La Difesa della Razza - anno V - n. 5 - 5 gennaio 1942

Arte p•rlel•le p•leolitiu. della Spagfta: in allo, Mfta ffgura um.na del tip~ rletlo • pachlpodo • da MH plllura della • Ct.1n■ de los CU,eUos •: in beuo, flgu,a d■l ,1p,:, • Hm•to• morfo• ftella • Cuewa del Ciwll •· poste sponde del conlin&nle antico (Brouil), •Itri ancor• ed invuioni di popoli provenienti dal nord e tendenti •d occu~re l'Africa attraverso le Ire penisole dell'Europa meridion•le. Non è il caso di discutere la bonlè di queste teorie; noferemo soltanto che dovrebbe essere tenuto in debito conio anche il fattore inerente •ll'evolu1ione spirih.1•le e culturale per cui popoli diveni, seper•li nel tempo e nello spazio, possono pau•re, indipendentemente de influui reciproci, per determinali ,tedi. D'altra parie, data la deboleu:a dei meni, sarebbe vano argomenlore su epoche tanto remote; del resto, noi inlerpreli•mo la lun1ione del bocino mediterraneo come rampoll•nte da un·unilà geopolitica chiuso la quale, ,e può n•luralmenle essere influenze!• d• •llre unità storiche contigue, è però alla ed originare un tipo indigeno di civiltà, non legal• agli inlluni esterni più o meno profondi. la fine della civiltà maddaleniana reca seco 1• scomparsa del popolo paleolitico, quantunque tale mancanu non debba intender~i in senso assoluto; solo ouervazioni superficiali determinate dalla present• dei momenti più splendenti di una cultura e d•ll'anenza dei trapani intermedi, pouono f&r • supporre, in paletnologia, un• nelle divisione tra un·epoce e l"eltra. lo sleno passaggio dal paleo al neolilico non è, in Spagna come in altre regioni, ben chiaro. l'epoca di transizione vien dell• epipaleolilica e pare dominala dall'affermarsi lentissimo di une nuova ran• br•chicelala, la cui gene,i è discussa:· si suppone che ess• sia già stai• conglobata fin d•1l'ini1io nelle precedenti genti, mo è meglio credere ad un• differenzi.uione interna della etni• primigeni•. Ouesli nuovi uomini, piccoli di dalur•, dalla faccia larga e bassa, poco ,i. levato il naso, plalicefalo il cranio, inizieranno a suo tempo un tipo di civiltà che troverà dilfusione in gran palle del Mediterraneo. IL POPOLO DEI DOLMEN I resti di quella che si crede una delle piU antiche civiltà neolitiche sono stati rinvenuti sulle code.,della Galizia e delle Aslu,ie: le genti del tempo non erano più cacciatrici, ma pescalrici ed avevano, • quanlo pare, abbandonalo l'u5o delle caverne. la loro attività atli1.liu non ci è testimoniala, rindu,tria litica produce groue selci 5cheggi111te, zeppe e picconi l• cui form• prelude •ll'•ccetl•. Di tale popolo, la cui ubic•11one cronologica è tutt'altro che sicura, conosc.111mo pochiuimo; semb,111che il cibo londomenlale per eno Ione costituito d•i molluschi racchiusi in conchiglie, di cui si sono hov•le vere colline sulla ,ogli• delle grolle uturiane. Tracce analoghe sono 1.lale lesciale da una cultura coeva d•nese, onde il nome della civiltà dato da .. Kjoekkenmoedinger •• univen•lmenle adottato. Negli strali superiori si trovarono pure alcuni tipi di ceramiche, che si ponono avvicinare • quelle rediluile dal giacimenti di Argecilla (Guodolaja,a}. Dal!• G•liiia •ll'And•lusia, •ltr•veno il leon e l'Edremadur•, h• lucioto, in tempi più vicini • noi, grandi ,eliquie una genie puramente neolitica erigitrke di sepolcri •ll'•perto (dolmen), e •lhove di pietre colossali (menhir), il cui esallo scopo si ignor•; anche la Murci•, od Alic•nte, e più a nord, Almeria, hanno doto ceramiche di tipo evoluto. Orm•i gli uomini h•nno piegalo la ferocia degli anin,•li, alcuni di eui hanno eletto comp•gni. primo fra lulli il cane, conoscono l'arte di coltiv•re la \erra e di doma,e • pi•cimenlo il fuoco; seppelliscono i loro morii, con un ,ilo comune a tutte le genti coeve del Mediterraneo, in sepolcri 111 cupola e credono nell'esislenz• dell'animismo. Preuochè contemporaneamente s0 iniziano tipi di civiltà similàri nel Mediterraneo occidentale (Baleari, Sardegna) nel Suditalia (Puglie, Sicilia) e nel Me,e Egeo (Cicl•di, Creta). IL POPOLO DEL BICCHIERE In epoca ancora più recente, agli inizi del pe,iodo eneolitico, i br•chicefalì si •lferm•- no qu•nlunque in mino••nza, nell'interno dello penisola: sono di quest'età infatti o poco più tardi i reliquali umani di Ciempozuelos associati con un tipo caratteristico di ceramica a cui s'è dato il nome di oc bicchiere III campana "· le compana di tale nuove cullu,a, che ri,•le nel lempo a circa qua,antacinque secoli le, operò una modificazione profonda nell'ambiente litico ,ulla portala de/I• quale gli studiosi non sono d0accordo. Sono f•tti constatali la presenze dei brachicefali e delle ceramiche loro tipiche, in Sardegna (necropoli di Anghelu Ruju), nelle prealpi centrali (Remedello), in stazioni archeologiche deU-allo Reno, dell'•llo Danubio, dell'alto Vistola (Sadomir) e finalmenle in Danimarca, ove il famoso cranio di Borreby si avvicina singola,menle a quello di Ciempo1uelos, ,ebbene vanti una maggiore robustena ossea. Questo dilague defft.lnia non è per6 unilorme, ma investe in epoche succenive le regioni su elencate con un movimento da sud a nord, anegnando le epoche più antiche alla Spagna ed ai sistemi insulari del Mediterraneo occidenlale, e via via quelle più recenti alle ione alpine, ed inline alle isole danesi. Nell'a,cipelego b,itannKo, il popolo del btCchiere, come s·è convenuto di chiamarlo, •pre sen1'alho il periodo dei metalli, mentre i ritrovali simili in Italia (Monle Argenl1111ieo l.uio) appartengono ancor• ,111 pieno eneolitico; lt.ggermenle più lordi sono quelli della F1anci• centrale e del Celgio. l 0origine di tale rana ve rivendicala pertanlo dalla Spagno. Ma un altro importante fallo merita la nostra onervozione: con il "popolo del bicchiere i. si iniziano gli sposlamenti elnici, p,ima dall'ovest ver1.o e1.I e quindi d•I Mediterraneo verso il centro Europa; non si lr•lla di immensi eserciti di

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