La Difesa della Razza - anno V - n. 5 - 5 gennaio 1942

quel ccntr<tm cm si elaborano i 1>rodottinei qu.tli !!-iestrinseca la nostra vita intcllcth1ale e morale. Ebbene, questa massa ncrvos.t che si espande, per mezzo dl innumcrc,·oli fondamenti, per tutto il corpo, co11traco rilassa, a seconda delle sue vibrazioni, i mu• !>COii facciali in modo che per tali a>ntrazioni o rilassamenti continuati si prow,cano nel volto, e perdurano, tracce speciali, carat• !eristiche, permanenti. La crmclusione di c1uan10pr ..ccdc è ò1lll<1uc:he l':tntro1)()svcio-- logia ha un mezzo valido e sicuro per determinare la c. razza su• pcriore >: quello di ricorrere allo studio delle condizioni poli• 1iche, sociali, morali, religiose, intellettuali delle singole razze. Se anche non si concorda col Rihlc:y il qual<' ritiene che alle forze t'rcdit.ute, così naturali come di ~lezioue, si debba riconoscere wlo una J)artc nel plasmare uomini c costumi, lasciando la mag• gior varte alla pressione dell'ambiente fisiografico ed umano, se :u1chcsembra invece accettabile l'oj)inione dello Stt'inmc:tz il quale ~sticue eh<" e la una si trasforma non per l'educazione che ricc, ono i membri viventi di essa, ma so1>rattutto per il caml,iamcnto eh-: a,·,•icnc nella sua costituzione, in seguito al rafforursi ,, all'in..1eholirsidell'insieme ereditario di cui si compone• (v. lo studio di S. R. Stei11111etz: L'un:1"tre della Raz=a ncila Rivista italiana di Socivlog1h del settembre-ottobre 1910), non è men ,·tro che lo staio 1)()litico,sociale ecc. contribuisce a rendere "itale, rnpcriore una razza, e quindi a perpetuarla. L1nesempio meraviglioso offre a questo proposito la razza italiana. E' fuori dubbio che la razza italiana racchiude in se stessa una \·italità cosl intensa, che usd integra e forte da tutte le in- ,·asioni barbariche e scmici,•ili, da tutte le Mssezu mcdiot,•ali e da tutte le prepotenze più recenti, ma soltanto dopo la no-- stra unità, Karl Lc:ntzenc:r J)()tc:vascri\•ere queste parole memorabili: e Se uoi dobbiamo <'SSCregiusti \'<'rso qu<'sto popolo, C"hc possÌ\'de una gio"emù cosl eterna., ch'è cosl riccamente dotato tlalla nalura e uondimcno per secoli condannato all'abbandono ('On una colp,e,·ole ncgligenzi, costantemente: represso in ogni aspir:azione intt'lleltu:tlc, dohbiamo ammettere che ha ora inaugu• r;i,ta un'ahra epoca di rinascimento. Un nuo,·o spirito si è .,,,ei:;:lialoin ltali:i, che si agita potentemente e si spinge innanzi con ordine. Xon dohhianu, far altro che guardare la leUeratura, della Due volti (Il bolscevico e Il germanico), due clvi1U1, due 1ocletà. Soltanto 911 anglo-americani sono a tal punto degeneu1ti, d• opl•re per Il bolscevismo. filosofia, la quale rispecchia sempre lo spìri10 psicol~gico della tcndt'nza dei tempi, per riconoscere che il mo,·•mento intellettuale è più potente in Italia, che in altra parte di Euro1>a, e inoltre, che in questi sforzi l":intico spirito del Rinasc1mmto dispiega an• cora una ,•olta la sua energia>. Ed ancora: « Xessuno nega, come hanno ricordato recentemente in Francia degli studiosi dì sociologia, che la configurazione del suolo sul quale ,·i,·e un p0p0lo, il suo clima, le sue frontiere, la sua com1>0sizionegeologica la sua fauna, la sua flora, ecc. entrano nella costnuzionc di un aggrnpp.'jmenlo politico, il quale non vive solamente nel 1ei111)() c<l è legato ad una parte definita dello spazio> (A. Lemonnyer, J. T.01111eaue R. Troudc Pr&u di' Sociologie, '.\farsiglia. 1934, pagg. 255). Tuttavia un'altra dimostrazione della forza indubitata della nostra razza noi la troviamo appunto nel Regime fascista, nel re• gime cioè che non è sorto all'impro\'viso dal caos, ma invece è la conseguem:a di quella differenziazione secolare di elementi per cui nella penisola, a un certo momento, la razza ha potuto assumere quella cer1a forma, <1uelcerto dinamismo, quella. certa speram:a. E lo stesso concetto emincn1emente fascista della razn che si ~-tifferem:ia, che si sente persona in se stessa libera e morale, mentre costituisce il princip!o rinnovatore della nostra storia, è daWahro lato e in pari tCmf)Ola fona, che disorginizza cd abbalte quei popoli che, come l'anglo-S.tssonc:, p0sso110essere già consickrati come «inferiori•· Incapaci a comprenderlo, im1.11-;tcnti a portarlo, a :S\'Olgc:rlo ed effetrnarlo secondo la propria csscnz.;., le altre razze, ormai dcerepite, non possono resistere ; tale principio, non possono vincerlo, e sono costrette a cedergli il passo, dissolvendosi via via. Onde appare evidente che l'antroposocio?ogia potrà avere ,ma nuova ragione di essere quando, seguendo cri1eri dinamici e ,t,r rici, potrà determinare la superiorità di certe r:tzu sulle altre ir. hase alla ci,•iltà acquisita, allo stato 1>0lnico e sociale, alle cornizioni. alfe idee e agli ideali. ARMANDO T05Tl 15

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