La Difesa della Razza - anno V - n. 5 - 5 gennaio 1942

AXTHOt•OLOGIA 1 1 c,.,n,o [ecc;•ie si può ~tud ore sia con l'ouerve210ne ditelle, sie con il metodo mellico. Si d,slingue poi una lo,ma morfologie• che si rilevo beniuimo nel cr•nio e ve del nesion el margine inferiore del!• mandibola, de quella ti,iognomic• che si onerva nel vivente e che comprende •nche le fronte, fino et hichion punto di imer~ione dei copelli, veriebile con l'età. Per mcuo del rapporto Ira allezu delle laccia del nuion al proslion, o dal nasion al m,ugine inlerio1e della mandibola, e la lerghene birigom•lic• pre50 dove ene è manime, si slabililCe l'indice !acciaio superiore o l'indice lecciele totale, per meu:o dei quali si diilinguono gli uo- •mbedue di formo hiengol<11re, ma il primo con la base, il secondo con l'opice in olio, un tipo respirotorio con faccia esagonale e riduzione della regione frontole e della mandibolare, e infine un tipo euritmico con le diveue parti armonicamente svilup• •u•p ltWJOI •11•P HP!,un ·•1od faccie può anche eue,e dato dai rapporti Ira largheuo bizigomalica e frontale minima, e Ira massima del cranio e mandibolare. Le mandibola, che è molto ridotta nei Lopponi, modifica molto la forma della laccia, lullovia sia che si consideri la laccia con la mandibola, sie che si consideri ,enui, le relazioni metriche sono quasi le steue nei diversi gruppi etnici. La cameprosopie fu detto STUDIITALIANI sulle DIFFERENZE RAZZIALI DELLAFACCIA mini in cameprosopl, mesoprosopi e leploprosopi. Le v'ariazioni nei valori anoluti delle dimensioni della faccia sono notevolinime; la faccia della donna è in tulle le rane più piccola d1 quella maschile mo non nello sleno rapporto; essa • in genere più luga il che è in relazione al minore sviluppo dei muscoli masticatori e dell'apparato muscolare in genere; la differenzi del maschio sia dunque più nell'alleno che non nella largheuo. Nell'umanità attuale i boscimani hanno lo loccia più piccolo, gli esquimeii la più gronde, grandeno che era ben più grande nei neanderialiani. L'alleuo pìù bona della loccio si ouerva negli australiani, lo più grande negli esquime,i e nei neandertaliani. Ouervando la faccia di prospetto si descrivono torme baue ed alle, elliuoidali, ovoidali, pentagonali. esagonali, letrogonali, triangolari, circolari. Ollre che dei tipi etnici pouono anche •nere distinti dei tipi costituzionali, quali il cerebrale e il digestivo, 22 indice di primitività, mo l'uomo di Neande,tel aveva 1a faccia piutto,to stretta. Genti molto diverse possono avere laccia alla (Scandinavia, Olanda, Inghilterra, Mediterraneo, Patagonia) o busa (Auslralia, Papua, Sud Africa, Congo. Centro Europa). La faccia non è una unità ma un compieno di elementi che si pouono ereditare isolatamente e lo cui combinazione dà tipi difleren)i. Il Giulfrida-Ruggeri studi() le basi scheletriche della rassomiglionzo, occupando,i delle variazioni minime • delle variazioni manime nella normo facciale, e tornando poi sull'argomento nelle sue ricerche morfologiche e craniomehiche nella norma late~ raie e in quella facciale. Sergio Sergi ha illushato diverse ona soprannume,arie della faccia nel~ le sue indagini sui cranì deg~ Abinini. Il Sera si è occupalo dei caralleri della laccia in rapporto a1 polililetismo dei prtmati, e dei rapporti della base del cranio colle strutture della laccia nelle rane umane. e· senza dubbio un gron merito del Sera l'aver richiamalo l'attenzione degli studiosi sullo scheletro facciale dove si ponono trovare elementi ìmportanlinimi per la discriminazione lanonomico dei primati. In questo grouo lavoro il Sera ha ,tudiolo la morfologia della faccia dei Primati fossili e viventi, ,tabilendo in base ai caraHeri descrittivi delle laccia in toto sei tipi facciali principali tro gli uomini attuali: il t• tipo si pu6 dire quasi affollo scomparso o ridotto e ha loscialo le sue tracce piU evidenti nella Poi_., sia; il 2'" ti~ è quello~ co; il 3• tipo si pres4inÌe MIIJ,t ,ue forme piU e °"9e Mi u• casiani, Peni · tipo è comune meridionali _j urope: . • llpo è il ne9")ida; H 6'" •po il boscima11 Ser• quindi occupalo devii ni fonili e delle scimenli e fonili, Conclusioni ologiche speciali riguordano rostro frontale, il sello osseo inlerorbitario, la posizione e composizione del lacrimale, l'al• lena tacciale, l'apertura orbitale e. il carattere dell'occhio, il fora• me zigomalico-lronlale, la torma ~ ell'aperlura nasale e de. I veslibolò~sale, i turbinali e le caiiili IMM!i~ naso nel vivente, la C':~1~,:t c!:e~i:n~~:•~7!u~:: M~ i fflOY"""iì~ciali di svìluppo. lnterdlpefttie.,:,za dei caratteri l9C:ENli, i Mi 9(Uppi 'moilologici èfetJttilnali • I r porli di derivazione · Mi gruppi morfologici. La d~ Ione geogrofica dei primati, fon · • viventi, viene esaminala per i suo significato per una dottrina delle torme. I sei gruppi di affinità stabilili su base morlologica si cerca di confermare con la distribuzione geogralica. Così il Sere Ionia una storie filetica inlraordinale dei Primati. I valori morfomelrici craniofacciali sono stati indagati dal Sabalini in relazione all'abito costituzionale, con lo scopo di mettere in rilievo l'importan,a o meno di determinali valori antropometrici in rapporto all'abito codituzionole soprallullo nello controversa questione Ira raua e costituzione. la laccio vista di lato pre• senta un corollere dillicilmenle misurabile, il grado di ,porgenza di ena rispetto al neurocranio. la faccia che sia innanzi al cranio è il muso degli animali; nell'uomo questa proiezione può essere maggiore o minore e il prognatismo può euere totale o solo nasale o alveolare. Per primo il Canober delerminò il prognalÌ!,mo medianle un angolo sl.-ibilito da una inea che unisce il foro uditivo alla spina nasale e una langenle alla l•ccia. Cuvier considerò invece I' angolo formalo da una linea che va dal margine inferiore del loro uditivo, alla spina nasale o al proslion, e un'altra che va dalla Ironie a.I loro uditivo o prostion. Per misurare f angoli reali non • nadii'..M:rio orientare il cronio:.J~fo-del prognatismo misu4'io.-,:on un goniometr.~ P!J~c.fi distinguere progna~ati e ortognati. Il pr~ o maggiOfe si oss~ 1 -Auslroliani, vengono poi I apua, i Negri, i Mongoli • ongoloidi, gli Orlognoti Euopei e Africani. Per il profilo alveolare invece il Negro ha i Yalori più beni dell'Australiano; quella profaflilia che nel viso è aumentala dalle parli molli fa apporire più prognato il negro dell'au,traliano. Aslraendo da ogni piano di orientamento si può determinare il prognati,mo facendo un rapporto Ira i segmenli nasion prostion e na.sion basion, tanto più aumento il primo, tanto maggiore • il prognatismo. Sull'interessante argomento del prognatismo ha scritto Giuseppe Sergi che la sola relazione di lunghezza delle due linee sfenonosale e sfenoalveolare determina esattamente la forma e la posizione della linea facciale anteriore o nasoalveolare, e la linea facciale nasoolveolare non discende mai dritta, ma come una linea spezzata quasi a livello dt,llo spina nosale per avonzare in una nuova direzione in avonsecondo questo autore lo ,tru dello scheletro facciale t,a gran variabilità ,en· z i darle un valore. etnico. ~ricerca ,ulla promine si occup6 il Consorti. Sul '1 omento compi ricerche • dianle uno speciale • cr lro • fallo costruire per la de minazione delle distanze intercedenti in piano oriuonla1e e in J pierw> verticale tra i vari punti .I di repere del cranio e della facc.ia, e per seryire a tracciare con speciale dispositivo di aggiunta il conlorno del cranio e della laccie. Con questo strumento il Mano esegui una serie di misure su crani di Egiziani antichi di Auinl (VI-Xli dinastia) da cui calcola diversi angoli. Per l'angolo di prognatismo totale predomina l'oriognaz,a e la mesognozio, e questo piU nelle donne. Per l'angolo di prognatismo alveolare c'è poco dimorfismo seuuale; prevale l'iperorlogn.-- zia; per l'apertura nasale prevole la divonasoalveolare negli uomini, la prena~ale nelle donne, La Gretti nei suoi studi e ricerche sul prognatismo ha !rovaio che i quattro prognalilmi: facciale su-

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