:ile. Il Cuoco .:ccxua il poswlato ri,oluzlonario per cui non si può prescinde-re ~hl popolo, ma todc:sto postul.tto lo imp:ist.1., lo rinno"a, lo elt:,.t col suo effcuu:ilc: senso storico <!cl reale: bisogna. EJtli dice. non sospingere a vi,•a forza il po· polo verso le nosuc supreme idee di libertà, di virtù, di moralità, che, in qu.1.nlO modelli di assolutezza, esso non comprenderà, ma noi abbassarci fino :\ lui. "'"cré' il suo mondo spirituale e, a pcx:o a poco, fargli sentire le nobili esige.,,/'" della libertà, della vinù, della mora!it.\. La scuola d:1 un lato, il giornale dall'.11. no avranno l'onerosa missione di alimcnt.lfl tod<~tc iJt·.tlit.ì pubbl1d1c e '" ,. li .. \tJ. rnruo la prima 1.1uan10il .s<.X:ondo non pmnnno CS)C'rClal>Ciati. come b.1.nJc.-ruol<.• .Il ,·uuo. agi 1mpuJ..i d'iniLialiH: prin1c eJ ego1stich<. ma i: n<.'<CSS.triosi.1no continuamcme comrol\.1ti d.11io Staf '· Se i: \Cro che Il N.11:1oneJon.l organu zarsi nello Stato, non C: possibile csi11:~r,1 da un'improma d1 uniformità mouic, cht abbracci tutti I rncadinì ... L'flfJIII& • cscl.im.,- p1im,1 J, esurrl,ll'e 11J1 mi!Jliere, i 11,1/fJ ci11.1Jmo: pnm.1 dei Jo,ni ,li JN.1 pmprl.1 "'"~ione ne ha degli a/J1/ l"ht 11.1rr,mr, d.1 1111 p.;llrJ più anlir& e pllì sa11. M.. («R:ippono ., G: .\lurat»). E' qui , •· 1.:orus;unemc espresso d principio et1co•pn· htkO che Je,c impeu.re in otni forma tl1 or,g.1.n1smo e<lu,at1,o. NJtur:ilmenre gnvidi di rcspons.1btli1.ì )()no i compio che si .mcnJono d:1110 S1a10, th<: ogni co;.1 do\ r.ì in:ihe.ire ,cr.-.o m<'.·t<. tollc-une e -.ohJ.ili. « Una buon.1 or~ani:aazione per la pubblin 1struz1one non puù t-sscre d<.:<crminau se· non da un medesimo pensiero. in un rne<lc-s11notempo. EsSAJe,·e m qualche modo ,enir fuori Ji getto Jall.1 fondcri,1. Non potrà irai essere il nsulca!l) dt un.1 quami1.\ J1 mvzc· mi.-.ur<:,die non J)(r.,;ono ,H ere uno \H."S'-0ll·ntro .id uno m·:,~0 pumo di tiuniont ». («S<riui Vari». ,J, I .:?6). Ptrcanto, <.<<·orx:rdH~ il Cuo..,) propu~nJ un'cJucnionc: unncn,.1lc, puh• bli:.1. tmiform<·. \lo,-e il libro d1 1e.-.to:-.: 1 \.O'l•lf'lO\tOal t:on1ro110 St:l:IJIC,do,e lor.;;- r.1 giorn.di.,1ic1 CO!I-Utuis(a un Jdicall) ~irumrn10 di un,IÀ mor.1lc e:-poli:i.:a. Jme J?l'inSt'gn;imenti siJno ri,·csnti di « un c.1 rmc·re che pc! popolo i: il più :..1Cro,{ìCK· del cu,mcre rrligiui.o ». E' la fr<lc-, dunque, che <'.· dcs1in.11.1a muo,ere c:d l ,f.'0\Crnarc la. vi1a dell.1 nostra P,mia. Ogni grandcz.za per Cuoco ... i riduce ad un problema di ,·olone.\ colletti- , .t. « Tutti qu.ei popoli. i quali oggi sono grandi, furono una volta piccioli, più piccioli di noi. Come son divenuti grand;? Volm,lo. tolmdoump.-e. 10/enJo efjir11rt• men/e». («Scritti Vari», I, 12}). I Ror.1.1• ni furono ~•.mdi pcrchè « po1eia110e pr•·· rht crtde1.1110di potere... Un romano dei bei !empi :l\'t.,.·a la p:ù grande idea di ~ e della patria su.i; ma /',dea che m1lm:r di s; era i111ep.1r11bitllea q11ell.1del/a pa1,ia: nl egli 11011 fi uedet a g,a,,Je se 110,1
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